Indietro Il cammino Francescano della Marca nella provincia di Ascoli Piceno

Il cammino Francescano della Marca nella provincia di Ascoli Piceno

Sui passi di San Francesco

Le Marche sono state percorse nei secoli da molti Santi, primo fra tutti il Patrono d’Italia San Francesco d’Assisi che, sin dal suo primo viaggio risalente al 1208, testimoniò un profondo legame con questa terra, influenzandone la vita spirituale, culturale e sociale.

Oggi è possibile ripercorrere una delle vie che San Francesco utilizzò ottocento anni fa per le sue predicazioni, attraverso il Cammino Francescano della Marca, gran parte del quale si svolge in territorio marchigiano toccando 13 comuni, in un percorso ricco di straordinari paesaggi e di tesori architettonici e spirituali

Oggi vi consigliamo le ultime due tappe: in un giorno da Comunanza, che ha un delizioso centro storico attraversato dal fiume Aso ed è definito il paese della longevità per via della dieta tipica di questa zona, si arriva a Palmiano, il comune più piccolo della provincia ascolana e poi a Venarotta, da cui parte l’ultima tappa del Cammino che arriva a Ascoli Piceno percorrendo l’alveo del torrente Chiaro.

In pochi minuti, dalla campagna si passa al centro storico con le sue mura monumentali, le sue torri e il travertino che decora i suoi palazzi. Una volta arrivati in città, tappe d’obbligo sono Piazza Arringo dove San Francesco predicò nel 1215 e una visita alla Pinacoteca Civica che, tra i tanti capolavori, ne conserva uno di Tiziano che raffigura proprio San Francesco che riceve le stimmate.

Dopo una giornata in centro tra Piazza del Popolo e un assaggio delle immancabili olive ascolane, si può uscire di nuovo dalla città, per ammirare i calanchi, un fenomeno geomorfologico di erosione del terreno, simile a un paesaggio lunare. Arrivando tra Piagge e Colle San Marco poi c’è un monumento in pietra che, secondo la leggenda, rappresenta proprio il Dito del Diavolo, l’unica sua parte rimasta in superficie prima di sprofondare all’Inferno. Infine la Montagna dei Fiori disseminata ancora di 100 Caciare, piccole costruzioni in pietra, realizzate a secco e utilizzate dai pastori durante la transumanza.

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Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Chiesa di S. Caterina
    0736.845121
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Caterina
    La chiesa originaria di S. Caterina d’Egitto, presente nell’antico catasto ascolano del 1381 come Ecclesia Sancta Catarina into Castrum, fu demolita nel 1818 e riaperta al culto nel 1831. Il tempio, progettato dall’architetto Pietro Magi, presenta uno stile neoclassico al quale si aggiunge il campanile romanico dell’antica chiesa inserito nella facciata. All’interno conserva qualche reminiscenza barocca nell’aula a navata unica divisa in tre campate con decorazioni, statue di Santi e stucchi dell’artista ascolano Domenico Paci e una suggestiva Via Crucis di scuola carraccesca del XVII sec. Di notevole interesse sono le opere raffiguranti S. Giovanni Battista, S. Giuliana e le anime del Purgatorio e La Madonna di Loreto di Giuseppe e Pierleone Ghezzi e Antonio Mercurio Amorosi, artisti di grande fama e originari di Comunanza, operanti a Roma tra il XVII e il XVIII secolo.
    Nella chiesa si conserva, inoltre, uno straordinario organo monumentale a due tastiere originario del XVII secolo, unico esempio barocco sopravvissuto della scuola organaria veneta della quale Gaetano Callido è stato il suo più grande esponente.
  • Comunanza
    0736.844253
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Comunanza

    Di origini romane, Comunanza sorge lungo il fiume Aso. Scavi archeologici, in prossimità di Colle Terme, dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali.
    L'attuale insediamento si originò nel V e VI secolo, quando alcune famiglie della città di Ascoli Piceno si trasferirono in questa zona per sottrarsi alle scorribande e alle incursioni barbariche. Il borgo ebbe alterne vicissitudini e fu conteso tra Amandola e Ascoli Piceno, rimanendo nella sfera di influenza di quest'ultima. Circa un chilometro fuori dal paese, in prossimità del Monte Pasillo, 588 m s.l.m., sono ancora visibili i ruderi del castello che fu della famiglia Nobili, anche se non è possibile ricostruire la forma e la struttura originaria del fortilizio. Il nome Comunanza appare per la prima volta nel 1324 in quanto un documento riporta “Communantia Montis Passilli Civis Districtualis Esculi”.

    Tra i monumenti principali, vanno ricordati: la Chiesa di Sant'Anna, in stile tardo-Romanico; la Chiesa di San Francesco, costruita sui resti di un edificio fortificato templare; la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, in stile neoclassico ricostruita nel 1831; la Chiesa di Santa Maria a Terme, realizzata nel IX secolo in arenaria sui resti di un tempio pagano dell'insediamento romano scomparso di Interamnia Poletina Piceni. Il museo Arte Sacra di Comunanza si trova nelle sale del Palazzo Pascali e conserva opere di oreficeria tra cui spiccano un reliquiario a tempietto e una croce astile del 1700 con un Cristo del secolo XIV attribuito all’orafo ascolano Pietro Vannini. Tra le opere pittoriche si segnala una Madonna della cintola (secolo XVII) e il San Liborio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), artista originario di Comunanza ma attivo a Roma, dove fu principe dell’accademia romana di San Luca ed amico della regina Cristina di Svezia.

    Il 26 dicembre si svolge il presepe vivente che coinvolge la popolazione e che trasforma il paese storico nel tipico scenario della Palestina di 2000 anni fa.
    Nel centro storico del paese si dà vita a "Mazzumaja", una festa tradizionale dedicata ad un piatto tipico locale come il tordo matto; durante la festa vengono riaperte le osterie di un tempo, i laboratori di artigianato e diversi artisti di strada popolano per tre giorni l'antico borgo.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Museo di Arte Sacra
    +39 3473804444
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo di Arte Sacra
    Il museo è ospitato nei suggestivi ambienti di Palazzo Pascali e conserva opere di oreficeria tra cui spiccano un reliquiario a tempietto del secolo XVI e una croce astile del secolo XVIII con un Cristo del sec. XIV attribuito all’orafo ascolano Pietro Vannini. Di grande fascino il calice in argento del sec. XVIII opera di un argentiere romano con i tre Santi seduti sul piede. Tra le opere pittoriche si segnala una Madonna della cintola (sec. XVII) e il San Liborio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), artista originario di Comunanza, ma attivo a Roma, dove fu principe dell’accademia romana di San Luca ed amico della regina Cristina di Svezia. Infine le Stazioni della Via Crucis del secolo XVIII dipinte ad olio; tre di esse sono state rinvenute di recente a seguito di un furto.
  • Palmiano
    0736.362142
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Palmiano
    Palmiano è un piccolo centro collinare a ridosso dell’Appennino marchigiano del comprensorio ascolano, tra le valli dei torrenti Chiaro e Fluvione, affluenti di sinistra del fiume Tronto. Il toponimo fa riferimento alla conformazione geologica del territorio sul quale Palmiano è adagiata; le alture collinari che cingono il paese ricordano i rilievi del palmo di una mano, da cui palmi mano.
    Il castello di Palmiano fu fondato nel XV secolo o sul finire del XIV secolo da una comunità di monaci appartenenti all'ordine benedettino dell'abbazia di Farfa, religiosi che, al tempo, erano presenti nelle valli del Tronto e del Tenna. Da visitare è la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, edificio religioso ricavato all'interno di una torre del paese, sede della locale parrocchia. L'aula sacra è decorata da resti di pitture ad affresco. Poco lontano dal centro di Palmiano si trova la frazione di Castel San Pietro, che sorge a 771 m s.l.m., sul punto più elevato delle colline del comprensorio.
    In origine il piccolo borgo fu chiamato il Castello del Belvedere e rappresentava il riferimento di un caposaldo difensivo del comune ascolano.
    Gli eventi principali che hanno luogo a Palmiano sono la Sagra della patata (settembre) e la Festa di Sant'Antonio Abate (gennaio).

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.
  • Venarotta
    0736.362132
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Venarotta
    Venarotta è ubicata a ridosso dell’Appennino marchigiano, tra le valli del fiume Fluvione e del torrente Chiaro, affluenti di sinistra del fiume Tronto. Un aspetto caratteristico del paesaggio che si incontra percorrendo l'alveo del torrente Chiaro, è quello dei calanchi, fenomeno provocato dall'erosione del terreno per effetto del dilavamento delle acque.

    Il toponimo Venarotta deriva dal termine latino vena, cava, luogo da petraia e non, come vuole una tradizione del tutto priva di fondamento, dal nome della dea Venere, cui era dedicato un piccolo tempio situato probabilmente sul colle dove sorge l’abitato.

    Pregevoli croci e reliquiari prodotti tra Quattro e Cinquecento sono custoditi in molti degli edifici sacri situati nel territorio comunale. Una tavola quattrocentesca di Pietro Alemanno, ora esposta nel museo diocesano di Ascoli Piceno, era conservata nella chiesa di San Salvatore, in località Cerreto. La duecentesca abbazia di San Francesco è ornata da un bellissimo chiostro restaurato mentre la chiesa della Madonna del Cardinale, la cui costruzione fu commissionata nel XVI secolo dal cardinale Bandini, mostra un’originale struttura ottagonale, dalle linee estremamente pure.

    Nella frazione Gimigliano, è stato edificato il Santuario dell'Addolorata, un luogo considerato miracoloso per le ripetute apparizioni mariane che si sarebbero verificate nei mesi di aprile e maggio 1948, accompagnate da fenomeni nel sole, da numerose conversioni e guarigioni.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.
  • Piazza Arringo
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Piazza Arringo

    Piazza Arringo, detta anche piazza dell'Arengo, è la piazza monumentale più antica della città di Ascoli Piceno. Di forma rettangolare, la abbelliscono importanti palazzi tra cui: palazzo Fonzi, il palazzo dell'Arengo, il palazzo Vescovile, il duomo di Sant'Emidio, palazzo Panichi ed altre costruzioni. Giuseppe Marinelli riporta che nell'anno 1152, nel centro dello slargo, fu elevata una tribuna in pietra destinata ad ospitare gli oratori. Da questa il popolo ascolano ascoltò San Francesco d'Assisi, nel 1215.

  • Piazza del Popolo
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Piazza del Popolo
    Piazza del Popolo, con la sua prospettiva d’insieme, racchiude in sé tutta la storia di Ascoli Piceno. In stile rinascimentale è una delle più belle e suggestive d'Italia, definita spesso salotto cittadino per la sua armoniosità ed eleganza, è per gli ascolani il luogo dove si compie il rituale serale del “passeggio a vasca” ed il posto per eccellenza in cui si incontrano tutti. Ma la piazza è anche il luogo di manifestazioni culturali come la Quintana, rievocazione storica con sbandieratori, dame, arcieri e musici che sfilano in piazza prima dell’inizio del torneo.
    La piazza, di forma rettangolare, si apre all'incrocio del cardine e del decumano dell'impianto stradale cittadino, precisamente tra corso Giuseppe Mazzini e via del Trivio.
    Il suo spazio è circoscritto dalla possente facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, dal Caffè Meletti, dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, cui è addossata l'edicola di Lazzaro Morelli. Tutto il resto del perimetro è incorniciato da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali movimentati da portici e merlature. La pavimentazione della piazza è composta da lastre di travertino, che in caso di pioggia assumono un suggestivo effetto a specchio.
    La piazza assunse la configurazione architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo, quando il governatore Raniero de' Ranieri si occupò della sua sistemazione, finanziata con spesa pubblica nel 1507. Ultimata la costruzione del colonnato nel 1509, si dette la possibilità ai privati di costruire e sopraelevare i fabbricati seguendo gli spazi della proprietà preesistente. Ogni proprietario dovette attenersi alle regole fissate che prevedavano: l'elevazione di un solo piano, oltre il colonnato, mantenendo l'uniformità dell'altezza dei fabbricati; l'utilizzo degli stessi materiali edili, travertino per le finestre e mattoni rossicci per le volte e le case; fu disegnata da Bernardino di Pietro da Carona il modello di finestra, di gusto lombardo, definita riquadrata con timpani tondi e decorazioni a palmette. Successivamente furono aggiunti i merli alla ghibellina.
  • Pinacoteca Civica
    +39 0736298213
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno
    La Pinacoteca, ospitata nel Palazzo Arringo, edificio medievale ristrutturato nei secoli XVII e XVIII, venne istituita nel 1861 a seguito delle soppressioni degli Ordini religiosi. Rappresenta oggi una delle più complete e significative raccolte d'arte della regione. Le opere sono esposte secondo una divisione prevalente in sezioni di arte antica e moderna.

    Tra i numerosi dipinti spiccano quelli di Carlo Crivelli, Cola dell'Amatrice, Tiziano, Guido Reni, Luca Giordano, Carlo Maratta, Adolfo De Carolis e Domenico Morelli. Molto ben rappresentata è la scultura dell'800 con opere di vari autori tra cui Pietro Canonica, Cesare Reduzzi, Luigi Bistolfi, Raffaele Belliazzi, Nicola Cantamalessa e Ugolino Panichi.

    Importante la raccolta di ceramiche con manifatture di Montelupo, di Castelli, di Pesaro e della bottega Paci di Ascoli Piceno. Preziosa la raccolta di monete medievali della zecca di Ascoli. Altra collezione di spicco è quella dei disegni che vanta firme prestigiose tra cui Guercino e Pietro da Cortona.

    Particolarmente interessante la Liuteria con strumenti ad arco, corda e plettro. Rarissimo nel suo genere, il piviale di manifattura inglese del sec. XIII, dono del Papa ascolano Nicolò IV alla città natale. Mobili laccati e dorati dei secoli XVII e XVIII costituiscono, infine, l'artistico e qualificante arredo della Galleria.

    Per Orari ed altre informazioni visita il sito della Pinacoteca Civica