Indietro Chiesa di S. Maria del Piano o S. Maria in Portuno

Chiesa di S. Maria del Piano o S. Maria in Portuno

A circa 6 km da Corinaldo, nella piana del fiume Cesano, sorge la chiesa rurale di Santa Maria del Piano, la più antica testimonianza architettonica di Corinaldo e la chiesa più antica anche della diocesi di Senigallia. L'abside della chiesa e i resti della cripta collocano l'edificio a cavallo tra il V e il VI secolo. Lo stesso precedente toponimo di Santa Maria in Portuno testimonia l'esistenza in quel luogo di un tempio pagano dedicato al culto del Dio Portuno, divinità fluviale. La chiesa, che nel corso dei secoli ha subito profonde modificazioni, nell'alto medioevo fu sicuramente il luogo sacro più importante e ricco del territorio corinaldese. Appartenuta al monastero avellanita prima e al Collegio Germanico poi, subì nel corso della sua lunga vita molteplici modificazione. In origine la chiesa era a tre navate e con un cripta sottostante interrata. Altri interventi, che ne alterarono le caratteristiche originarie, vennero eseguiti nel Settecento e nell'Ottocento sia nella chiesa che nelle strutture adiacenti. L'edificio si presenta oggi ad un'unica navata con tetto a capriate e abside. Sulla parete destra sono state ritrovate tre colonne di epoca romana che in origine dividevano la navata centrale da quella di destra ora inglobata nell'edificio adiacente. Nell'altare marmoreo, forse qui trasferito probabilmente in occasione della distruzione della chiese di San Pietro di Corinaldo, si conserva un affresco raffigurante la Madonna del Buon Conforto datato 1540 attribuibile alla scuola di Vincenzo Pagani. A sinistra ci sono due affreschi quattrocenteschi opera di un ignoto artista locale, raffiguranti la Madonna del Latte. Nell'abside si conserva una Maddalena ai piedi della Croce, opera di grande intensità espressiva di Claudio Ridolfi.
A partire dal 2001 sono state avviate le ricerche e gli scavi dal dipartimento di Archelogia dell' Università di Bologna in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche. Gli scavi, oltre alle diverse stratificazioni risalenti al periodo Romano, hanno evidenziato una consistente quantità di sepolture. E' stata riportata alla luce la cripta sottostante all' altare maggiore e le fondamenta di diversi edifici che si sono susseguiti nei secoli, tanto da costituire un parco archeologico. Nei locali vicini alla sacrestia della chiesa è stato allestito un museo che documenta tutte le fasi degli scavi sin ora eseguiti.

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