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Biblioteca Planettiana

Nel 1907 il marchese Bernardo Pianetti cedette al Municipio di Jesi la sua celebre e copiosa libreria la cui origine risale indietro di alcuni secoli.
Infatti, Cardolo Maria Pianetti così si definiva dovendo presentare le sue referenze per l’ammissione all’accademia veneziana di Almorò Albrizzi: "scienziato negli studi di umanità ed erudizioni, nella filosofia, in matematiche, dottore dell’une e dell’altre leggi… possiede in Jesi un’insigne biblioteca fornita di rarità de libri di tutte le Scienze, ereditata dallo zio Monsignor Giuseppe Pianetti Vescovo di Todi" (1708).
Questa raccolta libraria, ereditata con vincolo testamentario di consentirne l’uso pubblico rispecchia la vasta cultura umanistica e di giurista dello zio, il vero collezionista della famiglia Pianetti. Cardolo Maria per favorire l’uso pubblico della libreria, accresciuta nel frattempo con altre due collezioni, quelle avute in dote dalla moglie Susanna Mannelli – riguardanti soprattutto classici latini e greci oltre a libri sul diritto, la storia, la geografia e i viaggi – e quelle appartenute ad un altro zio, Carlo Maria vescovo di Larino, fratello del già noto Giuseppe, fece redigere nel 1738 un splendido catalogo manoscritto dai frati minori osservanti del convento di San Francesco di Ancona.
La libreria risulta essere ricca di quindicimila libri, per la maggior parte dei secoli XVI e XVII e di famose edizioni che si riferiscono a luoghi come Venezia, Roma, Padova, Parigi, Lione, Basilea, Colonia, Francoforte, Londra. Vi sono contenuti anche 16 incunaboli, quasi tutti di argomento classico. Degna di considerazione è anche una ricca raccolta di gazzette datate dal 1655 al 1723, e una collezione di Lunari o Almanacchi, dei secoli XVII e XVIII.
La già copiosa biblioteca venne accresciuta nel 1787 con ulteriori lasciti da parte del Cardinale Gaspare Bernardo Pianetti, Vescovo di Viterbo, e donata appunto nel 1905 al Comune di Jesi da Bernardino Pianetti. Oggi questo fondo arricchito anche dell’archivio Pianetti costituisce uno dei complessi documentari più notevoli della Biblioteca Planettiana.

La Biblioteca comunale Planettiana ha sede nel suggestivo e rinascimentale Palazzo della Signoria, opera del celebre architetto senese Francesco di Giorgio Martini, che affaccia la sua possente mole sulla celebre piazza Colocci, sita nel centro storico jesino. La struttura è stata edificata fra il 1486 e il 1498, mentre la torre è stata parzialmente ricostruita nel 1661 (in seguito al terremoto che la distrusse nel 1657). Particolarmente caratteristico è l’orologio posto sulla torre, la cui macchina venne ricostruita ex-novo nel 1939 dall’orologiaio marchigiano Edoardo Marconi. L’antica macchina oraria sita sulla torre del palazzo era stata realizzata nel 1723 dal costruttore veneto noto col nome di Antonius Molinarius, come si apprende da un’incisione presente sul telaio della macchina.
Al secondo piano del palazzo, nella sala che ospita la rara e preziosa collezione libraria Pianetti, donata dalla nobile famiglia jesina al Comune agli inizi del Novecento, si possono ammirare anche due splendidi globi della fine del XVII secolo, la cui circonferenza supera i 3 metri, realizzati dal cosmografo veneto Vincenzo Coronelli.

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