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Maltignano

Il toponimo Maltignano appare tra il 90 e l’88 a.C. quando il Piceno divenne dipendente dal senato romano e, localmente, da un “duunvirato”. Fu proprio da un duunviro, Puglio Maltino Bassi, che la zona prese il nome di Maltignano (ager maltineanus). Dall’VIII secolo il capitolo della cattedrale ascolana dominò questo feudo, con brevi interruzioni, fino al 1818, anno dell’abolizione dell'istituto feudale.

Il castello ha avuto origine, probabilmente intorno al Mille, con una semplice torre. A ridosso delle mura del castello sono ancora visibili alcune abitazioni cinquecentesche, che costituiscono il nucleo originario dell’attuale abitato; risalgono invece al secolo successivo due bei palazzi signorili, di stile tardo-rinascimentale.

Tra gli edifici di architettura religiosa spicca una vecchia Certosa, che faceva parte di un monastero benedettino eretto intorno all’anno Mille. Venne costruita due volte: intorno al 1340, al tempo del Cardinale Albornoz, e nel 1591.
Sono ancora visibili, entro un perimetro boschivo, i resti della Rocca di Morro di cui è visibile solo il terrapieno ricostruito dopo la Guerra del Tronto (1557), quando fu distrutta dagli spagnoli. Da visitare è anche la chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie, che conserva una croce astile in argento dorato di arte locale cinquecentesca.

La forte azione erosiva delle acque piovane sul terreno argilloso, per sua natura impermeabile, ha determinato in alcune zone del comprensorio maltignanese la formazione di numerosi calanchi, stretti e profondi canaloni separati da creste sottili.

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