Indietro San Ginesio e il fascino dei Paesi Bandiera Arancione, tra storia, cultura e prodotti tipici

San Ginesio e il fascino dei Paesi Bandiera Arancione, tra storia, cultura e prodotti tipici

San Ginesio, il balcone dei Sibillini protetto da mura integre e imponenti

San Ginesio, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, nonché uno dei borghi più belli d’Italia, si trova nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sorge sull’antico colle Esculano, in una posizione così panoramica da fargli guadagnare l’appellativo di “balcone dei Sibillini”.

Un’ampia cerchia di mura del XIV secolo, ancora imponenti ed integre, racchiudono l’impianto urbano medievale, dalla cui sommità si domina il paese ricco di storia, arte e tradizioni.

Entrando dalla Porta Picena, sulla destra si incontra l'Ospedale dei Pellegrini, risalente al XIV secolo e rarissimo esempio conservato di "domus hospitalis", che ospitava i pellegrini diretti a Loreto. Da ammirare dall’esterno (perché chiusa a causa del sisma) la Collegiata, che presenta ancora oggi nel frontespizio una incantevole decorazione, unico esempio di gotico fiorito nelle Marche. Nella stessa piazza spicca il monumento ad Alberico Gentili, grande giurista ideologo e intellettuale umanista che nacque a San Ginesio nel 1552.

Poco lontano si possono visitare altri due paesi Bandiera Arancione: Urbisaglia, che domina la valle del Fiastra ed erede di quella lontana e gloriosa città romana testimoniata nel suo Parco archeologico, e Montelupone, luogo ideale per gli amanti del turismo "en plein air" grazie ad aree verdi attrezzate e percorsi per passeggiare nella natura, nonché patria del carciofo di Montelupone presidio Slow Food.

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Chiesa di S. Francesco
    0733 656 022 (Comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Francesco
    Fu la chiesa delle assembleee perché vi si radunava il popolo per prendere importanti decisioni sui casi urgenti della comunità e vi si costudiva l'urna con la quale erano sorteggiati i cinque Difensori o Priori del Comune.
  • Chiesa della SS. Annunziata
    tel Padre Antonio 338 2859930
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa della SS. Annunziata

    Un amalgama surreale di romanico e di gotico. Un polittico di pietra srotolato armoniosamente su un basamento romanico. L'interno è uno scrigno ricolmo di tesori.
    La Collegiata è la chiesa più importante e probabilmente anche la più antica di San Ginesio.
    L’edificio arrivò alle attuali forme architettoniche dopo una serie d’innumerevoli restauri, assestamenti e modifiche, ma l’intervento più significativo fu quello riguardante l’abbellimento della parte superiore del frontespizio, commissionato nel 1421 ad Enrico de' Fapicho de' Bevaria, detto Alamanno. Ancora oggi, l'incantevole trina gotica della parte alta del frontespizio costituisce l'unico esempio di gotico fiorito nelle Marche. La centina nella parte sommitale della facciata è frutto di un intervento architettonico di fine Ottocento, necessario per la conservazione della facciata mal ridotta. L'architetto reinterpretò l'andamento a capanna e a spioventi, conferendogli un assetto piano e mosso, secondo il gusto dell'epoca.

  • Abbazia di S. Maria delle Macchie
    0733 1960104
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Maria delle Macchie
    La prima notizia di questa abbazia benedettina, molto probabilmente fondata prima del Mille, risale al 1171. San Ginesio la annesse al suo territorio nel 1252. Il complesso, completamente ristrutturato nel secolo XVII, nella facciata e nell'aula presenta i segni di quel rimaneggiamento. Rimane intatto invece il fascino della splendida cripta, per la cui costruzione i monaci reimpiegarono mirabilmente i materiali che venivano dalla vicina città romana di Urbs Salvia.
    La presenza massiccia di materiale di risulta di epoca romana, evidente nei capitelli di tipo ionico e nelle colonnine a fusto marmoreo che circondano l'altare, conferisce grande preziosità e sacralità all'ambiente.
  • San Ginesio
    0733 652056
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Ginesio

    San Ginesio è un meraviglioso borgo medioevale che sorge a 690 mt. di altitudine di fronte alla catena dei Monti Sibillini, quei “Monti Azzurri” tanto cari al poeta Giacomo Leopardi. Situato all’interno del Parco Nazionale del Monti Sibillini, San Ginesio ha un territorio molto vasto, di circa 78 km, che ancora testimonia un antico e glorioso passato millenario. Da quasi vent’anni a San Ginesio vengono riconosciuti prestigiosi marchi di qualità turistico ambientale come la “Bandiera Arancione” (dal 2002) certificata dal Touring Club Italiano ed è annoverato tra “I Borghi più Belli d’Italia”. Al Comune è stata anche assegnata la “Bandiera Gialla” dell’Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia ed è un “Comune Amico del Turismo Itinerante”.

    La storia narra che fu proprio Carlo Magno nel 773 ad apporre al castello il nome di San Ginesio in memoria di un’immagine trovata nella chiesuola sita in mezzo alla collina, oggi occupata dalla Pieve Collegiata, tra le maggiori opere simbolo del paese, eretta nel 1090 e unico esempio di stile gotico fiorito nelle Marche. La grande piazza centrale è intitolata ad Alberico Gentili (1552/1608), il figlio più illustre di San Ginesio che svolse l’attività di giurista e ideologo di politica interna ed internazionale presso la Corte di Elisabetta I d’Inghilterra. La sua maggiore opera, il “De Jure Belli” (1598), ha gettato le basi del Diritto Internazionale. La possente cinta muraria del XIV sec. che conserva ancora camminamenti di ronda, feritoie e torrioni delimita il centro storico del borgo che, nonostante le drammatiche ferite inferte dal sisma del 2016 custodisce numerosi e importanti monumenti architettonici: dal Teatro “G. Leopardi” su cui sorgeva l’antico Palazzo Defensorale alla Chiesa di San Francesco (XI sec.). Percorrendo la principale via del borgo, si raggiungono i giardini di “Colle Ascarano” da dove è possibile ammirare un panorama davvero unico che spazia dal mar Adriatico al Gran Sasso e ai Monti della Laga.

    Da annoverare tra gli episodi più interessanti dell’arte romanica nelle Marche è l’Ospedale di San Paolo anche detto “dei Pellegrini” (fine XIII secolo), che insieme alla Porta Picena e alle Mura Castellane, creano una delle più belle cartoline di San Ginesio. Nella Pinacoteca Antica “S. Gentili”, è possibile ammirare numerose opere d’arte tra cui spiccano “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” del Ghirlandaio e la pala della “Battaglia tra sanginesini e fermani”, icona storica a testimonianza della importanza politica di San Ginesio nella metà del xv secolo. Prestigiosi manoscritti e pergamene rendono l’Archivio Storico di San Ginesio, giunto intatto dal 1199, tra i più ricchi delle Marche. A pochi Km dal centro storico, tra boschi secolari e ameni ruscelli, sorge il Monastero di San Liberato fatto erigere dai signori di Brunforte nel 1274 per ospitare le spoglie del Santo che abbracciò la regola di San Francesco d’Assisi.

    Consapevole di un passato tanto importante, San Ginesio ha da sempre fortemente investito nel turismo quale asset strategico per lo sviluppo del paese e di un intero territorio.
    Attività mirate di promozione e “vendita” del prodotto San Ginesio sono state sviluppate nel corso del tempo sia attraverso la partecipazione alle maggiori fiere di settore sia attraverso la realizzazione di progetti concreti di rinascita del borgo e specifiche iniziative di marketing territoriale che hanno portato alla ideazione del nuovo City Brand “San Ginesio oltre l’incanto” di cui il nuovo portale www.sanginesioturismo.it - rivolto ad un turista sempre più esigente- ne incarna la mission.

    A seguito del Sisma del 2016, San Ginesio è stato scelto quale “Comune pilota della ricostruzione del centro Italia” dalle Città Creative dell’Unesco ricoprendo un ruolo di primissimo piano all’interno del Padiglione “RINASCO” nel corso della Conferenza Annuale che si è svolta a Fabriano nel giugno del 2019.

    Recentemente l’Amministrazione Comunale ha varato il cosiddetto “Piano della Bellezza” con lo scopo di disciplinare la riqualificazione urbanistica di un borgo in piena ricostruzione che dovrà attenersi a specifici criteri estetici.

    San Ginesio non è solo sinonimo di bellezza, arte, storia, natura, outdoor e accoglienza. E’ molto di più. E’ terra di numerosi prodotti tipici quali ad esempio: il “Polentone di San Ginesio”, il vino “San Ginesio doc” e il noto ciauscolo detto “Il Campagnolo” vincitore del primo premio nazionale di categoria negli ultimi 4 anni. 

    Inoltre ogni estate ad attrarre numerosi turisti italiani e stranieri è la proposta di prestigiose Rievocazioni storiche quali “Il ritorno degli esuli”, la più antica rievocazione di San Ginesio, evento triennale al quale partecipa una folta delegazione della Municipalità e del Palio di Siena e “Il Palio di San Ginesio” torneo cavalleresco tra le quattro contrade che si tiene il 15 agosto e giunto alla 52^ edizione.

    San Ginesio si è infine recentemente distinto nel panorama culturale italiano grazie all’ideazione di un prestigioso festival e di un Premio: il Ginesio Fest e il Premio Nazionale San Ginesio “All’arte dell’attore”, in onore del santo eponimo Protettore degli Attori, rappresentano un cambio di rotta necessario per la reale rinascita di un intero territorio che al mondo intero presto sarà riconosciuto come San Ginesio “Il Borgo degli attori”.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733-652056 o i telefoni indicati.

  • Museo e Pinacoteca S. Gentili
    +39 0733656022
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo e Pinacoteca S. Gentili
    Il museo dedicato a Scipione Gentili, noto studioso rinascimentale, interprete della lex romana pubblica e privata, è ospitato nella Chiesa di San Sebastiano, prossima all'abside della collegiata, contigua all'oratorio di San Biagio con cui un tempo era comunicante. L'edificio già dal 1564 risulta sconsacrato e destinato ad altro uso. Dopo recenti lavori di ristrutturazione è stato riaperto nel 1995. Vi si conservano interessanti opere pittoriche databili dalla metà del XV secolo a tutto il secolo XVII oltre a tre sigilli comunali ed una ricca collezione archeologica di epoca celtica. Di particolare interesse sono le due tavole del ginesino Stefano Folchetti (1440 c. - 1514), il Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria attribuito a Rodolfo di Domenico Ghirlandaio; una Madonna con Bambino e Santi di Vincenzo Pagani (1490-1568), una Pietà di Simone De Magistris datata 1584, alcuni dipinti del seicentesco pittore ginesino Domenico Malpiedi. Ma l'opera più prestigiosa di tutta la raccolta è il cosiddetto Quadro di Sant'Andrea, conosciuto come Battaglia fra Ginesini e Fermani attribuito a Nicola da Siena, autore del XV sec. Nella sezione moderna sono conservate opere grafiche di Servolini, Bartolini, Ciarrocchi, Mannini, un acquerello di Cantatore, alcune sculture di Patrizi, Pirrone, Lucchetti e Ricottini.

    NB: Museo attualmente inagibile
  • Eremo S. Liberato
    0733.694273- 0733 656 022 (Co
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Eremo San Liberato

    San Liberato nasce tra il 1215 e il 1218 a Loro Piceno, nel maceratese, dalla famiglia nobile e benestante dei Brunforte. A 18 anni, seguendo le orme di San Francesco, lascia tutti gli agi e le comodità per donarsi anima e corpo a Dio e si ritira nell’Eremo di Soffiano dove trascorre tutto il resto della sua vita fra preghiera e meditazione. Ancora oggi, all’interno di una cavità rocciosa, è possibile vedere i resti dell’antico convento.

    Nel 1421 la chiesa originaria venne in parte demolita e sostituita con una nuova costruzione, accanto alla quale si costruì un convento. Tutto il complesso ha preso il nome di San Liberato.
    Da eremo divenne convento e da convento santuario, fonte di luce, di grazia e di spiritualità. Oggi al suo interno risiedono i frati Minori della Provincia Lauretana ed accoglie molti pellegrini che ivi giungono alla ricerca di serenità, armonia e di un momento di meditazione e preghiera.

    Salendo di poco il monte, si raggiunge un vasto pianoro chiamato Prati di San Liberato, luogo ideale per pic nic e scampagnate, da cui è possibile godere di una bellissima vista fino al Mare Adriatico.

  • Teatro Comunale Giacomo Leopardi
    +39 0733652056
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Comunale Giacomo Leopardi
    Antico palazzo Defensorale la cui unica testimonianza resta oggi visibile lungo lo spigolo della  Torre civica, un tempo merlata e oggi torre campanaria della Collegiata, dove poggiava il pilastro del primo arco di un bellissimo loggiato costruito nel 1475.
    Sull’area del Palazzo, demolito nel 1860, venne eretto l’attuale Teatro che riflette nello stile tutto l’eclettismo ottocentesco.
    Il teatro comunale di San Ginesio, intitolato al grande Poeta recanatese Giacomo Leopardi, pur essendo cronologicamente uno dei più recenti tra i teatri marchigiani, la sua sede fu inaugurata nel 1877, tuttavia può vantare una tradizione teatrale più antica rispetto a quella dei vicini comuni.
  • Anfiteatro romano
    0733.202942 - 071.5029811 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Anfiteatro romano
    L’Anfiteatro ("amphì" dal greco antico "intorno") dell’antica colonia augustea di Urbs Salvia fu costruito nell’ 81 d.C. in una zona extraurbana vicino alla Salaria Gallica. Notizie più precise ci vengono fornite da due iscrizioni rinvenute nell’area dell’edificio, oggi conservate nel Museo Archeologico Statale di Urbisaglia, secondo le quali la struttura fu realizzata da un certo Lucio Flavio Silva Nonio Basso (senatore e generale di Tito, nativo di Urbs Salvia) e poteva contenere fino a 5150 spettatori (l’arena è lunga 59 e larga 35 metri). Il monumento si presenta di forma ellittica e realizzato in opera cementizia con rivestimento lapideo.
    Secondo la tradizione, qui si svolgevano spettacoli pubblici, spesso cruenti e sanguinosi: i famosi giochi tra gladiatori o le venationes (spettacoli che comprendevano la caccia e l’uccisione di animali selvatici).
    L’edificio appare come uno dei meglio conservati delle Marche e si mantiene, attualmente, per tutto il suo perimetro fino all’altezza del primo ordine di gradini. Si può ancora riconoscere la Porta Libitinensis, porta dedicata a Libitina (dea della Morte) dalla quale venivano fatti uscire i gladiatori caduti durante i combattimenti nell’arena. L’Anfiteatro gode, oggi, di nuova vita grazie alle stagioni di teatro antico che qui si svolgono ogni estate.
  • Teatro Romano
    Tra le varie emergenze monumentali presenti all’interno del Parco archeologico di Urbisaglia, particolare attenzione merita il teatro romano dell’antica città di Urbs Salvia. L’edificio, risalente al I sec. d.C., costituisce una testimonianza storico-artistica di grande valore non solo in quanto risulta uno dei teatri classici più grandi d’Italia, ma anche perché è l’unico che abbia conservato importanti tracce di decorazione in stile pompeiano.Situato in posizione dominante sul pendio collinare, fu realizzato in opera laterizia con nucleo cementizio secondo tecniche costruttive di derivazione greca. Sono ancora evidenti le caratteristiche strutturali dell’edificio come la scena (con le entrate della Porta Regia per gli attori e le Portae Hospitales), i parascaenia (o basilicae) e la parte della cavea. Recenti scavi hanno messo in luce i resti di quello che era la Porticus Post Scaenam, un ampio porticato quadrangolare che accoglieva gli spettatori durante le pause.Nel Museo Archeologico Statale di Urbisaglia si conservano alcuni dei ritratti e sculture rinvenuti nel Teatro.
  • Tempio - criptoportico augusteo della Salus Augusta
    0733.202942 – 0733.506566
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Tempio - criptoportico augusteo della Salus Augusta
    Il complesso, di notevole interesse archeologico, faceva parte di un santuario risalente al periodo tiberiano (prima metà del I sec. d.C.) e dedicato alla dea Salus Augusta secondo quanto attesterebbe la scritta Salus Augustae Salviensis presente sui bolli laterizi.L’insieme si componeva di un Tempio prostilo esastilo, situato sopra un podio monumentale, nel quale era ospitato il simulacro della divinità e da un criptoportico che lo circondava, caratterizzato da struttura semisotterranea divisa in quattro gallerie, tre delle quali erano divise in due navate.
    Le pareti erano riccamente decorate con affreschi, divise in tre fasce, ancora perfettamente leggibili nel braccio meridionale, raffiguranti scene di caccia e naturalistiche, maschere lunari, motivi iconografici legati alla propaganda augustea.
    Nelle sale interne del Museo Archeologico Statale di Urbisaglia è custodito il materiale ceramico rinvenuto nel Criptoportico e riprodotta fotograficamente in scala la porzione di parete affrescata del Criptoportico finora rimessa in luce.
  • Urbisaglia
    0733.50124
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbisaglia

    Urbs Salvia fu un’antica e grande città del Piceno, colonia e municipio romano. Oggi Urbisaglia, su cui sventola la Bandiera Arancione, è una cittadina che domina la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana di cui ritroviamo ricca testimonianza nel Parco archeologico. Riconosciuto come Parco archeologico regionale nel 1994, si estende per circa 40 ettari ed è il più importante e spettacolare delle Marche. Il percorso di visita scende lungo il declivio della collina, attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro. Si può così cogliere nella sua interezza la struttura della città romana, che digrada a partire dal colle di San Biagio fino a raggiungere, articolandosi in una serie di terrazzi naturali, il fondovalle pianeggiante, delimitato a est dalla scarpata sul fiume Fiastra. Sono visitabili il Serbatoio, il Teatro, l'Edificio a nicchioni, il complesso Tempio-criptoportico dedicato alla Salus Augusta e l'Anfiteatro fatto costruire da Lucio Flavio Silva. Ben visibile anche la cinta muraria, conservata per parecchie centinaia di metri su tre dei suoi quattro lati.

    Nel paese attuale, fondato nel Medioevo sulla collina sovrastante, di notevole interesse è la Rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Nei pressi si trova la Chiesa dell’Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento e la Collegiata di San Lorenzo, costruita tra il 1790 ed il 1812, a pianta centrale ottagonale e con cappelline radiali. Da non perdere sono: il Sacrario ai caduti di tutte le guerre, il Museo delle armi e delle uniformi militari e il Museo archeologico statale.

    Poco lontano dal centro abitato sorge l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, con la chiesa, dalle forme architettoniche cistercensi, il Monastero e il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, che nel 1773 subentrarono ai monaci cistercensi nel possesso delle terre. L’abbazia è oggi sede della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, che copre 1.825 ettari di terra, e mette a disposizione dei visitatori, oltre ad ampi e accoglienti spazi verdi, numerose strutture tra cui il Museo della Civiltà Contadina, il Museo Archeologico ed il Museo del Vino. Nella riserva si possono percorrere tre sentieri: “La Selva”, “Il Lago e le Vene”, “Il bosco e il fiume”.

    Tra i prodotti tipici del territorio ricordiamo il vino Rosso Piceno DOC, la carne IGP, il miele e la birra artigianale.

  • Museo Archeologico Statale
    +39 073350107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Archeologico Statale di Urbisaglia
    Grazie anche all'esposizione di alcuni materiali già conservati nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche, il percorso del museo, inaugurato nel 1996, consente di approfondire i temi della colonia romana di Urbs Salvia. Il plastico dell'area urbana riproduce gli insediamenti e i singoli rinvenimenti indicati nella pianta archeologica. Al piano superiore sono esposte le monumentali iscrizioni ritrovate negli anni '50, che forniscono interessanti indicazioni sulla costruzione dell'anfiteatro. Gli scavi nel criptoportico e nel sovrastante tempio forniscono le varie classi di materiale ceramico esposto nel Museo: frammenti di vasellame a vernice nera, in terra sigillata italica, scarse testimonianze di quella alto-adriatica, mentre vasta è la campionatura delle lucerne e della comune terracotta. Di straordinaria importanza i due piccoli frammenti dei Fasti Consolari e Trionfali, perché sono gli unici incisi su pietra noti fuori di Roma. Nella stessa sala tra le monete spicca un denaro di argento del 46 a.C. e trovano posto una selezione di anfore, ritratti e sculture rinvenuti nel Teatro.
  • Museo delle Armi e delle Uniformi
    Il museo è stato allestito all'interno della chiesa settecentesca di San Biagio, già Sacrario dei caduti di tutte le guerre. Vi è conservata una raccolta di armi e uniformi dal XVII secolo alla II Guerra mondiale.
  • Parco Archeologico di Urbs Salvia
    +39 073350107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Parco Archeologico di Urbs Salvia
    Il Parco Archeologico di Urbs Salvia è il più importante e spettacolare delle Marche. Il percorso di visita, che scende per un comodo tracciato di circa un chilometro, mostra i monumenti principali di una tipica città dell’età imperiale e permette di approfondire lo studio della civiltà romana.

    La visita inizia al Museo Archeologico Statale, dove sono esposti materiali provenienti dall’antica Urbs Salvia. Si prosegue con le cisterne dell’acquedotto che rifornivano d’acqua la città sottostante. Più in basso il teatro, usato per le rappresentazioni drammatiche, e l’edificio a nicchioni, che fungeva da scenografico raccordo dei vari livelli della città. Ai piedi della collina si estende l’area sacra, costituita da un tempio con criptoportico, corridoio sotterraneo affrescato con immagini legate alla propaganda augustea. Attraversando l’imponente cinta muraria si raggiunge l’anfiteatro, in ottimo stato di conservazione, dove si svolgevano i giochi gladiatori.
  • Montelupone
    3496935275 (Uff.Turismo) - 073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montelupone

    Montelupone è un borgo collinare a soli 13 km da Macerata. Rientra tra I Borghi più belli d'Italia e vanta la Bandiera Arancione.

    Conserva le mura castellane con le quattro porte d´ingresso e l'originale pavimentazione in pietra. Al centro del borgo sorge il trecentesco Palazzetto del Podestà (o dei Priori) con la torre civica. Il loggiato a cinque archi è sovrastato da altrettante bifore ogivali poste nel salone principale del piano nobile sede, dal 1998, della Pinacoteca Civica. Il Palazzo Comunale affacciato sulla piazza, sorge su una preesistente struttura medievale. Esso è stato riedificato al tempo del Regno Italico napoleonico (1807/1814) e nel corso del XIX sec. ha subito vari restauri. L’ultimo intervento è stato ideato dall'architetto Ireneo Aleandri, il quale ne ha progettato il portico, il prospetto principale del palazzo e al suo interno il Teatro Nicola degli Angeli, in stile neoclassico e riconducibile alle opere palladiane. Quest'ultimo verrà realizzato soltanto nel 1884 da Giuseppe Sabbatini.

     Tra le vie del borgo spiccano per la bellezza e magnificenza i palazzi nobiliari, un tempo abitazioni delle antiche famiglie monteluponesi. In particolare, Palazzo Emiliani merita attenzione per due caratteristiche, quali il fregio del pittore Biagio Biagetti raffigurante le Quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano e perché, nell’Ottocento, fu sede di uno dei primi focolai della Carboneria, che raccolse i cittadini marchigiani e romagnoli in preparazione del primo moto rivoluzionario per il Risorgimento italico.

    Passando agli edifici di culto, uno dei monumenti più significativi e simbolici di Montelupone è la chiesa di San Francesco, eretta nella seconda metà del Duecento e poi rimaneggiata in epoca tardo-barocca. Il coro ligneo settecentesco, le quattro statue delle Virtù teologali (1752) e l’organo del 1753 rappresentano la “collezione” di questa chiesa, sul cui altar maggiore è collocata la meravigliosa pala raffigurante la Madonna del latte, opera del pittore Antonio da Faenza (1525); la chiesa Collegiata, la quale custodisce la cappella Addolorata ridipinta da Cesare Peruzzi tra 1934 e 1941. Qui si può anche ammirare la Madonna Immacolata del fiammingo Ernest Van Shayck (1631), pervasa di accenti devoti secondo i modelli del classicismo bolognese.

    La Chiesa di Santa Chiara, sede dell'antico convento delle Clarisse, fu edificata tra i secoli XV e XVIII all’interno della quale si possono ammirare le porte intarsiate da Cristoforo Casari nel 1796, e la Annunciazione della Vergine, copia del Barocci, del XVIII secolo. A circa 4 km dal centro, si trova l'Abbazia benedettina di S. Firmano costruita nel IX secolo in stile romanico a tre navate, con la preziosa lunetta del portale in stile bizantino. Al suo interno sotto l'alta scalinata, si trova l'incantevole cripta con le reliquie e la statua del Santo in terracotta policroma.

    Il prodotto simbolo della città è il carciofo, prodotto tipico a cui è stato riconosciuto il Presidio Sloow Food e a cui è dedicata una importante sagra in programma ogni anno per il mese di maggio; ottimo è anche il miele Millefiori, protagonista ad agosto di ApiMarche (Mostra Mercato Apicoltura Ambiente e Agricoltura) mentre a marzo ricorrono le celebrazioni in onore del Santo patrono San Firmano.

  • Teatro Nicola degli Angeli
    0733 226916
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Nicola degli Angeli

    L’architetto Ireneo Alaendri, dopo aver realizzato la facciata del Palazzo Comunale, presenta nel 1869 un progetto di sala teatrale con pianta ellittica che esce dai soliti suoi schemi architettonici e che si richiama ai modelli illuministi francesi, rilanciati nelle Marche dal Poletti che ha progettato lo splendido Teatro della Fortuna di Fano (1849). Il progetto prevede un ordine gigante di colonne con due giri di palchetti e con un loggione balconato. In luogo della platea è prevista una inconsueta gradinata. Al posto di questo progetto, nel periodo 1884 - 1898, viene realizzato un altro progetto disegnato dall’ingegner Giuseppe Sabbatini, che presenta una sala a ferro di cavallo con due ordini di palchi e un loggione a balconata. Nel primo ordine i palchi sono sorretti da pilastri quadrati, mentre nel secondo vi sono colonne giganti con capitello. Il teatro è intitolato a Nicola Degli Angeli (1535 - 1604), autore di opere teatrali e letterarie, fra cui va ricordata la favola pastorale Ligurino (1574). Capienza di 272 posti.

  • Abbazia di San Firmano
    0733.224911 (comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di San Firmano

    L'abbazia benedettina fu voluta da una pia signora della famiglia Grimaldi di Montelupone e la sua fondazione risalirebbe al 986. Nel 1248 il monastero subì un saccheggio ed i lavori di ricostruzione che seguirono cambiarono in parte la struttura della chiesa. Durante tali lavori fu rinvenuto il corpo di San Fermano (1256) e per dargli degna sepoltura, venne sopraelevato il presbiterio e creato lo spazio per la costruzione della cripta. 
    Di medie dimensioni e interamente edificata in laterizio, presenta una sobria facciata a capanna nella quale si aprono il portale in pietra, con un bassorilievo della Crocifissione nella lunetta, e il finestrone settecentesco. L’interno, dalle linee architettoniche essenziali, si caratterizza per il presbiterio notevolmente rialzato e raccordato da un’imponente scalone.

  • Chiesa di S. Francesco
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Francesco
    Chiesa di San Francesco di Montelupone è un autentico gioiello architettonico riaperto il 26 dicembre 1999 dopo oltre sessant’anni d’incuria e degrado e restaurato grazie ai fondi del Giubileo.
    La sua costruzione risale al 1251, dopo il transito di San Francesco a Montelupone e fu consacrata nel 1397 ad opera del Vescovo di Umana Antonio da Fabriano e del Vescovo di Nicopoli Giovanni Cecchi da Offida il primo di Maggio, sotto il pontificato di Bonifacio IX.
    Dopo la riapertura del 1999, si è arricchita in questi anni di beni storico-artistici preziosissimi grazie all’impegno delle Amministrazioni comunali che si sono succedute: nel 2002 è stato restaurato il coro ligneo con il contributo della Fondazione Carima, nel 2004 è stata ricollocata sull’altare centrale la celebre Madonna del Latte di Antonio da Faenza, nel 2009 sono state ricollocate lungo le navate le altre tele restaurate grazie alla collaborazione tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Montelupone e la Sovrintendenza regionale ai Beni storico-artistici, tra le quali ricordiamo Estasi di San Francesco, pala di scuola marchigiana della prima metà del XVII secolo, la Madonna del Rosario di un allievo della Scuola del Lotto e la Madonna dell’Immacolata Concezione o della Misericordia del fiammingo Ernest Van Schayck del 1631.
    Oggi, la Chiesa ospita numerosi eventi, convegni, mostre d’arte che hanno permesso di valorizzarla come contenitore privilegiato di cultura e spiritualità.

    La chiesa è attualmente chiusa causa terremoto agosto 2016.
  • Il Carciofo di Montelupone - Presidio Slow Food

    In provincia di Macerata, nel territorio collinare compreso tra le valli del fiume Chienti e del Potenza, cresce il carciofo di Montelupone, noto anche come “scarciofunu” o “scarciofinu”. Di colore viola intenso, ha dimensioni più piccole rispetto alla media e non ha peluria interna né spine esterne. Caratteristico dell’omonimo comune, è una varietà tardiva e si differenzia in due ecotipi: uno dei due ha foglie più seghettate, è più precoce, si raccoglie dalla fine di marzo, e più produttivo; l’altro ha foglie meno seghettate,una dimensione della pianta più piccola, si raccoglie più tardi e produce meno. Quando la pianta è giovane, arriva a produrre dieci capolini (inflorescenze del carciofo), ma dopo qualche anno scende ad appena quattro. A causa di questo rapido calo produttivo e della resa più bassa della media (5,5 tonnellate per ettaro, a differenza, per esempio, del romanesco che arriva a 10 tonnellate), il carciofo di Montelupone è conosciuto solo a livello locale ed è distribuito in una zona limitata, nonostante la sua altissima qualità.

    Tuttavia, grazie al gusto saporito e molto dolce, è protagonista di molti piatti tipici, come le tagliatelle ai carciofi, i carciofi fritti e i carciofi alla giudìa. Storicamente, a Montelupone, i primi capolini, quelli più grandi, sono cucinati in padella interi con finocchio selvatico, foglie di aglio fresco, varie erbe aromatiche locali, olio, sale e vino bianco, mentre i capolini più piccoli sono scottati e poi messi sott’olio.
    Stagionalità : La raccolta è scalare e si svolge nel mese di aprile. Nelle campagne di Montelupone i contadini coltivano i due ecotipi di questa varietà di carciofo principalmente per il consumo familiare, preservando così la biodiversità locale. I produttori del Presidio sono riuniti nell’associazione "Produttori del Carciofo di Montelupone" che si è dotata di un disciplinare in linea con la filosofia di Slow Food, prevedendo il divieto dell’uso di concimi e diserbanti chimici di sintesi, di ormoni e di altri stimolanti della crescita.

    Tra una coltivazione di carciofo e la successiva, inoltre, è necessario reintegrare la fertilità del suolo, coltivando per almeno due anni specie vegetali ad azione biocida come ad esempio alcune leguminose.
    Area di produzione: Il territorio collinare del comune di Montelupone, a circa 400 metri di altitudine
    Presidio sostenuto da: Comune di Montelupone, Banca di Credito Cooperativo di Recanati e Colmurano


    INFO:
    Associazione Turistica Pro-Loco Montelupone
    Via Regina Margherita, 1
    62010 Montelupone (MC)
    Telefono e fax: 0733 226419
    info@prolocomontelupone.com