Indietro Mulini, preziosi gioielli di acqua e pietra

Mulini, preziosi gioielli di acqua e pietra

Un viaggio tra i mulini storici in provincia di Macerata

Gioielli di pietra e acqua, i mulini storici dei borghi in provincia di Macerata, visitabili in un paio di giorni, custodiscono autentiche tradizioni. Poco fuori Cingoli, prima di arrivare in città, si trova il mulino Bravi 1565, dove acquistare farine bio fatte con la tecnica di 400 anni fa. Da qui, fate rotta verso Treia dove esplorare, oltre al mulino fortificato in stile gotico - visitabile esternamente - le sette porte ricavate tra le altissime mura, la Torre Onglavina e la scenografica Piazza della Repubblica, una fra le più caratteristiche delle Marche.

Poco distante, affascinante borgo medievale, anche Gualdo ha il suo mulino in pietra, gestito dalla famiglia Battaglioni, laboratorio dove assistere alle lavorazioni artigianali. E poi via alla scoperta dei polittici dei Monti Azzurri: tra Belforte del Chienti, Serrapetrona e Monte San Martino - terra della Mela Rosa dei Sibillini - sono conservate rispettivamente le maestose opere di Giovanni Boccati, D’Alessandro e Crivelli.

Dopo tanta cultura, una giornata al Lago di Fiastra è quel che ci vuole per ricaricare le batterie. Potete percorrere a piedi o noleggiando una bici il Sentiero Natura di circa due ore che da S. Lorenzo costeggia il lato destro del lago, godervi un bel bagno nella spiaggia attrezzata e provare gli spiedoni di cinghiale alle erbe aromatiche in una delle trattorie della zona.

Leggi tutto Riduci
Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Cingoli
    0733 601903 – 0733 602877 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cingoli

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733/601903 – 0733/602877 - 0733.602444 (IAT/Tourist office)

    Adagiata sulla sommità del Monte Circe a 631 mt. s.l.m., grazie alla sua posizione panoramica sul territorio marchigiano, Cingoli è denominato il "Balcone delle Marche" e rientra tra i Borghi più belli d'Italia e nel Club delle Bandiere Arancioni. Da una vasta terrazza sulle mura castellane di origine medievale è infatti possibile godere la vista di gran parte del territorio marchigiano, con la cornice naturale, all'orizzonte, del mar Adriatico e del monte Conero. In origine municipium romano, Cingoli diede i natali al generale Tito Labieno e, in epoca più vicina a noi, a Papa Pio VIII. 

    Il centro si caratterizza per il susseguirsi di palazzi nobiliari dai colori caldi degli intonaci e dai portali rinascimentali. Numerose sono le chiese da visitare: la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la Chiesa barocca di San Filippo Neri, la Chiesa di San Niccolò e la Chiesa di San Domenico, che custodisce la grande tela della Madonna del Rosario di Lorenzo Lotto.

    Fra gli edifici di architettura civile si segnalano il Palazzo Municipale, Palazzo Conti, Palazzo Puccetti e Palazzo Castiglioni, nel quale nacque papa Pio VIII. Da non perdere la visita al Museo Archeologico, che conserva le testimonianze del vicino sito di Moscosi, risalente all’età del Bronzo, e alla Pinacoteca Comunale "D. Stefanucci". Fuori dalle mura cittadine sorgono la Collegiata di Sant’Esuperanzio, dalla bella facciata romanica, nel cui interno sono conservate numerose opere d’arte, e il Santuario di Santa Sperandia, la cui struttura originaria risale al XIII secolo e al cui interno si conserva il corpo della santa, nata a Gubbio ma vissuta e morta a Cingoli nel 1276.

    Il territorio comunale di Cingoli è molto esteso, caratterizzato da un ricco patrimonio naturalistico e storico-architettonico. Suggestive per gli amanti della natura sono le passeggiate (a piedi e in bicicletta) che i boschi che attorniano Cingoli regalano: il percorso di Tassinete, quello del Monte Nero (che conduce all’antico eremo silvestrino quello presso il Lago di Castreccioni (dove è presente un Parco Avventura) equello che dalla Valle del Rio sale al Monte Acuto, luogo a cui è legata l’affascinante leggenda del Serpente e la tessitrice.

    I piatti tipici di Cingoli sono la parmigiana di cardi, che qui si chiamano gobbi, le tagliatelle al sugo di cinghiale, i calcioni, la pizza di formaggio, e tra i dolci le ciambelle, i cavallucci e il celebre serpe.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Cingoli nel corso dell'anno ricordiamo:

    • la ”9 Fossi” Gran Fondo di Mountain bike a carattere Nazionale (aprile),
    • la rievocazione storica "Cingoli 1848" (luglio),
    • l'Esposizione Nazionale Canina (luglio),
    • i Mercatini serali del martedì con artigianato e piccolo antiquariato (luglio e agosto).
  • Treia
    0733.218705
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Treia

    Treia (Borgo più bello d'Italia) è un comune situato a nord della valle del fiume Potenza. L’etimologia del nome deriva da quello della dea Trea-Jana, divinità di origine grecosicula, che qui era venerata. 

    Fondata dai Romani, Treia fu dapprima colonia, poi municipio. La scenografica piazza della Repubblica è incorniciata su tre lati dalla palazzina dell’Accademia Georgica, opera del Valadier, dal Palazzo Comunale (XVI XVII sec.) che ospita la Pinacoteca Comunale e dalla chiesa di San Filippo.La Cattedrale (XVIII sec.), uno dei maggiori edifici religiosi della regione, è dedicata alla SS. Annunziata e custodisce diverse opere d’arte, tra cui una pala di Giacomo da Recanati. Oltre alla cattedrale e all'interessante Teatro Comunale, da non perdere sono la Chiesa di San Michele, la piccola Chiesa barocca di Santa Chiara, la Chiesa di San Francesco e la Chiesa di Santa Maria del Suffragio. L’estremo baluardo del paese verso sud è la Torre Onglavina, parte dell’antico sistema fortificato, dal quale si gode un panorama che spazia dal mare ai monti Sibillini.

    In località San Lorenzo, fuori dal centro abitato, sorge il Santuario del Santissimo Crocefisso dove, sul basamento del campanile e all’entrata del convento, sono inglobati reperti della Trea romana, tra cui un mosaico con Ibis. Qui sorgeva l’antica pieve, edificata sui resti del tempio di Iside. Il santuario conserva un pregevole crocefisso quattrocentesco che la tradizione vuole scolpito da un angelo e che, secondo alcuni, rivela l’arte del grande Donatello.

    La specialità di Treia è il “calcione”, un dolce tipicamente pasquale con il ripieno al formaggio e ad esso è dedicata una sagra che ha luogo nel mese di maggio. Tra fine luglio e inizio agosto imperdibile è la rievocazione storica "Disfida del Bracciale".

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Belforte del Chienti
    0733.951011
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Belforte del Chienti

    Belforte del Chienti è un comune immerso nel tipico paesaggio collinare marchigiano di fondazione medievale. Affacciato sul fiume Chienti, l'abitato è arroccato su un'altura ed è tutt'ora cinto dalle mura castellane del XIV secolo. Risulta ben conservato l’impianto urbanistico medievale, caratterizzato da strade strette e ripide, piazzette, slarghi e scorci che si aprono sul vasto panorama circostante.

    All'interno del centro storico si trovano due significative testimonianze dell'arte e dell'architettura religiosa: la chiesa di Sant'Eustachio che conserva un pregevole polittico del 1468, opera di Giovanni Boccati; la sconsacrata Chiesa di San Sebastiano, invece, si fregia di un bel portale a motivi floreali in cotto del XV secolo e custodisce una statua policroma del Santo risalente allo stesso periodo. È altresì sede del MIDAC, Museo Internazionale Dinamico di Arte Contemporanea.

    In località Santa Maria si erge la chiesa di San Pietro Apostolo, un tempo abbazia dei padri silvestrini, mentre in località San Giovanni spicca la quattrocentesca chiesa di San Giovanni Battista.
  • Serrapetrona
    0733.908321
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serrapetrona
    Serrapetrona è un piccolo borgo della provincia di Macerata, situato a 500 m sopra il livello del mare. Il termine Serra, di origine longobarda, indica un abitato fortificato con funzioni di sbarramento a difesa dell’inizio di una valle Petrona di pietra.

    Da visitare nel borgo: la Chiesa e il convento di San Francesco, che custodisce il grandioso polittico eseguito sul finire del XV secolo dal sanseverinate Lorenzo D'Alessandro; la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, affrescata dal D'Alessandro; la Chiesa di Santa Maria in Piazza, del XV secolo; il Museo dell’uomo, con attrezzi e materiali utilizzati dall’antica tradizione contadina e ospitato in alcuni locali del restaurato castello di età longobarda; il Museo dell'olio; il Museo degli ori e degli argenti della Chiesa di San Francesco, dove sono esposti circa 20 pezzi tra ostensori, calici, pianete, stole, crocifissi realizzati tra XVI e XVIII secolo di proprietà della parrocchia di San Clemente; la Pinacoteca Nazionale d'Arte Sacra Contemporanea, che spazia dall’immagine classica a quella espressionista. In mostra sono riunite opere di pittura, grafica e scultura, varie anche nelle tecniche e nei materiali, dall’olio su tela all’acquarello su carta, dalla litografia all’incisione, dal bronzo al plexiglas. 

    Poco lontano da Serrapetrona si trova il lago di Caccamo, luogo ideale per la pesca sportiva, il canottaggio e la canoa.

    Serrapetrona rientra nell'associazione nazionale delle Città del vino; il territorio è rinomato soprattutto per la produzione del Serrapetrona DOC  e della Vernaccia di Serrapetrona DOCG.
    La Vernaccia è un vino raro e molto apprezzato: scrittori di fama, come Mario Soldati, e gastronomi illustri ne hanno celebrato le virtù. L'eccellenza di questo spumante rosso naturale, derivato da una vendemmia in cui le uve sono messe ad essiccare su graticci prima di essere spremute, non ha impedito che la sua produzione rimanesse sempre molto limitata. Bevuto giovane, la fragranza del vino spumante, dolce o amabile, si coglie in un calice abbastanza ampio, non dispersivo, a temperatura di 12°-14° C, che favorisce la volatilizzazione degli elementi odorosi. 

    Durante la Sagra della Vernaccia si possono degustare piatti preparati con vino rosso di Serrapetrona (metà gosto).
    Altro evento da non perdere è Appassimenti Aperti; il fascino di questa manifestazione sta soprattutto nell'opportunità unica di visitare gli appassimenti, i luoghi dove le uve vengono riposte dopo la vendemmia ad appassire, disposte in cassette o appese, anche al soffitto, richiamando lontane usanze. 

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare il numero 0733-52056.
  • Monte San Martino
    0733.660107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte San Martino

    Monte San Martino si trova nell'entroterra marchigiano nel cuore dei Monti Azzurri. Si possono far risalire le origini di questo comune all’epoca romanica, basandosi sui numerosi ritrovamenti archeologici fra i quali monete, vasi, armi e tombe, soprattutto lungo le vie principali.

    Centro di notevole interesse paesistico-ambientale, sorge in bella posizione panoramica a 600 m s. m. su un’altura a strapiombo sulla valle del fiume Tenna in modo quanto mai pittoresco.
    DI notevole interesse la Pinacoteca della Chiesa di San Martino Vescovo che custodisce quattro polittici: tre dei Fratelli Crivelli, due di Vittore e uno di Carlo e Vittore (il Polittico di Monte San Martino), l'unico finora noto realizzato dai due fratelli in collaborazione, raffigurante la Madonna con Bambino e Santi; per molti anni ignorato dalla critica, resta un documento di estrema importanza per avviare una riflessione non solo sulla collaborazione tra i due fratelli, ancora non riscontrata altrove, ma anche sul rapporto di Carlo con i suoi collaboratori; il quarto polittico è di Girolamo di Giovanni da Camerino.
    Nella stessa chiesa è presente un pregevole organo, opera di Giovanni Fedeli.

    In Piazza XX Settembre si può ammirare la Chiesa di Sant'Agostino, con all'interno un  pregefoleaffresco di Vincenzo Pagani da Monterubbiano, i palazzi nobiliari quattro-cinquecenteschi Urbani, Palombi, Giansanti, Ricci.
    Quattro le porte castellane del paese: Delle Grazie, Coccione, Parco Rimembranza e del Tornello. Un altro monumento importante è l'antico carcere dell'Ospicium Inimicorum.
    Tra gli altri monumenti e luoghi di interesse: la “Pinacoteca civica Armindo Ricci”, il Monumento dell'aquila in onore degli alpini, il Monumento in ricordo ai Caduti della Prima e Seconda Guerra Guerra Mondiale, il Teatro Comunale (ex chiesa) e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (sconsacrata).

    Il Comune può essere definito la capitale della mela rosa, per via della tradizionale coltivazione di questo frutto nelle campagne montesammartinesi.
    La manifestazione di rilievo di Monte San Martino è "Saperi e sapori della mela rosa": si svolge all'inizio di novembre (in concomitanza con la festa del patrono) e durante la quale vengono esposti vari tipi di mele per creare una sorta di museo pomologico. L'evento mira alla salvaguardia e promozione di una vera eccellenza agroalimentare dell’area pedemontana dei Monti Sibillini; dal 2008 la Mela rosa dei Monti Sibillini è presidio Slow Food.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.