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Lorenzo Lotto nelle Marche

Temi contemporanei nell'Alto Rinascimento
Lorenzo Lotto nacque a Venezia intorno al 1480, fu probabilmente allievo del Vivarini; si trasferì giovanissimo a Treviso, dove entrò in rapporto con la cerchia umanistica del vescovo Bernardo De Rossi da Parma. Sentì fortemente l’influenza del Giambellino e già prima di Giorgione si affermò come il più promettente dei giovani artisti veneziani, tanto da essere chiamato nel 1508 a Roma per decorare l’appartamento di Giulio II.

Il periodo che va dal 1509 al 1516 presenta larghe zone oscure riguardo agli spostamenti dell’artista. Il decennio successivo, quello degli anni bergamaschi, costituì senz’altro la fase più felice e creativa. Alla fine del 1525 decise, dopo oltre vent'anni di assenza, di ritornare a Venezia dove però l’astro nascente di Tiziano, con la sua pittura sensuale e gioiosa, gli precluse i favori della committenza.

Si diresse quindi verso le Marche, dove si ritirò definitivamente e morì nel 1556. Il Lotto realizzò nelle Marche numerose opere, eterna testimonianza del suo genio e della spiccata personalità.

Per il tipo di ricerca espressiva, le tematiche trattate e l'originalità del suo stile, Lotto è un artista più vicino alla nostra contemporaneità che inserito nel suo tempo.  La sua figura si avvicina a quella dell'uomo moderno, "sradicato" dalla società in cui vive.

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Chiesa di S. Francesco alle Scale
    +39 3396289287
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Francesco alle Scale

    Dall’alto di una gradinata, la Chiesa di San Francesco delle Scale prospetta su Piazza San Francesco, con un notevole effetto scenografico. Poco dopo la costruzione del convento e dell’oratorio (1295), la Chiesa fu costruita nel 1323 e dedicata inizialmente a Santa Maria Maggiore. All’inizio del 1400 venne ampliato il convento e contestualmente si costruì uno scalone monumentale che dalla strada più in basso consentiva l’accesso direttamente alla chiesa. All’esterno, si nota il magnifico portale gotico-veneziano a forma di tabernacolo, realizzato in pietra di Brioni da Giorgio da Sebenico, alla metà del Quattrocento (1455). Attorno all'ingresso si trovano, finemente scolpite, teste a tutto rilievo, opera di Giorgio Orsini, pure di Sebenico. Qualche studioso volle vedervi Dante, Petrarca, Laura, Boccaccio ecc. Nel padiglione è San Francesco; ai lati Sant'Antonio da Padova e San Lodovico da Tolosa. Sotto, San Bernardino di Siena e Santa Chiara. Nel 1790 l'architetto Francesco Maria Ciaraffoni ristrutturò la chiesa modificandola internamente e sopraelevando la facciata. Durante il periodo napoleonico, la chiesa è stata utilizzata per scopi militari, chiusa al culto nel 1852 e adibita a ospedale. Radicalmente ristrutturata alla fine dell’Ottocento, ospitò la Pinacoteca civica fino alla sua riconsacrazione, avvenuta nel 1953. L'interno, a navata unica, custodisce nel primo altare a destra, il Battesimo di Cristo di Pellegrino Tibaldi; l'altare di fronte accoglie la tela Angeli che trasportano la Santa Casa di Loreto di Andrea Lilli, e la Gloria, opera in gesso di Gioacchino Varlè. Nell'abside è invece collocata l'Assunta di Lorenzo Lotto. La Vergine è presentata secondo uno schema tipologico che sarà abbondantemente ripetuto nell'arte della Controriforma: è ritta in piedi mentre viene trasportata in alto da un coro di angeli, tiene le braccia aperte e lo sguardo è rapito in cielo. Sotto di lei gli Apostoli in un gesticolare meravigliato e un pò smarrito, circondano il sepolcro vuoto. Mosso da un'esigenza tutta interiore, il Lotto procede per via di riduzione eliminando dalla rappresentazione ogni ambientazione isolando su un cielo incupito la figura della Vergine, per cui l'osservatore viene sospinto ad alazare lo sguardo in un rapporto di contemplazione diretta con il miracolo. In un contesto pervaso di malinconia che abbraccia le persone e intristisce il luogo affiora il particoalre poetico dei petali di fiori che occupano il sepolcro vuoto, unico segno del passaggio umano di Maria.

  • Lorenzo Lotto - Deposizione nel Sepolcro, Pinacoteca Civica

    La "Deposizione" (Lorenzo Lotto) del corpo di Cristo nel sepolcro è ambientata in un paesaggio roccioso e brullo che si apre, sullo sfondo,  in un docile golfo marino. Il corpo esanime del Cristo è minuto, mentre i lineamenti del volto sono affilati e contratti. Teatrali sono i gesti e le espressioni  dei personaggi che circondano Gesù: Maria esprime la sua  disperazione; una pia donna si strappa i capelli, mentre Maria di Cleofe si allontana piangendo come se non sostenesse il dolore. La bocca della Maddalena si apre in un grido soffocato. Giovanni l’Evangelista serra i pugni, Pietro stringe in mano rassegnato i chiodi esibiti come una sinistra eredità, Nicodemo afferra con i denti il lenzuolo funebre e accompagna fin dentro il sarcofago il corpo esanime di Gesù.

     

  • Lorenzo Lotto - Visitazione

    Autore: Lorenzo Lotto

    Titolo: Visitazione

    Ambientata in un interno domestico, la scena si compone di sguardi di intesa e mani che si cercano. Una tenda verde isola quattro figure femminili: Elisabetta, Maria, e le sorelle di quest'ultima, Maria Cleofe e Maria Salomè, la cui esistenza si richiama ad una leggenda tardo medievale diffusa in ambito nordico e poco gradita alla chiesa ufficiale.  Zaccaria, posto sul limite della porta, è ritratto ai margini estremi della tela, estraneo all’ universo femminile. Sulla mensola una natura morta si carica di valori simbolici; il vaso, simbolo della purezza di Maria, è contrapposto all'arancia che richiama il peccato originale. La zucca, cibo prediletto da Giona che se ne cibò per tre giorni nel ventre della balena, è la prefigurazione della morte e resurrezione del Cristo. La pergamena arrotolata rappresenta il Vecchio Testamento, mentre agli strumenti di scrittura è affidato il compito di illustrare il Nuovo Testamento che vede, tra i suoi momento culminanti,  l’Annunciazione che sovrasta la tavola principale. 

     

  • Lorenzo Lotto - Annunciazione

    Autore: Lorenzo Lotto

    Titolo:  Annunciazione

    Dati tecnici: 1526

    Originariamente completate da un dipinto centrale con San Giovanni a Patmos, oggi perduto,  le due tavolette dell'Annunciazione si segnalano per l'originalità iconografica dell'impostazione. Senza nulla togliere alla sacralità dell'avvenimento, Lotto ambienta l’intervento divino in una realtà domestica e quotidiana. Umana è l’importante fisicità dell'angelo la cui ombra si proietta, lunga, sul pavimento. Le sue vesti sono ancora scomposte dal volo che lo ha condotto da Maria.  Proteso in avanti, l’arcangelo Gabriele contrasta la ritrosia di Maria che, intimorita, si porta indietro.  

     

  • Lorenzo Lotto - Pala di Santa Lucia

    Autore: Lorenzo Lotto

    Titolo:  Pala di Santa Lucia

    Dati tecnici: 1532

    Lotto invia la pala da Venezia, dopo che vi aveva lavorato per dieci anni, dal 1523 al 1532.  La pala, formata dalla predella e da una tavola centrale, racconta la leggenda di Santa Lucia. La fanciulla, di agiata famiglia siracusana, in cambio della guarigione di sua madre aveva fatto voto di donare le sue ricchezze ai poveri, rinunciando al matrimonio, già programmato, con un giovane patrizio. Quest’ultimo, indignato, portò Lucia in tribunale, davanti al giudice Pascasio che la ritenne colpevole. Condannata a trascorrere la notte in un lupanare, Lucia venne sottoposta ad una serie di sevizie: dapprima per condurla al lupanare, venne legata a una schiera di buoi che non riuscirono però a trascinarla. Decisi ormai ad uccidere la donna perché tacciata di stregoneria, i carnefici le conficcarono allora un pugnale nel collo e poi la gettarono dentro un rogo ardente.  Scampata indenne anche a queste pene, Lucia morì a seguito della decapitazione

     

  • Lorenzo Lotto - Madonna delle rose

    Autore: Lorenzo Lotto

    Titolo:  Madonna delle rose

    Dati tecnici: 1527

    Destinata alla chiesa jesina di San Francesco al Monte, l’opera è formata da una tavola quadrata con la Madonna, il bambino e i santi Giusepe e Girolamo e da una lunetta con i santi Francesco e Chiara. Il titolo deriva dal roseto che si vede sulla sinistra e dai petali di rosa sparsi a terra davanti al trono di Maria. Giuseppe gioca con il Bambino in un momento di gioia e tenerezza, Maria tocca il libro di San Girolamo, invitandolo a non aprire le scritture per non turbare, con il racconto della passione e della morte del Cristo, la felicità del Bambino.  

  • Lorenzo Lotto Madonna del Rosario

    Madonna del Rosario, 1539 Lorenzo Lotto

    La Madonna del Rosario ha un culto molto antico che risale all’epoca dell’istituzione dell’ordine dei domenicani (XIII secolo) che ne furono i maggiori propagatori. La devozione alla recita del rosario ebbe larga diffusione perché facilmente comprensibile ed accessibile a tutti. Grazie alla corona del Rosario, i fedeli che non sapevano leggere, potevano comunque pregare e meditare al contempo  sui misteri cristiani. I misteri contemplati nella recita del rosario sono quindici, cinque gaudiosi, cinque dolorosi, cinque gloriosi e fanno riferimento agli episodi della vita, morte e resurrezione di Gesù.  Nella pala del Rosario eseguita per la chiesa domenicana di Cingoli, Lotto racchiude i riferimenti iconografici del Mistero, in quindici medaglioni disposti su tre file intorno al capo della Vergine. L’ambientazione è ricca di dettagli realistici come il muretto di mattoni sbrecciati, la spalliera di rose rampicanti, la griglia di sostegno del pergolato di legno e canne. Con gesto contenuto e un lieve reclinare del capo, la Madonna consegna il rosario a S. Domenico di Guzman fondatore dell’ordine, mentre il Bambino si slancia verso S. Esuperanzio. Completano la sacra conversazione Santa Caterina da Siena, santa domenicana, e Maria Maddalena effigiata con le mani sapientemente atteggiate e i capelli ossigenati, secondo la moda veneziana della prima metà del '500.

     

  • Lorenzo Lotto - Presentazione al Tempio

    Presentazione al Tempio, 1555 c. 

    Ultima opera, rimasta incompiuta, eseguita dal Lotto prima della morte.?L'impianto compositivo è piuttosto complesso come il significato dell’opera?I sacerdoti sono tre disposti l’uno dietro l'altro nella stessa identica posizione, quasi fossero lo stesso personaggio in tre distinte fasce d'età. Il vecchio Simeone è il rappresentante del tempo speso nell'attesa del Messia; segue un rabbino di mezza età con il libro della Torah che rappresenta la religione ebraica; chiude un giovane chierico, espressione ultima di un impianto teologico di cui si riconosce la matrice dal monoteismo giudaico. Tutti e tre i sacerdoti compaiono dietro un altare quadrato la cui tovaglia bianca lascia scoperti quattro piedi umani usati in funzione di sostegno della sacra mensa. Su questo sconcertante particolare figurativo appare corretto il richiamo ad Isaia che parla del piede come veicolo di rivelazione.

  • Lorenzo Lotto - Il Sacrificio di Melchisedec

    Il Sacrificio di Melchisedec, 1545- 1550 

    Melchisedech, re di Gerusalemme e sacerdote del Vecchio Testamento, è dietro ad un altare che ?divide il gruppo degli officianti dall'esercito di Abramo. L'altare è coperto da una tovaglia bianca che lascia scoperte due zampe elefantine in funzione di sostegno. L'elefante potrebbe essere stato utilizzato per alludere al battesimo, considerata la credenza tardoclassica secondo cui i piccoli venivano partoriti in acqua. I quattro grandi pani ed un'anfora sopra l'altare sono probabilmente una prefigurazione del rito eucaristico.

     

  • Lorenzo Lotto - Cristo e l’adultera

    Cristo e l’adultera, 1548- 1550 

    Dell'opera si è negata a lungo la paternità lottesca, arrivando ad ipotizzare che si tratti di una copia eseguita da aiuti.??L'adultera, conserva nella flagranza del reato una sua purezza soprattutto se paragonata  alla volgarità delle espressioni dei personaggi che la circondano. Uno solo, ormai vecchio, invita al silenzio. ?Fa argine alla folla scomposta il gesto deciso del Cristo che con il braccio destro alzato ripara la donna, mentre con la mano sinistra conduce il segno rovesciato della benedizione con le dita rivolte verso il basso.

  • Loreto - Lorenzo Lotto - Battesimo di Cristo

    Battesimo di Cristo, 1544- 1549 

    Utilizzata per il coro della Basilica di Loreto, la tela è stata ridimensionata per renderla uguale alle altre.  Nell'impianto concettuale del ciclo lauretano, il Battesimo del Cristo è il momento centrale, la conferma di un nuovo patto tra Dio e gli uomini attraverso un atto sacramentale di cui il Cristo è nello stesso tempo il fondatore e il destinatario in virtù della sua doppia natura, umana e divina

  • Lorenzo Lotto - San Cristoforo, San Rocco, San Sebastiano

    San Cristoforo, San Rocco, San Sebastiano  

    Domina l’opera la figura di San Cristoforo che giganteggia al centro del quadro. L’iconografia del santo si lega alla leggenda narrata da Jacopo da Varagine, secondo cui Cristoforo era un gigante che si era proposto di servire il signore più potente. Capitato dopo varie peripezie al servizio del demonio, apprese che Cristo era il più forte di tutti: di qui scaturì nel gigante il desiderio di convertirsi e di cambiare vita. Il santo scelse un'abitazione nelle vicinanze di un fiume, con lo scopo di aiutare i viaggiatori a passare da una riva all'altra. Una notte fu svegliato da un fanciullo che lo pregò di traghettarlo; Cristoforo allora lo caricò sulle spalle, ma più s'inoltrava nell'acqua, più il peso del fanciullo aumentava e, solo a stento aiutandosi con un grosso bastone, riuscì a guadagnare l'altra riva. Il bambino si rivelò allora come Cristo e gli profetizzò il martirio che avvenne poco tempo dopo. Nell’opera del Lotto sulla sinistra è raffigurato S. Rocco che mostra, secondo i canoni della tradizionale iconografia, il bubbone causato dalla peste che lo colpì; in posizione speculare S. Sebastiano, trafitto dalle frecce, è legato ad un albero da cui germoglia l'edera, simbolo di immortalità. I due santi vengono invocati contro le malattie e le pestilenze, ed è quindi molto probabile che la pala sia stata commissionata per invocare la guarigione dalla terribile malattia.

  • Lorenzo Lotto - Adorazione dei Magi

    Adorazione dei Magi, 1548- 1555 

    E' l'opera più debole del gruppo lauretano, tanto che ne viene messa in discussione perfino l'autografia. Un'anima popolare percorre il dipinto che si apparenta alle tante predelle e tavolette in cui il Lotto amava dar corpo al gusto del racconto, alle atmosfere favolistiche, alle ambientazioni alla tedesca

  • Lorenzo Lotto - Annunciazione

    L’opera era collocata in origine nell’Oratorio della Confraternita di Santa Maria sopra Mercanti a Recanati, un piccolo edificio di culto ancora oggi esistente. La Confraternita, alla quale apparteneva l’Oratorio, era una delle più prestigiose del paese ed era composta, oltre che dai cittadini più ricchi, anche dai mercanti; quest’ultimi erano figure molto importanti a Recanati per il ruolo che avevano nell’organizzazione della Fiera di San Vito, evento commerciale fondamentale per l’economia del comune. Si può facilmente ipotizzare che la Confraternita avesse commissionato la tela al pittore veneto, presente nelle Marche in quel periodo, come testimonia la datazione delle sue opere a Loreto e Monte San Giusto, per collocarla sull’altare principale dell’Oratorio.

    L’artista veneto, definito dalla critica “genio inquieto del Rinascimento”, per il turbamento interiore che traspare dalle sue opere, sceglie di rappresentare sulla tela le emozioni della Vergine: lo smarrimento provato da Maria all’annuncio dell’Angelo è reso evidente dallo sguardo e dai gesti della fanciulla che interrompe improvvisamente la lettura del libro di preghiere posizionato sul leggio alle sue spalle. Mentre il gatto, simbolo del male che fugge alla presenza divina, si allontana spaventato, Dio, raffigurato dal Lotto con le caratteristiche di Padre Eterno, irrompe nella tranquillità domestica, rappresentata dai numerosi oggetti di uso quotidiano (il candeliere, la cuffietta, lo scialle), presenti nel dipinto. Il giardino, che appare racchiuso dalla cornice del porticato, rimanda all’hortus conclusus, metafora della verginità e alla purezza di Maria, come il giglio che le reca in dono l’Angelo Gabriele, ma al di là degli elementi simbolici, colpisce la nostra sensibilità il timore della Vergine di essere strumento fragile della volontà di Dio.

    Autore: Lorenzo Lotto
    Titolo: Annunciazione
    Localizzazione: RECANATI - Museo Civico Villa Colloredo Mels
    Dati tecnici: 1535 ca olio su tela, 166 x 114 cm, Recanati

  • Lorenzo Lotto - San Vincenzo Ferrer in gloria, Chiesa di S. Domenico

    San Vincenzo Ferrer in gloria, 1513- Lorenzo Lotto

    Il dipinto è stato tagliato in alto e in basso nel '700 per adattarlo a pala d'altare in occasione del rifacimento barocco della chiesa gotica di S. Domenico. L'affresco, l'unico realizzato nelle Marche dal Lotto, risale agli anni immediatamente successivi all'esperienza romana in coerenza con alcuni modelli di Raffaello. San Vincenzo è ritratto nei caratteristici abiti dell'ordine domenicano mentre trasmette il suo messaggio puntando il dito verso la corte degli angeli che, con squilli di tromba, annunciano il Giudizio finale e i flagelli che seguiranno l'apertura del settimo sigillo, come recita la profezia dell'Apocalisse le cui parole sono riportate nel libro. 

     

  • Lorenzo Lotto - Crocifissione

    “La più bella rappresentazione del Golgota del Rinascimento”, secondo un’affermazione del Berenson, è la Crocifissione del Lotto, conservata nella chiesa di Santa Maria in Telusiano di Monte San Giusto. La grande pala venne iniziata e in gran parte eseguita a Venezia, mentre il suo completamento dovette avvenire a Monte S. Giusto, almeno per la parte relativa al ritratto del committente raffigurato con il saio inginocchiato in basso a sinistra. Il committente, che nelle opere del Lotto tradizionalmente non compare mai,  è il vescovo di Chiusi Niccolò Bonafede, originario di Monte San Giusto, che pagò l’opera 100 fiorini a cui aggiunse una scorta di ottimo olio ascolano. Dato che l’opera era inizialmente destinata alla Chiesa della Pietà, il prelato aveva richiesto al Lotto un Compianto sul Cristo Morto, tema che solitamente prevede il Cristo esanime tra le braccia di Maria che lo sostiene. L’artista  esegue invece un’opera che si accosta di più ad un inedito compianto intorno alla Vergine. Nell’opera infatti, Cristo è ancora sulla Croce mentre Maria, svenuta, è sorretta dalla Maddalena, che allarga le braccia in un gesto ampio e teatrale, e da San Giovanni. Sotto le tre croci si muove una folla animata da una forte tensione drammatica che ha uno dei brani più rappresentativi nel centurione sopra il cavallo bianco: l'orbo Longino che ritrae il busto all'indietro e protende le braccia verso la croce. La pala conserva tuttora la cornice architettonica cinquecentesca realizzata su disegno dello stesso Lotto. 

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  • Lorenzo Lotto - Madonna con Bambino e Santi
    Madonna con Bambino e santi, 1548 Lorenzo Lotto

    L’opera raffigurante la Madonna con Bambino e i santi Giovanni Battista, Antonio da Padova, Maria Maddalena e Giuseppe è conservata nella Chiesa di S. Maria di Piazza, per cui era stata destinata.  Come infatti è scritto nel Libro di spese diverse del Lotto, fu commissionata nel 1547 da Jacomo Boninfante, Sindaco della Chiesa di S. Maria.  Per l’opera Lotto riscosse 130 scudi d'oro che dovevano coprire anche i costi dei colori e la fattura della cornice lignea. ?Proprio la cornice della pala di Mogliano è stata recentemente oggetto di studio: considerata per lungo tempo irrimediabilmente perduta, fu rinvenuta nel 1982 nella chiesa campestre di Mogliano del SS.mo Crocifisso d'Ete dove era stata portata nel 1720. Intorno alla cornice corre l’iscrizione  “A laude honor et gloria del Signor Dio e fatta fare questa cona con tutti soi ornamenti. In tempo de Jacomo Boninfante sindico de questa chiesa de la Comunità di Mogliano del 1548”. Grande sorpresa suscitò, tuttavia, anche la scoperta di una decorazione pittorica rimasta sotto la ridipintura settecentesca della cornice: in seguito al restauro sono emersi immagini di angeli, un calice, tre piccole boccette per gli oli utilizzati per i sacramenti del Battesimo, della Cresima e dell'Unzione e cartigli con iscrizioni dal significato penitenziale. I simboli dei Sacramenti della cornice sono in piena sintonia con l’iconografia della pala:  S. Giovanni Battista evoca il sacramento del battesimo; S. Antonio da Padova quello della cresima, la Maddalena l'estrema unzione e Giuseppe richiama  al sacramento del matrimonio.  La pala fu ultimata nel mese di maggio del 1548, mese in cui il Lotto si trova ad Ancona e venne consegnata alla comunità di Mogliano dall'allievo Durante Nobili. L’opera si inserisce in un periodo critico per il Lotto e per la sua pittura che sembra perdere la smagliante cromia degli anni giovanili e si intona invece su toni smorzati che conferiscono  all’opera un malinconico patetismo popolare.