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Museo Civico d'Arte Sacra

All'edificio di culto, a navata unica e senza abside, con annessa una piccola sacrestia, si accede da un semplice portale in pietra ascolana, incassato nella disadorna superficie della facciata. All’interno l’affresco più antico, in una nicchia sulla parete sinistra vicino all’ingresso (immediatamente a sinistra dell’altare dedicato nel 1754 da Francesco Travaglini a S. Maria del Soccorso) raffigura la Madonna col Bambino affiancata da Santi, e si può datare alla seconda metà del XV secolo.

Gli altri affreschi sono tutti del secolo successivo: i più pregevoli sono di scuola crivellesca, riportati alla luce già agli inizi del Novecento e visti dal Cellini, dal Valentini e dal Pansoni; altri, non meno pregevoli, sono stati liberati dalla calcina in epoca più recente: vanno segnalati quelli sulla parete a destra di chi entra, immediatamente a destra dell’altare dell’Addolorata, raffiguranti rispettivamente S. Lucia, la Madonna in trono con Bambino e San Rocco, San Sebastiano trafitto dalle frecce (questi ultimi due riportati alla luce durante i lavori di rimozione dell’altare nell’agosto 2005). La dedica del S. Rocco porta la data del 1530 (e il nome del dedicante Laudadeo), mentre un graffito del 1596 tracciato sulla sua superficie attesta che fino a tale data l’affresco fu visibile (in seguito anch’esso fu ricoperto, come tutti gli altri, da più mani di calcina). Di grande interesse sono anche le figure di Santi (specie un S. Giuseppe, affrescato sulla parete nord del presbiterio, a sinistra dell’altare maggiore, commissionato nel 1540 da una "madonna Chaterina Lelia"), riportati alla luce nel 1970, mentre non è stato mai ricoperto il grande affresco nella nicchia sulla parete di fondo, a destra dell’altare maggiore raffigurante una Deposizione dalla Croce, datato 1530 e variamente attribuito a Cola dell’Amatrice o al maestro Giacomo Bonfini da Patrignone, e che reca, nella parte inferiore destra, la minuscola figura di un frate, forse il committente dell’opera.

Il dipinto di maggior pregio conservato nella chiesa dell’Annunziata è sicuramente la pala d’altare, dipinta a olio su tavola, raffigurante S. Antonio Abate in trono, S. Antonio da Padova e S. Giobbe (m 2,25 × 1,70), opera di Vincenzo Pagani (1490 circa -1568).

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