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Chiesa di S. Maria del Carmine

La chiesa di Santa Maria del Carmine a Fermo fu eretta intorno alla metà del XIV secolo con il nome di Santa Maria Novella della Carità e poi, nel 1491, acquisì il titolo corrente. Venne ampliata nel 1688, ammodernata nel 1794 dall’arch. Pietro Augustoni da Como, consolidata nel 1854; della prima costruzione gotica rimangono tracce soltanto dietro l’altare maggiore. La facciata in laterizio e lesene in travertino, con le volute che raccordano l’attico con le ali, è imponente e spaziosa. L’interno basilicale a tre navate neoclassiche, divise da possenti colonne ioniche e da archi a tutto sesto, fu decorato con partiti ornamentali a chiaroscuro e con dorature dal fermano Luigi Bracalenti nel 1934 e da Tullio Ricci negli anni cinquanta. L’abside centrale è occupata da un grandioso padiglione ligneo, dipinto e dorato, di stile barocco, in mezzo al quale figura la pala d’altare La Natività dipinta dal pittore Giambattista Gaulli detto il Baciccio (1639-1709). In questa pala, la luce abbaiante che emana dal Santo Bambino si irradia sulla donna inginocchiata a sinistra, sul volto di San Giuseppe, ma soprattutto su quello della Madonna, spirante soave senso di amore materno, si riflette sui visi paffutelli dei putti, che in piena libertà di movimenti e abilmente scorciati, naufragano tra i vapori luminosi come mazzi di fiori di brina sfavillante. Sopra al terzo altare, a sinistra di chi entra è un dipinto su tavola: Sacra Conversazione di Antonio Solario, detto lo Zingaro, del primo 1500. L’inquadramento architettonico è equilibrato e di spiccato sviluppo verticale con la volta a crociera e begli affetti di luce, penetrante dalla sinistra. La Madonna campeggia nel mezzo seduta in Trono, con veste rosso scarlatto e manto turchino: il bambino presenta un opulento nudo e tiene un uccellino per il filo, sostenuto a sinistra dalla Vergine: Ai lati del trono sono raffigurati: a sinistra San Bernardo con un volume ed una piccola croce, Santa Caterina con la spada ed una ruota; a destra Santa Lucia sorreggente un vasetto vitreo e la palma, San Girolamo in veste cardinalizia. Sopra il secondo altare a sinistra è un Cuore di Gesù dipinto su fondo dorato dal fermano Cordella; e nel secondo altare di destra si osserva una Natività dalle linee baroccesche; la Vergine genuflessa scopre il Bambino adorato da un Angelo in manto giallo, mentre sul fondo si scorge la figura di San Giuseppe. Sulle decorazioni degli altari (ora demoliti) figuravano stemmi di antiche nobili famiglie fermane, o di gruppi artigiani, come l’altare dei fabbri e quello dei sarti. Lungo le pareti figurano lapidi di illustri personaggi che qui vi ebbero la loro sepoltura. La Chiesa è stata recentemente restaurata nelle decorazioni e dotata di un nuovo pavimento, in cotto fiorentino. Vi si entra per tre grandi porte, sopra le quali è costruita una imponente Cantoria, in mezzo alla quale è impiantato un moderno organo.

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