Indietro Jesi e i gioielli della Vallesina

Jesi e i gioielli della Vallesina

Tanti borghi arroccati e una riserva naturale

Dominata dalla sagoma del S. Vicino, Jesi è circondata da dolci colline digradanti verso il mare che svelano tanti borghi arroccati. La città natale dell’Imperatore Federico II e del musicista Giovanni Battista Pergolesi custodisce numerosi capolavori di Lorenzo Lotto nei Musei Civici di Palazzo Pianetti, sede della magnifica Galleria degli Stucchi. Per le famiglie con bambini che cercano un po’ di avventura c’è anche il Tree Park.

Con un giro tra i castelli di Jesi si potrà visitare l’Abbazia di S. Maria delle Moie di Maiolati Spontini e il Museo Gaspare Spontini, dimora del famoso compositore, per poi affacciarsi dal belvedere di Castelbellino, fotografare il portone merlato di Poggio San Marcello, oppure godersi un bicchiere di Verdicchio Doc nelle campagne di Serra de’ Conti e lasciarsi coinvolgere da un’esperienza sensoriale al Museo delle Arti Monastiche

Alla Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi (aperta domenica) si può fare birdwatching in riva al fiume Esino, mentre a Chiaravalle città natale di Maria Montessori, si può visitare l’abbazia cistercense di Santa Maria in Castagnola e godere del Parco Primo Maggio con i chilometri di ciclovie che lo circondano.

Si finisce così a Monte S. Vito, terra d’olio pregiato, con la Chiesa Collegiata di San Pietro Apostolo e poi a Morro D’alba, dove addolcire il palato sorseggiando il tipico Rosso Lacrima tra passeggiate in vigna e degustazioni in cantina con l’immancabile giro de “la Scarpa” nel borgo medievale.

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Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio
    0731 538420 - 0731.5381
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio

    Jesi è situata nella valle bassa del fiume Esino ed è la città più importante della Vallesina. È la terza maggiore città della provincia di Ancona, dopo il capoluogo e Senigallia.
    Nel1969 è stata segnalata dall'UNESCO come "città esemplare" per l'integrazione architettonica dei suoi vari strati storici.

    COSA VISITARE
    La cinta muraria, perfettamente conservata, fu edificata sul precedente tracciato romano tra il XIII e il XIV secolo. Dotata di porte, torrioni quadrati, poligonali e cilindrici e cortine coronate da beccatelli, fu ampliata dal grande architetto militare Baccio Pontelli nel Quattrocento.

    In Piazza Federico II, l’area dell’antico foro romano, dove nacque l’imperatore Federico II di Svevia il 26 dicembre 1194, si erge la Cattedrale di San Settimio.
    Nei pressi sono situati l’ex chiesa di San Floriano, ora adibita a Teatro Studio, e il Museo Diocesano, allestito all'interno di Palazzo Ripanti.

    In Piazza Ghislieri si trova il Museo Federico II Stupor Mundi, primo grande museo multimediale dedicato alla figura dell'imperatore di Svevia, che attraverso sedici sale tematiche racconta la vita e le gesta di Federico II.

    In Piazza Colocci, si erge il Palazzo della Signoria, della fine del sec. XV, capolavoro di architettura civile rinascimentale, progettato da Francesco di Giorgio Martini, che ospita la Biblioteca Planettiana e l’Archivio storico comunale.
    Notevole è la Sala Maggiore, con soffitto ligneo del ‘500 e antica scaffalatura del ‘700 proveniente da Palazzo Pianetti Vecchio di via Valle, oggi sede dello Studio per le Arti della Stampa.

    In Piazza della Repubblica prospetta il Teatro Pergolesi, originariamente denominato “della Concordia”, edificato tra il 1790 e il 1798. e dedicato al noto compositore Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710.
    Nella parallela di Corso Matteotti, in via XV Settembre, si erge Palazzo Pianetti (sec. XVIII), con giardino all’italiana, sede della Pinacoteca Civica, che vanta un consistente gruppo di opere di Lorenzo Lotto e una magnifica Galleria a stucchi Rococò.
    Degna di nota è la Chiesa di San Nicolò, lungo Corso Matteotti, la più antica di cui si conservi memoria scritta, di origine romanica ma rimodellata in forme gotiche.
    Fuori dalla cinta muraria sorge la Chiesa benedettina di San Marco, del sec. XIII, in stile gotico.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Il prodotto tipico della zona è il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei vini DOC più famosi e conosciuti delle Marche; il vino Verdicchio Castelli di Jesi Riserva è anche riconosciuto DOCG.
    Tra i vini rossi si segnala il vino Doc Lacrima di Morro d’Alba, prodotto nel territorio del comune di Morro d’Alba .
    Un vino tradizionale dello jesino è il vino di visciola, bevanda alcolica, dolce e aromatizzata, ottenuta da ciliegie selvatiche fatte fermentare nel vino rosso.

    La lonza di fico, una leccornia di fichi essiccati, noci, mandorle e sapa, è una golosa specialità locale.
    L’Enoteca Regionale, ubicata presso Palazzo Pianetti, è un centro di promozione e degustazione di vini tipici e delle prelibatezze della zona; nello stesso Palazzo ha sede Italcook, una scuola italiana di cucina.

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo a Jesi durante l’anno si segnalano: il Monsano Folk Festival in agosto, il Festival Pergolesi Spontini in autunno, la Fiera di San Settimio a settembre e la rievocazione storica del Palio di San Floriano, la prima settimana di maggio, in occasione del quale la città si tuffa nel medioevo e nel pomeriggio del Palio stesso, con l'annuncio dell’araldo banditore, si dà il via ad un ricchissimo calendario di appuntamenti con la storia.

  • Chiesa dell'Adorazione Eucaristica Perpetua
    338.6375065 (Don Gianni)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa dell'Adorazione Eucaristica Perpetua
    La chiesa, già dell'Orazione e Morte, nel XVI sec. apparteneva alla Confraternita dei Poveri e della Morte, il cui compito istituzionale era l'assistenza ai carcerati e la sepoltura dei morti. L’edificio venne rinnovato nelle forme attuali nel 1755, periodo in cui subì radicali cambiamenti e in cui venne dipinta la pala di altare raffigurante la Nascita della Vergine di Domenico Valeri. Dal 1940 la chiesa è centro dell'Adorazione perpetua dell'Eucarestia, da cui il nome attuale. Da notare sulla facciata in cotto, il fantasioso loculo nelle forme di una grande clessidra alata, simbolo della fugacità del tempo e della vita.
  • Chiesa di S. Floriano
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Floriano
    È la chiesa più importante della città dal punto di vista storico-religioso. Infatti fin dal XII secolo fu dedicata al patrono della comunità jesina e qui si svolgevano le più importanti cerimonie pubbliche tra cui, il 4 maggio, la presentazione del Palio da parte dei Castelli di Jesi in segno di sottomissione alla città. Nel 1439 passò ai Frati Minori Conventuali, provenienti dal convento di San Marco, che dal 1478, procedettero ad un rinnovamento interno dell'originale costruzione medioevale che era a navata unica, orientata in direzione nord-sud, con ingresso sul cortile dell'attuale Palazzo Ghisleri. Negli stipiti della porta d'ingresso sono tuttora visibili alcune pietre intagliate in stile romanico della precedente chiesa medioevale. Fu allora che la planimetria venne modificata collocando l'ingresso verso la piazza, con la creazione di nuove cappelle che ben presto si arricchirono di monumenti sepolcrali ed opere d'arte, tra cui la Deposizione, la Annunciazione e la Pala di Santa Lucia di Lorenzo Lotto, realizzate tra il 1512 e il 1532 ed ora conservate nella Pinacoteca Civica assieme ai sarcofagi e ai bassorilievi che originariamente la adornavano. L'aspetto attuale è frutto del rifacimento avviato nel 1743 nel corso del quale la chiesa e il convento subirono radicali trasformazioni ad opera dell'architetto Francesco Maria Ciaraffoni che ne progettò gli interni e lo scalone. Presenta un grande tiburio e una facciata mai completata. L'interno, a pianta centrale ellittica, è tutto impostato sulla cupola a base ovale riccamente decorata di stucchi e affreschi con le Storie di san Francesco eseguiti in stile tardo-barocco dal locale Francesco Mancini a partire dal 1851. La chiesa, sconsacrata nel 1860, divenne prima sede della Biblioteca civica, poi della Pinacoteca Comunale e oggi, infine, è sede del Teatro studio Valeria Moriconi, dedicato all'attrice jesina.
  • Chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo
    La chiesa sorge su un'antica costruzione risalente al periodo romano, della quale recenti scavi hanno messo in luce una pavimentazione a mosaico. Il possesso di un fonte battesimale, ci fa supporre che probabilmente fu la prima Pieve della città e della diocesi. In età medioevale era di stile gotico con porticato e aveva l'ingresso rivolto in via Baldassini. Successivamente ad un violento incendio che distrusse gran parte della chiesa, venne ricostruita nelle forme attuali a partire dalla metà del '700 su progetto di Gaetano Fammilume, aiutato, molto probabilmente, anche dall'arch. Mattia Capponi, in particolare per quanto riguarda la scenografica scalinata d'ingresso a doppia rampa avvolgente e le due piccole torri campanarie che contraddistinguono la facciata. Nelle quattro edicole delle torri erano state sistemate statue degli apostoli scolpite dal folignate Stefano Montrocchi distrutte dai giacobini nel 1798. All'interno, oltre ad alcuni interessanti affreschi, è esposta sull'altare maggiore la Consegna delle chiavi a S. Pietro, opera di G. Ricci.
  • Cattedrale di San Settimio
    0731.212988 - 347.8310065
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Settimio

    Dedicata a San Settimio (IV sec.), primo vescovo della chiesa jesina, la Cattedrale fu costruita tra il XIII e il XIV secolo ad opera di Giorgio da Como, probabilmente sulle fondamenta di un tempio romano dell’area dell’antico foro, per poi essere abbattuta per volontà del vescovo Fonseca . Pertanto essa fu riedificata tra il 1732 e il 1741 su progetto dell'architetto romano Filippo Barigioni.

    L'immagine dell'antica cattedrale medievale è riportata su uno stendardo dipinto da Luigi Mancini (XIX), oggi conservato al Museo Diocesano. Infatti della vecchia costruzione rimangono solo, all'interno, i due leoni-acquasantiere già facenti parte del portale della chiesa.

    Il campanile è opera del locale Francesco Matellicani, che lo eresse nel 1782-84 ispirandosi a quello vanvitelliano del santuario di Loreto. La facciata, progettata nel 1889 dal romano Gaetano Morichini e caratterizzata da una serliana, è stata aggiunta nel 1889, mentre la volta interna fu in parte dipinta da Luigi Mancini che rappresentò un episodio della Vita di S. Settimio.

    L’ attuale portone in bronzo è stato realizzato in ricordo del Giubileo del 2000 dallo scultore marchigiano Paolo Annibali. Nelle maniglie interne sono incise due date, 2001-2004, periodo di realizzazione dell’opera. Le quaranta formelle presentano, attraverso le circa 150 figure rappresentate, il tema dell’Anno Santo: "Cristo ieri, oggi, sempre".

    L'interno si presenta a navata unica con cupola emisferica, in accordo al gusto neoclassico dell'epoca. Durante il XVIII secolo vennero aperte molte cappelle laterali arricchite con dipinti, decorazioni e arredi liturgici volute dai nobili jesini. Da evidenziare il coro ligneo disegnato dall’architetto e pittore jesino Domenico Valeri.  Sulla conca absidale il pittore recanatese Biagio Biagetti dipinse nel 1939 una maestosa ieratica figura del Cristo pantocratore attorniato dai S.S. Floriano e Romualdo alla sua destra e Settimio e Francesco di Assisi nell'altro lato.

  • Palazzo Pianetti
    0731.538342
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Palazzo Pianetti
    La Pinacoteca Civica e la Galleria d'Arte Contemporanea ci accolgono avvolte nell'eleganza e nella magnificenza settecentesca di Palazzo Pianetti. Di stanza in stanza, tra gli stucchi di pregiata fattura della Galleria rococò, si svelano al visitatore i dipinti di epoca rinascimentale eseguiti da Lorenzo Lotto per le chiese e confraternite di Jesi, i dipinti del '600 del Pomarancio e una ricca collezione di arte contemporanea con opere del celebre pittore jesino Orfeo Tamburi, quindi di Ontani, Guttuso, Mattioli e altri.
  • Riserva Ripa Bianca
    0731 619213 - 334 6047703
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Ripa Bianca

    Si tratta di un’oasi caratterizzata dalla presenza del fiume Esino che attraversa la vallata ed ha contribuito alla crescita di una flora caratteristica nella zona delle sue rive, ovviamente piùumida. Qui si sviluppano canneti di canna domestica con altre specie lianose come il luppolo, il vilucchio e la vitalba.
    Un’altra caratteristica particolare è la presenza di una grande garzaia, dimora degli splendidi aironi. 
    Nelle vicinanze del fiume dominano alcune specie decidue che d’autunno colorano la riserva. A farla da padrone è il salice, che cresce in numerose varietà: abbiamo il salice rosso, il salice da vimini, il salice bianco, il salice ripaiolo e il Salix eleagnos. Nei mesi autunnali queste varietà creano un paesaggio suggestivo velato di malinconia, con i loro caratteristici rami sottili e cadenti che si tingono dei classici colori caldi di stagione.
    Altre specie che colorano il panorama sono l’affusolato pioppo, nelle varietà bianche e nere, che assume uno splendido aspetto dorato, e la roverella, le cui foglie irregolari diventano di un bell’arancio-marrone.

  • Teatro Giovanni Battista Pergolesi
    0731.202944 - 0731.215643
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Giovanni Battista Pergolesi

    Tra i più eleganti teatri delle Marche, fu eretto su disegno di Francesco Maria Ciaraffoni e modificato da Cosimo Morelli, per essere inaugurato nel 1798. E' dedicato al grande musicista e compositore jesino Giovan Battista Pergolesi. Al suo interno è possibile ammirare il sipario storico realizzato dal pittore jesino Luigi Mancini nel 1850 e recentemente restaurato.
    Il Teatro Pergolesi si qualifica per la continuità dell'attività di produzione lirica, per la tutela della tradizione musicale, per la valorizzazione di linguaggi innovativi e per la promozione di giovani artisti.
    Ogni anno all'interno del Teatro G.B. Pergolesi si svolge il Festival Pergolesi Spontini.
    http://www.fondazionepergolesispontini.com/fps/

  • Maiolati Spontini
    0731.70751
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Maiolati Spontini

    Il castello di Maiolati risale agli inizi del XIII secolo, tuttavia notevoli testimonianze documentano nel territorio siti abitati fin dai tempi preistorici.

    Maiolati Spontini è famosa per aver dato i natali al grande compositore Gaspare Spontini, il cui nome è stato aggiunto alla denominazione del comune nel 1939. Da visitare la casa natale di Spontini, ora adibita a Museo, e il Parco Colle Celeste, un'ampia area delle proprietà di Spontini che il maestro volle destinare alla realizzazione di un giardino per il pubblico passeggio in omaggio a sua moglie Celeste. Il parco sorge su un'altura nella parte orientale di Maiolati ed è caratterizzato da un lungo viale alberato che s'inoltra in un boschetto delimitato da una balconata dalla quale si può godere la vista della vallata dell'Esino fino al Mare Adriatico.
    La tomba del maestro Spontini, nella chiesa di San Giovanni, è decorata con uno splendido medaglione, opera di Antonio Canova.
    All'artista e a Giovan Battista Pergolesi, nativo della vicina Jesi, è dedicato il Festival Pergolesi Spontini che richiama un folto pubblico. 

    Del passato medievale e rinascimentale rimangono i resti delle quattrocentesche mura castellane. A valle, nella frazione di Moie, sorge la chiesa romanica di Santa Maria (XII secolo). Da visitare anche la nuova biblioteca pubblica presso l'ex Fornace dal nome EffeEmme23.

    Maiolati Spontini aderisce al progetto "Comune Rinnovabile" di Legambiente, avendo messo a regime azioni mirate al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

  • Maiolati Spontini - Teatro Gaspare Spontini
    0731 202944
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Maiolati Spontini - Teatro Gaspare Spontini
    Il Teatro "Gaspare Spontini" è il teatro di Maiolati Spontini. Sotto il portico del palazzo comunale, costruito nel 1934, si trova l'ingresso del teatro comunale "Gaspare Spontini" all'interno del quale si svolse il 30 ottobre 1995 la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria al maestro Riccardo Muti, grande interprete della musica spontiniana e benefattore delle Opere Pie Spontini.
  • Abbazia di S. Maria delle Moie
    0731.700005 (Casa parrocchiale
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Maria delle Moie

    L'abbazia romanica di Santa Maria delle Moie fu fondata probabilmente all'inizio dell'XI sec. dalla famiglia Attoni-Alberoni-Gozoni come monastero privato. Poiché l’abbazia sorgeva in una zona paludosa (moja) vicino al corso del fiume Esino, essa fu denominata “delle Moie”.

    Si tratta di una costruzione romanica composta dalla chiesa e dall'avancorpo. È costruita con blocchi regolari di pietra calcarea, ha una struttura della pianta a croce greca iscritta e presenta un forte richiamo al modello di San Vittore nelle cinque absidi, tre orientate e due laterali, rivelando invece nell’alzato una soluzione molto originale: la mediana delle tre navate, infatti, è più elevata e voltata a botte con sottarchi, mentre le navatelle sono voltate a crociera.
    La nota decorativa dell’esterno è rappresentata dal portale a tralci e intrecci, mentre del campanile cilindrico sul lato sinistro dell’atrio rimane soltanto la base. La parte esterna del portale è stata completamente restaurata e presenta tre archivolti poggianti su semi pilastri e semicolonnine laterali decorate con temi ad intreccio e vegetale. Del monastero rimangono solo due ambienti: uno rettangolare con volta a botte collegato ad una stanza sotterranea da una scala; l'altro, comunicante con il primo e accessibile anche dal cortile, a pianta quadrilatera e con volte a crociera.

  • Castelbellino
    0731 701606
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Castelbellino

    Il comprensorio comunale è attraversato dal fiume Esino, che lambisce le falde dello sperone roccioso su cui è arroccato l’abitato di Castelbellino. È zona di produzione del rinomato Verdicchio dei Castelli di Jesi.

    Dell’epoca medievale rimane il castello due-trecentesco, ormai diroccato, sulla cui sommità sorge la Loggetta Belvedere, di epoca rinascimentale. In passato fu adibita a mercato coperto, mentre oggi è uno degli angoli più suggestivi di Castelbellino. Meravigliosa è la vista che spazia da piazza San Marco sulla vallata dell’Esino, tra le sue colline, fino al mare.

    Tra gli edifici religiosi figurano la Chiesa cinquecentesca di Santa Maria delle Grazie, sul cui altare maggiore si trova un’immagine tradizionale della Madonna con Bambino, e la neoclassica parrocchiale di San Marco Evangelista, a navata unica, eretta nel XVIII secolo dall’architetto Mattia Capponi.

    Alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce due intere necropoli risalenti all’età del ferro, insieme a bronzi etruschi, avori egizi e resti di un tempio pagano dedicato al dio Pan.

    Tra i siti di interesse storico artistico si segnala anche Villa Coppetti, costruzione neoclassica risalente alla fine del Settecento e ai primi decenni dell'Ottocento, che appartenne probabilmente alla famiglia Meriggiani. Dotata di un parco ricco di vegetazione di alto fusto, oggi ospita il Museo Civico, dove sono di particolare interesse, accanto ai frammenti di epoca romana, "La Madonna del Rosario" di Benedetto Nucci (1515 - 1587) e due tele di Ernst van Schayck (1567-dopo 1631): "Il Crocifisso tra San Girolamo, Santa Maria Maddalena, San Francesco" e "La Vergine col Bambino, San Michele Arcangelo, San Carlo e San Bernardino da Siena". La sezione di grafica contemporanea è invece composta da 260 fogli e disegni originali eseguiti a china da autori nazionali ed internazionali. Tali opere fanno parte della Donazione Armando Ginesi e delle donazioni Annita Garibaldi Jallet (fotografie e testimonianze scritte riguardati le famiglie Garibaldi e Canzio) e Romiti-Mosullani (fotografie e documenti riguardanti Giuseppe e Annita Garibaldi e ricordi di Garibalda Canzio). Infatti a Castelbellino abitò per alcuni anni, fino alla morte, Garibalda Canzio (1886- 1969), nipote di Giuseppe Garibaldi.

    L’attuale Teatro Beniamino Gigli è frutto di una ricostruzione avvenuta nel 1979 a causa dei danni provocati da un'abbondante nevicata.

    Tra gli eventi, si ricordano Castelbellino Arte Festival in estate, e Castelbellino Paese dell’Albero nel periodo natalizio. Dall’08 dicembre, giorno di apertura dei mercatini natalizi, viene acceso il più grande albero natalizio della Regione Marche, disposto su tutta la superfice del lato a nord della collina di Castelbellino.

  • Poggio San Marcello
    0731.813446
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Poggio San Marcello
    Poggio San Marcello è il più piccolo comune della provincia di Ancona e sorge su una collina sulla riva sinistra del fiume Esino. Dista circa 18 chilometri da Jesi e circa 50 da Ancona e confina con i comuni di Castelplanio (sud e sud/est), Montecarotto (ovest), Belvedere Ostrense (a nord) e Rosora (a sud/ovest).
    Il centro storico di Poggio San Marcello è racchiuso interamente dalle mura castellane dotate di torri e torrioni, uno dei quali pentagonale e di rara fattura, oltre che da due porte, Porta San Nicola e Porta del Soccorso, sormontata dallo stemma del Comune di Jesi. Di forma ovale è attraversato in longitudine dalle due vie principali: corso Tarcisio Tassi e via Corriola.
    Gli edifici religiosi di maggior interesse artistico sono: il seicentesco Santuario della Madonna del Soccorso e la chiesa settecentesca di San Nicolò, abbellita da un affresco trecentesco, da una cripta gotica dello stesso secolo e da una pregevole tela di Antonio Sarti.
    All'interno del Palazzo Comunale del 1772, dalla sala consiliare finemente affrescata, è collocato il Teatro.
  • Chiesa di S. Maria Maddalena
    349.9550025 - Ufficio Turistic
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria Maddalena
    Il piccolo edificio sacro è un autentico gioiello del territorio serrano, un tempo punto di riferimento anche sotto il profilo aggregativo e sociale per la contrada omonima situata nella pianura del  Misa, nei pressi della località in cui nell'alto medioevo sorgeva il castello di Donazzano (oggi scomparso). L’antica chiesetta rurale, fondata dalla comunità di Serra de’ Conti nel XIII secolo e rimaneggiata nella seconda metà del Quattrocento, è stata in parte restaurata all’inizio degli anni Ottanta. La facciata esterna è arricchita da un portale d’ingresso sormontato da una decorazione in cotto a motivi fogliacei. L’altare dedicato a Maria Santissima delle Grazie è circondato da un ciclo di affreschi eseguiti nella seconda metà del XV secolo da Andrea di Bartolo, detto Andrea da Jesi il Vecchio, e probabilmente da Giovanni Antonio da Pesaro.
  • Chiesa di S. Michele
    349.9550025 - Ufficio Turistic
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Michele
    La chiesa di S. Michele è la più antica di Serra de' Conti, risalente al 1290, di costruzione romanica con l'inserimento di particolari gotici, tra i quali il portale e il tabernacolo. Conserva due affreschi di scuola marchigiana del XV sec. : la Madonna col Bambino (1442) e un S. Sebastiano (1470). La Chiesa fu rimaneggiata fra il 1442 ed il 1480. La parte inferiore in pietra presenta elementi romanici, mentre la parte superiore in mattoni è il risultato di rifacimenti in stile gotico. Sulla facciata dell’ingresso principale vi è un portale in legno con decorazioni in pietra a motivi geometrici, caratterizzato da due mani scolpite alla base dei pilastri che sostengono il portale. L’interno, decorato con affreschi ed una tela dei secoli XV e XVI, è caratterizzato dall’assetto originario a navata unica con il presbiterio rialzato di pochi gradini. Tale navata è scandita dai tabernacoli di pietra arenaria, dagli archi spezzati del soffitto e dai possenti archi trasversali a sesto acuto, introdotti con la ristrutturazione quattrocentesca.

  • Chiesa rurale di San Fortunato
    349.9550025 - Ufficio Turistic
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa rurale di San Fortunato
    Il piccolo edificio sacro è un autentico gioiello del territorio serrano, un tempo punto di riferimento anche sotto il profilo aggregativo e sociale per la contrada omonima situata nella pianura del  Misa, nei pressi della località in cui nell'alto medioevo sorgeva il castello di Donazzano (oggi scomparso). L’antica chiesetta rurale, fondata dalla comunità di Serra de’ Conti nel XIII secolo e rimaneggiata nella seconda metà del Quattrocento, è stata in parte restaurata all’inizio degli anni Ottanta. La facciata esterna è arricchita da un portale d’ingresso sormontato da una decorazione in cotto a motivi fogliacei. L’altare dedicato a Maria Santissima delle Grazie è circondato da un ciclo di affreschi eseguiti nella seconda metà del XV secolo da Andrea di Bartolo, detto Andrea da Jesi il Vecchio, e probabilmente da Giovanni Antonio da Pesaro.
  • Serra de' Conti
    0731.871711
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra de' Conti

    Serra de’ Conti sorge su un colle alto 217 metri, a destra della vallata attraversata dal fiume Misa.
    Il centro storico offre un esempio significativo di impianto urbano di origine duecentesca, riadattato e trasformato prima in età tardomedievale e poi moderna, a seguito di mutamenti economico-sociali.
    Lungo il perimetro della città antica corre la cinta muraria, caratterizzata da dieci torrioni e da una monumentale porta fortificata.
    Tra i principali siti di architettura religiosa ricordiamo: la Chiesa della Santa Croce, la Chiesa di San Michele, il Chiostro di San Francesco, la Chiesa di Santa Maria de Abbatissis, la Chiesa rurale di San Fortunato e il Monastero di Santa Maria Maddalena, che ospita il Museo della Arti Monastiche. L'esposizione si articola in sale tematiche che ricostruiscono l'ambiente della farmacia, della dispensa e delle attività artigianali come la filatura, il ricamo, la ceramoplastica e la tintura.
    Degna di nota è anche la Sala consiliare, affrescata da Bruno Bruni, artista contemporaneo noto come Bruno d’Arcevia. 

    Poco distante da Serra de’ Conti al confine con il territorio di Arcevia sorge un importante esempio di archeologia industriale: una fornace per laterizi di tipo Hoffmann (sec. XIX). Costruita in una zona ricca di ottima argilla di acqua grazie alla vicinanza del fiume Misa, rimase in funzione dal 1884 al 1971. Di proprietà privata, è stata recentemente interessata da un importante intervento di restauro conservativo. 
    Il prodotto tipico locale è la cicerchia (Presidio Slow Food), ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchia, inoltre, si preparano maltagliati e pappardelle. La Festa della Cicerchia, che si tiene a fine novembre, celebra questo legume.

  • Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca
    0731.619213
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Naturale Regionale Ripa Bianca

    Superficie: 310,86 Anno d'istituzione: 1977
    Comuni interessati: Jesi

    Relitto di una passata attività estrattiva, l'area della riserva è situata lungo il fiume Esino a metà strada fra il Parco Gola della Rossa e la costa adriatica e presenta un ambiente caratterizzato da isolotti, aree di sponda ghiaiosi da stagni e da un piccolo bacino artificiale.

    Nella residua fascia di vegetazione ripariale predominano invece il salice rosso, quello bianco, e il pioppo, sia nero che bianco.

    La riserva, con i suoi diversi habitat, è divenuta un importante sito di svernamento, nidificazione ed estivazione di numerose ed interessanti specie di uccelli come il cavliere d'Italia.
    Qui è presente anche la più grande garzaia di aironi delle Marche: si ricordano infatti oltre 100 nidi di nitticore, aironi cenerini e garzette.
    Fra gli uccelli che frequentano le aree boschive lo sparviero, la civetta, l'upupa e numerosi altri piccoli uccelli silvani.

    Segreteria ed Educazione Ambientale
    Tel. 334 6047703

  • Teatro comunale Valle
    071 20 72 439
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro comunale Valle
    L’affascinante e travagliata storia del teatro di Chiaravalle inizia nel 1854; in questi anni la crescita economica, beneficiata dalla presenza dell’Abbazia Cistercense, aveva fatto crescere il desiderio nei cittadini di avere un palco tutto per loro. Costruito nel cuore della città, il teatro vede scriversi le sue pagine più nere nel 1944 quando subisce i bombardamenti degli Alleati, ed è così irrimediabilmente danneggiato e reso inagibile. La struttura come oggi ci appare è frutto di una ristrutturazione avvenuta a fine anni Novanta che ne ha conservato i caratteri originali.
    La ricchezza dei dipinti in volta contrasta, per volontà dell’autore, dalle contenute ma eleganti decorazioni dei parapetti dei palchi e mostra il perfetto eclettismo ottocentesco che può vantarsi di nuovo delle sue eleganti e raffinate cromie, intonate armoniosamente nel loro insieme, non cedendo il campo agli altri teatri marchigiani più famosi nella sfilata delle bellezze ritrovate.
  • Abbazia di S. Maria in Castagnola
    071.94350 (abbazia)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Maria in Castagnola

    L'origine dell'abbazia risale al VII sec. quando un primitivo monastero benedettino sembrerebbe essere stato eretto in un terreno donato al papa dalla regina longobarda Teodolinda. Venne distrutto nel 1126 dai Saraceni per poi essere ricostruito dai monaci cistercensi che lo denominarono Santa Maria in Castagnola.
    Si tratta di una delle tre abbazie costruite dai monaci cistercensi di Clairvaux in Italia, comprendenti anche un’altra abbazia presente nelle Marche, a Fiastra (Urbisaglia).

    L'abbazia è ricordata in documenti a partire dal Mille, periodo al quale risalgono i resti della primitiva chiesa in stile romanico.
    La struttura attuale fu fondata, secondo la tradizione, nel 1172 da monaci cistercensi, riutilizzando i resti della precedente costruzione. Nel 1248 l’abbazia può contare su ben quaranta monaci, ciò testimonia la vasta estensione e la grande importanza del complesso monastico, tanto da diventare oggetto delle mire espansionistiche del libero comune di Jesi e in seguito anche di Ancona. Il chiostro e i circostanti ambienti abbaziali sono stati rinnovati nel tardo ‘500.

    La chiesa abbaziale, in particolare, è un notevole esempio di architettura cistercense: tre navate, transetto e abside quadrata. La facciata romanica ha due spioventi, con grande rosone sormontato da una bifora ed un fastigio cuspidato, sopra cui scorre una fascia di archetti.

    Nel rispetto dell’architettura cistercense, il monastero era situato a sud della chiesa  e in tale area si trovavano i locali comuni, mentre ad est si trovavano i locali dei monaci coristi e ad ovest i magazzini per il lavoro.

    Nell'interno dell'abbazia una preziosa scultura in pietra policroma raffigura una Madonna con bambino del XII secolo.

    Questo edificio ce lo aspetteremmo in luogo solitario, isolato, invece sorge al centro della cittadina, preceduto da un’area verde. Esso ha dato il nome alla città e ne ha promosso la nascita e lo sviluppo nei secoli trascorsi, così ora ne resta il cuore e la memoria storica.

  • Chiaravalle
    071.7450292
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiaravalle

    Chiaravalle sorge nella bassa Valle del fiume Esino; il centro urbano è a ridosso del fiume e dista circa 6 chilometri dal litorale del mare Adriatico.

    La sua storia è strettamente legata a quella dell’Abbazia di Santa Maria di Castagnola, fondata nel 616 d.C. da un gruppo di monaci benedettini. Secondo un codice cartaceo della biblioteca sessoriana, fu la regina Teodolinda che edificò il monastero di Castagnola alla riva del fiume Esino, all'epoca di papa Gregorio I. L'Abbazia costituisce uno degli esempi più interessanti di architettura cistercense in Italia. L'interno è a croce latina, a tre navate, scandito da dodici pilastri su cui poggiano archi a sesto acuto e volte a crociera; la facciata è impreziosita da un rosone bianco a dodici colonnine mentre il portico presenta cinque ampie arcate. Il legame fra l’abbazia e la comunità monastica si rafforzò ulteriormente nel Settecento, quando i monaci avviarono un’importante attività di lavorazione del tabacco, già da tempo coltivato nella zona. In particolare nel 1759, per opera dell'Abate commendatario cardinal Neri Maria Corsini, nasce la Manifattura tabacchi, centro propulsore dell'attività industriale del territorio e vera fonte di ricchezza per i residenti. Fu in questo periodo che Chiaravalle divenne un centro in qualche modo autonomo dall'abbazia. La fabbrica di tabacchi vede il suo apogeo nel XIX secolo, quando diventa punto di riferimento economico-lavorativo ed emblema della operosità della comunità cittadina, soprattutto grazie al lavoro delle sigaraie, le operaie che erano impiegate presso la fabbrica.

    Chiaravalle è la città natale di Maria Montessori, la grande educatrice e pedagogista nota nel mondo per il metodo educativo che prende il suo nome. La Casa natale è oggi sede di un centro studi dedicato alla celebre educatrice marchigiana, gestito della Fondazione Montessori. Inoltre sono presenti una biblioteca montessoriana ed una pedagogica; la casa è inserita nel circuito delle "case della memoria".

    Merita una visita il Teatro Comunale del XIX secolo e restaurato nel 1997: la sala è a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi e decorazioni della volta che richiamano scene mitologiche.

    Il parco della Pace è un'area verde della città dove si possono ammirare pavoni, anatre e altri ancora. Sulla sponda sinistra del fiume Esino si trova il “Parco del Cormorano”, che copre ben 12 ettari di terra e si caratterizza per la presenza di una pista ciclabile di circa 6 kilometri, che collega Chiaravalle con Falconara Marittima. Il parco dispone anche di due laghetti, una volta utilizzati per l’estrazione delle ghiaia; oggi vi si pratica la pesca sportiva.

    Tra gli appuntamenti si ricordano la sfilata di carnevale e gli appuntamenti presso il Teatro Valle e la Biblioteca comunale.

  • Chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa parrocchiale di S. Pietro Apostolo
    Collegiata di San Pietro Apostolo, imponente chiesa eretta in stile barocco a partire dal 1753 per volere del facoltoso Antonio Rosselli e su disegno dell'architetto jesino Cristoforo Moriconi. Con la sua grande cupola rivestita in lastre di piombo sovrasta e domina tutto il borgo e il paesaggio circostante, caratterizzandone il profilo. L'interno è a croce latina con navata unica e cappelle laterali. Vi si conservano tele di Giovanni Lazzarini, Filippo Bellini e una tela raffigurante la Vergine col Bambino attribuita alla Scuola del Perugino.
  • Monte San Vito
    071.748931
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte San Vito
    Monte San Vito si trova sul versante sinistro della bassa Vallesina al centro di un rettangolo formato da Morro d'Alba, Monsano, Chiaravalle e Montemarciano, a 25 km da Ancona.

    L'antico nucleo castellano racchiude interessanti architetture: la Collegiata di San Pietro Apostolo, che custodisce tele di Giovanni Lazzarini, Filippo Bellini e una tela raffigurante la Vergine col Bambino attribuita alla Scuola del Perugino; Palazzo Malatesta, sede del Municipio, dove sono conservate delle prospettive architettoniche dipinte da Scipione Daretti nel XVIII secolo; il Teatro condominiale "La Fortuna", ricavato da un vecchio mulino e trasformato in sala per spettacoli nel 1757-58, è sede di interessanti rassegne; un antico Mulino dell'olio, simbolo della civiltà e della cultura monsavitese, che sembra non aver risentito dell'usura dei secoli.Il territorio di Monte San Vito è vocato alla produzione dell'olio di oliva con certificazione biologica. Il Comune è stato premiato con la "Bandiera Verde dell'Agricoltura" ed è tra i soci fondatori dell'Associazione nazionale Città dell'Olio.

    Le manifestazioni più importanti che hanno luogo a Monte San Vito nel corso dell'anno sono la Fiera di San Vito ( giugno), la Festa della birra (settembre) e la Festa d'Autunno (novembre), durante la quale possono essere gustati i piatti tipici locali conditi con l'"io bono".
  • Teatro La Fortuna
    071 2075 880
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro La Fortuna
    Il "Teatro condominale La Fortuna" nacque nel 1757 grazie ad un gruppo di notabili monsanvitesi che decisero di riunirsi per fondare un teatro, che ponesse Monte San Vito alla pari con gli altri centri importanti della provincia in cui ugualmente si assisteva alla nascita di strutture teatrali.

    Memorabile l'evento del concerto di Beniamino Gigli all'Arena, nel 1929 che non poté essere ospitato nel teatro, troppo poco capiente per l'enorme numero di persone che attirò la manifestazione.
    Il periodo che ne seguì fu molto fecondo e altri eventi artistici, come nel 1933 "Il Trovatore" di Verdi ed "Il Barbiere di Siviglia" di Rossini, furono molto apprezzati. L'attività del teatro rimase assidua fino alla fine degli anni '50 quando ormai gli spettacoli cinematografici presero il posto delle rappresentazioni teatrali.

  • Monte San Vito - Fattoria Petrini
    La Fattoria Petrini è un'azienda a conduzione familiare che produce oli extra vergini di qualità da tre generazioni.La qualità degli oli è stata premiata in numerose occasioni sia in Italia che all'estero (Ercole Olivario, Orciolo d'Oro, Terraolivo, Der Feinschmecker ecc.).La Fattoria Petrini possiede uliveti e frantoio di proprietà con cui completa il controllo dell'intera filiera.L'azienda fa agricoltura biologica da 24 anni.Francesca Petrini è oggi testimonial per Regione Marche ad Expo 2015, Potenza del Saper Fare.Risultata miglior inventrice nel 2014 per l'olio Petrini plus (brevetto Petrini).
  • Morro d'Alba
    0731.63000
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Morro d'Alba

    Morro d'Alba è un piccolo paese dalle origini molto antiche situato tra Senigallia e Jesi, a 200 metri sul livello del mare. Conserva molte testimonianze del passato e vanta un primato: è infatti l'unico borgo italiano fortificato ad avere un camminamento di ronda, la Scarpa, lungo tutte le mura, coperto e fiancheggiato da arcate.

    La cinta muraria di Morro d'Alba, di andamento irregolarmente pentagonale con sei bastioni, è il risultato di una serie di diverse ristrutturazioni databili tra il XIII e il XV secolo. 

    Nel corso dei secoli gli abitanti del paese hanno scavato un complesso labirinto di grotte, collegate tra loro da gallerie, che costituiscono una sorta di seconda città sotterranea. Le grotte erano utilizzate in passato soprattutto per la conservazione dei cibi, ma all'occorrenza potevano servire come estremo rifugio in caso di incursioni nemiche. 

    I siti turistici di maggior interesse sono: il Palazzo Comunale, che custodisce la pinacoteca con importanti opere tra cui una pala d'altare del veneto Claudio Ridolfi raffigurante L'incoronazione della Vergine e Santi; la Chiesa della SS. Annunziata (oggi Auditorium), la Parrocchiale di San Gaudenzio, bell’esempio di architettura religiosa marchigiana della seconda metà del Settecento, il museo Utensilia, allestito nei suggestivi sotterranei del castello, sotto la Scarpa, che raccoglie una nutrita selezione di utensili e attrezzi agricoli e documenta lo stile di vita e la cultura dei mezzadri marchigiani.

    Il più famoso prodotto di Morro d'Alba è il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba ottenuto dal vitigno autoctono lacrima e conosciuto già al tempo dei romani. Deve il suo nome alla particolare goccia (chiamata appunto lacrima) che fuoriesce dal grappolo d’uva quando essa giunge a maturazione.

    Le principali manifestazioni che hanno luogo a Morro d'Alba nel corso dell'anno sono: la Sagra del vino Lacrima, che si tiene ogni primo fine settimana di maggio, il Cantamaggio, il canto rituale di questua che celebra l'avvento della primavera e della nuova stagione agricola (ogni terzo fine settimana di maggio) e la Festa del Lacrima di Morro d'Alba e del tartufo di Acqualagna, che si svolge ogni terzo fine settimana di ottobre.

  • Lacrima di Morro D'Alba DOC o Lacrima di Morro DOC
    Due sono le tipologie: Passito e Superiore. E’ un vino ottenuto da uve del vitigno Lacrima; possono essere presenti vitigni a bacca rossa non aromatici, in misura non superiore al 15% del totale. La delicata e piacevole struttura del vino consente abbinamenti con primi piatti a salsa rossa e ragù, con antipasti di pesce azzurro marinato e con secondi piatti di carni bianche. Il Lacrima, nel tipo amabile e frizzante, si rivela un ottimo vino da fine pasto. Territorio: La zona di produzione comprende un ristretto territorio in provincia di Ancona, a nord del fiume Esino; interessa i comuni di Morro d’Alba, Monte San Vito, San Marcello, Belvedere Ostrense, Ostra e Senigallia.