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Abbazia di Santa Maria di Rambona

Testimonianze storiche fanno risalire la sua costruzione intorno all’anno 891 - 898 ad opera della Regina Longobarda Ageltrude, figlia di Adelchi principe di Benevento e moglie di Guido, Imperatore del Sacro Romano Impero (891-894), duca di Spoleto, Marchese di Camerino e Re d'Italia dal febbraio dell'anno 889,  e madre di Lamberto Imperatore (894-898).
Purtroppo questa bella e potente Abbazia che nell’alto Medioevo possedeva beni, chiese e priorati, nel 1443 subì il saccheggio e l’incendio da parte di Ciarpellone, capitano di Francesco Sforza. Il monastero andò completamente distrutto e la chiesa rimase abbandonata.
Oggi dell’antico tempio rimangono solamente il presbiterio e la cripta in quanto le navate della chiesa, in epoche successive, furono separate dal resto del monumento e trasformate in abitazioni private.
Il gruppo absidiale è l'unica porzione di edificio che presenta ancora i caratteri stilistici della struttura originaria. Per il resto tanto la facciata quanto i fianchi laterali della chiesa hanno subito profonde trasformazioni dal momento in cui gli ambienti interni sono stati adattati ad abitazione. Le tre absidi, invece, in pietra arenaria, sormontate da una porzione di muro a due spioventi, nonostante i restauri propongono l'originale stesura muraria ed articolazione formale. Vi sono conservati due importanti affreschi, il Sant'Amico che ammansisce il lupo e la Madonna in trono con il Bambino.

L'Abbazia è attualmente chiusa in seguito al terremoto del 2016.

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