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Le strade della birra

Un viaggio tra aromi naturali e sapori ricercati

Dalla nascita di due importanti contenitori nazionali sulla birra artigianale, l’Associazione Nazionale Città della Birra e l’Associazione ‘Marche di Birra’, con il contributo della Regione Marche, è nato il progetto ‘Strade della Birra della Regione Marche’: uno strumento per la valorizzazione dei territori a vocazione brassicola aderenti al network, caratterizzati non solo dalla presenza di birrifici artigianali, agricoli e brew pub, ma anche da attrattive naturalistiche, culturali e storiche particolarmente significative. 

In particolare, l’Associazione Nazionale ‘Città della Birra’, con sede ad Apecchio, nata nel giugno 2015 ha tra i soci fondatori otto comuni delle Marche ovvero Apecchio, Fermignano, Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Monte Porzio, Arcevia, Servigliano, Comunanza. Rappresenta il movimento nazionale dei Comuni italiani che ospitano nel proprio territorio birrifici agricoli e artigianali, e ha l’obiettivo di creare una filiera turistica legata alla birra, per la valorizzazione e scoperta dei luoghi. ‘Marche di Birra’ invece è l’associazione dei produttori di birra delle Marche, a cui aderiscono 18 birrifici di tutta la Regione. Nata nel 2017 ha come obiettivo rafforzare l’identità della birra marchigiana di qualità, realizzare iniziative culturali, eventi e attività di promozione a livello regionale, nazionale e internazionale.,

 
I birrifici marchigiani dei comuni aderenti all’Associazione Nazionale Città della Birra: ad Apecchio parte del network sono il birrificio artigianale Collesei (www.collesei.com) e il Microbirrificio agricolo Venere (www.birravenere.com), a Fermignano il Mulino Vecchio (www.verziere.it), a Monte Porzio il birrificio agricolo Angeloni (www.birrangeloni.it), ad Arcevia il Birrificio artigianale dei Castelli (www.birrificiodeicastelli.it), a Serra Sant’Abbondio il birrificio agricolo La Castellana (www.lacastellana.biz), a Cantiano il Birrificio del Catria (www.birradelcatria.com), a Servigliano il birrificio Maltenano (www.maltenano.com), a Comunanza il birrificio Le Fate (www.birrificiolefate.it).

Le bellezze dei territori lungo l’itinerario ‘Le strade della Birra’:

Apecchio sorge in prossimità del confine della Provincia di Pesaro. È al centro di un ampio territorio che comprende anche la cima del Monte Nerone (1526 m.), e si presenta arroccato sul terrazzo fluviale formato dalla confluenza di due piccoli fiumi. Dal XV sec. al 1752 fu dominio dei conti Ubaldini, che vi hanno lasciato significativi monumenti e preziose opere d’arte. Da non perdere sono il Museo dei Fossili e Minerali del Monte Nerone, nei sotterranei di Palazzo Ubaldini, e il Ponte Medioevale a schiena d’asino (sec. XIV). Meritano una visita anche il Loggiato d’onore di Palazzo Ubaldini, la Chiesa Templare di Santa Lucia, la Chiesa della Madonna della Vita e la Cascata della Goraccia.

Risalendo verso la valle dell’Alto Metauro si incontra Fermignano. Di origini romane, è una delle località dove si vuole si sia svolta la storica battaglia del Metauro (anno 207 a.c.), che vide la storica sconfitta del cartaginese Asdrubale ad opera dei consoli romani Gaio Claudio Nerone e Marco Livio Salinatore. È la città natale del grande architetto rinascimentale Donato Bramante. La cittadina, che si trova nei pressi della Gola del Furlo, riserva altre piacevoli scoperte, tra cui il Museo dell’Architettura-ex Mattatoio, il Ponte a tre arcate, la Villa gentilizia Isola, la Torre delle Milizie, l’Ex Pieve di San Giovanni Battista e la Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Nei pressi di Fano si erge Monte Porzioun piccolo borgo ben visibile sul crinale di un rilievo collinare. Abitato dai Piceni e dai Galli (V sec. a.C.), in epoca recente rimase per oltre un secolo in mano ai Montevecchio. Oltre al Castello Barberini, si possono visitare i Palazzi di Monte Porzio, la Chiesa di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Michele Arcangelo, la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, i Parchi della Vitae la Foresta Fossile.

Situata a pochi Km dalla spiaggia di velluto di Senigallia, Arcevia è posta su una collina, protetta da una poderosa cinta muraria. Durante la dominazione longobarda, grazie alla capacità di controllo di importanti vie di comunicazione, ha svolto funzioni di presidio militare. Proprio per questa posizione strategica fu occupata dai Franchi e donata nel 754 da Pipino il Breve a papa Stefano II. Tra i posti d’interesse ci sono il Museo Archeologico Statale e il Centro Culturale San Francesco, ma anche la Collegiata di San Medardo, il Teatro Misa, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Comunale e la Torre Civica, oltre ai nove castelli medievali dislocati in tutto il territorio (Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Piticchio, Palazzo, San Pietro in Musio).

Poco lontano si trova Serra Sant’Abbondio, sul versante sinistro dell’alta valle del Cesano, a ridosso del Monte Catria (1702 m.) Dal 1384 entrò a far parte del territorio del futuro Ducato di Urbino per la rilevante posizione strategica del luogo. Qui è possibile visitare l’Eremo Camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, oltre alla Cripta di San Biagio, le Porte cittadine Santa e Macione, la Mostra comunale di reperti di età celtica e il Santuario Naturale della Madonna del Grottone.

Proseguendo verso l’interno, a 73 Km dalla costa, adagiato al centro di un pianoro alluvionale troviamo Cantiano, certificato Bandiera Arancione dal Touring Club italiano. Fondato come fortezza fin dall’anno 560, nel 1244 fu espugnato da Federico II di Svevia e donato alla città di Gubbio, che provvide a fortificarlo. Una passeggiata in paese consente di visitare la Collegiata di San Giovanni Battista, il Museo Geo-Territorialeil Museo Archeologico e della Via Flaminia “G. C. Corsi”, il Parco Naturale del Bosco di Tecchie, il Palazzo Municipale e l’Area Archeologica di Ponte Riccioli (località Ponte a Tre Archi).

Dirigendosi verso sud, in provincia di Fermo, si fa tappa a Servigliano. Fondato intorno all’anno mille e successivamente abbandonato per dissesti idrogeologici, al paese fu conferito nuovo lustro da Papa Clemente XIV, che contribuì a rifondarlo sotto il nome di Castel Clementino, a cui fu attribuito il nome attuale nel 1863. Oltre alla bellissima Collegiata di San Marco, tutte da scoprire sono la Chiesa di Santa Maria del Piano, il Palazzo Municipale e il Campo di Prigionia.

Poco distante, alle pendici dei Monti Sibillini sorge Comunanza. Scavi archeologici dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana, con la presenza di stabilimenti termali. L’attuale insediamento si originò nel V° secolo, quando alcune famiglie della città di Ascoli Piceno vi si trasferirono per sottrarsi alle scorribande ed alle incursioni barbariche. Da non perdere sono la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e il suo organo barocco, il Museo di Arte Sacra, la Chiesa di Santa Maria a Terme e, nei paraggi, il lago di Gerosa.

 

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Livello di difficoltà: media
Target: Cultura
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Apecchio
    0722.989004; 0722.99279;
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Apecchio
    Apecchio sorge in prossimità del confine della provincia di Pesaro-Urbino con quella di Perugia, lungo la statale che da Acqualagna, passando per Piobbico, sale al passo di Bocca Serriola (m.730) per poi ridiscendere fino a Città di Castello. 

    È al centro di un ampio territorio comunale che si estende per 103 km2, comprendendo anche la cima del monte Nerone (m.1526), e si presenta arroccato sul terrazzo fluviale formato dalla confluenza del Biscubio con il Menatoio.

    Di antichissime origini documentate da reperti archeologici e vecchi ruderi, dal sec. XV al 1752 fu dominio dei conti Ubaldini che vi hanno lasciato significativi monumenti e preziose opere d'arte. Del periodo tardo medievale è il caratteristico ponte a schiena d'asino che con un'unica arcata introduce nel borgo. Esso conduce all'arco quattrocentesco che sottopassa la torre del campanone, simbolico ingresso al "castello" dal caratteristico impianto trecentesco.

    L'antico Palazzo Ubaldini (oggi Municipio), progettato dall'architetto Francesco di Giorgio Martini, è un caratteristico esempio di architettura rinascimentale, soprattutto per il bel cortile porticato risalente al 1515 unitamente alla sottostante neviera. Nei suggestivi sotterranei ha oggi sede l'interessante "Museo dei Fossili e Minerali del Monte Nerone" e il "Centro internazionale di studi geocartografici storici". Esso ospita al piano terra anche il Teatro Comunale o "dei Filodrammatici", costruito nel 1876. 

    Il santuario del Santissimo Crocifisso, un tempo Pieve di San Martino,  custodisce opere di rilievo, come il simulacro del Seicento scolpito in legno ed un dipinto del 1607 raffigurante la Madonna del Carmelo tra i duchi Della Rovere e i conti Ubaldini, oltre ad altri dipinti del Seicento. Di interesse è anche la Chiesa della Madonna della Vita (sec.XVI), al cui interno si trova un bel Crocefisso ligneo del sec.XIV. 
    Un'ulteriore attrazione turistica è il quartiere ebraico, con il caratteristico vicoletto degli ebrei, considerato uno dei più stretti tra quelli esistenti in Italia.

    A poca distanza da Apecchio, in frazione Colombara, si trova il noto Mappamondo della pace, interamente costruito in legno, suddiviso internamente in tre piani e idoneo a contenere seicento persone. Si tratta di un globo di 10 metri di diametro capace d'imitare la rotazione terrestre; per le sue eccezionali dimensioni è inserito nel Guinness dei primati. Fra le località comprese entro i confini comunali degna di nota è Serravalle di Carda (m.750), piccolo borgo arroccato sulle pendici del monte Nerone, già comunità autonoma e oggi base di partenza per escursioni a piedi o a cavallo per tutta l'area del Nerone.

    Apecchio fa parte dell'"Associazione Nazionale Città della Birra"; Nel primo fine settimana di ottobre si svolge la "Mostra mercato del tartufo e Festival dell'Alogastronomia"
    Nel periodo pasquale ricorre, a Serravalle di Carda, “Passio”, uno degli eventi di maggiore rilevanza del territorio comunale.
  • Birrificio Venere
    Il microbirrificio Venere si sviluppa all'interno dell'attività agricola dell'Agriturismo Agriturismo Cà Cirigiolo, ai piedi del Monte Nerone, nel verde Appennino tra Marche ed Umbria.  "Venere" è una birra artigianale, prodotta in piccole quantità. La qualità del prodotto è dovuta all'acqua del Monte Nerone e agli orzi coltivati nei campi dell'azienda. E' una birra ad alta fermentazione, rifermentata naturalmente in bottiglia, non filtrata e non pastorizzata, senza conservanti. Tra le birre Venere ricordiamo : Bionda stile "Pale Ale" 4,6 °alc., Venere Rossa stile "Bitter" 4,7 °alc., Venere Ambrata stile "Indian Pale Ale" 4,8°alc, Venere "Nera" stile "Stout" 4,7°alc.
  • Birrificio Tenute Collesi
    Nata come piccola attività di produzione artigianale, la Ditta Collesi si è conquistata un posto di primo piano nel settore delle birre e dei distillati di qualità, sia in Italia che all’Estero. Solida esperienza, competenza maturata nel tempo, una particolare attenzione alla qualità delle materie prime, insieme al rispetto di antiche e preziose metodiche di mastri birrai e distillatori, fanno di Collesi il referente privilegiato di chi sa riconoscere birre artigianali rifermentate in bottiglia e distillati di assoluta eccellenza. La birra Imper Ale nasce dall'esperienza del belga Marc Knops , il mastro birraio che ha seguito la tradizione delle birre trappiste belghe. Le materie prime utilizzate per la produzione della birra sono di ottima qualità e sottoposte costantemente a rigidi controlli microbiologici ed organolettici: l’acqua calcarea del Monte Nerone è una delle migliori in Europa per creare la birra e l’orzo arriva dai campi di proprietà della famiglia Collesi, trattato al maltificio regionale marchigiano, torna in azienda sotto forma di malto per la preparazione della birra. L'alta fermentazione e rifermentazione naturale in bottiglia delle birre, non pastorizzate, garantisce la massima espressione di un gusto pieno, che mantiene gli aromi di ogni singolo ingrediente. I distillati, prodotti con metodo discontinuo a bagnomaria a vapore, si arricchiscono nel giusto tempo di alcool e aromi, con il risultato di un gusto morbido e raffinato. La perfetta conservazione delle vinacce, rigorosamente selezionate, è garantita dall'altitudine ideale, per bassa umidità e ampia escursione termica, delle Distillerie Collesi. La passione è quella di Giuseppe Collesi, che sta portando la sua birra in ogni parte del mondo – dagli Stati Uniti al Giappone, dalla Russia al Nord Europa – e l’accompagna nella sua crescita continua e costante. In assoluta concordanza con i principi dello slow-food, Collesi premia le attese di chi ricerca, anche nelle birre e distillati, qualità e genuinità degli ingredienti, rispetto della natura, continuità con la tradizione. Nel rispetto di questi valori fondamentali, tutti i prodotti della Ditta Collesi sono realizzati senza scorciatoie, seguendo scrupolosamente criteri rigorosi e metodiche antiche. Una birra davvero a chilometri zero!
  • Fermignano
    0722.332142 - 0722330523 (I.A.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fermignano

    Fondata dai Romani, Fermignano fu scenario della battaglia del Metauro che vide la sconfitta dell’esercito cartaginese, comandato da Asdrubale, per opera dei Romani nel 207 a.C. La leggenda vuole che sulla collina di Montelce vi sia il sepolcro di Asdrubale, visitato da Montaigne, Giacomo Leopardi e Giovanni Pascoli.

    Città natale del grande architetto rinascimentale Donato Bramante, al quale è dedicata l’omonima Galleria d'arte Contemporanea, presenta delle strutture architettoniche significative, quali il complesso monumentale dell’alta torre medievale delle Milizie e del ponte romano a tre arcate sul fiume Metauro.
    Al XIX secolo risalgono l’ex mattatoio e il lavatoio, visitabili su prenotazione. L’ex cartiera in via Veneranda, oggi di proprietà privata, fu probabilmente costruita dai Fabrianesi.
    Un ulteriore sito di rilievo artistico è la chiesa di San Giacomo in Compostela, che presenta affreschi del XIV e del XV secolo.

    Lungo la strada Provinciale Metaurense si trova invece la Villa Gentilizia Isola, una residenza di campagna di Federico Bonaventura che ospitò, nel 1578, Torquato Tasso che qui compose la “Canzone al Metauro”.

    La Gola del Furlo si estende anche nel territorio di Fermignano. Si tratta di un’area protetta caratterizzata da un paesaggio in parte collinoso, in parte aspro e roccioso.

    Ogni anno, la prima domenica dopo Pasqua, si può assistere allo storico torneo del Palio della Rana e sempre in costume, a fine estate, al Gran Premio del Biciclo Ottocentesco: antiche rievocazioni di una località moderna e attiva.

  • Birrificio il Mulino Vecchio
    A 15 km da Urbino, nel comune di Fermignano, si trova l’agriturismo “Verziere”, casa padronale con torre colombaia del 1700.
    Nell' agriturismo si possono degustare i piatti tipici della tradizione Marchigiana: dai gustosi taglieri  composti da salumi di alta qualità, ai primi classici e rigorosamente fatti in casa come ravioli, gnocchi e tagliatelle da insaporire con delicati sughi e nella stagione autunnale da profumare con i prelibati tartufi della zona, ai secondi di carne come tagliate e grigliate. Ricavata dalla vecchia stalla della casa padronale, si trova la birreria. Diverse le  birre prodotte: bionda, ambrata, rossa a doppio malto, speciale bionda di Natale.
  • Monte Porzio
    +39 0721 956000
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Porzio
    Monte Porzio è un centro agricolo e industriale del pesarese, che si allunga sui rilievi collinari del versante sinistro della bassa val Cesano che corre nel fondovalle. Castelvecchio, il cui nucleo più antico è ancora circondato da mura, sorge in analoga posizione a nord-est. 

    Citato nelle più antiche fonti documentarie con il nome di castrum montis podii, appartenne all’abbazia di San Lorenzo in Campo e nel 1428 fu concesso al conte Guido di Mirabello, luogotenente di Carlo Malatesta. La famiglia Gabrielli di Montevecchio fu protagonista della costruzione dell'intero complesso monumentale del centro storico, dominato da una serie di edifici destinati ai diversi componenti della stessa famiglia.

    L'intero edificato, caratterizzato da una struttura omogenea, riprende, in chiave settecentesca, il tema della città ideale del Rinascimento. La città si caratterizza per una sapiente distribuzione degli spazi, per i giochi prospettici e per la compiutezza dell'insieme; il tutto è opera dell'architetto Andrea Vici, allievo del Vanvitelli che non fu forse estraneo al progetto. 
    Il palazzo Montevecchio, il palazzo Terni, il palazzo Chiocci-Ginevri e il palazzo Flaiani-Palestini (tutti già Montevecchio) costituiscono i più pregevoli esempi di architettura civile privata di Monte Porzio. Il municipio costituisce invece un pregevole esempio di architettura pubblica della metà del XVII secolo.
    La chiesa di Santa Maria Assunta e la chiesetta della Pietà sono esempi di architettura religiosa; nella chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, che si trova appena fuori il centro storico, si venera dalla fine del '500 un antico crocifisso ligneo, ma nulla si sa sull'origine di questa devozione.

    Nel vicino abitato di Castelvecchio sorge, oltre alla parrocchiale di S.Antonio, quella che fu un'antica Rocca Roveresca: severo fortilizio con fossato, beccatelli e torri poligonali ai quattro vertici.

    A Marzo la fiera di San Giuseppe anima la frazione di Castelvecchio.
  • Birrificio Angeloni
    Tra le dolci colline della Valcesano, immerso nel verde di campi d'orzo, sorge il birrificio Angeloni. Vengono selezionate per la semina solo varietà di orzi distici, tipologia prevalentemente utilizzata per la birrificazione in quanto presenta cariossidi grandi,omogenei e con maggior percentuali di amido e quindi con buone rese nella produzione del malto. Dopo la trebbiatura, l'orzo viene inviato presso la malteria consortile del COBI (consorzio produttori dell'orzo e della birra) dove avviene il processo di maltazione dopo attenta pulizia e calibratura. Vengono prodotte birre senza conservanti, non filtrate e non pastorizzate, che si contraddistinguono per carattere, unicità ed eleganza: MATER DEA, ISIDORA, ARTAIUS, MP SUNRISE.
  • Arcevia
    0731.981972
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Arcevia

    A pochi chilometri dalla Spiaggia di Velluto di Senigallia sorge Arcevia.
    Posta su una collina dal suggestivo nome di Monte Cischiano, propaggine della catena pre-appenninica del versante umbro-marchigiano, è protetta da una poderosa cinta muraria (secc. XIII-XVI), percorribile in più punti, di cui rimangono alcuni torrioni e quattro porte di accesso.

    COSA VISITARE
    La barocca collegiata di San Medardo, attestata sin dal 1208, è una chiesa-museo che reca l’insolita intitolazione di S. Medardo (VI secolo), vescovo di S. Quintino molto venerato in Francia. All’interno si possono ammirare veri e propri capolavori dell’arte: due straordinarie opere del grande artista rinascimentale Luca Signorelli, il Polittico di S. Medardo (1507) e il Battesimo di Cristo (1508); il monumentale dossale in terracotta invetriata Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista e Gerolamo (1510-1513) di Giovanni della Robbia, esponente di spicco della famosa bottega fiorentina; gli arredi lignei dei maestri intagliatori Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni, che qui operano tra il 1647 e il 1650; le numerose opere di Ercole Ramazzani, artista locale allievo di Lorenzo Lotto, tra cui si segnalano il Battesimo di Cristo (1593) e il Giudizio Universale (1597), ultima opera dell’artista; alcune opere di Claudio Ridolfi il Veronese, discepolo del Barocci (sec. XVII); Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Caterina da Siena (1642), uno dei capolavori di Simone Cantarini il Pesarese (1612-1648) allievo prediletto e ribelle di Guido Reni; una Madonna col BambinoS. AnnaS. Giuseppe S. Gioacchino (1529), bella tavola di Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino. 

    Il Centro Culturale di San Francesco è ospitato nell’antico complesso conventuale francescano che conserva il chiostro rinascimentale e la splendida chiesa. Al piano interrato, si trova la sala conferenze, insieme a spazi espositivi ricavati nelle antiche cantine del monastero. A piano terra troviamo il Museo archeologico statale di Arcevia che raccoglie una significativa documentazione archeologica del territorio arceviese. Splendidi sono i corredi funerari gallici della necropoli gallica di Montefortino (IV sec a.c. - III sec a.c.). Il primo piano attualmente accoglie l’Archivio Storico, tra i più importanti della regione, con circa 1.800 pergamene dei secc. XIII-XVI, e la Biblioteca Comunale con annessa sezione prestito librario e l’esposizione permanente delle opere di tre grandi artisti del Novecento che hanno avuto Arcevia come minimo comun denominatore, Quirino Ruggeri, Edgardo Mannucci e Bruno d'Arcevia.  Da non perdere il Teatro Misa, gioiello architettonico costruito tra il 1840 e il 1845 all’interno del Palazzo dei Priori e l’adiacente Chiesa di Sant’Agata.

    ARCEVIA E I RE DELLA ROBBIA
    Arcevia custodisce preziosi arredi invetriati e dipinti del XVI secolo, un unicum nella vicenda dei Della Robbia nelle Marche per la straordinaria concentrazione. Nel centro storico la Collegiata di San Medardo ospita il maestoso altare di Giovanni Della Robbia, un paliotto e un bel Crocifisso invetriato di Mattia Della Robbia, un presepe di bottega marchigiana e due statue dipinte di Santa Caterina e della Maddalena, opere robbiane, mentre nella Chiesa di S. Maria del Soccorso si può ammirare un monumentale altare invetriato raffigurante l’Annunciazione, opera di Mattia Della Robbia. Nel castello di Avacelli, la Chiesa di S. Lorenzo custodisce un Crocifisso e uno spettacolare altare in terracotta dipinta rappresentante la Madonna del Rosario e della Misericordia, opera di una bottega marchigiana influenzata dai Della Robbia.

    I CASTELLI DI ARCEVIA
    I nove castelli di Arcevia (Avacelli, Castiglioni, Caudino, Loretello, Montale, Nidastore, Palazzo, Piticchio, San Pietro) costituiscono una delle attrazioni principali della cittadina: si tratta di centri abitati murati di impianto tre-quattrocentesco, che hanno conservato le loro peculiarità tipologiche fino ad oggi.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Da alcuni anni è stata reintrodotta nel territorio arceviese la coltivazione del “Mais otto file di Roccacontrada” (antico nome di Arcevia), una varietà che stava per andare perduta, da cui si ricava un’eccellente farina per la polenta; a questo alimento è dedicata l’iniziativa “Una domenica andando a Polenta” che si svolge in tutte le domeniche di febbraio di ogni anno e che coinvolge tutti le attività ristorative del territorio. Analogamente tutte le domeniche di ottobre si svolge l’iniziativa “Una domenica andando per primi”. Da non perdere la tradizionale “Festa dell’Uva” che si tiene l’ultimo fine settimana di settembre nel capoluogo e la “Festa d’Autunno” nel secondo fine settimana di Novembre all’interno del Castello di Piticchio.

    Numerosi sono gli eventi culturali che si svolgono nel Centro Storico e nei vari castelli, i principali sono Arcevia Jazz nei mesi di luglio e agosto e Arcevia International Art Festival da agosto a settembre.

  • Birrificio dei Castelli
    Il Birrificio dei Castelli è una piccola realtà, un laboratorio in continua evoluzione che ha come obiettivo la ricerca di un prodotto raffinato, unico e realizzato nel rispetto della tradizione.
    Birra artigianale priva di conservanti, non sottoposta a pastorizzazione e filtrazione. L’ artigianalità si è espressa anche nella progettazione dell’impianto, una sala cottura modulare a quattro tini che permette di realizzare fino a quattro differenti tipologie di birra in uno stesso giorno.
    Accurata scelta delle materie prime, lunghi tempi di produzione e maturazione, cura del dettaglio e pazienza: solo in questo modo possono ottenere una birra di alta qualità che sappia conservare e trasmettere tutta la sua fragranza e gusto.
    Il desiderio è quello di diffondere una più avvertita e consapevole cultura della birra, in virtù delle sue qualità organolettiche e nutrizionali.
    Non parliamo genericamente di birra ma di birra artigianale, pensata e prodotta secondo tradizione: naturalità e genuinità degli ingredienti, priva di conservanti, rifermentata in bottiglia, non sottoposta ne’ a pastorizzazione ne’ a filtrazione.
    Si rivolgono a tutti coloro che sanno gustare e apprezzare sempre più questa bevanda che, per le proprietà appena descritte, ben si accompagna al “rito” del pasto.
    Le Birre:
    ITALICUM Italian Blond Ale
    FRUMENTUM Italian Wheat Ale
    PALMARES Italian Red Ale
    EXTREMA RATIO Italian Double IPA
    EXTREMA NIGER Italian Black IPA
    INTRA MOENIA Italian Cream Ale
    MIRABILIA Italian Golden Ale
    BREVIS FUROR Italian Amber Pale Ale
    REPETITA IUVANT Italian Saison
    CALIX NIGER Italian Chocolate Stout
    CAPUT MUNDI Italian Dark Strong Ale
    Birra dell'Anno 2016
    Extrema Ratio: 1° classificata nella categoria "Double IPA"
    Birra dell'Anno 2016
    Calix Niger: 3° classificata nella categoria "Imperial Stout"
  • Serra Sant'Abbondio
    0721.730120
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra Sant'Abbondio
    Serra Sant'Abbondio si trova sul versante sinistro dell'alta valle del Cesano, al confine sud-occidentale della provincia pesarese, a ridosso delle boscose pendici orientali del Monte Catria. Il territorio comunale, abitato sin dall'età del bronzo, fu teatro, durante la prima guerra italica (295 a.C.), degli scontri tra i romani e la coalizione gallo-sannitica, nonché, nel 552 d.C., della battaglia tra l'esercito bizantino di Narsete e quello dei Goti di Totila.
    Il centro storico conserva due delle quattro antiche porte d'ingresso: la Porta Santa, con sovrastante torre dell'orologio, e la Porta Macione (sec. XIII). 
    Di notevole interesse architettonico sono la Chiesa di San Biagio, con la cripta paleocristiana risalente al V secolo, e l'antico Eremo camaldolese di Santa Croce di Fonte Avellana, che si trova sulle pendici del Monte Catria. Le sue origini risalgono alla fine del primo millennio e sono strettamente legate alla storia della congregazione dei Camaldolesi. L'eremo fu fondato da San Romualdo nel 980 e fu ricordato da Dante Alighieri che vi soggiornò nel 1310. Decisamente monumentale il complesso medievale costituito dalla chiesa con cripta, dalla sala capitolare, dal chiostro e dal suggestivo scriptorium. Da ricordare inoltre, fuori dell'abitato, l'edicola detta della Santa Maria della Canale, abbellita da un affresco del sec. XV.

    A Serra Sant'Abbondio esiste ancora oggi una Comunanza Agraria, erede della medioevale Università degli Uomini Originari.

    L'evento più importante di Serra Sant'Abbondio è il Palio della Roccauna rievocazione storica nata nel 1987, che prevede una disfida che ha luogo la seconda domenica di settembre fra i 3 antichi borghi e i 3 castelli che componevano il territorio medievale di Serra Sant'Abbondio, disputata tramite la corsa delle oche.
  • Birrificio La Castellana
    Il birrificio La Castellana nasce nel 2014 dall’idea di Jacopo e Ludovico, due ragazzi che hanno trasformato la loro passione per la birra e l’attaccamento al loro territorio in una vera professione.
    Passione, voglia di mettersi in gioco e valorizzazione del territorio sono proprio le tre parole chiavi su cui nasce il progetto. L’azienda e’ situata nella localita’ di Serra Sant’Abbondio, piccolo borgo medievale dell’entroterra marchigiono, arroccato ai piedi del Monte Catria. Il nome del birrificio e’ un omaggio al palio della rocca di Serra Sant’Abbondio, dove sei castelli si contendono l’ambito palio con la famosa corsa delle oche. I nomi delle birre raprresentano i castelli che partecipano alla corsa: Sant’Honda, Leccia, Petrara, Montevecchio, Campietro e Poggetto. Attualmente sono disponibili Leccia (Belgian Ale) e Sant’Honda (Red Ale); il birrificio ha una capacita’ produttiva di 50 litri per cotta ed e’, attualmente, il più piccolo birrificio d’Italia. L’utilizzo dell’acqua del Monte Catria e dei cereali dell'azienda conferisce al prodotto un carattere strettamente territoriale. Le birre La Castellana sono realizzate mediante processo naturale, senza l’aggiunta di additivi e non pastorizzate.
  • Cantiano
    0721 789911 - 0721 789936
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cantiano

    Alle pendici del Monte Catria, Cantiano sorge attorno alle due rocche: Colmatrano, sulla cui cima restano i ruderi di una torre militare, e Sant'Ubaldo, sede del Castello della famiglia Gabrielli di Gubbio. Nel corso dei secoli, l'abitato  si estese come testimoniano le prospettive medievali di Via Fiorucci, la Piazza Luceoli, cuore del paese, sulla quale si affacciano il Palazzo Comunale con la Torre dell'Orologio, la Chiesa di San Nicolò, la Via IV Novembre, la Chiesa Collegiata di S. Giovanni Battista, che conserva preziose opere pittoriche, tra cui la Madonna del Cardellino della bottega del Pinturicchio e la Chiesa di S. Agostino.
    L'ex Convento agostiniano ospita il Museo Archeologico e della Via Flaminia "G. C. Corsi", una sezione geopaleontologica e il Museo della Turba. La Turba è una sacra rappresentazione che, dal secolo di San Francesco, rievoca nelle forme la passione di Cristo. Ogni Venerdì santo, la manifestazione, processione teatrale popolare-religiosa con più di 250 personaggi in costume, trasforma il paese in un grande teatro all'aperto.

    La Riserva naturale generale orientata del Bosco di Tecchie è un’area protetta di circa 195 ettari, situata nel cuore delle Serre di Burano, una lunga catena montuosa composta da un doppio allineamento di rilievi che segna il confine tra le regioni Marche ed Umbria.

    Il Pane di Chiaserna è un prodotto tipico regionale. L'ingrediente più importante è l'eccezionale qualità dell'acqua delle sorgenti del Monte Catria che, insieme al lungo processo di lievitazione naturale con impasto acido e privo di sale, additivi o conservanti, conferisce al prodotto caratteristiche peculiari di freschezza nel tempo. Da qualche anno un progetto di Filiera Corta del Pane di Chiaserna coinvolge diverse aziende agricole locali nella produzione di grano a km zero.
    Altra eccellenza tipica regionale, l'amarena di Cantiano, una composta di visciole conservate in sciroppo zuccherino, un prodotto che ebbe così tanto successo da diventare simbolo di raffinatezza gastronomica in tutta Italia. 

    Nel paniere delle eccellenze cantianesi, le carni bovine, equine e suine provenienti in gran parte da allevamenti allo stato brado e semi-brado, il tartufo presente nei diversi periodi dell'anno e la birra del Catria, con marchio "Birra Agricola Italiana".

    Da decenni, la “Mostra mercato del cavallo” a cui è abbinata la "Rassegna Cavallo del Catria", si svolge ogni secondo week-end di ottobre e la domenica successiva. Delle tre giornate di manifestazione, la prima è una fiera zootecnica dedicata al settore equino. Le due domeniche successive sono invece giornate aperte al grande pubblico, con numerose esibizioni e spettacoli equestri di alto livello. In programma, uno spazio agroalimentare dedicato alle tipicità del territorio, tra cui la famosa polenta alla carbonara di Chiaserna.

    Tutto il massiccio del Monte Catria è la meta perfetta per il trekking con diversi gradi di difficoltà, per le escursioni naturalistiche, per la mountain bike e per il turismo equestre. Il Centro Ippico La Badia, promuove attività di addestramento, ma anche passeggiate a cavallo con guide specializzate.

  • Birrificio del Catria
    Il Progetto Birrificio del Catria nasce dall’azienda agricola Corrieri, in origine dedita alla cerealicoltura. L’orzo distico viene coltivato presso i campi dell’azienda, tutti localizzati nel comune di Cantiano, alle faglie del Monte Catria: quasi 20 ettari di campi coltivati con il miglior rispetto dell’ambiente circostante, senza l’utilizzo di elementi chimici nocivi. Il rispetto del territorio è fondamentale: nella fase di aratura, semina e trebbiatura vengono utilizzati solo trattori leggeri, al fine di evitare il compattamento dell terreno.  L’orzo viene quindi fatto maltare presso il Cobi, un consorzio marchigiano, e quindi arriva al birrificio dove viene trasformato in birra. La maggior parte dell’approvvigionamento elettrico dell’azienda agricola è garantito da pannelli fotovoltaici, ed in periodo estivo, l’acqua viene riscaldata grazie all’energia del sole. Per la produzione delle birre vengono utilizzate le migliori acque, proveniente dalle sorgenti del Monte Catri e  la maggior parte del malto deriva dall’orzo coltivato presso i campi dell'azienda. Le bottiglie sono in formato da 0,33 cl e da 0,75 cl. Per garantire la migliore esperienza gustativa e non alterare la birra con l’apporto di anidride carbonica, i fusti sono key-keg, da 20 o 30 litri. 
    Ricordiamo tre versioni: UKRE, TEKVIA, KLAVERNIA.
  • Servigliano
    0734.750583
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Servigliano

    Servigliano è un piccolo centro della provincia di Fermo e rientra tra i Borghi più belli d'Italia. Il suo nome (che richiama un Servilius o la gens Servilia) deriva da un insediamento romano che sorgeva a 4 chilometri di distanza in posizione più elevata rispetto all'attuale locazione. Nel 1771 il paese franò e fu ricostruito da Papa Clemente XIV, prendendo in suo onore il nome di Castel Clementino. La costruzione proseguì sotto Pio VI e nel 1863, con l'unità d'Italia, il paese riprese l'antico nome.Nel 1915 a Servigliano fu costruito un grande campo di prigionia che, dalla prima guerra mondiale fino al 1955, condizionerà pesantemente le vicende storiche del paese e che vide la presenza di prigionieri austriaci, ebrei, greci, inglesi, americani e maltesi; sotto il fascismo venne utilizzato per contenere fino a 5.000 prigionieri nella Seconda Guerra Mondiale e, dal 1943, come campo di concentramento. È presente a Servigliano la Casa della Memoria, un'aula didattica multimediale presso l'ex stazione ferroviaria, che mette a disposizione di giovani, studiosi e appassionati un ricco archivio storico, nonché materiali didattici e scientifici che illustrano le vite di chi sostò e transitò per questi luoghi.

    Tra le attrazioni turistiche ricordiamo: le mura castellane quadrangolari risalenti al 1700; l'antichissima Chiesa di Santa Maria del Piano, che conserva una statua dell'Assunta (XV secolo), un Crocefisso del 1500 oltre ad un bellissimo coro in olmo; l'ex Convento dei Frati Minori Osservanti; la settecentesca Collegiata di San Marco; il Palazzo Pubblico, il ponte sul fiume Tenna, le Porte del borgo e Palazzo Filoni, affrescato in epoca neoclassica. Da segnalare anche due splendide ville rurali: Villa Brancadoro e Villa Vecchiotti.

    Nella settimana di Ferragosto la città di Servigliano, già Castel Clementino, torna all'anno 1450 con dame, cavalieri, giostre e taverne medievali. La rievocazione Torneo Cavalleresco Castel Clementino ricorda la donazione da parte dell’Abate di Farfa, alla comunità di Servigliano, della Piana di San Gualtiero, avvenuta nel 1450.

    A giugno ricorre poi l’appuntamento con la solenne Infiorata del Corpus Domini. Dall’alba gli infioratori iniziano ad allestire lo splendido percorso floreale nel quadrato del centro storico, con scene tra arte e sacralità, motivi geometrici che esaltano l’impianto architettonico neoclassico del paese e figure che si ispirano ai simboli di questa festa cristiana.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni contattare 0733-52056

  • Birrificio Maltenano
    Il nome del Birrificio Maltenano nasce da un gioco di parole: prende infatti il nome da San Vittoria in Matenano, piccolo borgo della provincia di Fermo, situato tra la valle del fiume Aso e la valle del fiume Tenna, in posizione privilegiata e strategica, a metà strada tra il mare e la catena dei Monti Sibillini. Le birre vengono prodotte utilizzando materie prime selezionate e acqua di ottima qualità dei Monti Azzurri, i Sibillini, proveniente dal torrente Tennacola, affluente del Tenna che solca l’omonima valle. Non vengono sottoposte a filtrazione, nè a pastorizzazione, ma ad una lunga e controllata maturazione. Tre sono le versioni: Trinchetta, la bionda beverina, Martinicca, l'ambrata contadina, Torbolenta, la doppio malto alchemica.
  • Comunanza
    0736.844253
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Comunanza

    Di origini romane, Comunanza sorge lungo il fiume Aso. Scavi archeologici, in prossimità di Colle Terme, dimostrano che il sito fu abitato già in epoca romana con la presenza di stabilimenti termali.
    L'attuale insediamento si originò nel V e VI secolo, quando alcune famiglie della città di Ascoli Piceno si trasferirono in questa zona per sottrarsi alle scorribande e alle incursioni barbariche. Il borgo ebbe alterne vicissitudini e fu conteso tra Amandola e Ascoli Piceno, rimanendo nella sfera di influenza di quest'ultima. Circa un chilometro fuori dal paese, in prossimità del Monte Pasillo, 588 m s.l.m., sono ancora visibili i ruderi del castello che fu della famiglia Nobili, anche se non è possibile ricostruire la forma e la struttura originaria del fortilizio. Il nome Comunanza appare per la prima volta nel 1324 in quanto un documento riporta “Communantia Montis Passilli Civis Districtualis Esculi”.

    Tra i monumenti principali, vanno ricordati: la Chiesa di Sant'Anna, in stile tardo-Romanico; la Chiesa di San Francesco, costruita sui resti di un edificio fortificato templare; la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, in stile neoclassico ricostruita nel 1831; la Chiesa di Santa Maria a Terme, realizzata nel IX secolo in arenaria sui resti di un tempio pagano dell'insediamento romano scomparso di Interamnia Poletina Piceni. Il museo Arte Sacra di Comunanza si trova nelle sale del Palazzo Pascali e conserva opere di oreficeria tra cui spiccano un reliquiario a tempietto e una croce astile del 1700 con un Cristo del secolo XIV attribuito all’orafo ascolano Pietro Vannini. Tra le opere pittoriche si segnala una Madonna della cintola (secolo XVII) e il San Liborio di Giuseppe Ghezzi (1634-1721), artista originario di Comunanza ma attivo a Roma, dove fu principe dell’accademia romana di San Luca ed amico della regina Cristina di Svezia.

    Il 26 dicembre si svolge il presepe vivente che coinvolge la popolazione e che trasforma il paese storico nel tipico scenario della Palestina di 2000 anni fa.
    Nel centro storico del paese si dà vita a "Mazzumaja", una festa tradizionale dedicata ad un piatto tipico locale come il tordo matto; durante la festa vengono riaperte le osterie di un tempo, i laboratori di artigianato e diversi artisti di strada popolano per tre giorni l'antico borgo.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Birrificio Le Fate
    Inizialmente il Birrificio le Fate nacque nel 2011 in un piccolo locale nel centro di Comunanza, dal coronamento del sogno di Mauro Massacci e Antonio Dionisi, che dopo varie e differenti esperienze, iniziarono questa storia traendo spunto proprio dal territorio, non solo nell’immagine ma anche nel prodotto, visto che è la stessa azienda a coltivare i cereali per la produzione della birra.
    BIRRA TERRITORIALE

    L’utilizzo dell’acqua dei Monti Sibillini e dei cereali dell'azienda agricola fornisce al prodotto un carattere strettamente territoriale.
    La ricerca dei gusti delle nostre birre nasce dalla volontà di promuovere il territorio dei Monti Sibillini, trovando il giusto connubio tra internazionalizzazione e tipicità.” Otto Fate identificano otto birre diverse, otto gusti diversi, ma tutti con lo stesso valore di fondere le proprietà dei frutti della terra dei Monti Sibillini, con i gusti e le caratteristiche internazionali della birra.
    UN'ANTICA LEGGENDA
    Il Birrificio Le Fate prende il nome da un'antica leggenda che narrava di maghi, guerrieri e fate. Secondo i racconti di Andrea da Barberino e Antoine de la Sale, le fate appartenevano alla corte della Maga Sibilla e con questa dimoravano stabilmente all’interno di una grotta scavata nella roccia della montagna. La Grotta, detta anche "Grotta Delle Fate" si trova nei pressi della vetta del Monte Sibilla (2150 mt s.l.m.). I nomi delle birre artigianali pertanto derivano dalle fate narrate nel libro "Il Guerrin Meschino" di Andrea da Barberino. La Storia, risalente al 1400, narra di un cavaliere errante che fece visita alla grotta del Monte Sibilla per scoprire le proprie origini.
    L’evoluzione continua del Birrificio le Fate nasce infatti dalla ricerca dei prodotti locali, dalla selezione dei malti e del luppolo, trovando quindi il giusto connubio tra tipicità e internazionalizzazione; non ultima l’edizione limitata nata in collaborazione con i produttori della pesca della Valdaso: Birra saison Hariel. Lo stabilimento produrrà attualmente le otto “Fate”: LASIBILLA, LALCINA, CARMETA, LADEISI, LUNILIA, PIMPINELLA, NEVERINA e SILESIA; con una produzione mensile potenzialmente quadruplicata. Ma le novità sono sempre dietro l’angolo per gli amici Mauro e Tonino, che in anteprima annunciano una nuova linea in fase di ricerca e sviluppo con una stile più classico e una veste completamente nuova.
     “Nel nuovo stabilimento faremo l’intera produzione – spiega il Birraio Massacci – dalla selezione delle materie prime derivanti dalla nostra azienda agricola, al processo di produzione della birra con un nuovo ed innovativo impianto, all’imbottigliamento, fino all’etichettatura e stoccaggio. Inoltre, stiamo allestendo uno spazio per la degustazione dei nostri prodotti dove potremmo raccontare la nostra passione, nata dalla volontà di valorizzare un territorio come quello dei Sibillini.”

    Il Birrificio Le Fate rimane aperto malgrado il terremoto che ha colpito l'Italia centrale nel 2016.