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Bandiere Arancioni

L'ospitalità è di casa
La "bandiera arancione" è un marchio di qualità per il settore del turismo e dell'ambiente assegnato dal Touring Club italiano. Viene conferito alle piccole città dell'entroterra che si distinguono per servizi eccellenti e ospitalità di alta qualità. Per ricevere questo premio, le città devono soddisfare determinati requisiti: protezione del patrimonio culturale e ambientale, cultura dell'ospitalità, qualità delle sistemazioni e della ristorazione, nonché disponibilità di informazioni per i visitatori. Questo marchio promuove inoltre la crescita sociale ed economica attraverso lo sviluppo sostenibile e il turismo. Alcuni degli obiettivi sono la valorizzazione delle risorse locali, il rafforzamento dell'identità territoriale e la promozione dei prodotti e dell'artigianato tipici locali.

Sul territorio marchigiano sventolano ben 23 Bandiere Arancioni, marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring Club Italiano, ai piccoli comuni dell'entroterra che si distinguono per un'offerta di eccellenza e un'accoglienza di qualità. Tra questi: in collina, oltre ai già citati, Corinaldo, Gradara, Mondavio, Montecassiano, Montelupone, Offagna, Sarnano, San Ginesio e Visso si annoverano Acquaviva Picena, dall’indiscusso fascino medievale, e Camerino, sede dell’Università che occupa l’intero Palazzo Ducale di origine medievale, ricca di opere di scultura e pittura del XIV e XV secolo nei suoi musei e di una straordinaria tela di G. B. Tiepolo nella chiesa di S. Filippo raffigurante l’Apparizione della Madonna a S. Filippo; Monterubbiano, di antiche origini dove si sono rinvenuti reperti paleolitici e neolitici; Ostra, con la sua cinta muraria intercalata da porte imponenti, e Ripatransone, famoso per la sua posizione panoramica con i vigneti che si estendono quasi a perdita d’occhio; Staffolo e Urbisaglia, dove sorge un’imponente rocca risalente al XIV secolo, di indiscusso fascino, nonché sede del Parco archeologico statale della città romana di Urbs Salvia. In montagna, da visitare Genga, di antichissime origini, nota per le Grotte di Frasassi, Mercatello sul Metauro, di grande interesse per le costruzioni antiche conservate con cura, tra cui gli spettacolari edifici sacri, Pievebovigliana, ricca di reperti archeologici risalenti dal IV sec. a.C., Amandola, per le bellezze storico-culturali e per il significativo paesaggio che la caratterizzano.

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Livello di difficoltà: media
Target: Leisure

Le tappe dell'itinerario

  • Gradara
    0541964673 (Gradara Innova) -
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Gradara

    Gradara è conosciuta soprattutto per la sua bella Rocca e per le vicissitudini strettamente legate al suo castello, soggetto nei secoli al dominio delle famiglie Malatesta, Sforza e Della Rovere, e memorabile palcoscenico della storia d'amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, resa immortale dai versi del Canto V dell'Inferno di Dante. Gradara è Capitale del Medioevo, dell’Amore e Anima di Francesca.

    Gradara merita i prestigiosi riconoscimenti di Paese Bandiera Arancione e di Borgo più Bello d'Italia. Possiede due cinte murarie: la più esterna, scandita da torrioni e torricini quadrati merlati, fornisce un forte impatto scenografico al visitatore ed è tutt’oggi percorribile; la cinta muraria intermedia, quella che separa il borgo dalla Rocca, si raggiunge attraversando la Porta dell’Orologio e percorrendo via Umberto I sulla quale si affacciano basse palazzine con botteghe e luoghi di convivio. L'impianto originario della Rocca risale al XII secolo e furono apportati ampliamenti e modifiche sotto il dominio dei Malatesta e degli Sforza, fino a proseguire nei secoli XVIII e XIX.

    Ad oggi la struttura presenta pianta quadrata con un possente torrione poligonale sul lato nord est. Gli interni visitabili tutto l’anno sono arredati con mobili del '400 e '500 e decorati con pregevoli affreschi, particolare attenzione meritano il camerino di Lucrezia Borgia e la camera di Francesca ma soprattutto le magnifiche opere d’arte rinascimentale esposte, come la pala di terracotta invetriata di Andrea della Robbia e la famosa pala di Giovanni Santi padre di Raffaello.

    Attorno al castello si può percorrere la Passeggiata degli Innamorati o i sentieri del Bosco di Paolo e Francesca che cingono la collina, da cui si può ammirare il paesaggio rurale del pesarese, dove si mescolano campi coltivati e la vegetazione tipica della macchia mediterranea grazie ad uno spettacolare scorcio sul mare.

    Nel favoloso contesto del Borgo medievale oltre alla Rocca e ai Camminamenti di Ronda, si possono visitare altri luoghi della cultura come il Museo Storico e la sua grotta, Palazzo Rubini Vesin nuovo spazio espositivo per eventi mostre e matrimoni, il Teatro Comunale, il Teatro dell’Aria parco ornitologico e centro di falconeria, infine il percorso di street art  “Oltre le Mura”.

    Il Piatto tipico di Gradara sono i "Tagliolini con la Bomba" un piatto della tradizione contadina condito con cipolla e lardo, ma anche la Amor piada ovvero la piada marchignola da assaporare passeggiando tra le vie del borgo di Gradara, frutto della passione e della tradizione del territorio che mostra un “cuoreantico” per la sua forma romantica realizzata con pregiate farine prodotte in queste terre di confine.

    A Gradara si può acquistare il “Profumo di Paolo e Francesca” due fragranze esclusive per uomo e donna e il gioco da tavolo “Intrighi a Gradara” gioco di carte nel quale i giocatori impersonano le grandi famiglie storiche legate a Gradara e al Montefeltro.

    Sono davvero tanti gli itinerari guidati proposti per tutti colori che visitano Gradara in ogni periodo dell'anno, ma anche laboratori, servizi educativi e proposte didattiche.

    Gli eventi di rilievo che hanno luogo a Gradara nel corso dell'anno sono: 
    • Gradara d'amare (febbraio),
    • Giovedì al castello (giugno/settembre),
    • Assedio al Castello (luglio),
    • The Magic Castle Gradara (agosto),
    • Castello di Natale (dicembre).

    INFORMAZIONI TURISTICHE

    GRADARA INNOVA Tel.0541.964673 Cel.331.1520659 info@gradarainnova.com
    PROLOCO DI GRADARA Tel 0541964115 cell. 3401436396 info@gradara.org

    SITO UFFICIALE GRADARA 

    VISITE GUIDATE 
    VISITE DIDATTICHE E TURISMO SCOLASTICO
    Museo Rocca Demaniale di Gradara 


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  • Mercatello sul Metauro
    0722.89114
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mercatello sul Metauro

    Mercatello sul Metauro è un ridente centro dell'Alto Metauro, su cui sventola la Bandiera Arancione. Il borgo, che fu tra i castelli più importanti dell'antica regione della Massa Trabaria, ha mantenuto nel nucleo storico parte dell'aspetto medioevale, caratterizzato da una cinta muraria protetta dal solco dei due corsi d’acqua, il Metauro e il torrente S. Antonio.

    Da visitare, nella centrale piazza Garibaldi, la Pieve Collegiata, che conserva la massa muraria della costruzione romanica, con belle finestrature gotiche e un'antica icona bizantina raffigurante la Madonna delle Grazie in una preziosa teca di legno dorato e dipinto. Il museo che si trova all’interno della Collegiata raccoglie un'ampia collezione di arredi sacri.

    Da non perdere sono: la Chiesa di San Francesco con l'annesso museo, dove è custodito un Crocifisso ligneo di Giovanni da Rimini; la Casa Natale di Santa Veronica Giuliani, la "neviera" della Rocca; il ponte romanico sul fiume Metauro; la piccola raccolta di Arte contemporanea all'interno di Palazzo Gasparini che domina la piazza, detto il Palazzaccio; il Monte di Pietà, fondato nel 1516 e impreziosito da un portale di pietra arenaria raffigurante il Cristo paziente.

    Tra le specialità culinarie ricordiamo il pregiato tartufo nero estivo o scorzone; la goletta, un salume tipico marchigiano cucinato con salvia e aceto; il bostrengo, un tipico dolce invernale a base di noci e uvetta.

    Gli eventi di rilievo di Mercatello sul Metauro sono la Fiera di S. Veronica, che si svolge nella prima decade di luglio, e il Palio del Somaro (prima metà di luglio), torneo tra le quattro contrade del paese unito a giochi, degustazioni gastronomiche e una particolare sagra dedicata alla tagliatella.

     

  • Mondavio
    0721 977758
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mondavio

    Adagiato su una collina a 280 mt. sul livello del mare, fra le valli dei fiumi Metauro e Cesano, con vedute che si dispiegano fra l’Adriatico e l’Appennino, Mondavio vanta un centro storico fra i meglio conservati delle Marche. Ancora oggi il borgo è racchiuso in una cinta muraria che si estende per 780 metri di lunghezza e rientra tra "I Borghi più belli d'Italia", “Paesi Bandiera Arancione”.

    La Rocca è il principale monumento di Mondavio: commissionata da Giovanni della Rovere, insieme ad altre rocche del ducato, all'architetto senese Francesco di Giorgio Martini e costruita tra il 1482 e il 1492. Non avendo mai subito attacchi è ancora in ottimo stato. Il mastio ad otto facce domina la maestosa fortezza e si collega ad un camminamento, protetto da un torrioncino, che porta ad una massiccia torre semi-circolare, unita con un ponte al rivellino d'ingresso. Il progetto originale prevedeva verso ovest un ulteriore torrione rotondeggiante che non fu mai realizzato. Le sale interne conservano ancora, per la maggior parte, la pianta originale; oggi è sede del "Museo di Rievocazione storica e armeria", con manichini in costume e armi dal '400 al '700. Nel fossato della Rocca è stato allestito il parco di "macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini, con fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine da assedio. 

    Oltre alla rocca, il centro storico custodisce altri monumenti di rilievo: il Palazzo dei Malatesta, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Municipale, la Collegiata dei Ss. Pietro e Paterniano, il trecentesco Palazzo della Comunanza, l'antico istituto che amministrava i beni della comunità e il Teatro Apollo, realizzato alla metà del Settecento sui resti di una chiesa quattrocentesca. Nell'ex convento di San Francesco è ospitato il Museo Civico, che conserva interessanti testimonianze d'arte e di storia e il dipinto “Madonna in trono col Bambino e due donatori; Crocifissione” (1390-1400 ca.) di Olivuccio di Ciccarello da Camerino.

    Piatto tipico del luogo sono i tacconi, una pasta fatta con farina di fave. Alla metà di agosto imperdibile è la "Caccia al Cinghiale", che rievoca l'arrivo a Mondavio di Giovanni della Rovere e dei Dignitari del Ducato di Urbino, per la presa di possesso del Vicariato avuto in dono da Papa Sisto IV in occasione delle sue nozze con Giovanna, figlia di Federico di Montefeltro. Il programma inizia il 13 agosto con un sontuoso banchetto rinascimentale, e termina il 15 con cortei, giochi e scene vita rinascimentale, spettacoli pirotecnici, nella cornice della Rocca Roveresca. Animatore della festa è il Gruppo Arcieri Storici di Mondavio.

  • Corinaldo
    071 7978636 (IAT) - 0717978 64
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Corinaldo

    Corinaldo è un borgo situato nell'entroterra di Senigallia e sorge sulla sommità di un colle sulla riva sinistra del fiume Nevola. È inserito tra i Borghi più belli d'Italia e dei Paesi Bandiera Arancione, ed è Destinazione Turistica d'Eccellenza Europea. La città è anche Comune Ciclabile FIAB, Comune Amico del Turismo Itinerante e ha ottenuto la Bandiera Gialla di A.C.T. Italia.

    Le sue origini risalgono al V secolo d.C., quando un gruppo di fuggitivi della città romana di Suasa (l’odierna Castelleone di Suasa) si stabilì nell’attuale territorio comunale, nel tentativo di sottrarsi alle razzie dei Goti.

    Corinaldo venne ricostruita letteralmente ex novo nel 1367, in seguito all'autorizzazione concessa da Papa Urbano V, con l’attuale cinta muraria, nella quale figurano elementi fortificativi attribuibili all'influenza stilistica del celeberrimo architetto militare senese Francesco Di Giorgio Martini. Le mura cittadine sono riconosciute come le più imponenti e significative (912 mt.) della regione Marche. Dotate di porte, baluardi poligonali, torri di varia forma e bastioni, di cui uno, merlato e dalla forma affilatissima. La fortificazione resistette ad un durissimo assedio da parte del duca Francesco Maria della Rovere.

    Il centro del borgo, dal carattere tipicamente medievale, è un susseguirsi di vie strette e abitazioni in laterizio; lo scorcio più caratteristico è la Piaggia, detta anche Cento Scale, che sale dritta fino alla Piazza del Terreno, sulla sommità del colle.

    Fra i più pregevoli edifici di architettura religiosa spiccano: la barocca chiesa dell’Addolorata; il Santuario di Santa Maria Goretti che conserva una reliquia (l'ulna) di Maria Goretti, nata a Corinaldo; la Casa Natale della santa; la Chiesa del Suffragio e quella seicentesca di San Francesco, che custodisce alcune tele del pittore manierista Claudio Ridolfi, che operò a lungo sul posto.
    Poco lontano dal borgo sorge la Chiesa di Madonna del Piano, nella località omonima, che rappresenta la più antica testimonianza di architettura religiosa di Corinaldo.

    Tra gli edifici di architettura civile ricordiamo il Palazzo Comunale, ricostruito nella seconda metà del XVIII secolo al posto del precedente edificio rinascimentale, opera dell'architetto F. M. Ciaraffoni di Fano, e l'ottocentesco Teatro Carlo Goldoni, con eleganti decorazioni e un suggestivo soffitto dipinto. Uno scrigno ottocentesco perfettamente ristrutturato con i suoi legni, stucchi e velluti.

    Corinaldo fa parte del Parco Archeologico di Suasa (III sec. a. C.) situato nella località Pian Volpello.

    Di particolare interesse la Civica Raccolta d'Arte "Claudio Ridolfi", di origine veneta, che trascorse a Corinaldo gran parte della sua vita, fino alla sua morte; da visitare è anche la Sala del Costume e delle Tradizioni popolari che conserva splendidi abiti realizzati ogni anno dalle sartorie dell'Associazione "Pozzo della Polenta", in occasione della rievocazione storica della "Contesa del Pozzo della Polenta", che si tiene il terzo fine settimana di luglio. La "Contesa" è la più antica rievocazione storica della Provincia di Ancona, che ricorda la vittoria riportata dai corinaldesi nel 1517 contro l'esercito dello spodestato Duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere che, per venti giorni, aveva assediato senza successo la fortificazione di Corinaldo. Nella prima settimana di agosto viene organizzata la nota rassegna Corinaldo Jazz.

    La presenza da molti anni del mattatoio comunale ha contribuito a mantenere tradizionali figure quali "i mazzarini" che ancora oggi, nelle case di campagna, producono insaccati di altissima qualità. Tra i prodotti tipici da gustare a Corinaldo ci sono gli insaccati di Frattula, le Pecorelle (dolce tipico), l'olio extravergine di oliva, la porchetta, i vincisgrassi e il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi.

  • Genga
    0732 973014
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Genga

    Il borgo di Genga è un piccolo castello medioevale costruito sulla roccia situato nel cuoredelleMarche, lungo la fascia pre-appenninica a due passi dalla città di Fabriano in provincia di Ancona. Riconosciuto come il luogo natale di Papa Leone XII (1760-1829), Genga deve la sua notorietà nazionale ed internazionale alle Grotte di Frasassi, meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Inserito all’interno del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi il suo territorio immerso nella natura è meta ambita di escursionisti, climbers, speleologi e bikers.

    Dal punto di vista storico culturale, è possibile visitare due borghi fortificati, quelli d iGenga e di Pierosara, altrettanti musei e tre luoghi di culto, come l’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, il Tempio del Valadier con il Santuario di Santa Maria Infra Saxa e Madonna di Frasassi, entrambi inseriti nella Grotta della Beata Vergine nella Gola di Frasassi. Queste peculiarità hanno fregiato il Comune di Genga del riconoscimento della Bandiera Arancione,marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano.

    La località Frasassi, così denominata per la presenza della Gola che separa la conformazione rocciosa in due imponenti "sassi", ospita uno dei patrimoni naturali più suggestivi al mondo: le Grotte di Frasassi. Scoperte nel settembre del 1971, richiamano ogni anno oltre 300mila visitatori da tutto il mondo e rappresentano una meta imprescindibile per il turismo scolastico. Tra enormi stalattiti estalagmiti, il percorso turistico si estende per circa 1,5 km e offre al visitatore un’esperienza unica nel cuore della terra attraverso una storia lunga milioni di anni. Per i più avventurosi c’è poi la possibilità di affrontare due percorsi speleologici: armati di elmetto, tuta e apposite imbragature, le guide speleologiche conducono il visitatore fuori dal tradizionale tracciato, alla scoperta di cavità altrimenti non visitabili. Una volta riemersi dall’esplorazione ipogea, il territorio di Genga offre al turista la possibilità di scoprire monumenti, luoghi d’arte, di culto e devozione.

    Oltre alle chiese di San Clemente e Santa Maria Assunta è presente il museo "Arte, Storia e Territorio" che tra le diverse opere, ospita la Madonna con il Bambino, scultura riconducibile alla bottega di AntonioCanova, un trittico di Antonio da Fabriano (sec.XV) e la Venere di Frasassi, copia di una statuetta paleolitica, il cui l’originale è conservato nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Lungo la Gola di Frasassi, nella Grotta della Beata Vergine sorgono il Santuario Madonnadi Frasassi, noto come Tempio del Valadier, inaugurato nel 1828 da Papa Leone XII su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier e il Santuario di Santa Maria Infra-Saxa, antico eremo monastico benedettino, presumibilmente anteriore al XI sec.

    Nel borgo di San Vittore sorge l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse, imponente edificioromanico a croce greca risalente al XI sec. in corso di riconoscimento bene patrimonio UNESCO, con l'annesso Museo SpeleoPaleontologico ed Archeologico, nelquale è custodito un fossile di ittiosauro, rettile marino vissuto nell’Era Mesozoica. Di fronte alla chiesa, un ponte il cui basamento di origine romana è difeso da una torre medievale.

    Collocato in posizione strategica a ridosso tra le Gole di Frasassi e della Rossa, si erge il castello longobardo di Pierosara, antico Castrum Petrosum, che oltre alle chiese di San Sebastiano Martire e della Beata Vergine Maria delle Grazie, conserva la torre di avvistamento, le due porte di accesso e la leggenda di Piero e Sara, tramandata sino ai giorni nostri.

    Frasassi è anche area di divertimento e scoperta: nella zona di San Vittore è possibile intrattenersi al Frasassi Avventura, parco acrobatico che si sviluppa lungo le sponde del fiume Sentino, dove tra zip-lines e ponti sospesi, si può vivere un’esperienza unica nel suo genere.

    Per gli amanti del trekking, i sentieri del Parco Gola della Rossa e Frasassi, tra i quali il Foro degli Occhialoni, il Sentiero dell’Aquila, il Sentiero del Papa e la Valle Scappuccia, offronola possibilità di escursioni mozzafiato nei punti più panoramici e suggestivi a contatto con la biodiversità animale e vegetale presente.

    Frasassi è inoltre una delle mete di appassionati di mountain bike che percorrono i numerosi sentieri in sterrato presenti, di climbers che si cimentano nelle diverse pareti di arrampicata e di speleologi in esplorazione delle molteplici cavità carsiche esistenti.

    Per gli amanti del benessere infine, le famose Terme di Frasassi che rappresentano una tappa imperdibile per godersi, in meritato relax, i trattamenti riservati alla cura della persona.

    Numerosi sono i piatti e e ricette tipiche del territorio. Genga è nota in tutta Italia per la lunga tradizione legata ai salumifici e alle norcinerie: un rituale passato portato avanti oggi dal Salumificio di Genga. Tra le tipicità gastronomiche più apprezzate, vi è sicuramente la porchetta cucinata secondo le antiche ricette tramandate digenerazione in generazione.

    La cucina tradizionale contadina è rappresentata in particolare dalla pasta fatta a mano: proprio a Genga è possibile gustare le tipiche pincinelleunparticolare tipo di pasta fatta a mano simile a tagliatelle arrotolate.

    Infine, la presenza di complessi carsici che costituiscono serbatoi per l’approvvigionamento idrico di gran parte delle località presenti nell’entroterra donano al borgo di Genga un’acqua pura e commercializzata in tutto il mondo, l’Acqua Frasassi.

  • Ostra
    071 7989080
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ostra

    Adagiata su una delle caratteristiche colline del paesaggio marchigiano, sovrastante la valle del Misa, Ostra rientra nell'Associazione nazionale Città del vino, nell'Associazione nazionale Città del Miele e vanta il prestigioso riconoscimento di Paese Bandiera Arancione.

    Posta lungo il bacino del fiume Misa, fino al 1881 Ostra era chiamata Montalboddo e, secondo la tradizione, venne fondata dagli esuli della città romana di Ostra distrutta dalle invasioni dei Goti. La città è circondata dalla cinta muraria medievale, lunga 1200 metri, intervallata da torrioni a pianta quadrata, nove dei quali tutt’ora esistenti. Sulla piazza centrale, Piazza dei Martiri, si affacciano il neoclassico Palazzo comunale, la Torre civica (costruita nel XVI secolo e riedificata nel 1950 dopo essere stata bombardata nel corso della seconda guerra mondiale) e il Teatro La Vittoria, che ospita antichi macchinari scenici ancora funzionanti e il sipario originale. Nella piazza sorge anche la Chiesa di San Francesco, dal portico neogotico e coronamento baroccheggiante, ornata da affreschi di Filippo Bellini e svariate tele di Ercole Ramazzani. Non più presente all'interno dello scenario della piazza è invece la Chiesa di San Giovanni, andata distrutta nel corso dell'ultima guerra mondiale e della quale la torre dell'orologio costituiva il campanile. Nella parte "bassa" del centro storico si trova la Basilica Collegiata di Santa Croce, chiesa principale di Ostra, edificata dopo il Mille, inizialmente abbazia dei monaci benedettini.

    Poco lontano dal centro sorge il Santuario della Madonna della Rosa risalente al 1754, che custodisce al suo interno l'edicola miracolosa del XVII sec. dedicata alla Madonna. La tradizione vuole infatti che, nel 1666, un giglio posto da una fanciulla di fronte all'immagine della Madonna restò fresco e profumato per diversi mesi, come fosse stato appena colto. Ancora oggi il santuario è meta di numerosi pellegrinaggi e rappresenta uno dei principali santuari mariani della regione.  Ostra conserva numerosi edifici di origine nobiliare, principalmente posti all'interno della cinta muraria. Tra di essi ricordiamo Palazzo Menchetti, Palazzo Luzi Fedeli Gabuzzi e Palazzo Pericoli.

    Il borgo è conosciuto in tutte le Marche anche per la produzione artigianale del miele (qualità girasole, erba medica, melata, millefiori, di Sulla) e dell'olio di oliva extravergine, ricavato dalle olive "raggia" tipiche della zona, di formaggi e salumi caratteristici del territorio dell'entroterra. Molto apprezzata è anche la produzione del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi D.O.C. e del Lacrima Di Morro D'Alba DOC.

    Ostra inoltre è anche Città della musica e per il mese di Luglio è presente un ricco calendario di eventi musicali accompagnati da enogastronomia di qualità dal titolo “Ostragusto in musica”. Altro appuntamento che richiama molti turisti è la Notte degli Sprevengoli che, in occasione del periodo di Halloween, trasforma il centro storico di Ostra in un borgo incantato: strade, piazze e palazzi del paese vengono addobbati nel più classico stile horror. Inoltre nel mese di ottobre, in occasione della festa di San Gaudenzio, patrono di Ostra, si tiene dal 1670 l'annuale Fiera.

  • Offagna
    392 1302383
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offagna

    A ridosso di Ancona e del Monte Conero, Offagna, tipico borgo medioevale, è dominata dalla sua Rocca, che svetta come una solitaria vedetta sul paesaggio collinare circostante. Il borgo, su cui sventola la Bandiera Arancione, rientra nell'associazione I borghi più belli d'Italia

    La Rocca, costruita a metà del XV sec. sui ruderi di un precedente castello, è una delle più belle costruzioni difensive delle Marche, presenta una forma quadrangolare e conserva ancora intatto il massiccio mastio, a cinque piani, nel quale è allestito il Museo delle Armi antiche. 

    Lungo le mura di difesa, orlate da merlature a coda di rondine, corre il cammino di ronda. Il borgo attorno alla rocca è piccolo, ma conserva dei gioielli architettonici di tutto riguardo: la Chiesa del SS. Sacramento, a pianta circolare, è stata costruita dall’architetto Andrea Vici in puro stile neoclassico. Lo stesso architetto progettò anche il Monastero di Santa Zita, che si presenta come una struttura fortificata.
    La Chiesa di Santa Lucia invece, attestata già dal '300, conserva al suo interno un crocifisso ligneo del ‘500 e dipinti seicenteschi mentre nella Chiesa di San Tommaso si può ammirare  una pala d’altare dedicata a San Bernardino, patrono del paese.
    La visita al borgo può continuare nel Museo di Scienze Naturali "Luigi Paolucci", con interessanti raccolte paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche e nel Museo della Liberazione di Ancona, che documenta le fasi del passaggio del fronte alleato nelle Marche.  Tipica del borgo è la crescia, una sorta di piadina cotta sulla brace, da accompagnare con le “foie de campo”, un misto di erbe spontanee. Ad Offagna si può inoltre degustare il Rosso Conero, i cui vigneti caratterizzano le campagne circostanti.

    Da non perdere a luglio le Feste Medievali, una manifestazione di grande richiamo nata per far rivivere l'antica tradizione della Contesa della Crescia, una disfida in armi (lancia, balestra, arco, mazza ferrata) fra i quattro rioni del paese. Offagna si trasforma in un autentico borgo medievale e nelle sue vie e piazze torna a rivivere l'atmosfera del passato con mostre, taverne, spettacoli, rassegne, rievocazioni storiche. Ogni anno viene fissato dall'Accademia della Crescia un tema conduttore delle feste, che si concludono con la suggestiva cerimonia d'investitura dei nuovi Cavalieri della Contesa e la Fiera del Colombaccio (settembre).

  • Acquaviva Picena
    0735.764005 - 0735 765080
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acquaviva Picena

    Acquaviva Picena, piccolo centro nell’immediato entroterra di San Benedetto del Tronto, sorge su una collina dalla quale è possibile ammirare uno stupendo panorama che si affaccia sulle più alte vette dei monti appenninici, come il Vettore, il Gran Sasso e la Maiella. 

    Il borgo, sul quale sventola la Bandiera Arancione, è caratterizzato dalla Rocca, vero capolavoro di architettura militare rinascimentale, la cui prima costruzione risale al XIV secolo da parte dei nobili della famiglia Acquaviva. Fu poi riedificata nel 1474 su progetto dell’architetto Baccio Pontelli. La fortezza presenta una pianta a quadrilatero irregolare, che racchiude un’ampia corte centrale con pozzo e i vertici rafforzati da torrioni di cui quello più alto, il mastio, è di 22 metri. L’interno, occupato da due vani voltati, collegati da una scala in muratura, ospita attualmente un’interessantissima esposizione di armi antiche.

    Ai piedi della rocca si apre la Piazza del Forte, che fornisce ad essa una platea scenografica, con una serie di basse case disposte a semicerchio. Le strade del borgo corrono fra loro quasi parallele e sono raccordate da rampe gradonate. Ne è un esempio il pittoresco Vicolo del Trabucco, dove anticamente vi erano depositate delle macchine belliche simili alle catapulte.

    Piazza San Nicolò invece è il baricentro dell’antico borgo ed è disposta in forma allungata fra due opposti colli: su di essa si affacciano la chiesa omonima, del XVI secolo, la Casa Rossi Panelli e la Torre Civica.

    Fuori dal centro storico, la Chiesa di San Francesco con l’annesso convento è la più antica fondazione francescana di tutta la Marca, istituita dal medesimo San Francesco d’Assisi su invito della famiglia degli Acquaviva. Altri edifici religiosi di pregio sono la chiesa di San Lorenzo, contenente un retablo seicentesco, la chiesa di San Giorgio e la chiesa di Santa Maria delle Palme. Attività tradizionale del borgo è la produzione di cesti di paglia, effettuata secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Interessante e caratteristico è, a tal proposito, il Museo della “Pajarola”, che custodisce una vasta raccolta di cesti, utensili da cucina, bamboline realizzate con intreccio di paglia, vimine e materiali naturali.

    Da gustare ad Acquaviva Picena sono i formaggi, le peschette dolci, il frustingo (dolce tipico marchigiano a base di frutta secca e fichi) e svariati vini (Rosso Piceno DOC, Rosso Piceno Superiore DOC, Falerio DOC, Offida DOC).

    L'evento più significativo è Sponsalia, la storica rievocazione del matrimonio tra Forasteria d'Acquaviva e Rainaldo di Brunforte (1234) che a partire dal 1988 viene organizzata a cavallo tra i mesi di luglio e agosto e prevede la disputa del Palio del Duca.

  • Ripatransone
    0735.9171 (comune); 0735.99329
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ripatransone

    Alta sul colle tra le valli del torrente Menocchia e del fiume Tesino, Ripatransone sorge in una posizione panoramica tanto bella da meritarsi il titolo di "belvedere del Piceno". Aderisce all'Associazione Nazionale Città dell'Olio e Città del miele e vanta la Bandiera Arancione. L'attrazione più nota è il Vicolo più stretto d'Italia, così piccolino da non avere nemmeno un nome: si tratta di una viuzza che rispetta tutti i canoni per essere considerata un vicolo (pavimentata, percorribile e con almeno una finestra o una porta che vi si affacci) ma che è larga solo 43 cm! 
    Costruita e più volte rinforzata tra il XII e il XVI secolo, la cortina muraria di Ripatransone è una delle più ricche e articolate delle Marche. La lunghezza del suo perimetro è di 2.418 m. e include: il complesso delle Fonti, Porta Cuprense, Porta San Domenico, Porta d'Agello, Porta di Monte Antico, Torrioni con merlatura ghibellina. Il centro storico vanta edifici di epoca medievale, rinascimentale e barocca.

    All'interno del borgo, corso Vittorio Emanuele II e le piazze che su di esso si raccordano si caratterizzano per la presenza di significativi monumenti. La Cattedrale, innalzata nel 1597 ma completata nel 1623, cui furono aggiunti nel 1902 la torre campanaria con sulla cima una statua del redentore in rame dorato, alta 7 metri. Al suo interno ritroviamo custodite statue e tele seicentesche e due santuari a sé stanti: la Cappella della Madonna di San Giovanni e la Cripta della Misericordia e della Morte. Il Palazzo Comunale, fu costruito nel XIII secolo e rimaneggiato più volte fra Cinquecento e Ottocento: nel paramento murario esterno gli archi della quattrocentesca Loggia degli Anziani sono visibili due affreschi di Giacomo da Campli, la Madonna del Latte e la Maddalena.

    Il trecentesco Palazzo del Podestà, uno dei palazzo pubblici meglio conservati delle Marche, dove è stato ricavato, nel 1824, il Teatro Comunale Mercantini, che presenta la tipica pianta a ferro di cavallo e un plafone, decorato con motivi floreali e medaglioni con i ritratti di Rossini,  Verdi, Alfieri, Bellini, Goldoni e Metastasio.Particolarmente interessanti sono: il Museo Civico, ospitato nel Palazzo Bonomi-Gera che si compone di cinque raccolte: la pinacoteca, con un ricco patrimonio di opere importanti di Vittore Crivelli e di Vincenzo Pagani; la Gipsoteca Uno Gera; il museo storico etnografico; il Museo storico risorgimentale Luigi Mercantini e una galleria d'arte contemporanea. Da visitare inoltre il Museo archeologico, che conserva numerosi reperti preistorici, piceni e romani, provenienti dal territorio comunale e dell'antico Ager Cuprensis; il Museo della Civiltà Contadina e Artigiana, che documenta la tradizione rurale del paese, e il Museo del vasaio, annesso a un laboratorio di produzione, con oltre ottocento manufatti in terracotta fra cui i tipici fischietti chiamati cuchi.

    Nel territorio di Ripatransone si producono olio extra vergine di oliva e vini DOC, quali il Falerio dei Colli Ascolani e il Rosso Piceno Superiore. Da gustare è il ciavarro, zuppa di legumi e cereali con condimento piccante. Le manifestazioni più importanti che hanno luogo nel corso dell'anno sono: il Cavallo di Fuoco, una rievocazione storica che si tiene ogni anno nel giorno dell'Ottava di Pasqua e la Festa della Maddalena, patrona della città, che si svolge a luglio con iniziative religiose e civili.
  • Monterubbiano
    0734.259980 - 0734.257396 (Uff
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monterubbiano

    Monterubbiano, dove sventola la Bandiera Arancione, è una delle perle dell'entroterra fermano e che domina buona parte della Valle dell'Aso; i Piceni furono i primi ad insediarsi in questo territorio tra il IX e III secolo a.C.

    Monterubbiano ha perduto gran parte del sistema fortificato, salvo il torrione del Cassero e alcuni tratti delle mura, ma ha conservato l’impianto medievale. Sulla piazza si affacciano: il Palazzo Comunale, che ospita al primo piano la pinacoteca civica, e la Collegiata di Santa Maria dei Letterati, che contiene una tela e tre tavolette di Vincenzo Pagani, artista della prima metà del Cinquecento, nato a Monterubbiano. Altri edifici da visitare sono: il Teatro Pagani, che presenta un'unica sala a ferro di cavallo con tre ordini di palchi e una capienza di circa 250 posti; l’antica pieve dei SS. Stefano e Vincenzo risalente all'XI sec.; la chiesa dei SS. Giovanni Battista ed Evangelista, con affreschi del Quattrocento; la chiesa di Santa Maria del Soccorso; il cimitero monumentale; il giardino pubblico Giacomo Leopardi e il Ghetto Ebraico risalente al sec. XV.  Molto interessante è il Polo culturale San Francesco, una struttura polivalente, riaperta al pubblico nel settembre 2007, che comprende un Auditorium, un Museo Storico Archeologico, una Biblioteca, una Sala Espositiva, un Centro di Educazione Ambientale ed un Orto Botanico.

    Tipicità del luogo sono le tagliatelle fritte, cui è dedicata una sagra estiva (agosto). La festa più importante che ha luogo a Monterubbiano nel corso dell'anno è Sciò la Pica, che si tiene il giorno di Pentecoste: è la perpetuazione del rito del Ver Sacrum, cioè la trasmigrazione, fatta per voto degli dèi di una popolazione sabina, che partita dalla conca reatina venne ad insediarsi nel Piceno, guidata dal volo di un picchio. A questo si sono aggiunte una parte religiosa culturale con la dedica alla Madonna del Soccorso (alla quale le Corporazioni di arti e mestieri offrono i ceri magni, ornati di fiori e frutti della terra) ed una in costume, legata al Rinascimento. La manifestazione culmina in una appassionante giostra all'anello fra i cavalieri delle Corporazioni.

  • Urbisaglia
    0733.50124
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbisaglia

    Urbs Salvia fu un’antica e grande città del Piceno, colonia e municipio romano. Oggi Urbisaglia, su cui sventola la Bandiera Arancione, è una cittadina che domina la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana di cui ritroviamo ricca testimonianza nel Parco archeologico. Riconosciuto come Parco archeologico regionale nel 1994, si estende per circa 40 ettari ed è il più importante e spettacolare delle Marche. Il percorso di visita scende lungo il declivio della collina, attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro. Si può così cogliere nella sua interezza la struttura della città romana, che digrada a partire dal colle di San Biagio fino a raggiungere, articolandosi in una serie di terrazzi naturali, il fondovalle pianeggiante, delimitato a est dalla scarpata sul fiume Fiastra. Sono visitabili il Serbatoio, il Teatro, l'Edificio a nicchioni, il complesso Tempio-criptoportico dedicato alla Salus Augusta e l'Anfiteatro fatto costruire da Lucio Flavio Silva. Ben visibile anche la cinta muraria, conservata per parecchie centinaia di metri su tre dei suoi quattro lati.

    Nel paese attuale, fondato nel Medioevo sulla collina sovrastante, di notevole interesse è la Rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Nei pressi si trova la Chiesa dell’Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento e la Collegiata di San Lorenzo, costruita tra il 1790 ed il 1812, a pianta centrale ottagonale e con cappelline radiali. Da non perdere sono: il Sacrario ai caduti di tutte le guerre, il Museo delle armi e delle uniformi militari e il Museo archeologico statale.

    Poco lontano dal centro abitato sorge l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, con la chiesa, dalle forme architettoniche cistercensi, il Monastero e il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, che nel 1773 subentrarono ai monaci cistercensi nel possesso delle terre. L’abbazia è oggi sede della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, che copre 1.825 ettari di terra, e mette a disposizione dei visitatori, oltre ad ampi e accoglienti spazi verdi, numerose strutture tra cui il Museo della Civiltà Contadina, il Museo Archeologico ed il Museo del Vino. Nella riserva si possono percorrere tre sentieri: “La Selva”, “Il Lago e le Vene”, “Il bosco e il fiume”.

    Tra i prodotti tipici del territorio ricordiamo il vino Rosso Piceno DOC, la carne IGP, il miele e la birra artigianale.

  • San Ginesio
    0733 652056
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Ginesio

    San Ginesio è un meraviglioso borgo medioevale che sorge a 690 mt. di altitudine di fronte alla catena dei Monti Sibillini, quei “Monti Azzurri” tanto cari al poeta Giacomo Leopardi. Situato all’interno del Parco Nazionale del Monti Sibillini, San Ginesio ha un territorio molto vasto, di circa 78 km, che ancora testimonia un antico e glorioso passato millenario. Da quasi vent’anni a San Ginesio vengono riconosciuti prestigiosi marchi di qualità turistico ambientale come la “Bandiera Arancione” (dal 2002) certificata dal Touring Club Italiano ed è annoverato tra “I Borghi più Belli d’Italia”. Al Comune è stata anche assegnata la “Bandiera Gialla” dell’Associazione Campeggiatori Turistici d’Italia ed è un “Comune Amico del Turismo Itinerante”.

    La storia narra che fu proprio Carlo Magno nel 773 ad apporre al castello il nome di San Ginesio in memoria di un’immagine trovata nella chiesuola sita in mezzo alla collina, oggi occupata dalla Pieve Collegiata, tra le maggiori opere simbolo del paese, eretta nel 1090 e unico esempio di stile gotico fiorito nelle Marche. La grande piazza centrale è intitolata ad Alberico Gentili (1552/1608), il figlio più illustre di San Ginesio che svolse l’attività di giurista e ideologo di politica interna ed internazionale presso la Corte di Elisabetta I d’Inghilterra. La sua maggiore opera, il “De Jure Belli” (1598), ha gettato le basi del Diritto Internazionale. La possente cinta muraria del XIV sec. che conserva ancora camminamenti di ronda, feritoie e torrioni delimita il centro storico del borgo che, nonostante le drammatiche ferite inferte dal sisma del 2016 custodisce numerosi e importanti monumenti architettonici: dal Teatro “G. Leopardi” su cui sorgeva l’antico Palazzo Defensorale alla Chiesa di San Francesco (XI sec.). Percorrendo la principale via del borgo, si raggiungono i giardini di “Colle Ascarano” da dove è possibile ammirare un panorama davvero unico che spazia dal mar Adriatico al Gran Sasso e ai Monti della Laga.

    Da annoverare tra gli episodi più interessanti dell’arte romanica nelle Marche è l’Ospedale di San Paolo anche detto “dei Pellegrini” (fine XIII secolo), che insieme alla Porta Picena e alle Mura Castellane, creano una delle più belle cartoline di San Ginesio. Nella Pinacoteca Antica “S. Gentili”, è possibile ammirare numerose opere d’arte tra cui spiccano “Il matrimonio mistico di Santa Caterina d’Alessandria” del Ghirlandaio e la pala della “Battaglia tra sanginesini e fermani”, icona storica a testimonianza della importanza politica di San Ginesio nella metà del xv secolo. Prestigiosi manoscritti e pergamene rendono l’Archivio Storico di San Ginesio, giunto intatto dal 1199, tra i più ricchi delle Marche. A pochi Km dal centro storico, tra boschi secolari e ameni ruscelli, sorge il Monastero di San Liberato fatto erigere dai signori di Brunforte nel 1274 per ospitare le spoglie del Santo che abbracciò la regola di San Francesco d’Assisi.

    Consapevole di un passato tanto importante, San Ginesio ha da sempre fortemente investito nel turismo quale asset strategico per lo sviluppo del paese e di un intero territorio.
    Attività mirate di promozione e “vendita” del prodotto San Ginesio sono state sviluppate nel corso del tempo sia attraverso la partecipazione alle maggiori fiere di settore sia attraverso la realizzazione di progetti concreti di rinascita del borgo e specifiche iniziative di marketing territoriale che hanno portato alla ideazione del nuovo City Brand “San Ginesio oltre l’incanto” di cui il nuovo portale www.sanginesioturismo.it - rivolto ad un turista sempre più esigente- ne incarna la mission.

    A seguito del Sisma del 2016, San Ginesio è stato scelto quale “Comune pilota della ricostruzione del centro Italia” dalle Città Creative dell’Unesco ricoprendo un ruolo di primissimo piano all’interno del Padiglione “RINASCO” nel corso della Conferenza Annuale che si è svolta a Fabriano nel giugno del 2019.

    Recentemente l’Amministrazione Comunale ha varato il cosiddetto “Piano della Bellezza” con lo scopo di disciplinare la riqualificazione urbanistica di un borgo in piena ricostruzione che dovrà attenersi a specifici criteri estetici.

    San Ginesio non è solo sinonimo di bellezza, arte, storia, natura, outdoor e accoglienza. E’ molto di più. E’ terra di numerosi prodotti tipici quali ad esempio: il “Polentone di San Ginesio”, il vino “San Ginesio doc” e il noto ciauscolo detto “Il Campagnolo” vincitore del primo premio nazionale di categoria negli ultimi 4 anni. 

    Inoltre ogni estate ad attrarre numerosi turisti italiani e stranieri è la proposta di prestigiose Rievocazioni storiche quali “Il ritorno degli esuli”, la più antica rievocazione di San Ginesio, evento triennale al quale partecipa una folta delegazione della Municipalità e del Palio di Siena e “Il Palio di San Ginesio” torneo cavalleresco tra le quattro contrade che si tiene il 15 agosto e giunto alla 52^ edizione.

    San Ginesio si è infine recentemente distinto nel panorama culturale italiano grazie all’ideazione di un prestigioso festival e di un Premio: il Ginesio Fest e il Premio Nazionale San Ginesio “All’arte dell’attore”, in onore del santo eponimo Protettore degli Attori, rappresentano un cambio di rotta necessario per la reale rinascita di un intero territorio che al mondo intero presto sarà riconosciuto come San Ginesio “Il Borgo degli attori”.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733-652056 o i telefoni indicati.

  • Sarnano
    0733 659911 - 0733 657144
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sarnano

    Sarnano, su cui sventola la Bandiera Arancione, è situata al centro di un’incantevole valle ai piedi dei monti Sibillini e fa parte dell'Associazione de I Borghi più belli d'Italia. Le sue vicende storiche sono legate a San Francesco e ai suoi seguaci: la leggenda vuole che il Serafino raffigurato nello stemma comunale fosse stato disegnato dal Santo stesso.

    Il centro storico, di origini medievali, è uno fra i meglio conservati delle Marche; la sua struttura urbanistica di città murata presenta antiche vie, che si avvolgono in cerchi concentrici, scalinate e scorci mozzafiato.

    Il centro dell’insediamento antico è la Piazza Alta, sulla quale si affacciano i principali monumenti del borgo: il Palazzo del Popolo, trasformato nello splendido Teatro della Vittoria nel 1834; il Palazzo dei Priori, quello del Podestà, e la Chiesa di Santa Maria Assunta, con all'interno notevoli opere d'arte; in particolare, lo stendardo ligneo con Annunciazione e Crocifissione di Giovanni Angelo d’Antonio, la Madonna con Bambino e Santi di Lorenzo d’Alessandro (1483), la Madonna tra angeli di Antonio e Gentile di Lorenzo (XV sec.), i pannelli di polittico con Madonna e santi di Niccolò Alunno, la Trinità di Paolo Bontulli da Percanestro (1530), due statue lignee di probabile scuola tirolese (secolo XV) e opere di Pietro Alemanno (tavola con la Madonna della Misericordia e affreschi della cripta.
    Nell’ex Monastero di Santa Chiara hanno sede il Museo Civico e la Pinacoteca, che custodisce una splendida Madonna col bambino di Vittore Crivelli.
    La struttura ospita anche il Museo del martello, il Museo dell'Avifauna, che comprende circa 867 esemplari di uccelli imbalsamati appartenenti a specie rinvenibili ancora nell'area dei Sibillini e in quella più vasta dell'Appennino centrale, il Museo delle Armi e il Museo Mariano Gavasci.

    La Biblioteca vanta un fondo antico con manoscritti del XIV e XV. sec., incunaboli e cinquecentine.Sarnano è nota anche per le sue terme, dalle cui fonti si estraggono acque oligominerali particolarmente pure, dotate di molteplici proprietà benefiche per curare disturbi  dell’apparato urinario, digerente e del ricambio, malattie reumatiche, respiratorie e circolatorie, patologie dermatologiche e ginecologiche Dal 2017 le Terme di Sarnano, trasferite in un nuovo stabilimento, offrono una completa esperienza di benessere. La SPA dotata di hydrolife con acqua termale, bagno turco, bagno romano e docce emozionali offre anche massaggi e trattamenti estetici.

    Immerso nel verde delle montagne e dei boschi circostanti, il suo territorio è attraversato da innumerevoli sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in mountain bike. Suggestivo il percorso che prende il nome Via delle Cascate Perdute, piccola oasi di pace a due passi dal centro. In inverno è possibile praticare gli sport sulla neve nel vicino comprensorio di Sassotetto-Santa Maria Maddalena.  A Sarnano e nel suo territorio è possibile gustare le prelibatezze dei Sibillini: dai salumi alla cacciagione, dai legumi al semplice pane artigianale cotto nei forni a legna. Da gustare è la tipica crostata al torrone, preparata esclusivamente a mano con mandorle, nocciole e spezie e cotta nel forno a legna per farle acquisire la tipica e particolare croccantezza. Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Sarnano del corso dell'anno ricordiamo il Festival medievale Castrum Sarnani  e Palio del Serafino (agosto).

    I musei e la pinacoteca sono temporaneamente chiusi causa inagibilità.

  • Visso
    0737.95120 - 0737.95421
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Visso

    Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di cui ospita la sede, Visso, su cui sventola la Bandiera Arancione, è un incantevole centro montano che vanta un passato ricco di storia: il centro storico stupisce per il susseguirsi di imponenti mura, torri, case e balconcini medievali, palazzi gentilizi rinascimentali, portali in pietra scolpiti con stemmi di famiglia e motti latini. Tutti gli elementi contribuiscono a creare un insieme di armonia e grazia.

    Fa parte dell'associazione de I Borghi più belli d'Italia.

    Lo scorcio più rappresentativo, cuore del borgo, è costituito dalla Piazza dei Martiri Vissani, luminosa e armonica, delimitata da eleganti palazzi quattro-cinquecenteschi. Sulla piazza prospetta anche il fianco della collegiata di Santa Maria: di forme romanico-gotiche, costruita nel XII secolo e rimaneggiata ampliamente nel ‘200 e nel ‘300, presenta un interessante portale con un’Annunciazione affrescata da Paolo da Visso nella lunetta e custodisce all'interno preziose opere d’arte medievali.

    Sulla sinistra della collegiata sorge l’ex chiesa di Sant’Agostino (XIV secolo), che ora ospita il Museo Civico, con dipinti di notevole interesse e un gruppo di manoscritti leopardiani, e il Museo diocesano, con circa 200 opere provenienti da alcune chiese del territorio. Altri edifici di pregio sono il Battistero trecentesco, il Palazzo dei Priori, il Palazzo dei Governatori, il Palazzo del Divino Amore, Palazzo Leopardi, residenza estiva di parenti e familiari di Giacomo Leopardi, Palazzo Varano, residenza nobiliare dei duchi Varano di Camerino e Palazzo delle Guaite, rifugio per i pellegrini in visita al Santuario di Macereto. Nel Comune è conservata la Madonna con il Bambino di Paolo da Visso.

    A seguito degli eventi sismici del 2016 il Museo diocesano di Visso è particolarmente a rischio per il pericolo di crollo del massiccio campanile a vela della chiesa di sant’Agostino, che lo ospita. Le opere custodite al suo interno sono state evacuate, tra cui una importante raccolta di sculture lignee dei secoli XV-XVI attribuite al Maestro di Macereto, oreficerie preziosissime, tra cui la celeberrima croce astile del Guardiagrele, dipinti su tavola e la raccolta, come noto, di Idilli autografi del Leopardi, compreso “L’Infinito”».

    A 9 km dal centro, in una posizione suggestiva, isolata tra i pascoli appenninici, sorge il Santuario di Macereto, dalle forme bramantesche, eretto nella prima metà del XVI secolo (chiuso a causa del sisma del 2016).

    Da non perdere le delizie gastronomiche: il centro appenninico eccelle infatti nella lavorazione dei formaggi e dei salumi, fra cui il ciauscolo, un salame spalmabile costituito da un impasto di carne di maiale. Tra i prodotti tipici ricordiamo, tra gli altri, le lenticchie, il miele, le trote e il tartufo nero. Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a Visso nel corso dell'anno sono il Torneo delle Guaite (luglio/agosto) e la sagra del formaggio pecorino e mostra dei prodotti locali (agosto).

    ll centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare il numero 0737/9239

  • Camerino
    0737 631385 (Comune); 0737 632
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Camerino

    Camerino (m. 670 s.l.m.), al centro di una zona montana incontaminata, domina dalla sommità del colle la grande conca delimitata a sud-est dai Sibillini.

    Le bellezze architettoniche, l’antica Università degli Studi di Camerino, il culto della Santa Camilla Battista Varano (il cui corpo viene custodito in una teca all’interno del Monastero di Santa Chiara) e a poca distanza dalla città il Convento di Renacavata con la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, le tradizioni culturali (la città ha dato vita alla più significativa scuola pittorica delle Marche), gli impianti sportivi all’avanguardia (punto di riferimento per il turismo sportivo in un contesto ambientale intatto) e le bontà della cucina locale fanno di Camerino (Bandiera Arancione del TCI dal 2009) una meta di singolare attrattiva.

    Nella Chiesa del Seminario Arcivescovile sono conservate ed esposte al pubblico alcune tra le opere più rappresentative della produzione figurativa camerte. Il vicino edificio “Venanzina Pennesi” ospita i Musei civico e diocesano. Presenta allestimenti moderni e strumenti digitali all’avanguardia e raccoglie i capolavori del territorio salvati dalle rovine del terremoto. Grazie all’intervento di recupero della Fondazione Arvedi Buschini di Cremona, è stata riaperta al culto in tutto il suo splendore la Basilica di San Venanzio martire.

    È possibile visitare anche Palazzo Castelli (viale Giacomo Leopardi) e Palazzo Sabbieti (piazza dei Costanti) entrambi di proprietà dell’Università degli Studi di Camerino, il Planetario Unicam allestito negli spazi del Convento San Domenico e l'Orto Botanico "Carmela Cortini" dell’Ateneo istituito nel 1828 da Vincenzo Ottaviani, medico pontificio e professore di botanica e chimica presso l’Università. Merita una visita l’Archivio di Stato sezione di Camerino che conserva materiale documentario risalente al 1207.

    Si offre come piacevole oasi di verde la Rocca borgesca, posta sull’orlo di un precipizio, che fu fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo Rinascimento.

    Simbolo di un intero territorio, Rocca Varano, oltre a essere un fortilizio la cui costruzione risale al XIII secolo, è uno dei monumenti più importanti e imponenti presenti nel territorio e il fiore all'occhiello di Camerino.

    A Camerino l’antico convive con strutture all’avanguardia, come l’Accademia della Musica “Franco Corelli” donata alla città dall’Andrea Bocelli Foundation. Sviluppata su due livelli (700 metri quadrati per 160 studenti costruita in 150 giorni), ha dieci aule tematiche e l’auditorium Andrea Bocelli.

    Nel Sottocorte Village (quartiere San Paolo) sono presenti gli storici negozi del centro cittadino. Un centro commerciale particolare e all’avanguardia, che coniuga l’innovazione architettonica con la tradizione della piccola bottega. Lo spazio accoglie iniziative ed eventi culturali. Il ValliCenter (quartiere Vallicelle) ospita una selezione di attività commerciali.

    Per gli amanti del turismo all’aria aperta è stato realizzato il Camper Service di via Macario Muzio (Bandiera Gialla A.C.T. Italia), 24 piazzole immerse in un ambiente naturale di gradevole impatto e di comodo accesso alla città. Coordinate GPS Google Earth: N 43° 08’ 12.5” E 13° 04’ 00.2”

    Iniziative culturali, eventi sportivi, spettacoli musicali e appuntamenti gastronomici iniziano il 6 gennaio con la festa del torrone - una prelibatezza DE.C.O. (denominazione comunale d’origine) entrata nel Guinnes dei primati - e terminano con il concerto di Natale del 26 dicembre.

    Gli eventi di maggiori rilievo che hanno luogo a Camerino nel corso dell’anno sono: la rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio (maggio), il Premio Massimo Urbani (giugno), il Camerino Festival (agosto) e la Stagione teatrale (ottobre-aprile).

     

    Associazione Turistica “Pro Camerino” / IAT Informazione Accoglienza Turistica Camerino
    Sottocorte Village, Via Vincenzo Ottaviani - 62032 Camerino (MC)
    Tel/Fax +39 0737 632534 Cell. +39 345 8855294
    www.proloco.camerino.sinp.net
    proloco@comune.camerino.mc.it

  • Staffolo
    0731 779218
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Staffolo

    ll centro abitato di Staffolo, su cui sventola la Bandiera Arancione, sorge sul dorso di una formazione collinare a 442 metri di altezza sul livello del mare, in ottima posizione sulla bellissima e fertile valle dell'Esino, tanto da meritare l’appellativo di Balcone della Vallesina.

    Il nucleo più antico dell'abitato ha un impianto medioevale con forma quasi circolare e cinto da mura, in parte originali, aperte in due punti contrapposti. Sulle mura si erge, ancora intatto, il torrione dell'Albornoz (sec. XIV). Da non perdere: la Chiesa di Sant'Egidio, che conserva un notevole pentittico del Maestro di Staffolo, autore anonimo di scuola fabrianese; la Chiesa di San Francesco, dove è collocato un pregevole organo Callido del 1769; la Chiesa di Santa Maria di Castellaretta, gioiello di arte barocca, edificata come tempio votivo dagli staffolani reduci della battaglia di Lepanto (1571) e abbellita nel 1683 per celebrare la definitiva sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna nel 1683. 

    L'eccellenza di Staffolo è il vino ottenuto dal vitigno autoctono del Verdicchiotra i più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Proprio grazie a questa produzione, Staffolo è anche chiamato Colle del Verdicchio.

    In alcuni ambienti ricavati dalla cinta muraria è ospitato il Museo del Vino e dell'Arte Contadinache conserva gli strumenti tradizionali che si usavano nelle cantine di Staffolo per produrre i vini del territorio, tra cui il torchio in legno di quercia per la spremitura delle uve risalente al 1695. Annessa al museo è presente l'Enoteca con una vasta selezione di vini da degustare.

    I principali eventi che hanno luogo a Staffolo nel corso dell'anno sono: il Premio Città di Staffolo (fine luglio), istituito dal Comune di Staffolo nel 2001 con l’intento di promuovere il proprio territorio premiando artisti contemporanei viventi che si sono affermati in campo internazionale, e la Festa del Verdicchio, che si svolge la terza settimana di agosto, con musica, balli, convegni e mostre in tema di enogastronomia.

  • Montecassiano
    0733 299863 (Comune) - 0733 29
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecassiano

    Nel cuore delle Marche, nel mezzo delle distese collinari del Maceratese, si erge Montecassiano, un borgo dall’impronta medievale, racchiuso da alte mura, situato nella Valle del Potenza, dista meno di 10 Km da Macerata e circa 15 km da Recanati.

    Disteso sulla sommità di un colle, offre panorami che spaziano dai Sibillini al mare, dove lo sguardo si perde nella bellezza e nell’armonia delle dolci colline marchigiane. Nel Borgo, Bandiera Arancione da molti anni ed anche parte del network Borghi più belli d’Italia l’inesorabile trascorrere dei secoli non ha compromesso la compatta struttura urbanistica tardo-medioevale. Ancora oggi è possibile percorrere stradine, piagge e vicoli secondo un tragitto che dal XV secolo si è mantenuto inalterato.

    Il centro storico, cuore di tutto il territorio, è completamente racchiuso dalla cinta muraria e vi si accede attraverso una delle tre porte (Porta Diaz, Porta San Giovanni, Porta Cesare Battisti). Il luogo più emblematico e scenografico di tutto l’assetto urbano è la centrale Piazza Unità d’Italia, sulla quale si affacciano alcuni dei principali palazzi e monumenti. Da qui una spettacolare scalinata, incorniciata da un’ampia arcata, conduce alla Collegiata dedicata a Santa Maria Assunta che ricostruita nel 1234 dai monaci cistercensi di Chiaravalle, ha subito nel corso dei secoli, innumerevoli restauri e modifiche. La chiesa custodisce tra i suoi tanti tesori il bellissimo altare in terracotta invetriata raffigurante l’Incoronazione della Vergine (1527-1532), capolavoro del plasticatore fiorentino fra’ Mattia della Robbia.
    Il giro per Montecassiano può continuare anche visitando la Pinacoteca, e gli altri palazzi e Chiese, ma anche passeggiando per i vicoli e piaggette assaporando così la tipica atmosfera del borgo. 

    Grazie al supporto di più’ di 70 associazioni locali che vivacizzano il territorio con le loro attività, Montecassiano ha un fitto programma annuale di manifestazioni:

    • Svicolando - 2° week end di Giugno - festival di musica, giocoleria e artisti di strada nelle vie del paese.
    • Palio dei Terzieri - 3° settimana di Luglio - Per un’intera settimana il borgo si cala in un’atmosfera medioevale, tra giochi, sfilate e taverne.
    • Montecassiano Estate - fine Luglio/primi Agosto
    • Sagra dei Sughitti - 1° week end di Ottobre - I “sughitti“, sorta di polenta dolce con mosto, farina di mais e noci, sono un dolce tipico della civiltà contadina.
    • Processione del Venerdì Santo: tradizionale processione alle ore 21 del venerdì santo con le sette confraternite e la suggestiva bara del Cristo morto.
  • Montelupone
    3496935275 (Uff.Turismo) - 073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montelupone

    Montelupone è un borgo collinare a soli 13 km da Macerata. Rientra tra I Borghi più belli d'Italia e vanta la Bandiera Arancione.

    Conserva le mura castellane con le quattro porte d´ingresso e l'originale pavimentazione in pietra. Al centro del borgo sorge il trecentesco Palazzetto del Podestà (o dei Priori) con la torre civica. Il loggiato a cinque archi è sovrastato da altrettante bifore ogivali poste nel salone principale del piano nobile sede, dal 1998, della Pinacoteca Civica. Il Palazzo Comunale affacciato sulla piazza, sorge su una preesistente struttura medievale. Esso è stato riedificato al tempo del Regno Italico napoleonico (1807/1814) e nel corso del XIX sec. ha subito vari restauri. L’ultimo intervento è stato ideato dall'architetto Ireneo Aleandri, il quale ne ha progettato il portico, il prospetto principale del palazzo e al suo interno il Teatro Nicola degli Angeli, in stile neoclassico e riconducibile alle opere palladiane. Quest'ultimo verrà realizzato soltanto nel 1884 da Giuseppe Sabbatini.

     Tra le vie del borgo spiccano per la bellezza e magnificenza i palazzi nobiliari, un tempo abitazioni delle antiche famiglie monteluponesi. In particolare, Palazzo Emiliani merita attenzione per due caratteristiche, quali il fregio del pittore Biagio Biagetti raffigurante le Quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano e perché, nell’Ottocento, fu sede di uno dei primi focolai della Carboneria, che raccolse i cittadini marchigiani e romagnoli in preparazione del primo moto rivoluzionario per il Risorgimento italico.

    Passando agli edifici di culto, uno dei monumenti più significativi e simbolici di Montelupone è la chiesa di San Francesco, eretta nella seconda metà del Duecento e poi rimaneggiata in epoca tardo-barocca. Il coro ligneo settecentesco, le quattro statue delle Virtù teologali (1752) e l’organo del 1753 rappresentano la “collezione” di questa chiesa, sul cui altar maggiore è collocata la meravigliosa pala raffigurante la Madonna del latte, opera del pittore Antonio da Faenza (1525); la chiesa Collegiata, la quale custodisce la cappella Addolorata ridipinta da Cesare Peruzzi tra 1934 e 1941. Qui si può anche ammirare la Madonna Immacolata del fiammingo Ernest Van Shayck (1631), pervasa di accenti devoti secondo i modelli del classicismo bolognese.

    La Chiesa di Santa Chiara, sede dell'antico convento delle Clarisse, fu edificata tra i secoli XV e XVIII all’interno della quale si possono ammirare le porte intarsiate da Cristoforo Casari nel 1796, e la Annunciazione della Vergine, copia del Barocci, del XVIII secolo. A circa 4 km dal centro, si trova l'Abbazia benedettina di S. Firmano costruita nel IX secolo in stile romanico a tre navate, con la preziosa lunetta del portale in stile bizantino. Al suo interno sotto l'alta scalinata, si trova l'incantevole cripta con le reliquie e la statua del Santo in terracotta policroma.

    Il prodotto simbolo della città è il carciofo, prodotto tipico a cui è stato riconosciuto il Presidio Sloow Food e a cui è dedicata una importante sagra in programma ogni anno per il mese di maggio; ottimo è anche il miele Millefiori, protagonista ad agosto di ApiMarche (Mostra Mercato Apicoltura Ambiente e Agricoltura) mentre a marzo ricorrono le celebrazioni in onore del Santo patrono San Firmano.

  • Amandola
    0736840731 (Uff. turistico) -
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Amandola

    Amandola è un piccolo centro medievale situato sul versante orientale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e sulla sinistra orografica del fiume Tenna a 550 mt. s.l.m. Il paese deve il suo nome alla pianta del mandorlo che un tempo doveva primeggiare nella zona. Rappresenta uno dei più importanti centri storico-culturali dei Monti Sibillini. È caratterizzato inoltre da un patrimonio ambientale e paesaggistico di grande valenza per la molteplicità dei paesaggi presenti: le montagne aspre e selvagge, le valli disegnate dai fiumi e i piccoli borghi ben incastonati sono gli elementi che lo rendono straordinario.

    Il centro storico, al quale si accede tramite una porta merlata, è adagiato su tre colli e si compone di architetture civili e religiose, di imponenti e sontuosi palazzi, di nascosti e graziosi vicoli. Dal Belvedere si può avere una meravigliosa vista sul lato orientale del parco. Considerata a buon diritto la” porta est” di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con il Museo Antropogeografico, offre l’opportunità di conoscere tutti gli aspetti che compongono l’ambiente, avendo poi la possibilità di rinvenirli ed osservarli nel territorio. Ospitato nei locali della Ex Chiesa la Collegiata, il Museo testimonia un legame ormai inscindibile tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed Amandola.

    Aperto al pubblico dal 1989, al suo interno è possibile conoscere nei minimi dettagli tutti gli aspetti propri del Parco Nazionale: parole ed immagini guidano ogni visitatore lungo un percorso alla scoperta dei vari ambienti, della flora, della fauna, delle leggende, dell'arte, della storia e della cultura popolare.

    Particolarmente affascinanti e precise le ricostruzioni dell'attività dell'uomo, che con la sua presenza ha provveduto a modellare e mantenere una natura meravigliosa.

    Dopo il sisma del 2016, molti edifici religiosi, chiese e cappelline, sono state danneggiate e i tanti capolavori artistici al loro interno andavano recuperati, salvaguardati e posizionati in un luogo sicuro e adatto. Così il comune di Amandola ha pensato, insieme al sostegno del MIBACT, di allestire presso la Ex Collegiata un Deposito di Opere d'arte provenienti dalle Chiese della Città danneggiate dal terremoto ed esposte sotto forma di mostra permanente.  Allestito in maniera eccellente, offre la possibilità di visionare, seguendo un percorso dettagliato e curato, ciò che è stato recuperato; inoltre unitamente alla mostra è stato approntato, in collaborazione con l’Università degli studi di Camerino e l’Università degli studi di Urbino, un laboratorio di restauro, dove è possibile seguire passo dopo passo il sapiente lavoro dei restauratori. I due Atenei, con i loro collaboratori, hanno seguito da vicino gli interventi di recupero dei capolavori all'interno degli edifici lesionati quasi completamente.

    Tra i numerosi capolavori recuperati e conservati nel Deposito della Città di Amandola spiccano: il Cristo ligneo del XII secolo (sull'opera sono in atto numerosi studi e teorie secondo le quali il Cristo potrebbe essere anche la raffigurazione dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo Magno); San Raffaele e Tobiolo, Angelo Custode di Antonio Mercurio Amorosi

    Di particolare importanza Piazza Umberto I, o piazza alta, antico nucleo sociale e religioso della località, che ospita il teatro storico "La Fenice" e il torrione del Podestà, di epoca quattrocentesca. La chiesa di S. Agostino, risalente al XIV secolo, presenta una facciata settecentesca, un portale gotico, un campanile di Mario Pietro Lombardo risalente al 1468, con bifore ogivali e cuspide ottagonale. Tra gli edifici sacri si ricordano anche il convento di San Bernardino, o convento dei Cappuccini, costruito nel 1540 e la chiesa di Santa Maria a Piè d'Agello.

    Fuori porta si trova il complesso romanico dedicato ai Ss. Rufino e Vitale (fondato nel sec. VI) e a 5 km dal centro storico si erge l’abbazia dei Santi Vincenzo e Anastasio. Dal punto di vista gastronomico, Amandola è rinomata per il tartufo bianco pregiato che viene dai suoi boschi ed è anche area di produzione della Mela rosa dei Monti Sibillini, presidio Slow Food.

     In autunno si tiene "Diamanti a Tavola" - Fiera del Tartufo Bianco Pregiato dei Sibillini. Da quasi vent’anni anima il centro storico con stand enogastronomici ricchi di piatti profumati al tartufo e piatti della tradizione.

    Tra le festività ricorrenti si ricorda il Carnevale de li Paniccia' e, alla fine di agosto, l’antica rievocazione storica delle Canestrelle.

    La cittadina, in un lontano passato importante centro di produzione di tessuti di lana, offre un artigianato fiorente e servizi per il turismo montano, quali mountain bike ed escursionismo. Il lago di San Ruffino rappresenta un’ulteriore risorsa per gli amanti dell’aria aperta e per gli sport praticabili.

    Amandola, in cui vivere natura e cultura!

  • Cantiano
    0721 789911 - 0721 789936
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cantiano

    Alle pendici del Monte Catria, Cantiano sorge attorno alle due rocche: Colmatrano, sulla cui cima restano i ruderi di una torre militare, e Sant'Ubaldo, sede del Castello della famiglia Gabrielli di Gubbio. Nel corso dei secoli, l'abitato  si estese come testimoniano le prospettive medievali di Via Fiorucci, la Piazza Luceoli, cuore del paese, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale con la Torre dell'Orologio, la Chiesa di San Nicolò, la Via IV Novembre, la Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista, che conserva preziose opere pittoriche, tra cui la Madonna del Cardellino della bottega del Pinturicchio e la Chiesa di S. Agostino.
    L'ex Convento agostiniano ospita il Museo Archeologico e della Via Flaminia "G. C. Corsi", una sezione geopaleontologica e il Museo della Turba. La Turba è una sacra rappresentazione che, dal secolo di San Francesco, rievoca nelle forme la passione di Cristo. Ogni Venerdì santo, la manifestazione, processione teatrale popolare-religiosa con più di 250 personaggi in costume, trasforma il paese in un grande teatro all'aperto.

    La Riserva naturale generale orientata del Bosco di Tecchie è un’area protetta di circa 195 ettari, situata nel cuore delle Serre di Burano, una lunga catena montuosa composta da un doppio allineamento di rilievi che segna il confine tra le regioni Marche ed Umbria.

    Il Pane di Chiaserna è un prodotto tipico regionale. L'ingrediente più importante è l'eccezionale qualità dell'acqua delle sorgenti del Monte Catria che, insieme al lungo processo di lievitazione naturale con impasto acido e privo di sale, additivi o conservanti, conferisce al prodotto caratteristiche peculiari di freschezza nel tempo. Da qualche anno un progetto di Filiera Corta del Pane di Chiaserna coinvolge diverse aziende agricole locali nella produzione di grano a km zero.
    Altra eccellenza tipica regionale, l'amarena di Cantiano, una composta di visciole conservate in sciroppo zuccherino, un prodotto che ebbe così tanto successo da diventare simbolo di raffinatezza gastronomica in tutta Italia. 

    Nel paniere delle eccellenze cantianesi, le carni bovine, equine e suine provenienti in gran parte da allevamenti allo stato brado e semi-brado, il tartufo presente nei diversi periodi dell'anno e la birra del Catria, con marchio "Birra Agricola Italiana".

    Da decenni, la “Mostra mercato del cavallo” a cui è abbinata la "Rassegna Cavallo del Catria", si svolge ogni secondo week-end di ottobre e la domenica successiva. Delle tre giornate di manifestazione, la prima è una fiera zootecnica dedicata al settore equino. Le due domeniche successive sono invece giornate aperte al grande pubblico, con numerose esibizioni e spettacoli equestri di alto livello. In programma, uno spazio agroalimentare dedicato alle tipicità del territorio, tra cui la famosa polenta alla carbonara di Chiaserna.

    Tutto il massiccio del Monte Catria è la meta perfetta per il trekking con diversi gradi di difficoltà, per le escursioni naturalistiche, per la mountain bike e per il turismo equestre. Il Centro Ippico La Badia, promuove attività di addestramento, ma anche passeggiate a cavallo con guide specializzate.

  • Serra San Quirico
    0731.818201
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra San Quirico

    Sulla sinistra del fiume Esino, nelle immediate propaggini del Monte Murano, sorge Serra San Quirico (Bandiera Arancione), all'imbocco della Gola della Rossa.   L'intero territorio rientra nel Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi che ha sede nel centro storico del borgo, precisamente nel Complesso di Santa Lucia. Alcuni ritrovamenti archeologici farebbero risalire i primi insediamenti al tempo degli Etruschi. Successivamente i Romani, al fine di controllare il passaggio strategico della Gola della Rossa, fondarono un presidio militare attorno al quale, verosimilmente, si sviluppò il villaggio originario. Il paese possiede un bellissimo centro storico, ben conservato e dal caratteristico impianto medievale. Particolarmente suggestive sono le Copertelle, passaggi coperti che corrono lungo le mura di cinta del paese, e la torre principale di difesa detta Cassero, di cui è ben conservata la torre di forma sostanzialmente quadrangolare costruita tra il 1360 e il 1374.

    La Chiesa di Santa Lucia, capolavoro di arte barocca, custodisce le tele di Pasqualino Rossi raffiguranti Le storie della vita di Santa Lucia. Annesso alla chiesa vi è l’ex convento dei Monaci Benedettini Silvestrini dove hanno sede la Cartoteca Storica Regionale delle Marche, il museo Premio Ermanno Casoli (arte contemporanea) e il museo di Storia Naturale del Territorio.

    Oltre alla citata chiesa, altri siti di architettura religiosa da visitare sono: la Chiesa parrocchiale di San Quirico che custodisce la reliquia della Sacra Spina, la Chiesa di San Filippo Neri dall'interno barocco con la splendida cantoria lignea fogliata, la Chiesa di San Francesco con la mostra dei cento presepi e l'ex Chiesa di Santa Maria del Mercato, in stile romanico, ora adibita a Teatro.

    A pochi chilometri dal centro, nella valle sottostante, si trova l’abbazia di Sant’Elena, edificata tra il 1009 e il 1010 in stile romanico-gotico con blocchetti in pietra arenaria dal taglio irregolare. Da visitare inoltre la frazione Domo, antico castello fortificato, che custodisce la chiesa di San Paterniano, nella quale si trovano il pregevole trittico su tavola attribuito al “Maestro di Domo” e numerosi affreschi. Sempre nel territorio comunale si trovano il piccolo borgo rurale di Ville di Sasso, il Castello di Rotorscio nei pressi di Castellaro e al confine con Mergo la piccola chiesa di Santa Maria delle Stelle costruita sulle rovine di un tempio pagano.

    In primavera a Serra San Quirico si tiene la Rassegna Nazionale Teatro della Scuola, a Settembre si svolge il Frasassi Climbing Festival, evento di rilevanza internazionale, mentre nel periodo natalizio il borgo si trasforma in Paese presepio animato.

  • Frontino
    0722 71131
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Frontino

    Frontino è per popolazione il più piccolo Comune della Provincia di Pesaro e Urbino e dell’Unione Montana del Montefeltro. Vanta i prestigiosi riconoscimenti di Borgo più bello d'Italia e Paese Bandiera Arancione.

    Il suo territorio rientra nell’appennino tosco-romagnolo e nella regione storica del Montefeltro, fa parte del Parco Naturale del sasso Simone e Simoncello e nella località Pian dei Prati è visitabile, nei mesi estivi, un Parco Faunistico. Ricco di bellissimi scorci panoramici, è dominato dal monte Carpegna mentre ai suoi piedi si estende la valle del fiume Mutino, le cui pietre lastricano le sue strade interne. Tali pietre sono state utilizzate per erigere bellissime torri, le mura castellane e le fontane di Franco Assetto, grande artista torinese precursore della pop art ed ispiratore del movimento artistico “Baroque Ensembliste”, che lasciò gran parte delle sue opere al Comune di Frontino. A lui è intitolato il museo visitabile nel centro storico.

    Fiore all’occhiello della località è il duecentesco convento di Montefiorentino che secondo la tradizione fu fondato da San Francesco (1213) durante il suo passaggio nel Montefeltro. Dalla sua chiesa proveniva il Polittico di Alvise Vivarini oggi esposto alla Galleria Nazionale di Urbino. Il convento include un piccolo chiostro e conserva la rinascimentale cappella dei conti Oliva, costruita nel 1484, un vero e proprio capolavoro d’arte rinascimentale attribuito a Francesco De Simone Ferrucci da Fiesole, dove si trovano anche la splendida pala d’altare di Giovanni Santi, padre di Raffaello, e un affresco attribuito a Evangelista da Piandimeleto. Il monastero di San Girolamo è un altro luogo molto suggestivo, circondato da querce secolari, recentemente restaurato ed oggi adibito a residenza d’epoca: è costituto da chiesa, convento e una dipendenza di servizio.

    Il mulino ad acqua trecentesco, detto di Ponte Vecchio, che riforniva di farina e pane il castello, è dotato di torre di guardia e difesa, ed ospita attualmente il Museo del Pane.  Il piatto tipico del borgo è il bustreng, un dolce a base di uova e latte. 

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo a Frontino nel corso dell'anno ricordiamo il Premio Nazionale di Cultura Frontino–Montefeltro a ottobre, la Festa del Tartufo nero ad agosto, il Festival degli Spaventapasseri ad agosto, la Sagra del Fagiolo a settembre.