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La regione dei Teatri

Scrigni preziosi dove lo spettacolo va in scena
Nati come elegante “arredo urbano” e come salotto ideale, i teatri storici delle Marche hanno contributo ad accrescere la solida cultura musicale e l’amore per lo spettacolo, un tratto distintivo che il turista può apprezzare ancora oggi in tutta la sua vivacità, assistendo ad avvincenti rassegne di rappresentazioni e concerti che si svolgono durante l’anno. Oltre settanta teatri storici, infatti, ospitano stagioni liriche, sinfoniche, di danza e prosa.
 
Le Marche sono state definite la regione dei teatri, in gran parte gioielli del Settecento e dell’Ottocento: grandi e sfarzosi come quelli di Pesaro, Macerata e di Ascoli Piceno; preziosi perché conservano macchinari scenici d’epoca come quello di Offida. Teatri che sono autentici scrigni in miniatura come quello di Montegiorgio e il teatro della Rocca di Sassocorvaro. A Jesi il teatro G.B. Pergolesi è noto per la decorazione del soffitto eseguito da Felice Giani; a Fabriano nel teatro Gentile, l’acustica è la migliore dei teatri delle Marche. A Fermo nel teatro dell’Aquila è stata allestita una sezione dedicata alla documentazione storica delle attività della struttura. Da segnalare sono i teatri Le Muse di Ancona, Misa di Arcevia, La Vittoria di Ostra, La Fortuna di Fano, il teatro Comunale di Cagli, in fastose forme neobarocche, il teatro La Fenice di Osimo e il Mercantini di Ripatransone.

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Livello di difficoltà: media
Target: Family

Le tappe dell'itinerario

  • Teatro della Rocca
    0722.76177 - 0721.69341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro della Rocca
    È un teatro di sala ricavato all'interno della Rocca di Sassocorvaro eretta intorno al 1475 da Francesco di Giorgio Martini su commissione di Federico da Montefeltro. Precisamente si trova ad occupare quello che fu il salone maggiore del fortilizio, posto al piano superiore dove era stato ricavato l'Appartamento del castellano. Cessata la funzione militare della rocca e diventata la stessa residenza civile, l'uso del suddetto salone come teatro dovette apparire più che naturale; ma solo dopo il 1860, quando la rocca entrò a far parte del patrimonio comunale, il teatro diventò pubblico. Lo stesso presenta una struttura del tutto particolare, quasi anomala rispetto alla tipologia dei teatri storici marchigiani; non dispone, infatti, di palchi, ma solo di un palchettone ligneo fiancheggiato da paraste che si protende sui due lati lunghi della sala con una balconata, fino a sfiorare il boccascena, fiancheggiato a sua volta da due paraste. La volta a tutto sesto è quella dell’antico salone quattrocentesco, interamente dipinta nel 1895 dal locale pittore Enrico Mancini (1867-1913) con soggetti liberamente tratti dal repertorio tardo neoclassico (grottesche, festoni, putti, riquadrature e paesaggi) e la cui nota dominante è il blu acceso del grande scomparto centrale popolato da svolazzanti putti alati. Del Mancini è anche la decorazione a finte arcate che sovrasta la balconata e quella a riquadri con grottesche e paesaggi della balaustra, così come il sipario dove è riprodotta sullo sfondo un’immagine di Sassocorvaro vista attraverso le arcate di una finta loggia con tanto di tendaggi sospesi. Del tutto perdute, purtroppo, sono le decorazioni pittoriche che dovevano allietare un tempo la zona inferiore delle pareti, quella sottostante il palchettone e la balconata, oggi resa amorfa da un intonaco a tinta unica.
  • Teatro Rossini
    0721.387620 - 0721.387362 - 07
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Rossini

    Il Teatro Rossini viene inaugurato come Teatro del Sole nel 1637, durante il pontificato di Urbano VIII che concede, come luogo per gli spettacoli pubblici, le vecchie scuderie ducali costruite da Federico Ubaldo Della Rovere. L’edificio subisce nel tempo diverse trasformazioni; una vera e propria ricostruzione si deve all’architetto Pietro Ghinelli tra il 1816 e il 1818, anno in cui è inaugurato come Teatro Nuovo con una eccezionale rappresentazione de La gazza ladra diretta dallo stesso Gioacchino Rossini, già celebre anche se appena ventisettenne. Del vecchio edificio si salva il portale bugnato di Filippo Terzi che tuttora costituisce l’ingresso principale. Nel 1855 il teatro viene intitolato a Rossini. Nel 1934 viene ricostruita la facciata, modificato il ridotto e realizzata un’ampia sala (l’attuale Sala della Repubblica) all’altezza del terzo ordine di palchi. L’ultimo restauro strutturale è degli anni Settanta dopo che il teatro viene dichiarato inagibile nel 1966.

    La riapertura del Rossini nel 1980 decreta l’inizio di una vita intensissima in contemporanea con la nascita del Rossini Opera Festival. Il teatro ospita nel corso dell’anno: produzioni liriche e concerti del Rossini Opera Festival, la Stagione Teatrale, la Stagione Concertistica e il Festival Nazionale d’Arte Drammatica.

  • Teatro della Fortuna
    0721 800750 - 0721 830742
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro della Fortuna

    Il primo spazio teatrale fanese, fu la Sala della Commedia, resa stabile con palco e scena fissi a partire dal 1556. Nello stesso luogo fu poi eretto fra il 1665 e il 1677 il primo Teatro della Fortuna, opera del celebre scenografo e scenotecnico fanese Giacomo Torelli. Dotato di cinque ordini di palchi e di un vasto palcoscenico perfettamente attrezzato, il teatro torelliano ebbe le scene e le decorazioni rinnovate nel 1718-19 da Ferdinando Bibiena e si mantenne in attività fino al carnevale del 1839. L’attuale secondo Teatro della Fortuna è stato invece eretto fra il 1845 e il 1863 dall’architetto modenese Luigi Poletti e risultava evidente anche la perfezione raggiunta nelle forme architettoniche dove vennero eliminati tutti gli squilibri e creata una perfetta armonia di masse e di linee. Imponente e severo, lungo il perimetro a ferro di cavallo della platea, è l’alto basamento anfiteatrale che regge la sporgenza del primo ordine (21 palchi), ampia e decorata fra palco e palco da piccole sfingi alate. Qui dominano severi i pilastri in muratura che reggono la sporgenza del secondo ordine con relative mensole e che sostengono il peristilio corinzio su cui posano il fregio e la cornice della trabeazione, coronata da attico decorato da statue, che funge da parapetto al loggione. A metà circa dell’altezza, fra i fusti delle colonne elegantemente scanalate, alleggerisce il tutto l’impalcatura con classico parapetto a grata che delinea il terzo ordine ed è di grande effetto per il motivo del traforo che si ripresenta, variamente risolto, anche nel parapetto del loggione a balconata aperta e che bene si presta ad evitare il ripetersi monotono dei parapetti a fascia che caratterizzano invece i due ordini inferiori, abbelliti questi dalle decorazioni a stucchi dorati realizzate su disegno del Poletti dall’urbinate Giuliano Corsini. Al Corsini si attribuivano anche la realizzazione dell’artistico motivo a corone concentriche della volta, fedelmente rifatta dopo le ricordate distruzioni belliche, nei cui tondi e riquadri campeggiavano vivaci tempere del romano Francesco Grandi, raffiguranti i Fasti di Apollo, i Genietti delle Arti e sette delle nove Muse. Opera anch’essa del Grandi è il sipario raffigurante un immaginario Ingresso di Cesare Ottaviano Augusto nell’antica Fanum Fortunae, ritto sul carro tirato da quattro candidi destrieri. Dopo cinquant’anni e più di forzata chiusura il teatro è oggi in attività, interamente restaurato nelle sue parti monumentali e completamente ristrutturato negli impianti e servizi.

  • Teatro comunale
    0721.781341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro comunale
    La prima sala per spettacoli di Cagli fu ricavata all’interno del Palazzo Comunale per la messa in scena di una commedia del cagliese Bernardino Pino nel 1585. L’attuale teatro, sorge su area totalmente autonoma ed è stato eretto fra il 1870 e il 1878 su disegno dell’architetto perugino Giovanni Santini con modifiche dell’ingegner Coriolano Monti e dell’ingegner Lorenzo Priori. Un edificio che segna il trionfo dello stile eclettico e il superamento di ogni nostalgia neoclassica. La facciata presenta le caratteristiche di un palazzo tardocinquecentesco con tre grandi portali arcuati a bugnato, alternati ad analoghe finestre al piano terreno, balcone centrale e cinque finestre rettangolari con cornice a timpano spezzato al piano nobile, finestrotti quadrati al secondo piano, fasce marcapiano e cornicione rettilineo con mensole a coronamento dell’edificio. Quattro grandi epigrafi, riccamente incorniciate e poste tra le finestre del primo piano, sono dedicate ai protagonisti dell’unità nazionale. Di gusto eclettico è l’elegante atrio, scompartito in nove campate da altrettante volte a crociera sostenute al centro da quattro colonne doriche e sovrastato al piano superiore da un capace ridotto con volta lunettata a padiglione. La sala, raccolta e armoniosa nelle sue proporzioni, dispone di 50 palchi disposti su tre ordini e sovrastante loggione a balconata aperta. Il proscenio, privo di palchi, è ad architrave piano cassettonato e arcuato sui due lati. La decorazione, riccamente distribuita lungo i parapetti a fascia e sui pilastrini divisori, è tutto un susseguirsi di stucchi dorati, mensole, volute, sfingi, cornici, fregi e intagli, disegnati e modellati dal perugino Alessandro Venanzi e dal bolognese Tito Azzolini. Il palcoscenico presenta ancora oggi i vecchi dispositivi di manovra come i carrelli per lo spostamento delle quinte, carrucole e tiri, una macchina per le luci a soluzione salina, un sipario-comodino con apertura per l'uscita degli artisti e ben nove scene complete di fondali e quinte costituenti il corredo originale. Dopo alcuni anni di chiusura per adeguamento alle norme di sicurezza, il teatro è oggi in attività.
  • Teatro Gentile da Fabriano
    +39 0732709409;+39 07323644
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Gentile da Fabriano
    Un vero e proprio privilegio trovarsi al Teatro Gentile da Fabriano (1884), uno dei più importanti delle Marche dal punto di vista acustico. L’interno ed il sipario sono impreziositi dai dipinti di Luigi Serra (1880), mentre le ornamentazioni a chiaroscuro appartengono al bolognese Luigi Samoggia. L’ingresso del teatro è in stile neoclassico diviso in due piani: la parte inferiore presenta un portico con tre arcate ornate da un ordine di paraste doriche e quello superiore con loggia chiusa da vetrate e paraste d’ordine ionico. Il foyer presenta una pianta rettangolare mentre la platea ha pianta a ferro di cavallo con quattro ordini per complessivi 91 palchi. Sul muro di fondo del loggione a balconata si imposta la volta della sala. Il sipario è costituito da un dipinto simbolico del “trionfo” di Gentile da Fabriano con effetti di controluce di grande fattura.
  • Teatro Misa
    0731 984561
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Misa
    Si tratta di un piccolo gioiello architettonico che, dopo un lungo restauro è stato finalmente riportato all’antico splendore. Completamente ricostruito tra il 1840 e il 1845 all’interno del Palazzo dei Priori - inusuale la collocazione all’ultimo piano dell’edificio - sul precedente teatro (secc. XVII-XVIII), è costituito da una bella sala a ferro di cavallo convergente a tre ordini di palchi (la capienza è di 183 posti), progettata dagli architetti Giuseppe Ferroni e Vincenzo Ghinelli, entrambi allievi del famoso architetto Pietro Ghinelli, autore dei più bei teatri della regione. La struttura si segnala per il grande palcoscenico, rialzato di 1,50 m. rispetto alla platea, e per il notevole soffitto affrescato con agili motivi geometrici e floreali e al centro un rosone racchiuso da una stella ad otto punte con ai lati raffigurazioni di muse e poeti, opera di Luigi Mancini detto il Sordo (1819-1881), autore del sipario del Teatro “Pergolesi” di Jesi e dei maestosi affreschi della cupola di S. Floriano nella stessa città.
  • Teatro Giovanni Battista Pergolesi
    0731.202944 - 0731.215643
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Giovanni Battista Pergolesi

    Tra i più eleganti teatri delle Marche, fu eretto su disegno di Francesco Maria Ciaraffoni e modificato da Cosimo Morelli, per essere inaugurato nel 1798. E' dedicato al grande musicista e compositore jesino Giovan Battista Pergolesi. Al suo interno è possibile ammirare il sipario storico realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini nel 1850 e recentemente restaurato.
    Il Teatro Pergolesi si qualifica per la continuità dell'attività di produzione lirica, per la tutela della tradizione musicale, per la valorizzazione di linguaggi innovativi e per la promozione di giovani artisti.
    Ogni anno all'interno del Teatro G.B. Pergolesi si svolge il Festival Pergolesi Spontini.
    http://www.fondazionepergolesispontini.com/fps/

  • Teatro La Vittoria
    0717980606
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro La Vittoria
    L'attuale struttura del teatro comunale La Vittoria, inglobata nel palazzo comunale, risale al 1863, ma nella storia di Ostra ci sono stati tre esempi precedenti di teatro. Anticamente la proprietà del teatro era condominiale e i nobili proprietari dei palchi erano riuniti in una congregazione che organizzava annualmente gli spettacoli. Particolare curioso: era la singolare consuetudine della congrega di destinare l'incasso di una serata alle anime del purgatorio. L’attuale teatro fu realizzato d all'architetto Francesco Fellini di Barbara (An). Nel 1980, dopo essere stato adibito quasi esclusivamente a sala cinematografica, il teatro venne chiuso perché non rispondente alle nuove normative sulla sicurezza. La pianta è a ferro di cavallo, su cui si affacciano 29 palchetti, distribuiti su due ordini e sormontati da un loggione. Il palcoscenico ha un boccascena di 5,40 m e ospita, nella parte soprastante, antichi macchinari scenici, ancora funzionanti. Sottoposto a lunghi lavori di ristrutturazione, è stato riaperto il 6 gennaio 1998. Da allora ospita ogni anno spettacoli di prosa, teatro per ragazzi, concerti e attività amatoriali.
  • Teatro delle Muse
    071.52525
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro delle Muse

    Monumento urbano, tornanto a vivere ed emozionarae dopo la ristrutturazione degli anni conclusa nel 2002, il Teatro delle Muse è uno dei teatri più moderni e d'avanguardia del centro Italia. Annunciata da una grandiosa facciata neoclassica che rimanda all'antica struttura architettonica del 1827, il teatro è stato pensato e costruito come una grande piazza negli spazi e nelle forme interne, con un palcoscenico di 400 metri quadrati e una capacità di accoglienza di oltre mille spettatori. Una particolarità: il sipario tagliafuoco, trionfo barocco, realizzato qui per la prima volta in Europa, da Valeriano Trubbiani.

    La Stagione teatrale 2014/2015 dimostra una particolare attenzione verso l'incontro con altre discipline: con il cinema, con gli spettacoli LA SCENA, testo scritto e diretto da Cristina Comencini, LA SCUOLA di Domenico Starnone con la regia di Daniele Luchetti e con ADDIO ALLE ARMI. 

    La scelta degli spettacoli propone un'ampia panoramica di autori, attori e registi tra i più conosciuti ed amati dal pubblico che affronteranno testi classici e contemporanei che vanno da Shakespeare a Gogol’ da Pinter a Feydeau, da Molière ad Hemingway. 

    Tra i protagonisti del cartellone spiccano: Alessandro Gassmann, Carlo Cecchi, Silvio Orlando, Alessandro Preziosi, Angela Finocchiaro, Emilio Solfrizzi, Maria Amelia Monti, Pippo Delbono, Giuseppe Battiston, Marina Massironi, Paolo Graziosi. In cartellone la Stagione ospita diversi nuovi allestimenti, alcune esclusive e prime regionali tra cui la produzione di punta di MARCHE TEATRO, LA DODICESIMA NOTTE di William Shakespeare. A 450 anni dalla nascita del Bardo MARCHE TEATRO onora la ricorrenza con uno spettacolo di produzione e due allestimenti ospitati in questa nuova Stagione Teatrale: RICCARDO TERZO e FALSTAFF.

  • Teatro La nuova Fenice
    071 9307050
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro La nuova Fenice
    L'attuale teatro sorge sulle ceneri del precedente Teatro omonimo realizzato su disegno dell'architetto Cosimo Morelli fra il 1773 e il 1787, con pianta a campana e quattro ordini di palchi cantinati, caratterizzati da balaustre a balconcino. L'arte decorativa fu affidata a Vincenzo Mazza, Giovanni Battista Brunelli e Melchiorre Jelli. Il teatro fu dichiarato inagibile nel 1881 e demolito nel 1885 per essere sostituito dal teatro attuale. La nuova struttura opera dell'architetto Gaetano Canedi fu eretta fra il 1887 e il 1892, mentre le decorazioni della sala sono opera di Giovanni Diana, Fernando Torchi ed Alfonso Goldini. La facciata in stile neorinascimentale presenta due ordini sovrapposti di paraste binate tuscaniche e joniche con interposte ampie aperture ad arco, tre per ciascun piano. Al di sopra vi è un attico a larga fascia orizzontale. L'atrio è decorato con motivi geometrici mentre la sala degli spettacoli ha una pianta a ferro di cavallo, caratterizzata da un alto basamento perimetrale. Il teatro ha tre ordini di palchi  e al di sopra vi è un ampio loggione a galleria. Dalla balaustra del loggione partono una serie di pilastrini in ghisa dello stesso diametro che separano i palchi sottostanti che sostengono il soffitto, agganciato a sua volta con tralicci lignei alla struttura in ferro della cupola. Le decorazioni pittoriche delle balaustre a fascia dei palchi, della galleria e del soffitto sono  opera di Giovanni Diana e Ferdinando Torchi e richiamano motivi floreali. Il sipario ben conservato è opera dello scenografo Alfonso Goldini.
  • Teatro Lauro Rossi
    +39 0733230735;+39 0733233508
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Lauro Rossi
    Nel XVI secolo venne allestita all’interno del Palazzo Comunale una sala della commedia che venne impiegata fino al 1662, quando il Governatore della città propose la costruzione di un teatro stabile nella “Sala grande ”del palazzo del Magistrato. Il progetto definitivo è di Cornelio Felici e del pittore sanseverinate Giulio Lazzarelli (1607 -1667), che dipinsero anche le scene. Il teatro però si rivelò subito piccolo per le esigenze della città, così che venne demolito e ricostruito su disegni del grande architetto teatrale e scenografo Giacomo Torelli (1608 -1678) di Fano. Nel 1765 quarantasei nobili maceratesi costituiscono un condominio teatrale per realizzare un nuovo teatro pubblico che affidarono l’incarico all’architetto imolese Cosimo Morelli (1732 -1812). L’edificio teatrale venne inaugurato nel 1774 con l ’esecuzione dell’opera Olimpiade del compositore napoletano Pasquale Anfossi con libretto di Pietro Metastasio. Nel 1870 l’ingegnere Mario Monti di Milano e il decoratore bolognese Luigi Samoggia ricevettero l’incarico di procedere ai restauri conservativi resi necessari dal tempo. Essi procedettero in modo quanto mai rispettoso, introducendo le uniche novità della platea inclinata e dell’inserimento del lampadario a saliscendi. Nel 1884 il teatro fu intitolato al musicista maceratese Lauro Rossi (1812 -1885), autore di una trentina di melodrammi e direttore dei Conservatori di Milano e di Napoli.

    A causa del terremoto del 2016, l’inagibilità della sala Beniamino Gigli, posta all’ultimo piano del Teatro Lauro Rossi, rende necessaria la chiusura dell’accesso al teatro e alla Galleria Antichi Forni sottostante per motivi di sicurezza. Sarà ripristinata al più presto l’agibilità della struttura. Informazioni relative alle nuove sedi degli eventi in programma e alle variazioni al cartellone possono essere richieste all’ Amat 071 2072439 –2075880.

  • Macerata e la stagione lirica dello Sferisterio
    Biglietteria 0733230735 uff tu
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Macerata e la stagione lirica dello Sferisterio

    Lo Sferisterio di Macerata è una struttura teatrale unica nel suo genere architettonico. Voluto dall’iniziativa di Cento Consorti, fu progettato nel 1823 dall’architetto neoclassico Ireneo Aleandri, per il gioco della palla al bracciale. Solo nel 1921 venne trasformato in un teatro lirico: l’unico a cielo aperto.

    La struttura monumentale ma intima, con i suoi 2500 posti,104 palchi e il palcoscenico più lungo d’Europa, garantisce una perfetta visibilità e un’eccellente acustica. 

    Dopo le prime due stagioni liriche del 1921 e 1922, dal 1967, anno della riapertura con l'Otello di Mario Del Monaco, lo Sferisterio ha ospitato i più leggendari artisti: Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli, Renato Bruson, Montserrat Caballé, Placido Domingo, Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Roberto Bolle.

    Sono passati alla storia allestimenti come la celebre Traviata degli Specchi del maestro Josef Svoboda, nel 1992, e le indimenticabili Bohème di Ken Russel, nel 1984 e di Leo Muscato nel 2012, il più recente premio Abbiati dell’opera maceratese.




  • Teatro dell'Aquila
    0734.284295
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro dell'Aquila

    Venne inaugurato nel 1790, progettato dall'architetto camerale Cosimo Morelli di Imola (1729-1812), con sala ovale e scena a tre bocche. Il triplo arcoscenico fu però subito sostituito da uno più canonico ad opera del pittore-architetto Giuseppe Lucatelli. Una nuova riforma della sala di spettacolo venne operata nel 1830 dall'architetto Pietro Ghinelli. Pregevole è il dipinto sul soffitto, dipinto a tempera, opera di Luigi Cochetti (Roma, 1802-1884) raffigurante i Numi dell'Olimpo, con Giove, Giunone, le tre Grazie e le sei Ore notturne danzanti, intenti ad ascoltare il canto di Apollo. Lo stesso Cochetti ha realizzato anche il sipario, raffigurante Armonia che consegna la cetra al genio fermano.  Nel 1830 Alessandro Sanquirico, il maggiore scenografo del tempo, dipinse per il Teatro alcuni fondali, di cui quattro ancora conservati. Al centro della sala è posto un grande lampadario a 56 bracci in ferro dorato e foglie lignee, alimentato originariamente a carburo, ordinato a Parigi nel 1830. Il nome del teatro riprende il nome della Sala dell'Aquila, collocata nella sala consiliare del Comune di Fermo posta all'interno di Palazzo dei Priori. Il teatro, che ha vissuto i fasti ottocenteschi con opere liriche e di prosa in contemporanea con le principali capitali europee e con la presenza dei più grandi artisti internazionali, è tornato ad essere al centro di una ampia e prestigiosa attività artistica grazie a eccellenti interventi di restauro, fortemente voluti dal Sindaco Ettore Fedeli e dall'Assessorato ai Lavori pubblici, che nel 1997 gli hanno restituito il suo antico splendore e consentito la riapertura al pubblico dopo diversi anni di chiusura e abbandono.

  • Teatro Alaleona
    +39 0734961441
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Alaleona
    L’inclinazione alla rappresentazione scenica è sempre stata una tendenza naturale della gente montegiorgese, testimoniata dai secoli passati. Già dal Settecento il gusto di dare uno specchio alla società del tempo con la metafora scenica è documentata dall’esistenza di teatrini presso abitazioni private.
    Fu nel 1770 che venne inaugurato un teatro, realizzato in un salone del primo piano del vecchio palazzo comunale, interamente costruito in legno, con tre ordini di palchi e quaranta posti per gli spettatori in platea. La struttura, rispondendo a un desiderio popolare, fu molto utilizzata. Non trascorsero molte decine d’anni che infatti andò in il deperimento. Il numero limitatissimo di posti e la difficoltà di eseguire opere di restauro, suggerirono nel 1869 un’idea risolutiva. L’architetto locale Giuseppe Sabbatini venne così incaricato di realizzare un progetto per un nuovo teatro, che doveva occupare l’intera superficie del vecchio palazzo comunale. Nel 1884 i lavori in muratura, ad esclusione della facciata di nord-ovest che non fu mai completata, si potevano dire terminati. Le decorazioni, gli arredi e le pitture furono ultimati nel 1889, quando si procedette con il collaudo. Due anni più tardi, nel giorno inaugurale la struttura venne ufficialmente denominata Teatro dell’Aquila e per mandare alla memoria l’evento venne rappresentata l’opera “Maria di Rohan”, una composizione del musicista bergamasco Gaetano Donizetti la cui prima era stata allestita nel 1843 alla Fenice di Venezia. L’opera, nell’occasione montegiorgese, venne interpretata da Maria Tassinari, soprano famosissima, con la direzione di Goffredo Sacconi.
  • Teatro Luigi Mercantini
    0735 9171
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Luigi Mercantini

    Il Teatro Mercantini venne realizzato a seguito di incarico che venne conferito dal Comune all’architetto ticinese Pietro Maggi nel 1790 per lo studio di un progetto, che prevedesse la realizzazione di nuovi spazi all’interno dell’involucro rappresentato dal trecentesco Palazzo del Podestà. Progettista nativo della Val di Muggio, nei pressi di Mendrisio, si stabilì nelle Marche, al seguito del padre Carlo Maggi: fu molto attivo nella progettazione di architetture civili, in particolare a destinazione teatrale, quali il Teatro Serpente Aureo di Offida ed il Teatro dell’Arancio di Grottammare. Si procedette alla apertura del teatro nel 1824, seppure incompleto dell’ultimo ordine dei palchetti, oltre che del suo sistema di copertura definitivo. In una seconda fase, venne assegnato nel 1837 l’incarico all’architetto Francesco Bassotti, che ne seguì i lavori di completamento fino alla sua apertura definitiva, avvenuta nel 1843: è con la Lucia di Lammermoor del compositore lombardo Gaetano Donizetti che si celebrò una delle più importanti pagine della storia ripana. E’ poi nel 1894 che il teatro venne intitolato al poeta risorgimentale Luigi Mercantini. Gli spazi teatrali sono accessibili dal portico del Palazzo del Podestà, spesso noto come degli Anziani, caratterizzato da una sequenza di archi a tutto sesto su pilastri in pietra, la cui simmetria è definita da un arco a sesto acuto. La facciata principale del palazzo venne integrata sul finire del XIX secolo da due quinte laterali confermando tendenze neomedievali, con una funzione di profonda caratterizzazione della simmetria ottenuta. Il foyer e la sala, oltre agli ambienti complementari, sono ricavati al livello superiore del palazzo. La sala presenta la tipica pianta a ferro di cavallo, che ricalca l’impostazione planimetrica del Teatro Serpente Aureo di Offida, terminato alcuni anni prima. Forte caratterizzazione della sala è data dal plafone, decorato con motivi floreali e con una serie di medaglioni, alcuni dei quali raffiguranti i volti di Gioacchino Rossini, di Giuseppe Verdi, di Vittorio Alfieri, di Vincenzo Bellini, di Calco Goldoni, ed infine di Pietro Metastasio. Indotto a chiusura nel 2008, è stato recentemente sottoposto a lavori di restauro e adeguamenti impiantistici, i quali hanno permesso di ottenere anche la completa accessibilità ai fruitori diversamente abili. Viene riaperto il 14 aprile 2012 sulle note del Canto degli Italiani, di Goffredo Mameli.

  • Teatro Serpente Aureo
    +39 334 154 7890
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Serpente Aureo
    In origine il teatro si trovava all'interno della Sala Consiliare del Palazzo Comunale e, ancora oggi, non ha una facciata propria, ma si accede ad esso dall'ingresso posto sotto il porticato del Municipio stesso. Fu realizzato nel 1820 su progetto dell'architetto Pietro Maggi e poi rimodernata nel 1862. Presenta una pianta a ferro di cavallo in pieno stile barocco, con 50 palchi distribuiti su tre ordini con loggione e platea. I decori con stucchi ed intagli dorati su fondo verde sono opera di G. Battista Bernardi, offidano (sec. XVIII-XIX), mentre la  volta, raffigurante Apollo e le Muse, venne dipinta da Alcide Allevi (1831-1893). Attorno, otto medaglioni raffigurano i più illustri autori della lirica e della prosa: Pergolesi, Verdi, Bellini, Donizetti, Rossini, Alfieri, Goldoni, Metastasio.  Il tutto è dominato da un artistico lampadario con globi di cristallo. Sul palcoscenico si conserva ancora il vecchio  sipario con dipinta la leggenda del mitico Serpente d’Oro. Varie le modifiche strutturali succedutesi nel 1900.
  • Teatro Ventidio Basso
    +39 073624459
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Ventidio Basso
    Il teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno è situato in via del Trivio, di fronte al chiostro Maggiore di San Francesco, nelle immediate vicinanze di piazza del Popolo. Deve il suo nome a giovane ascolano, vissuto nel I secolo a.C., fatto prigioniero ancora fanciullo nella guerra sociale che sottomette Ascoli a Roma, ma che, grazie alle sue doti militari, riuscì a salire i gradi della gerarchia militare romana. Il teatro, che ha 15 metri di corda, si compone di una sala ovale con quattro ordini di palchi, suddivisi in 23 palchetti ciascuno, ed il loggione a galleria per una capienza totale di 842 spettatori.In realtà questo teatro è la continuità di un’antica tradizione ascolana. La prima struttura della città risale al 1579 e si trovava nel palazzo Anzianale. Essa concluse la sua gloriosa storia teatrale nel 1839 e nello stesso anno il progetto del nuovo teatro fu affidato ad Ireneo Aleandri,  già ideatore dello Sferisterio di Macerata e del Teatro di Spoleto e viene stabilita anche la sede del teatro nel palazzo di Via del Trivio. La facciata neoclassica, in travertino rifinito, presenta un colonnato centrale composto da sei colonne ioniche in pietra, aggiunte da Gabriele Gabrielli nel 1851, che formano un pronao, su cui s'aprono tre porte che accedono all'atrio arricchito da nicchie e statue opera di Giorgio ed Emidio Paci ed un soffitto a cassettoni in stucco. Al secondo piano, due finestre archivoltate e lunettate sono in corrispondenza delle due lunette del piano terra; al centro, su un colonnato d'ordine corinzio, tamponato, fanno bella mostra tre luci neoclassiche. Una seconda trabeazione, su cui si leva un timpano triangolare di coronamento, completa l'elegante ma austera costruzione.
    Al piano superiore c’è il foyer, impreziosito da decorazioni con stucchi. Questi sono stati realizzati in oro da Giorgio ed Emidio Paci, su disegno dell’architetto Giambattista Carducci.
    Altre decorazioni come il sipario raffigurante Il trionfo di Ventidio Basso sui Parti, i quadri di mezzo, le muse, le medaglie furono opera dell’anconetano Vincenzo Podesti. I volti degli affreschi di Pietro Carbonari di Jesi ed il soffitto fu dipinto da Ferdinando Cicconi. I meccanismi del palcoscenico furono curati da Gabriele Ferretti di Ancona.