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Mulino Gelagna

In un ambiente che invita a godere della brezza che soffia tra gli alberi posti lungo il fiume Chienti, dove ci si può rilassare passeggiando nei boschi scorgendo in lontananza animali selvatici come tassi, lepri, volpi, ghiri, scoiattoli e aironi cinerini, sorge il Mulino di Gelagna, in frazione Gelagna Bassa, nel comune di Serravalle di Chienti. La struttura si trova proprio nel crocevia di tre corsi d’acqua e cioè torrente Riale, fiume Chienti e il canale di restituzione della centrale elettrica. Le origini del mulino risalgono al  XV secolo, secondo alcuni documenti del 1600. Venne poi dismesso negli anni Cinquanta del XX secolo. Nel 1913 venne fondata un’officina idroelettrica adiacente all’edificio del mulino da Domenico Barboni e sua moglie Maddalena Cimica che per primi intuirono le potenzialità di un’industria di tale genere in un territorio dedito principalmente a un’agricoltura povera e arretrata. Fino agli anni Sessanta del Novecento l’energia elettrica era fornita in maniera diretta ai consumatori finali; dopo le nazionalizzazioni fu invece ceduta all’azienda di stato ENEL. Tale centrale venne dismessa nel 1985. Il mulino rappresentò una risorsa indispensabile ai cittadini di quel territorio, tanto che il sito produttivo di Gelagna venne ribattezzato proprio “Molino”, come è testimoniato in una mappa del 1600 conservata presso la Pinacoteca civica di Camerino. La struttura era composta da due ruote idrauliche di legno (dette “ritrecini”) che trasmettevano la forza motrice a due coppie di mole impiegate, quella più grande, per macinare il grano e quella più piccola per una macinatura più grossolana (detta “sfarratura”) di cereali impiegati per l’alimentazione animale. Il molino prima, l’officina poi, consentirono al territorio circostante di migliorare le condizioni di vita di chi lì viveva e renderle più vicine alla modernità. Oggi il recupero del complesso produttivo permette a chi si avvicina alla struttura di osservare il funzionamento dell’ex centrale idroelettrica, magari soggiornando nelle camere della “casa del mugnaio”, posta proprio sull’antico mulino, in cui è stato ricavato un B&B.

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