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La Riviera del Conero e i Colli dell'Infinito

L'incanto tra mare e colline

Le Marche sono il perfetto mix di mare e collina e quale miglior modo per viverle se non quello di passare quattro giornate nella Riviera del Conero e nel suo entroterra?

Si può partire dal porto di Ancona con la Mole Vanvitelliana, isola artificiale a pianta pentagonale progettata da Luigi Vanvitelli, che ospita tra le altre cose il Museo Tattile Statale Omero, unicum nel panorama espositivo nazionale. E ancora in centro la Pinacoteca Comunale con opere di Crivelli, Tiziano, Lotto e Guercino e il Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Per dominare la città, immancabile la visita alla Cattedrale di San Ciriaco, basilica romanico-gotica con elementi bizantini.

Ancona ha varie spiagge, come quella del Passetto, ma se ci si vuole immergere nella vera atmosfera del Conero, si possono trascorrere due intere giornate tra borghi e mare, iniziando proprio dalla baia di Portonovo, in cui rilassarsi o da esplorare in canoa o paddle. Da assaggiare il mosciolo, una cozza presidio Slow Food, che si riproduce solamente nella costa del Conero. Una volta stanchi del mare, da visitare i borghi di Sirolo, con la sua terrazza panoramica e Numana con la Costarella, la scalinata all’interno del paese che arriva fino al porto. Per il secondo giorno di mare, si può partire con una escursione tra i sentieri del Parco del Conero con le falesie a picco sul mare e poi scendere a Mezzavalle, spiaggia incontaminata raggiungibile solo a piedi o via mare (per Portonovo e Mezzavalle solo per il fine settimana è necessaria la prenotazione tramite l’APP iBeach).

L’ultimo giorno è all’insegna di spiritualità e cultura con la vista a Loreto, in cui quest’anno si celebra il Giubileo Lauretano e dove, oltre al Santuario della Santa Casa, è possibile visitare il Museo annesso con le tele del Lotto e la Sala del Pomarancio un raro esempio di pittura, scultura a stucchi e ebanisteria di epoca manierista. A pochi km di distanza c’è Offagna, bandiera arancione e uno dei borghi più belli d’Italia, dominata dalla Rocca medievale.

 

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Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • La Mole Vanvitelliana o Lazzaretto
    071 2222379
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Mole Vanvitelliana o Lazzaretto

    La struttura architettonica, progettata dall’architetto pontificio Luigi Vanvitelli, si trova nella parte più interna del porto naturale di Ancona in una posizione strategica e suggestiva all’esterno delle vecchie mura della città antica. A pianta pentagonale, la Mole era  una sorta di isola autosufficiente, collegata all’esterno solo da una piccola passerella. Una costruzione polifunzionale: lazzaretto di sanità pubblica, fortificazione a difesa del porto, deposito per le merci, protezione del porto dall'azione delle onde. Salvaguardava la salute pubblica ospitando depositi e alloggi per merci e persone in quarantena che arrivavano al porto da zone ritenute non sicure. Nel corso del tempo è stata usata anche come ospedale militare; poi è divenuta cittadella militare e in ultimo deposito di tabacchi. Oggi ospita mostre temporanee ed altri eventi culturali, oltre alla celebrazione di matrimoni civili.

  • Duomo di San Ciriaco
    071.52688
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Duomo di San Ciriaco

    Il Duomo di San Ciriaco rappresenta l'emblema di Ancona, sia per la posizione geografica sia per il significato storico e religioso. E’ altresì una delle chiese medievali più interessanti delle Marche, dove sono presenti elementi bizantini e gotici.

    Il colle dove sorge si chiamava nell'antichità promontorio Cumero, nome composto dalle parole greche Kuma ed Oro, che insieme significano "monte opposto al mare". In seguito fu chiamato colle di San Ciriaco o Colle Guasco, dal nome del colonnello Cesare Guasco che fece eseguire importanti fortificazioni verso il mare.

    Il Duomo di San Ciriaco fu edificato sui resti di un tempio ellenistico dedicato alla Venere Euplea, la Venere della buona navigazione. Questo tempio fu distrutto nel 558 da un terremoto che rase al suolo anche la cittadina di Numana.

    Nel VI secolo fu edificata una basilica  che fu dedicata a S. Lorenzo. Essa fu ricostruita e ampliata nel sec. IX dopo le distruzioni saracene, e trasformata a croce greca tra l’ XI e il XII secolo.  Malgrado i danni dovuti alle due guerre mondiali e al terremoto del 1972, la cattedrale è stata riportata alla sua austera eleganza.

    La sagoma dell'edificio, a pianta centrale a croce greca, è sovrastata dalla cupola a dodici facce slanciata e voltata alla gotica. Ricoperta di lastre metalliche, è considerata dagli esperti una tra le più antiche e perfette cupole in Italia. 

    I resti del tempio pagano e della basilica paleocristiana sono ancora visibili sotto le lastre di vetro poste nel corpo centrale della cattedrale. Nell’ala sinistra si trova il monumento a Pietro Ghinelli, realizzato da Giovanni Dalmata da Traù nel 1509. Nell’ala sinistra, nella cappella della Madonna, si trova lo splendido altare di Luigi Vanvitelli (1738).

    Il transetto destro ospita la Cappella del Crocifisso, dove le transenne sono composte da preziose formelle graffite di plutei risalenti al 1189, opera di un maestro Leonardo. Essi riportano figure di santi, profeti e animali simbolici

    La cripta di sinistra, appartenente alla più antica chiesa, conserva le urne dei patroni della diocesi S. Ciriaco, S. Liberio e S. Marcellino.

    Un attento sguardo al capolavoro artistico costituito dal suo protiro. E’ consigliata una visita approfondita anche del Museo Diocesano.

  • Ancona - Portonovo Windsurf Band
    Il centro PWB è situato in una delle zone più strategiche in termini di vento e onde, di tutto l’Adriatico. Offre tutti i giorni nella baia di Portonovo la possibilità, sia per chi non è mai salito su una tavola o per chi sia un veterano, di venire a navigare, di farsi prendere dal vento e dalle onde, di migliorare in fretta grazie ai venti costanti di tutte le intensità, di trovare consulenza per il materiale, allenarsi coi campioni per una gara, di raddoppiare le uscite in poco tempo usando i migliori materiali in circolazione. Il tutto svolto in un ambiente vero, amichevole e divertente. Gli istruttori sono specializzati ed esperti, pieni di passione e seguono l’allievo personalmente ora dopo ora.
  • Mosciolo selvatico di Portonovo - Presidio Slow Food
    Con il nome di "Mosciolo" si intende il mitilo pescato nella zona di Portonovo di Ancona, nel tratto di mare che va da Pietralacroce ai Sassi Neri di Sirolo. Il "mosciolo", dal colore nero violaceo all’esterno e madreperlaceo all’interno, ha una conchiglia ovolinata, allungata e schiacciata nella parte opposta al bisso con il quale si attacca agli scogli. Caratteristica subito evidente e la ricchezza di concrezioni che lo distinguono dalla cozza di allevamento ed ovviamente il tipico profumo di mare. Il “mosciolo” si consuma essenzialmente d’estate, quale protagonista di alcune ricette tipiche offerte dai ristoranti di Portonovo e della Riviera del Conero: spaghetti con i moscioli, moscioli alla marinara e soprattutto "moscioli arrosto".
  • Abbazia di Santa Maria di Portonovo
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di Santa Maria di Portonovo

    Perfettamente inserita nel paradiso naturale del Monte Conero, questa chiesa sovrasta la scogliera di bianco calcare su cui è arroccata.
    In armonia con l'ambiente circostante, parzialmente nascosta nel verde, è un vero e proprio gioiello dell'architettura romanica, realizzato in blocchetti lavorati di calcare del Conero. La pianta a croce greca è divisa in cinque navate, la cupola risulta divisa in due parti, il tiburio e il tamburo sono quadrati, la principale fonte di luce è rappresentata dalle caratteristiche bifore.

    L'apertura dell'Abbazia è effettuata da volontari di Italia Nostra

  • Sirolo
    Tel. 071.9330572 (Comune) - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sirolo

    Il centro di Sirolo è adagiato sul versante meridionale del Monte Conero ed è compreso nell’area del Parco naturale del Monte Conero.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    Incastonata nella falesia ai piedi della zona abitata di Sirolo, si trova la spiaggia Urbani (Bandiera Blu 2018), costituita principalmente da roccia. Da lì comincia la spiaggia di San Michele (Bandiera Blu 2018, assieme alle spiagge Sassi neri e Urbani), ghiaiosa e attrezzata di stabilimenti balneari. Proseguendo si raggiunge la spiaggia dei Sassi Neri (Bandiera Blu 2018), caratterizzata dalla presenza sulla battigia di blocchi di scisti neri di origine sedimentaria. La spiaggia delle Due Sorelle è la più caratteristica e nota di Sirolo; così denominata per i due scogli gemelli che emergono dal mare, è raggiungibile via mare grazie ad imbarcazioni che, durante il periodo estivo, partono giornalmente dal porto di Numana. È stata premiata da Legambiente quale una delle dieci spiagge più belle d'Italia.
    Spettacolo unico e davvero attraente per i bambini è il rilascio delle tartarughe marine proprio da questa spiaggia, ritenuta idonea allo scopo grazie alle sue acque pulite e cristalline. Ci sono poi altre spiagge: la spiaggia dei Lavori, adiacente alla Spiaggia delle due Sorelle lato Nord e formata da ciottoli e massi levigati dal mare e dal vento; la spiaggia dei Forni e la spiaggia dei Gabbiani, che sono delle piccole baie sabbiose di straordinaria bellezza. La spiaggia dei Frati prende il nome da una scogliera sommersa detta secca sita nelle vicinanze ed è denominata anche del Bo' (per uno scoglio antistante simile ad un bue): appartiene per metà circa al territorio del comune di Sirolo (tratto di spiaggia libero) e per l'altra metà a quello del comune di Numana (tratto di spiaggia con stabilimento balneare).

    COSA VISITARE
    Da vedere sono: la chiesa di San Nicola, l’ex-chiesa del S. Sacramento, la chiesa della Madonna del Rosario; interessante anche il Teatro Cortesi, di stile ottocentesco, inserito nel sistema murario di fortificazione dell'antico centro abitato. A pochi passi dal borgo, sorge il Teatro alle Cave, una cava naturale all’interno del Parco, che anima con appuntamenti di qualità le notti estive della Riviera del Conero.
    Sulla sommità del Monte Conero si può ammirare la Badia romanica di San Pietro, fondata dai benedettini nella prima metà dell’XI secolo. 
    Sirolo registra una delle più remote presenze umane delle Marche. Sin dalla preistoria misteriosi abitatori lasciarono i segni della loro presenza databile a 100 mila anni fa. I piceni animarono questa terra, seminandola di abitati e poi di necropoli: a Sirolo vi è un percorso archeologico nella più grande necropoli picena delle Marche (VI sec. a.C.) - l'unica visitabile nella regione – in cui sono stati rinvenuti numerosissimi reperti che compongono le associazioni funerarie di una straordinaria sepoltura qual è la cosiddetta Tomba della Regina.
    Numerose sono possibilità di svago; sia la costa che l’area del parco del Conero si prestano alla pratica di svariati sport: trekking, mountain bike, vela, surf, windsurf, attività subacquee, tennis, golf birdwatching.

    Tra gli eventi di maggior rilievo che si svolgono a Sirolo nel corso dell'anno ricordiamo il Palio di San Nicola di Bari, che si celebra il 9 maggio, festa del Patrono, o il sabato o domenica immediatamente successivi ed prevede lp svolgimento di due disfide. 

  • Numana
    071.9330612 - 071.7390179
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Numana

    Numana è una cittadina costiera dell' Adriatico centrale, che sorge sulle pendici meridionali del Monte Conero. Il territorio di Numana è compreso quasi interamente nel Parco regionale del Monte Conero. Il centro storico si trova nella parte denominata Numana Alta, in quanto è alla sommità di una falesia a picco sul mare, mentre Numana Bassa include la sottostante zona del porto turistico (Approdo Bandiera Blu).

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La spiaggia di Numana Alta comprende due baie formatesi a ridosso della falesia, la Spiaggiola e la Spiaggia dei frati, mentre la spiaggia di Numana bassa si estende a sud del porto fino alla frazione di Marcelli, dotata di numerosi stabilimenti balneari, campeggi e club vacanze.
    Particolarmente indicata per i bambini è la spiaggia Marcelli, dove sorgono stabilimenti colorati e attrezzatissimi per le famiglie. La parte interna del territorio numanese è prevalentemente collinare e qui si trova anche l'altra frazione di Numana, gli Svarchi. Nella parte meridionale del comune di Numana, che corrisponde ai confini meridionali del parco del Conero, si trova la foce del fiume Musone, un'area umida di notevole valenza ambientale e naturalistica. Le spiagge Bandiera Blu sono quelle di Numana Bassa/Marcelli Nord e di Numana Alta.

    COSA VISITARE
    Le principali attrazioni turistiche sono: un Arco di torre, sulla cima del promontorio che domina il porto, resto del campanile di una chiesa scomparsa o di una torre di avvistamento; una fontana del XVII sec, le cui cinque bocche prendono l’acqua da un cunicolo di un antico acquedotto di epoca romana; un Antiquarium statale, che raccoglie i corredi delle tombe picene (notevole è il corredo della tomba della cosiddetta "regina picena", trovato nei pressi di Sirolo) e romane; il Santuario del Crocifisso, che custodisce un crocifisso in legno di cedro, significativa scultura bizantina risalente ai secoli XIII-XIV; il Municipio, un edificio del 1773, un tempo utilizzato come residenza estiva dei vescovi di Ancona e la costarella, una delle vie più tipiche di Numana, un tempo abitata da pescatori che quotidianamente percorrevano questa scalinata per recarsi al porto.
    Gli amanti dello sport hanno la possibilità di praticare svariate attività: trekking, mountain bike, vela, surf, windsurf, tennis e  immersioni subacquee.

    L'evento più importante di Numana è la Festa della Madonna Assunta, che ha luogo 14 agosto. La festa ha inizio intorno alle 21.15 con la celebrazione al porto della Santa Messa; dopo la funzione, i pescatori rendono omaggio alla Santa protettrice facendola riemergere dalle acque aiutati da cinque sommozzatori che prelevano la statua dal fondale. Le imbarcazioni partono dal lato nord del molo per raggiungere sotto costa la Croce di piazza Nuova, da qui si dirigono verso il lato sud del porto fino ad arrivare all’Hotel Palace e poi rientrare. Alle 23 si assiste allo spettacolo dei fuochi pirotecnici sul mare.

    Sin dal 2001 la città di Numana, prima città delle Marche, ha iniziato un programma di collaborazione con la Fondazione Cetacea per il soccorso delle tartarughe marine. Recentemente è stata accettata quale luogo eletto nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic NetCet volto alla salvaguardia di specie protette in difficoltà. Questo è un progetto transfrontaliero che mette in evidenza l’eccellenza e l’esperienza della città adriatica in questa direzione.
    È proprio nell’ambito del progetto NetCet che si è deciso di realizzare qui, in uno dei tratti di costa più belli della Riviera del Conero, un’area di riabilitazione o pre-rilascio denominata “La caletta delle Tartarughe”.
    Lo scopo del progetto è quello di informare i fruitori della riviera sulle ricchezze del mare Adriatico a partire dalla presenza, non occasionale, delle tartarughe marine nel Conero. Il momento centrale del progetto è quello del rilascio in mare a guarigione avvenuta delle tartarughe: sono le cosiddette liberazioni o rilasci, effettuate a partire dall’area di riabilitazione denominata “caletta”. È noto che negli ultimi tempi le buone pratiche di tutela ambientale sono divenute un valore aggiunto del turismo percepito non più come permanenza in luogo dove potersi rilassare, divertire, usufruire di buoni servizi turistici ma come ricerca di esperienze a forte valore aggiunto.

    Una città circondata dai vigneti che spiccano nelle campagne, frutto di politiche ambientali sostenibili, in cui sono promossi metodi di coltivazione rispettosi dell’ambiente, metodi che hanno valso a Numana, unica nella provincia anconetana, il premio Spiga Verde.

  • Lorenzo Lotto - San Cristoforo, San Rocco, San Sebastiano

    San Cristoforo, San Rocco, San Sebastiano  

    Domina l’opera la figura di San Cristoforo che giganteggia al centro del quadro. L’iconografia del santo si lega alla leggenda narrata da Jacopo da Varagine, secondo cui Cristoforo era un gigante che si era proposto di servire il signore più potente. Capitato dopo varie peripezie al servizio del demonio, apprese che Cristo era il più forte di tutti: di qui scaturì nel gigante il desiderio di convertirsi e di cambiare vita. Il santo scelse un'abitazione nelle vicinanze di un fiume, con lo scopo di aiutare i viaggiatori a passare da una riva all'altra. Una notte fu svegliato da un fanciullo che lo pregò di traghettarlo; Cristoforo allora lo caricò sulle spalle, ma più s'inoltrava nell'acqua, più il peso del fanciullo aumentava e, solo a stento aiutandosi con un grosso bastone, riuscì a guadagnare l'altra riva. Il bambino si rivelò allora come Cristo e gli profetizzò il martirio che avvenne poco tempo dopo. Nell’opera del Lotto sulla sinistra è raffigurato S. Rocco che mostra, secondo i canoni della tradizionale iconografia, il bubbone causato dalla peste che lo colpì; in posizione speculare S. Sebastiano, trafitto dalle frecce, è legato ad un albero da cui germoglia l'edera, simbolo di immortalità. I due santi vengono invocati contro le malattie e le pestilenze, ed è quindi molto probabile che la pala sia stata commissionata per invocare la guarigione dalla terribile malattia.

  • San Michele Arcangelo e Lucifero

    San Michele Arcangelo caccia Lucifero  

    E’ il tema del libero arbitrio ad occupare la mente dell’artista che affida a San Michele e a Lucifero il compito di illustrare la dialettica tra Bene e Male. Il Lotto rappresenta Satana ispirandosi alla tradizione biblica che fa di Lucifero il più alto angelo decaduto e lo rappresenta nella sua bellezza, non ancora del tutto trasformato in angelo delle tenebre, quasi in atto supplice verso Michele che sembra volerlo soccorrere con la mano distesa, più che colpirlo con il bastone. Le due figure angeliche sono gemelle e speculari. Il movimento della caduta dell’uno corrisponde, rovesciato, all’ascensione dell’altro, in una suggestiva sinfonia cromatica.

    San Michele arcangelo caccia Lucifero,1545 ca - Museo-Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto

  • Lorenzo Lotto - Adorazione del Bambino

    Adorazione del Bambino, 1548- 1550 

    Il quadro venne messo in vendita, senza successo, nel 1550 ad Ancona nella Loggia dei Mercanti, in un periodo in cui il Lotto si trovava in cattive condizioni economiche. Una composizione di analogo soggetto si trova al Louvre. Nell’opera Gesù Bambino è disteso su un giaciglio e sgambetta nel tentativo di raggiungere la croce che gli viene agitata davanti come un sonaglio da una accigliata e pensosa S. Elisabetta. Quel gesto, che dà corpo alle inquietudini degli adulti, provoca la sorridente complicità del S. Giovannino che lo segnala a Maria, ricevendo in cambio un moto di autentico sgomento.

  • Lorenzo Lotto - Adorazione dei Magi

    Adorazione dei Magi, 1548- 1555 

    E' l'opera più debole del gruppo lauretano, tanto che ne viene messa in discussione perfino l'autografia. Un'anima popolare percorre il dipinto che si apparenta alle tante predelle e tavolette in cui il Lotto amava dar corpo al gusto del racconto, alle atmosfere favolistiche, alle ambientazioni alla tedesca

  • Lorenzo Lotto - Presentazione al Tempio

    Presentazione al Tempio, 1555 c. 

    Ultima opera, rimasta incompiuta, eseguita dal Lotto prima della morte.?L'impianto compositivo è piuttosto complesso come il significato dell’opera?I sacerdoti sono tre disposti l’uno dietro l'altro nella stessa identica posizione, quasi fossero lo stesso personaggio in tre distinte fasce d'età. Il vecchio Simeone è il rappresentante del tempo speso nell'attesa del Messia; segue un rabbino di mezza età con il libro della Torah che rappresenta la religione ebraica; chiude un giovane chierico, espressione ultima di un impianto teologico di cui si riconosce la matrice dal monoteismo giudaico. Tutti e tre i sacerdoti compaiono dietro un altare quadrato la cui tovaglia bianca lascia scoperti quattro piedi umani usati in funzione di sostegno della sacra mensa. Su questo sconcertante particolare figurativo appare corretto il richiamo ad Isaia che parla del piede come veicolo di rivelazione.

  • Loreto - Lorenzo Lotto - Battesimo di Cristo

    Battesimo di Cristo, 1544- 1549 

    Utilizzata per il coro della Basilica di Loreto, la tela è stata ridimensionata per renderla uguale alle altre.  Nell'impianto concettuale del ciclo lauretano, il Battesimo del Cristo è il momento centrale, la conferma di un nuovo patto tra Dio e gli uomini attraverso un atto sacramentale di cui il Cristo è nello stesso tempo il fondatore e il destinatario in virtù della sua doppia natura, umana e divina

  • Lorenzo Lotto - Cristo e l’adultera

    Cristo e l’adultera, 1548- 1550 

    Dell'opera si è negata a lungo la paternità lottesca, arrivando ad ipotizzare che si tratti di una copia eseguita da aiuti.??L'adultera, conserva nella flagranza del reato una sua purezza soprattutto se paragonata  alla volgarità delle espressioni dei personaggi che la circondano. Uno solo, ormai vecchio, invita al silenzio. ?Fa argine alla folla scomposta il gesto deciso del Cristo che con il braccio destro alzato ripara la donna, mentre con la mano sinistra conduce il segno rovesciato della benedizione con le dita rivolte verso il basso.

  • Lorenzo Lotto - Il Sacrificio di Melchisedec

    Il Sacrificio di Melchisedec, 1545- 1550 

    Melchisedech, re di Gerusalemme e sacerdote del Vecchio Testamento, è dietro ad un altare che ?divide il gruppo degli officianti dall'esercito di Abramo. L'altare è coperto da una tovaglia bianca che lascia scoperte due zampe elefantine in funzione di sostegno. L'elefante potrebbe essere stato utilizzato per alludere al battesimo, considerata la credenza tardoclassica secondo cui i piccoli venivano partoriti in acqua. I quattro grandi pani ed un'anfora sopra l'altare sono probabilmente una prefigurazione del rito eucaristico.

     

  • Luca Signorelli – Affreschi nella Cappella di San Giovanni

    Nella Sagrestia di S. Giovanni della Basilica del Santuario della Santa Casa di Loreto, Luca Signorelli realizzò una pregevole serie di affreschi databili probabilmente tra il 1481 e il 1485.
    Le decorazioni dividono la volta della sagrestia in otto spicchi con le raffigurazioni degli Evangelisti (Luca, Marco, Matteo e Giovanni) e dei Dottori della Chiesa occidentale (Girolamo, Gregorio Magno, Agostino e Ambrogio), nelle quali è possibile intuire un modulo compositivo che unisce un’evidente ricerca del movimento e al tempo stesso di monumentalità, elemento quest’ultimo caratterizzante del pittore Piero della Francesca. La scelta stilistica legata alla scuola toscana è presente anche nei soprastanti otto Angeli musicanti che suggeriscono un riferimento al Botticelli con il quale il Signorelli lavorò in quegli anni nella Cappella Sistina, sia per l’eccezionale eleganza delle figure, calibratissime e calde di colore, seducenti per levità aerea, per ritmo e per sinuose movenze sia per la ricerca plastica e l’energia espressiva.
    Sulle pareti sono coppie di apostoli a figura intera ed episodi dell’Incredulità di S. Tommaso e della Conversione di S. Paolo (attualmente non visibile perché situata sopra la porta), capolavoro di questo ciclo per la sapienza prospettica che anticipa negli audaci scorci e, in particolare, per la grande teatralità ed enfasi drammatica presente nella scena dell’apparizione divina. Risulta evidente la sintesi tra lo staticismo di Piero e il dinamismo del Pollaiolo, sintesi che costituisce per altro uno degli elementi peculiari dell'arte signorelliana.

  • Melozzo da Forlì – Affreschi nella Cappella di San Marco

    Tra il 1477 e il 1479, Merlozzo da Forlì eseguì gli straordinari affreschi nella cupola della sagrestia di S. Marco della Basilica del Santuario della Santa Casa di Loreto, commissionati dal cardinale Girolamo Basso della Rovere.
    Si tratta di uno dei primi esempi di cupola decorata da figure ed elementi architettonici, temi decorativi fortemente influenzati dalla Camera Picta di Andrea Mantegna a Mantova.  
    La volta presenta uno scheletro architettonico dipinto con costoloni e cornici convergenti verso la sommità della cupola che inquadrano finestre aperte sul cielo e in corrispondenza delle quali si trovano otto Angeli con le ali spiegate e recanti i Simboli della Passione. Al di sopra è raffigurata una corona di angeli e cherubini che incorniciano lo stemma del committente circondato da un festone. In corrispondenza della base del tamburo della cupola sono una serie di Profeti rappresentati seduti su un cornicione dipinto. Nella parete sottostante si trova l’ Ingresso di Gesù a Gerusalemme, racchiuso entro un riquadro centinato. Le figure sembrano inserirsi perfettamente nelle architetture dipinte, offrendo un esempio di abilità prospettica quattrocentesca che fece meritare al Melozzo il riconoscimento di grandissimo prospettivo da parte del Vasari.

  • Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto
    071 9747198
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto
    Il Museo Pontificio della Santa Casa è collocato nel braccio occidentale del Palazzo Apostolico, negli ambienti del primo piano un tempo adibiti a foresteria e ad uso di rappresentanza. Il Museo conserva un vasto ed eterogeneo patrimonio di arte e di fede proveniente dalla Basilica o donato alla Santa Casa nel corso dei secoli, a testimonianza della fama e del prestigio di cui gode il Santuario lauretano in tutto il mondo. Fra le varie raccolte d’arte esposte, segnaliamo le nove tele di Lorenzo Lotto (1480-1556ca) che decoravano, in gran parte, l’antica Cappella del Coro della Basilica, alcune delle quali eseguite dal pittore negli ultimi anni della sua vita, conclusasi presso il Santuario, come oblato della Santa Casa, e i cartoni preparatori per gli affreschi della cupola, realizzati da Cesare Maccari (1480-1919). Inoltre, dipinti su tavola o tela, quasi tutti a carattere religioso, che ornavano gli altari della Basilica, la maggior parte realizzati nella seconda metà del secolo XVI, le due prestigiose collezione di maioliche da farmacia, uscite da botteghe urbinati nei secoli XVI e XVII, in uso presso la Spezieria della Santa Casa, i dieci arazzi fiamminghi realizzati nel 1620-1624 su cartoni raffaelleschi (secolo XVII), lo splendido arredo d’altare in corallo di manifattura trapanese (secoli XVI – XVII), di notevole valore artistico, donato il 5 gennaio 1722 dal principe Caracciolo d’Avellino al Santuario della Santa Casa. Degne di nota le collezioni di arte contemporanea, immagini e oggetti di pietà popolare, tra i quali oggetti di oreficeria provenienti dall’Antico Tesoro della Santa Casa, la raccolta di tavolette di bosso utilizzate un tempo per il tatuaggio religioso, le tavolette votive dei secoli XVII-XIX offerte al Santuario dai fedeli, a ricordo di qualche particolare grazia ottenuta per intercessione della Vergine.
  • Chiesa di S. Lucia
    071 7107380
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Lucia
    Le prime notizie della Chiesa di S.Lucia risalgono al 1372. Infatti a quell’epoca esisteva una confraternita detta di S. Lucia che poi, nel 1549, fu chiamata anche della Buona Morte in quanto si occupava dell'assistenza dei moribondi. L’interno è caratterizzato da numerose opere d’arte: due quadri risalenti al 1600 e presso l’altare maggiore una S. Lucia martirizzata e glorificata, mentre sull'altare laterale la Vergine col Bambino venerato da S. Luigi di Gonzaga e da S. Carlo Borromeo. Di fronte è esposto il S.S. Crocifisso risalente al XVI secolo. In prossimità dell'altare sul lato sinistro è posta una lapide commemorativa. La stessa documenta di un ritrovamento avvenuto nell'anno 1761 dei resti di un martire.
  • Offagna
    392 1302383
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offagna

    A ridosso di Ancona e del Monte Conero, Offagna, tipico borgo medioevale, è dominata dalla sua Rocca, che svetta come una solitaria vedetta sul paesaggio collinare circostante. Il borgo, su cui sventola la Bandiera Arancione, rientra nell'associazione I borghi più belli d'Italia

    La Rocca, costruita a metà del XV sec. sui ruderi di un precedente castello, è una delle più belle costruzioni difensive delle Marche, presenta una forma quadrangolare e conserva ancora intatto il massiccio mastio, a cinque piani, nel quale è allestito il Museo delle Armi antiche. 

    Lungo le mura di difesa, orlate da merlature a coda di rondine, corre il cammino di ronda. Il borgo attorno alla rocca è piccolo, ma conserva dei gioielli architettonici di tutto riguardo: la Chiesa del SS. Sacramento, a pianta circolare, è stata costruita dall’architetto Andrea Vici in puro stile neoclassico. Lo stesso architetto progettò anche il Monastero di Santa Zita, che si presenta come una struttura fortificata.
    La Chiesa di Santa Lucia invece, attestata già dal '300, conserva al suo interno un crocifisso ligneo del ‘500 e dipinti seicenteschi mentre nella Chiesa di San Tommaso si può ammirare  una pala d’altare dedicata a San Bernardino, patrono del paese.
    La visita al borgo può continuare nel Museo di Scienze Naturali "Luigi Paolucci", con interessanti raccolte paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche e nel Museo della Liberazione di Ancona, che documenta le fasi del passaggio del fronte alleato nelle Marche.  Tipica del borgo è la crescia, una sorta di piadina cotta sulla brace, da accompagnare con le “foie de campo”, un misto di erbe spontanee. Ad Offagna si può inoltre degustare il Rosso Conero, i cui vigneti caratterizzano le campagne circostanti.

    Da non perdere a luglio le Feste Medievali, una manifestazione di grande richiamo nata per far rivivere l'antica tradizione della Contesa della Crescia, una disfida in armi (lancia, balestra, arco, mazza ferrata) fra i quattro rioni del paese. Offagna si trasforma in un autentico borgo medievale e nelle sue vie e piazze torna a rivivere l'atmosfera del passato con mostre, taverne, spettacoli, rassegne, rievocazioni storiche. Ogni anno viene fissato dall'Accademia della Crescia un tema conduttore delle feste, che si concludono con la suggestiva cerimonia d'investitura dei nuovi Cavalieri della Contesa e la Fiera del Colombaccio (settembre).