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Mulino a pietra Battaglioni

Il fante pennese Arcangelo Battaglioni combatté, durante la Grande Guerra, sul fronte francese. Nei dintorni del suo acquartieramento notòdelle cave di pietra specializzate nella produzione di mole per mulini. La pietra estratta, la selce Miller, era perfetta per la macinazione non essendo nétroppo dura nétroppo morbida.

Mentre Arcangelo era in guerra, la sua famiglia, in cui il padre e il fratello maggiore erano contoterzisti, si trasferìa Guado. Tra i loro antenati c’era una mugnaia, e Arcangelo propose alla famiglia di riprendere l’antico mestiere. Il fratello Giuseppe si recò, nel 1923, nella stessa localitàdove aveva combattuto Arcangelo e acquistòun mulino completo pagandolo 35000 lire. I pesanti elementi del mulino furono spediti a Gualdo con un vagone ferroviario.

Le mole non sono composte da un unico blocco di pietra, ma da quattro o cinque elementi incastrati (detti quarti) e tenuti insieme da cerchi di ferro e da un collante particolare. Il mulino comprendeva anche un buratto di legno con veli di seta per setacciare la farina e renderla piùbianca possibile. All’epoca si preferivano infatti la farina e il pane bianco.

Fu montato nel centro storico di Gualdo, ma il rumore del motore a petrolio disturbava i cittadini, cosìche fu spostato fuori.

Dal 1923 al 1955 le tre macine lavorarono ventiquattro ore al giorno, compresa la domenica, producendo quotidianamente 30-40 quintali di farina.

Il mulino soffrìla concorrenza dei vicini concorrenti funzionanti ad acqua, ma riuscìa proseguire la sua attività.

Al giorno d’oggi il mulino èad alimentazione elettrica ed èstato messo a norma. Enzo Battaglioni, attuale proprietario, precisa: “Quella speciale pietra francese dàsapore alla farina, tuttavia per ottenere un’ottima farina il cereale deve essere sempre di qualità”. Come una volta, oggi macina antiche varietàcereali: grano tenero e duro, faro, segale, grano saraceno e mais nostrano, producendo farine semi-integrali e integrali. E’ bene evidenziare che la macinazione lenta a pietra non riscalda il cereale e consente di ottenere pregiate farine.

Una curiosità: nel mulino èancora in funzione una bascula di ferro e legno della fabbrica Fratelli Aimerito di Torino che ha cento anni. L’ingegnere dell’Ufficio Metrico Provinciale, ogni volta che la collauda, si inchina in un gesto di riguardo.

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