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Piero della Francesca nelle Marche

I segreti dell'innovazione rinascimentale nella prospettiva

Piero della Francesca (Borgo San Sepolcro 1420 – 1492), fu una delle personalità più emblematiche del Rinascimento italiano. La sua opera fece da cerniera tra la prospettiva geometrica del Brunelleschi, la plasticità del Masaccio, la luminosità chiara e diffusa di Beato Angelico, la descrizione precisa e attenta alla realtà dei fiamminghi. Altre caratteristiche fondamentali della sua produzione sono la semplificazione geometrica sia delle composizioni che dei volumi, l’estremo rigore della ricerca prospettica, l’uso in funzione espressiva della luce, la plastica monumentalità delle figure e l'attenzione alla verità umana.

Balconi di Piero della Francesca, tutti attrezzati con una speciale postazione, sono suggestivi punti panoramici che si aprono su paesaggi ritrovati, con panorami mozzafiato fra Romagna e Marche. L’idea alla base del progetto “Terre di Piero”  è quella di offrire una full immersion nel mondo del pittore nelle regioni che hanno accolto la sua opera: Marche, Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Vedere dal vivo le sue opere e attraversandoli, i paesaggi che sono diventati scenario dei suoi quadri, ripercorrere le tappe tra le regioni e le signorie del suo tempo, dai Malatesta ai Medici passando per i Montefeltro, sono un modo per rendere la visione e la comprensione dei suoi capolavori un’emozione unica ed irripetibile. Nelle Marche Piero della Francesca lasciò nel giro di un ventennio alcune delle sue opere di maggior prestigio: la tavola con la Flagellazione di Cristo e la Madonna di Senigallia, custodite presso la Galleria Nazionale delle Marche, nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Urbino. Parallelamente progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali, ha lo scopo di ridare luce al “paesaggio invisibile” e restituire al mondo i “paesaggi dipinti” che Piero della Francesca scelse come sfondo alle sue opere

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura

Le tappe dell'itinerario

  • Piero della Francesca - La Flagellazione
    Il Mecenate di Urbino, il duca Federico da Montefeltro ampliò la vecchia dimora medievale, trasformandola da castello fortificato a città palazzo. I lavori di costruzione del Palazzo Ducale di Urbino, iniziati nel 1445, vennero eseguiti da Luciano Laurana, da Francesco di Giorgio Martini e da Girolamo Genga. Il Duca Federico da Montefeltro colto ed illuminato, mecenate e condottiero valoroso fece del suo Palazzo la culla dell’arte italiana, chiamando alla sua corte gli artisti più illustri del tempo: Piero della Francesca, Paolo Uccello, Melozzo da Forlì, Luca Signorelli, Giusto di Gand e Pedro Berruguete, scrittori come Baldassarre Castiglione e Pietro Bembo e Ottaviano Fregoso, architetti come Leon Battista Alberti e Baccio Pontelli, filosofi, matematici come Luca Pacioli e Paulus von Middelburg, poeti come Bernardo e Torquato Tasso e musicisti come Ottaviano Petrucci da Fossombrone.
    La Flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, realizzata tra il 1444 e il 1469, è uno dei capolavori custoditi all'interno del Palazzo Ducale.  La scena si svolge all’interno di un’architettura classica e rinascimentale, con la scacchiera del pavimento e i cassettoni del soffitto che contribuiscono a dare l’impressione della profondità. Infatti, la tavoletta nonostante le sue dimensioni ridotte, mostra grandi spazi grazie all’applicazione magistrale della prospettiva. La luce proviene da due punti differenti, da sinistra e da destra, e illumina anche il riquadro del soffitto sotto cui è collocato il Cristo; la forza straordinaria dell'arte di Piero sta propriamente nell'avere connaturato il colore, che in lui è immediatamente luce, con la forma, fino a fargli assumere valore plastico. Tutta la scena è bloccata e immobile e tale impressione è accentuata dall’uso di una luce chiara e diffusa che deriva dall’angelico ma non ha più alcun valore religioso. La composizione è molto equilibrata: all’ambiente chiuso di sinistra corrisponde a destra un ambiente aperto; agli uomini attorno a Cristo corrispondono quelli in primo piano che con molta probabilità sono il cardinale Bessarione, Buonconte da Montefeltro e Giovanni Bacci, caratterizzati da una gestualità “congelata”in una specie di vitalità sospesa. La tavoletta molto probabilmente era stata inviata in dono a Federico da Montefeltro per convincerlo ad appoggiare la crociata propugnata da papa Pio II Piccolòmini nel 1459 e caldeggiata dallo stesso Bessarione per liberare Costantinopoli dai Turchi. Questo giustifica la presenza del giovane Buonconte da Montefeltro rappresentato scalzo e pallido, come se già fosse morto. Il ragazzo infatti era morto di peste nel 1458. Le sue sofferenza vengono paragonate a quelle di Cristo flagellato, di cui richiama la posa e di conseguenza anche quelle dei cristiani orientali.
    Per ulteriori informazioni:
    www.artimarche.beniculturali.it/index.php/galleria-nazionale-delle-marche
    http://www.montefeltroveduterinascimentali.eu/
  • Piero della Francesca - Madonna di Senigallia

    La Madonna di Senigallia, uno dei capolavori di Piero della Francesca, un olio su carta riportata su tavola di noce (61x53,5 cm.) fu realizzata tra il 1470 e il 1485 circa, probabilmente su commissione di Federico da Montefeltro in occasione del matrimonio di sua figlia Giovanna con Giovanni della Rovere, allora signore di Senigallia. L’opera, conservata per molti secoli nella Chiesa di S. Maria delle Grazie di Senigallia, si trova dal 1917 presso la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino.
    La scena mostra una Madonna stante col Bambino tra due angeli, all'interno di un'abitazione. Il taglio del dipinto è insolito e mostra i protagonisti come mezze figure, tagliate dal margine inferiore del dipinto. Il Bambino, in atto di benedire, tiene in mano una rosa bianca, simbolo della purezza della Vergine, mentre al collo ha una collana di perle rosse con un corallo, un simbolo arcaico di protezione degli infanti, che nel caso delle scene sacre acquistava anche un valore di premonizione della Passione per via del colore rosso-sangue. Sullo sfondo si vede a destra un armadio a muro con mensole inquadrato da una cornice scolpita con una candelabra, come ne esistevano nel Palazzo Ducale di Urbino (sebbene non ne ritragga nessuna in particolare), mentre a sinistra si apre, alla maniera fiamminga, un altro ambiente da dove proviene un doppio raggio di sole tramite una finestra aperta, rifrangendosi sulla parete ombrosa non prima di aver illuminato il pulviscolo atmosferico lungo la traiettoria. La luce disegna poi riflessi sui rilievi della decorazione della nicchia, sulle piccole nature morte del cestello con il panno di lino e della scatola cilindrica d'avorio nell'armadio, e poi nei capelli, nelle vesti e nei gioielli dei quattro protagonisti. La luce, che attraversa il vetro a rondelle senza romperlo, è anche una metafora del mistero dell'Incarnazione, che attraversa il corpo di Maria, nella concezione e nel parto, senza violarlo.La mancanza di punti di appoggio tra le figure e lo spazio impedisce di determinare la distanza reciproca, facendo apparire i protagonisti vicinissimi allo spettatore.
    Per ulteriori informazioni:
    www.artimarche.beniculturali.it/index.php/galleria-nazionale-delle-marche
    http://www.montefeltroveduterinascimentali.eu/

  • Balcone Ca' Mocetto
    0722-313111
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Balcone Ca' Mocetto
    Dal Balcone Ca' Mocetto presso il Comune di Urbania si può osservare il paesaggio dipinto nel noto Ritratto di Federico da Montefeltro di Piero della Francesca. Il ritratto è custodito agli Uffizi a Firenze. Il "complesso" che in origine si trovava nel Palazzo di Urbino, probabilmente esposto in una parete della "sala udienze" pervenne alla Galleria degli Uffizi di Firenze nel 1631 insieme all'eredità della famiglia Della Rovere, quando la casata ducale fu estinta. Il paesaggio sullo sfondo è visibile ancora oggi. In questo caso, siamo sulla piana del fiume Metauro tra i Comuni di Urbania, Peglio e Sant’Angelo in Vado. Sullo sfondo verso l’orizzonte si intravvede Sant’Angelo in Vado e dietro l’Appennino tosco-marchigiano con la Massa Trabaria, l’Alpe della Luna, i Sassi Simone e Simoncello ed il Carpegna. Il fiume Metauro si snoda lungo la piana tra campi coltivati e filari di alberi fino ad allargare il suo alveo per trasformarsi in un largo specchio d’acqua. Sulla sinistra del paesaggio dipinto, il fiume ed il lago lambiscono la tenuta di caccia dei Signori Montefeltro: il Barco Ducale. E’ possibile visitare il balcone che si trova tra Urbania e Sant’Angelo in Vado.
    Per ulteriori informazioni:
    www.comune.urbania.ps.it
    Montefeltro: vedute rinascimentali
  • Balcone di Pieve del Colle
    0722-313111
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Balcone di Pieve del Colle
    Dal Balcone di Pieve del Colle, è possibile ammirare lo splendido fondale dei Carri Trionfali del Dittico dei Duchi di Urbino. Federico e Battista Sforza, entrambi Conti di Urbino, vengono ritratti uno di fronte all’altra sul terrazzo della Pieve del Colle su cui si apre la meravigliosa piana del Metauro. La vallata dei Trionfi è una vasta pianura attraversata dal fiume Metauro a cavallo dei Comuni di Urbania, Fermignano, Urbino ed Acqualagna. Ai bordi della valle, una catena di colline si unisce come a disegnare un grande anfiteatro. Sui primi terrazzi e sulla parte più elevata dei colli c’è sempre una pieve, una cappella, un monastero. Anche per questa veduta, Piero della Francesca ricorre al “volo d’uccello”. Dalla località Pieve del Colle sale fino a circa 1000 metri di altitudine per abbracciare un territorio che dalla piana di San Silvestro sul Metauro si allarga fino ad Urbino, ai monti delle Cesane, e poi arriva fino ad Ancona. E’ possibile visitare il balcone che si trova a Piana di San Silvestro tra Fermignano ed Urbania.
    Per ulteriori informazioni:
    www.comune.urbania.ps.it

    Montefeltro: vedute rinascimentali
  • Balcone Località Boaggine - Monte Carpegna
    Presso Località Boaggine, alle pendici del Monte Carpegna, di fronte Villagrande di Montecopiolo (PU), si può osservare il fondale della Natività di Piero della Francesca, composto da due distinti sfondi: a sinistra un paesaggio, a destra uno scorcio urbano che rimanda a Borgo San Sepolcro. Il paesaggio, si presume sulla base di approfonditi studi, sia il paese di Montecopiolo, in provincia di Pesaro; il paese è situato all'interno del Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello, a due passi dal mare e dalle principali località storiche del territorio. Il dipinto databile al 1470-1475 è oggi conservato alla National Gallery di Londra.
    Per ulteriori informazioni:
    www.comune.montecopiolo.pu.it

    Montefeltro: vedute rinascimentali

  • Balcone Montecopiolo
    Lo sfondo dell'affresco La Resurrezione di Piero della Francesca è stato identificato con il rilievo del Monte San Marco; ci troviamo presso Località di Montecopiolo in provincia di Pesaro Urbino. Gli elementi che compongono la cresta del fondale sono gli stessi del "Battesimo di Cristo", sempre di Piero della Francesca ma ripresi dal versante opposto e con una diversa prosettiva. Questo affresco eseguito tra il 1450-1463 è conservato oggi nel Museo Civico di Sansepolcro.
    Per ulteriori informazioni: 
    www.comune.montecopiolo.pu.it

    Montefeltro: vedute rinascimentali