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Dalla Riviera delle Colline ad Urbino e l'entroterra

Bellezze naturali ed artistiche a due passi dal mare
Dopo aver visitato Urbino con le sue eccellenze, prima di raggiungere la costa, non perdete l’occasione di visitare Urbania e il suo Palazzo Ducale, l’antica Casteldurante della maiolica, prodotta dagli abili maiolicari del luogo che, favoriti dalla corte Roveresca, hanno dato vita al genere dell’Istoriato.
Arrivando sulla costa del mare Adriatico si trova per prima la città di Pesaro. Siamo nel Distretto del legno e del mobile di Pesaro-Urbino, che ha visto, a partire dagli anni Settanta, il decollo in particolare del Settore Cucine. Affacciata sul mare, Pesaro è un centro balneare Bandiera Blu dalla ricca offerta turistica. Sono sette i chilometri di spiaggia sabbiosa tra litorale attrezzato e libero, più di 100 le strutture ricettive, alcune aperte tutto l’anno, tra alberghi al mare, in centro e collina, agriturismi, campeggi e appartamenti. Sul lungomare è inoltre in funzione il tratto comune della Ciclovia Adriatica, la lunga pista ciclabile della costa adriatica, che corre da Pesaro a Fano per dodici chilometri. Da non perdere una visita al Parco regionale del Monte San Bartolo, situato tra Gabicce Mare e Pesaro e caratterizzato da aspetti naturali molto suggestivi.
A 15 minuti di auto a sud di Pesaro si incontra Fano, che oltre ad essere una nota località balneare, Bandiera Blu, è famosa per il suo Carnevale, il più antico d'Italia. Il suo litorale si suddivide in Lido e Sassonia, entrambi con coste basse: la prima è sabbiosa, la seconda ghiaiosa. A Fano è presente un importante porto peschereccio e gli amanti del turismo nautico possono contare sull'attrezzato porto turistico di Marina dei Cesari.

Ritornando nell’entroterra, da non perdere la cittadina di Acqualagna, ove ogni anno, fine ottobre/inizio novembre, si tiene la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco, che fa sì che questo centro diventi il luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione sia a livello nazionale che internazionale di questo rinomato tubero. A pochi Km da Acqualagna si trova la Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo, un autentico paradiso, attraversato dal fiume Candigliano che si insinua tra le imponenti pareti rocciose della Gola, dove la suggestione del paesaggio si unisce a una prodigiosa ricchezza naturalistica della flora e della fauna. Da segnalare la galleria romana fatta scavare dall'imperatore Vespasiano tra il 76 e il 77 d.C nel punto più stretto della Gola.
A mezzora d’auto da Acqualagna sorge il comune di Pergola, ove ha sede, nel trecentesco ex-convento di San Giacomo, il Museo dei Bronzi dorati e della città di Pergola. Esso accoglie i Bronzi Dorati, l'unico gruppo statuario equestre di bronzo dorato (composto da due cavalieri, due cavalli e due donne in piedi) giunto dall'età romana ai nostri giorni.
Lasciate alle spalle le colline di Pergola, si giunge nello splendido complesso del Monastero camaldolese di Fonte Avellana, citato nella Divina Commedia (Paradiso, canto XXI, versi 106-111) da Dante. Sono a tutt’oggi visitabili il chiostro, la chiesa con cripta, la sala del Capitolo, lo splendido scriptorium, le celle dei monaci, la foresteria e la Biblioteca, nobili e austeri ambienti che si stringono attorno alla massiccia torre campanaria. La prestigiosa Biblioteca “Dante Alighieri”, ricca di oltre 10.000 volumi, tra cui preziosi codici miniati e antichi libri sacri, assieme alle numerose iniziative promosse dai monaci camaldolesi, mantiene ancora oggi una significativa funzione di faro spirituale. Il monastero offre inoltre ospitalità durante tutto l'anno a singoli e a gruppi che desiderino condividerne la preghiera e l'esperienza della ricerca di Dio, incontri di Lectio Divina, giornate di ritiro individuale e di revisione di vita.

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Livello di difficoltà: media
Target: Leisure

Le tappe dell'itinerario

  • Urbania
    0722.313111
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbania

    Urbania, l’antica Casteldurante, è nota per la produzione della maiolica, tradizione che risale al Medioevo. Gli abili maiolicari del luogo, favoriti dalla Corte Roveresca, poterono giovarsi della collaborazione di pittori famosi, dando vita così al genere dell’Istoriato.

    Il cuore dell’abitato, cinto da antiche mura, è Piazza San Cristoforo, in cui confluiscono le principali vie del centro storico; ottocenteschi sono sia la statua del santo della città che il Teatro Bramante. Il Palazzo Ducale è una delle attrazioni principali: costruito interamente in cotto, attualmente ospita la Biblioteca, fondata da Federico da Montefeltro, e il Museo Civico che vanta affreschi del 1300, mappe del Mercatore, una bella collezione Ubaldini di disegni e incisioni, una raccolta di carte geografiche dei sec. XVI-XVIII e la collezione di coeve ceramiche locali. I sotterranei del palazzo sono occupati dal Museo di storia dell’agricoltura e artigianato. Tra gli edifici di architettura religiosa, da non perdere la Chiesa di San Francesco, bell’esempio di barocco marchigiano, la Chiesa dei Morti, che conserva numerose mummie naturali di persone decedute nel Medioevo e nel Rinascimento e la Cattedrale, dedicata a San Cristoforo martire ed edificato sulle fondamenta dell'antica abbazia di San Cristoforo del Ponte risalente all' VII secolo. Di particolare valore sono il cinquecentesco Palazzo Comunale e l’ex Palazzo Vescovile, che ospita il museo arcidiocesano, ricco di preziose ceramiche durantine.

    Poco lontano dal centro si trova il Parco Ducale o Barco, complesso sorto sulle rive del Metauro per ospitare le battute di caccia dei Duchi. Ne fanno parte la villa, iniziata da Francesco Di Giorgio Martini e la Chiesa di San Giovanni Battista. Per grandi e piccini, da non perdere una simpatica curiosità, il percorso fatato del Bosco dei Folletti.

    Dal punto di vista geologico, Urbania vanta il prezioso GSSP, un sito di interesse geologico (geosito) di rilevanza mondiale in quanto rappresenta lo standard di riferimento per la definizione del limite cronostratigrafico tra il piano Rupeliano con il piano Cattiano, i due piani stratigrafici in cui è suddivisa l'epoca oligocenica. Allo stato attuale sono stati ratificati 69 GSSP in tutto il Mondo, di cui 10 in Italia. Il GSSP (Global Stratotype Section and Point) di Monte Cagnero di Urbania è uno tra questi.

    Una straordinaria eccellenza locale è il tartufo bianco (tuber magnatum Pico) e più comune il nero, detto scorzone. Gustoso è il crostolo (con uova e strutto) che, insieme al buon pane accompagna saporiti salumi, pecorini ed erbe di campo. Il dolce che racconta le tradizioni culinarie di questi luoghi è il bostrengo (a base di riso e noci tipico della stagione fredda), da assaggiare insieme al vino di visciola o al vino santo.

    Un ricco calendario di eventi segna il susseguirsi delle stagioni, tra cui la Festa Nazionale della Befana.

  • L'antica Casteldurante della maiolica
    Urbania è l’antica Casteldurante della maiolica, prodotta dagli abili maiolicari del luogo che, favoriti dalla corte Roveresca, poterono giovarsi della collaborazione di pittori famosi, dando vita così al genere dell’Istoriato.Gli splendidi esemplari di ceramica durantina che risalgono al periodo medievale e ad epoche recenti e divenuti famosi nel XVI secolo, sono conservati nelle collezioni all’interno del Palazzo Ducale nel Museo Civico e nel Museo Diocesano, con illustrazioni riguardo le tecniche e gli stili locali per i piatti, piatti da pompa, brocche e catini, manufatti destinati al decoro architettonico, anfore e altre tipologie.Il Comune, per non perdere questa antica tradizione artistica, organizza soggiorni didattici per l’apprendimento delle antiche tecniche, grazie alle nuove botteghe che ancora oggi rivivono i colori e la ricchezza straordinaria dei vasi e dei piatti istoriati.Non bisogna dimenticare la presenza di botteghe per la lavorazione del ferro battuto e dei vimini.  
  • Palazzo Ducale
    0722/313151
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Palazzo Ducale

    A Casteldurante - l'odierna Urbania - esisteva un complesso fortificato (rocca-abitazione) eretto dai Brancaleone ed ubicato lungo l'ansa settentrionale del fiume Metauro. Cacciati i Brancaleone, Federico da Montefeltro intraprese i lavori per modificare radicalmente tale residenza fortificata, trasformandola in parte in un vero e proprio Palazzo Ducale, per opera di Francesco di Giorgio Martini. L'edificio subì successivi interventi ad opera di Gerolamo Genga e fu la sede prediletta dell'ultimo duca d'Urbino, Francesco Maria II Della Rovere. Attualmente le sue sale e saloni ospitano le raccolte librarie e d'arte della Biblioteca Comunale, della Pinacoteca e del Museo civico di cui fanno parte due preziosi globi del Mercatore (sfera terrestre del 1541 e sfera celeste del 1551), l'Archivio comunale e il Museo di storia dell'agricoltura e dell'artigianato. 

     

  • Urbino città UNESCO e patria di Raffaello
    0722.3091
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbino città UNESCO e patria di Raffaello

    Urbino è uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui ancora oggi conserva appieno l'eredità architettonica; dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO. È sede di una delle più antiche ed importanti università d'Europa, fondata nel 1506.

    COSA VEDERE
    Palazzo Ducale è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero Rinascimento italiano. "Palazzo in forma di città" lo definì Baldassarre Castiglione, impressionato dalla reggia dove dimorò Federico da Montefeltro. Il palazzo, caratteristico per i suoi torricini, è sede della Galleria Nazionale delle Marche: la splendida cornice architettonica degli interni, creati dal Laurana, ospita una delle più belle ed importanti collezioni d'arte del Rinascimento italiano.
    Sono presenti splendide pitture di artisti quali Raffaello, Piero della Francesca, di cui spicca la famosa Flagellazione di Cristo, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì.
    Lo studiolo del duca Federico, all’interno del Palazzo, custodisce un pregevole soffitto a cassettoni ed è rivestito nella fascia inferiore di legni intarsiati da Baccio Pontelli su disegni di Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante

    Tra gli edifici di architettura civile e religiosa si segnalano: la Casa Museo di Raffaello Sanzio, dove visse il celebre pittore; il Duomo realizzato in stile neoclassico, che contiene alcune tele di Federico Barocci, e l'annesso Museo Diocesano Albani; il Teatro Sanzio, sorto verso la metà del XIX secolo, sul bastione della Rampa elicoidale; l’Oratorio di San Giovanni, dove è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi realizzati dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche tra il 1415 e il 1416; l’Oratorio di San Giuseppe, dove è conservato il complesso scultoreo raffigurante la Natività di Cristo, opera di Federico Brandani e pregevoli decorazioni ed opere d'arte nella prima metà del XVIII secolo, grazie alle committenze e alle donazioni di vari membri della famiglia Albani; il Mausoleo dei Duchi, che fa parte di un complesso conventuale a cui è annesso il cimitero cittadino, è situato poco fuori della cinta muraria della città, venne realizzato, probabilmente, da Francesco di Giorgio Martini nella seconda metà del XV secolo per volere del duca Federico III da Montefeltro, per ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori, ovvero Guidobaldo I Da Montefeltro, ultimo duca della dinastia; il collegio Raffaello, istituito per volere di Papa Clemente XI agli inizi del XVIII secolo, che ospita la sala del consiglio comunale, alcuni uffici della Prefettura e il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università; la Fortezza Albornoz, realizzata nella seconda metà del XIV secolo per volontà del cardinale Egidio Alvares de Albornoz.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Tra le specialità locali, rinomata è la "Casciotta d'Urbino", riconosciuto prodotto DOP: si tratta di un formaggio a pasta semicruda da tavola, realizzato sin dall'antichità. Gustosissima è anche la crescia urbinate, definita anche crescia sfogliata, una sorta di focaccia che si mangia calda con salsiccia, erbe di campo, prosciutto, lonza o formaggio.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Urbino durante l’anno sono il Festival di Musica Antica (luglio), la Festa del Duca (agosto) e la Festa dell’Aquilone (settembre).

  • Renata Tebaldi - Cantante Lirica
    Renata Tebaldi nacque a Pesaro ed è stata un grande soprano italiano. Ricordata come una delle cantanti liriche più amate di tutti i tempi, venne acclamata in particolare come interprete di Verdi e Puccini. La sua carriera durò oltre trent’anni. Studiò al Conservatorio di Parma con Italo Brancucci ed Ettore Campogalliani, nel 1944 debuttò a Rovigo nel ruolo di Elena nel Mefistofele di Arrigo Boito e nel 1946 debuttò alla Scala sotto la direzione di Arturo Toscanini, cantando la preghiera del Mosè in Egitto di Rossini. Definita “voce d’angelo” da Toscanini, possedeva una voce dal timbro cristallino, opulenta, morbida, vellutata e nel contempo penetrante, da autentico soprano lirica spinto.
  • Gioachino Rossini
    7.213.800.294
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Gioachino Rossini

    Gioachino Rossini nasce a Pesaro nel 1792, nel nord delle Marche, la città si affaccia sul mare Adriatico e l’abitato è compreso tra due colli, il Monte Ardizio e il Colle San Bartolo. Rossini è stato un grande compositore italiano. La sua attività ha spaziato attraverso vari generi musicali ma è ricordato soprattutto come uno dei grandi operisti della storia, autore di lavori famosissimi quali “Il Barbiere di Siviglia” e “Guglielmo Tell”.

    Per approfondire la conoscenza di Rossini, suggeriamo di visitare la sua Casa Natale e il Museo Nazionale Rossini. Una visita anche al Teatro Rossini. Il Rossini Opera Festival è un festival musicale lirico che dal 1980 si tiene annualmente ad agosto. Per maggiori informazioni contattare il Rossini Opera Festival.




  • Teatro Rossini
    0721.387620 - 0721.387362 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Rossini

    Il Teatro Rossini viene inaugurato come Teatro del Sole nel 1637, durante il pontificato di Urbano VIII che concede, come luogo per gli spettacoli pubblici, le vecchie scuderie ducali costruite da Federico Ubaldo Della Rovere. L’edificio subisce nel tempo diverse trasformazioni; una vera e propria ricostruzione si deve all’architetto Pietro Ghinelli tra il 1816 e il 1818, anno in cui è inaugurato come Teatro Nuovo con una eccezionale rappresentazione de La gazza ladra diretta dallo stesso Gioacchino Rossini, già celebre anche se appena ventisettenne. Del vecchio edificio si salva il portale bugnato di Filippo Terzi che tuttora costituisce l’ingresso principale. Nel 1855 il teatro viene intitolato a Rossini. Nel 1934 viene ricostruita la facciata, modificato il ridotto e realizzata un’ampia sala (l’attuale Sala della Repubblica) all’altezza del terzo ordine di palchi. L’ultimo restauro strutturale è degli anni Settanta dopo che il teatro viene dichiarato inagibile nel 1966.

    La riapertura del Rossini nel 1980 decreta l’inizio di una vita intensissima in contemporanea con la nascita del Rossini Opera Festival. Il teatro ospita nel corso dell’anno: produzioni liriche e concerti del Rossini Opera Festival, la Stagione Teatrale, la Stagione Concertistica e il Festival Nazionale d’Arte Drammatica.

  • Cattedrale di Santa Maria Assunta
    0721.30043 Arcidiocesi di Pesa
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Assunta

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta si trova in via Rossini. Una prima basilica fu edificata nel V secolo nella medesima sede e si trovava entro il perimetro della città romana.

    Nel 1503 il campanile fu distrutto da Cesare Borgia e comportò il rifacimento ed ampliamento del presbiterio e dell'abside.Nel 1865, sotto la direzione dell'architetto Giambattista Carducci, iniziò un'altra radicale ristrutturazione, che non modificò però la facciata romanica realizzata nel Duecento.

    In occasione di tali lavori avvenne la sensazionale scoperta dell'ampio mosaico pavimentale (900 mq circa) che si estende per tutta la chiesa e che risale, tranne le parti rimaneggiate in epoca medievale, alla metà del VI secolo d.C. Esso fu reso visibile nel biennio 1949-'50.

    Fu inoltre così ritrovata, a più di un metro sotto la superficie, una basilica che viene poi identificata nella cattedrale paleocristiana. Il portale trecentesco in pietra bianca è fiancheggiato da due leoni, databili tra il XII e XIII secolo, probabile emblema dei Malatesta. L'interno della chiesa è a croce latina con tre navate, sette altari e tre cappelle.

    Nella navata di destra si possono ammirare la cappella di san Terenzio, dove sono conservate le reliquie del santo e di altri santi patroni cittadini, ed un affresco trecentesco della Madonna del popolo. Nella navata di sinistra invece è la cappella del Santissimo Sacramento con resti marmorei dell’antico battistero. Le due cappelle risalgono ai rifacimenti del XIX-XX secolo.

    Sopra la porta d’ingresso una tela di Marco Benefial raffigura Maria Assunta tra santi, mentre nel transetto di sinistra la tela di Giovanni Giacomo Pandolfi rappresenta la Crocifissione con Santi. 

  • Pesaro
    07213871
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pesaro

    Affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare situato tra due colline costiere: il Monte Ardizio a est sud est e il Monte  San Bartolo a ovest-nord-ovest, che dà il proprio nome al Parco Naturale del Monte San Bartolo.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE: Sono sette i chilometri di spiaggia sabbiosa tra litorale attrezzato e libero, più di 100 le strutture di accoglienza turistica, alcune aperte tutto l’anno, tra alberghi al mare, in centro e collina, agriturismi, campeggi e appartamenti, per un totale di quasi 11.000 posti letto.
    Al mare si lega una secolare tradizione di ospitalità balneare che rivolge un’attenzione particolare alle famiglie e ai bambini. Dal 2010 Pesaro dedica ai più piccoli la “Mezzanotte bianca dei bambini”, l'evento che apre la programmazione turistica estiva. L’offerta balneare comprende, grazie alla particolare conformazione del territorio, con la costa bassa e sabbiosa stretta a sud e a nord dai rilievi del San Bartolo e dell’Ardizio che giungono fino al mare, stabilimenti facilmente raggiungibili dagli alberghi e dal centro storico, e piccole baie immerse nella natura. Sul lungomare è già in funzione il tratto comune della Ciclovia Adriatica, la lunga pista ciclabile della costa adriatica, che corre da Pesaro a Fano per dodici chilometri.

    COSA VISITARE: Tra gli edifici di architettura religiosa si segnalano: la Cattedrale, la chiesa barocca del Nome di Dio, la chiesa di S. Giovanni Battista e la chiesa di S. Agostino. Tra i monumenti e musei degni di nota da non perdere sono: la quattrocentesca Rocca Costanza, il Palazzo Ducale, Casa Rossini, il museo dedicato al grande Gioachino, inaugurato l'11 giugno del 2019, che documenta la vita e la grandezza dell'artista;  il Teatro Rossini, dove ogni anno si svolge il Rof  (Rossini Opera Festival), il  Museo Archeologico Oliveriano e  i Musei Civici (comprendente la Pinacoteca e il Museo delle Ceramiche). La tradizione marinara è ben documentata dal Museo Washington Patrignani, che raccoglie in due sezioni le testimonianze relative alla storia della marineria pesarese. Una suggestiva scultura contemporanea  è la “Palla” di Pomodoro, una sfera di bronzo realizzata nel 1998 dallo scultore Arnaldo Pomodoro. Villino Ruggeri è una bella costruzione in stile liberty; poco distante da Pesaro, sul Colle San Bartolo, sorge Villa Imperiale, costruita a partire dal 1530. Nel Parco del San Bartolo, nel territorio di Pesaro, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara e Santa Marina Alta sono pittoresche frazioni a picco sull’azzurro del Mare Adriatico. 
     
    INFO: Tel. 0721 69341; e-mail: iat.pesaro@regione.marche.itwww.turismopesaro.it 
     
     
    Parco Naturale del Monte San Bartolo
    Tel. 0721 268426
    www.parcosanbartolo.it 

  • Tra colline e mare: il Parco Regionale del Monte San Bartolo
    0721.268426
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Tra colline e mare: il Parco Regionale del Monte San Bartolo

    Superficie: 1.600 Istituzione: 1994

    Comuni del Parco: Pesaro, Gabicce Mare

    Il Parco è situato tra Gabicce Mare e Pesaro e presenta aspetti naturali molto suggestivi.
    Le falesie strapiombanti costituiscono un paesaggio marino particolare con la presenza di pesci fossili e rari cristalli di gesso.
    Ai piedi delle falesie corre una sottile spiaggia di ghiaie e ciottoli, formata dal franamento delle pareti sovrastanti e ricca di fossili, un tempo usati per la pavimentazione delle strade di Pesaro. Attraverso una strada panoramica si raggiungono gli antichi borghi di Gabicce Monte, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara, Santa Marina Alta e il raccolto porticciolo di Baia Vallugola.

    La vegetazione del Monte San Bartolo è caratterizzata da boschi misti a quercia e carpino nero e da specie rare come il lino marittimo, il giunco, la carota delle scogliere e la splendente ginestra odorosa. Famoso per la presenza e la migrazione di numerose specie di uccelli, tra cui il falco pellegrino, i rapaci migratori tra cui i falchi pecchiaioli e di palude oltre ad una specie molto rara: l’albanella pallida, che viene dall’Africa per poi nidificare nell’Europa dell’est.
    Notevole dal punto di vista naturalistico è anche lo svernamento degli uccelli marini costieri, quali lo smergo maggiore, il cormorano, lo svasso maggiore e svasso piccolo e, negli inverni più freddi, l’edredone, oltre a quello di numerose specie di gabbiani, tra cui alcuni esemplari di zafferano, gavina, gabbiano corallino, gabbiano comune e quello reale. Nella zona della foce del fiume Foglia e a Baia Flaminia svernano anche l'airone cenerino, la garzetta e talvolta i cigni reali. Il parco ospita anche caprioli, volpi, tassi, istrici, donnole e ghiri.
    Cinque sentieri permettono di raggiungere piccole oasi naturali e di ammirare scorci spettacolari.

    I beni culturali non sono da meno: tra tutti spicca la Villa Imperiale, luogo di incontro di letterati e artisti tra cui Torquato Tasso e Pietro Bembo, frutto di una rivisitazione di un precedente edificio sforzesco da parte di Girolamo Genga, su commissione di Francesco Maria I Della Rovere, con uno splendido ciclo di affreschi dei fratelli Dossi, Raffaellino del Colle, il Bronzino; altri esempi di dimore nobiliari sono Villa Caprile, luogo di soggiorno di Casanova e Stendhal, edificata nel Seicento dalla famiglia Mosca e celebre per lo splendido giardino all’italiana dai divertenti giochi d’acqua, Villa Vittoria, dimora di Carolina di Brunswick e Villa Almerici.
    Non mancano neppure gli scavi archeologici: in località Colombarone sono infatti conservati i resti di una villa signorile sorta alla fine del III sec. d.C., ricca di mosaici e luogo di rinvenimento di reperti come bracciali e monete, vetri e anfore.

    L’Ente Parco organizza attività che spaziano dalle escursioni naturalistiche alle gite in motonave, alle feste e alle visite culturali.

    Idee di viaggio:

    http://www.destinazionemarche.it/un-itinerario-alla-scoperta-del-parco-san-bartolo/

    Info
    Museo Paleontologico
    ‘’Lorenzo Sorbini’’
    P.zza Dante Alighieri 1,
    61010 Fiorenzuola di Focara, (PU)
    Tel. 0721 268426

  • Porto turistico di Pesaro
    0721 177831 - 0721 220780 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Porto turistico di Pesaro

    Il nuovo porto turistico di Pesaro, di recente ristrutturazione, si estende a levante di quello preesistente. Gli interventi di ristrutturazione consentiranno di allargare l’imboccatura del porto fino a 115 metri. La costruzione della nuova darsena adiacente al cantiere navale renderà possibile il trasferimento di tutti i commerci che oggi si svolgono alla Calata Caio Duilio che sarà invece destinata all’attracco di passeggeri che arrivano e partono per la Croazia. La parte storica del Porto, la Calata Caio Duilio, diventerà il “salotto del mare”.

  • Villa Imperiale
    338.2629372
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Villa Imperiale

    La villa rappresenta uno straordinario esempio di residenza rinascimentale in stile manierista, perfettamente immersa nel paesaggio del Parco naturale di Colle S. Bartolo nei pressi della città di Pesaro. La struttura fu realizzata in due diverse fasi costruttive, una del XV ad opera di Alessandro Sforza e l’altra del XVI su iniziativa della famiglia della Rovere. Fu proprio durante la prima fase che la villa acquisì l’attuale denominazione durante la quale l’imperatore Federico III, in occasione della sua visita a Pesaro nel mese di gennaio del 1452 su invito di Alessandro Sforza, pose la prima pietra della costruzione.
    La parte più antica si caratterizzata per un impianto difensivo tipicamente quattrocentesco, visibile nell’alta torre (gli antichi coronamenti merlati sono stati eliminati) e per un cortile con una vera da pozzo decorata da tre scudi sforzeschi. Prima delle modifiche cinquecentesche al piano terra era originariamente un portico e una loggia aperti verso la valle.
    L’impianto cinquecentesco fu realizzato a partire dal 1523 dall’architetto urbinate Gerolamo Genga per i duchi di Urbino Francesco Maria Della Rovere e Leonora Gonzaga che volevano trasformare la residenza in luogo ideale di vita cortese, adatto ad assolvere le funzioni tipiche delle corti rinascimentali. In questa occasione fu sopraelevata la torre di guardia e tamponata una parte delle logge del cortile sforzesco. Venne poi realizzata l'aggiunta di un corpo quadrangolare con logge ai quattro angoli, adagiato sul colle grazie a un sistema di terrazzamenti e con una predominanza di spazi aperti: logge, giardini e cortili, luoghi ideali per gli otia dei duchi e dei loro ospiti.
    L’architetto Genga si occupò anche delle decorazioni interne alle quali misero mano prestigiose personalità artistiche dell’epoca come Dosso e Battista Dossi, Raffaellino del Colle, il Bronzino, Camillo Mantovano ed altri. I lavori furono terminati nel 1541 da Eleonora Gonzaga che incaricò Pietro Bembo delle iscrizioni del fregio collocato sul prospetto esterno e nel cortile d’onore.

  • Pesaro
    0721.69341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pesaro

    Affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare situato tra due colline costiere: il Monte Ardizio a est-sud-est e il Monte  San Bartolo a ovest-nord-ovest, che dà il proprio nome al Parco Naturale del Monte San Bartolo

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE 
    Sono sette i chilometri di spiaggia sabbiosa tra litorale attrezzato e libero (le spiagge Ponente/Levante Sottomonte hanno ottenuto la Bandiera Blu 2018 per oltre 6 km), più di 100 le strutture di accoglienza turistica, alcune aperte tutto l’anno, tra alberghi al mare, in centro e collina, agriturismi, campeggi e appartamenti, per un totale di quasi 11.000 posti letto. 

    Al mare si lega una secolare tradizione di ospitalità balneare che rivolge un’attenzione particolare alle famiglie e ai bambini.

    Dal 2010 Pesaro dedica ai più piccoli la Mezzanotte bianca dei bambini, l'evento di punta della programmazione turistica estiva, e sempre ai bambini sono dedicate alcune attività laboratoriali di letture ad alta voce proprio sulle spiagge della città, a cura della Biblioteca Baia Flaminia.

    L’offerta balneare comprende, grazie alla particolare conformazione del territorio, con la costa bassa e sabbiosa stretta a sud e a nord con i rilievi del San Bartolo e dell’Ardizio che giungono fino al mare, stabilimenti facilmente raggiungibili dagli alberghi e dal centro storico, e piccole baie immerse nella natura.

    Svariate sono le piste ciclabili: la Bicipolitana è un itinerario riservato ai bikers che collega diverse zone della città. Un’apposita segnaletica indica i percorsi. Sono previste linee di diverso colore, ciascuna delle quali conduce in varie direzioni.
    La pista ciclabile Pesaro-Fano si sviluppa lungo tutto il litorale in direzione sud, fino a Fosso Sejore; essendo a quota arenile, serve gli stabilimenti balneari che insistono sulla spiaggia di Levante e risulta molto comoda per chi vuole raggiungere la spiaggia in bicicletta. C'è anche un percorso che, costeggiando il corso del Fiume Foglia con la pista ciclopedonale Umberto Cardinali, porta alla scoperta della flora e della fauna locali. 

    COSA VISITARE 
    Tra gli edifici di architettura religiosa si segnalano: la Cattedrale, eretta sui resti di un edificio tardo romano, che vanta un interessante patrimonio musivo; la Chiesa di Sant'Agostino, che conserva un notevole portale gotico-veneziano sulla facciata e importanti tele all'interno; il Santuario della Madonna delle Grazie, edificato nel XIII secolo dai Malatesta e rifatta in forme barocche.

    Tra i monumenti e musei degni di nota da non perdere sono: la quattrocentesca Rocca Costanza, opera a pianta quadrata, rafforzata da torrioni cilindrici e cinta da un ampio fossato, già adibita a carcere; il Palazzo Ducale, ora sede della Prefettura, fatto erigere da Alessandro Sforza nella seconda metà del XV secolo; il Museo Archeologico Oliveriano e i Musei Civici, con la Pinacoteca e il Museo delle Ceramiche; collocata all’interno di palazzo Mosca, la Sonosfera, uno spazio progettato per la fruizione immersiva di contenuti tridimensionali sonori e audio-visivi; Casa Rossini, che conserva materiale documentario, tra cui stampe e cimeli legati alla vita e all'opera del grande compositore; il Museo Nazionale Rossini, che racconta la vita, l’uomo e la grandezza dell’artista ma anche l’attualità dell’opera di Gioachino Rossini; il Teatro Rossini, dove ogni anno si svolge il Rof (Rossini Opera Festival), un festival musicale lirico che dal 1980 si tiene annualmente ad agosto a Pesaro, città natale di Gioachino Rossini. ROF è anche il nome della Fondazione costituita nel 1994 per appoggiare la Fondazione Rossini nell'attività di recupero teatrale, musicologico ed editoriale della produzione rossiniana. 

    La tradizione marinara è ben documentata dal Museo Washington Patrignani, che raccoglie in due sezioni le testimonianze relative alla storia della marineria pesarese.
    Una suggestiva scultura contemporanea è la Palla di Arnaldo Pomodoro, una sfera di bronzo realizzata nel 1998 dal noto scultore. Villino Ruggeri è un bella costruzione in stile liberty; poco distante da Pesaro, sul Colle San Bartolo, sorge Villa Imperiale, costruita a partire dal 1530.
    Nel Parco del San Bartolo, nel territorio di Pesaro, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara e Santa Marina Alta sono pittoresche frazioni a picco sull’azzurro del Mare Adriatico.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Pesaro nel corso dell'anno ricordiamo, oltre al Rof, la Mostra internazionale del Nuovo Cinema(Pesaro Film Festival), uno dei più importanti festival cinematografici italiani, che si svolge a giugno.

    Nel 2018 si è celebrato il 150° anniversario dalla morte di Gioachino Rossini, il celebre compositore nato a Pesaro nel 1792 e morto a Passy, Parigi nel 1868.

    Tra i piatti e prodotti tipici tradizionali segnaliamo i cappelletti alla pesarese, preparati in brodo; le tagliatelle e i cannelloni "alla Rossini", piatto a base di pasta fresca dedicato al grande compositore; il bostrengo, ovvero riso lessato mescolato con fichi secchi, uvetta, miele, alchermes, farina di mais, cacao, mele, pere ecc.. Tra i secondi piatti ricordiamo le famose triglie al prosciutto, le seppie ripiene, i Garagoli, crostacei saltati nell'olio con varie spezie e le olivette di vitello, fagottini di carne ripieni impanati e fritti. 
    Una "chicca" gastronomica è la Pizza Rossini, per il particolare abbinamento pizza e maionese. La base è una semplice margherita, a cui vanno aggiunte uova sode e maionese rigorosamente fatta a mano. 


     

     

  • Cattedrale di Santa Maria Maggiore
    0721.803327
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Maggiore

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta è ubicata a Fano, lungo Via Arco d'Augusto. Essa fu innalzata nella seconda metà del XII secolo sui resti di un’antica Chiesa distrutta da un incendio. Quest’ultimo fatto è ricordato da una lapide sita all’interno dell’attuale edificio di culto. L'interno presenta tre navate con le relative tre absidi di cui due, quelle laterali, sono state tramutate in cappelle laterali a partire dal XIV secolo. Sono degni di attenzione: un pulpito realizzato con sculture appartenute all'antica Chiesa, tra cui rilievi romanici rappresentanti episodi dell'infanzia di Cristo, e la seicentesca Cappella Nolfi a cui collaborò l'architetto Girolamo Rainaldi e che fu affrescata con "Le Storie della Vergine" da Domenico Zampieri detto il Domenichino tra il 1618 e il 1619. Nella Cappella dei Santi Protettori e sull'Altare Maggiore si possono rispettivamente ammirare due tele: "La Vergine con i Santi Orso ed Eusebio" di Ludovico Carracci e "La Vergine Assunta" di Sebastiano Ceccarini. La facciata tipicamente romanica è tripartita, a struttura mista di laterizi e arenaria arricchita da un portale strombato, al cui centro si presenta un portale gotico con evidenti influssi cosmateschi nelle decorazioni a tarsie marmoree che ravvivano i pilastrini e gli archi della strombatura, alternati alle lisce colonnette in marmo bianco e rosa: il tutto contrapposto alle immagini in forte rilievo dell’agnello divino scolpito al centro dell’architrave. La cornice scolpita del grande occhio superiore denuncia purtroppo il vuoto dell’antico rosone scomparso; come pure scomparsi sono gli originali bacini in ceramica sopra gli archetti ciechi dello pseudologgiato laterale. Il campanile, posto su un fianco dell’edificio, è stato innalzato recentemente, sul luogo dell'originale torre campanaria cilindrica distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

  • Fano
    0721 8871
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fano

    Fano è una nota località balneare nel nord delle Marche, famosa per il suo Carnevale, il più antico d'Italia.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE: Il litorale si suddivide in Lido e Sassonia, entrambi con coste basse: la prima è sabbiosa, la seconda ghiaiosa. La costa meridionale si suddivide in Torrette, Ponte Sasso e Metaurilia, quest'ultima fondata dopo un'opera di bonifica del territorio nel 1938. Svariati sono i campeggi che si trovano lungo la Statale da Fano a Marotta di Mondolfo. Sul lungomare è  in funzione la lunga pista ciclabile della costa adriatica, che corre Fano a Pesaro  per dodici chilometri.A  Fano è presente un importante porto peschereccio;  gli amanti del turismo nautico possono contare sull'attrezzato porto turistico di Marina dei Cesari, una darsena moderna e funzionale dove ormeggiano numerose imbarcazioni.

    COSA VISITARE: Nel centro storico l’attrazione di maggiore interesse è il monumentale Arco d’Augusto, da sempre simbolo della città di Fano  e porta dell’antica Via Flaminia; costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innesta nel decumano massimo della città, il monumento si data, tramite l'iscrizione del fregio, al 9 d.C. Altri siti da non perdere sono: la cinquecentesca Fontana della Fortuna,  l'ottocentesco  Teatro della Fortuna, la Rocca Malatestiana, delimitata da cortine scarpate con robusti torrioni angolari e con il Mastio, la Corte Malatestiana, sede del Museo Civico e della Pinacoteca, la Cattedrale, che conserva un pulpito e la barocca Cappella Nolfi del XVII secolo; la Chiesa di Santa Maria Nuova, la Chiesa barocca di San Pietro in Valle, la Chiesa di Sant’Agostino e le Tombe dei Malatesta, un vero e proprio capolavoro di arte neogotica, ospitate nel sottoportico della Chiesa di San Francesco. Da visitare, nei dintorni, il caratteristico Eremo camaldolese di Monte Giove e la località termale di Carignano.

    TIPICITA’ ED EVENTI: Tra le specialità gastronomiche da non perdere è il brodetto alla fanese, piatto tipico della cucina marinara dell’Adriatico. Famosa è la Moretta fanese, drink a base di caffè, rum, anice e brandy, che ebbe origine tra i marinai e pescatori del porto, che prendevano bevande corrette e molto calde per scaldarsi e rinvigorirsi prima di andare in mare. Oltre al Carnevale, gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Fano nel corso dell’anno sono: la Fiera Mercato dell’Antiquariato , che tradizionalmente si svolge la seconda domenica di ogni mese e il sabato precedente , Fano Jazz by the sea (luglio), Fano dei Cesari, rievocazione storica della Fano romana (luglio) e il Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce ( settembre).

    INFO 

    Informazioni turistiche
    Tel. 0721 803534  iat.fano@regione.marche.it
     
     Alberghi consorziati Riviera di Fano
    Tel. 0721 827376
    www.fanonline.it  
    info@fanonline.it

  • Marina dei Cesari - Fano
    0721 800279
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Marina dei Cesari - Fano
    L’approdo "Marina dei Cesari" ha una capacità complessiva di 450 barche ed è situato all’interno del porto di Fano, a nord della nuova darsena. E' situato a pochi passi dal centro storico della città di Fano, nonchè a ridosso di una meravigliosa spiaggia attrezzata. E' dotato dei più moderni servizi a favore del diportista, con acqua ed energia elettrica in banchina, servizio ormeggiatori e sorveglianza 24 ore su 24, distributore carburante, 140 box, e travel lift sino a 75 ton. Il porto di Fano ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Approdo turistico Bandiera Blu.


    La passeggiata del Lisippo
    Il percorso panoramico è accessibile a ciclisti, pedoni e portatori di handicap. La lunghezza dell'intera passeggiata, poco più di un chilometro, la rende una tra più lunghe della costa adriatico. Al termine della passeggiata, con vista sul porto turistico, si può ammirare una copia della statua del Lisippo, la nota scultura bronzea ritrovata nel mare Adriatico da pescatori fanesi nel 1961. La scultura, datata tra il IV e il II secolo a.C. e attribuita, su base esclusivamente stilistica, allo scultore greco Lisippo o ad un suo allievo, è oggi conservata presso il Getty Museum di Malibù, in California. Vari governi italiani, insieme anche alla Regione Marche e al Comune di Fano, negli ultimi anni hanno reclamato il ritorno della statua in Italia, ma il museo americano ha sempre replicato negativamente e ritenuto infondate le richieste a causa dell'impossibilità di stabilire con precisione il luogo del recupero.

     

  • Pietro di Cristoforo Vannucci, detto il Perugino - Annunciazione

    L’Annunciazione (olio su tavola, 212 x 172 cm), oggi conservata presso la chiesa di S. Maria Nuova di Fano, fu realizzata dal Perugino tra il 1488 e il 1490 per l’Ordine dei francescani osservanti di Fano. L’opera raffigura l’Angelo del Signore che, recante in mano il giglio bianco simbolo della purezza, porta l’annuncio alla Vergine pacatamente sorpresa durante la lettura di un libro.
    La scena si svolge secondo uno schema composto e piacevole entro una struttura architettonica di pilastri e volte che dirige lo sguardo dello spettatore verso il paesaggio collinare aperto sullo sfondo; in alto si trova il Dio Padre che, entro un nimbo luminoso circondato da cherubini, benedice l’avvento di Cristo e invia la colomba dello Spirito Santo.
  • Arco di Augusto e mura augustee

    Comunemente conosciuto come Arco di Augusto, non si trattava in realtà di un arco onorario, come quello di Traiano in Ancona, ma della principale porta d’accesso all’antica città di Fano, situata nel punto in cui la via Flaminia si andava a sovrapporre al decumano massimo della città.
    Il monumento fu realizzato nel 9 sec. d.C. secondo quanto riportato dall’iscrizione del fregio, probabilmente un tempo decorata con lettere bronzee dorate. Allo stesso periodo risalgono le mura di cinta volute dall’imperatore Cesare Ottaviano Augusto, oggi ancora in gran parte visibili e realizzate in occasione della fondazione della colonia romana di Julia Fanestris (poi Fanum Fortunae). L’Arco, in opus quadratum, si divide in un fornice centrale e due minori che servivano per i pedoni. Della struttura si conserva quasi perfettamente il corpo di base mentre l’attico pseudoporticato che si trovava in cima fu quasi completamente distrutto da Federico da Montefeltro durante l’assedio del 1463. Notizia dell’aspetto originario è ancora presente nel bassorilievo rinascimentale scolpito su un lato della facciata di S. Michele.

  • Basilica di Vitruvio

    Notizie della basilica ci arrivano dallo stesso Vitruvio che nel I capitolo del V Libro del De Architectura descrive la basilica da lui realizzata nell’antica colonia romana di Julia Fanestris fornendoci proporzioni precise, dettagli architettonici e decorativi della struttura di cui, però, oggi non rimane traccia alcuna. L’importanza di tale fonte non riguarda solo la sua presenza all’interno di un trattato così importante per tutta l’architettura occidentale, ma soprattutto per il fatto che si reputa l’unica opera di cui Vitruvio riconosce la paternità. Dal punto di vista tipologico, la Basilica di Fano rappresenta un’eccezione al paradigma normativo dell’edificio basilicale teorizzato dallo stesso architetto nel trattato. Fin da quando fu pubblicata nel 1486 l’Editio princeps del De Architectura, numerosi sono stati i tentativi di trattatisti, archeologi e architetti di ricostruire l’aspetto originario, almeno in pianta, della basilica; tra tutti ricordiamo il più famoso, l’architetto Andrea Palladio.
    Molte sono state le campagne di scavo condotte per rinvenire prove dell’esistenza della struttura fino a quella recente del 1840 che ha riportato alla luce imponenti parti di un edificio romano sotto l’ex convento degli Agostianiani, immediatamente attribuiti alla famosa Basilica di Vitruvio. Non ci sono, al momento, sufficienti studi scientifici che possano comprovare un rapporto tra questi resti e la basilica anche se recentemente sono state avviate nuove ricerche sul sito archeologico di S. Agostino e proposto un modello virtuale completo della struttura. Nel 2010 è stato fondato il Centro Studi Vitruviani dedicato all’opera vitruviana e all’architettura classica.

    Gli edifici romani rinvenuti nei sotterranei della Chiesa di Sant’Agostino sono ad oggi visibili grazie all’Archeoclub di Fano, che organizza visite guidate tutto l’anno.

    Nel periodo invernale (metà settembre – metà giugno), tali visite si tengono ogni secondo sabato del mese (in concomitanza con la Mostra Mercato  dell’Antiquariato) alle ore 17.30, mentre in estate (metà giugno – metà settembre) hanno luogo tutti i mercoledì e venerdì sera alle 21.30 (in agosto anche il giovedì sera).

    Per partecipare alle visite guidate, è necessaria la prenotazione all’Archeoclub al numero: 339.8070687 – archeoclubfano@gmail.com .

  • Fano
    0721.887 314/617/312
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fano

    Fano è una nota località balneare nel nord delle Marche, famosa per il suo Carnevale, il più antico d'Italia, che si festeggia con carri allegorici, maschere e costumi. Tra gli elementi tipici che caratterizzano il Carnevale di Fano vi sono: il getto, ovvero il lancio di quintali di dolciumi dai carri allegorici, la Musica Arabita, un gruppo di musicisti che oltre ai normali strumenti utilizza oggetti di vario genere per produrre la musica, e le sfilate dei carri, imponenti costruzioni di cartapesta e gommapiuma alte sino a 16 metri e che percorrono circa 2 km. 

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    Il litorale si suddivide in Lido e Sassonia (Fano Nord, Sassonia Nord e Torrette sono Spiagge Bandiere Blu 2019)entrambi con coste basse, la prima è sabbiosa, mentre la seconda ghiaiosa. Lido e Sassonia sono spiagge a misura di bambino, grazie anche alla presenza di gonfiabili e alle numerose attività che vengono organizzate sul lungomare. La costa meridionale si suddivide, invece, in Torrette (Bandiera Blu 2019), Ponte Sasso e Metaurilia, quest'ultima fondata dopo un'opera di bonifica del territorio nel 1938.
    Svariati sono i campeggi che si trovano lungo la Statale Adriatica da Fano a Marotta di Mondolfo. 

    Sul lungomare è in funzione la lunga pista ciclabile della costa adriatica, che collega Fano a Pesaro per dodici chilometri.
    A Fano è presente un importante porto peschereccio, inoltre, gli amanti del turismo nautico possono contare sull'attrezzato porto turistico di Marina dei Cesari, una darsena moderna e funzionale dove ormeggiano numerose imbarcazioni.

    COSA VISITARE
    Nel centro storico l’attrazione di maggiore interesse è il monumentale Arco di Augusto, da sempre simbolo della città di Fano e porta dell’antica Via Flaminia: costruito sul punto in cui la via Flaminia s'innesta nel decumano massimo della città, il monumento si data, tramite l'iscrizione del fregio, al 9 d.C.

    Altri siti da non perdere sono la cinquecentesca Fontana della Fortuna e l'ottocentesco Teatro della Fortuna, con sala a ferro di cavallo, tre ordini di palchi, loggione a balconata e capace di 595 posti. Di grande rilievo anche la Rocca Malatestiana, delimitata da cortine scarpate con robusti torrioni angolari ma ormai priva del suo mastio; la Corte Malatestiana, sede del Museo Civico e della Pinacoteca, che vanta tra le altre, opere del Domenichino, Guido Reni, Guercino, Giovanni Francesco Guerrieri, Mattia Preti; la Cattedrale, che conserva un pulpito e la barocca Cappella Nolfi del XVII secolo; la Chiesa di Santa Maria Nuova; la Chiesa barocca di San Pietro in Valle; la Chiesa di Sant’Agostino e le Tombe dei Malatesta, un vero e proprio capolavoro di arte neogotica, ospitate nel sottoportico della Chiesa di San Francesco.

    Da visitare, nei dintorni della città, il caratteristico Eremo camaldolese di Monte Giove.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Tra le specialità gastronomiche da non perdere è il brodetto alla fanese, piatto tipico della cucina marinara dell’Adriatico.
    Famosa è la Moretta fanese, drink a base di caffè, rum, anice e cognac, che ebbe origine tra i marinai e pescatori del porto, che prendevano bevande corrette e molto calde per scaldarsi e rinvigorirsi prima di andare in mare.

    Oltre al Carnevale, gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Fano nel corso dell’anno sono la Fiera Mercato dell’Antiquariato, che tradizionalmente si svolge la seconda domenica di ogni mese e il sabato precedente, Fano Jazz by the sea (luglio), Fano dei Cesari, rievocazione storica della Fano romana (luglio) e il Festival Internazionale del Brodetto e delle Zuppe di Pesce (settembre).

  • Carnevale di Fano

    Ogni anno la città di Fano si trasforma per il Carnevale, il più antico d'Italia (datato 1347), con sfilate di giganti carri allegorici in carta pesta, maschere, musica, centinaia di chili di dolciumi lanciati dai carri ed il rogo finale in cui viene bruciato Il grande Pupo, per uno spettacolo unico e indimenticabile. Esso affonda le sue radici, almeno secondo leggenda, nell’episodio della riconciliazione tra le due più importanti famiglie fanesi di allora: i Del Cassero e i Da’ Carignano. Da allora il carnevale è andato gradualmente caratterizzandosi, tanto che nel 1872 si decise di creare un comitato incaricato dell’organizzazione dell’evento che ancora oggi, dopo secoli, coinvolge e appassiona più di un centinaio di migliaia di fanesi e di turisti.  Carnevale di Fano è anche sinonimo di … cultura, esibizioni, teatro, arte, enogastronomia, festival, musica e sport.

  • Eremo e Monastero di Monte Giove
    .0721.864090 (Foresteria)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Eremo e Monastero di Monte Giove

    Nelle immediate vicinanze di Fano sorge l'Eremo di Monte Giove, eretto sulla sommità del colle omonimo (m.223) nel primo ventennio del sec. XVII dalla Congregazione Camaldolese di Monte Corona.  
    La sommità del colle divenne proprietà dei monaci della Congregazione Camaldolese dell’ordine di San Benedetto a partire dal 1609, anno di costruzione del loro convento, ultimato nel 1627. Alla sua edificazione contribuirono molti benefattori e lo stesso comune di Fano, che si impegnò a concedere alla famiglia religiosa una notevole quantità di grano. L’Eremo acquistò ben presto grande popolarità tanto da ricevere la visita della regina di Svezia Cristina Alessandra Maria nel 1657. Nel 1741, a causa di cedimenti dovuti all’instabilità del terreno, la chiesa venne completamente ricostruita in posizione più arretrata, su disegno dell’architetto riminese Gian Francesco Buonamici. 

    La chiesa attuale, dedicata al Salvatore, a pianta ottagonale e con facciata tripartita, conserva al suo interno le quattro statue di San Benedetto, Santa Scolastica, San Pier Damiani e San Bonifacio, eseguite dallo scultore riminese Carlo Santi. Inoltre presenta una statua di san Romualdo da Ravenna, fondatore dell’ordine Camaldolese, opera del veneziano Antonio Corradini. La tela della Trasfigurazione che sovrasta il coro e l’altra della Madonna con santi e l’arcangelo Gabriele poste nella sagrestia sono del pesarese Gianandrea Lazzarini. Dalla precedente chiesa seicentesca provengono le due tele raffiguranti "S. Romualdo e il faggio del miracolo" e "Cristo bambino con la croce, San Giuseppe e i Santi Maria Maddalena, Benedetto, Romualdo e Scolastica" del pittore camaldolese Venanzio da Camerino. La cappella di sinistra, fatta erigere da Guido Nolfi, è dedicata a Sant'Onofrio e a San Giuseppe.
    L’eremo, abitato attualmente da sette monaci e una monaca, dispone di una biblioteca con 1000 volumi, la sacrestia con gli arredi originali del Settecento, una farmacia e una foresteria, che può ospitare fino a 30 persone, in camere singole e doppie; generalmente l' ospitalità non deve durare più di una settimana.
    In alcuni periodi dell'anno si apre alla comunità con incontri religiosi, di meditazione e giornate di studio sulla teologia. 

  • Acqualagna
    0721.79671
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acqualagna

    Acqualagna sorge lungo l'antica via Flaminia, a sud-ovest della gola del Furlo, nel punto dove il Burano confluisce nel Candigliano. Sullo sfondo, a nord-est, le ripide pendici dei monti Pietralata e Paganuccio, a sud-ovest, le cime appenniniche del Catria e del Nerone.

    Nei pressi dell'attuale centro sorgeva una città romana, Pitinum Mergens, distrutta da Alarico; gli abitanti superstiti fondarono più tardi il castello di Montefalcone da cui, nel tardo medioevo, si venne a formare il borgo. Nel paese si trova la chiesa parrocchiale, dedicata a Santa Lucia, di antica fondazione, mentre poco lontano sorge il Santuario del Pelingo, santuario mariano diocesano, che contiene un venerato affresco della Madonna col Bambino. Desta interesse la Chiesa di San Vincenzo al Furlo, ciò che rimane di un'antica Abbazia dell'VIII secolo in cui abitarono San Romualdo (1011) e San Pier Damiani (1042). Il cenobio rimase indipendente fino al secolo XI quando entrò – con le abbazie e gli eremi alle sue dipendenze – nella diretta influenza della vicina Fonte Avellana. Nei pressi della chiesa si trova un piccolo ponte romano.

    È possibile ammirare, poco lontano dal centro, l'antica torre di vedetta a pianta circolare del Castello di Pietralata, mentre a Farneta sopravvivono i resti di un fortilizio feltresco. Lungo la strada che da Acqualagna conduce a Piobbico e al passo appenninico di Bocca Serriola, si incontrano infine la chiesa della Madonna del Pietriccio con affreschi trecenteschi sotto il loggiato e, proseguendo oltre, la chiesa abbaziale di Santa Maria Nuova e il castello di Naro.

    Villa di Colombara è invece un edificio rurale romano del II secolo a.C. che si trova nell'omonima località del comune di Acqualagna. I resti di tale fattoria sono conservati ad Acqualagna nell'Antiquarium Pitinum Mergens.

    Tra le ripide pareti di calcare dei monti Pietralata e Paganuccio si apre la spettacolare gola del Furlo. Sul luogo è ancora percorribile la galleria fatta scavare nella roccia da Vespasiano (anno 79 d.C.). Acqualagna è compresa nella Riserva Naturale Statale Gola del Furlo ed è nota, a livello nazionale, come la Capitale del Tartufo, vista la sua importanza riconosciuta durante tutto l’anno per i vari eventi dedicati. Si fa riferimento, in particolare, alla Fiera Nazionale del Tartufo, che si svolge tra la fine di ottobre e l'inzio di Novembre, e alla tradizione plurisecolare di ricerca, produzione e commercializzazione del tubero più famoso di tutti i tempi.

  • Riserva Naturale Statale Gola del Furlo
    0721.700041 - ulteriori info 8
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Naturale Statale Gola del Furlo

    La Riserva Naturale Statale Gola del Furlo è stata istituita nel 2001 e copre una superficie di 3.626,94 ettari ricompresa nei comuni di Acqualagna, Cagli, Fermignano, Fossombrone, Urbino.
    ARCHEOLOGIA: Il toponimo Furlo deriva dal latino forulum (“piccolo foro”), volgarizzato poi in Forlo e quindi Furlo. All’interno della gola, i romani hanno scavato due gallerie nella roccia nel punto in cui il transito era più problematico: la galleria grande è ancora oggi aperta al traffico pedonale e veicolare (è stata terminata nel 76 d.C. per volere dell’imperatore Vespasiano); la galleria piccola, visibile dalla strada, ma il cui accesso è possibile con visita guidata, è datata alla prima metà del I sec d.C.
    GEOLOGIA E PALEONTOLOGIA: In questa splendida gola calcarea incisa profondamente dal fiume Candigliano, il paesaggio e la morfologia permettono di ricostruire la storia geologica di più di 200 milioni di anni fa: nelle formazioni rocciose del Giurassico e del Cretaceo sono presenti diversi tipi di fossili, di cui i più abbondanti rappresentano ciò che resta di un gruppo di animali ora estinti, distinguibile in quattro grandi raggruppamenti: Phylloceratina, Lytoceratina, Ammonitina, Ancyloeratina.
    FLORA: La vegetazione è costituita prevalentemente da boschi di leccio negli ambienti rupestri e semi rupestri, da querceti e da vasti orno-ostrieti nel resto del territorio. Nell’alto versante settentrionale del M. Paganuccio è presente un interessante lembo di faggeta con una ricca flora mesofila. Alle quote più elevate si trovano invece le praterie. La flora è particolarmente ricca: all’interno della gola sono presenti specie molto rare e interessanti fra cui si possono ricordare la Moehringia papulosa, una specie endemica di alcune gole rupestri marchigiane, il Muscari tenuiflorum, l’Aster amellus, la Campanula tanfanii,…; nelle praterie sommitali sono abbondanti ranuncolacee, leguminose, ombrellifere, composite, labiate, graminacee e numerose orchidee, tra le quali la Dactylorhiza romana e l’Orchis militaris.
    FAUNA: La fauna presenta numerose specie di interesse naturalistico. Particolarmente numerosi i rapaci: nella Riserva del Furlo si è stabilita da anni una coppia di maestose aquile reali; nelle pareti di roccia nidifica il falco pellegrino. Le praterie sommitali sono ideali territori di caccia anche di gheppi, falchi pecchiaioli, poiane e albanelle minori. L’ambiente boschivo è regno indiscusso del lupo appenninico: specie sociale e territoriale, si muove nel territorio della Riserva a caccia di caprioli, cinghiali, daini, e molto altro. Tra i rettili si segnalano il cervone, il saettone, la vipera comune e la luscengola. Il fiume Candigliano e la sua vegetazione ripariale costituiscono ambienti ideali per gli uccelli limicoli quali gli aironi cenerini, la garzetta e la nitticora, per una numerosa colonia svernante di cormorani e per il coloratissimo martin pescatore. Tra la fauna ittica si segnalano carpe, cavedani, arborelle e barbi; fra i crostacei è presente il granchio di fiume.

     

  • Sua Maestà il Tartufo
    Ricca in tutta la regione è la produzione di tutte le principali specie di tartufi, sia bianchi che neri. 
    Il più pregiato è il Tartufo Bianco a cui sono dedicate diverse fiere, a Sant’Angelo in Vado (PU) nei fine settimana di ottobre e novembre, ad Acqualagna (PU) da ottobre a novembre, a Pergola (PU) nella prima metà di ottobre; ad Amandola (FM) nella prima metà di novembre.
    Il tartufo nero è diffuso soprattutto a Cagli (PU), a Sassoferrato e Arcevia (AN), a Camerino, e Visso (MC), nei Monti Sibillini, Amandola e Montefortino (FM) e nella provincia di Ascoli Piceno ad Acquasanta Terme, Roccafluvione, Comunanza.
    È tipico anche il Bianchetto raccolto a fine inverno.

    Nel 2018 è stato inaugurato ad Acqualagna il primo Museo del Tartufo delle Marche.

    Sono quattro gli appuntamenti più importanti dedicati al tartufo bianco:
    Acqualagna con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco
    Amandola con al Festa del Tartufo Bianco - Diamanti a tavola
    Pergola con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato 
    Sant'Angelo in Vado con la Mostra Nazionale del Tartufo Bianco

  • Fiera Nazionale del Tartufo Bianco ad Acqualagna

    Torna l’appuntamento con la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco ad Acqualagna, dove la secolare tradizione di ricerca, produzione e vendita del tartufo fa sì che il suo mercato sia il luogo di incontro privilegiato per la promozione e la commercializzazione sia a livello nazionale che internazionale. La piazza principale della cittadina ospiterà gli stand dei commercianti di tartufo fresco, anima storica della festa. Il Palatartufo è il più importante spazio di accoglienza per gli oltre 200.000 visitatori della Fiera. Acqualagna, capitale del tartufo, è situata lungo il tracciato dell’antica Flaminia ed è circondata da luoghi di rara bellezza naturale ed architettonica. La Riserva naturale statale del Furlo richiama ancora oggi appassionati di natura per l’incantevole paesaggio, unito alla straordinaria varietà di esemplari di flora e fauna.

     

  • Cappella del Palazzolo
    0721 7373274
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cappella del Palazzolo

    All’interno del complesso dell'Oratorio dell'Ascensione si trova la Cappella del Palazzolo, opera della Confraternita del Santissimo Crocifisso dove sono custoditi una serie di affreschi riconosciuti dalla critica come "uno dei momenti più alti della pittura a fresco del ‘400 marchigiano".
    Sulla parete di fondo si trova la raffigurazione dell’Ascensione di Cristo tra i Santi Secondo e Sebastiano, realizzata dal sanseverinate Lorenzo D’Alessandro e nella quale domina la figura di Cristo in un’affollata scena tra la Madonna, gli apostoli e i santi. Sulle vele della volta erano dipinti quattro evangelisti di cui rimangono leggibili solamente due. Entrambi furono dipinti dall’artista intorno al 1483.
    Sulla parete destra sono visibili altri affreschi con l’Annunciazione, la Trinità e la Madonna con il bambino in trono, attribuiti ad un pittore differente prima riconosciuto in Bernardino di Mariotto, considerato l’erede di Lorenzo, e ora più cautamente assegnati al "Maestro del Palazzolo".

  • Pergola
    0721 7373274 (Servizio Cultura
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pergola

    Pergola, posta lungo l'alta valle del fiume Cesano su un ampio terrazzo alla confluenza con il Cinisco, è un piccolo comune ma ricchissimo di arte che dista circa 50 da Fano.

    A testimonianza del suo antico glorioso passato restano i famosi Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola di età giulio-claudia (tra il 23 e il 29 a.C,.) o addirittura cesariana (30-50 a.C.), rinvenuti solo nel 1946. Sull'identificazione dei quattro personaggi (due maschili a cavallo e due femminili) del gruppo sono state avanzate diverse ipotesi e fatte molto ricerche, così come sull'epoca di realizzazione, sulla provenienza e sul motivo della frantumazione delle statue (damnatio memoriae, furto o bottino di guerra). Il complesso costituisce uno dei pochissimi grandi gruppi scultorei equestri in bronzo dorato dell’antichità romana giunti fino a noi e, dopo un lungo e complesso lavoro di ricomposizione e restauro, realizzato con tecniche e materiali d'avanguardia presso il Centro di Restauro di Firenze, sono ora ospitati nel Museo dei Bronzi Dorati, che ha sede nell'ex convento di San Giacomo. La struttura museale ospita anche una pinacoteca con quadri e opere lignee, una sezione numismatica, una sezione romana e una sezione di arte contemporanea con opere grafiche del maestro e concittadino Walter Valentini.

    Pergola è inoltre conosciuta come la città dalle cento chiese, ricche di preziose opere d’arte, che sono testimonianza dell’importante ruolo economico, politico e religioso svolto dalla cittadina nel corso dei secoli. Una delle più antiche è la chiesa gotica di San Giacomo (sec. XIII), rinnovata insieme all'ex convento delle agostiniane, oggi sede del Centro Operativo Museale.
    Da visitare è anche la chiesa di San Francesco, con bel portale trecentesco ad arco acuto. Il Duomo, già chiesa degli agostiniani, ha un interno tardo barocco e una facciata ottocentesca, come barocchi sono gli interni di altre chiese: da Santa Maria Assunta alla chiesa dei Re Magi, da Sant'Andrea alla settecentesca chiesa delle Tinte, a croce greca con elegante cupola ottagonale. Fra gli edifici di architettura civile spicca il Palazzo Comunale, costruito su progetto del riminese Gianfrancesco Buonamici dopo il 1750.

    Meritano di essere menzionati anche l'antico Palazzo Ducale, quello dei Malatesta, poi Ginevri-Latoni e il settecentesco Teatro Angelo Dal Foco, recentemente recuperato dopo anni di abbandono. Altri bei palazzi privati sono quelli dei conti Mattei-Baldini, dei Badalucchi, dei Guazzugli-Gabrielli, dei Caverni, dei Giannini (oggi Buschi), dei Ruffini e dei Cini (oggi Giannini).

    Tra  i prodotti  enogastronomici si ricordano i vini di qualità di Pergola, tra i quali la Vernaccia Rossa o Vernaculum di Pergola, il vino DOC Sangiovese dei Colli Pesaresi, il Moscatello, il Vinsanto ed il Visner (noto anche come visciolata o vino di visciole).

    Altro pregiato prodotto di Pergola è il tartufo, a cui viene dedicata in autunno una Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola e dei Prodotti Tipici.

  • Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola
    0721 734090
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola
    Il museo ha sede nel trecentesco ex-convento di San Giacomo e raccoglie opere di rilevante interesse storico-artistico provenienti dal territorio del Comune. Le quattro sezioni che costituiscono il polo museale si articolano intorno al chiostro in una sorta di percorso circolare. Inaugurato il 9 ottobre 1999, il museo accoglie i Bronzi Dorati, l'unico gruppo di bronzo dorato giunto dall'età romana ai nostri giorni. La sezione archeologica si completa con mosaici policromi e corredi di tombe di età romana rinvenuti nella zona.

    La sezione numismatica comprende 238 monete, della raccolta donata al Comune di Pergola da don Giovanni Carboni nel 1971. La collezione si riferisce ad un periodo particolare della storia italiana, quello precedente e contemporaneo alla prime campagne napoleoniche.

    La sezione storico-artistica raccoglie una serie di opere: dipinti, sculture e arredi in legno, stampe e disegni databili tra il XIV e il XVIII secolo, testimonianza significativa del patrimonio artistico della città. La sezione di arte contemporanea presenta una serie di opere grafiche dell'artista pergolese Walter Valentini esponente di spicco dell'astrattismo lirico italiano ed europeo.
  • Biblioteca di Fonte Avellana
    0721/730261
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Biblioteca di Fonte Avellana

    Nel novero delle biblioteche più antiche è da includere la Biblioteca dell’Eremo di Fonte Avellana, nata nel lontano 980 insieme al monastero stesso, il quale comprende anche la cripta (del secolo X), la chiesa (del secolo XII), la sacrestia (del secolo XVIII), il chiostro (del secolo XI) e lo scriptorium ( del secolo XII).

    E’ di proprietà della Congregazione dei Monaci Camaldolesi dell’Ordine di S. Benedetto. Sin dall’epoca medievale offriva accanto allo scriptorium utilizzato per trascrivere le opere dei Santi Padri e per la redazione di nuove opere, un ricca biblioteca voluta da San Pier Damiani ad uso della comunità avellanita (sec. XI), incrementata in periodo umanistico dal Cardinal Bessarione, commendatario dell’Abbazia .

    La Biblioteca storico-monastica fu fatta allestire nel 1733 dall’abate Giacinto Boni, grande amante delle scienze e delle lettere, ed è disposta nella ricca scaffalatura in noce del sec. XIX e divisa in scomparti per materia.

    Essa fu depredata per ben due volte dei suoi libri: nel 1811, a seguito della soppressione napoleonica i libri più importanti furono trasferiti nella biblioteca di Brera a Milano e gli altri a quella di Urbino. Questi ultimi furono recuperati nel 1816 ma con la nuova soppressione del 1866, la biblioteca fu nuovamente spogliata e i libri trasferiti alla Biblioteca Marini di Pergola. Fortunatamente il monastero riuscì di nuovo a rientrarne in possesso nel 1933.

    Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 25.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX. Tali volumi comprendono alcuni incunaboli e circa mille cinquecentine, con una prevalenza di testi di teologia, patristica e scienze umane

    Oggi la Biblioteca storico-monastica non è più solo un luogo di conservazione dei testi ma anche centro di incontro e di promozione culturale.

    A sinistra del corridoio d’ingresso, in una sala solida e massiccia del sec. XI, inizialmente utilizzata come foresteria per i pellegrini, è situata la biblioteca moderna dedicata a Dante Alighieri e inaugurata nel 1965, in concomitanza al VII centenario della nascita di Dante che, nel Canto XXI del Paradiso della Divina commedia, dialogando con San Pier Damiani, descrive il luogo dove si trova Fonte Avellana, tanto da far pensare ad una sua presenza nell’eremo intorno al 1318, anno in cui era in esilio nella vicina città di Gubbio.

    Essa custodisce circa settemila volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico.



  • Monastero e Abbazia della Santa Croce di Fonte Avellana
    +39.0721.730261
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero e Abbazia della Santa Croce di Fonte Avellana

    Risalendo la valle del Cesano e lasciate alle spalle le colline di Pergola e Sassoferrato, si giunge ai piedi del Monte Catria, il cui versante orientale racchiude una conca avvolta da ampie faggete intorno alle quali si aprono i pascoli e i campi che circondano lo splendido complesso dell’Abbazia camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, ricordata da Dante nell’XXI Canto del Paradiso. Al posto delle originarie celle (che consistevano in capanne) sparse attorno ad una cappella, sorsero a partire dall’XI secolo numerosi edifici in pietra tra cui il chiostro, la chiesa con la cripta, la sala del Capitolo, lo splendido scriptorium, le celle dei monaci, la foresteria e la Biblioteca, nobili e austeri ambienti che si stringono attorno alla massiccia torre campanaria ed ospitano ancor oggi i monaci camaldolesi.

    Sotto la guida di San Pier Damiani, arrivato nel 1035, le diverse celle sparse vennero ricondotte sotto un’unica regola in grado di coniugare le aspirazioni alla vita eremitica con i vantaggi della vita conventuale, ma anche culturale. Alla fine del XV secolo con il Cardinale Giuliano Della Rovere, futuro Papa Giulio II, il complesso fu ampliato e ristrutturato, raddoppiando il numero delle celle dei monaci, alzando di un piano la fabbrica e realizzando finestre simmetriche lungo i muri di cortina.
    Oggi il complesso è composto da un ampio piazzale che dà accesso alla chiesa, dalla pianta a croce latina, coperta da volte a botte a sesto acuto, con presbiterio sopraelevato sulla cripta dell’XI secolo; si tratta della parte più antica del complesso architettonico, insieme al chiostro e allo scriptorium risalente al XIII secolo. Qui gli amanuensi, utilizzando la luce solare per tutta la giornata, grazie alla fitta e alta serie di ampie monofore che si aprono nella volta a botte dell’edificio, ricopiavano gli antichi manoscritti arricchendoli di artistiche miniature. Tra i pregevoli volumi ancora conservati spicca il Codice NN dell’XI secolo, primo breviario della comunità avellanita e prezioso documento dell’evoluzione delle notazioni musicali. La prestigiosa Biblioteca "Dante Alighieri", ricca di oltre 10.000 volumi, tra cui i preziosi codici miniati e antichi libri sacri, riveste un ruolo di grande importanza.
    Dal 2007 anche il Giardino Botanico del monastero è aperto al pubblico. La comunità monastica pratica l'accoglienza verso tutti, ma essa si rivolge principalmente a coloro che desiderano condividerne la preghiera e l'esperienza della ricerca di Dio. L’ospitalità dei singoli o dei gruppi (anche autogestiti) è praticata durante tutto l’anno. Non si ospitano, invece, campi scuola, scolaresche, gruppi parrocchiali sotto i 18 anni.
    Per le settimane estive gli arrivi al Monastero sono previsti nel pomeriggio della domenica alle ore 17, e le partenze al mattino del sabato dopo la prima colazione. Agli ospiti si propongono incontri di Lectio Divina e giornate di ritiro individuale.
    Il tempo è scandito della preghiera corale della comunità (Lodi, Ora media, Vespri ed Eucarestia).