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Città UNESCO nelle Marche

Gioielli imperdibili

La visita di Urbino, Pesaro e Fabriano, le tre città che hanno ottenuto il riconoscimento dell’UNESCO è davvero un itinerario imperdibile. Urbino con il suo centro storico Patrimonio dell’Umanità dal 1998, Pesaro Città Creativa per la Musica dal 2017 e Fabriano Città creativa per Artigianato e Arte Popolare dal 2013, possono fregiarsi del prestigioso titolo, per le loro caratteristiche identitarie che le rendono famose in tutto il mondo.

Urbino per essere uno dei centri più importanti dell'arte e dell'architettura del Rinascimento italiano con un aspetto che è giunto intatto fino a noi, armoniosamente adattato al suo ambiente fisico e al suo passato medievale che ne fanno un luogo del tutto eccezionale. 

Pesaro ha dato i natali al famoso compositore Giochino Rossini che ogni anno viene celebrato con il Rossini Opera Festival (ROF). E' stata nominata Capitale Italiana della Cultura per l'anno 2024.

Fabriano è nota per la produzione della carta e per la filigranatura dei fogli, invenzione introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo e ricca di un prezioso patrimonio artistico culturale tramandato fino ai nostri giorni. Da non perdere la visita alle vicine Grotte di Frasassi, uno spettacolo unico naturale che stupisce ogni volta per la straordinaria bellezza che si rinnova, goccia dopo goccia, incessantemente.

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Livello di difficoltà: media
Target: Leisure

Le tappe dell'itinerario

  • Urbino città UNESCO e patria di Raffaello
    0722.3091
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbino città UNESCO e patria di Raffaello

    Urbino è uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui ancora oggi conserva appieno l'eredità architettonica; dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO. È sede di una delle più antiche ed importanti università d'Europa, fondata nel 1506.

    COSA VEDERE
    Palazzo Ducale è uno dei più interessanti esempi architettonici ed artistici dell'intero Rinascimento italiano. "Palazzo in forma di città" lo definì Baldassarre Castiglione, impressionato dalla reggia dove dimorò Federico da Montefeltro. Il palazzo, caratteristico per i suoi torricini, è sede della Galleria Nazionale delle Marche: la splendida cornice architettonica degli interni, creati dal Laurana, ospita una delle più belle ed importanti collezioni d'arte del Rinascimento italiano.
    Sono presenti splendide pitture di artisti quali Raffaello, Piero della Francesca, di cui spicca la famosa Flagellazione di Cristo, Paolo Uccello, Tiziano e Melozzo da Forlì.
    Lo studiolo del duca Federico, all’interno del Palazzo, custodisce un pregevole soffitto a cassettoni ed è rivestito nella fascia inferiore di legni intarsiati da Baccio Pontelli su disegni di Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante

    Tra gli edifici di architettura civile e religiosa si segnalano: la Casa Museo di Raffaello Sanzio, dove visse il celebre pittore; il Duomo realizzato in stile neoclassico, che contiene alcune tele di Federico Barocci, e l'annesso Museo Diocesano Albani; il Teatro Sanzio, sorto verso la metà del XIX secolo, sul bastione della Rampa elicoidale; l’Oratorio di San Giovanni, dove è possibile ammirare un imponente ciclo d'affreschi realizzati dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche tra il 1415 e il 1416; l’Oratorio di San Giuseppe, dove è conservato il complesso scultoreo raffigurante la Natività di Cristo, opera di Federico Brandani e pregevoli decorazioni ed opere d'arte nella prima metà del XVIII secolo, grazie alle committenze e alle donazioni di vari membri della famiglia Albani; il Mausoleo dei Duchi, che fa parte di un complesso conventuale a cui è annesso il cimitero cittadino, è situato poco fuori della cinta muraria della città, venne realizzato, probabilmente, da Francesco di Giorgio Martini nella seconda metà del XV secolo per volere del duca Federico III da Montefeltro, per ospitare la propria tomba e quelle dei suoi successori, ovvero Guidobaldo I Da Montefeltro, ultimo duca della dinastia; il collegio Raffaello, istituito per volere di Papa Clemente XI agli inizi del XVIII secolo, che ospita la sala del consiglio comunale, alcuni uffici della Prefettura e il museo del Gabinetto di Fisica dell'Università; la Fortezza Albornoz, realizzata nella seconda metà del XIV secolo per volontà del cardinale Egidio Alvares de Albornoz.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Tra le specialità locali, rinomata è la "Casciotta d'Urbino", riconosciuto prodotto DOP: si tratta di un formaggio a pasta semicruda da tavola, realizzato sin dall'antichità. Gustosissima è anche la crescia urbinate, definita anche crescia sfogliata, una sorta di focaccia che si mangia calda con salsiccia, erbe di campo, prosciutto, lonza o formaggio.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Urbino durante l’anno sono il Festival di Musica Antica (luglio), la Festa del Duca (agosto) e la Festa dell’Aquilone (settembre).

  • Raffaello Sanzio - Madonna col Bambino

    Il riferimento più antico allo splendido affresco della Madonna col Bambino (affresco staccato a massello, 97 x 67 cm.), conservato in Casa Santi a Urbino, risale al ‘600 quando l’architetto Muzio Oddi, nuovo proprietario della casa, menzionò l’opera nelle sue memorie olografe.
    Ritenuta inizialmente opera di Giovanni Santi, la maggior parte della critica condivide oggi l’attribuzione a suo figlio Raffaello, riconoscendovi il primo capolavoro del pittore urbinate, allora poco più che adolescente.
    L’affresco raffigura la Madonna di profilo seduta all’interno di una nicchia mentre, assorta nella lettura di un testo, accarezza teneramente il bambino addormentato sulle sue ginocchia. L’atmosfera rarefatta e i colori chiari rimandano ai modelli che circolavano allora alla corte urbinate mentre l’immagine colpisce per la delicatezza e ingenuità delle figure, legate intimamente anche dal contrasto tra luce ed ombra che accentua il carattere familiare e suggestivo della composizione.
  • Casa Natale di Raffaello
    0722 320105
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Casa Natale di Raffaello
    La dimora, costruita nel XV secolo venne acquistata nel 1460 dal padre di Raffaello, Giovanni Santi (1435 - 1494) umanista, poeta e pittore alla corte di Federico da Montefeltro, che vi organizzò la propria bottega dove Raffaello (1483-1520) apprese le prime nozioni di pittura. Acquistata nel 1635 dall'architetto urbinate Muzio Oddi, passò nel 1873 all'Accademia Raffaello che, fondata nel 1869 da Pompeo Gherardi ne divenne gelosa custode, promuovendo ricerche, opere e studi relativi alla figura del grande pittore urbinate. Al primo piano si apre un'ampia sala con soffitto a cassettoni dove è conservata l'Annunciazione, tela di Giovanni Santi, assieme a copie ottocentesche da Raffaello: la Madonna della Seggiola e la Visione di Ezechiele. In una piccola stanza attigua, ritenuta la stanza natale del pittore, è collocato l'affresco della Madonna col Bambino attribuito dalla critica ora a Giovanni Santi, ora a Raffaello giovane. Di particolare interesse sono un disegno assegnato a Bramante (1444 - 1514) e la raccolta di ceramiche rinascimentali, deposito temporaneo della Collezione Volponi. Al piano superiore, sede dell'Accademia, sono conservati manoscritti, edizioni rare, monete, ritratti: tipici esempi della cultura ottocentesca con significato rievocativo e celebrativo. La Biblioteca dell'Accademia, in Via Cesare Battisti 54, è aperta al pubblico.

    Per info e orari visita il sito della Casa natale di Raffaello
  • Palazzo Ducale
    0722 2760
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Palazzo Ducale

    Federico da Montefeltro, valoroso capitano di ventura e illuminato mecenate, signore del Ducato dal 1444 al 1482, volle la realizzazione di quella che ancora oggi è considerata una delle più belle opere del Rinascimento: il Palazzo Ducale di Urbino. Nonostante la scarsità di documenti che attestino la nascita e lo sviluppo di questa maestosa costruzione, è riconosciuto dagli studiosi che vi parteciparono alcuni fra gli artisti più grandi dell'epoca. Fra le innumerevoli maestranze che furono impiegate per la costruzione, spiccano i nomi di tre architetti: il fiorentino Maso di Bartolomeo, il dalmata Luciano Laurana, il senese Francesco di Giorgio Martini e di diversi decoratori e artisti che resero il palazzo della città di Urbino un punto focale del Rinascimento Italiano. Il Palazzo Ducale ebbe diverse fasi di sviluppo; il nucleo più antico, (conosciuto come l'appartamento della Jole) fu edificato per volontà del conte Guidantonio, padre di Federico. Si affaccia con il suo lato lungo su piazza del Rinascimento ed è stato il punto di partenza per l'ampliamento e l'assetto successivo del palazzo. A Luciano Laurana si devono la facciata con i suggestivi torricini, lo studiolo, e numerosi ambienti del piano nobile. Intorno al 1474, l'architetto senese Francesco Di Giorgio Martini sostituì Laurana nell'ultimazione delle parti incompiute e progettò il complesso impianto idrico, all'avanguardia per l'epoca. Con l'architetto senese, il Palazzo conobbe il suo massimo splendore. Durante il XVI secolo, con la successione della famiglia Della Rovere ai Montefeltro, il palazzo subì ulteriori ampliamenti con l'aggiunta del secondo piano nobile.
    Il Palazzo Ducale di Urbino ospita la Galleria Nazionale delle Marche.

  • Raffaello Sanzio - La Muta
    0722.322625
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Raffaello Sanzio - La Muta
    Galleria Nazionale delle Marche
    olio su tavola, 64 x 18 cm
    1507-1508.

    L’opera fu conservata agli Uffizi fino al 1926 quando venne definitivamente trasferita presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. L’assenza di notizie certe circa l’origine dell’opera ha reso controversa l’identificazione del ritratto che, secondo le ultime ipotesi, apparterrebbe a Giovanna Feltria della Rovere, figlia di Federico da Montefeltro e madre di Francesco Maria, erede del Ducato di Urbino dopo la morte di Guidobaldo da Montefeltro nel 1508.
    L’opera corrisponderebbe alla parentesi fiorentina di Raffaello, periodo durante il quale il giovane urbinate assimilò gli insegnamenti della ritrattistica leonardesca, evidente nell’impostazione di tre quarti della figura con il capo rivolto verso l’osservatore , nell’impianto formale e compositivo oltre che nella resa dei soggetti, caratterizzati da una complessa e sottile resa psicologica accentuata dal rapporto tra la figura e lo sfondo scuro. Da notare  il dettaglio della mani appoggiate sul bordo inferiore, come se combaciasse con un ipotetico parapetto, colte in un gesto inquieto. L’opera, per la sua espressione intensa ed enigmatica, è uno dei più importanti esempi della ritrattistica raffaellesca.
  • Raffaello Sanzio - Santa Caterina d'Alessandria
    L’opera (un olio su tavola, di 39 x 15 cm.) faceva originariamente parte di un trittico, realizzato tra il 1500 e il 1503, probabilmente con funzione di piccolo altare destinato alla devozione privata e composto da una seconda tavoletta di simili dimensioni raffigurante Santa Maria Maddalena. Al centro delle due sante doveva forse trovarsi un’immagine perduta della Vergine con il bambino o della Sacra Famiglia, secondo quanto farebbe supporre l’invocazione alla Vergine presente sul retro del dipinto: "Benedi/cat virg/o Maria".
    Elemento particolare della raffigurazione, una ruota dentata posta a terra, riferimento simbolico alla santa e al suo trionfo sul martirio.
    Il piccolo dipinto, oggi conservato presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, fu riacquistato dallo Stato italiano solamente nel 1990 dopo essere finito sul mercato antiquario nel 1955, in seguito alla dispersione della grande collezione fiorentina del conte Alessandro Contini Bonacossi.
  • Galleria Nazionale delle Marche
    07222760; 0722322625
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Galleria Nazionale delle Marche
    La Galleria Nazionale delle Marche è ospitata nel Palazzo Ducale, straordinaria dimora principesca del Quattrocento, voluta dal duca Federico da Montefeltro (1422 - 1482) signore della città di Urbino dal 1444 al 1482 "gloriae ac posteritati suae". Un "palazzo in forma di città", come lo definì Baldassarre Castiglione, che rispecchia la personalità guerriera ed al tempo stesso illuminata e colta del suo Signore. Vi lavorarono gli architetti Luciano Laurana (1420 - 1479), autore del superbo cortile e della facciata serrata tra i due slanciati torricini, e Francesco di Giorgio Martini (1439 - 1502) che ideò il prospetto principale, la cosiddetta "facciata a due ali". Un primo gruppo di opere, proveniente dagli edifici delle corporazioni religiose soppresse, venne a costituire nel 1861 il nucleo principale della Galleria che, considerata una delle più preziose raccolte d'arte in Italia, fu istituita nel 1912, sotto la direzione di Lionello Venturi, l'allora soprintendente, con l'intento di raccogliere, custodire e valorizzare gli oggetti d'arte provenienti dall'intero territorio regionale. Il percorso, all'interno del Palazzo, oltre a condurre il visitatore in ambienti di grande suggestione, tra cui lo "Studiolo del Duca", la "Cappellina del Perdono" e il "Tempietto delle Muse", lo avvicina alle numerose testimonianze della civiltà figurativa urbinate, e a capolavori assoluti come La profanazione dell'Ostia di Paolo Uccello (1397-1475), La Flagellazione e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca (1415/20-1492), la Pentecoste e la Crocefissione di Luca Signorelli (1441/50-1523), La Muta di Raffaello (1483 - 1520); l'Ultima Cena e la Resurrezione di Tiziano (1487/88-1576), l'Assunzione della Vergine di Federico Barocci (1535 - 1612); la Madonna col Bambino e Santa Francesca Romana di Orazio Gentileschi (c.1563 - 638 o 46). Di recente acquisizione la Collezione Volponi donata dallo scrittore urbinate che comprende, tra l'altro, dipinti del Trecento bolognese e tele del Seicento marchigiano. Importanti le raccolte di disegni e incisioni, la collezione di ceramiche e maioliche dei secoli XV e XVI e il misterioso dipinto della Città ideale (1480 c.) che, assieme alle due "Prospettive" conservate una nella Walters Art Gallery di Baltimora e l'altra nello Schloss Museum di Berlino, costituì, come afferma Maria Grazia Ciardi Duprè, il punto di partenza di alcuni fra i maggiori problemi prospettici, urbanistici, di architettura e di spazio che, nel passaggio dal primo al secondo Rinascimento, fondarono la civiltà moderna. Dopo gli ultimi restauri, è possibile visitare anche i sotterranei del Palazzo con la neviera, la selleria, la lavanderia, la cucina, la stalla ed il bagno del Duca.
    Per info e orari visita la pagina dedicata della Galleria Nazionale delle Marche
  • Pesaro
    0721.69341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pesaro

    Affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare situato tra due colline costiere: il Monte Ardizio a est-sud-est e il Monte  San Bartolo a ovest-nord-ovest, che dà il proprio nome al Parco Naturale del Monte San Bartolo

    Tra gli edifici di architettura religiosa si segnalano: la Cattedrale, eretta sui resti di un edificio tardo romano, che vanta un interessante patrimonio musivo; la Chiesa di Sant'Agostino, che conserva un notevole portale gotico-veneziano sulla facciata e importanti tele all'interno; il Santuario della Madonna delle Grazie, edificato nel XIII secolo dai Malatesta e rifatta in forme barocche.

    Tra i monumenti e musei degni di nota da non perdere sono: la quattrocentesca Rocca Costanza, opera a pianta quadrata, rafforzata da torrioni cilindrici e cinta da un ampio fossato, già adibita a carcere; il Palazzo Ducale, ora sede della Prefettura, fatto erigere da Alessandro Sforza nella seconda metà del XV secolo; il Museo Archeologico Oliveriano e i Musei Civici, con la Pinacoteca e il Museo delle Ceramiche; collocata all’interno di palazzo Mosca, la Sonosfera, uno spazio progettato per la fruizione immersiva di contenuti tridimensionali sonori e audio-visivi; Casa Rossini, che conserva materiale documentario, tra cui stampe e cimeli legati alla vita e all'opera del grande compositore; il Museo Nazionale Rossini, che racconta la vita, l’uomo e la grandezza dell’artista ma anche l’attualità dell’opera di Gioachino Rossini; il Teatro Rossini, dove ogni anno si svolge il Rof (Rossini Opera Festival), un festival musicale lirico che dal 1980 si tiene annualmente ad agosto a Pesaro, città natale di Gioachino Rossini. ROF è anche il nome della Fondazione costituita nel 1994 per appoggiare la Fondazione Rossini nell'attività di recupero teatrale, musicologico ed editoriale della produzione rossiniana. 

    La tradizione marinara è ben documentata dal Museo Washington Patrignani, che raccoglie in due sezioni le testimonianze relative alla storia della marineria pesarese.
    Una suggestiva scultura contemporanea è la Palla di Arnaldo Pomodoro, una sfera di bronzo realizzata nel 1998 dal noto scultore. Villino Ruggeri è un bella costruzione in stile liberty; poco distante da Pesaro, sul Colle San Bartolo, sorge Villa Imperiale, costruita a partire dal 1530.
    Nel Parco del San Bartolo, nel territorio di Pesaro, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara e Santa Marina Alta sono pittoresche frazioni a picco sull’azzurro del Mare Adriatico.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Pesaro nel corso dell'anno ricordiamo, oltre al Rof, la Mostra internazionale del Nuovo Cinema(Pesaro Film Festival), uno dei più importanti festival cinematografici italiani, che si svolge a giugno.

    Nel 2018 si è celebrato il 150° anniversario dalla morte di Gioachino Rossini, il celebre compositore nato a Pesaro nel 1792 e morto a Passy, Parigi nel 1868.

    Tra i piatti e prodotti tipici tradizionali segnaliamo i cappelletti alla pesarese, preparati in brodo; le tagliatelle e i cannelloni "alla Rossini", piatto a base di pasta fresca dedicato al grande compositore; il bostrengo, ovvero riso lessato mescolato con fichi secchi, uvetta, miele, alchermes, farina di mais, cacao, mele, pere ecc.. Tra i secondi piatti ricordiamo le famose triglie al prosciutto, le seppie ripiene, i Garagoli, crostacei saltati nell'olio con varie spezie e le olivette di vitello, fagottini di carne ripieni impanati e fritti. 
    Una "chicca" gastronomica è la Pizza Rossini, per il particolare abbinamento pizza e maionese. La base è una semplice margherita, a cui vanno aggiunte uova sode e maionese rigorosamente fatta a mano. 

  • Teatro Rossini
    0721.387620 - 0721.387362 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Rossini

    Il Teatro Rossini viene inaugurato come Teatro del Sole nel 1637, durante il pontificato di Urbano VIII che concede, come luogo per gli spettacoli pubblici, le vecchie scuderie ducali costruite da Federico Ubaldo Della Rovere. L’edificio subisce nel tempo diverse trasformazioni; una vera e propria ricostruzione si deve all’architetto Pietro Ghinelli tra il 1816 e il 1818, anno in cui è inaugurato come Teatro Nuovo con una eccezionale rappresentazione de La gazza ladra diretta dallo stesso Gioacchino Rossini, già celebre anche se appena ventisettenne. Del vecchio edificio si salva il portale bugnato di Filippo Terzi che tuttora costituisce l’ingresso principale. Nel 1855 il teatro viene intitolato a Rossini. Nel 1934 viene ricostruita la facciata, modificato il ridotto e realizzata un’ampia sala (l’attuale Sala della Repubblica) all’altezza del terzo ordine di palchi. L’ultimo restauro strutturale è degli anni Settanta dopo che il teatro viene dichiarato inagibile nel 1966.

    La riapertura del Rossini nel 1980 decreta l’inizio di una vita intensissima in contemporanea con la nascita del Rossini Opera Festival. Il teatro ospita nel corso dell’anno: produzioni liriche e concerti del Rossini Opera Festival, la Stagione Teatrale, la Stagione Concertistica e il Festival Nazionale d’Arte Drammatica.

  • I Musei Civici di Palazzo Mosca
    0721 387541
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: I Musei Civici di Palazzo Mosca

    I Musei Civici sono ospitati dal 1936 nella sede di proprietà comunale di Palazzo Mosca, un tempo residenza di una delle più importanti famiglie della nobiltà pesarese. I Mosca, ricchissimi mercanti bergamaschi, giungono a Pesaro verso la metà del ‘500 entrando ben presto a far parte della nobiltà cittadina. La loro rapida ascesa economica e sociale gli consente di costruire la suburbana Villa Caprile e il Palazzo in pieno centro che ancor oggi porta il loro nome.

    Per info e orari visita il sito dei Musei di Pesaro

  • Parco Naturale Monte San Bartolo
    0721 268426
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Parco Naturale Monte San Bartolo

    Il Parco San Bartolo si caratterizza per la presenza di due ambienti distinti: un tratto di costa alta, in gran parte falesia viva che si staglia a picco sul mare, e il versante interno, costituito per lo più da paesaggio rurale.
    Uno studio sulla “flora vascolare” ha rilevato la presenza di specie rare come per esempio il lino marittimo, che si trova solo in questa zona in tutte le Marche. Significativa anche la presenza del giunco e della carota delle scogliere.
    Il Parco in autunno, proprio per la sua conformazione a ridosso dell’Adriatico e la vasta presenza di specie arboree caducifoglie, offre un fantastico spettacolo di colori caldi arricchito dal contrasto col blu marittimo.
    Percorrendo il Parco possiamo infatti trovare, negli impluvi che mantengono più umidità anche durante i mesi caldi, pioppi bianchi o neri, che in questo periodo circondano la loro corteccia chiara e slanciata di foglie dorate; la stessa tonalità, si trova nelle foglie sui classici rami “piangenti” dei salici, che sono però molto più rari rispetto ai pioppi. La gradazione sfuma dal giallo all’arancione nelle folte chiome delle querce, dei carpini, dell’olmo e dei più rari cerri, tutti riscontrabili nell’area situata più sull’entroterra. Arriviamo infine al rosso acceso delle foglie sottili dell’ailanto e dell’acacia, specie esotiche che hanno colonizzato questi bosch

  • Fiorenzuola di Focara

    Da Pesaro lungo la strada Panoramica, i cui dolci tornanti seguono le morbide volute della collina e della linea costiera che strapiomba nel mare Adriatico, in uno splendido contesto ambientale tutelato dal Parco naturale regionale del Colle San Bartolo, si supera il pittoresco Picco del Diavolo aggettante sul vuoto e si giunge in breve a Fiorenzuola di Focara, l’antico Castrum Florentii che, oggetto di aspre contese tra la Chiesa di Ravenna e quella di Pesaro, finì per passare definitivamente, nel XIII secolo, al Comune di Pesaro. Del castello, più volte rovinato dai terremoti, restano solo la porta d’accesso, parte della cinta muraria, la torre campanaria e le rovine della Chiesa di Sant’Andrea (il campanile e la canonica). Superata la porta, sulla quale una targa rievoca i versi Danteschi (Inferno XXVIII) relativi ad un fatto avvenuto nel mare antistante. le strette strade del borgo percorrono semicerchi concentrici che conducono sul vuoto della falesia per poi salire verso la vecchia chiesa. Delle antiche case medievali, molte sono arrivate ai giorni nostri, ma altrettante sono state inghiottite dal mare, che in basso continua ad erodere la rupe.

    Il borgo, denominato originariamente solo Fiorenzuola, assunse nel 1889 la denominazione di Focara, toponimo forse dovuto ai fuochi che si accendevano per aiutare i naviganti a identificare la posizione del promontorio, noto per i venti contrari fin dall’antichità, oppure per la presenza di fornacelle in cui si cuocevano laterizi e terrecotte.

  • Fabriano città della carta
    0732.7091
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fabriano città della carta

    Fabriano è nota per la produzione della carta e per la filigranatura dei fogli, invenzione introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo.
    Nel 2013 è stata inserita nella categoria Artigianato e Arti popolari, titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta fatta a mano.
    COSA VISITARE
    Gli edifici di architettura religiosa più significativi sono la Cattedrale di San Venanzio, risalente al 1600 che custodisce la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto Nuzi nel 1360; il complesso conventuale di San Domenico, nel cui interno (ora adibito a Museo della Carta e della filigrana) si possono ammirare due pregevoli chiostri quattrocenteschi e la decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano; la chiesa diSan Filippo, la chiesa diSan Biagio eSan Romualdo, nella cui cripta è conservato il sarcofago marmoreo con le reliquie di San Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese, morto nel territorio comunale; la chiesa di Sant’Agostino, di epoca tardo-duecentesca, impreziosita da due importanti cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese; la chiesa diSan Nicolò, la chiesa diSan Benedetto, con preziose testimonianze figurative databili tra Cinquecento e Settecento con opere di Simone de Magistris, Orazio Gentileschi e Pasqualino Rossi.

    Degni di nota sono anche l’Oratorio del Gonfalone, con uno straordinario soffitto intagliato e decorato in oro zecchino agli inizi del Seicento dallo scultore francese Leonardo Scaglia e l’Oratorio della Carità, con un prezioso ciclo affrescato dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. In località di Poggio San Romualdo sorge l’abbazia di San Salvatore in Val di Castro, risalente al Mille, mentre, in località Campodonico da non perdere è l’eremo di San Biagio in Caprile.
    Nella centrale e scenografica Piazza del Comune sorge il Palazzo del Podestà, uno degli edifici di architettura tipicamente medievale, eretto a metà del Duecento; siti di architettura civile degni di nota sono anche la Fontana dello Sturinalto, commissionata nel 1285 a Jacopo di Grondolo, che s'ispirò alla Fontana Maggiore di Perugia, il Palazzo del Comune, il Loggiato San Francesco, l’ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, elegante esempio di architettura tardogotica che ospita la Pinacoteca Bruno Molajoli e che vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto Nuzi, del Maestro di Staffolo, di Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi e Andrea Boscoli; l’ottocentesco Teatro Gentile, impreziosito da un sipario opera del bolognese Luigi Serra. TIPICITA’ ED EVENTI
    ll rinomato salame di Fabriano, tipico salame coi lardelli marchigiano, è Presidio Slow Food e promosso dal Consorzio di Produzione e Tutela.
    Nell'area è stata selezionata una razza ovina tipica, la fabrianese, mentre tra i vini si segnala il Verdicchio di Matelica DOC. A giugno si svolge il Palio di San Giovanni Battista, che si chiude con la Sfida del Maglio dove 4 fabbri, uno per ogni quartiere (dai nomi delle quattro Porte cittadine), si sfidano nel forgiare una chiave.
    Oltre alla sfida del Maglio, ci sono altre rievocazioni storiche nel corso della manifestazione, come i Borghi Medievali che rappresentano scene di vita medievale, il Corteo Storico e i Giochi Popolari che comprendono gare di tiro alla fune, la corsa con i trampoli, la corsa con le brocche ed il torneo degli Arcieri.
    Dal 2009, a fine maggio la città ospita Poiesis, un festival che promuove e valorizza la poesia, integrata con altre forme d'arte.

  • Museo della Carta e della Filigrana
    +39 073222334;+39 0732709297
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo della Carta e della Filigrana
    Ospitato nel complesso monumentale dell'ex Convento dei Domenicani, recentemente restaurato, il Museo rappresenta l'immagine di settecento anni di tradizione cartaria locale. In un'ampia sala trecentesca del piano terra è stata ricostruita la gualchiera medioevale per la fabbricazione della carta a mano. Il Museo si articola in sezioni, che dalla fabbricazione a mano della carta e relativa utilizzazione del manufatto, passano all'esposizione delle filigrane, con ragguagli sulle tecniche per ottenerle, alla visualizzazione del viaggio storico della carta, alle fasi di sviluppo di questa arte nella terra di Fabriano, ai suoi processi di lavorazione e alla connessa tecnologia, mediante documenti e schede storico-tematiche.

    Per info ed orari visitare il sito del Museo della Carta e della Filigrana
  • Pinacoteca Civica Bruno Molajoli
    +39 0732250658
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pinacoteca Civica Bruno Molajoli
    Il nucleo originario della raccolta, che fin dal 1862 costituiva la Galleria Comunale di Fabriano, fu trasferito dalla sede municipale al Palazzo Vescovile nel 1912. In quella occasione venne ampliato con la collezione di arazzi di manifattura fiamminga dei secoli XVI e XVII e la raccolta di dipinti di scuola fabrianese del XIV secolo proveniente dal Capitolo della Cattedrale. Dedicata a Bruno Molajoli, Direttore Generale delle Belle Arti negli anni sessanta, la pinacoteca è oggi conservata al primo piano del quattrocentesco complesso monumentale "Ospedale di S. Maria del Buon Gesù" di stile tardo gotico. I dipinti, esposti in cinque sale seguendo un ordine cronologico, rappresentano un esplicativo esempio della produzione pittorica fabrianese e centro-appenninica dal '200 al '500. Di particolare interesse alcuni affreschi romanici tra cui spicca una Crocifissione della seconda metà del XIII secolo, opera del cosiddetto Maestro di Sant'Agostino; alcune straordinarie tavole di Allegretto Nuzi (1315-1373 c.); la Dormitio Virginis di Antonio da Fabriano (not. dal 1451 al 1489) di cui restano due grandi affreschi (1480) nell'ex Refettorio di San Domenico; alcuni gruppi scultorei in legno della fine del XIV secolo; la Crocifissione del Maestro di Fossato (XV secolo); la Natività di Simone De Magistris (1534 o 38-1612) e la Madonna del Rosario di Orazio Gentileschi.

    Per info e orari visita il sito della Pinacoteca
  • Cattedrale di San Venanzio
    0732.21823
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Venanzio

    La Cattedrale di San Venanzio fu fondata nell’Alto Medioevo. Nel 1253  il vescovo di Camerino Guglielmo fece portare nella chiesa il fonte battesimale da Attiggio, accrescendo in tal modo l’importanza della chiesa anche sul territorio circostante.

    La chiesa subì degli ampliamenti verso il ‘300 e si arricchì di forme gotiche di cui oggi sono rimasti inalterati l’abside a poligono, il chiostro e la cappella di San Lorenzo che racchiude gli affreschi di Allegretto Nuzi(1320-1372) dedicati alla Vita di San Lorenzo e l’affresco con la Madonna con Bambino e San Venanzio.

    Nella Cappella della Santa Croce si possono ammirare invece gli affreschi di Giovanni di Corraduccio da Foligno (Crocefissione e Sant’Elena in Preghiera) e una Crocefissione di Allegretto Nuzi, oltre a opere del Maestro di San Verecondo (Martirio di San Giovanni Evangelista ed un San Francesco).

    Al XVII secolo risale la ricostruzione dell’edificio, realizzata su progetto di Muzio Oddi,  che si ornò di preziosi stucchi di Francesco Selva.

    Nel 1728 la chiesa divenne cattedrale in occasione dell’elevazione della città a sede di diocesi mentre nel 1963 assunse il titolo di basilica.

    Nella cattedrale si conservano straordinari dipinti di corrente manierista e barocca come le tele di Gregorio Preti, Giuseppe Puglia, Salvatore Rosa, Giovan Francesco Guerrieri. Di particolare valore sono le storie della Passione e la Crocifissione, realizzate su tela intorno al 1620 dal celebre pittore caravaggesco Orazio Gentileschi.