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Biblioteca Antonelliana

La città di Senigallia lega il nome della biblioteca pubblica a due membri insigni della famiglia Antonelli, Nicola e Leonardo.

Nicola Antonelli ( 1698-1767), cardinale sotto il papa Clemente XIII, studioso di civiltà orientali, soprattutto caldea ed ebraica, autore di molte opere, costruì in Roma una biblioteca di tutto rilievo. Con atto testamentario volle metterla a disposizione dei suoi concittadini senigalliesi dopo la morte del nipote Leonardo, anch’egli cardinale e uomo di cultura.

Leonardo, storico canonista ed orientalista, incrementò questa libreria e l’affidò in custodia ad un erudito bibliotecario che così la descrisse: "era divisa in 10 grandi Scanzie con tutti i libri legati alla francese, o col corpo colorito, e coperte di Fasce dipinte, e dorate, che li difendevano dalla Polvere".

Alla morte di Leonardo avvenuta in Senigallia nel 1811, la ricca libreria passò al Comune di Senigallia, anche per estinzione della famiglia. Tuttavia divenne fruibile dalla città solo nel 1825.

Per la sua formazione composita e poiché i fondi maggiori - Antonelli, Comunità religiose, Consolini – sono di provenienza ecclesiastica, nella sezione antica dell’Antonelliana prevalgono opere di religione, teologia, storia ecclesiastica e diritto canonico. Tuttavia la cultura umanistica dei cardinali Antonelli e Consolini, ha permesso che anche la parte filologica, specialmente classica, fosse ben rappresentata. Un particolare valore riveste il gruppo di opere in lingue orientali, presenti in quanto il cardinale Antonelli fu Segretario della Santa Congregazione di Propaganda Fide e suo nipote Cardinale Leonardo di quella della Correzione dei libri orientali.

La sede attuale della Biblioteca Antonelliana è sita nella prestigiosa location del Foro Annonario – nei locali presenti nel sottotetto – armoniosa struttura neoclassica in laterizio, a pianta circolare, progettata nel 1834 dall’architetto senigalliese Pietro Ghinelli.

Il patrimonio, che negli anni ’60 ammontava a circa trentacinquemila titoli, si arricchì ulteriormente grazie ai successivi acquisti disposti dall’Amministrazione comunale e a successivi lasciti ( Augusti/Arsilli, Sciocchetti, Padovano, Mondolfo Lavinia, Mariani ), di cui i più recenti sono quelli di Mons. Alberto Polverari e del notaio Mazzetti .

Complessivamente la biblioteca dispone di oltre ottantamila documenti, nonché circa 200 manifesti e lettere di notevole utilità ai fini di una ricostruzione storica del Teatro La Fenice.

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