Indietro Moresco, Montefiore dell'Aso e la Marca Fermana

Moresco, Montefiore dell'Aso e la Marca Fermana

Via nel tempo tra pendoli e clessidre

In provincia di Fermo vi è un borgo dal nome vagamente esotico. Moresco, inserito tra i Borghi più belli d’Italia, è un piccolo gioiello da visitare a piedi. Nel centro storico, da cui si accede dalla Torre dell’orologio, sotto le volte di Piazza Castello spiccano gli affreschi di Vincenzo Pagani, autore della pala d’altare conservata nella Pinacoteca del Palazzo comunale.

Non dimenticate di salire sulla Torre eptagonale (aperta nel weekend) alta 25 m e di visitare il piccolo santuario della Madonna della Salute, prima di fare rotta verso Montefiore dell’Aso. Un viaggio nel tempo vi attende tra pendoli e clessidre al Museo dell’Orologio (prenotare al 3384903247), e al Polo Museale S. Francesco che accoglie, tra le altre, la Sala Carlo Crivelli, il Centro documentazione scenografica ‘G. Basili’ e il Museo della Civiltà Contadina.

E poi via a Campofilone, dove visitare l’orto abaziale e la Chiesa di S. Bartolomeo prima di cenare con i tipici Maccheroncini. Spostandosi verso costa, una giornata tra romanticismo e natura vi aspetta a Torre di Palme, da cui si ha una vista sul mare senza eguali. Si può passeggiare tra i suggestivi vicoli e attraversare il Bosco del Cugnolo per circa 2 km tra pini, corbezzoli e ponticelli in legno, fino alla Grotta degli amanti - per quest’ultimo tratto è necessaria una corda - luogo dello sfortunato amore dei giovami Antonio e Laurina.

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Livello di difficoltà: media
Target: Family
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Moresco
    0734.259983
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Moresco

    Il Castello di Moresco, all'interno dell'Associazione de I Borghi più belli d'Italia, sorge sulla sommità di un colle che domina la sottostante valle dell’Aso; nel Medioevo fu roccaforte del Comune di Fermo nella guerra contro Ascoli. La sua posizione strategica è ancora evidente: dal borgo infatti si gode una spettacolare vista che spazia dal Monte Conero al Gran Sasso.

    Il borgo, completamente circondato dalle mura, ha forma triangolare con al vertice l’imponente Torre eptagonale del XII sec. che è sede, specie nel periodo estivo, di mostre d'arte e fotografiche. L’altra torre, detta dell’orologio, risale al ‘300, sovrasta la vecchia porta di accesso al castello ed è affiancata da un elegante portico cinquecentesco. Della chiesa che era all’interno delle mura (Santa Maria in Castro) rimane oggi solo la navata sinistra, ora divenuta portico ai lati della piazza, decorato dall’affresco della Madonna con bambino di Vincenzo Pagani. Il Palazzo Comunale funge anche da piccola pinacoteca, nella quale sono conservate varie opere provenienti da chiese e collezioni private, prima tra tutte una grande pala d’altare di Pagani, conservata nella sala consiliare.

    Fuori dalle mura si possono visitare il Santuario della Madonna della Salute e la Chiesa della Madonna dell’Olmo, con all’interno un’edicola religiosa affrescata dal Pagani che divide in modo inconsueto e originale la chiesa in due. Ha cambiato invece destinazione d’uso la Chiesa di Santa Sofia, che s’incontra dopo essere passati sotto la torre dell’Orologio; conosciuta come lu teatrì, è stata sede, dopo la sconsacrazione, di un piccolo teatro. La chiesa racchiude un interessante affresco della scuola di Carlo Crivelli (1430-95).

    La Valle dell’Aso, ai piedi di Moresco, è importante per le sue coltivazioni ortofrutticole: la pesca della Val d’Aso, grazie alle coltivazioni biologiche, è una delle più rinomate d’Italia.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Moresco nel corso dell'anno ricordiamo: la Festa del patrono San Lorenzo Martire (agosto) e la Festa del Braciere (ottobre).


  • Montefiore dell'Aso
    0734.939019
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montefiore dell'Aso

    Montefiore dell'Aso, annoverato tra i Borghi più belli d'Italia, è un delizioso paese del Piceno, posto in collina tra le valli del fiume Aso e del torrente Menocchia.
    Il centro storico è ben conservato e presenta notevoli tratti di cinta muraria con porte e sei torrioni risalenti ai secoli XV e XVI.
    Dal Belvedere De Carolis si entra nel centro storico, dove è possibile ammirare numerosi edifici sei-settecenteschi, e si giunge in Piazza della Repubblica, dominata dalla Collegiata di S. Lucia, restaurata in stile neoclassico. Nel piazzale S. Francesco si incontra la chiesa dedicata al santo, costruita tra il 1247 e il 1303, e l'annesso convento, all’interno del quale è stato inaugurato nell’ottobre del 2006 il nuovo Polo Museale di San Francesco. Nel complesso conventuale gli spazi sono stati riallestiti ed ora ospitano la sala che custodisce un preziosissimo Polittico di Carlo Crivelli, il Centro di Documentazione Scenografica Giancarlo Basili, il Museo Adolfo de Carolis, il Museo della Civiltà Contadina, la Collezione Domenico Cantatore.
    Poco fuori del centro sorge la chiesa di S. Filippo Neri e, nei pressi, la chiesa del Corpus Domini con l'annesso monastero. 
    Da ricordare, inoltre, tre chiese extraurbane comprese nel territorio comunale: lungo la strada provinciale che conduce a Carassai, la deliziosa chiesetta campestre di Santa Maria delle Grazie e quella di Santa Maria della Fede; lungo la via che conduce a Campofilone sorge la chiesa di San Giovanni Battista.  
    Tra gli eventi che hanno luogo a Montefiore dell'Aso nel corso dell'anno ricordiamo: il Carnevale (febbraio), Sinfonie di cinema, rassegna cinematografica accompagnata da concerti dal vivo (luglio), il Palio delle Botti ad agosto e la rassegna Polifonica Internazionale, che ospita cori nazionali e internazionali (autunno).

  • Campofilone
    0734.932951
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Campofilone

    Campofilone, situato in posizione collinare lungo la costa adriatica tra San Benedetto del Tronto e Fermo, domina la bassa valle del fiume Aso coniugando, in uno splendido affresco naturale, il verde della campagna marchigiana con l’azzurro del mar Adriatico, distante solamente 3 Km.

    I reperti archeologici rinvenuti (tombe con i loro corredi, resti di edifici, di ville e di cisterne) documentano la presenza dell'uomo nel territorio di Campofilone sia in epoca picena sia in età romana. Il nome del paese deriverebbe con molta probabilità dalla presenza in età antica di un campo di proprietà di un ricco lavandaio, poiché nei documenti medioevali troviamo la dicitura “Campo Fulloni”, ovvero “campo del lavandaio”.

    Attraversato dall'antica strada consolare litoranea romana, nell'alto Medioevo i monaci benedettini si stabilirono sul colle di Campofilone. Infatti a partire almeno dal 1066 i documenti segnalano l'esistenza dell'abbazia di San Bartolomeo di Campofilone, la quale era già autonoma e gestiva cospicue proprietà terriere, le quali la collocavano tra le più ricche abbazie del territorio fermano. Attualmente essa ospita il Museo malacologico–entomologico “Maria Giuseppina Ciarrocchi” ed il Museo archeologico e liturgico che si trova nei locali adiacenti la sagrestia.

    Nel tempo, attorno all'abbazia fu costruito il castello, la cui popolazione già nel XIII secolo si era organizzata secondo modelli istituzionali di tipo comunale sotto la giurisdizione del Vescovo di Fermo.

    Attorno alla metà del Trecento la comunità di Campofilone entrò a far parte del numero dei castelli controllati dalla Città di Fermo, mentre l'Abbazia con tutti i suoi beni continuò a godere della propria autonomia sotto la gestione degli abati “commendatari” nominati dal Papa.

    Nel corso dei secoli successivi, la storia della comunità di Campofilone fu strettamente legata prima a quella della Città di Fermo, poi alle vicende dell'Italia Unita, e l'Abbazia rimase sempre il punto di riferimento spirituale per la comunità. I beni dell'Abbazia sono oggi affidati alla cura del parroco diocesano, il quale continua a mantenere il titolo di “abate”.

    Le vie e gli scorci raccontano ancora le vicende secolari di un insediamento romano prima e di un lungo controllo dei vescovi fermani poi.

    Al centro storico, racchiuso da solide mura che ne proteggono l’integrità e le bellezze di un tempo, si accede percorrendo un breve viale alberato, reso unico da maestosi pini secolari, al termine del quale si trova la bella Porta Marina. Assieme alle mura di difesa nel Medioevo furono realizzate anche le Porte da Sole e da Bora, di cui solo la prima ha mantenuto la sua funzione di accesso al castello.

    Il borgo, di forma affusolata, sorge lungo una via principale in cui si affacciano i principali edifici alle cui spalle si apre un labirinto di vicoli, a tratti coperti da volte a botte e a crociera e che, di tanto in tanto, lasciano intravedere la bellezza del panorama che lo circonda: il calmo mare Adriatico, le dolci colline fino ad arrivare alle vette imbiancate dei monti Sibillini.

    Passeggiando per le vie si sente ancora il profumo dell’antichissima tradizione culinaria: da sempre viene prodotta una specialità gastronomica di gran pregio, i Maccheroncini di Campofilone IGP, sottilissimi fili di pasta all’uovo conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Ad essi, dal 1964 nella prima decade di agosto, è dedicata la Sagra dei Maccheroncini di Campofilone IGP, i quali sono serviti con ragù di carne.

    Presso il Teatro Comunale si tengono alcune date di una rassegna teatrale avviata da alcuni anni assieme ai teatri dei comuni vicinanti. Inoltre, ogni due anni, nel venerdì di Pasqua, suggestiva è la rappresentazione dei confratelli dell’Arciconfraternita di San Giovanni Decollato della Pietà del “Cristo Morto”. Dopo la processione, ricca di riflessioni, preghiere e canti, che attraversa l’intero paese l’evento si conclude all’interno della Chiesa di San Bartolomeo dove è allestita una bella coreografia.

    Lungo la costa, a Marina di Campofilone, dotata di una spiaggia di sabbia e ghiaia lunga 1,5 km, si tiene ogni anno dal 14 al 16 agosto la Festa del Mare. Piatti tipici locali possono essere degustati presso gli stand gastronomici allestiti lungo la riva del mare in Località Ponte Nina.

  • Torre di Palme - Fermo
    0734.227940
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Torre di Palme - Fermo

    Il suggestivo centro di Torre di Palme è un fantastico balcone panoramico sulla cima di un colle dal quale ammirare la costa e il mare Adriatico. Il borgo appartiene alla cerchia dei castelli fermani suddivisi, a seconda della loro collocazione, in marini, di mezzo e montani: quelli marini sorgono sulla sommità dei colli e in genere presentano un impianto urbano ellissoidale (con asse est-ovest) circondato da mura che si aprono con porte "da Sole" o "da Bora".

    L'abitato sorse nel Medioevo come protezione fortificata dell’antico scalo marittimo della città romana di Palma allo scopo di difenderlo dalle frequenti incursioni dei pirati. La zona costiera tra i fiumi Tesino e Chienti, denominata nelle antiche carte geografiche come "Agro Palmense", aveva il suo porto nell’antica Palma in Agro Piceno, citata da Plinio il Vecchio per la produzione del pregiato vino Palmense

    Fiero castello medievale munito di un saldo sistema difensivo, Torre di Palme deve al movimento religioso agostiniano la costruzione di gran parte del nucleo più antico. Orgoglioso della propria indipendenza, il paese entrò spesso in contrasto con il comune di Fermo; perse la sua autonomia nel 1861 quando divenne frazione di Porto San Giorgio, per passare poi definitivamente, dal 1878, sotto l’amministrazione di Fermo. 

    Torre di Palme si distingue per la conservazione del suo ambiente e per l'uniformità stilistica degli edifici medievali e rinascimentali, elementi che ne fanno, nonostante le piccole dimensioni, uno dei centri storici più interessanti della regione. Il borgo è tagliato da ovest a est da via Piave che, oltre ad ospitare gli edifici più significativi dell’antico abitato, consente di ammirare scorci urbani incomparabili in cui le strette vie, caratterizzate dalle facciate in cotto fiorite di gerani, inquadrano ampie vedute del mare e delle colline circostanti.

    La visita del paese può avere inizio dalla Chiesetta di San Giovanni risalente al Mille, in conci di pietra e archetti pensili, al cui interno si trovano affreschi del secolo XV; seguono il Palazzo Priorale con un arco a tutto sesto murato nella facciata e un campaniletto a vela e la gotica Chiesa di Sant’Agostino (già degli Eremitani) con annesso convento, dal tipico cotto rosso, la cui facciata a capanna è nobilitata da un bel portale gotico e da un rosone: da non perdere, al suo interno, una tavola di Vincenzo Pagani (1578) e un imponente polittico di Vittore Crivelli trafugato nel 1972 e recuperato poco dopo (ad eccezione di tre scomparti della predella), nobilitato dalla cornice originale in legno intagliato e caratterizzato dagli splendenti colori smaltati, resi ancora più intensi dall’oro dello sfondo. Proseguendo lungo il corso si raggiunge la Chiesa di Santa Maria a Mare, costruita nel XII secolo e in seguito modificata, in conci di pietra e cotto, il cui campanile è decorato con archetti intrecciati e bacini maiolicati: interessante l’interno a tre navate con presbiterio sopraelevato e affreschi bizantineggianti del XIV secolo. Sulla sinistra della chiesa, in un giardinetto, si trova una vera da pozzo, adibita un tempo a Battistero. Di fronte alla chiesa sorge il romanico Oratorio di San Rocco del XII secolo, il cui portale cinquecentesco presenta lo stemma di Torre di Palme.

    La via principale termina nel piazzale Belvedere dal quale si ha una meravigliosa vista sulla costa e sul mare sottostante, una location da sogno per gli sposi che decidono di celebrare il loro giorno più bello.

    Il borgo è circondato dalla fitta vegetazione del Boschetto di Cugnolo, area floristica protetta, interessante perché conserva tipiche specie della macchia mediterranea; la zona è una meta ideale per gli escursionisti, anche grazie alla suggestiva Grotta degli Amanti, teatro del tragico amore di Antonio e Laurina, i due amanti che trovarono la morte gettandosi nel vuoto dal Fosso di San Filippo.