Indietro Tra i colori d'autunno nei dintorni della Riserva naturale statale "Montagna di Torricchio"

Tra i colori d'autunno nei dintorni della Riserva naturale statale "Montagna di Torricchio"

Il fascino del fall foliage 

Nel territorio dei comuni di Pieve Torina e Montecavallo, in provincia di Macerata, vi è un'area racchiusa nella valle del Tazza, affluente del fiume Chienti. Superata Capodacqua, proseguite a piedi percorrendo la strada bianca che si snoda lungo la stretta e suggestiva valle caratterizzata da una flora ricca e variegata, tra cui il nocciolo e piante rare come la Rosa Minore delle Colline. Alzando lo sguardo, potrete camminare sovrastati da ampi boschi di lecci accostati alle pareti rupestri e perdervi tra le calde tonalità delle foglie di piante selvatiche come roverelle e ornielli che assumono colori intensi tra il rosso e il marrone.

Nei pressi, è localizzata la Riserva Naturale dello Stato “Montagna di Torricchio”, di proprietà dell’Università di Camerino. Si tratta di un’area protetta a tutela “integrale”: ad essa si può accedere esclusivamente per motivi di studio e ricerca, ed accompagnati dal personale docente/autorizzato o con apposito permesso.

Dopo una giornata nella natura, potrete recarvi nei dintorni di Camerino. Accompagnati dal profumo delle fettuccine al tartufo di una delle osterie della zona, potrete visitare, poco fuori le mura cittadine, la Basilica di S. Venanzio, restaurata in stile neoclassico e, a circa 3 km dal centro, il Convento dei Cappuccini, risalente al 1528, che ospita il Museo Storico Cappuccino. Qui sono documentate le arti dell’intaglio del legno e della paglia testimoniate da raffinati manufatti d’artigianato lavorati con pagliuzze colorate, a mo' di tessere di mosaico, dove i disegni rappresentano motivi geometrici e floreali. 

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Livello di difficoltà: media
Stagionalità: Autunno

Le tappe dell'itinerario

  • Pieve Torina
    +39 0737 518 022
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pieve Torina
    Pieve Torina si trova nell'entroterra maceratese, a 470 m. s.l.m. nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Popolata dagli Umbri già dal VII secolo a.C., la città fu colonizzata nel III secolo a.C da Roma. Il borgo, risorto nel Medioevo, fu feudo di Camerino, fino all'annessione allo Stato della Chiesa nel XVI secolo.
    Tra i monumenti e luoghi di interesse ricordiamo la la Pieve romanica di Santa Maria di Caspriano (XI secolo), la Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (XIII-XVII secolo) e la Chiesa di San Michele (XIII-XVI secolo). Merita una visita il Museo della Nostra Terra, istituito nel 1976, che occupa il piano terra dell'ex Convento di Sant'Agostino, la cui costruzione risale al XVII secolo. Si tratta di un museo etnografico-agricolo, con 14 sezioni disposte su una superficie di 750 mq., dove sono stati ricostruiti fedelmente gli ambienti delle case coloniche e delle botteghe artigiane: il granaio, la cantina, il laboratorio del bottaio, la cucina, la camera da letto, la sala delle suppellettili da bagno, il locale dei giochi dei bambini, la scuola, i carri, i grandi attrezzi agricoli e la bottega del calzolaio; vi sono anche conservati gli attrezzi della pastorizia e della caccia, l'osteria e la sala della tessitura. Il mulino di Fiume, sede distaccata del museo, conserva le strutture originarie, con il laghetto, la chiusa e le cascate ancora funzionanti. La struttura, completa in tutte le sue parti, ricrea i momenti di vita ed di lavoro del mugnaio.
    Interessante è anche la Pinacoteca Chiesa di San Giovanni, che ha sede presso la Pieve di Santa Maria Assunta, con opere già custodite nella chiesa di San Giovanni. Tra queste, alcune pale d'altare provenienti dalle chiese distrutte di Pomarolo e di San Teodora, una Madonna col Bambino, Angeli e Santi di Giovanni Andrea De Magistris (att.1529-55) e, di fondamentale importanza per lo studio della scuola pittorica camerinese alle sue origini, un ciclo d'affreschi della seconda metà del '300, staccati dalla Pieve di Santa Maria Assunta.
    Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e importanti vi sono quelle artigianali, come la lavorazione del ferro battuto, finalizzata alla realizzazione di una vasta gamma di prodotti, che spazia dalle inferriate alle statue.
    Rinomati sono i formaggi e salumi locali.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.
  • I colori d'autunno nei dintorni della Riserva naturale statale Montagna di Torricchio
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: I colori d'autunno nei dintorni della Riserva naturale statale Montagna di Torricchio

    Nel territorio dei comuni di Pieve Torina e Montecavallo, in provincia di Macerata, vi è un'area racchiusa nella valle del Tazza, affluente del fiume Chienti. Superata Capodacqua, proseguite a piedi percorrendo la strada bianca che si snoda lungo la stretta e suggestiva valle caratterizzata da una flora ricca e variegata, tra cui il nocciolo e piante rare come la Rosa Minore delle Colline. Alzando lo sguardo, potrete camminare sovrastati da ampi boschi di lecci accostati alle pareti rupestri e perdervi tra le calde tonalità delle foglie di piante selvatiche come roverelle e ornielli che assumono colori intensi tra il rosso e il marrone.

    Nei pressi, è localizzata la Riserva Naturale dello Stato “Montagna di Torricchio”, di proprietà dell’Università di Camerino. Si tratta di un’area protetta a tutela “integrale”: ad essa si può accedere esclusivamente per motivi di studio e ricerca, ed accompagnati dal personale docente/autorizzato o con apposito permesso.

    L’area è rivestita da una flora ricca e variegata, tra cui si annoverano entità del tutto nuove e inusuali per le Marche, come la Thlaspi brachypetalum e la Rosa subcollina.
    Tra le principali essenze forestali c’è il leccio, presente a piccoli gruppi in posizioni rupestri nella parte inferiore della Val di Tazza. I decidui, che colorano il paesaggio in autunno, sono costituiti principalmente da roverelle e ornielli, le cui piccole foglie assumono colorazioni intense tra il rosso e il marrone. Notevole anche la presenza del faggio, caratterizzato da tonalità simili ma più luminose, che forma boschi al di sopra degli 850/900 metri. Nelle faggete sono inoltre presenti l’agrifoglio, l’acero montano e, più raramente, il tasso.
    Grandi alberi di faggio si trovano anche nella zona dei pascoli, a volte isolati, altre riuniti in gruppi detti “meriggie”, usati dalle greggi come rifugio ombreggiato nei mesi più caldi.

    Visita anche il sito dedicato a progetti - segnalazioni botaniche, zoologiche e geologiche - richiesta dati

  • Camerino
    0737 631385 (Comune); 0737 632
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Camerino

    Camerino (m. 670 s.l.m.), al centro di una zona montana incontaminata, domina dalla sommità del colle la grande conca delimitata a sud-est dai Sibillini.

    Le bellezze architettoniche, l’antica Università degli Studi di Camerino, il culto della Santa Camilla Battista Varano (il cui corpo viene custodito in una teca all’interno del Monastero di Santa Chiara) e a poca distanza dalla città il Convento di Renacavata con la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, le tradizioni culturali (la città ha dato vita alla più significativa scuola pittorica delle Marche), gli impianti sportivi all’avanguardia (punto di riferimento per il turismo sportivo in un contesto ambientale intatto) e le bontà della cucina locale fanno di Camerino (Bandiera Arancione del TCI dal 2009) una meta di singolare attrattiva.

    Nella Chiesa del Seminario Arcivescovile sono conservate ed esposte al pubblico alcune tra le opere più rappresentative della produzione figurativa camerte. Il vicino edificio “Venanzina Pennesi” ospita i Musei civico e diocesano. Presenta allestimenti moderni e strumenti digitali all’avanguardia e raccoglie i capolavori del territorio salvati dalle rovine del terremoto. Grazie all’intervento di recupero della Fondazione Arvedi Buschini di Cremona, è stata riaperta al culto in tutto il suo splendore la Basilica di San Venanzio martire.

    È possibile visitare anche Palazzo Castelli (viale Giacomo Leopardi) e Palazzo Sabbieti (piazza dei Costanti) entrambi di proprietà dell’Università degli Studi di Camerino, il Planetario Unicam allestito negli spazi del Convento San Domenico e l'Orto Botanico "Carmela Cortini" dell’Ateneo istituito nel 1828 da Vincenzo Ottaviani, medico pontificio e professore di botanica e chimica presso l’Università. Merita una visita l’Archivio di Stato sezione di Camerino che conserva materiale documentario risalente al 1207.

    Si offre come piacevole oasi di verde la Rocca borgesca, posta sull’orlo di un precipizio, che fu fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo Rinascimento.

    Simbolo di un intero territorio, Rocca Varano, oltre a essere un fortilizio la cui costruzione risale al XIII secolo, è uno dei monumenti più importanti e imponenti presenti nel territorio e il fiore all'occhiello di Camerino.

    A Camerino l’antico convive con strutture all’avanguardia, come l’Accademia della Musica “Franco Corelli” donata alla città dall’Andrea Bocelli Foundation. Sviluppata su due livelli (700 metri quadrati per 160 studenti costruita in 150 giorni), ha dieci aule tematiche e l’auditorium Andrea Bocelli.

    Nel Sottocorte Village (quartiere San Paolo) sono presenti gli storici negozi del centro cittadino. Un centro commerciale particolare e all’avanguardia, che coniuga l’innovazione architettonica con la tradizione della piccola bottega. Lo spazio accoglie iniziative ed eventi culturali. Il ValliCenter (quartiere Vallicelle) ospita una selezione di attività commerciali.

    Per gli amanti del turismo all’aria aperta è stato realizzato il Camper Service di via Macario Muzio (Bandiera Gialla A.C.T. Italia), 24 piazzole immerse in un ambiente naturale di gradevole impatto e di comodo accesso alla città. Coordinate GPS Google Earth: N 43° 08’ 12.5” E 13° 04’ 00.2”

    Iniziative culturali, eventi sportivi, spettacoli musicali e appuntamenti gastronomici iniziano il 6 gennaio con la festa del torrone - una prelibatezza DE.C.O. (denominazione comunale d’origine) entrata nel Guinnes dei primati - e terminano con il concerto di Natale del 26 dicembre.

    Gli eventi di maggiori rilievo che hanno luogo a Camerino nel corso dell’anno sono: la rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio (maggio), il Premio Massimo Urbani (giugno), il Camerino Festival (agosto) e la Stagione teatrale (ottobre-aprile).

     

    Associazione Turistica “Pro Camerino” / IAT Informazione Accoglienza Turistica Camerino
    Sottocorte Village, Via Vincenzo Ottaviani - 62032 Camerino (MC)
    Tel/Fax +39 0737 632534 Cell. +39 345 8855294
    www.proloco.camerino.sinp.net
    proloco@comune.camerino.mc.it

  • Basilica di S. Venanzio Martire
    0737.632752 (parrocchia)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Basilica di S. Venanzio Martire
    La vastità dello spazio è dominata con effetto solenne e monumentale dalle tre navate che indirizzano lo sguardo verso la grandiosa cupola, punto culminante e primaria sorgente di illuminazione di tutto l’interno.
    Gli altari laterali presentano opere pittoriche in gran parte della tradizione marchigiana del XVII e del XVIII sec. Nel presbiterio è collocato l’altare in marmo settecentesco, un coro in legno di noce della stessa epoca e un grande crocifisso ligneo del XVI sec.
    Il Sacello di San Venanzio, chiuso da un’inferriata, custodisce un armadio di noce, al suo interno si trova la statua argentea di San Venanzio e sei candelieri d’argento. La statua, fusa nel 1764 dall’argentiere romano Tommaso Politi, fu donata dal Vescovo Francesco Viviani, in sostituzione di quella offerta dal duca Giulio Cesare da Varano nel XV sec. e successivamente distrutta.
    Essa rappresenta il martire camerinese vestito da soldato romano che tiene lo stendardo con la destra e sulla sinistra porta la città di Camerino secondo l’antica tradizione iconografica di San Venanzio protettore della città.
    La piazza di San Venanzio aveva fino al ‘700 un aspetto molto diverso, suggestivo e grandioso: il piano era ad un livello più basso dell’attuale, per cui la facciata della chiesa con il suo magnifico portale e il campanile, perfettamente in vista, appariva più slanciata. Dopo il terremoto del 1799 cambia profondamente il suo aspetto. Viene realizzato un pronao incompleto nei capitelli che copre e protegge l’antica facciata.
    La facciata, risalente al XIV sec. reca al centro un bel rosone e su due mensole poggiano dei leoni simbolo del potere guelfo.
    Il portale della seconda metà del XIV sec. presenta un arco a tutto sesto e i pilastri finemente decorati a motivi floreali. L’architrave che sorregge la lunetta presenta il Cristo con i dodici Apostoli, nella lunetta campeggiano le statue della Vergine col Bambino e di San Porfirio, quella di San Venanzio purtroppo è andata perduta (opera attribuita ad uno scultore toscano che si ispirò a Giovanni Pisano).
  • Museo della Basilica di S. Venanzio
    La sagrestia della basilica, oltre a manufatti in pietra del XVI secolo attribuiti a Rocco da Vicenza, tra cui un bel lavabo, conserva diversi oggetti di arte sacra come la croce reliquiario astile datata alla metà del XIV secolo.