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I Borghi più belli d'Italia

Bellezza senza tempo
Molti degli incantevoli borghi marchigiani fanno parte dei Borghi più belli d'Italia, club nato nel 2001, con l'intento di contribuire a salvaguardare quei piccoli centri o singole frazioni, dallo spiccato interesse artistico e storico che, trovandosi al di fuori dei principali circuiti turistici, rischiano di essere dimenticati. In collina troviamo: Cingoli, Corinaldo, Gradara, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montecosaro, Montefabbri, Montefiore dell'Aso, Montelupone, Moresco, Offagna, Offida, San Ginesio, Treia. In montagna: Frontino, Macerata Feltria, Monte Grimano Terme, Sarnano, Visso.

Venendo da nord, ad esempio, nella provincia di Pesaro Urbino, si incontrano: Gradara, un imponente castello con borgo annesso perfettamente conservato, noto come quinta della storia d’amore tra Paolo e Francesca, immortalata da Dante nell’Inferno; il borgo di Mondavio, con la sua fortezza, la Rocca Roveresca di Francesco di Giorgio Martini e quello di Montefabbri, il cui impianto urbanistico medievale gli conferisce un suggestivo colpo d’occhio.

Proseguendo si trovano il borgo di Corinaldo, un’opera d’arte collettiva, che vanta una cerchia di mura lunga quasi 1 km, conservata perfettamente; in prossimità, sorge il borgo di Offagna, il cui incantevole centro storico è racchiuso all’interno delle antiche Mura Castellane, risalenti al XII sec. Nella provincia di Macerata, arroccati sulle verdi e tondeggianti colline, sorgono Matelica, dove oggi tradizioni e storia convivono con l’innovazione e lo sviluppo, e Montecosaro, che con il suo castello in cima al colle sembra protendere verso il cielo.

Nell’entroterra si trovano: il borgo di Cingoli, conosciuto anche come “il balcone delle Marche”, il cui centro storico si trova a ben 631 mt di altezza e accoglie un capolavoro di Lorenzo Lotto, la Madonna del Rosario; Treia, le cui mura duecentesche unitamente ai palazzi neoclassici ne fanno un borgo elegante. Proseguendo arroccati su un colletroviamo Montecassiano e Monte Lupone, uno dei piccoli centri che meglio ha conservato le testimonianze della propria storia, con le mura castellane e le quattro porte d'ingresso.

Ancora più a sud nella provincia di Macerata, in zone più elevate, vicino al Sasso Tetto sorge il borgo di Sarnano, famoso per le sue sorgenti termali. Non molto lontano si trova San Ginesio, un altro paesino murato con una magnifica piazza che si erge sullo sfondo azzurro dei Monti Sibillini, dove ha sede anche il borgo di Visso, situato a più di 600 m di quota, sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Nella provincia di Ascoli Piceno, invece, incontriamo: Moresco e Montefiore dell'Aso, eretti sui versanti contrapposti della valle del fiume Aso. A Moresco s’innalza una particolare torre eptagonale mentre a Montefiore si conservano bene alcuni torrioni e alcune porte della cinta originaria risalente ai secoli XV e XVI, oltre che il polo museale di S. Francesco che conserva uno splendido Trittico di Catlo Crivelli.

Spostandosi verso la costa, si trovano Grottammare con il suo borgo arroccato su di una altura a picco sulle acque e, più all’interno, Offida, racchiuso da una cerchia di mura castellane.

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura

Le tappe dell'itinerario

  • Mondolfo
    0721.9391 (comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mondolfo

    Lo storico borgo collinare di Mondolfo, che rientra tra I Borghi più belli d'Italia, con la sua prosecuzione nella località costiera di Marotta, rappresenta un tipico esempio di "due città in una", segno della fusione di due culture, della terra e del mare.

    Avvolto dalla doppia cinta muraria, Mondolfo conserva la monumentale Chiesa di Sant’Agostino con il chiostro, la romanica Chiesa di San Gervasio e il Santuario della Madonna delle Grotte, immerso nel verde di una pineta ed inserito in un percorso ecologico-culturale denominato "la Valle dei Tufi". Lungo la cinta fortificata del castello di Mondolfo sorge il Giardino Martiniano, allestito nel Bastione di S.Anna, un bel giardino all’italiana in posizione panoramica. Antico borgo posto come un balcone sul mare, il suo nome deriva da Castrum Montis Offi, cioè Monte di Offo, il capostipite della famiglia feudale che ebbe la signoria sul castello fino all’avvento dei Malatesta. La prima cerchia di mura, di forma ovale, risale al VI sec. d.C. appartenente a un castrum bizantino dalla struttura urbanistica regolare.

    Il cuore dell'antico castello è la grande piazza centrale dominata dal Municipio da cui si diramano a raggiera vicoli e scalinate nelle diverse direzioni. A fianco sorge la Collegiata di Santa Giustina, con interno barocco che conserva un organo settecentesco di Gaetano Callido.  Fra gli edifici civili da ricordare sono palazzo Giraldi della Rovere e palazzo Peruzzi.

    Nell’Oratorio di San Giovanni Decollato sono esposti un crocifisso ritenuto miracoloso e una tela barocca raffigurante Salomè con la testa di San Giovanni. 

    Al di fuori della cinta muraria si possono visitare la Chiesa e il Convento di Sant’Agostino, con opere di Claudio Ridolfi e Giovan Francesco Guerrieri, il Convento di San Sebastiano e l’abbazia di San Gervasio di Bulgaria, fondata nel V-VI secolo, nella quale è custodito un importante sarcofago ravennate del VI sec.

    La duplice anima contadina e marinara di Mondolfo si riflette nei prodotti tipici e nella cucina, in cui dominano le pietanze a base di farina di fava e di pesce (Spaghetti alla Mondolfese) e garagoj (molluschi), ai quali è dedicata una sagra nel mese di aprile.

    La particolare attenzione rivolta all’ambiente e, soprattutto, una politica di tutela e sostenibilità dello stesso portata avanti dal Comune ha valso a Mondolfo il premio Spiga Verde grazie alla grande sensibilità della comunità stessa nei confronti delle tematiche ambientali.

  • Gradara
    0541964673 (Gradara Innova) -
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Gradara

    Gradara è conosciuta soprattutto per la sua bella Rocca e per le vicissitudini strettamente legate al suo castello, soggetto nei secoli al dominio delle famiglie Malatesta, Sforza e Della Rovere, e memorabile palcoscenico della storia d'amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, resa immortale dai versi del Canto V dell'Inferno di Dante. Gradara è Capitale del Medioevo, dell’Amore e Anima di Francesca.

    Gradara merita i prestigiosi riconoscimenti di Paese Bandiera Arancione e di Borgo più Bello d'Italia. Possiede due cinte murarie: la più esterna, scandita da torrioni e torricini quadrati merlati, fornisce un forte impatto scenografico al visitatore ed è tutt’oggi percorribile; la cinta muraria intermedia, quella che separa il borgo dalla Rocca, si raggiunge attraversando la Porta dell’Orologio e percorrendo via Umberto I sulla quale si affacciano basse palazzine con botteghe e luoghi di convivio. L'impianto originario della Rocca risale al XII secolo e furono apportati ampliamenti e modifiche sotto il dominio dei Malatesta e degli Sforza, fino a proseguire nei secoli XVIII e XIX.

    Ad oggi la struttura presenta pianta quadrata con un possente torrione poligonale sul lato nord est. Gli interni visitabili tutto l’anno sono arredati con mobili del '400 e '500 e decorati con pregevoli affreschi, particolare attenzione meritano il camerino di Lucrezia Borgia e la camera di Francesca ma soprattutto le magnifiche opere d’arte rinascimentale esposte, come la pala di terracotta invetriata di Andrea della Robbia e la famosa pala di Giovanni Santi padre di Raffaello.

    Attorno al castello si può percorrere la Passeggiata degli Innamorati o i sentieri del Bosco di Paolo e Francesca che cingono la collina, da cui si può ammirare il paesaggio rurale del pesarese, dove si mescolano campi coltivati e la vegetazione tipica della macchia mediterranea grazie ad uno spettacolare scorcio sul mare.

    Nel favoloso contesto del Borgo medievale oltre alla Rocca e ai Camminamenti di Ronda, si possono visitare altri luoghi della cultura come il Museo Storico e la sua grotta, Palazzo Rubini Vesin nuovo spazio espositivo per eventi mostre e matrimoni, il Teatro Comunale, il Teatro dell’Aria parco ornitologico e centro di falconeria, infine il percorso di street art  “Oltre le Mura”.

    Il Piatto tipico di Gradara sono i "Tagliolini con la Bomba" un piatto della tradizione contadina condito con cipolla e lardo, ma anche la Amor piada ovvero la piada marchignola da assaporare passeggiando tra le vie del borgo di Gradara, frutto della passione e della tradizione del territorio che mostra un “cuoreantico” per la sua forma romantica realizzata con pregiate farine prodotte in queste terre di confine.

    A Gradara si può acquistare il “Profumo di Paolo e Francesca” due fragranze esclusive per uomo e donna e il gioco da tavolo “Intrighi a Gradara” gioco di carte nel quale i giocatori impersonano le grandi famiglie storiche legate a Gradara e al Montefeltro.

    Sono davvero tanti gli itinerari guidati proposti per tutti colori che visitano Gradara in ogni periodo dell'anno, ma anche laboratori, servizi educativi e proposte didattiche.

    Gli eventi di rilievo che hanno luogo a Gradara nel corso dell'anno sono: 
    • Gradara d'amare (febbraio),
    • Giovedì al castello (giugno/settembre),
    • Assedio al Castello (luglio),
    • The Magic Castle Gradara (agosto),
    • Castello di Natale (dicembre).

    INFORMAZIONI TURISTICHE

    GRADARA INNOVA Tel.0541.964673 Cel.331.1520659 info@gradarainnova.com
    PROLOCO DI GRADARA Tel 0541964115 cell. 3401436396 info@gradara.org

    SITO UFFICIALE GRADARA 

    VISITE GUIDATE 
    VISITE DIDATTICHE E TURISMO SCOLASTICO
    Museo Rocca Demaniale di Gradara 


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  • Vallefoglia - Montefabbri
    0721.489711 (comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Vallefoglia - Montefabbri

    Citata in documenti risalenti ai primi anni del XIII secolo, Colbordolo fu ben presto fortificata e munita di un castello.

    Posta in posizione strategica sul confine tra Romagna e Marche, fu assediata e devastata da Sigismondo Pandolfo Malatesta (1446), entrando in seguito a far parte del ducato di Urbino. Nel centro storico, cui si accede attraverso un arco posto alla base della torre civica, si erge la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, che custodisce tre pregevoli tele seicentesche di Claudio Ridolfi. All'interno del territorio comunale si evidenzia il suggestivo borgo di Montefabbri, borgo più bello d'Italia, frazione del comune.
    Il comune di Colbordolo fa parte, inoltre, dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.

    Dal 1° gennaio 2014 Colbordolo è confluito nel comune sparso di Vallefoglia, nato dalla fusione di Colbordolo stesso e di Sant'Angelo in Lizzola.

  • Monte Grimano Terme
    0541 970125
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Grimano Terme

    Monte Grimano Terme, anticamente chiamata Mons Germanus, è situata su uno sperone che domina la valle del Conca e, grazie ai suoi 600 mt. s.l.m., offre aria purissima, un clima dolce e temperato e l’atmosfera rilassante dei paesaggi collinari. Monte Grimano Terme è entrato a far parte de I Borghi più belli d’Italia, associazione che mira alla salvaguardia, conservazione e rivitalizzazione di piccoli centri italiani.

    Antico castello medievale, ebbe un ruolo importante nelle contese tra i Montefeltro di Urbino, per i quali rappresentava un caposaldo difensivo, e i Malatesta di Rimini.

    Oggi il borgo rappresenta una vera e propria porta di accesso al Montefeltro per coloro che vengono dalla Romagna. Immerse in un incantevole scenario naturale, sgorgano dalle pendici del vicino monte S. Paolo le preziose acque curative alcaline, salso-bromo-iodiche e sulfuree che vengono utilizzate nell'attrezzata stazione idroterapica, purtroppo temporaneamente chiusa.

    Nel centro storico l’impianto urbanistico dalla forma a spirale è di origine tipicamente medievale. La torre civica del '400 è ciò che rimane del Palazzo Medievale. Nella chiesa parrocchiale di San Silvestro, fatta costruire alla fine del secolo XVIII su progetto di Cosimo Morelli di Imola, di stile neoclassico, ma rimaneggiata, è presente un organo, piccolo gioiello musicale di poco meno di 500 canne, inventariato come bene culturale delle Marche.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Monte Grimano Terme nel corso dell'anno, ricordiamo la Sagra del tartufo nero (luglio) e Il Borgo in festa - La buona carne del Montefeltro (agosto).

  • Macerata Feltria
    0722.74244 (Comune); 0722.7282
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Macerata Feltria

    Macerata Feltria, la romana Pitinum Pisaurense, si trova adagiata in una conca verdeggiante al confine tra Marche, Romagna e Toscana, nel cuore del Montefeltro. Offre ai suoi visitatori un paesaggio di grande suggestione, in una terra privilegiata per la sua posizione geografica, per il clima temperato, per le risorse ambientali e culturali che, insieme alla ricchezza delle sue sorgenti termali, la rendono luogo ideale per un pieno recupero della salute ed un completo relax della persona. Per tutti questi motivi fa parte dei "Borghi più belli d’Italia".

    Il Borgo ospita il settecentesco Palazzo Antimi Clari, il bel Teatro "A. Battelli" del 1932 completamente restaurato ed operante, l’ottocentesca Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo, al cui interno è conservato un pregevole Crocifisso dipinto su tavola da Carlo da Camerino nel 1396, e Pitinum Thermae, lo stabilimento termale di Primo Livello Super, dove è possibile usufruire di tutti i tipi di cure termali sulfuree.

    Nei sotterranei della Chiesa di Santa Chiara (sec. XIII) è allestito il Museo di archeologia Industriale, che espone attrezzature perfettamente funzionanti. Lungo il tragitto che porta al castello si incontrano la Chiesa di San Francesco, edificata nel Trecento e rimaneggiata nei secoli XVII e XVIII, con un portale gotico e affreschi del Quattrocento e quel che

    resta del suo antico convento, attualmente sede del Museo della Radio d'epoca, il secondo museo pubblico della radio d'epoca presente in Italia. Nel Palazzo del Podestà (sec. XII) ha sede il Museo Civico Archeologico e Paleontologico.

    Al di là del fiume si erge il Castello (sec. XI-XIV) a forma piramidale, arroccato sopra un'altura e in parte circondato da mura, sulla cui sommità svetta la Torre Civica, all'interno della quale sono esposti alcuni reperti paleontologici. Nell'ingresso meridionale del Castello è situato l'Arco dei Pelasgi, mitici "popoli del mare" della Grecia preellenica a cui si fa risalire la fondazione dell’abitato.

    Nella strada verso Carpegna si erge la Pieve romanica di San Cassiano in Pitino nei cui pressi si possono visitare gli scavi, con resti dell'antica Pitinum Pisaurense ed in particolare un'antica strada romana.

    Tra gli eventi più importanti che hanno luogo a Macerata Feltria nel corso dell'anno ricordiamo la Mostra dei "Preziosi d'Epoca" (agosto) e l'evento natalizio Il Paese delle Meraviglie.

  • Frontino
    0722 71131
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Frontino

    Frontino è per popolazione il più piccolo Comune della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Unione Montana del Montefeltro. Vanta i prestigiosi riconoscimenti di Borgo più bello d'Italia e Paese Bandiera Arancione.

    Il suo territorio rientra nell’appennino tosco-romagnolo e nella regione storica del Montefeltro, fa parte del Parco Naturale del sasso Simone e Simoncello e nella località Pian dei Prati è visitabile, nei mesi estivi, un Parco Faunistico. Ricco di bellissimi scorci panoramici, è dominato dal monte Carpegna mentre ai suoi piedi si estende la valle del fiume Mutino, le cui pietre lastricano le sue strade interne. Tali pietre sono state utilizzate per erigere bellissime torri, le mura castellane e le fontane di Franco Assetto, grande artista torinese precursore della pop art ed ispiratore del movimento artistico “Baroque Ensembliste”, che lasciò gran parte delle sue opere al Comune di Frontino. A lui è intitolato il museo visitabile nel centro storico.

    Fiore all’occhiello della località è il duecentesco convento di Montefiorentino che secondo la tradizione fu fondato da San Francesco (1213) durante il suo passaggio nel Montefeltro. Dalla sua chiesa proveniva il Polittico di Alvise Vivarini oggi esposto alla Galleria Nazionale di Urbino. Il convento include un piccolo chiostro e conserva la rinascimentale cappella dei conti Oliva, costruita nel 1484, un vero e proprio capolavoro d’arte rinascimentale attribuito a Francesco De Simone Ferrucci da Fiesole, dove si trovano anche la splendida pala d’altare di Giovanni Santi, padre di Raffaello, e un affresco attribuito a Evangelista da Piandimeleto. Il monastero di San Girolamo è un altro luogo molto suggestivo, circondato da querce secolari, recentemente restaurato ed oggi adibito a residenza d’epoca: è costituto da chiesa, convento e una dipendenza di servizio.

    Il mulino ad acqua trecentesco, detto di Ponte Vecchio, che riforniva di farina e pane il castello, è dotato di torre di guardia e difesa, ed ospita attualmente il Museo del Pane.  Il piatto tipico del borgo è il bustreng, un dolce a base di uova e latte. 

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo a Frontino nel corso dell'anno ricordiamo il Premio Nazionale di Cultura Frontino–Montefeltro a ottobre, la Festa del Tartufo nero ad agosto, il Festival degli Spaventapasseri ad agosto, la Sagra del Fagiolo a settembre.

  • Corinaldo
    071 7978636 (IAT) - 0717978 64
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Corinaldo

    Corinaldo è un borgo situato nell'entroterra di Senigallia e sorge sulla sommità di un colle sulla riva sinistra del fiume Nevola. È inserito tra i Borghi più belli d'Italia e dei Paesi Bandiera Arancione, ed è Destinazione Turistica d'Eccellenza Europea. La città è anche Comune Ciclabile FIAB, Comune Amico del Turismo Itinerante e ha ottenuto la Bandiera Gialla di A.C.T. Italia.

    Le sue origini risalgono al V secolo d.C., quando un gruppo di fuggitivi della città romana di Suasa (l’odierna Castelleone di Suasa) si stabilì nell’attuale territorio comunale, nel tentativo di sottrarsi alle razzie dei Goti.

    Corinaldo venne ricostruita letteralmente ex novo nel 1367, in seguito all'autorizzazione concessa da Papa Urbano V, con l’attuale cinta muraria, nella quale figurano elementi fortificativi attribuibili all'influenza stilistica del celeberrimo architetto militare senese Francesco Di Giorgio Martini. Le mura cittadine sono riconosciute come le più imponenti e significative (912 mt.) della regione Marche. Dotate di porte, baluardi poligonali, torri di varia forma e bastioni, di cui uno, merlato e dalla forma affilatissima. La fortificazione resistette ad un durissimo assedio da parte del duca Francesco Maria della Rovere.

    Il centro del borgo, dal carattere tipicamente medievale, è un susseguirsi di vie strette e abitazioni in laterizio; lo scorcio più caratteristico è la Piaggia, detta anche Cento Scale, che sale dritta fino alla Piazza del Terreno, sulla sommità del colle.

    Fra i più pregevoli edifici di architettura religiosa spiccano: la barocca chiesa dell’Addolorata; il Santuario di Santa Maria Goretti che conserva una reliquia (l'ulna) di Maria Goretti, nata a Corinaldo; la Casa Natale della santa; la Chiesa del Suffragio e quella seicentesca di San Francesco, che custodisce alcune tele del pittore manierista Claudio Ridolfi, che operò a lungo sul posto.
    Poco lontano dal borgo sorge la Chiesa di Madonna del Piano, nella località omonima, che rappresenta la più antica testimonianza di architettura religiosa di Corinaldo.

    Tra gli edifici di architettura civile ricordiamo il Palazzo Comunale, ricostruito nella seconda metà del XVIII secolo al posto del precedente edificio rinascimentale, opera dell'architetto F. M. Ciaraffoni di Fano, e l'ottocentesco Teatro Carlo Goldoni, con eleganti decorazioni e un suggestivo soffitto dipinto. Uno scrigno ottocentesco perfettamente ristrutturato con i suoi legni, stucchi e velluti.

    Corinaldo fa parte del Parco Archeologico di Suasa (III sec. a. C.) situato nella località Pian Volpello.

    Di particolare interesse la Civica Raccolta d'Arte "Claudio Ridolfi", di origine veneta, che trascorse a Corinaldo gran parte della sua vita, fino alla sua morte; da visitare è anche la Sala del Costume e delle Tradizioni popolari che conserva splendidi abiti realizzati ogni anno dalle sartorie dell'Associazione "Pozzo della Polenta", in occasione della rievocazione storica della "Contesa del Pozzo della Polenta", che si tiene il terzo fine settimana di luglio. La "Contesa" è la più antica rievocazione storica della Provincia di Ancona, che ricorda la vittoria riportata dai corinaldesi nel 1517 contro l'esercito dello spodestato Duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere che, per venti giorni, aveva assediato senza successo la fortificazione di Corinaldo. Nella prima settimana di agosto viene organizzata la nota rassegna Corinaldo Jazz.

    La presenza da molti anni del mattatoio comunale ha contribuito a mantenere tradizionali figure quali "i mazzarini" che ancora oggi, nelle case di campagna, producono insaccati di altissima qualità. Tra i prodotti tipici da gustare a Corinaldo ci sono gli insaccati di Frattula, le Pecorelle (dolce tipico), l'olio extravergine di oliva, la porchetta, i vincisgrassi e il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi.

  • Mondavio
    0721 977758
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mondavio

    Adagiato su una collina a 280 mt. sul livello del mare, fra le valli dei fiumi Metauro e Cesano, con vedute che si dispiegano fra l’Adriatico e l’Appennino, Mondavio vanta un centro storico fra i meglio conservati delle Marche. Ancora oggi il borgo è racchiuso in una cinta muraria che si estende per 780 metri di lunghezza e rientra tra "I Borghi più belli d'Italia", “Paesi Bandiera Arancione”.

    La Rocca è il principale monumento di Mondavio: commissionata da Giovanni della Rovere, insieme ad altre rocche del ducato, all'architetto senese Francesco di Giorgio Martini e costruita tra il 1482 e il 1492. Non avendo mai subito attacchi è ancora in ottimo stato. Il mastio ad otto facce domina la maestosa fortezza e si collega ad un camminamento, protetto da un torrioncino, che porta ad una massiccia torre semi-circolare, unita con un ponte al rivellino d'ingresso. Il progetto originale prevedeva verso ovest un ulteriore torrione rotondeggiante che non fu mai realizzato. Le sale interne conservano ancora, per la maggior parte, la pianta originale; oggi è sede del "Museo di Rievocazione storica e armeria", con manichini in costume e armi dal '400 al '700. Nel fossato della Rocca è stato allestito il parco di "macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini, con fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine da assedio. 

    Oltre alla rocca, il centro storico custodisce altri monumenti di rilievo: il Palazzo dei Malatesta, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Municipale, la Collegiata dei Ss. Pietro e Paterniano, il trecentesco Palazzo della Comunanza, l'antico istituto che amministrava i beni della comunità e il Teatro Apollo, realizzato alla metà del Settecento sui resti di una chiesa quattrocentesca. Nell'ex convento di San Francesco è ospitato il Museo Civico, che conserva interessanti testimonianze d'arte e di storia e il dipinto “Madonna in trono col Bambino e due donatori; Crocifissione” (1390-1400 ca.) di Olivuccio di Ciccarello da Camerino.

    Piatto tipico del luogo sono i tacconi, una pasta fatta con farina di fave. Alla metà di agosto imperdibile è la "Caccia al Cinghiale", che rievoca l'arrivo a Mondavio di Giovanni della Rovere e dei Dignitari del Ducato di Urbino, per la presa di possesso del Vicariato avuto in dono da Papa Sisto IV in occasione delle sue nozze con Giovanna, figlia di Federico di Montefeltro. Il programma inizia il 13 agosto con un sontuoso banchetto rinascimentale, e termina il 15 con cortei, giochi e scene vita rinascimentale, spettacoli pirotecnici, nella cornice della Rocca Roveresca. Animatore della festa è il Gruppo Arcieri Storici di Mondavio.

  • Cingoli
    0733 601903 – 0733 602877 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cingoli

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733/601903 – 0733/602877 - 0733.602444 (IAT/Tourist office)

    Adagiata sulla sommità del Monte Circe a 631 mt. s.l.m., grazie alla sua posizione panoramica sul territorio marchigiano, Cingoli è denominato il "Balcone delle Marche" e rientra tra i Borghi più belli d'Italia e nel Club delle Bandiere Arancioni. Da una vasta terrazza sulle mura castellane di origine medievale è infatti possibile godere la vista di gran parte del territorio marchigiano, con la cornice naturale, all'orizzonte, del mar Adriatico e del monte Conero. In origine municipium romano, Cingoli diede i natali al generale Tito Labieno e, in epoca più vicina a noi, a Papa Pio VIII. 

    Il centro si caratterizza per il susseguirsi di palazzi nobiliari dai colori caldi degli intonaci e dai portali rinascimentali. Numerose sono le chiese da visitare: la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la Chiesa barocca di San Filippo Neri, la Chiesa di San Niccolò e la Chiesa di San Domenico, che custodisce la grande tela della Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto.

    Fra gli edifici di architettura civile si segnalano il Palazzo Municipale, Palazzo Conti, Palazzo Puccetti e Palazzo Castiglioni, nel quale nacque papa Pio VIII. Da non perdere la visita al Museo Archeologico, che conserva le testimonianze del vicino sito di Moscosi, risalente all’età del Bronzo, e alla Pinacoteca Comunale "D. Stefanucci". Fuori dalle mura cittadine sorgono la Collegiata di Sant’Esuperanzio, dalla bella facciata romanica, nel cui interno sono conservate numerose opere d’arte, e il Santuario di Santa Sperandia, la cui struttura originaria risale al XIII secolo e al cui interno si conserva il corpo della santa, nata a Gubbio ma vissuta e morta a Cingoli nel 1276.

    Il territorio comunale di Cingoli è molto esteso, caratterizzato da un ricco patrimonio naturalistico e storico-architettonico. Suggestive per gli amanti della natura sono le passeggiate (a piedi e in bicicletta) che i boschi che attorniano Cingoli regalano: il percorso di Tassinete, quello del Monte Nero (che conduce all’antico eremo silvestrino quello presso il Lago di Castreccioni (dove è presente un Parco Avventura) equello che dalla Valle del Rio sale al Monte Acuto, luogo a cui è legata l’affascinante leggenda del Serpente e la tessitrice.

    I piatti tipici di Cingoli sono la parmigiana di cardi, che qui si chiamano gobbi, le tagliatelle al sugo di cinghiale, i calcioni, la pizza di formaggio, e tra i dolci le ciambelle, i cavallucci e il celebre serpe.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Cingoli nel corso dell'anno ricordiamo:

    • la ”9 Fossi” Gran Fondo di Mountain bike a carattere Nazionale (aprile),
    • la rievocazione storica "Cingoli 1848" (luglio),
    • l'Esposizione Nazionale Canina (luglio),
    • i Mercatini serali del martedì con artigianato e piccolo antiquariato (luglio e agosto).
  • Offagna
    392 1302383
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offagna

    A ridosso di Ancona e del Monte Conero, Offagna, tipico borgo medioevale, è dominata dalla sua Rocca, che svetta come una solitaria vedetta sul paesaggio collinare circostante. Il borgo, su cui sventola la Bandiera Arancione, rientra nell'associazione I borghi più belli d'Italia

    La Rocca, costruita a metà del XV sec. sui ruderi di un precedente castello, è una delle più belle costruzioni difensive delle Marche, presenta una forma quadrangolare e conserva ancora intatto il massiccio mastio, a cinque piani, nel quale è allestito il Museo delle Armi antiche. 

    Lungo le mura di difesa, orlate da merlature a coda di rondine, corre il cammino di ronda. Il borgo attorno alla rocca è piccolo, ma conserva dei gioielli architettonici di tutto riguardo: la Chiesa del SS. Sacramento, a pianta circolare, è stata costruita dall’architetto Andrea Vici in puro stile neoclassico. Lo stesso architetto progettò anche il Monastero di Santa Zita, che si presenta come una struttura fortificata.
    La Chiesa di Santa Lucia invece, attestata già dal '300, conserva al suo interno un crocifisso ligneo del ‘500 e dipinti seicenteschi mentre nella Chiesa di San Tommaso si può ammirare  una pala d’altare dedicata a San Bernardino, patrono del paese.
    La visita al borgo può continuare nel Museo di Scienze Naturali "Luigi Paolucci", con interessanti raccolte paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche e nel Museo della Liberazione di Ancona, che documenta le fasi del passaggio del fronte alleato nelle Marche.  Tipica del borgo è la crescia, una sorta di piadina cotta sulla brace, da accompagnare con le “foie de campo”, un misto di erbe spontanee. Ad Offagna si può inoltre degustare il Rosso Conero, i cui vigneti caratterizzano le campagne circostanti.

    Da non perdere a luglio le Feste Medievali, una manifestazione di grande richiamo nata per far rivivere l'antica tradizione della Contesa della Crescia, una disfida in armi (lancia, balestra, arco, mazza ferrata) fra i quattro rioni del paese. Offagna si trasforma in un autentico borgo medievale e nelle sue vie e piazze torna a rivivere l'atmosfera del passato con mostre, taverne, spettacoli, rassegne, rievocazioni storiche. Ogni anno viene fissato dall'Accademia della Crescia un tema conduttore delle feste, che si concludono con la suggestiva cerimonia d'investitura dei nuovi Cavalieri della Contesa e la Fiera del Colombaccio (settembre).

  • Montecassiano
    0733 299863 (Comune) - 0733 29
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecassiano

    Nel cuore delle Marche, nel mezzo delle distese collinari del Maceratese, si erge Montecassiano, un borgo dall’impronta medievale, racchiuso da alte mura, situato nella Valle del Potenza, dista meno di 10 Km da Macerata e circa 15 km da Recanati.

    Disteso sulla sommità di un colle, offre panorami che spaziano dai Sibillini al mare, dove lo sguardo si perde nella bellezza e nell’armonia delle dolci colline marchigiane. Nel Borgo, Bandiera Arancione da molti anni ed anche parte del network Borghi più belli d’Italia l’inesorabile trascorrere dei secoli non ha compromesso la compatta struttura urbanistica tardo-medioevale. Ancora oggi è possibile percorrere stradine, piagge e vicoli secondo un tragitto che dal XV secolo si è mantenuto inalterato.

    Il centro storico, cuore di tutto il territorio, è completamente racchiuso dalla cinta muraria e vi si accede attraverso una delle tre porte (Porta Diaz, Porta San Giovanni, Porta Cesare Battisti). Il luogo più emblematico e scenografico di tutto l’assetto urbano è la centrale Piazza Unità d’Italia, sulla quale si affacciano alcuni dei principali palazzi e monumenti. Da qui una spettacolare scalinata, incorniciata da un’ampia arcata, conduce alla Collegiata dedicata a Santa Maria Assunta che ricostruita nel 1234 dai monaci cistercensi di Chiaravalle, ha subito nel corso dei secoli, innumerevoli restauri e modifiche. La chiesa custodisce tra i suoi tanti tesori il bellissimo altare in terracotta invetriata raffigurante l’Incoronazione della Vergine (1527-1532), capolavoro del plasticatore fiorentino fra’ Mattia della Robbia.
    Il giro per Montecassiano può continuare anche visitando la Pinacoteca, e gli altri palazzi e Chiese, ma anche passeggiando per i vicoli e piaggette assaporando così la tipica atmosfera del borgo. 

    Grazie al supporto di più’ di 70 associazioni locali che vivacizzano il territorio con le loro attività, Montecassiano ha un fitto programma annuale di manifestazioni:

    • Svicolando - 2° week end di Giugno - festival di musica, giocoleria e artisti di strada nelle vie del paese.
    • Palio dei Terzieri - 3° settimana di Luglio - Per un’intera settimana il borgo si cala in un’atmosfera medioevale, tra giochi, sfilate e taverne.
    • Montecassiano Estate - fine Luglio/primi Agosto
    • Sagra dei Sughitti - 1° week end di Ottobre - I “sughitti“, sorta di polenta dolce con mosto, farina di mais e noci, sono un dolce tipico della civiltà contadina.
    • Processione del Venerdì Santo: tradizionale processione alle ore 21 del venerdì santo con le sette confraternite e la suggestiva bara del Cristo morto.
  • Montelupone
    3496935275 (Uff.Turismo) - 073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montelupone

    Montelupone è un borgo collinare a soli 13 km da Macerata. Rientra tra I Borghi più belli d'Italia e vanta la Bandiera Arancione.

    Conserva le mura castellane con le quattro porte d´ingresso e l'originale pavimentazione in pietra. Al centro del borgo sorge il trecentesco Palazzetto del Podestà (o dei Priori) con la torre civica. Il loggiato a cinque archi è sovrastato da altrettante bifore ogivali poste nel salone principale del piano nobile sede, dal 1998, della Pinacoteca Civica. Il Palazzo Comunale affacciato sulla piazza, sorge su una preesistente struttura medievale. Esso è stato riedificato al tempo del Regno Italico napoleonico (1807/1814) e nel corso del XIX sec. ha subito vari restauri. L’ultimo intervento è stato ideato dall'architetto Ireneo Aleandri, il quale ne ha progettato il portico, il prospetto principale del palazzo e al suo interno il Teatro Nicola degli Angeli, in stile neoclassico e riconducibile alle opere palladiane. Quest'ultimo verrà realizzato soltanto nel 1884 da Giuseppe Sabbatini.

     Tra le vie del borgo spiccano per la bellezza e magnificenza i palazzi nobiliari, un tempo abitazioni delle antiche famiglie monteluponesi. In particolare, Palazzo Emiliani merita attenzione per due caratteristiche, quali il fregio del pittore Biagio Biagetti raffigurante le Quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano e perché, nell’Ottocento, fu sede di uno dei primi focolai della Carboneria, che raccolse i cittadini marchigiani e romagnoli in preparazione del primo moto rivoluzionario per il Risorgimento italico.

    Passando agli edifici di culto, uno dei monumenti più significativi e simbolici di Montelupone è la chiesa di San Francesco, eretta nella seconda metà del Duecento e poi rimaneggiata in epoca tardo-barocca. Il coro ligneo settecentesco, le quattro statue delle Virtù teologali (1752) e l’organo del 1753 rappresentano la “collezione” di questa chiesa, sul cui altar maggiore è collocata la meravigliosa pala raffigurante la Madonna del latte, opera del pittore Antonio da Faenza (1525); la chiesa Collegiata, la quale custodisce la cappella Addolorata ridipinta da Cesare Peruzzi tra 1934 e 1941. Qui si può anche ammirare la Madonna Immacolata del fiammingo Ernest Van Shayck (1631), pervasa di accenti devoti secondo i modelli del classicismo bolognese.

    La Chiesa di Santa Chiara, sede dell'antico convento delle Clarisse, fu edificata tra i secoli XV e XVIII all’interno della quale si possono ammirare le porte intarsiate da Cristoforo Casari nel 1796, e la Annunciazione della Vergine, copia del Barocci, del XVIII secolo. A circa 4 km dal centro, si trova l'Abbazia benedettina di S. Firmano costruita nel IX secolo in stile romanico a tre navate, con la preziosa lunetta del portale in stile bizantino. Al suo interno sotto l'alta scalinata, si trova l'incantevole cripta con le reliquie e la statua del Santo in terracotta policroma.

    Il prodotto simbolo della città è il carciofo, prodotto tipico a cui è stato riconosciuto il Presidio Sloow Food e a cui è dedicata una importante sagra in programma ogni anno per il mese di maggio; ottimo è anche il miele Millefiori, protagonista ad agosto di ApiMarche (Mostra Mercato Apicoltura Ambiente e Agricoltura) mentre a marzo ricorrono le celebrazioni in onore del Santo patrono San Firmano.

  • Montecosaro
    0733.560711
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecosaro

    Montecosaro, che si erge su una collina che domina la vallata del fiume Chienti tra Civitanova e Macerata, fa parte dell'Associazione I Borghi più belli d'Italia.
    Il ritrovamento di reperti archeologici etruschi e romani conferma l'antichità del popolamento del territorio comunale.
    L'abitato, situato su un colle isolato, presenta una pianta compatta: la cinta muraria trecentesca avvolge ancora il centro storico, al quale si può accedere dalla Porta San Lorenzo.
    Nella suggestiva cornice di Palazzo Marinozzi è allestito uno spazio museale intitolato “Cinema a pennello”, un'esposizione permanente a livello nazionale dedicata alla grafica pubblicitaria cinematografica.
    Tra gli edifici i architettura civile e religiosi ricordiamo: la Chiesa di San Rocco, la Chiesa di Sant'Agostino, la Chiesa del Crocifisso, la Chiesa delle Anime, la Chiesa di San Domenico, il giardino del Cassero, il Complesso Agostiniano.

    Particolarmente interessante e suggestiva è la basilica romanica di Santa Maria a piè di Chienti, o Santissima Annunziata, che si trova in località Montecosaro Scalo, considerata uno tra gli esempi più belli di architettura romanica non solo nelle Marche, che non hanno chiese romaniche di queste dimensioni e forme.
    La Santissima Annunziata di Montecosaro è uno dei cinque impianti dotati di coro con deambulatorio e raggiera delle absidiole, cifra architettonica delle chiese pellegrine, in quanto permettevano il transito dei fedeli di passaggio che sostavano e pregavano nelle cappellette senza disturbare le sacre funzioni collettive che si svolgevano nella parte centrale. L'edificio è a tre navate, presenta una singolare abside a due piani e custodisce frammenti di preziosi affreschi trecenteschi.
    Ad agosto il centro storico si anima in occasione della rievocazione storica Contesa dei 100 ducati.

  • Moresco
    0734.259983
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Moresco

    Il Castello di Moresco, all'interno dell'Associazione de I Borghi più belli d'Italia, sorge sulla sommità di un colle che domina la sottostante valle dell’Aso; nel Medioevo fu roccaforte del Comune di Fermo nella guerra contro Ascoli. La sua posizione strategica è ancora evidente: dal borgo infatti si gode una spettacolare vista che spazia dal Monte Conero al Gran Sasso.

    Il borgo, completamente circondato dalle mura, ha forma triangolare con al vertice l’imponente Torre eptagonale del XII sec. che è sede, specie nel periodo estivo, di mostre d'arte e fotografiche. L’altra torre, detta dell’orologio, risale al ‘300, sovrasta la vecchia porta di accesso al castello ed è affiancata da un elegante portico cinquecentesco. Della chiesa che era all’interno delle mura (Santa Maria in Castro) rimane oggi solo la navata sinistra, ora divenuta portico ai lati della piazza, decorato dall’affresco della Madonna con bambino di Vincenzo Pagani. Il Palazzo Comunale funge anche da piccola pinacoteca, nella quale sono conservate varie opere provenienti da chiese e collezioni private, prima tra tutte una grande pala d’altare di Pagani, conservata nella sala consiliare.

    Fuori dalle mura si possono visitare il Santuario della Madonna della Salute e la Chiesa della Madonna dell’Olmo, con all’interno un’edicola religiosa affrescata dal Pagani che divide in modo inconsueto e originale la chiesa in due. Ha cambiato invece destinazione d’uso la Chiesa di Santa Sofia, che s’incontra dopo essere passati sotto la torre dell’Orologio; conosciuta come lu teatrì, è stata sede, dopo la sconsacrazione, di un piccolo teatro. La chiesa racchiude un interessante affresco della scuola di Carlo Crivelli (1430-95).

    La Valle dell’Aso, ai piedi di Moresco, è importante per le sue coltivazioni ortofrutticole: la pesca della Val d’Aso, grazie alle coltivazioni biologiche, è una delle più rinomate d’Italia.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Moresco nel corso dell'anno ricordiamo: la Festa del patrono San Lorenzo Martire (agosto) e la Festa del Braciere (ottobre).


  • Montefiore dell'Aso
    0734.939019
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montefiore dell'Aso

    Montefiore dell'Aso, annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, è un delizioso paese del Piceno, posto in collina tra le valli del fiume Aso e del torrente Menocchia.
    Il centro storico è ben conservato e presenta notevoli tratti di cinta muraria con porte e sei torrioni risalenti ai secoli XV e XVI.
    Dal Belvedere De Carolis si entra nel centro storico, dove è possibile ammirare numerosi edifici sei-settecenteschi, e si giunge in Piazza della Repubblica, dominata dalla Collegiata di S. Lucia, restaurata in stile neoclassico. Nel piazzale S. Francesco si incontra la chiesa dedicata al santo, costruita tra il 1247 e il 1303, e l'annesso convento, all’interno del quale è stato inaugurato nell’ottobre del 2006 il nuovo Polo Museale di San Francesco. Nel complesso conventuale gli spazi sono stati riallestiti ed ora ospitano la sala che custodisce un preziosissimo Polittico di Carlo Crivelli, il Centro di Documentazione Scenografica Giancarlo Basili, il Museo Adolfo de Carolis, il Museo della Civiltà Contadina, la Collezione Domenico Cantatore.
    Poco fuori del centro sorge la chiesa di S. Filippo Neri e, nei pressi, la chiesa del Corpus Domini con l'annesso monastero. 
    Da ricordare, inoltre, tre chiese extraurbane comprese nel territorio comunale: lungo la strada provinciale che conduce a Carassai, la deliziosa chiesetta campestre di Santa Maria delle Grazie e quella di Santa Maria della Fede; lungo la via che conduce a Campofilone sorge la chiesa di San Giovanni Battista.  
    Tra gli eventi che hanno luogo a Montefiore dell'Aso nel corso dell'anno ricordiamo: il Carnevale (febbraio), Sinfonie di cinema, rassegna cinematografica accompagnata da concerti dal vivo (luglio), il Palio delle Botti ad agosto e la rassegna Polifonica Internazionale, che ospita cori nazionali e internazionali (autunno).

  • Grottammare
    0735 631087
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grottammare

    Grottammare, la perla dell’Adriatico, è una località turistica della Riviera delle Palme celebrata da più di tre secoli per la bellezza del paesaggio, per le suggestive atmosfere di pace e di serenità, per le ricche memorie storiche e culturali che preserva e custodisce gelosamente come uno scrigno. L’ospitalità, la cura minuziosa del suo patrimonio architettonico ed un modello di crescita che ha conciliato armoniosamente il progresso urbano e il rispetto coscienzioso della natura e del mare, hanno consentito a Grottammare di ricevere importanti riconoscimenti, tra i quali spiccano la Bandiera Blu d’Europa, le Tre vele nella Guida Blu di Legambiente edita dal Touring Club Italiano e il diploma di Borghi più Belli d’Italia per il Vecchio Incasato, sulla parte collinare.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La spiaggia, che si estende per cinque chilometri, è costeggiata da uno splendido lungomare ricco di palme, aranci ed oleandri, gioie di colori e profumi.
    Pedalando serenamente lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa tutta la marina del paese, possiamo percorrere lontani dal traffico il Lungomare sud (Bandiera Blu 2018), impreziosito da fontane decorate e da originalissime rotonde che si protendono sulla spiaggia, per arrivare sul nuovo Lungomare nord (Bandiera Blu 2018) che, recentemente riqualificato, offre una splendida balconata verde sul mare. Uno spazio di sfogo e di svago per i bambini è rappresentato dalla Pineta dei Bersaglieri, che sorge davanti alle prime concessioni, venendo da sud. Una vasta area verde per riposarsi all’ombra o scorrazzare tra i suoi pini. Per intensi momenti di riflessione e di riposo basta stendersi sulle panchine di piazza Kursaal, nella parte nord della città, cuore ideale della marina. La piazza, lastricata in travertino, ornata da una fontana a raso e da pinete e palme, si affaccia direttamente sulla spiaggia per confluire nel Viale Marino, splendido nel suo genere, dove le palme e la pavimentazione in porfido e in marmo di carrara fanno da ideale cornice alle ville liberty costruite agli inizi del Novecento. Il viale prosegue, poi, nella bellissima pista ciclo-pedonale che si snoda tra gli scogli e il mare e consente di raggiungere l’ultima spiaggia a nord, un tratto molto ampio, libero ed ancora incontaminato.

    COSA VISITARE
    Come altri insediamenti di origine medievale, la marina di Grottammare è dominata dal Vecchio Incasato aggrappato alla collina che negli ultimi anni è stato oggetto di un meticoloso restauro. Tra i vicoli lastricati e antiche mura calcinate dal sole sorgono preziosi monumenti come la Chiesa di S. Agostino e la Chiesa di S. Lucia quest’ultima costruita sulla casa che diede i natali al papa Sisto V
    In Piazza Peretti, il cuore segreto del borgo che si apre su uno splendido loggiato panoramico, è possibile ammirare, inoltre, il Teatro dell’Arancio e la Chiesa di San Giovanni Battista, sede del Museo Sistino.
    Dal 2004, il Torrione della Battaglia, una fortificazione che risale al XVI secolo, è sede di un museo che conserva una prestigiosa collezione di opere dello sculture grottammarese Pericle Fazzini, autore della celebre Resurrezione nella Sala Nervi in Vaticano. Dal 2013, infine, nel nuovo Museo Il Tarpato dedicato a Giacomo Pomili detto “Il Tarpato” il visitatore può conoscere l’ampia ispirazione dell’artista, attraverso cinque stanze tematiche, dedicate alle opere d’esordio, alle leggende dipinte, alle tele religiose, ai quadri raffiguranti sensuali figure femminili e paesaggi. 

    Per offrire a cittadini e turisti occasioni di intrattenimento e di crescita, Grottammare è animata in ogni momento dell’anno da un’intensa vita culturale. Nei mesi estivi è possibile passeggiare lungo Corso Mazzini, l’arteria principale della città, tra mercatini, artisti di strada e cantastorie oppure ascoltare musica in Piazza Fazzini o ancora divertirsi con il grande Cabaret al Parco delle Rimembranze. Chi ama, invece, le atmosfere più romantiche e la quiete, può riscoprire la musica classica e la poesia nell’affascinante scenario del borgo medievale. E poi il cinema, l’arte, il teatro e tante altre opportunità di divertimento che non si limitano al periodo estivo ma proseguono nei mesi invernali, alternati a momenti di ricerca culturali, di confronto e di dibattito sulla letteratura, sulla politica, sulla filosofia, sulla storia dell’arte, sulla musica d’autore e su tante altre discipline.
    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Grottammare ricordiamo: 

    • Cabaret amoremio! - Festival Internazionale dell'Umorismo (agosto),
    • Festival Liszt (luglio/agosto),
    • Juttenizie - passeggiata enogastronomica (agosto/settembre),
    • Presepe vivente (26 dicembre/1 e 6 gennaio).

    Grottammare ha ottenuto il riconoscimento Spiga Verde, grazie alle politiche da anni rivolte alla sostenibilità ambientale e, in particolare, al coinvolgimento attivo della cittadinanza a iniziative di sensibilizzazione nei confronti del territorio.

    Grottammare insomma è il luogo ideale per tutti coloro che desiderano trascorrere un periodo di pace tra mare e natura, senza rinunciare alla pienezza artistica che può offrire un territorio ricco di storia e di cultura.

  • Offida
    0736.888706
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offida

    Offida, antico borgo racchiuso dalle mura castellane del XV sec., è inserito tra I borghi più belli d'Italia. Posto su uno sperone roccioso tra le valli del Tesino e del Tronto, è noto per la laboriosa e paziente arte del delicato merletto al tombolo, tradizione antica, a cui è dedicato uno dei musei principali della città.

    Il vasto piazzale panoramico all’ingresso del nucleo antico accoglie i resti della quattrocentesca Rocca, ai cui piedi si trova il Monumento alle MerlettaieLa lavorazione del merletto a tombolo è tuttora molto diffusa: non è raro infatti, passeggiando nel centro storico, scorgere nella penombra degli atri delle case signore intente al lavoro con i piccoli fuselli di legno. Il museo del merletto a tombolo (che dispone di un apposito percorso per le persone non vedenti), si trova all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti-Pagnanelli che, dal 1998, ospita anche il museo archeologico “G. Allevi”, il Museo delle Tradizioni Popolari e la Pinacoteca comunale costituendo così un vero e proprio polo culturale.

    Il cuore del borgo è Piazza del Popolo, dall’insolita forma triangolare, sulla quale si affacciano edifici diversi per stile e materiale. Sul lato principale si ammira il Palazzo Comunale, con una elegante loggetta di tredici colonne in travertino e portico del XV sec. formato da colonne in laterizio con capitelli in travertino. Dal porticato del municipio si accede allo splendido Teatro del Serpente Aureo, costruito nell’800, ricco di stucchi e intagli dorati. Sulla stessa piazza si affaccia anche la settecentesca Chiesa della Collegiata, che presenta una facciata dallo stile composito e la Chiesa dell’Addolorata, dove è custodita la Bara del Cristo Morto. Poco distante sorge la Chiesa di S. Agostino. L’ex-monastero di San Francesco, nel centro storico di Offida, ospita l’enoteca regionale che offre una panoramica completa della produzione enologica del Piceno e delle Marche.

    L’edificio di culto più importante è posto al margine dell’abitato, su una rupe dalle pareti scoscese: si tratta della Chiesa di Santa Maria della Rocca, imponente architettura romanico-gotica in cotto, costruita nel 1330 su un preesistente castello longobardo; al suo interno si possono ammirare i bellissimi affreschi del Maestro di Offida del XIV sec.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Offida nel corso dell'anno ricordiamo: il Carnevale storico di Offida (gennaio, febbraio), Offida Opera Festival (settembre) e Di Vino in Vino (settembre), CiBorghi, un Festival dei Cibi dei Borghi più Belli d’Italia, la Mangialonga Picena, undici chilometri e mezzo di buona cucina, di prodotti tipici e di buon vino divisi in due percorsi nelle campagne marchigiane.

    Le eccellenze enogastronomiche locali sono: il chichì ripieno (una focaccia con tonno, alici, capperi e peperoni), a cui è dedicata una sagra, i “funghetti" (dolcetti a base di anice) e i vini Terre di Offida DOC e Offida DOCG.

  • San Ginesio
    0733 652056
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Ginesio

    San Ginesio è un meraviglioso borgo medioevale che sorge a 690 mt. di altitudine di fronte alla catena dei Monti Sibillini, quei “Monti Azzurri” tanto cari al poeta Giacomo Leopardi. Situato all’interno del Parco Nazionale del Monti Sibillini, San Ginesio ha un territorio molto vasto, di circa 78 km, che ancora testimonia un antico e glorioso passato millenario. Da quasi vent’anni a San Ginesio vengono riconosciuti prestigiosi marchi di qualità turistico ambientale come la “Bandiera Arancione” (dal 2002) certificata dal Touring Club Italiano ed è annoverato tra “I Borghi più Belli d’Italia”. Al Comune è stata anche assegnata la “Bandiera Gialla” dell’Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia ed è un “Comune Amico del Turismo Itinerante”.

    La storia narra che fu proprio Carlo Magno nel 773 ad apporre al castello il nome di San Ginesio in memoria di un’immagine trovata nella chiesuola sita in mezzo alla collina, oggi occupata dalla Pieve Collegiata, tra le maggiori opere simbolo del paese, eretta nel 1090 e unico esempio di stile gotico fiorito nelle Marche. La grande piazza centrale è intitolata ad Alberico Gentili (1552/1608), il figlio più illustre di San Ginesio che svolse l’attività di giurista e ideologo di politica interna ed internazionale presso la Corte di Elisabetta I d’Inghilterra. La sua maggiore opera, il “De Jure Belli” (1598), ha gettato le basi del Diritto Internazionale. La possente cinta muraria del XIV sec. che conserva ancora camminamenti di ronda, feritoie e torrioni delimita il centro storico del borgo che, nonostante le drammatiche ferite inferte dal sisma del 2016 custodisce numerosi e importanti monumenti architettonici: dal Teatro “G. Leopardi” su cui sorgeva l’antico Palazzo Defensorale alla Chiesa di San Francesco (XI sec.). Percorrendo la principale via del borgo, si raggiungono i giardini di “Colle Ascarano” da dove è possibile ammirare un panorama davvero unico che spazia dal mar Adriatico al Gran Sasso e ai Monti della Laga.

    Da annoverare tra gli episodi più interessanti dell’arte romanica nelle Marche è l’Ospedale di San Paolo anche detto “dei Pellegrini” (fine XIII secolo), che insieme alla Porta Picena e alle Mura Castellane, creano una delle più belle cartoline di San Ginesio. Nella Pinacoteca Antica “S. Gentili”, è possibile ammirare numerose opere d’arte tra cui spiccano “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” del Ghirlandaio e la pala della “Battaglia tra sanginesini e fermani”, icona storica a testimonianza della importanza politica di San Ginesio nella metà del xv secolo. Prestigiosi manoscritti e pergamene rendono l’Archivio Storico di San Ginesio, giunto intatto dal 1199, tra i più ricchi delle Marche. A pochi Km dal centro storico, tra boschi secolari e ameni ruscelli, sorge il Monastero di San Liberato fatto erigere dai signori di Brunforte nel 1274 per ospitare le spoglie del Santo che abbracciò la regola di San Francesco d’Assisi.

    Consapevole di un passato tanto importante, San Ginesio ha da sempre fortemente investito nel turismo quale asset strategico per lo sviluppo del paese e di un intero territorio.
    Attività mirate di promozione e “vendita” del prodotto San Ginesio sono state sviluppate nel corso del tempo sia attraverso la partecipazione alle maggiori fiere di settore sia attraverso la realizzazione di progetti concreti di rinascita del borgo e specifiche iniziative di marketing territoriale che hanno portato alla ideazione del nuovo City Brand “San Ginesio oltre l’incanto” di cui il nuovo portale www.sanginesioturismo.it - rivolto ad un turista sempre più esigente- ne incarna la mission.

    A seguito del Sisma del 2016, San Ginesio è stato scelto quale “Comune pilota della ricostruzione del centro Italia” dalle Città Creative dell’Unesco ricoprendo un ruolo di primissimo piano all’interno del Padiglione “RINASCO” nel corso della Conferenza Annuale che si è svolta a Fabriano nel giugno del 2019.

    Recentemente l’Amministrazione Comunale ha varato il cosiddetto “Piano della Bellezza” con lo scopo di disciplinare la riqualificazione urbanistica di un borgo in piena ricostruzione che dovrà attenersi a specifici criteri estetici.

    San Ginesio non è solo sinonimo di bellezza, arte, storia, natura, outdoor e accoglienza. E’ molto di più. E’ terra di numerosi prodotti tipici quali ad esempio: il “Polentone di San Ginesio”, il vino “San Ginesio doc” e il noto ciauscolo detto “Il Campagnolo” vincitore del primo premio nazionale di categoria negli ultimi 4 anni. 

    Inoltre ogni estate ad attrarre numerosi turisti italiani e stranieri è la proposta di prestigiose Rievocazioni storiche quali “Il ritorno degli esuli”, la più antica rievocazione di San Ginesio, evento triennale al quale partecipa una folta delegazione della Municipalità e del Palio di Siena e “Il Palio di San Ginesio” torneo cavalleresco tra le quattro contrade che si tiene il 15 agosto e giunto alla 52^ edizione.

    San Ginesio si è infine recentemente distinto nel panorama culturale italiano grazie all’ideazione di un prestigioso festival e di un Premio: il Ginesio Fest e il Premio Nazionale San Ginesio “All’arte dell’attore”, in onore del santo eponimo Protettore degli Attori, rappresentano un cambio di rotta necessario per la reale rinascita di un intero territorio che al mondo intero presto sarà riconosciuto come San Ginesio “Il Borgo degli attori”.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733-652056 o i telefoni indicati.

  • Sarnano
    0733 659911 - 0733 657144
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sarnano

    Sarnano, su cui sventola la Bandiera Arancione, è situata al centro di un’incantevole valle ai piedi dei monti Sibillini e fa parte dell'Associazione de I Borghi più belli d'Italia. Le sue vicende storiche sono legate a San Francesco e ai suoi seguaci: la leggenda vuole che il Serafino raffigurato nello stemma comunale fosse stato disegnato dal Santo stesso.

    Il centro storico, di origini medievali, è uno fra i meglio conservati delle Marche; la sua struttura urbanistica di città murata presenta antiche vie, che si avvolgono in cerchi concentrici, scalinate e scorci mozzafiato.

    Il centro dell’insediamento antico è la Piazza Alta, sulla quale si affacciano i principali monumenti del borgo: il Palazzo del Popolo, trasformato nello splendido Teatro della Vittoria nel 1834; il Palazzo dei Priori, quello del Podestà, e la Chiesa di Santa Maria Assunta, con all'interno notevoli opere d'arte; in particolare, lo stendardo ligneo con Annunciazione e Crocifissione di Giovanni Angelo d’Antonio, la Madonna con Bambino e Santi di Lorenzo d’Alessandro (1483), la Madonna tra angeli di Antonio e Gentile di Lorenzo (XV sec.), i pannelli di polittico con Madonna e santi di Niccolò Alunno, la Trinità di Paolo Bontulli da Percanestro (1530), due statue lignee di probabile scuola tirolese (secolo XV) e opere di Pietro Alemanno (tavola con la Madonna della Misericordia e affreschi della cripta.
    Nell’ex Monastero di Santa Chiara hanno sede il Museo Civico e la Pinacoteca, che custodisce una splendida Madonna col bambino di Vittore Crivelli.
    La struttura ospita anche il Museo del martello, il Museo dell'Avifauna, che comprende circa 867 esemplari di uccelli imbalsamati appartenenti a specie rinvenibili ancora nell'area dei Sibillini e in quella più vasta dell'Appennino centrale, il Museo delle Armi e il Museo Mariano Gavasci.

    La Biblioteca vanta un fondo antico con manoscritti del XIV e XV. sec., incunaboli e cinquecentine.Sarnano è nota anche per le sue terme, dalle cui fonti si estraggono acque oligominerali particolarmente pure, dotate di molteplici proprietà benefiche per curare disturbi  dell’apparato urinario, digerente e del ricambio, malattie reumatiche, respiratorie e circolatorie, patologie dermatologiche e ginecologiche Dal 2017 le Terme di Sarnano, trasferite in un nuovo stabilimento, offrono una completa esperienza di benessere. La SPA dotata di hydrolife con acqua termale, bagno turco, bagno romano e docce emozionali offre anche massaggi e trattamenti estetici.

    Immerso nel verde delle montagne e dei boschi circostanti, il suo territorio è attraversato da innumerevoli sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Suggestivo il percorso che prende il nome Via delle Cascate Perdute, piccola oasi di pace a due passi dal centro. In inverno è possibile praticare gli sport sulla neve nel vicino comprensorio di Sassotetto-Santa Maria Maddalena.  A Sarnano e nel suo territorio è possibile gustare le prelibatezze dei Sibillini: dai salumi alla cacciagione, dai legumi al semplice pane artigianale cotto nei forni a legna. Da gustare è la tipica crostata al torrone, preparata esclusivamente a mano con mandorle, nocciole e spezie e cotta nel forno a legna per farle acquisire la tipica e particolare croccantezza. Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Sarnano del corso dell'anno ricordiamo il Festival medievale Castrum Sarnani  e Palio del Serafino (agosto).

    I musei e la pinacoteca sono temporaneamente chiusi causa inagibilità.

  • Visso
    0737.95120 - 0737.95421
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Visso

    Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di cui ospita la sede, Visso, su cui sventola la Bandiera Arancione, è un incantevole centro montano che vanta un passato ricco di storia: il centro storico stupisce per il susseguirsi di imponenti mura, torri, case e balconcini medievali, palazzi gentilizi rinascimentali, portali in pietra scolpiti con stemmi di famiglia e motti latini. Tutti gli elementi contribuiscono a creare un insieme di armonia e grazia.

    Fa parte dell'associazione de I Borghi più belli d'Italia.

    Lo scorcio più rappresentativo, cuore del borgo, è costituito dalla Piazza dei Martiri Vissani, luminosa e armonica, delimitata da eleganti palazzi quattro-cinquecenteschi. Sulla piazza prospetta anche il fianco della collegiata di Santa Maria: di forme romanico-gotiche, costruita nel XII secolo e rimaneggiata ampliamente nel ‘200 e nel ‘300, presenta un interessante portale con un’Annunciazione affrescata da Paolo da Visso nella lunetta e custodisce all'interno preziose opere d’arte medievali.

    Sulla sinistra della collegiata sorge l’ex chiesa di Sant’Agostino (XIV secolo), che ora ospita il Museo Civico, con dipinti di notevole interesse e un gruppo di manoscritti leopardiani, e il Museo diocesano, con circa 200 opere provenienti da alcune chiese del territorio. Altri edifici di pregio sono il Battistero trecentesco, il Palazzo dei Priori, il Palazzo dei Governatori, il Palazzo del Divino Amore, Palazzo Leopardi, residenza estiva di parenti e familiari di Giacomo Leopardi, Palazzo Varano, residenza nobiliare dei duchi Varano di Camerino e Palazzo delle Guaite, rifugio per i pellegrini in visita al Santuario di Macereto. Nel Comune è conservata la Madonna con il Bambino di Paolo da Visso.

    A seguito degli eventi sismici del 2016 il Museo diocesano di Visso è particolarmente a rischio per il pericolo di crollo del massiccio campanile a vela della chiesa di sant’Agostino, che lo ospita. Le opere custodite al suo interno sono state evacuate, tra cui una importante raccolta di sculture lignee dei secoli XV-XVI attribuite al Maestro di Macereto, oreficerie preziosissime, tra cui la celeberrima croce astile del Guardiagrele, dipinti su tavola e la raccolta, come noto, di Idilli autografi del Leopardi, compreso “L’Infinito”».

    A 9 km dal centro, in una posizione suggestiva, isolata tra i pascoli appenninici, sorge il Santuario di Macereto, dalle forme bramantesche, eretto nella prima metà del XVI secolo (chiuso a causa del sisma del 2016).

    Da non perdere le delizie gastronomiche: il centro appenninico eccelle infatti nella lavorazione dei formaggi e dei salumi, fra cui il ciauscolo, un salame spalmabile costituito da un impasto di carne di maiale. Tra i prodotti tipici ricordiamo, tra gli altri, le lenticchie, il miele, le trote e il tartufo nero. Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Visso nel corso dell'anno sono il Torneo delle Guaite (luglio/agosto) e la sagra del formaggio pecorino e mostra dei prodotti locali (agosto).

    ll centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare il numero 0737/9239

  • Treia
    0733.218705
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Treia

    Treia (Borgo più bello d'Italia) è un comune situato a nord della valle del fiume Potenza. L’etimologia del nome deriva da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine grecosicula, che qui era venerata. 

    Fondata dai Romani, Treia fu dapprima colonia, poi municipio. La scenografica piazza della Repubblica è incorniciata su tre lati dalla palazzina dell’Accademia Georgica, opera del Valadier, dal Palazzo Comunale (XVI XVII sec.) che ospita la Pinacoteca Comunale e dalla chiesa di San Filippo.La Cattedrale (XVIII sec.), uno dei maggiori edifici religiosi della regione, è dedicata alla SS. Annunziata e custodisce diverse opere d’arte, tra cui una pala di Giacomo da Recanati. Oltre alla cattedrale e all'interessante Teatro Comunale, da non perdere sono la Chiesa di San Michele, la piccola Chiesa barocca di Santa Chiara, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di Santa Maria del Suffragio. L’estremo baluardo del paese verso sud è la Torre Onglavina, parte dell’antico sistema fortificato, dal quale si gode un panorama che spazia dal mare ai monti Sibillini.

    In località San Lorenzo, fuori dal centro abitato, sorge il Santuario del Santissimo Crocefisso dove, sul basamento del campanile e all’entrata del convento, sono inglobati reperti della Trea romana, tra cui un mosaico con Ibis. Qui sorgeva l’antica pieve, edificata sui resti del tempio di Iside. Il santuario conserva un pregevole crocefisso quattrocentesco che la tradizione vuole scolpito da un angelo e che, secondo alcuni, rivela l’arte del grande Donatello.

    La specialità di Treia è il “calcione”, un dolce tipicamente pasquale con il ripieno al formaggio e ad esso è dedicata una sagra che ha luogo nel mese di maggio. Tra fine luglio e inizio agosto imperdibile è la rievocazione storica "Disfida del Bracciale".

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Mercatello sul Metauro
    0722.89114
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mercatello sul Metauro

    Mercatello sul Metauro è un ridente centro dell'Alto Metauro, su cui sventola la Bandiera Arancione. Il borgo, che fu tra i castelli più importanti dell'antica regione della Massa Trabaria, ha mantenuto nel nucleo storico parte dell'aspetto medioevale, caratterizzato da una cinta muraria protetta dal solco dei due corsi d’acqua, il Metauro e il torrente S. Antonio.

    Da visitare, nella centrale piazza Garibaldi, la Pieve Collegiata, che conserva la massa muraria della costruzione romanica, con belle finestrature gotiche e un'antica icona bizantina raffigurante la Madonna delle Grazie in una preziosa teca di legno dorato e dipinto. Il museo che si trova all’interno della Collegiata raccoglie un'ampia collezione di arredi sacri.

    Da non perdere sono: la Chiesa di San Francesco con l'annesso museo, dove è custodito un Crocifisso ligneo di Giovanni da Rimini; la Casa Natale di Santa Veronica Giuliani, la "neviera" della Rocca; il ponte romanico sul fiume Metauro; la piccola raccolta di Arte contemporanea all'interno di Palazzo Gasparini che domina la piazza, detto il Palazzaccio; il Monte di Pietà, fondato nel 1516 e impreziosito da un portale di pietra arenaria raffigurante il Cristo paziente.

    Tra le specialità culinarie ricordiamo il pregiato tartufo nero estivo o scorzone; la goletta, un salume tipico marchigiano cucinato con salvia e aceto; il bostrengo, un tipico dolce invernale a base di noci e uvetta.

    Gli eventi di rilievo di Mercatello sul Metauro sono la Fiera di S. Veronica, che si svolge nella prima decade di luglio, e il Palio del Somaro (prima metà di luglio), torneo tra le quattro contrade del paese unito a giochi, degustazioni gastronomiche e una particolare sagra dedicata alla tagliatella.

     

  • Morro d'Alba
    0731.63000
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Morro d'Alba

    Morro d'Alba è un piccolo paese dalle origini molto antiche situato tra Senigallia e Jesi, a 200 metri sul livello del mare. Conserva molte testimonianze del passato e vanta un primato: è infatti l'unico borgo italiano fortificato ad avere un camminamento di ronda, la Scarpa, lungo tutte le mura, coperto e fiancheggiato da arcate.

    La cinta muraria di Morro d'Alba, di andamento irregolarmente pentagonale con sei bastioni, è il risultato di una serie di diverse ristrutturazioni databili tra il XIII e il XV secolo. 

    Nel corso dei secoli gli abitanti del paese hanno scavato un complesso labirinto di grotte, collegate tra loro da gallerie, che costituiscono una sorta di seconda città sotterranea. Le grotte erano utilizzate in passato soprattutto per la conservazione dei cibi, ma all'occorrenza potevano servire come estremo rifugio in caso di incursioni nemiche. 

    I siti turistici di maggior interesse sono: il Palazzo Comunale, che custodisce la pinacoteca con importanti opere tra cui una pala d'altare del veneto Claudio Ridolfi raffigurante L'incoronazione della Vergine e Santi; la Chiesa della SS. Annunziata (oggi Auditorium), la Parrocchiale di San Gaudenzio, bell’esempio di architettura religiosa marchigiana della seconda metà del Settecento, il museo Utensilia, allestito nei suggestivi sotterranei del castello, sotto la Scarpa, che raccoglie una nutrita selezione di utensili e attrezzi agricoli e documenta lo stile di vita e la cultura dei mezzadri marchigiani.

    Il più famoso prodotto di Morro d'Alba è il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba ottenuto dal vitigno autoctono lacrima e conosciuto già al tempo dei romani. Deve il suo nome alla particolare goccia (chiamata appunto lacrima) che fuoriesce dal grappolo d’uva quando essa giunge a maturazione.

    Le principali manifestazioni che hanno luogo a Morro d'Alba nel corso dell'anno sono: la Sagra del vino Lacrima, che si tiene ogni primo fine settimana di maggio, il Cantamaggio, il canto rituale di questua che celebra l'avvento della primavera e della nuova stagione agricola (ogni terzo fine settimana di maggio) e la Festa del Lacrima di Morro d'Alba e del tartufo di Acqualagna, che si svolge ogni terzo fine settimana di ottobre.

  • Pergola
    0721 7373274 (Servizio Cultura
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pergola

    Pergola, posta lungo l'alta valle del fiume Cesano su un ampio terrazzo alla confluenza con il Cinisco, è un piccolo comune ma ricchissimo di arte che dista circa 50 da Fano.

    A testimonianza del suo antico glorioso passato restano i famosi Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola di età giulio-claudia (tra il 23 e il 29 a.C,.) o addirittura cesariana (30-50 a.C.), rinvenuti solo nel 1946. Sull'identificazione dei quattro personaggi (due maschili a cavallo e due femminili) del gruppo sono state avanzate diverse ipotesi e fatte molto ricerche, così come sull'epoca di realizzazione, sulla provenienza e sul motivo della frantumazione delle statue (damnatio memoriae, furto o bottino di guerra). Il complesso costituisce uno dei pochissimi grandi gruppi scultorei equestri in bronzo dorato dell’antichità romana giunti fino a noi e, dopo un lungo e complesso lavoro di ricomposizione e restauro, realizzato con tecniche e materiali d'avanguardia presso il Centro di Restauro di Firenze, sono ora ospitati nel Museo dei Bronzi Dorati, che ha sede nell'ex convento di San Giacomo. La struttura museale ospita anche una pinacoteca con quadri e opere lignee, una sezione numismatica, una sezione romana e una sezione di arte contemporanea con opere grafiche del maestro e concittadino Walter Valentini.

    Pergola è inoltre conosciuta come la città dalle cento chiese, ricche di preziose opere d’arte, che sono testimonianza dell’importante ruolo economico, politico e religioso svolto dalla cittadina nel corso dei secoli. Una delle più antiche è la chiesa gotica di San Giacomo (sec. XIII), rinnovata insieme all'ex convento delle agostiniane, oggi sede del Centro Operativo Museale.
    Da visitare è anche la chiesa di San Francesco, con bel portale trecentesco ad arco acuto. Il Duomo, già chiesa degli agostiniani, ha un interno tardo barocco e una facciata ottocentesca, come barocchi sono gli interni di altre chiese: da Santa Maria Assunta alla chiesa dei Re Magi, da Sant'Andrea alla settecentesca chiesa delle Tinte, a croce greca con elegante cupola ottagonale. Fra gli edifici di architettura civile spicca il Palazzo Comunale, costruito su progetto del riminese Gianfrancesco Buonamici dopo il 1750.

    Meritano di essere menzionati anche l'antico Palazzo Ducale, quello dei Malatesta, poi Ginevri-Latoni e il settecentesco Teatro Angelo Dal Foco, recentemente recuperato dopo anni di abbandono. Altri bei palazzi privati sono quelli dei conti Mattei-Baldini, dei Badalucchi, dei Guazzugli-Gabrielli, dei Caverni, dei Giannini (oggi Buschi), dei Ruffini e dei Cini (oggi Giannini).

    Tra  i prodotti  enogastronomici si ricordano i vini di qualità di Pergola, tra i quali la Vernaccia Rossa o Vernaculum di Pergola, il vino DOC Sangiovese dei Colli Pesaresi, il Moscatello, il Vinsanto ed il Visner (noto anche come visciolata o vino di visciole).

    Altro pregiato prodotto di Pergola è il tartufo, a cui viene dedicata in autunno una Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Pergola e dei Prodotti Tipici.

  • Sassoferrato
    0732.9561 (Centralino) - 0732.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sassoferrato

    Sassoferrato sorge sul versante orientale dell'Appennino con il centro abitato posto su due livelli: il rione Borgo a circa 310 m s.l.m. ed il rione Castello a circa 400 m s.l.m, dominato dai resti della Rocca, massiccia costruzione militare risalente al XIV sec, costruita per ordine del Cardinale Albornoz nel 1365.

    Nel territorio di Sassoferrato si trova l'antica città romana di Sentinum, teatro della celebre Battaglia delle Nazioni (295 a.C.), che vide la vittoria dei romani sui Galli e i Sanniti e nella cui area archeologica, di notevole interesse, sono visibili le strade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale ed il quadriportico di una grande costruzione fuori dalle mura della città.

    Il Museo Civico Archeologico è allestito all’interno del Palazzo dei Priori, un edificio costruito nel 1355 in seguito alla nascita del libero Comune. Le sale principali di questo settore del Museo sono caratterizzate dalla presenza di pavimenti a mosaico e l’allestimento riproduce idealmente l’ingombro dei muri delle stanze in cui si trovavano in origine. I reperti illustrano diversi aspetti della vita quotidiana e della società nell’antica città romana di Sentinum. Al piano terra di Palazzo dei Priori è ospitata la Sala Perottiana, in cui è custodita una preziosa raccolta di reliquari bizantini e fiamminghi, tra cui l’Icona di San Demetrio del XIV sec. Questa opera d’arte, di piccole dimensioni, è un mosaico su supporto ligneo rivestito in lamina d’argento sbalzato e dorato di rara fattezza.

    Interessante è la Civica Raccolta d'Arte, custodita presso Palazzo Oliva, che comprende ventisei pregevoli dipinti databili dal Quattrocento alla fine del Settecento. Tra le opere che compongono la Raccolta figurano due tele di Giovan Battista Salvi (Sassoferrato 1609 - Roma 1685), il grande pittore universalmente conosciuto come Il Sassoferrato, protagonista del classicismo europeo, a cui è dedicata la Rassegna Premio internazionale d'arte contemporanea G. B. Salvi, che si svolge durante il periodo estivo.

    Da visitare: il Museo della miniera di zolfo, ubicato nella frazione di Cabernardi, che illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa; il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, ubicato in un ex convento, dove è stata ricostruita una tipica casa colonica sassoferratese; la raccolta Incisori Marchigiani, che comprende oltre quattrocento opere grafiche (tra cui diciassette disegni), realizzate da duecentodieci artisti marchigiani.

    Altro sito da non perdere nei pressi di Sassoferrato, è l'Abbazia di Santa Croce, costruita nel finire del XII secolo dai Conti Atti con materiali provenienti dalla vicina Sentinum.

  • Servigliano
    0734.750583
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Servigliano

    Servigliano è un piccolo centro della provincia di Fermo e rientra tra i Borghi più belli d'Italia. Il suo nome (che richiama un Servilius o la gens Servilia) deriva da un insediamento romano che sorgeva a 4 chilometri di distanza in posizione più elevata rispetto all'attuale locazione. Nel 1771 il paese franò e fu ricostruito da Papa Clemente XIV, prendendo in suo onore il nome di Castel Clementino. La costruzione proseguì sotto Pio VI e nel 1863, con l'unità d'Italia, il paese riprese l'antico nome.Nel 1915 a Servigliano fu costruito un grande campo di prigionia che, dalla prima guerra mondiale fino al 1955, condizionerà pesantemente le vicende storiche del paese e che vide la presenza di prigionieri austriaci, ebrei, greci, inglesi, americani e maltesi; sotto il fascismo venne utilizzato per contenere fino a 5.000 prigionieri nella Seconda Guerra Mondiale e, dal 1943, come campo di concentramento. È presente a Servigliano la Casa della Memoria, un'aula didattica multimediale presso l'ex stazione ferroviaria, che mette a disposizione di giovani, studiosi e appassionati un ricco archivio storico, nonché materiali didattici e scientifici che illustrano le vite di chi sostò e transitò per questi luoghi.

    Tra le attrazioni turistiche ricordiamo: le mura castellane quadrangolari risalenti al 1700; l'antichissima Chiesa di Santa Maria del Piano, che conserva una statua dell'Assunta (XV secolo), un Crocefisso del 1500 oltre ad un bellissimo coro in olmo; l'ex Convento dei Frati Minori Osservanti; la settecentesca Collegiata di San Marco; il Palazzo Pubblico, il ponte sul fiume Tenna, le Porte del borgo e Palazzo Filoni, affrescato in epoca neoclassica. Da segnalare anche due splendide ville rurali: Villa Brancadoro e Villa Vecchiotti.

    Nella settimana di Ferragosto la città di Servigliano, già Castel Clementino, torna all'anno 1450 con dame, cavalieri, giostre e taverne medievali. La rievocazione Torneo Cavalleresco Castel Clementino ricorda la donazione da parte dell’Abate di Farfa, alla comunità di Servigliano, della Piana di San Gualtiero, avvenuta nel 1450.

    A giugno ricorre poi l’appuntamento con la solenne Infiorata del Corpus Domini. Dall’alba gli infioratori iniziano ad allestire lo splendido percorso floreale nel quadrato del centro storico, con scene tra arte e sacralità, motivi geometrici che esaltano l’impianto architettonico neoclassico del paese e figure che si ispirano ai simboli di questa festa cristiana.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733-52056

  • Torre di Palme - Fermo
    0734.227940
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Torre di Palme - Fermo

    Il suggestivo centro di Torre di Palme è un fantastico balcone panoramico sulla cima di un colle dal quale ammirare la costa e il mare Adriatico. Il borgo appartiene alla cerchia dei castelli fermani suddivisi, a seconda della loro collocazione, in marini, di mezzo e montani: quelli marini sorgono sulla sommità dei colli e in genere presentano un impianto urbano ellissoidale (con asse est-ovest) circondato da mura che si aprono con porte "da Sole" o "da Bora".

    L'abitato sorse nel Medioevo come protezione fortificata dell’antico scalo marittimo della città romana di Palma allo scopo di difenderlo dalle frequenti incursioni dei pirati. La zona costiera tra i fiumi Tesino e Chienti, denominata nelle antiche carte geografiche come "Agro Palmense", aveva il suo porto nell’antica Palma in Agro Piceno, citata da Plinio il Vecchio per la produzione del pregiato vino Palmense

    Fiero castello medievale munito di un saldo sistema difensivo, Torre di Palme deve al movimento religioso agostiniano la costruzione di gran parte del nucleo più antico. Orgoglioso della propria indipendenza, il paese entrò spesso in contrasto con il comune di Fermo; perse la sua autonomia nel 1861 quando divenne frazione di Porto San Giorgio, per passare poi definitivamente, dal 1878, sotto l’amministrazione di Fermo. 

    Torre di Palme si distingue per la conservazione del suo ambiente e per l'uniformità stilistica degli edifici medievali e rinascimentali, elementi che ne fanno, nonostante le piccole dimensioni, uno dei centri storici più interessanti della regione. Il borgo è tagliato da ovest a est da via Piave che, oltre ad ospitare gli edifici più significativi dell’antico abitato, consente di ammirare scorci urbani incomparabili in cui le strette vie, caratterizzate dalle facciate in cotto fiorite di gerani, inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti.

    La visita del paese può avere inizio dalla Chiesetta di San Giovanni risalente al Mille, in conci di pietra e archetti pensili, al cui interno si trovano affreschi del secolo XV; seguono il Palazzo Priorale con un arco a tutto sesto murato nella facciata e un campaniletto a vela e la gotica Chiesa di Sant’Agostino (già degli Eremitani) con annesso convento, dal tipico cotto rosso, la cui facciata a capanna è nobilitata da un bel portale gotico e da un rosone: da non perdere, al suo interno, una tavola di Vincenzo Pagani (1578) e un imponente polittico di Vittore Crivelli trafugato nel 1972 e recuperato poco dopo (ad eccezione di tre scomparti della predella), nobilitato dalla cornice originale in legno intagliato e caratterizzato dagli splendenti colori smaltati, resi ancora più intensi dall’oro dello sfondo. Proseguendo lungo il corso si raggiunge la Chiesa di Santa Maria a Mare, costruita nel XII secolo e in seguito modificata, in conci di pietra e cotto, il cui campanile è decorato con archetti intrecciati e bacini maiolicati: interessante l’interno a tre navate con presbiterio sopraelevato e affreschi bizantineggianti del XIV secolo. Sulla sinistra della chiesa, in un giardinetto, si trova una vera da pozzo, adibita un tempo a Battistero. Di fronte alla chiesa sorge il romanico Oratorio di San Rocco del XII secolo, il cui portale cinquecentesco presenta lo stemma di Torre di Palme.

    La via principale termina nel piazzale Belvedere dal quale si ha una meravigliosa vista sulla costa e sul mare sottostante, una location da sogno per gli sposi che decidono di celebrare il loro giorno più bello.

    Il borgo è circondato dalla fitta vegetazione del Boschetto di Cugnolo, area floristica protetta, interessante perché conserva tipiche specie della macchia mediterranea; la zona è una meta ideale per gli escursionisti, anche grazie alla suggestiva Grotta degli Amanti, teatro del tragico amore di Antonio e Laurina, i due amanti che trovarono la morte gettandosi nel vuoto dal Fosso di San Filippo.