Indietro Le Cattedrali delle città d'arte

Le Cattedrali delle città d'arte

Differenti stili di sensazionale bellezza
Le Città d'arte delle Marche vantano la presenza di belle Cattedrali, ricche di opere d'arte e di Musei Diocesani tutti da scoprire. Primo fra tutti è il Duomo di Ancona, dedicato a San Ciriaco, una delle chiesi medievali più interessanti d’Italia, in cui lo stile romanico si fonde con quello bizantino. Della cattedrale di Pesaro è sensazionale la presenza di un ampio mosaico pavimentale databile alla metà del VI secolo d.C. Dell’antico Duomo di Fermo ricostruito da Federico II rimane l’imponente facciata romanico-gotica e l’atrio ricco di affreschi del trecento. La cattedrale di Sant’Emidio, poi, patrono di Ascoli e protettore dei terremoti, è da visitare soprattutto per la cripta in cui è conservato il mausoleo con il corpo del santo e il meraviglioso Polittico di Carlo Crivelli.

Leggi tutto Riduci
Livello di difficoltà: media
Target: Leisure

Le tappe dell'itinerario

  • Cattedrale di Santa Maria Assunta
    0722.350018
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Assunta

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta fu eretta dal vescovo Beato Mainardo intorno al 1063 e consacrato a Maria Vergine Assunta in cielo. Nel Quattrocento l’edificio fu ricostruito per volere di Federico da Montefeltro, probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini. Solo alla fine del XVIII secolo il Duomo assunse il suo definitivo aspetto in stile neoclassico su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier. La facciata, disegnata dal Morigia, contrasta singolarmente con i colori dei mattoni degli edifici circostanti. Anche il campanile fu edificato in quel periodo. All’esterno della facciata s’innalzano sette statue di santi, tra cui si nota San Crescentino, patrono della città.
    L'interno denota lo spirito decisamente classico del Valadier: è ampio, elegante e solenne, diviso in tre navate; in quella centrale si trovano l'altar maggiore nel quale si trovano la grande tela di Cristoforo Unterberger che rappresenta la Madonna Assunta e i bronzi, opera di Camillo Rusconi. Fra i vari dipinti che arredano la chiesa, i più famosi sono: La traslazione della Santa Casa di Loreto, di Claudio Ridolfi, il Martirio di San Sebastiano, di Federico Barocci e l’Annunciazione, di Raffaello Motta. La decorazione della cupola è caratterizzata dalle figure dei quattro evangelisti, eseguite da pittori diversi.
    Dalla parte delle antiche sagrestie è stato allestito il Museo Diocesano dedicato alla famiglia Albani, in riconoscenza delle tante benemerenze verso la cattedrale. Qui viene custodito l'arredamento liturgico più vario, tra cui il tesoro del Duomo, ovvero suppellettili sacre donate particolarmente da papa Clemente XI, tra le quali vari corali miniati appartenenti al '400. 
    Lungo il fianco sinistro della chiesa vi è un portico del 1621, attribuito a Muzio Oddi, in fondo al quale si accede all'Oratorio della Grotta, situato nella cripta del duomo, nel quale si trova un Cristo Morto e Madonna, scultura di Giovanni Bandini. 
    L’imponente Cattedrale in stile Neoclassico, costituisce con il Museo Albani e l’Oratorio della Grotta, luogo di culto e di pietà legato alla tradizione della settimana Santa ora sede espositiva, il fulcro del patrimonio artistico ecclesiastico della città di Urbino. 

    Attualmente la cattedrale di Urbino é chiusa per restauro.

  • Cattedrale di Santa Maria Assunta
    0721.30043 Arcidiocesi di Pesa
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Assunta

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta si trova in via Rossini. Una prima basilica fu edificata nel V secolo nella medesima sede e si trovava entro il perimetro della città romana.

    Nel 1503 il campanile fu distrutto da Cesare Borgia e comportò il rifacimento ed ampliamento del presbiterio e dell'abside.Nel 1865, sotto la direzione dell'architetto Giambattista Carducci, iniziò un'altra radicale ristrutturazione, che non modificò però la facciata romanica realizzata nel Duecento.

    In occasione di tali lavori avvenne la sensazionale scoperta dell'ampio mosaico pavimentale (900 mq circa) che si estende per tutta la chiesa e che risale, tranne le parti rimaneggiate in epoca medievale, alla metà del VI secolo d.C. Esso fu reso visibile nel biennio 1949-'50.

    Fu inoltre così ritrovata, a più di un metro sotto la superficie, una basilica che viene poi identificata nella cattedrale paleocristiana. Il portale trecentesco in pietra bianca è fiancheggiato da due leoni, databili tra il XII e XIII secolo, probabile emblema dei Malatesta. L'interno della chiesa è a croce latina con tre navate, sette altari e tre cappelle.

    Nella navata di destra si possono ammirare la cappella di san Terenzio, dove sono conservate le reliquie del santo e di altri santi patroni cittadini, ed un affresco trecentesco della Madonna del popolo. Nella navata di sinistra invece è la cappella del Santissimo Sacramento con resti marmorei dell’antico battistero. Le due cappelle risalgono ai rifacimenti del XIX-XX secolo.

    Sopra la porta d’ingresso una tela di Marco Benefial raffigura Maria Assunta tra santi, mentre nel transetto di sinistra la tela di Giovanni Giacomo Pandolfi rappresenta la Crocifissione con Santi. 

  • Cattedrale di Santa Maria Maggiore
    0721.803327
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Maggiore

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta è ubicata a Fano, lungo Via Arco d'Augusto. Essa fu innalzata nella seconda metà del XII secolo sui resti di un’antica Chiesa distrutta da un incendio. Quest’ultimo fatto è ricordato da una lapide sita all’interno dell’attuale edificio di culto. L'interno presenta tre navate con le relative tre absidi di cui due, quelle laterali, sono state tramutate in cappelle laterali a partire dal XIV secolo. Sono degni di attenzione: un pulpito realizzato con sculture appartenute all'antica Chiesa, tra cui rilievi romanici rappresentanti episodi dell'infanzia di Cristo, e la seicentesca Cappella Nolfi a cui collaborò l'architetto Girolamo Rainaldi e che fu affrescata con "Le Storie della Vergine" da Domenico Zampieri detto il Domenichino tra il 1618 e il 1619. Nella Cappella dei Santi Protettori e sull'Altare Maggiore si possono rispettivamente ammirare due tele: "La Vergine con i Santi Orso ed Eusebio" di Ludovico Carracci e "La Vergine Assunta" di Sebastiano Ceccarini. La facciata tipicamente romanica è tripartita, a struttura mista di laterizi e arenaria arricchita da un portale strombato, al cui centro si presenta un portale gotico con evidenti influssi cosmateschi nelle decorazioni a tarsie marmoree che ravvivano i pilastrini e gli archi della strombatura, alternati alle lisce colonnette in marmo bianco e rosa: il tutto contrapposto alle immagini in forte rilievo dell’agnello divino scolpito al centro dell’architrave. La cornice scolpita del grande occhio superiore denuncia purtroppo il vuoto dell’antico rosone scomparso; come pure scomparsi sono gli originali bacini in ceramica sopra gli archetti ciechi dello pseudologgiato laterale. Il campanile, posto su un fianco dell’edificio, è stato innalzato recentemente, sul luogo dell'originale torre campanaria cilindrica distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale.

  • Cattedrale di San Pietro Apostolo
    071.7921565
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Pietro Apostolo

    L’attuale Cattedrale di San Pietro Apostolo fu edificata sul sito della preesistente chiesa dei Gesuiti, alla fine del Settecento, fra il 1762 ed il 1790, su progetto dell’architetto Paolo Posi.

    Il prospetto esterno venne invece realizzato nella seconda metà dell’Ottocento grazie alle sovvenzioni di Papa Pio IX, originario di Senigallia, su progetto di Augusto Innocenti. Nel corso degli anni, l'edificio ha subito diversi restauri a causa dei terremoti che hanno colpito la zona.

    L’interno della cattedrale è a pianta a croce latina, a tre navate suddivise da pilastri e copertura a cupola. Di particolare interesse, fra le opere contenute nella chiesa, sono quelle del Manierismo italiano di Federico Barocci (Riposo durante la fuga in Egitto), Ercole Ramazzani (Madonna della Speranza), Domenico Corvi (San Paolino e Santa Maria Maddalena) e Alessandro Tiarini (Assunta). Silvio Galimberti realizzò in epoca moderna gli affreschi che raffigurano la consegna delle chiavi del Regno dei cieli a Pietro da parte di Cristo e la consacrazione di Pietro a pastore universale della Chiesa. Essi si trovano ai lati della tela posta sopra l’altare maggiore, dove sono rappresentati i protettori della città e Diocesi, i Santi Pietro e Paolino, opera del bolognese Tiarini.

    La sagrestia contiene un sarcofago del VI secolo, detto sarcofago di San Gaudenzio, di autore ignoto. Agli angoli del coperchio sono riprodotti i simboli dei quattro evangelisti (l'angelo di Matteo, il leone di Marco, l'aquila di Giovanni e il bue di Luca), mentre un'iscrizione riferisce che Sigismondo, vescovo di Senigallia, vi pose nel 590 le reliquie di San Gaudenzio, trafugate poi nel 1520 e portate a Ostra.

    Importante è anche la cappella ellittica dedicata alla Madonna della Speranza dell’architetto Giuseppe Ferroni, inaugurata nel 1838. Essa si distingue, all'esterno, per le otto colonne corinzie in diaspro siciliano, con basamento in marmo giallo, mentre all'interno si può ammirare un dipinto della Madonna della Speranza realizzato da Ettore Ramazzani (XVI secolo).

    Accanto ad essa si trova la cappella dedicata al culto di S. Maria Goretti, la quale è rappresentata – in una scultura lignea del 1986 – nell’atto di perdonare il suo carnefice.

    Di pregio il Battistero, dove si aprì alla vita della fede il Beato Pio IX, riccamente lavorato in onore del Papa senigalliese. A lui è dedicata pure l’imponente statua bronzea posta lungo la navata centrale.

  • Duomo di San Ciriaco
    071.52688
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Duomo di San Ciriaco

    Il Duomo di San Ciriaco rappresenta l'emblema di Ancona, sia per la posizione geografica sia per il significato storico e religioso. E’ altresì una delle chiese medievali più interessanti delle Marche, dove sono presenti elementi bizantini e gotici.

    Il colle dove sorge si chiamava nell'antichità promontorio Cumero, nome composto dalle parole greche Kuma ed Oro, che insieme significano "monte opposto al mare". In seguito fu chiamato colle di San Ciriaco o Colle Guasco, dal nome del colonnello Cesare Guasco che fece eseguire importanti fortificazioni verso il mare.

    Il Duomo di San Ciriaco fu edificato sui resti di un tempio ellenistico dedicato alla Venere Euplea, la Venere della buona navigazione. Questo tempio fu distrutto nel 558 da un terremoto che rase al suolo anche la cittadina di Numana.

    Nel VI secolo fu edificata una basilica  che fu dedicata a S. Lorenzo. Essa fu ricostruita e ampliata nel sec. IX dopo le distruzioni saracene, e trasformata a croce greca tra l’ XI e il XII secolo.  Malgrado i danni dovuti alle due guerre mondiali e al terremoto del 1972, la cattedrale è stata riportata alla sua austera eleganza.

    La sagoma dell'edificio, a pianta centrale a croce greca, è sovrastata dalla cupola a dodici facce slanciata e voltata alla gotica. Ricoperta di lastre metalliche, è considerata dagli esperti una tra le più antiche e perfette cupole in Italia. 

    I resti del tempio pagano e della basilica paleocristiana sono ancora visibili sotto le lastre di vetro poste nel corpo centrale della cattedrale. Nell’ala sinistra si trova il monumento a Pietro Ghinelli, realizzato da Giovanni Dalmata da Traù nel 1509. Nell’ala sinistra, nella cappella della Madonna, si trova lo splendido altare di Luigi Vanvitelli (1738).

    Il transetto destro ospita la Cappella del Crocifisso, dove le transenne sono composte da preziose formelle graffite di plutei risalenti al 1189, opera di un maestro Leonardo. Essi riportano figure di santi, profeti e animali simbolici

    La cripta di sinistra, appartenente alla più antica chiesa, conserva le urne dei patroni della diocesi S. Ciriaco, S. Liberio e S. Marcellino.

    Un attento sguardo al capolavoro artistico costituito dal suo protiro. E’ consigliata una visita approfondita anche del Museo Diocesano.

  • Cattedrale di San Settimio
    0731.212988 - 347.8310065
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Settimio

    Dedicata a San Settimio (IV sec.), primo vescovo della chiesa jesina, la Cattedrale fu costruita tra il XIII e il XIV secolo ad opera di Giorgio da Como, probabilmente sulle fondamenta di un tempio romano dell’area dell’antico foro, per poi essere abbattuta per volontà del vescovo Fonseca . Pertanto essa fu riedificata tra il 1732 e il 1741 su progetto dell'architetto romano Filippo Barigioni.

    L'immagine dell'antica cattedrale medievale è riportata su uno stendardo dipinto da Luigi Mancini (XIX), oggi conservato al Museo Diocesano. Infatti della vecchia costruzione rimangono solo, all'interno, i due leoni-acquasantiere già facenti parte del portale della chiesa.

    Il campanile è opera del locale Francesco Matellicani, che lo eresse nel 1782-84 ispirandosi a quello vanvitelliano del santuario di Loreto. La facciata, progettata nel 1889 dal romano Gaetano Morichini e caratterizzata da una serliana, è stata aggiunta nel 1889, mentre la volta interna fu in parte dipinta da Luigi Mancini che rappresentò un episodio della Vita di S. Settimio.

    L’ attuale portone in bronzo è stato realizzato in ricordo del Giubileo del 2000 dallo scultore marchigiano Paolo Annibali. Nelle maniglie interne sono incise due date, 2001-2004, periodo di realizzazione dell’opera. Le quaranta formelle presentano, attraverso le circa 150 figure rappresentate, il tema dell’Anno Santo: "Cristo ieri, oggi, sempre".

    L'interno si presenta a navata unica con cupola emisferica, in accordo al gusto neoclassico dell'epoca. Durante il XVIII secolo vennero aperte molte cappelle laterali arricchite con dipinti, decorazioni e arredi liturgici volute dai nobili jesini. Da evidenziare il coro ligneo disegnato dall’architetto e pittore jesino Domenico Valeri.  Sulla conca absidale il pittore recanatese Biagio Biagetti dipinse nel 1939 una maestosa ieratica figura del Cristo pantocratore attorniato dai S.S. Floriano e Romualdo alla sua destra e Settimio e Francesco di Assisi nell'altro lato.

  • Cattedrale di San Venanzio
    0732.21823
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Venanzio

    La Cattedrale di San Venanzio fu fondata nell’Alto Medioevo. Nel 1253  il vescovo di Camerino Guglielmo fece portare nella chiesa il fonte battesimale da Attiggio, accrescendo in tal modo l’importanza della chiesa anche sul territorio circostante.

    La chiesa subì degli ampliamenti verso il ‘300 e si arricchì di forme gotiche di cui oggi sono rimasti inalterati l’abside a poligono, il chiostro e la cappella di San Lorenzo che racchiude gli affreschi di Allegretto Nuzi(1320-1372) dedicati alla Vita di San Lorenzo e l’affresco con la Madonna con Bambino e San Venanzio.

    Nella Cappella della Santa Croce si possono ammirare invece gli affreschi di Giovanni di Corraduccio da Foligno (Crocefissione e Sant’Elena in Preghiera) e una Crocefissione di Allegretto Nuzi, oltre a opere del Maestro di San Verecondo (Martirio di San Giovanni Evangelista ed un San Francesco).

    Al XVII secolo risale la ricostruzione dell’edificio, realizzata su progetto di Muzio Oddi,  che si ornò di preziosi stucchi di Francesco Selva.

    Nel 1728 la chiesa divenne cattedrale in occasione dell’elevazione della città a sede di diocesi mentre nel 1963 assunse il titolo di basilica.

    Nella cattedrale si conservano straordinari dipinti di corrente manierista e barocca come le tele di Gregorio Preti, Giuseppe Puglia, Salvatore Rosa, Giovan Francesco Guerrieri. Di particolare valore sono le storie della Passione e la Crocifissione, realizzate su tela intorno al 1620 dal celebre pittore caravaggesco Orazio Gentileschi.

  • Cattedrale di Santa Maria Annunziata
    0737.632587 (parrocchia) 0737.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Annunziata

    La Cattedrale di Santa Maria Annunziata a Camerino dal 1970 è insignita anche del titolo di Basilica minore. Il Duomo, opera di Andrea Vice Clemente Folchi, è stato ricostruito nel primo Ottocento sul luogo dove sorgeva la cattedrale romanico-gotica distrutta dal terremoto del 1799. Nel grandioso interno e nelle sagrestie si possono ammirare pregevoli esemplari della scultura lignea policroma del Duecento (Crocefisso) e del Quattrocento (Madonna della Misericordia), oltre a interessanti tele di pittori manieristi del Seicento. Il pittore Carlo Crivelli realizzò un grande Polittico che ora smembrato si trova in vari musei fra l'Europa e gli Stati Uniti. La pala centrale si trova presso il museo della Pinacoteca di Brera a Milano. Nella cripta sono di notevole interesse due leoni in pietra di Armanno da Pioraco (fine XIII secolo), i busti del cardinal Angelo Giori e fratello Prospero, dovuti alla bottega del Bernini e soprattutto l'arca marmorea (XIV-XV secolo) di Sant'Ansovino (vescovo di Camerino in età carolingia), in stile gotico toscano.

    A causa del sisma del 2016, la cattedrale è al momento chiusa.

  • Cattedrale di Sant'Emidio
    0736.259901
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Sant'Emidio e Polittico di Carlo Crivelli

    La Cattedrale di Sant' Emidio è un edificio composito di tipo basilicale, risultato di molti adattamenti e sovrapposizioni avuti tra l’VIII e il XVI. La prima costruzione risalirebbe addirittura al IV o V secolo, secondo alcuni sul luogo dell’antico foro mentre secondo altri su un preesistente edificio di epoca romana forse dedicato ad Ercole o alle Muse. Alcuni ritrovamenti archeologici rinvenuti tra il 1882 e il 1883 dimostrerebbero che la cattedrale fu edificata utilizzando i resti dell’antica basilica civile del foro romano, ancora visibili nelle parti più antiche della costruzione come il transetto, la parte delle absidi e la cupola risalenti alla fine dell’VIII o all’inizio del IX secolo.
    La facciata, realizzata tra il 1529 e il 1539 su disegno di Cola dell’Amatrice, presenta un solo ordine architettonico e al centro un portale d’ingresso alla cattedrale con ai lati le colonne dimezzate verticalmente con basi, capitelli e cornici. Agli estremi della facciata s'innalzano le due torri romaniche di travertino mentre su un fianco laterale si apre la rinascimentale Porta della Musa, così chiamata per un'epigrafe murata sulla parete (un distico di fattura umanistica).
    L’interno, ricco di straordinarie opere d’arte, si presenta come un’ampia aula di sapore romanico- gotico a croce latina, divisa in tre navate e con sottostante cripta dove sono custodite le reliquie di S. Emidio. Nella Cappella del Sacramento, sopra l’altare arricchito da un prezioso tabernacolo cinquecentesco in legno dorato e dipinto di attribuzione incerta, troviamo lo splendido Polittico di Carlo Crivelli.  
    Sfuggito alle spoliazioni napoleoniche e alle vendite ottocentesche che hanno gravemente depauperato il patrimonio pittorico marchigiano nel corso dei secc. XVIII e XIX, l’imponente opera è l’unica realizzata dal maestro veneto ad essersi conservata integra in tutte le sue parti, compresa la complessa cornice. Nelle figure della Vergine, dei Santi e degli apostoli che occupano i pannelli della predella si dispiega tutta la capacità tecnica e la raffinata qualità artistica di Crivelli che con maestria descrive i tratti regali della Vergine, seduta su un trono impreziosito da marmi preziosi e dal caratteristico festone di frutta che assume complesse valenze simboliche, o indugia a rendere con esasperato virtuosismo il disegno del piviale e del pastorale di Sant’Emidio, patrono della città e contitolare della Cattedrale.

  • Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo
    0734-228729
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo

    La Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, circondata da un giardino, si trova in cima ad un colle che domina sulla città e da cui si gode una splendida vista sul Mare Adriatico e sulle colline circostanti.

    Fu innalzata in una zona considerata di immenso interesse archeologico, poiché il duomo fu edificato sul sito di un tempio pagano di cui sono visibili i resti nell’interessante Ipogeo.

    L’antico Duomo venne distrutto nel 1176 per opera di Federico I ( il Barbarossa) per essere ricostruito nel 1227 per volontà di Federico II da Giorgio da Como. Di tale ricostruzione rimangono visibili l’imponente facciata romanico- gotica in pietra d’Istria e l’atrio dove sono conservati affreschi del Trecento e il trecentesco monumento funebre di Giovanni Visconti d’Oleggio.

    Demolita nonostante l’avversione della popolazione fermana intorno al 1781 per volontà dell’arcivescovo Andrea Minucci, la cattedrale fu ricostruita in circa otto anni su progetto di Cosimo Morelli. L’architetto prediletto da papa Clemente XIV e Pio VI la ridisegnò secondo un gusto propriamente neoclassico che esaltava gli ambienti ampi e solenni mediante linee semplici e prive di ogni estro barocco. Tuttavia è indispensabile ricordare che il duomo ha conservato il corpo inferiore della torre campanaria.

    Le porte in bronzo sono opera di Aldo Sergiacomi da Offida e sono state collocate nel 1980.

    All’interno del duomo sono conservate opere pregevoli, quali un sarcofago paleocristiano del III- IV secolo, collocato nella cripta duecentesca, un’icona bizantina donata da Giacomo della Marca. Dall’altare principale si può inoltre vedere un mosaico paleocristiano con pavoni. 

    La cattedrale presenta uno stupefacente portale con arco a tutto sesto, sormontato da una cuspide attribuita a Nunzio Ucinelli che custodisce nella nicchia la statuina bronzea della Vergine Assunta in Cielo. Al di sopra del portale campeggia il rosone realizzato dallo scultore fermano Giacomo Palmieri nel 1348.

  • Cattedrale di San Giuliano
    0733 260330- 0733.234807 (IAT)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Giuliano

    La Cattedrale venne costruita nel 1459-1464 su progetto di Cosimo Morelli e venne rimaneggiata successivamente nel 1771. La facciata, incompiuta, presenta i resti di una torre campanaria, di scuola gotica fiorita risalente invece al 1478 ed attribuita a Marino di Marco Cedrino.

    L'interno, vasto e luminoso, è stato realizzato in stile neoclassico. Esso si caratterizza per le grandi colonne binate, le quali suddividono le tre navate e la crociera a cupola, le cui dimensioni vogliono comunicare un sentimento di grandezza verso il divino. La pala dell'altare maggiore raffigura San Giuliano che intercede la Madonna col Bambino a causa della minaccia della peste, opera di Cristoforo Unterbenger (1786). Sotto le cantorie si trovano invece interessanti tele del 1602 di Filippo Bellini, discepolo del Barrocci (Ultima cena e Cena di Emmaus). Pregevolissime sono le grandi tempere nei pennacchi del catino (Virtù teologali e Religione) di Silvio Galimberti (1938).

    Le cappelle laterali conservano opere notevoli. Sul primo altare di destra (di patronato della Famiglia Ferri) Consegna delle chiavi di scuola bolognese. Nella seconda cappella a destra è presente una pala: Madonna fra i SS. Sebastiano e Andrea dipinta, nel 1600, da Andrea Boscoli, uno dei migliori manieristi fiorentini; nel transetto destro un mosaico con san Michele Arcangelo eseguito nel 1628 da Giambattista Calandra per la basilica vaticana.

    Sul terzo altare destro (dei Compagnoni) San Carlo Borromeo, tela del maceratese Vincenzo Martini (1790). In fondo al transetto sinistro si apre la Cappella del SS.Sacramento, sapiente riproduzione dello stile settecentesco (Giuseppe Rossi, 1932) con la cupola affrescata dal Pavisa (1932). Nella prima cappella di sinistra si trova il fonte battesimale, frammento di una grande costruzione lignea secentesca che riproduceva il progetto michelangiolesco per la Basilica Vaticana.

    Preziose opere d’arte sono custodite anche nella sacrestia: nell'aula dei canonici ed in altri locali attigui la Madonna col Bambino fra i Santi Antonio Abate e Giuliano trittico firmato e datato (1369) da Allegretto Nuzi; Madonna in gloria fra i SS. Giuliano ed Antonio di Padova tavola attribuita a Vincenzo Pagani (sec. XVI). Inoltre, l’ampia sacrestia comune conserva: Madonna col Bambino fra i SS.Giovanni Battista, Sebastiano, Giacomo Maggiore tela di Gaspare Gasparrini, maceratese, seguace del Sermoneta (1574); Natività di Maria del concittadino Sforza Compagnoni (sec. XVI); Pietà di Filippo Bellini; Miracolo di San Gregorio, bozzetto di Andrea Sacchi per la pala della cappella gregoriana in S.Pietro Vaticano. Sull'altare della cappella S.Giuliano cui appare un angelo che gli annuncia la prossima morte, tela di Francesco Mancini (1738).

    Ottimo l'organo posto nella cantoria destra, uno dei più grandi dell'artista, costruito da Gaetano Callido nel 1790.

    Un'ampia scalinata conduce alla chiesa inferiore che dispone di tre altari: il maggiore dedicato al SS. Sacramento e gli altri alla Madonna di Loreto e a S.Maria Maddalena.

    Nel duomo di Macerata, inoltre, si conserva entro una preziosa urna di argento il braccio di S.Giuliano, protettore della città.

    La chiesa è temporaneamente chiusa.

  • Cattedrale di San Flaviano
    071.7573699 (parrocchia)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Flaviano
    La chiesa, con l'annesso Palazzo Vescovile e le carceri, ha una lunga storia di costruzione e rifacimenti a partire dagli inizi del XII secolo. Caratteristica della Cattedrale è la mancanza di facciata, incorporata nel nuovo Episcopio edificato nel Seicento, per cui la porta principale è ora posta nella fiancata laterale. Il vasto interno è a tre navate e l'attuale soffitto a cassettoni in legno intagliato risale al 1620 e venne fatto eseguire dal Cardinale Galamini. L'architetto Carlo Orazio Leopardi abolì gli archi acuti che sostituì con quelli ribassati. Nel piccolo atrio che precede il Sancta Sanctorum sono posti i sarcofagi del Cardinale Angelo da Bevagna, vescovo dal 1383 al 1412, del vescovo Nicolò delle Aste da Forlì, che iniziò il Santuario di Loreto, e del Papa Gregorio XII, il quale rinunciò al Papato e fu Vicario della Marca. L'antico Episcopio, risalente alla prima metà del Trecento, fino ad alcuni anni fa ha ospitato il Museo Diocesano (attualmente risistemato nel nuovo episcopio) con un'importante raccolta di dipinti eseguiti dal XVI al XVII secolo di artisti quali Guglielmo da Venezia, Ludovico Urbani, Giacomo da Recanati (1443), Sassoferrato, Guercino, e ancora una Sacra Famiglia attribuita al Mantegna; inoltre arredi e oreficerie di vari secoli, sculture, messali, opere d'arte minore. Nel loggiato del vecchio episcopio si trovano diversi pezzi lapidei, una statua romana e un lavabo di Andrea Sansovino.
  • Duomo di San Leopardo
    071.7231808
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Duomo di San Leopardo

    Affacciata sulla Piazzetta del Duomo, questa splendida Cattedrale à sicuramente uno degli esempi più belli di architettura romanico-gotica delle Marche. L’originaria struttura, edificata a cavallo tra XII e XIII sec., subì varie modifiche nel corso del tempo, senza mai perdere l’antica austerità, che si riflette ancora oggi nell’esterno (arricchito dal grande rosone e dai pregevoli portali in pietra) e nel maestoso  interno a tre navate. Degna di nota la cripta, costruita nel 1191 da Mastro Filippo, che custodisce i sarcofagi con le reliquie dei primi martiri e dei santi vescovi osimani. Adiacente alla Cattedrale, si trovano poi il Battistero, con il pregevole Fonte Battesimale in bronzo creato dai fratelli Jacometti nella prima metà del XVII sec. e il Museo Diocesano, che racchiude dipinti e sculture, paramenti sacri e reliquiari.