Indietro Nordic walking e gemme di storia alle pendici del Monte Catria

Nordic walking e gemme di storia alle pendici del Monte Catria

Oasi di spiritualità tra le bellezze naturali dell'entroterra

Ci sono luoghi capaci di infondere una tranquillità senza eguali. Risalendo la valle del Cesano si giunge a Serra Sant’Abbondio, ai piedi del Monte Catria, il cui versante orientale racchiude una conca avvolta da ampie faggete che circondano lo splendido complesso del monastero camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, ricordato da Dante nel Paradiso. Da qui in pochi minuti di macchina si raggiunge il Castello di Frontone, possente costruzione arroccata sulla cima di un ripido colle.

Dopo un pieno di armonia e storia si potrà trascorrere un’intera giornata all’insegna del nordic walking sul Monte Catria passeggiando fino alla croce di vetta. Nei giorni successivi si può scoprire Cantiano, con la Collegiata di San Giovanni Battista e celebre per il Vino di Visciole, dove si possono fotografare orchidee spontanee nel Parco Naturale del Bosco di Tecchie, mentre aCagli svetta il maestoso Torrione Martiniano.

Ad Acqualagna, una visita alle rovine del Castello di Pietralata, immerso nella Riserva Naturale della Gola del Furlo, consente di passeggiare lontano dalla folla. E poi via verso la vicina Piobbico al Castello dei Brancaleoni, nato come fortezza e trasformato poi in palazzo rinascimentale adornato di affreschi, stucchi, camini e antiche scritte in greco e latino.

Leggi tutto Riduci
Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Serra Sant'Abbondio
    0721.730120
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra Sant'Abbondio
    Serra Sant'Abbondio si trova sul versante sinistro dell'alta valle del Cesano, al confine sud-occidentale della provincia pesarese, a ridosso delle boscose pendici orientali del Monte Catria. Il territorio comunale, abitato sin dall'età del bronzo, fu teatro, durante la prima guerra italica (295 a.C.), degli scontri tra i romani e la coalizione gallo-sannitica, nonché, nel 552 d.C., della battaglia tra l'esercito bizantino di Narsete e quello dei Goti di Totila.
    Il centro storico conserva due delle quattro antiche porte d'ingresso: la Porta Santa, con sovrastante torre dell'orologio, e la Porta Macione (sec. XIII). 
    Di notevole interesse architettonico sono la Chiesa di San Biagio, con la cripta paleocristiana risalente al V secolo, e l'antico Eremo camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, che si trova sulle pendici del Monte Catria. Le sue origini risalgono alla fine del primo millennio e sono strettamente legate alla storia della congregazione dei Camaldolesi. L'eremo fu fondato da San Romualdo nel 980 e fu ricordato da Dante Alighieri che vi soggiornò nel 1310. Decisamente monumentale il complesso medievale costituito dalla chiesa con cripta, dalla sala capitolare, dal chiostro e dal suggestivo scriptorium. Da ricordare inoltre, fuori dell'abitato, l'edicola detta della Santa Maria della Canale, abbellita da un affresco del sec. XV.

    A Serra Sant'Abbondio esiste ancora oggi una Comunanza Agraria, erede della medioevale Università degli Uomini Originari.

    L'evento più importante di Serra Sant'Abbondio è il Palio della Roccauna rievocazione storica nata nel 1987, che prevede una disfida che ha luogo la seconda domenica di settembre fra i 3 antichi borghi e i 3 castelli che componevano il territorio medievale di Serra Sant'Abbondio, disputata tramite la corsa delle oche.
  • Palio della Rocca
    Il Palio della Rocca ha luogo il fine settimana che precede il 16 settembre, giorno della festa del Santo Patrono, Sant'Abbondio. Se da una parte esso è ricerca e rievocazione storica, dall'altra è competizione tra i tre castelli e i tre borghi che si contendono Il Palio della Rocca, raffigurante l'immagine di Sant'Abbondio.
    La manifestazione storica rievoca un significativo momento del passato di Serra Sant'Abbondio: l'edificazione da parte dell'architetto militare Francesco di Giorgio Martini della rocca di Sant'Habundi (1476-1486).
    Il Programma prevede, per le serate di venerdì e sabato e per la giornata di domenica, un susseguirsi di spettacoli teatrali, cortei, musica, teatro di strada, giocoleria, spettacoli pirotecnici e molto altro; presso le Hostarie è possibile degustare piatti tipici e vini locali.
    Punto culminante della manifestazione è la disputa del Palio, con la coinvolgente ed entusiasmante Corsa delle Oche che ha luogo la domenica pomeriggio: ciascun castello gareggia con i propri ocari e le proprie oche di razza bianca, nel centro del paese. Le celebrazioni si concludono il 16 settembre con la fiera di Sant'Abbondio (in mattinata) e con la Cena della Pace che chiude le ostilità legate alla disputa del Palio.
  • Fosso dell' Insollio - Balza dell' Aquila
    0721.730120
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso dell' Insollio - Balza dell' Aquila

    La "Balza dell'Aquila" deve il suo nome ad una coppia di rapaci che da sempre nidifica tra i dirupi della forra. Il nome geografico è Fosso dell'Insollio.
    Dall'Eremo di Fonte Avellana  ci si dirige lungo la strada provinciale che porta a Frontone, e si prosegue in direzione Monte Catria. A quota 1150m, si raggiunge un impluvio su rocce rossastre da cui si può iniziare a scendere lungo il torrentello: si è presto sul primo salto della forra. È una forra suggestiva, forse la più bella del settore Nord dell´Appennino Umbro-Marchigiano e l'itinerario in pratica si effettua sempre sotto cascata. Dal 1° febbraio al 31 agosto è in vigore il divieto di percorrere l´itinerario a causa della nidificazione di esemplari di Aquila Reale.

  • Area di sosta in Via Loreto
    L'area di sosta dista 200 m dal centro di Serra Sant'Abbondio; è dotata di servizi igienici e non ha allaccio elettrico. Non è custodita e capace di 20 posti.
    Posizione GPS: N 43°29'29 E 12°46'15.
  • Monastero e Abbazia della Santa Croce di Fonte Avellana
    +39.0721.730261
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero e Abbazia della Santa Croce di Fonte Avellana

    Risalendo la valle del Cesano e lasciate alle spalle le colline di Pergola e Sassoferrato, si giunge ai piedi del Monte Catria, il cui versante orientale racchiude una conca avvolta da ampie faggete intorno alle quali si aprono i pascoli e i campi che circondano lo splendido complesso dell’Abbazia camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, ricordata da Dante nell’XXI Canto del Paradiso. Al posto delle originarie celle (che consistevano in capanne) sparse attorno ad una cappella, sorsero a partire dall’XI secolo numerosi edifici in pietra tra cui il chiostro, la chiesa con la cripta, la sala del Capitolo, lo splendido scriptorium, le celle dei monaci, la foresteria e la Biblioteca, nobili e austeri ambienti che si stringono attorno alla massiccia torre campanaria ed ospitano ancor oggi i monaci camaldolesi.

    Sotto la guida di San Pier Damiani, arrivato nel 1035, le diverse celle sparse vennero ricondotte sotto un’unica regola in grado di coniugare le aspirazioni alla vita eremitica con i vantaggi della vita conventuale, ma anche culturale. Alla fine del XV secolo con il Cardinale Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II, il complesso fu ampliato e ristrutturato, raddoppiando il numero delle celle dei monaci, alzando di un piano la fabbrica e realizzando finestre simmetriche lungo i muri di cortina.
    Oggi il complesso è composto da un ampio piazzale che dà accesso alla chiesa, dalla pianta a croce latina, coperta da volte a botte a sesto acuto, con presbiterio sopraelevato sulla cripta dell’XI secolo; si tratta della parte più antica del complesso architettonico, insieme al chiostro e allo scriptorium risalente al XIII secolo. Qui gli amanuensi, utilizzando la luce solare per tutta la giornata, grazie alla fitta e alta serie di ampie monofore che si aprono nella volta a botte dell’edificio, ricopiavano gli antichi manoscritti arricchendoli di artistiche miniature. Tra i pregevoli volumi ancora conservati spicca il Codice NN dell’XI secolo, primo breviario della comunità avellanita e prezioso documento dell’evoluzione delle notazioni musicali. La prestigiosa Biblioteca "Dante Alighieri", ricca di oltre 10.000 volumi, tra cui i preziosi codici miniati e antichi libri sacri, riveste un ruolo di grande importanza.
    Dal 2007 anche il Giardino Botanico del monastero è aperto al pubblico. La comunità monastica pratica l'accoglienza verso tutti, ma essa si rivolge principalmente a coloro che desiderano condividerne la preghiera e l'esperienza della ricerca di Dio. L’ospitalità dei singoli o dei gruppi (anche autogestiti) è praticata durante tutto l’anno. Non si ospitano, invece, campi scuola, scolaresche, gruppi parrocchiali sotto i 18 anni.
    Per le settimane estive gli arrivi al Monastero sono previsti nel pomeriggio della domenica alle ore 17, e le partenze al mattino del sabato dopo la prima colazione. Agli ospiti si propongono incontri di Lectio Divina e giornate di ritiro individuale.
    Il tempo è scandito della preghiera corale della comunità (Lodi, Ora media, Vespri ed Eucarestia).

  • Biblioteca di Fonte Avellana
    0721/730261
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Biblioteca di Fonte Avellana

    Nel novero delle biblioteche più antiche è da includere la Biblioteca dell’Eremo di Fonte Avellana, nata nel lontano 980 insieme al monastero stesso, il quale comprende anche la cripta (del secolo X), la chiesa (del secolo XII), la sacrestia (del secolo XVIII), il chiostro (del secolo XI) e lo scriptorium ( del secolo XII).

    E’ di proprietà della Congregazione dei Monaci Camaldolesi dell’Ordine di S. Benedetto. Sin dall’epoca medievale offriva accanto allo scriptorium utilizzato per trascrivere le opere dei Santi Padri e per la redazione di nuove opere, un ricca biblioteca voluta da San Pier Damiani ad uso della comunità avellanita (sec. XI), incrementata in periodo umanistico dal Cardinal Bessarione, commendatario dell’Abbazia .

    La Biblioteca storico-monastica fu fatta allestire nel 1733 dall’abate Giacinto Boni, grande amante delle scienze e delle lettere, ed è disposta nella ricca scaffalatura in noce del sec. XIX e divisa in scomparti per materia.

    Essa fu depredata per ben due volte dei suoi libri: nel 1811, a seguito della soppressione napoleonica i libri più importanti furono trasferiti nella biblioteca di Brera a Milano e gli altri a quella di Urbino. Questi ultimi furono recuperati nel 1816 ma con la nuova soppressione del 1866, la biblioteca fu nuovamente spogliata e i libri trasferiti alla Biblioteca Marini di Pergola. Fortunatamente il monastero riuscì di nuovo a rientrarne in possesso nel 1933.

    Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 25.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX. Tali volumi comprendono alcuni incunaboli e circa mille cinquecentine, con una prevalenza di testi di teologia, patristica e scienze umane

    Oggi la Biblioteca storico-monastica non è più solo un luogo di conservazione dei testi ma anche centro di incontro e di promozione culturale.

    A sinistra del corridoio d’ingresso, in una sala solida e massiccia del sec. XI, inizialmente utilizzata come foresteria per i pellegrini, è situata la biblioteca moderna dedicata a Dante Alighieri e inaugurata nel 1965, in concomitanza al VII centenario della nascita di Dante che, nel Canto XXI del Paradiso della Divina commedia, dialogando con San Pier Damiani, descrive il luogo dove si trova Fonte Avellana, tanto da far pensare ad una sua presenza nell’eremo intorno al 1318, anno in cui era in esilio nella vicina città di Gubbio.

    Essa custodisce circa settemila volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico.



  • Punto IAT - Frontone
    Presso i centri di Informazione e Accoglienza Turistica si potranno ricevere tutte le informazioni in merito agli eventi, ai luoghi da visitare, la storia, l'arte e la cultura e più in generale sulle notizie relative al turismo. Inoltre è possibile ricevere indicazioni sulle strutture ricettive presenti, sui ristoranti e su tutte quelle realtà che operano nel turismo attraverso servizi di web marketing professionali.
  • Frontone
    0721.786107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Frontone
    Il comune di Frontone si trova nella Provincia di Pesaro e Urbino, al confine con quelle di Ancona e Perugia, ai piedi del Massiccio del Catria, dove, durante la stagione invernale, sono operativi gli impianti a fune del monte. L'intero territorio è adatto per escursioni a piedi, in mountain bike o con le ciaspole. Vi si possono avvistare rapaci ed è terra originaria della razza "Cavallo del Catria", la cui carne viene commercializzata da produttori locali.

    La memoria storico-architettonica dell’abitato è affidata alla trecentesca chiesa di Santa Maria dell’Acqua Nera, che custodisce una bella statua di terracotta raffigurante la Vergine con il Bambino, e al castello, di origini duecentesche, che conserva parti della ricostruzione quattrocentesca operata da Francesco di Giorgio Martini.

    Tra gli appuntamenti, Sapori e Profumi di Primavera-Festa del Fungo Spignolo e del Monte Catria nel mese di maggio e Nel castello di Babbo Natale a dicembre.

    Fa parte del circuito “Comune Amico del Turismo Itinerante”, che offre agli autocaravan la possibilità di sostare utilizzando servizi essenziali come scarico e acqua potabile.
  • Frontone - Kinderland Adventure Park- in estate
    329.8624554 - 328.3339285
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Kinderland Adventure Park- in estate
    All’interno del comprensorio del Monte Catria, a 1400 metri sul livello del mare, in una zona tranquilla adiacente il Rifugio Cotaline è stato aperto nel 2015 il Kinderland Adventure Park, un parco giochi tematico dove bambini da 1 anno in su possono praticare diverse attività ludiche e motorie in armonia con la montagna: una vera oasi per le famiglie. La zona è completamente recintata e messa in sicurezza, in modo da consentire ai bambini di divertirsi senza alcun pericolo. All’interno del parco si possono trovare: tre percorsi avventura con uso di imbracature, una pista tubyng con ciambelle (unica in tutto il centro Italia), una rete elastica, un castello gonfiabile, una parete d’arrampicata, due casette sugli alberi, un percorso avventura baby ed una tirolese lunga oltre 60 metri per un volo entusiasmante sospesi a 6 metri d’altezza.
  • Monte Catria
    331 3590500 impianti - 328.333
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Catria

    Il Monte Catria a Frontone è un piccolo comprensorio sciistico, con neve garantita per buona parte dell’anno, nel cuore dell'Appennino Umbro-Marchigiano a pochi chilometri dalle cittadine di Cagli, Pergola, Sassoferrato e Gubbio.

    La stazione è in posizione tranquilla a 1400 metri di altitudine, con possibilità di orientarsi facilmente. Degna di nota è la modernissima seggiovia triposto “Le Cotaline”, che, in pochissimi minuti, risale il Monte Acuto fino a quota 1468 metri. Dotata di tapis roulant per l’imbarco, dà accesso a 4 piste: la Panoramica (1110 m), la Faggio (900 m), la Direttissima (660 m) e la Cotaline (350 m).

    Dal Monte Acuto una discesa fuoripista a valle di 6 km ed altre belle piste immerse nelle faggete attendono tutti gli appassionati degli sport invernali; la zona è adatta per principianti ed esperti data la presenza di piste di ogni livello, dai percorsi per le ciaspole, agli anelli da sci da fondo, alle piste nere, blu, rosse e una verde, oltre ad uno snow park.


    Per rallegrare le giornate invernali è d'obbligo una visita al ristorante La Cupa delle Cotaline, situato a 1400 metri slm, dove si potranno degustare le migliori specialità locali.

    Il comprensorio sciistico del Monte Catria offre le condizioni ideali per famiglie e appassionati di sport invernali di ogni età: dispone di un'area sciabile di circa 9 Km servita da una manovia e due nastri trasportatori per il campo scuola. Inoltre un nuovissimo kinderland con bob, salta salta, cavalcioni e tubbing attende i più piccoli in un’area delimitata e servita da un tapis roulant per giocare e scivolare con i bob.

    Questa piccola stazione sciistica è anche ritenuta il paradiso dei freerider. Per gli amanti dei fuoripista tante possibilità sia in quota che lungo i 6 km del fondovalle che interseca tanti sentieri percorribili con gli sci larghi ai piedi.

    Infine, gli amanti dell’aria aperta hanno a disposizione un bike park e circa 50 km di sentieri per trekking, nordic walking e mountain bike.

  • Foce di Val Canale o Val Petrone
    329.8624554- 328.3339285
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Foce di Val Canale o Val Petrone

    Percorrendo un sentiero abbastanza ripido che conduce verso il Monte Catria, immediatamente prima dell'inizio del cavernone, si può accedere alla forra. Con una rapida discesa sulla brecciaia si raggiunge il torrente in ambiente aperto. Le pareti di calcare massiccio indicano l'inizio della forra. L'uscita della gola si trova in un ambiente suggestivo: sulla sinistra della cascata terminale c'è un maestoso cavernone, comunemente utilizzato dalla gente del posto per scopi religiosi e ludici. Gli attacchi sono tutti naturali ed occorre almeno una corda da m 30. 

  • Fosso di Balze della Porta e fosso del Bugone
    0721.786302 - 339.842942
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso di Balze della Porta e fosso del Bugone
    Il Fosso di Balze della Porta è composto da  una serie di scivoli di modeste dimensioni nel Monte Catria, partendo dal rifugio delle Gorghe. Di fatti, nonostante l’imponenza delle balze, propone due itinerari piuttosto brevi e con salti modesti. L’inizio del percorso della forra della Porta si raggiunge dall’ Infilatoio , si arriva poi ad un bosco che conduce al primo salto. Poco più avanti, in corrispondenza dell’incrocio per il rifugio Vernosa, si può invece raggiungere l’impluvio dell’omonimo fosso per raggiungere la discesa dell’altro fosso, chiamato balze del Bugone.
  • Raccolta Comunale d’Arte della Rocca di Frontone
    0721/790716
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Raccolta Comunale d’Arte della Rocca di Frontone
    La nuova struttura museale è stata inaugurata il 27 luglio 2001, al termine di una serie di lavori di restauro durati dieci anni, resi possibili grazie alla collaborazione di Comune di Frontone, Centro regionale beni culturali e Soprintendenza ai beni artistici e storici delle Marche. La raccolta si trova all'interno della Rocca di Frontone ed è composta da opere d'arte di proprietà comunale provenienti dalla Chiesa della Madonna del Soccorso, in località Castello. L'allestimento segue in parte un percorso cronologico, in parte un percorso iconografico, rispettoso della tipologia e delle misure delle opere esposte. Nella prima stanza sono collocati due dipinti di soggetto mariano: la Madonna del Soccorso di artista locale tardo manierista e la Madonna con il Bambino ascrivibile alla bottega di Gaetano Lapis. Nella seconda stanza si fronteggiano, così com'era quando le tele si trovavano al loro posto nell'ex chiesa baronale del castello di Frontone, la Madonna del Carmine e il Conte della Porta di Francesco Allegrini (1679) e la Visione di Sant'Antonio da Padova, capolavoro di Gaetano Lapis (sec. XVIII). Nella terza stanza seguono i sei ovali della bottega del Lapis e in un unico allestimento le due pale d'altare di proprietà ecclesiastica. Nell'ultima piccola stanza siede San Frontone: semplice e rigoroso, come il resto della raccolta, è anche l'allestimento di questa scultura lignea che, in attesa di una urgente pulitura, è stata collocata nella nicchia all'interno del puntone triangolare della Rocca, sopra un basamento.
    Particolare rilevanza viene attribuita a Gaetano Lapis, il maestro di Cagli, che operò nel territorio lasciando considerevoli testimonianze, ed alla sua bottega appartengono numerose opere esposte. Quanto alla scultura lignea raffigurante San Frontone, si tratta di un vero e proprio unicum iconografico in ambito italiano. La scultura, considerata la forte valenza simbolica e iconografica, è stata collocata nel luogo più rappresentativo della Rocca: il puntone triangolare, forse frutto dell'intervento di Francesco di Giorgio Martini, strategico per il controllo del territorio e della strada sottostante che conduceva verso Cagli, e da qui verso Roma. Le due tele di proprietà della locale parrocchia di S. Maria Assunta, tra cui spicca la Madonna del Rosario di Benedetto Nucci (1582), esposte nella Rocca in occasione dell'inaugurazione, sono ora state ricollocate all'interno dell'edificio religioso da cui provenivano, ora ristrutturato.
  • Rocca di Frontone
    3534109466
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Rocca di Frontone
    La Rocca ricorda, nella forma, una nave dotata di prua.
    L’assetto attuale è il risultato, tuttavia, di numerose modifiche subite nel corso dei secoli. Peculiare è il suo puntone triangolare scarpato, che ricorda la rocca di San Leo: per questo è stato ipotizzato che anche qui i lavori di potenziamento del sistema difensivo del castello siano stati realizzati dal Martini.
    Ospita al suo interno la Raccolta di arte sacra proveniente dalla vicina Chiesa della Madonna del Soccorso.

    La Rocca è anche una location da fiaba per la celebrazione del proprio matrimonio.
  • Frontone - ASD Monte Catria Ski&Bike

    L'Associazione Sportiva Dilettantistica Monte Catria Ski & Bike nasce nel 2009 per volontà di alcuni amanti della montagna dei comuni di Frontone e Pergola.

    Le sue attività si svolgono sia nel periodo invernale (sci accompagnato, corsi per principianti, allenamenti, gare slalom gigante e speciale, uscite con ciaspole...) sia in quello estivo (tour in mountain bike, scuola di avviamento mountain bike per bambini, nordic walking, sci d'erba, down hill...).

    Oggi conta una propria scuola di MTB con tre istruttori nazionali SIMB e una scuola di Nordic Walking con cinque maestri FINW.

    Le escursioni guidate si svolgono in tutto il massiccio del Monte Catria ed Acuto e nei comuni limitrofi di Pergola, Frontone, Serra Sant’Abbondio e Cagli.

  • Catria Bike Park

    La Provincia di Pesaro e Urbino dispone di un Bike Park aperto per buona parte dell’anno, uno tra i pochi nella Regione Marche servito direttamente da una funivia.

    Il Catria Bike Park è una struttura attrezzata per la pratica della mountain bike per la cui fruizione sono state fissate alcune regole essenziali.

    Consiste in una rete di percorsi segnalati per l'esercizio di diverse specialità e caratterizzato dalla suddivisione in diversi gradi di difficoltà.

    Il comprensorio del Monte Catria è un ambiente naturale che si presta per il Bike Park. Due sono i percorsi dedicati al Freeride e Downhill, oltre ad alcuni anelli ideali per la pratica della mountain bike classica.

    In particolare, il tracciato ADRENALINE è una pista Down Hill con 900m di dislivello, il tracciato CARBONAI dedicato al Freeride da 5,5 km, il 52, tracciato Cross Country e Free Ride dalle mille sfaccettature, ANELLO ACUTO, tracciato Cross Country di 9 km con poco più di 200m di dislivello. Accanto i percorsi ANELLO CROCE (uno dei più bei percorsi panoramici con 600m di dislivello), FONDOVALLE, dove è prevista una discesa su strada carraia, 6 km e 900 m di dislivello e CRESTE, il percorso per gli amanti della natura.

     

  • Snow Park Monte Catria
    0721786188 Comune-331.3590500
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Snow Park Monte Catria
    Lo Snowpark Monte Catria  si trova a 1450 metri di altezza ed ha una lunghezza di 200-250 metri. Viene assicurata la manutenzione giornaliera con mezzi battipista. Non è disponibile  la neve artificiale.
    E' raggiungibile con la sciovia Cotaline; a 50 metri dall'arrivo bisogna seguire l'indicazione per la pista panoramica. Durante tutto l'arco della stagione vengono organizzate numerose manifestazioni in collaborazione con il Point Break.

    Lo snowpark è operativo nei giorni di innevamento.


  • Eremo Madonna dell'Acquanera
    0721 786107 (comune) - 0721 78
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Eremo Madonna dell'Acquanera
    Il Santuario della Madonna dell’Acquanera è situato sulle pendici del Monte Acuto, a meno di 3 km dalla frazione di Buonconsiglio, a circa 700 metri s.l.m. Nel 1106 il vescovo di Cagli la cedette insieme ai suoi possedimenti al monastero di Fonte Avallana. Il nome deriva da De acqua nera, forse per il colore cupo dell'acqua sgorgante poco sotto la chiesa.
    Di rilievo è la statua in terracotta della Vergine con il bambino, voluta dall'abate Antonio Pini nel 1518 e firmata da Antonio Duranti, che si trova collocata in una nicchia sopra l'altare maggiore. 
    All’interno del santuario è venuto alla luce, durante i recenti restauri, uno scudo con i blasoni della famiglia Della Rovere. Si può supporre che l’intera parete sia stata commissionata al pittore dal conte Giulio della Porta in occasione delle sue nozze (1577) con Francesca di Carpegna.

    L’Eremo, gestito dall’Azienda del Catria di Frontone, può ospitare fino a 50 persone e dispone di 20 posti letto.
  • Frontone - Loc. Monte Acuto - Rifugio Monte Catria Cotaline 1400
    338.6847215
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Loc. Monte Acuto - Rifugio Monte Catria Cotaline 1400
    A 1400 mt. sul livello del mare, all’interno del comprensorio del Monte Catria, questo rifugio escursionistico offre ospitalità e servizi a 360° a tutti coloro che amano il contatto con la natura all’aria aperta.Nel calore del legno, il rifugio sa coccolare i propri clienti con piatti della cucina tipica marchigiana, thè o cioccolata calda davanti al grande camino nelle giornate più fredde. Unico Rifugio Escursionistico del comprensorio con 7 ampie camere da letto, 120 posti a sedere, due solarium all’esterno, bar, ristorante con servizio ai tavoli all’interno e self service all’esterno.

    Base di partenza di una rete di sentieri per le escursioni oltre che meta per biker ed amanti della mountain bike.La sua posizione è strategica vista la vicinanza alla Telecabina in grado di trasportare fino a 400 passeggeri ogni ora. Sono presenti una discesa fuoripista a valle di 6 km (battuta in condizioni di particolare innevamento) e alcuni piste immerse nelle faggete; la zona è adatta per principianti ed esperti appassionati di sport invernali.Avrete l'opportunità di passeggiare con le ciaspole lungo i sentieri immersi nelle faggete o di partecipare ad un'escursione con gli accompagnatori di Nordic Walking.Tante possibilità di svago: trekking, passeggiate a cavallo, mountain bike e due piste da DH e FR, l'ideale per gli amanti degli sport estremi. D’inverno è possibile raggiungere un'area sciabile di circa 9 Km servita da una seggiovia, e due tapis roulant.  Nelle vicinanze potrete trovare anche il Kinderland Adventure Park: un parco giochi tematico unico nel suo genere con giochi sugli alberi ed un nuovissimo kinderland per i più piccoli con area delimitata per giocare tutto l’anno.

    ATTIVITÀ CONSIGLIATE
    Sci e ciaspolate, passeggiate, trekking, passeggiate a cavallo e mountain bike
  • Chiesa di S. Agostino
    0721.789936-0721.789911
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Agostino
    Di antichissime origini, dal 1272 è convento agostiniano. L'edificio rivela ancora oggi la sua originaria struttura romanica esterna con la facciata ancora intatta, dove prevale il sapiente contrasto cromatico dei conci policromi disposti a fasce alternate. Il magnifico portale romanico presenta capitelli guarniti da bassorilievi fitomorfici stilizzati. La chiesa si presenta all'interno a navata unica. Sulle sue pareti si possono ammirare importanti dipinti ed affreschi tra cui senz'altro vanno citati e ricordati un affresco quattrocentesco che raffigura la Vergine con il Bambino tra santa Monica e san Nicola da Tolentino e che viene attribuito alla scuola di Gentile da Fabriano. Tra le altre opere d'arte scopriamo ancora un crocefisso ligneo quattrocentesco, una "Madonna della Cintura" del XVI secolo, attribuita ad Antonio Viviani detto "il Sordo" allievo del Barocci; una Concezione della Beata Vergine Maria di Giovanni Dionigi da Cagli datata 1535, una Pietà umbra del Cinquecento e un Cristo con Apostoli e Pie Donne della scuola di Virgilio Nucci da Gubbio (1547-1621). Nell'abside originaria sono ancora visibili tracce di un affresco che raffigura sant'Agostino e la Vergine del Soccorso, databile alla fine del Duecento.
    Le sale dell'ex Convento agostiniano ospitano il Museo Geo-Territoriale e il Museo Archeologico e della Via Flaminia-


  • Chiesa di S. Nicolo
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Nicolo
    Di fronte al Comune, all’interno, una “Pietà e Santi” di autore ignoto nella quale è possibile riconoscere Cantiano dell’epoca, un S. Nicolò (Carlo Maratta, 1625-1713), una pala della Madonna del Rosario con Bambino e Santi (Ercole Ramazzani di Arcevia, 1539-1598).
  • Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista
    0721.789936-0721.789911
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista
    Iniziata nel 1615 ed abbellita, secondo l’aspetto attuale, nel 1725 su disegni dell’architetto Antonio Francesco Berardi da Cagli. All’interno una “Decollazione di S. Giovanni Battista” (Francesco Allegrini), “Vergine con Bambino e San Giovanni” detta “Madonna del Cardellino” ed attribuita a Eusebio di Giacomo detto Eusebio di San Giorgio, discepolo di scuola del Perugino o, secondo altri studi, direttamente a questo insieme al Pinturicchio. Oltre alla preziosa tavola, di pregio è il monumentale altare maggiore in marmo bianco e mandorlato rosa.
  • Punto IAT - Cantiano
    Presso i centri di Informazione e Accoglienza Turistica si potranno ricevere tutte le informazioni in merito agli eventi, ai luoghi da visitare, la storia, l'arte e la cultura e più in generale sulle notizie relative al turismo. Inoltre è possibile ricevere indicazioni sulle strutture ricettive presenti, sui ristoranti e su tutte quelle realtà che operano nel turismo attraverso servizi di web marketing professionali.
  • Cantiano
    0721 789911 - 0721 789936
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cantiano

    Alle pendici del Monte Catria, Cantiano sorge attorno alle due rocche: Colmatrano, sulla cui cima restano i ruderi di una torre militare, e Sant'Ubaldo, sede del Castello della famiglia Gabrielli di Gubbio. Nel corso dei secoli, l'abitato  si estese come testimoniano le prospettive medievali di Via Fiorucci, la Piazza Luceoli, cuore del paese, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale con la Torre dell'Orologio, la Chiesa di San Nicolò, la Via IV Novembre, la Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista, che conserva preziose opere pittoriche, tra cui la Madonna del Cardellino della bottega del Pinturicchio e la Chiesa di S. Agostino.
    L'ex Convento agostiniano ospita il Museo Archeologico e della Via Flaminia "G. C. Corsi", una sezione geopaleontologica e il Museo della Turba. La Turba è una sacra rappresentazione che, dal secolo di San Francesco, rievoca nelle forme la passione di Cristo. Ogni Venerdì santo, la manifestazione, processione teatrale popolare-religiosa con più di 250 personaggi in costume, trasforma il paese in un grande teatro all'aperto.

    La Riserva naturale generale orientata del Bosco di Tecchie è un’area protetta di circa 195 ettari, situata nel cuore delle Serre di Burano, una lunga catena montuosa composta da un doppio allineamento di rilievi che segna il confine tra le regioni Marche ed Umbria.

    Il Pane di Chiaserna è un prodotto tipico regionale. L'ingrediente più importante è l'eccezionale qualità dell'acqua delle sorgenti del Monte Catria che, insieme al lungo processo di lievitazione naturale con impasto acido e privo di sale, additivi o conservanti, conferisce al prodotto caratteristiche peculiari di freschezza nel tempo. Da qualche anno un progetto di Filiera Corta del Pane di Chiaserna coinvolge diverse aziende agricole locali nella produzione di grano a km zero.
    Altra eccellenza tipica regionale, l'amarena di Cantiano, una composta di visciole conservate in sciroppo zuccherino, un prodotto che ebbe così tanto successo da diventare simbolo di raffinatezza gastronomica in tutta Italia. 

    Nel paniere delle eccellenze cantianesi, le carni bovine, equine e suine provenienti in gran parte da allevamenti allo stato brado e semi-brado, il tartufo presente nei diversi periodi dell'anno e la birra del Catria, con marchio "Birra Agricola Italiana".

    Da decenni, la “Mostra mercato del cavallo” a cui è abbinata la "Rassegna Cavallo del Catria", si svolge ogni secondo week-end di ottobre e la domenica successiva. Delle tre giornate di manifestazione, la prima è una fiera zootecnica dedicata al settore equino. Le due domeniche successive sono invece giornate aperte al grande pubblico, con numerose esibizioni e spettacoli equestri di alto livello. In programma, uno spazio agroalimentare dedicato alle tipicità del territorio, tra cui la famosa polenta alla carbonara di Chiaserna.

    Tutto il massiccio del Monte Catria è la meta perfetta per il trekking con diversi gradi di difficoltà, per le escursioni naturalistiche, per la mountain bike e per il turismo equestre. Il Centro Ippico La Badia, promuove attività di addestramento, ma anche passeggiate a cavallo con guide specializzate.

  • Le grotte del Monte Catria
    331 3590500 (biglietteria impi
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Le grotte del Monte Catria

    Le grotte finora scoperte nel Gruppo del  Monte Catria sono meno estese e più modeste di quelle ben più note del vicino Gruppo del Monte Nerone. Tra queste ci sono l’Abisso del Corno sopra Isola Fossara, l’Abisso Drenacrom sulle Balze degli Spicchi, la Grotta III dei Codalini, la Buca del Diavolo e la Buca della Giana. Tra queste spicca la Grotta della Valle dei Tre Pozzi, un’angusta condotta di 250 m con tratti allagati sul Monte Tenetra verso Cantiano. Le cavità conosciute del massiccio sono quasi tutte di scarsa estensione, e spesso difficili da localizzare e di arduo accesso, se non con un’adeguata attrezzatura speleologica. All'interno di queste cavità e nei loro dintorni vive un particolare anfibio: il geotritone italiano (Hidromantes italicus), una sorta di piccola salamandra di colore giallo-marrone, e dalle maculature e punteggiature molto variabili.

  • Riserva Naturale Bosco di Tecchie
    0721.789936 0721 789911
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Naturale Bosco di Tecchie

    La RISERVA NATURALE GENERALE ORIENTATA DEL BOSCO DI TECCHIE è un’area protetta di circa 195 ettari, situata nel cuore delle Serre di Burano, una lunga catena montuosa composta da un doppio allineamento di rilievi (il punto più alto, Pian della Serra, si trova a quota 1020 metri), che segna tra l’altro il confine tra le regioni Marche ed Umbria.

    La RISERVA NATURALE GENERALE ORIENTATA DEL BOSCO DI TECCHIE è un ambiente unico, prezioso, in quanto  raro esempio di area boschiva perfettamente intatta, non influenzata dall’intervento dell’uomo; in questo luogo le piante, in prevalenza secolari faggi nel versante nord-est e maestosi cerri nel versante sud-ovest, possono compiere liberamente l’intero ciclo vitale, rivestendo un ruolo importante anche una volta caduti al suolo, in quanto divengono habitat  per la fauna e luoghi in cui si insediano alcune specie di insetti e funghi,  favoriti anche dall’ambiente umido particolarmente adatto alla  crescita di numerose specie.

    La RISERVA NATURALE GENERALE ORIENTATA DEL BOSCO DI TECCHIE è raggiungibile esclusivamente mediante rete sentieristica, composta di sei percorsi, di diversa difficoltà, che permettono di visitare l’area in ogni sua parte, tutti dotati di segnaletica.

    Tra i percorsi si segnalano sicuramente il Sentiero del Cerro, che attraversa longitudinalmente il parco congiungendo i due ingressi, ed il Sentiero del Faggio, che conduce nel cuore della riserva, la maestosa e secolare faggeta.

     

  • Cantiano - Ponte Grosso Loc. Pontedazzo
    0721789936 Uff. Turismo e Cult
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cantiano - Ponte Grosso Loc. Pontedazzo
    Il ponte si trova all'interno dell'Area archeologica di Pontedazzo.
    Pontedazzo è una frazione di Cantiano dove emergono importanti testimonianze dell'antica via Flaminia e sitrova lungo la strada che porta al passo di Scheggia (PG).
    Il ponte "Grosso" ha due fornici di m. 3,40 di luce con piccolo frangiacque; possenti i conci della ghiera alti fino ad un metro in pietra corniola. Interessanti le ammorsature con andamento spezzato.
    Più avanti verso Scheggia un'altra area dove recenti scavi hanno iniziato con successo il recupero di un complesso molto promettente composto da almeno due ponti, vari chiavicotti e muri di sostegno.

  • Centro Ippico la Badia
    0721.790800
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Centro Ippico la Badia
    La Fitetrec – Ante Marche (Federazione Italiana Turismo Equestre) che ha creato assieme al Comune di Cantiano (PU) La Badia, Scuola Regionale di Turismo Equestre. Questa istituzione offre il meglio per coloro che vogliono iniziare l’equitazione per sport e piacere: si organizzano passeggiate a cavallo nel massiccio del Catria con guide specializzate, si addestrano e domano giovani cavalli per la monta-western. Il centro, inoltre, propone la formazione professionale con corsi specifici dove vengono rilasciati brevetti e attestati per addetto di scuderia, guida di turismo equestre e ambientale, operatori di centri agrituristici, preparatori di giovani cavalli da destinare alla monta-western o all' ippoterapia.
  • Museo della Turba
    0721/788493, 0721/788484
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo della Turba
    Inaugurato il 13 aprile 2019 nel e allestito nel Polo Museale di Sant’Agostino, il museo è custode della memoria storica della Turba, la sacra rappresentazione del Venerdì Santo; è anche  un contenitore di oggetti, costumi, documenti, immagini, video, musiche, scelte a riassumere il senso di comunità che la Turba racchiude.

  • Abbazia di S. Pietro di Massa
    0721/78071(Comune)- 0721.78073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Pietro di Massa
    Presso la frazione Massa alle pendici del monte Nerone, sorgeva l'abbazia di San Pietro di Massa, della quale oggi resta solo la chiesa. La sua fondazione si fa risalire al secolo IX anche se le prime notizie documentate sono del 1115. L'abbazia esercitò un'enorme influenza nell'organizzazione sociale ed economica di una vasta area geografica ed era in possesso di numerose chiese e castelli nei territori di Cagli, Gubbio, Città di Castello e Senigallia.

    Tali patrimoni furono causa di scontri con il comune di Cagli che saccheggiò e depredò l’abbazia in diverse occasioni. Per opera del Priore di Fonte Avellana, l’abbazia benedettina perse la sua autonomia nel XV secolo a causa di una crescente laicità degli abbati ivi insediati. Nel 1514 fu unita alla sede vescovile di Cagli.

    La chiesa conserva ben poco della struttura originaria a causa dei numerosi restauri avvenuti nel corso dei secoli; si possono comunque rintracciare elementi sulla facciata a capanna, su parte del campanile e sul fianco sinistro, dove nel muro di cortina è incassato un architrave con disegno a volute. L'edicola del campanile porta incisa la data XXLMDCCCLVI.  L'interno si presenta ad aula unica con basse capriate a vista; l'altare maggiore è in stucco in tipico stile barocco ed è privo di pala. Interessanti sono i due locali, al di là dell'altare maggiore, con volta a crociera e archi di volta in pietra poggianti su bassi pilastri, alcuni con angoli smussati e altri su colonne; nella chiesa possiamo inoltre ammirare la pala seicentesca raffigurante la "Madonna del Rosario e i Santi".
  • Chiesa di S. Giuseppe
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Giuseppe
    La chiesa già di Sant’Angelo Maggiore (cara alla magistratura cittadina) ha volta a botte ornata da stucchi manieristici. Le pitture del Cialdieri, riprese dal Patanazzi, raffigurano momenti della vita di San Giuseppe correlati alle figure ad altorilievo (re, patriarchi e personaggi biblici) che, poste entro nicchie, ritmano lo spazio. Al centro della volta è la Carità alla quale, fra telamoni, si uniscono le altre virtù teologali. Nei due altari laterali della seconda metà del Cinquecento, con ornati lapidei dei Finale, sono le statue in stucco di San Giuseppe e dell’Addolorata. Nell’altare maggiore è l’Arcangelo Michele del Lapis datato 1764, tra affreschi seicenteschi di Girolamo Cialdieri
  • Chiesa di S. Francesco
    0721 780731 (Comune) 0721-7874
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Francesco

    La chiesa di San Francesco sorge nell'omonima piazza con la statua bronzea di Angelo Celli dello scultore Angelo Biancini, posta nel 1959 dinanzi al loggiato del 1885, sorge la chiesa di San Francesco che, edificata tra il 1234 e il 1240 extra-muros, è considerata l'emblema del gotico medioappennico ed è la più antica chiesa francescana delle Marche. L'elegante abside poligonale, dominata dallo slanciato campanile concluso da una guglia in cotto di 12 m di altezza, come peraltro i fianchi corsi da lesene, mostra un ricercato equilibrio cromatico ottenuto contrapponendo ai chiari paramenti in pietra corniola e marmarone, la merlettatura fittile che funge da coronamento. Il portale marmoreo del 1348, con colonne tortili e lanceolate alternate a pilastri quadrangolari, reca nella lunetta un deperito affresco attribuito a Guido Palmerucci e raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Francesco e Giovanni Battista. Gli affreschi del vasto interno ad aula unica occultati dalla scialbatura del 1579 riemergono oltre che nella controfacciata nella ritrovata abside duecentesca. Al centro dell'ampia cantoria è l'organo, più antico delle Marche, attribuito all'emiliano Baldassare Malamini che lo avrebbe realizzato negli ultimi decenni del Cinquecento.

    INFO:
    Indirizzo: Via Lapis
    Comune: Cagli
    Tel: 0721 780731 (Municipality) + 0721-787457 (Pro Loco)
    Email: municipio@comune.cagli.ps.it
    Sito web: http://www.cagliturismo.it

  • Chiesa di S. Domenico
    Tel 0721 780731 (Uff cultura);
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Domenico
    La Chiesa di S. Domenico, di fondazione romanica, presenta un'alta facciata adorna di un portale rinascimentale, forse su un disegno del Bramante ed al fianco di un portale gotico murato. Rimane sconosciuta la data di costruzione della chiesa anche se in un documento del 1337 si fa accenno alla chiesa di San Giovanni Battista (l'odierna San Domenico) che si stava edificando. La realizzazione dell'abside che risale al 1655, anno in cui venne benedetta la prima pietra, è dovuta all'intervento di fra Michelangelo Nanni, il quale reperì vari contributi in Roma. Dopo l'Unità d'Italia il convento e la chiesa, con tutti i beni annessi, vennero confiscati e i frati espulsi. Nella costruzione del tempio i frati celestini devono aver preso come modello la vicina e più antica chiesa di San Francesco. Anche qui, dunque, i fianchi sono corsi da lesene e monofore dal fastigio trilobato. L'abside, essendo di molto posteriore, si differenzia rispetto al resto della chiesa anche per quanto attiene il cornicione fittile. L'interno della chiesa si presenta con una vasta aula a navata unica con copertura a doppia falda e capriate a vista. Nel primo altare sin. è il Miracolo di Soriano di scuola napoletana della prima metà del Seicento. La predella dell'altare costituita da uno sportello ligneo dipinto con un paesaggio, cela la copia dipinta della Sacra Sindone, posta entro una cornice retta da putti a bassorilievo. All'interno conserva sue bellissimi affreschi di Giovanni Santi, "Cristo nel sarcofago tra due santi", sul sepolcro di Clara Tiranni e la "Madonna col Bambino e Santi", inoltre le tele di fra Carnevale, di G. Lapis e di F. Barocci. Nel pavimento compare una piccola pietra tombale con le spoglie di padre Michele Arcangelo Nanni da Cagli, morto in concetto di santità nel XVII secolo.
  • Chiesa di S. Angelo Minore
    0721 780731 (Ufficio cultura)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Angelo Minore

    Il fronte principale della chiesa è impreziosito da una loggetta, del 1560, con colonne di ordine tuscanico innalzate su piedistalli quadrangolari e realizzata in pietra serena. 
    Oltrepassata la loggetta rialzata di linguaggio quattrocentesco, è l’elaborato altar maggiore della prima metà del Seicento in legno dorato e laccato con grandi colonne salomoniche e la tavola firmata “THIMOTHEI DE VITE URBINAT. OPUS” raffigurante il Noli me tangere. Si tratta del più importante lavoro di Timoteo Viti (allievo del Francia) insieme all’opera realizzata per il mausoleo dei duchi d’Urbino. Il dipinto con una cromia che assume una profondità gemmea e tonalità quasi smaltate e figure dagli evidenti influssi raffaelleschi è definito da Vittorio Sgarbi “un capolavoro sublime” che “appare in questo oratorio non grande come una visione”. Quest’opera del Viti (che affianca Raffaello in importanti imprese) è stato datato (da Cuppini Sassi) all’anno 1504.
    Sopra il portale centinato dell'ingresso sono a bassorilievo, l'arcangelo Michele che sconfigge il drago e le chiavi poste a decusse con la tiara papale che indicano la sottoposizione al capitolo di San Giovanni in Laterano. L'oratorio si presenta ad aula unica sormontato da una volta a botte lunettata.

  • Chiesa di S. Maria della Misericordia
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria della Misericordia
    È la chiesa dell’omonima confraternita che vi ha sede dal 1301. Il robusto portale, con portone datato 1537, è sormontato dall’affresco della Madonna della Misericordia del XVI sec.. L’interno dell’aula fu arricchito con affreschi di cui sono testimonianza i grandi frammenti sulle pareti: il Martirio di Sant’Apollonia del 1455 è dell’eugubino Jacopo Bedi mentre gli altri presentano elementi riconducibili alla fonte iconografica costituita dalla basilica di San Francesco di Assisi. L’altare maggiore, con baldacchino del XV sec. con I quattro evangelisti, rimarca la nicchia con il gruppo policromo della Madonna della Misericordia. Sui due altari laterali sono le pale di Claudio Ridolfi ritenute del 1625 e la predella con la Strage degli Innocenti di Girolamo Cialdieri del 1634.
  • Santuario di Santa Maria delle Stelle
    0721 709169 (parrocchia) 0721
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di Santa Maria delle Stelle

    Santa Maria delle Stelle di Monte Martello di Cagli è uno dei santuari più suggestivi per il paesaggio stupendo in cui sorge, in mezzo a monti che partono dalla gola del Furlo per collegarsi con le giogaie del Catria. Oggi il santuario ha più valore storico artistico che devozionale in quanto viene aperto una sola volta all'anno in occasion della navitità della Madonna che cade l'8 settembre, ma dal 2021 viene aperta da volontarie del luogo la prima domenica del mese dalle 15.00 alle 18.00/19.00 ca. 
    Il Santuario fu eretto nel 1495 e rappresenta un esempio inalterato di architettura rinascimentale. Il fronte principale si presenta con un modesto porticato a tre archi poggianti su pilastri in muratura. All'interno, la cappellina interamente affrescata raffigura la Vergine in trono col Bambin Gesù, nota come "Madonna delle Stelle", e al di sopra dell'architrave troneggia l'emblema araldico dei Montefeltro.
    Tutto il Santuario è interessato da affreschi quattro-cinquecenteschi ed in parte seicenteschi (a cui si abbinano numerose scritte eseguite spesso a carboncino in differenti tempi), come emerso dai recentissimi restauri.

  • Abbazia di Santa Maria Nuova di Naro
    0721.709169 (Parroco)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di Santa Maria Nuova di Naro

    L'abbazia sorge a Cagli, a metà strada tra Acqualagna e Piobbico, presso il fiume Candigliano, nella località circondata da alte colline denominata Abbadia di Naro, su cui domina l’omonimo Castello.

    Fondata dai frati benedettini nel secolo XII ed in passato fiorente monastero, di essa oggi rimane soltanto il corpo principale della Chiesa, restaurata, al cui interno si trovano numerose tracce di affreschi sulle pareti, tra cui il frammento risalente al 1300 della “Madonna in trono col Bambino”. La facciata è a capanna con un portale e finestra centrali, mentre il retro è caratterizzato dal campanile a vela e da una monofora romanica nella parete di fondo. Sul lato destro un portico poggia su tre bassi pilastri quadrangolari. Attualmente sono riconoscibili le varie fasi costruttive altomedievali e medievali; incassate nei muri di cortina si vedono ancora le antiche colonne della navata centrale, alcune delle quali si presentano in cotto, altre in conci e tutte con capitelli in pietra, e una parte degli archi, mentre di fronte alla facciata rimangono ancora i resti del pronao. A seguito di rimaneggiamenti, l’interno è oggi a navata unica con capriate a vista e l'altare maggiore sostituisce quello originale, che era addossato al muro. Si accedeva al presbiterio, un tempo più alto rispetto a quello attuale, tramite una scalinata sotto la quale è stata rinvenuta una cripta. La presenza delle navate laterali spiega anche l'alto posizionamento delle finestre più antiche.

  • Monastero di S. Pietro e di S. Cecilia
    0721.787331 (Monastero)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di S. Pietro e di S. Cecilia
    Le origini del Monastero di S. Pietro e  S. Cecilia di Cagli risalgono a prima del Duecento, quando la Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio fondò la comunità di San Pietro fuori delle mura di Cagli. Nel 1388 il Vescovo Agostino da Cagli consacrò la nuova Chiesa di San Pietro, che sorgeva nel centro cittadino, e volle che le Monache si trasferissero nel palazzo accanto, lasciando definitivamente il loro Monastero fuori le mura, passato ai Canonici Lateranensi. Nel 1799, durante l'invasione francese, il Monastero fu saccheggiato e spogliato dei suoi beni, recuperati solo nel 1815. Nuova confisca ebbe luogo nel 1855. Il Monastero rifiorì e fu restaurato nei decenni successivi. Gravemente lesionato durante l'ultima guerra mondiale, nel 1956 furono rinnovati l'infermeria e il noviziato e in seguito gli altri settori del Monastero. 
    Decori barocchi e settecenteschi rivestono la Chiesa di San Pietro con tele d'epoca e Crocifisso ligneo, posto in una Cappella sulla destra e ritenuto miracoloso. Un coro ligneo settecentesco è posto nella parte alta del Monastero. Vi sono conservate antiche pianete e lamine d'oro, d'argento e seta. 

    Nel Monastero è possibile trascorrere alcuni giorni di ritiro spirituale, secondo la Regola di San Benedetto. Dispone di camere (singole, doppie e a più letti), semplici e accoglienti, con una piccola cucina, una sala da pranzo e una foresteria, recentemente restaurata, con un ampio salone per conferenze.
  • Punto IAT - Cagli
    Presso i centri di Informazione e Accoglienza Turistica si potranno ricevere tutte le informazioni in merito agli eventi, ai luoghi da visitare, la storia, l'arte e la cultura e più in generale sulle notizie relative al turismo. Inoltre è possibile ricevere indicazioni sulle strutture ricettive presenti, sui ristoranti e su tutte quelle realtà che operano nel turismo attraverso servizi di web marketing professionali.
  • Ponte Mallio
    0721 780731 (Uff Cultura) - 0
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ponte Mallio
    La denominazione di Ponte Mallio ha origine da una un’iscrizione (secondo alcuni falsa) che si trovava sul parapetto destro della costruzione, oggi scomparsa, e nella quale si dava notizia di un restauro dell’opera eseguito dal prefetto M. Allius.Il ponte, uno dei più importanti di quelli che si trovano sulla via consolare Flaminia, fu costruito vicino Cagli durante il periodo repubblicano e a tutt’oggi risulta in parte interrato, ma ancora quasi completamente intatto nonostante i secoli e il terremoto del 3 giugno del 1781 che distrusse gran parte della città di Cagli.La struttura si presenta ad un solo fornice centrale di 11, 66 m, composto da 21 cunei e sormontato da un cordolo aggettante. L’opera è stata realizzata attraverso la sovrapposizione a secco di grandi blocchi in breccione, localmente detto pietra grigna (un’antica cava si trovava lungo la via Flaminia, poco dopo Foci) mentre la parte in conci di pietra di corniola risale ad un intervento di restauro successivo, forse di epoca imperiale.
  • Fosso di Campo d'Aio e Forra delle Farfalle
    0721.780773
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso di Campo d'Aio e Forra delle Farfalle

    La forra prende il nome dalle numerose farfalle bianche che la abitano e la scendono, seguendo sempre la direzione dell’acqua. La forra fa parte degli itinerari turistici-naturalistici del Monte Nerone, nel comune di Cagli. Il periodo migliore per le escursioni è marzo – giugno e ottobre – novembre. 

  • Fosso di Monte Petrano o de Il Lecceto
    0721.787457
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso di Monte Petrano o de Il Lecceto

    Dal Monte Petrano, si possono ammirare, affiancate, la vecchia e la nuova Via Flaminia, che percorrono la Gola del Burano. Di questo fiume si vede soltanto la fascia alberata lungo le rive. Le pendici del monte verso destra (Torrione e Genga Grande) appartengono al Petrano, mentre quelle di sinistra al Gruppo del Catria. Queste sono coperte da boschi radi, cespuglieti e radure erbose e vi affiorano rocce calcaree. Partendo dalle rocce più antiche poste al nucleo, visibili dove le due gole che lo separano dal Nerone e dal Catria hanno inciso il rilievo, si osservano il Calcare Massiccio, la Còrniola, i Calcari Diasprini e la Maiolica (Era Mesozoica). Su la Roccaccia e sul resto della scarpata che prosegue verso il basso, affiorano al di sopra della Maiolica le Marne a Fucoidi, più tenere, sovrastate dalla Scaglia Bianca e dalla Scaglia Rossa. Questa scarpata si è originata per l'erosione torrentizia del fosso che scorre nel canalone inciso alla sua base. 

  • Fosso Pian dell' Acqua - Le Cascate De I Cupi
    0721 780773
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso Pian dell' Acqua - Le Cascate De I Cupi

    Il Fosso Pian dell'Acqua scende dal versante calcareo di sud ovest del Monte Nerone e va a confluire nel Fosso Giordano. Il fosso scorre in una stretta valle boscosa, con faggi e altre caducifoglie, e si caratterizza per la presenza di alte cascate e strette forre nel tratto medio e alto. 


  • Rocca e Torrione
    0721 780731 (Uff Cultura); Iat
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Rocca e Torrione

    Episodio di rilievo dell’architettura martiniana per la complessità dell'intervento e per la qualità formale raggiunta, è la Rocca, costruita da Francesco di Giorgio nel 1481, per volere di Federico II di Urbino e distrutta nel 1502 dal figlio di questi, Guidobaldo affinché Cesare Borgia, il Duca Valentino, non se ne impadronisse.
    Originariamente  di forma romboidale con torri circolari lungo il perimetro e un alto mastio, oggi la Rocca sopravvive nell’imponente torrione di testa, percorso da un giro di caditoie e dalla pianta vagamente ellittica.
    In origine la fortezza, ubicata sul colle dei Cappuccini, costituiva un complesso sistema difensivo formato dal torrione a pianta ellittica nel centro della città e da un lungo cunicolo sotterraneo, il ‘soccorso coverto’ recentemente restaurato, che collegava i due edifici. Della struttura difensiva martiniana rimane integro il solo Torrione al cui interno è allestito il Centro di scultura contemporanea voluto e ispirato dall’artista cagliese Eliseo Mattiacci.

  • Cagli - Rifugio Terrazza sul Burano
    0721.700226 - 335.1230615
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Rifugio Terrazza sul Burano

    Collocato sulla strada dell'antico percorso romano della via Flaminia che da Roma conduceva a Rimini e all’agro gallico sorge il Rifugio escursionistico e C.E.A. Terrazza sul Burano. Distante appena 2 km dalla città di Cagli, capoluogo dell’area montana del Catria e del Nerone in provincia di Pesaro Urbino, al centro della catena omonima con il suo caratteristico carsismo e le centinaia di caverne e gole calcaree solcate da potenti fiumi, la struttura è immersa in un ambiente con peculiarità strettamente montane, proprio al di sopra di una cascata del fiume Burano, all’interno della suggestiva Gola del Burano. Nelle vicinanze del rifugio spiccano le originali marmitte dei giganti, conche d’acqua scavate dalla forza del fiume e fitti boschi che ricoprono le montagne sovrastanti.

    Chi soggiorna presso la Terrazza sul Burano può trascorrere delle giornate all’aria aperta suiprati e sui luminosi altopiani che caratterizzano le montagne soprastanti, facilmente raggiungibili e dove è possibile osservare gli animali che popolano questi territori, come il lupo, il gatto selvatico, la martora, le aquile reali. La struttura, riscaldata e dunque aperta tutto l’anno, si presenta accogliente e funzionale, adatta a chi voglia trascorrere una vacanza in mezzo alla natura. Sono 70 i posti letto disponibili, suddivisi in camere singole o multiple, appartamenti. Presente cucina (attrezzata per autogestione o gestione organizzata), sala da pranzo (che puòaccogliere fino a cento persone) e sala relax. Il rifugio vanta anche la presenza di balconi solarium. La struttura è facilmente raggiungibile in automobile o in pullman sono presenti un parcheggio e ampio spazio di manovra.

    Dal rifugio, che si trova all’interno della piccola frazione di Foci si può partire per delle escursioni a piedi nei sentieri della Riserva del Furlo, nel Parco Naturale del Bosco di Tecchie, in quello Regionale della Gola Rossa e di Frasassi o nei sentieri delle Comunità Montane del Catria Nerone e Cesano e Alto e Medio Metauro.

    ATTIVITÀ CONSIGLIATE
    Escursioni a piedi, a cavallo, mountain bike, birdwatching
    Passeggiate da fare nei dintorni
    Gite fuori porta Urbino, Urbania, Grotte di Frasassi, Monte Nerone

  • Sentiero delle Ammoniti
    Tel. 0721700226 Cell 335123061
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sentiero delle Ammoniti

    Il sentiero inizia poco dopo il paese di Secchiano (Cagli PU), percorrendo la strada provinciale SP 29 in direzione di Pianello. Si attraversa il fiume Bosso su di una passerella recentemente ristrutturata e dedicata al patrono del paese San Cristoforo e da qui si sale per circa 700 m. La prima parte, anche se in salita, è piuttosto agevole, poi le pendenze aumentano e l’ascesa è un po’ più impegnativa. Il sentiero è ampio e solo in un breve tratto finale, prima di arrivare all’affioramento del “Rosso Ammonitico”, si restringe diventando una tipica mulattiera. Nonostante la pendenza è percorribile da tutti, compresi bambini ed anziani. Inoltre lungo il percorso ci sono delle terrazze panoramiche che permettono all’escursionista delle soste per riprendere fiato ed ammirare il panorama della vallata del fiume Bosso e pannelli esplicativi per informazioni sulle caratteristiche geologiche della zona e sulla genesi delle ammoniti.
    Per escursioni naturalistiche rivolgersi a : Gestione Turistica La Macina – Via Pianacce 1, Acqualagna (PU) Tel. 0721700226 Cell 3351230615
    Per escursioni con esperto di fossili a: Paolo Faraoni Cell 3381820874
    Per altre informazioni a: Carla e Angelo Cell. 3334673640 e 3395973242
    Sito internet: www.secchiano.it
    Per le escursioni si consigliano. Pantaloni lunghi, scarponcini da montagna o scarpe da trekking ed anche bastoncini.

  • Teatro comunale
    0721.781341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro comunale
    La prima sala per spettacoli di Cagli fu ricavata all’interno del Palazzo Comunale per la messa in scena di una commedia del cagliese Bernardino Pino nel 1585. L’attuale teatro, sorge su area totalmente autonoma ed è stato eretto fra il 1870 e il 1878 su disegno dell’architetto perugino Giovanni Santini con modifiche dell’ingegner Coriolano Monti e dell’ingegner Lorenzo Priori. Un edificio che segna il trionfo dello stile eclettico e il superamento di ogni nostalgia neoclassica. La facciata presenta le caratteristiche di un palazzo tardocinquecentesco con tre grandi portali arcuati a bugnato, alternati ad analoghe finestre al piano terreno, balcone centrale e cinque finestre rettangolari con cornice a timpano spezzato al piano nobile, finestrotti quadrati al secondo piano, fasce marcapiano e cornicione rettilineo con mensole a coronamento dell’edificio. Quattro grandi epigrafi, riccamente incorniciate e poste tra le finestre del primo piano, sono dedicate ai protagonisti dell’unità nazionale. Di gusto eclettico è l’elegante atrio, scompartito in nove campate da altrettante volte a crociera sostenute al centro da quattro colonne doriche e sovrastato al piano superiore da un capace ridotto con volta lunettata a padiglione. La sala, raccolta e armoniosa nelle sue proporzioni, dispone di 50 palchi disposti su tre ordini e sovrastante loggione a balconata aperta. Il proscenio, privo di palchi, è ad architrave piano cassettonato e arcuato sui due lati. La decorazione, riccamente distribuita lungo i parapetti a fascia e sui pilastrini divisori, è tutto un susseguirsi di stucchi dorati, mensole, volute, sfingi, cornici, fregi e intagli, disegnati e modellati dal perugino Alessandro Venanzi e dal bolognese Tito Azzolini. Il palcoscenico presenta ancora oggi i vecchi dispositivi di manovra come i carrelli per lo spostamento delle quinte, carrucole e tiri, una macchina per le luci a soluzione salina, un sipario-comodino con apertura per l'uscita degli artisti e ben nove scene complete di fondali e quinte costituenti il corredo originale. Dopo alcuni anni di chiusura per adeguamento alle norme di sicurezza, il teatro è oggi in attività.
  • Cagli
    0721.78071
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cagli
    Cagli sorge su un altopiano stretto dai fiumi Bosso e Burano confluenti al Metauro. Il comune risulta delimitato verso sud dai Monti Catria, Petrano e Nerone e più a nord dal monte Paganuccio che, con il Pietralata, forma le scoscese pareti di calcare massiccio del Passo del Furlo.

    Abitata anticamente dagli umbri e dai romani, Cagli fu tra i capisaldi della Pentapoli montana bizantina (con Fossombrone, Gubbio, Jesi e Urbino). Nel XIII secolo, divenuta libero comune e abbracciata la fede guelfa, fu incendiata dai ghibellini e poi ricostruita da papa Niccolò IV (1289), nel pianoro sottostante il precedente abitato. Finì comunque incorporata entro i confini del ducato di Urbino e infatti Federico da Montefeltro la fece fortificare (1481) da Francesco di Giorgio Martini con la costruzione di un'imponente Rocca, posta sul colle dei Cappuccini, oggi purtroppo scomparsa (fatta eccezione per pochi ruderi) e collegata con un passaggio sotterraneo all'imponente Torrione a pianta ellittica tuttora esistente a valle e sede del recente Centro per la Scultura Contemporanea. All'epoca montefeltresca risalgono anche i lavori di adattamento del medievale Palazzo Pubblico (oggi sede del Comune e del Museo Archeologico).

    Tra gli edifici di architettura ricordiamo: la chiesa di S.Francesco e la chiesa di S.Domenico, entrambe con interni ad aula arricchiti di tele a affreschi, di origine medievale; la Cattedrale, quasi interamente ricostruita nel sec. XVIII, la chiesa di S.Angelo minore, la chiesa di S.Pietro, la chiesa di S.Maria della Misericordia, la chiesa di S.Giuseppe, la chiesa di S.Chiara, la chiesa di S.Filippo e S.Bartolomeo, impreziosite da opere d'arte, comprese diverse tele del noto pittore cagliese Gaetano Lapis (1706-1773).

    Fra gli edifici di architettura civile più significativi si segnalano il quattrocentesco Palazzo Preziosi-Brancaleoni e il cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, oltre all'ottocentesco Teatro Comunale con ricca sala a palchetti. Un sito romano di notevole importanza è il Ponte Mallio sul torrente Bosso il cui fornice centrale con relativi contrafforti a grandi blocchi di pietra viene fatto risalire all'epoca repubblicana.

    Nell'ambito del territorio comunale, in località Monte Martello, sorge l'interessante santuario di S.Maria delle Stelle, edificato nel 1475, che ingloba una celletta preesistente impreziosita da affreschi trecenteschi.

    Località del cagliese degna di nota è Pianello, sito ai piedi del monte Nerone (m.1525), là dove il Certano, il Giordano e il Fiumicello confluiscono tra loro per dar vita al Bosso.

    Il "Giuoco dell'Oca" che si disputava a Cagli già nel 1543, oggi viene riproposto la prima e la seconda domenica di agosto.
  • Teatro Conti
    0721/79671
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Conti
    Progettato dal Geom. Marco Severini nel 1904 come parte di un fabbricato scolastico adibito sia ad uso palestra coperta, sia per la refezione scolastica che per conferenze agrarie, ecc. Successivamente il teatro fu abbellito dal lavori di due paesani, lo stuccatore Umberto Sanchini e lo scultore Prof. Aldo Gamba. E’ intitolato al drammaturgo Antonio Conti, nato in Acqualagna il 3 settembre 1897, che fu anche brillante scrittore e negli anni del neorealismo fece interessanti esperienze come sceneggiatore cinematografico.
  • La Galleria del Furlo
    0721.700041
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Galleria del Furlo
    Lungo la Via Flaminia (l’antica via aperta nel 220 a.C., che portava da Roma a Rimini e oggi classificata come strada statale SS 3 nella parte Roma-Fano), sul tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano, si trova la celebre Gola del Furlo, divisa tra i Comuni di Fermignano ed Acqualagna. Questa valle pittoresca e suggestiva, formatasi in seguito a fenomeni erosivi tra i monti Pietralata e Paganuccio, è stata luogo di grandiosi lavori e teatro di grandi battaglie (a poca distanza si incontra il Metauro, lo storico fiume al quale la storia collega la sconfitta e la morte di Asdrubale). L’antica strada aggirava inizialmente la dorsale appenninica, seguendo un tracciato a picco sul fiume, sorretto da un possente muro di sostruzione e aggrappato al versante di Pietralata. A causa delle numerose frane e per permettere un maggior transito di persone e veicoli, tra il 76-77 d.C. l’imperatore Vespasiano fece costruire, a lato di un piccolo varco di epoca etrusca, una galleria, nel punto più stretto della Gola (detta petra pertusa o forulum, da qui Furlo); sull’entrata nord-est si conserva l’iscrizione che ne celebra la realizzazione IMP. CAESAR AUG. – VESPASIANUM PONT. MAX – TRIB. POT. VII IMP. XVII PP. COS. VIII – CENSOR FACIUND CURAVIT (l’ultima asta è probabilmente aggiunta).
    Il passaggio, tuttora utilizzato e quasi obbligato per coloro che da Roma vogliano raggiungere la costa adriatica, è lungo 38,30 m, largo 5,47 m e alto circa 6m e fu scavato nel calcare compatto, interamente con scalpelli e picconi; sulle pareti interne sono, infatti, ancora visibili i tagli effettuati nella roccia dagli intagliatori romani.
  • Acqualagna
    0721.79671
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acqualagna

    Acqualagna sorge lungo l'antica via Flaminia, a sud-ovest della gola del Furlo, nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano. Sullo sfondo, a nord-est, le ripide pendici dei monti Pietralata e Paganuccio, a sud-ovest, le cime appenniniche del Catria e del Nerone.

    Nei pressi dell'attuale centro sorgeva una città romana, Pitinum Mergens, distrutta da Alarico; gli abitanti superstiti fondarono più tardi il castello di Montefalcone da cui, nel tardo medioevo, si venne a formare il borgo. Nel paese si trova la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Lucia, di antica fondazione, mentre poco lontano sorge il Santuario del Pelingo, santuario mariano diocesano, che contiene un venerato affresco della Madonna col Bambino. Desta interesse la Chiesa di San Vincenzo al Furlo, ciò che rimane di un'antica Abbazia dell'VIII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Il cenobio rimase indipendente fino al secolo XI quando entrò – con le abbazie e gli eremi alle sue dipendenze – nella diretta influenza della vicina Fonte Avellana. Nei pressi della chiesa si trova un piccolo ponte romano.

    È possibile ammirare, poco lontano dal centro, l'antica torre di vedetta a pianta circolare del Castello di Pietralata, mentre a Farneta sopravvivono i resti di un fortilizio feltresco. Lungo la strada che da Acqualagna conduce a Piobbico e al passo appenninico di Bocca Serriola, si incontrano infine la chiesa della Madonna del Pietriccio con affreschi trecenteschi sotto il loggiato e, proseguendo oltre, la chiesa abbaziale di Santa Maria Nuova e il castello di Naro.

    Villa di Colombara è invece un edificio rurale romano del II secolo a.C. che si trova nell'omonima località del comune di Acqualagna. I resti di tale fattoria sono conservati ad Acqualagna nell'Antiquarium Pitinum Mergens.

    Tra le ripide pareti di calcare dei monti Pietralata e Paganuccio si apre la spettacolare gola del Furlo. Sul luogo è ancora percorribile la galleria fatta scavare nella roccia da Vespasiano (anno 79 d.C.). Acqualagna è compresa nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo ed è nota, a livello nazionale, come la Capitale del Tartufo, vista la sua importanza riconosciuta durante tutto l’anno per i vari eventi dedicati. Si fa riferimento, in particolare, alla Fiera Nazionale del Tartufo, che si svolge tra la fine di ottobre e l'inzio di Novembre, e alla tradizione plurisecolare di ricerca, produzione e commercializzazione del tubero più famoso di tutti i tempi.

  • Riserva Naturale Statale Gola del Furlo
    0721.700041 - ulteriori info 8
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Naturale Statale Gola del Furlo

    La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo è stata istituita nel 2001 e copre una superficie di 3.626,94 ettari ricompresa nei comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone, Urbino.
    ARCHEOLOGIA: Il toponimo Furlo deriva dal latino forulum (“piccolo foro”), volgarizzato poi in Forlo e quindi Furlo. All’interno della gola, i romani hanno scavato due gallerie nella roccia nel punto in cui il transito era più problematico: la galleria grande è ancora oggi aperta al traffico pedonale e veicolare (è stata terminata nel 76 d.C. per volere dell’imperatore Vespasiano); la galleria piccola, visibile dalla strada, ma il cui accesso è possibile con visita guidata, è datata alla prima metà del I sec d.C.
    GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA: In questa splendida gola calcarea incisa profondamente dal fiume Candigliano, il paesaggio e la morfologia permettono di ricostruire la storia geologica di più di 200 milioni di anni fa: nelle formazioni rocciose del Giurassico e del Cretaceo sono presenti diversi tipi di fossili, di cui i più abbondanti rappresentano ciò che resta di un gruppo di animali ora estinti, distinguibile in quattro grandi raggruppamenti: Phylloceratina, Lytoceratina, Ammonitina, Ancyloeratina.
    FLORA: La vegetazione è costituita prevalentemente da boschi di leccio negli ambienti rupestri e semi rupestri, da querceti e da vasti orno-ostrieti nel resto del territorio. Nell’alto versante settentrionale del M. Paganuccio è presente un interessante lembo di faggeta con una ricca flora mesofila. Alle quote più elevate si trovano invece le praterie. La flora è particolarmente ricca: all’interno della gola sono presenti specie molto rare e interessanti fra cui si possono ricordare la Moehringia papulosa, una specie endemica di alcune gole rupestri marchigiane, il Muscari tenuiflorum, l’Aster amellus, la Campanula tanfanii,…; nelle praterie sommitali sono abbondanti ranuncolacee, leguminose, ombrellifere, composite, labiate, graminacee e numerose orchidee, tra le quali la Dactylorhiza romana e l’Orchis militaris.
    FAUNA: La fauna presenta numerose specie di interesse naturalistico. Particolarmente numerosi i rapaci: nella Riserva del Furlo si è stabilita da anni una coppia di maestose aquile reali; nelle pareti di roccia nidifica il falco pellegrino. Le praterie sommitali sono ideali territori di caccia anche di gheppi, falchi pecchiaioli, poiane e albanelle minori. L’ambiente boschivo è regno indiscusso del lupo appenninico: specie sociale e territoriale, si muove nel territorio della Riserva a caccia di caprioli, cinghiali, daini, e molto altro. Tra i rettili si segnalano il cervone, il saettone, la vipera comune e la luscengola. Il fiume Candigliano e la sua vegetazione ripariale costituiscono ambienti ideali per gli uccelli limicoli quali gli aironi cenerini, la garzetta e la nitticora, per una numerosa colonia svernante di cormorani e per il coloratissimo martin pescatore. Tra la fauna ittica si segnalano carpe, cavedani, arborelle e barbi; fra i crostacei è presente il granchio di fiume.

     

  • Cascata del Furlo - Cascata delle Rondini
    0721.700041 (I.A.T.)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cascata del Furlo - Cascata delle Rondini

    La Gola del Furlo è una profonda e stretta spaccatura che separa il M.te Paganuccio (976 m) dal M.te Pietralata (888 m); è caratterizzata da pareti quasi verticali incise nel calcare massiccio, sul fondo del quale scorre il fiume Candigliano, affluente del Metauro; il Candigliano si incunea vorticoso nella gola e nel punto più angusto della strettoia supera con una cascata un brusco dislivello di circa 10 m, dove poi è stata costruita una diga perfettamente visibile dalla strada che lo costeggia, la famosissima Via Flaminia. Tra gli itinerari della zona c'è la Cascata delle Rondini, un percorso estremamente verticale e panoramico. Offre interesse torrentistico solo in caso di forti e ripetute precipitazioni.


  • Lago del Furlo
    0721 700041
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Lago del Furlo
    Il Lago del Furlo si trova nella Riserva Naturale Gola del Furlo. La gola o passo del Furlo è situata lungo il tracciato originario della via Flaminia, nel tratto in cui questa costeggia il fiume Candigliano, affluente del Metauro nella provincia di Pesaro-Urbino nel comune di Fermignano. La forra si è formata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), grazie alla forza erosiva del fiume Candigliano; nei millenni ha raggiunto una notevole profondità, che tuttavia attualmente non è più visibile a causa della diga, costruita nel 1922, che ha ridotto l'impetuoso corso d’acqua a un placido lago. Il lago è uno dei bacini idrici più grandi delle Marche. Da non perdere sono le escursioni sui Monti del Furlo: il Monte Pietralata ed il Monte Paganuccio. Le montagne del Pietralata (889 m) e del Paganuccio (976 m) offrono uno scenario suggestivo in cui si alternano boschi, pareti rocciose e prati, a cui si aggiunge la ricchezza dei fossili, la straordinaria concentrazione di specie vegetali che vivono nei più diversi habitat e la presenza di innumerevoli animali, tra cui l'aquila reale, simbolo della Riserva del Furlo. Una rete sentieristica di 52 km consente di attraversare boschi, leccete, una faggeta ed anche praterie sommitali, che offrono spazi immensi per gli appassionati di birdwatching. Interessanti sono anche gli itinerari storico- artistici e gastronomici nelle vicine località di Apecchio, Cagli, Cantiano, Piobbico e Acqualagna.
  • Parco Avventura del Furlo
    0721.700226 cell. 331.1493515
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Parco Avventura del Furlo

    Nella Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, a pochi passi dalla città, in un ambiente unico e incontaminato, nasce la nuova attrazione del Parco Avventura del Furlo, che si rivolge a chi desidera provare l’emozione di una scalata tra gli alberi. Il Parco Avventura si trova proprio nell’area golenale della riserva ed è il luogo ideale per sperimentare nuovi modi di stare a contatto con la natura. Il Parco Avventura del Furlo è strutturato in 3 percorsi acrobatici, di cui uno per l’attività di pratica e briefing e 2 percorsi sospesi pensati per un’utenza a partire dai 6 anni (minimo 110 cm di altezza) ma utilizzabili anche dagli adulti per un totale di 21 elementi di percorso totali. I percorsi VERDE 1 e 2 sono progettati con arredi facili da eseguire e posizionati ad altezze non superiori ai 3,00 m, essendo il primo percorso che gli utenti affrontano. Ideali anche per  gruppi di scolaresche, centri estivi, scout e molto altro. I due percorsi si differenziano per altezza e difficoltà (Verde 1: molto facile e non oltre i 2,50 m di altezza; Verde 2: facile e non oltre i 3,00 m di altezza). Nel percorso blu, l’impegno per gli utenti aumenta e diventa medio facile con l’installazione di arredi più complessi e con un guadagno di quota da terra (ca. 4,00 m). Questo è altresì dotato di alcune linee teleferiche su fune ed il percorso può essere ideale per accogliere gruppi Aziendali e Associazioni. La durata dei percorsi varia da 30 a 60 minuti. E' garantita la supervisione degli istruttori abilitati durante l’intera esperienza al parco avventura. E' richiesto un abbigliamento sportivo con scarpe da trekking.

  • Santuario della Madonna della Misericordia del Pelingo
    0721.700032 (santuario)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna della Misericordia del Pelingo
    Alle falde del Pietralata, sorge il Santuario della Madonna della Misericordia del Pelingo. Di antica origine, la piccola chiesa, ampliata poi nel secolo scorso, con il dipinto della Madonna, fu voluta nel XIV sec. dalla famiglia Pelingo, possidente di terreni in quel luogo.
    Essendo diminuita col tempo l'attenzione dei fedeli nei confronti dell'immagine della Vergine, l'oratorio fu gradualmente abbandonato e dimenticato. Un grande risveglio di venerazione si ebbe a partire dal 1781 quando, a seguito di un forte terremoto, si decise l'abbattimento dell'edificio che era stato gravemente danneggiato; infatti, tornata alla luce l'immagine originaria della Madonna che era stata ricoperta da un altro dipinto, alla stessa furono attribuite alcune miracolose guarigioni; pertanto fu necessario edificare una cappella per proteggere l'immagine ed ospitare le folle di pellegrini che invocavano la Vergine col nome di Madonna della Misericordia. 
    L'edificio attuale fu iniziato verso il 1820 e consacrato nel 1859. Il dipinto della Madonna, restaurato nel 1981 e di autore ignoto, è posto sopra l'altare maggiore e protetto da una bacheca di vetro. Nelle due cappelle laterali sono ospitati da un lato il dipinto dedicato a S. Michele Arcangelo e dall'altro quello della Madonna del Rosario, opera di Girolamo Cialdieri.
    Ogni anno, l'otto settembre, in questo santuario viene celebrata la festa della natività della Madonna. Annessa alla chiesa è la struttura ricettiva "Casa del Pellegrino".

  • Ruderi Ponte Romano
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ruderi Ponte Romano
    Situato vicino all'Abbazia di San Vincenzo al Furlo è realizzato con pietra del Furlo. Si tratta di un viadotto di età repubblicana, rinforzato anteriormente da sei contrafforti quadrangolari, che aveva lo scopo di riparare la Flaminia dalle repentine e pericolose piene del fiume Candigliano e che serviva inoltre, attraverso due chiavicotti, a far defluire le acque provenienti dalle pendici del Pietralata.

  • Abbazia di S. Vincenzo al Furlo
    0721.796741 (Ufficio turismo C
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Vincenzo al Furlo

    Dedicata alla memoria di San Vincenzo, vescovo di Bevagna, l'abbazia ha origine incerta; alcuni residui di fortificazione farebbero supporre una fondazione risalente al VI secolo, ma altri elementi ne sposterebbero la data intorno al X secolo. Sulle pareti della Chiesa sono ancor oggi visibili affreschi di scuola marchigiana. La posizione adiacente ad uno dei più suggestivi passi appenninici fa dell'abbazia una meta attraente anche per il magnifico paesaggio che la circonda.

    A destra della chiesa  si sviluppava il monastero, con il chiostro prospiciente la navata destra. Tutto il complesso abbaziale era stato realizzato con pietra corniola proveniente dalle cave locali, mentre per la pavimentazione della chiesa si usarono grandissimi e spessi lastroni di pietra di origine romana e paleocristiana.
    La facciata della chiesa è a capanna: al centro si apre il portale con arco a tutto sesto e lunetta traforata, sormontato da un'ampia monofora del XV secolo. Alle pareti si conservano ampie zone affrescate di scuola marchigiana dei secoli XV e XVI. La copertura, scandita da tre costoloni, si presenta per due terzi a volta a crociera, mentre il restante è a capriata. Questa diversità è ben visibile anche dall'esterno, attraverso i due diversi livelli di altezza della copertura. 
    Il presbiterio è sopraelevato, con al centro una stretta scalinata e ai lati due aperture ad arco a tutto sesto che conducono alla cripta. Quest'ultima - riconducibile al secolo X - è tripartita da sei colonne di diverso diametro, con capitelli a tronco di piramide di varia fattura. Al suo interno si trova l'absidiola appartenuta alla navata laterale destra e ben visibile dall'esterno, posta accanto a quella principale.

  • Fiera Nazionale del Tartufo Bianco ad Acqualagna

    Torna l’appuntamento con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco ad Acqualagna, dove la secolare tradizione di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa sì che il suo mercato sia il luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione sia a livello nazionale che internazionale. La piazza principale della cittadina ospiterà gli stand dei commercianti di tartufo fresco, anima storica della festa. Il Palatartufo è il più importante spazio di accoglienza per gli oltre 200.000 visitatori della Fiera. Acqualagna, capitale del tartufo, è situata lungo il tracciato dell’antica Flaminia ed è circondata da luoghi di rara bellezza naturale ed architettonica. La Riserva naturale statale del Furlo richiama ancora oggi appassionati di natura per l’incantevole paesaggio, unito alla straordinaria varietà di esemplari di flora e fauna.

     

  • Piobbico
    0722.986225
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Piobbico

    Piobbico è un comune di origine medievale posto a 339 metri sul livello del mare, in una ridente valle, protetto da due montagne: il Nerone (1526 mt.) e il Montiego (975 mt.), alla confluenza di due fiumi, il Biscubio e il Candigliano, che si uniscono, al centro dell’abitato.

    È dominato dall'imponente mole del monte Nerone, una delle più alte vette dell’Appennino Umbro-Marchigiano, che incombe sulla valle del fiume Candigliano con ripidi pendii ed è inciso da valloni, forre, archi naturali e spettacolari canyon scavati nella roccia calcarea. In una delle sue grotte, alcune delle quali visitabili e di facile accesso, sono state ritrovate ossa di Ursus spelaeus risalenti a migliaia di anni fa, i cui resti sono conservati nel museo civico.
    Numerosi sono gli sport praticabili e le escursioni che possono essere organizzate nel suo territorio.

    La storia del luogo si identifica con quella della famiglia dei Brancaleoni, capitani di ventura ai quali fu affidato il territorio di Piobbico come feudo intorno all’anno 1000 e che fu da essi guidato per ben cinque secoli. Edificarono inizialmente un imponente castello su uno sperone del Monte Nerone, poi scesero a valle e costruirono il loro Castello, che fu trasformato nel corso del tempo, dal XII al XVII secolo, a simbolo del consolidato prestigio della famiglia. Piobbico divenne comune autonomo nel 1827 per decreto di Leone XII.

    Nel pregevole Palazzo Brancaleoni, situato sulla collina che domina la confluenza del Candigliano col Biscubio, vari corpi di fabbrica e vari stili architettonici si sovrappongono armoniosamente. Esso vanta affreschi e decorazioni a stucco, opera di Federico Brandani; ospita, oltre al Museo civico, una ricca sezione geo-paleontologica ed espone testimonianze della famiglia Brancaleoni con vestiti e gioielli; di particolare pregio sono il cortile d’onore e la Camera Greca.

    Sulle alture del paese sono presenti altre rocche e castelli parzialmente ridotti in ruderi, che fungevano da posti di guardia, eremi, o vecchie abitazioni dei Brancaleoni. Tra i più importanti, l’eremo di Morimondo, i ruderi del Castello di Mondelacasa (o Monte della Casa), detti i Muracci, i Castelli Castiglione e dei Pecorari.

    Si ricorda inoltre la Chiesa di Santo Stefano, riedificata dai Brancaleoni nel 1784 dopo un terremoto, in stile barocco. Al suo interno si trova l’importante pala Riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto di Federico Barocci(1593-1680) e una serie di statue di profeti e personaggi biblici attribuiti allo scultore F. Brandani.
    Alle pendici del Monte Nerone nel Santuario di Santa Maria in Val d’Abisso, realizzato in stile romanico con navata unica, sono esposte opere artistiche del '500.

    Dal 1879 ha sede a Piobbico l’originale Club dei Brutti, conosciuto in tutto il mondo. Esso conta oltre 30.000 iscritti e 25 sedi in tutto il mondo. Ogni anno, il 7 settembre, si tiene il festival ad esso dedicato.

    Tra le associazioni naturalistiche e ambientali si ricorda il Centro di Educazione Ambientale Monte Nerone e Alpe della Luna.

    La stazione sciistica di Monte Nerone rientra nel territorio del comune di Piobbico. Situata sul versante nordest del monte tra i 1290 ed i 1430 metri di quota, è costituita dalla Sciovia del Mandrione; dispone di 5 piste per un totale di 6.050 km e di altri servizi.

    Tra gli eventi principali si ricordano: l’infiorata, denominata La Fiorita, nel pomeriggio della Domenica del Corpus Domini, seguita dalla processione; l'8 settembre, in occasione della Natività di Maria Vergine, si svolge la tradizionale e folkloristica Processione delle Rocche; in agosto la Sfilata Rinascimentale e il Palio della Pannocchia ricordano il giuramento di fedeltà fatto dal Conte Antonio II nel 1576, dopo la battaglia di Lepanto, al Duca di Urbino Francesco Maria II, in seguito al quale grandi privilegi verranno concessi alla famiglia dei Brancaleoni; in ottobre si svolgono la Sagra del polentone alla carbonara e la Mostra del fungo; nel periodo natalizio il Presepio vivente; il Premio Costanzo Felici in onore del il medico e naturalista Costanzo Felici vissuto alla corte dei Brancaleoni nella prima metà del XVI secolo.

  • Monte Nerone
    0722.90134; 331.8766610 (Sciov
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Nerone
    Piobbico è situata sull’area del Monte Nerone, massiccio che raggiunge fino ai 1525 metri sul livello del mare e che pertanto rientra tra le più alte vette dell’Appennino Umbro-Marchigiano. L’omonima stazione sciistica, situata sul versante nordest del monte tra i 1290 ed i 1430 metri di quota, è costituita dalla Sciovia del Mandrione.

    IMPIANTI SCIISTICI
    - 5 piste per un totale di 6,050 km, di cui 2 piste blu (facili) e 3 piste rosse ( media difficoltà). La quota minima delle piste è di 1400 m., la massima 1500
    - una sciovia lunga 750 metri con una portata oraria 600 p/h, che parte da una quota di 1290 metri per arrivare poco sotto la cima della montagna a 1470 metri di altitudine
    - uno skilift sviluppato in 900 metri
    - uno snowpark per gli appassionati dello snowboard nell’area adiacente le piste da sci
    - una pista da bob
    - un Campo Scuola nelle vicinanze del Rifugio Corsini
    - uno Snow Park
    - impianti di innevamento artificiale

    Il campo scuola e la pista da bob, avendo una superficie più limitata, godono di maggiori aperture rispetto allo snow park e alle piste da sci di fondo, per i quali è richiesto un buon innevamento naturale prima di far ricorso a quello artificiale.
  • Infiorata di Piobbico
    In occasione del Corpus Domini , le strade del centro storico del borgo medievale di Piobbico,  sito ai piedi della collina su cui sorge il Castello Brancaleoni che è imponente costruzione medievale-rinascimentale, vengono coperte con fiori e verde, come a dare forma ad un lungo tappeto. La processione del Corpus Domini segue, nel pomeriggio, l’evento che qui prende il nome di “La Fiorita” ossia un corteo religioso che sfila trasportando manufatti di fiori che raffigurano personaggi religiosi. Anno dopo anno i disegni sono sempre diversi, mentre si ripetono il  colore giallo delle ginestre, il rosso delle rose, il verde delle “santoreggia” e di molti altri ancora.
  • Grotta delle Tassare
    0722.986225 (Comune)- 331.8766
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grotta delle Tassare

    Sul versante Nord-Est del Monte Nerone, nell'Appennino Marchigiano, si apre la grotta delle Tassare. Attualmente è la grotta più profonda delle Marche e si raggiunge passando per Serravalle di Carda, nel comune di Piobbico. Per accedervi bisogna scendere nel bosco e attraversare una mulattiera, fino ad incontrare la cresta da seguire per 300 metri di dislivello. La grotta si sviluppa seguendo gli strati di calcare, ben visibili anche all'esterno; nella parte finale si trova un pozzo di 56 metri. Cunicoli e belle gallerie concrezionate si alternano a brevi pozzetti caratterizzati da splendide vaschette. Scendendo di quota si incontra un lago che si deve attraversare con un'attrezzatura adeguata; si raggiunge poi una galleria piuttosto fangosa che termina nella saletta finale a 386 metri. 

  • Santuario di S. Maria in Val d'Abisso
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di S. Maria in Val d'Abisso

    Il Santuario di Santa Maria in Val d'Abisso, già convento dei Serviti, risale all' XI secolo. 
    Durante i secoli XIII e XIV divenne sempre più richiamo spirituale e di devozione. 
    Nel 1489 la chiesa venne affidata all'ordine dei Servi di Maria della Provincia Romana, che vi si stabilirono in convento. Vi lavorarono, chiamati dai Brancaleoni, notevoli artisti. La tela dell'altare, raffigurante l'Assunta è attribuita a Raffaellin del Colle, di cui sembrano pure le tele che ornano gli sportelli con le effigie di S. Sebastiano, S. Francesco d'Assisi, S. Girolamo. 
    Di indiscusso valore artistico anche la figura dell' Eterno Padre posta al vertice dell' inquadratura della Pala d' altare, opera di Ferruccio Ferrucci. 
    Negli anni '50 fu riportato all' antico splendore il magnifico soffitto della chiesa, e durante i lavori vennero alla luce tre affreschi di scuola umbro-marchigiana del XIV e XV secolo raffiguranti il battesimo di Gesù, l'Annunciazione e una testa di Sant'Antonio Abate.

    Da visitare anche il grazioso portico tra la sacrestia e la casa parrocchiale.

    Le grandi linee della chiesa sono romaniche e sono visibili specialmente nei costoni dell'abside, nel tetto ricostruito a capriate e nelle caratteristiche finestre.

     

  • Piobbico - Rifugio Escursionistico Cea
    Il rifugio escursionistico a Piobbico del C.E.A. sorge poco distante dal centro storico di Piobbico, alle pendici del Monte Nerone, in provincia di Pesaro Urbino, a circa 400 metri s.l.m. Si può giungere alla struttura sia in auto sia in automezzi di maggiori dimensioni percorrendo la strada interregionale Apecchiese fino a Piobbico provenendo dalla SP3 direzione Acqualagna o la strada statale E 45 che si ricongiunge all’interregionale Apecchiese.

    La struttura vanta due sale adibite a ospitare fino a 60 posti per conferenze, laboratori didattici, biblioteca, videoteca e foresteria. Quest’ultima è dotata di 40 posti letto suddivisi nelle sei camere, con servizi igienici al piano. Il rifugio gode di un impianto di riscaldamento autonomo, perciò aperto tutto l’anno, anche durante la stagione invernale. In estate ci si può invece rilassare nell’ampio giardino. La cucina del rifugio è in totale autogestione di chi soggiorna ed è attrezzata con tutto il necessario per preparare delle pietanze, calde o fredde. La sala da pranzo può ospitare fino a quaranta persone.

    Le attività che si possono intraprendere dal rifugio Cea di Piobbico sono numerose: dalle gite fuori porta nelle vicine Urbania e Urbino, alle visite alle Grotte di Frasassi e alle grotte di Monte Nerone e Monte Cucco. Sempre attive le escursioni a piedi nei sentieri della Riserva del Furlo, del Parco del Monte Cucco, nel Parco Naturale del Bosco di Tecchie e nel Parco Naturale Regionale della Gola Rossa e di Frasassi, oltre che nei sentieri delle Comunità Montane del Catria Nerone e Cesano e Alto e Medio Metauro. Inoltre è possibile prendere parte anche ad escursioni a cavallo e in mountain bike, oltre a poter programmare visite presso le strutture museali del territorio e a partecipare alle manifestazioni organizzate sul territorio.

    ATTIVITÀ CONSIGLIATE
    Escursioni a piedi, a cavallo, in mountain bike