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Biblioteca Albani

Ad Urbino il Papa Clemente XI della Famiglia Albani, desideroso di favorire gli studi nelle varie scienze dei suoi concittadini e degli studenti dell’Università si adoperò per erigere una biblioteca pubblica nel Convento di san Francesco. Per il reperimento del fondo librario che avrebbe dovuto comprendere "omnes prope scientias et artes, tum liberales, tum mechanicas" si avvalse dello scienziato e bibliofilo Maria Lancisi, il cui nome è oggi legato alla Biblioteca Lancisiana di Roma che egli appunto beneficò donando la sua libreria. Alla istituenda biblioteca di Urbino hanno concorso raccolte private ed ecclesiastiche: del Cardinale San Vitali, del marchese Corboli, di monsignor Alessandro Fideli, vescovo di Jesi dal 1696 al 1715 (includeva libri utili soprattutto agli studenti di diritto canonico e civile), la Libreria della nobile famiglia Veterani di Urbino (un antenato era stato bibliotecario alla corte di Federico I), i volumi appartenenti ai frati di S.Francesco di Urbino, per ultimo quelli di monsignor Dandini e quelli lasciati dal Lancisi.Il breve papale del 12 luglio 1720 sancì l’integrità della raccolta, così come le clausole per la consultazione dei libri proibiti. Una bolla successiva - del 19 maggio del 1721 – sottolineò invece il carattere pubblico voluto dal papa per la biblioteca urbinate. Gli Albani rimasero i proprietari del palazzo fino alla metà del XIX secolo, quando la famiglia si estinse; evento che portò alla suddivisione del grande patrimonio artistico (per collezione di opere) e librario (per la ricca biblioteca ed il prezioso archivio di famiglia). Negli ultimi anni il palazzo è passato di proprietà esclusiva dell'Università cittadina.

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