Indietro Federico II e le Marche nel Medioevo: percorsi Svevi da scoprire

Federico II e le Marche nel Medioevo: percorsi Svevi da scoprire

L’eredità lasciata da Federico II nelle Marche non parla attraverso tracce evidenti, reperti o ruderi ma racconta di miti, leggende e silenziosi documenti d’archivio. Un inestimabile lascito visibile ad ogni angolo: sontuose fortificazioni, monasteri, palazzi e chiese dove sono nate coraggiose figure, alcune di supporto, altre ostili all'Imperatore.

Le Marche di Federico II sono una terra intricata di lotte, alleanze, divorzi, esperimenti d’arte e innovazioni linguistiche; un passato i cui germogli hanno contribuito a creare la splendida regione del presente.

Questo viaggio nel Medioevo ha il suo fulcro a Jesi, la città dove tutto ebbe inizio, con la nascita dell’Imperatore in una fredda notte del 26 dicembre del 1194 nella monumentale Piazza che porta il suo nome. Qui si trova il Museo Federico II Stupor Mundi, che propone un percorso multimediale attraverso il tempo e lo spazio. Nello storico Palazzo Ghislieri, sedici sale tematiche,  attraverso installazioni interattive, animazioni tridimensionali, ricostruzioni architettoniche e sartoriali, conducono i visitatori attraverso battaglie che hanno segnato un’epoca, per scoprire i castelli dell’imperatore e volare con i suoi falchi.
A pochi passi, imperdibile è la Pinacoteca Civica di Palazzo Pianetti, con gli stupefacenti quadri di uno dei maestri del Rinascimento, Lorenzo Lotto, e la mirabile Galleria degli Stucchi in stile rococò.

Dopo un bicchiere di vino Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC, si può raggiungere l’antica Fabriano, città storicamente fedelissima all’Imperatore e fertile territorio della dinastia dei Chiavelli, che lo arricchirono di sontuosi palazzi e tesori artistici.
Sarà facile subire il fascino d’oro antico dei quadri di Gentile Da Fabriano alla Pinacoteca Civica Bruno Molajoli, per poi immergersi nell’arte dei maestri cartai al Museo della Carta e della Filigrana dov’è racchiusa tutta l’operosità delle botteghe cartarie che ancora costituisce il nucleo identificativo della città nel mondo.
Tra una pausa sfiziosa con un tagliere su cui regna il Salame di Fabriano, presidio Slow Food, e una rifrescante birra artigianale in uno dei numerosi birrifici, si può visitare il Teatro Gentile. Costruito e inaugurato nel lontano 1692, oltre ad essere considerato uno dei teatri più belli ed eleganti delle Marche, ha anche un'eccellente acustica. Facendo una semplice scalinata si accede all'Oratorio della Carità, decorato alla fine del XVI secolo con un prezioso ciclo affrescato, raffigurante le opere di Misericordia spirituale e corporale realizzato dal Bellini.
A ridosso della bellissima Piazza del Comune e dell’annessa Fontana Sturinaldo, una foto merita la Farmacia Museo Mazzolini e Giuseppucci, interamente rivestita in legno finemente intagliato alla fine dell’800.

Sarà tempo così di raggiungere le bellezze nascoste della provincia di Macerata, dove il collegamento con gli svevi parte da Matelica, con la distruzione della città ad opera di Cristiano di Magonza, legato di Federico Barbarossa. Suo figlio Manfredi fu strenuamente appoggiato in ogni azione bellica dai temuti signori Ottoni, tra le più importanti famiglie nobili marchigiane, con un solenne giuramento di fedeltà. 

Uno splendido orologio solare sferico in marmo, con iscrizioni greche datato tra I-II Sec. d.C, conosciuto anche come il ‘Globo di Matelica’, attende di essere scoperto al Museo Civico Archeologico, a Palazzo Finaguerra, dove sono conservati anche numerosi reperti e testimonianze dell’originaria città romana. Sarà bello passeggiare sulla piazza dedicata a Enrico Mattei, circondati da edifici storici come Palazzo degli Ottoni, edificato da Ottone IV su cui svetta l’antica torre civica. 

Altera e fascinosa è la vicina Treia, ricca di scorci mozzafiato, che catturarono il cuore dell'intrepido Corrado I d'Antiochia, vicario nelle Marche di Federico II. Si accede alla città dall’imponente porta Vallesacco, così chiamata a testimonianza della vendetta di Corrado ai danni della città, dopo che riuscì a liberarsi corrompendo il Podestà di Treia. Per scoprire i preziosi documenti di questa vicenda si può visitare  l'Accademia Georgica, nella prestigiosa palazzina ottocentesca disegnata dall’architetto Giuseppe Valadier che fa corona alla Piazza principale, da cui si gode di uno splendido panorama sulle dolci colline maceratesi.

Poco lontano, nel territorio di Urbisaglia sorge la monumentale Abbazia cistercense di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, un tempo potente centro culturale e religioso protetto sia da Federico che da suo figlio Manfredi. Dopo una visita al vicino Parco Archeologico, che conserva le vestigia romane della città di Urbs-Salvia, come i sontuosi teatro e anfiteatro, a testimonianza della centralità dall’insediamento quale importante snodo commerciale dell’epoca, si può passeggiare tra le possenti mura fortificate del vicino borgo medievale che domina la valle del Fiastra.

Una struttura urbana di compatta eleganza si scorge arrivando a San Severino Marche, con in alto il Castello, e in basso la duecentesca Piazza del Popolo, il ‘salotto buono’ della nobiltà, dalla originale forma ovale, su cui si affacciano numerose dimore gentilizie. Poco lontano si trova la Concattedrale di Sant’Agostino, sui cui spicca il portale gotico nella facciata quattrocentesca, che custodisce all’interno una preziosa tela del Pomarancio. La città deve la sua bellezza artistica alla dinastia degli Smeducci, e qui vi inizia la sua personale ascesa Fildesmido da Mogliano, strenuo sostenitore degli Svevi.

Percorrendo un ondulato paesaggio collinare a cavallo delle valli del Chienti e del Potenza, si scorge un impianto medievale inalterato, che contraddistingue Camerino, con case in pietra e in cotto addossate alle mura, ripidi vicoli e palazzi nobiliari. Storicamente guidata dalla dinastia dei Da Varano dopo essersi vendicati della distruzione portata da Manfredi, ne risollevano le sorti e nei tre lunghi secoli di dominio ne fanno un importante centro culturale, testimoniato dal Palazzo Ducale, sede dell’antichissima facoltà di Giurisprudenza.

Circondata da maestose montagne che esaltano il fascino di un atmosfera senza tempo, la vicina Sarnano è terra di storie che sin dai tempi di Federico Barbarossa narrano le gesta del suo signore, Rinaldo di Brunforte, considerato uno dei più fedeli e preziosi alleati imperiali. Il borgo, circondato da numerosi sentieri che conducono a tre suggestive cascate immerse nella natura, è noto per il mistero dell’Uovo di Sarnano, un grande monolite di calcare bianco del peso di tre tonnellate, con una vaschetta circolare sulla sommità, che oggi si trova in Piazza Alta, vicino al Palazzo del Podestà.
Cippo romano di epoca augustea, manufatto celtico, strumento per osservare le stelle, molte sono le teorie che vi ruotano attorno, tanto da spingere la scrittrice inglese Joyce Lussu a stabilirsi qui per studiarlo e scriverci un racconto.

Abbandonata la Marca Maceratese, sarà tempo di fare rotta verso Ascoli Piceno, bianca città dal fascino avvolgente, con stili architettonici e luminosi palazzi in marmo che sono la quintessenza della ricerca dell’armonia tra Medioevo e Rinascimento, come la stupefacente Piazza del Popolo, completamente in travertino. Federico la conquistò a fatica e con la forza, concedendole però tanti privilegi che ne contribuirono allo sviluppo.
Straordinari palazzi, torri di guardia e una fervidissima vita artistica, diedero anche i natali a colui che l’imperatore svevo definì il re dei versi, il trovatore Guglielmo Divini, poi divenuto uno dei più vicini seguaci di San Francesco d’Assisi

Dopo una visita a Palazzo dell’Arengo, sede della Pinacoteca civica, tra le più importanti dell’Italia centrale, con opere di Carlo CrivelliTizianoCola d’Amatrice e Guido Reni, si può scegliere tra una pausa al profumo di Anisetta allo storico Caffè Meletti, salotto in stile liberty, e una camminata in centro assaporando lo street food più famoso della zona, le tipiche Olive Ascolane. Ripiene con un composto a base di carne e poi fritte, sono le regine indiscusse dell’aperitivo.

A concludere l’itinerario tra i luoghi di Federico è il mistero che avvolge i Monti Sibillini, dove aleggia la presenza della Sibilla, incantatrice e indovina che si narra abbia predetto la nascita dell’Imperatore. Figura femminile che oscilla tra sacro e profano, è da secoli oggetto dell’immaginario letterario cavalleresco medievale di importanti scrittori come Antoine De La Sale e Andrea da Barberino. Tra le vette di queste montagne è possibile avventurarsi alla scoperta di quella che si narra sia stata la magica Grotta della Sibilla.

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Livello di difficoltà: media
Target: Trekking
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio
    0731 538420 - 0731.5381
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Jesi città di Federico II, di G.B. Pergolesi e del Verdicchio

    Jesi è situata nella valle bassa del fiume Esino ed è la città più importante della Vallesina. È la terza maggiore città della provincia di Ancona, dopo il capoluogo e Senigallia.
    Nel1969 è stata segnalata dall'UNESCO come "città esemplare" per l'integrazione architettonica dei suoi vari strati storici.

    COSA VISITARE
    La cinta muraria, perfettamente conservata, fu edificata sul precedente tracciato romano tra il XIII e il XIV secolo. Dotata di porte, torrioni quadrati, poligonali e cilindrici e cortine coronate da beccatelli, fu ampliata dal grande architetto militare Baccio Pontelli nel Quattrocento.

    In Piazza Federico II, l’area dell’antico foro romano, dove nacque l’imperatore Federico II di Svevia il 26 dicembre 1194, si erge la Cattedrale di San Settimio.
    Nei pressi sono situati l’ex chiesa di San Floriano, ora adibita a Teatro Studio, e il Museo Diocesano, allestito all'interno di Palazzo Ripanti.

    In Piazza Ghislieri si trova il Museo Federico II Stupor Mundi, primo grande museo multimediale dedicato alla figura dell'imperatore di Svevia, che attraverso sedici sale tematiche racconta la vita e le gesta di Federico II.

    In Piazza Colocci, si erge il Palazzo della Signoria, della fine del sec. XV, capolavoro di architettura civile rinascimentale, progettato da Francesco di Giorgio Martini, che ospita la Biblioteca Planettiana e l’Archivio storico comunale.
    Notevole è la Sala Maggiore, con soffitto ligneo del ‘500 e antica scaffalatura del ‘700 proveniente da Palazzo Pianetti Vecchio di via Valle, oggi sede dello Studio per le Arti della Stampa.

    In Piazza della Repubblica prospetta il Teatro Pergolesi, originariamente denominato “della Concordia”, edificato tra il 1790 e il 1798. e dedicato al noto compositore Giovan Battista Pergolesi, nato a Jesi nel 1710.
    Nella parallela di Corso Matteotti, in via XV Settembre, si erge Palazzo Pianetti (sec. XVIII), con giardino all’italiana, sede della Pinacoteca Civica, che vanta un consistente gruppo di opere di Lorenzo Lotto e una magnifica Galleria a stucchi Rococò.
    Degna di nota è la Chiesa di San Nicolò, lungo Corso Matteotti, la più antica di cui si conservi memoria scritta, di origine romanica ma rimodellata in forme gotiche.
    Fuori dalla cinta muraria sorge la Chiesa benedettina di San Marco, del sec. XIII, in stile gotico.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Il prodotto tipico della zona è il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei vini DOC più famosi e conosciuti delle Marche; il vino Verdicchio Castelli di Jesi Riserva è anche riconosciuto DOCG.
    Tra i vini rossi si segnala il vino Doc Lacrima di Morro d’Alba, prodotto nel territorio del comune di Morro d’Alba .
    Un vino tradizionale dello jesino è il vino di visciola, bevanda alcolica, dolce e aromatizzata, ottenuta da ciliegie selvatiche fatte fermentare nel vino rosso.

    La lonza di fico, una leccornia di fichi essiccati, noci, mandorle e sapa, è una golosa specialità locale.
    L’Enoteca Regionale, ubicata presso Palazzo Pianetti, è un centro di promozione e degustazione di vini tipici e delle prelibatezze della zona; nello stesso Palazzo ha sede Italcook, una scuola italiana di cucina.

    Tra gli eventi di rilievo che hanno luogo a Jesi durante l’anno si segnalano: il Monsano Folk Festival in agosto, il Festival Pergolesi Spontini in autunno, la Fiera di San Settimio a settembre e la rievocazione storica del Palio di San Floriano, la prima settimana di maggio, in occasione del quale la città si tuffa nel medioevo e nel pomeriggio del Palio stesso, con l'annuncio dell’araldo banditore, si dà il via ad un ricchissimo calendario di appuntamenti con la storia.

  • Fabriano città della carta
    0732.7091
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fabriano città della carta
    Fabriano è nota per la produzione della carta e per la filigranatura dei fogli, invenzione introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo.
    È, oltre a Bologna, l'unica città italiana appartenente alle Città creative dell'UNESCO; nel 2013 è stata inserita nella categoria Artigianato e Arti popolari, titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta fatta a mano.
    COSA VISITARE
    Gli edifici di architettura religiosa più significativi sono la Cattedrale di San Venanzio, risalente al 1600 che custodisce la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto Nuzi nel 1360; il complesso conventuale di San Domenico, nel cui interno (ora adibito a Museo della Carta e della filigrana) si possono ammirare due pregevoli chiostri quattrocenteschi e la decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano; la chiesa diSan Filippo, la chiesa diSan Biagio eSan Romualdo, nella cui cripta è conservato il sarcofago marmoreo con le reliquie di San Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese, morto nel territorio comunale; la chiesa di Sant’Agostino, di epoca tardo-duecentesca, impreziosita da due importanti cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese; la chiesa diSan Nicolò, la chiesa diSan Benedetto, con preziose testimonianze figurative databili tra Cinquecento e Settecento con opere di Simone de Magistris, Orazio Gentileschi e Pasqualino Rossi.

    Degni di nota sono anche l’Oratorio del Gonfalone, con uno straordinario soffitto intagliato e decorato in oro zecchino agli inizi del Seicento dallo scultore francese Leonardo Scaglia e l’Oratorio della Carità, con un prezioso ciclo affrescato dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. In località di Poggio San Romualdo sorge l’abbazia di San Salvatore in Val di Castro, risalente al Mille, mentre, in località Campodonico da non perdere è l’eremo di San Biagio in Caprile.
    Nella centrale e scenografica Piazza del Comune sorge il Palazzo del Podestà, uno degli edifici di architettura tipicamente medievale, eretto a metà del Duecento; siti di architettura civile degni di nota sono anche la Fontana dello Sturinalto, commissionata nel 1285 a Jacopo di Grondolo, che s'ispirò alla Fontana Maggiore di Perugia, il Palazzo del Comune, il Loggiato San Francesco, l’ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, elegante esempio di architettura tardogotica che ospita la Pinacoteca Bruno Molajoli e che vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto Nuzi, del Maestro di Staffolo, di Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi e Andrea Boscoli; l’ottocentesco Teatro Gentile, impreziosito da un sipario opera del bolognese Luigi Serra. TIPICITA’ ED EVENTI
    ll rinomato salame di Fabriano, tipico salame coi lardelli marchigiano, è Presidio Slow Food e promosso dal Consorzio di Produzione e Tutela.
    Nell'area è stata selezionata una razza ovina tipica, la fabrianese, mentre tra i vini si segnala il Verdicchio di Matelica DOC. A giugno si svolge il Palio di San Giovanni Battista, che si chiude con la Sfida del Maglio dove 4 fabbri, uno per ogni quartiere (dai nomi delle quattro Porte cittadine), si sfidano nel forgiare una chiave.
    Oltre alla sfida del Maglio, ci sono altre rievocazioni storiche nel corso della manifestazione, come i Borghi Medievali che rappresentano scene di vita medievale, il Corteo Storico e i Giochi Popolari che comprendono gare di tiro alla fune, la corsa con i trampoli, la corsa con le brocche ed il torneo degli Arcieri.
    Dal 2009, a fine maggio la città ospita Poiesis, un festival che promuove e valorizza la poesia, integrata con altre forme d'arte.
  • Matelica
    0737.781811; ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Matelica

    Matelica sorge al centro dell’Alta Valle dell’Esino, circondata ad est dalla catena del Monte San Vicino e ad ovest dall’Appennino Umbro-Marchigiano. L'antico nome della città era Matilica. Antico insediamente piceno, fu poi cittadina romana, di cui restano una domus e vari mosaici visibili lungo Corso Vittorio Emanuele, protetti da una teca trasparente.

    Fulcro della città è Piazza Enrico Mattei (fondatore e primo presidente dell'ENI), al centro della quale si trova una fontana cinquecentesca dalla forma ottagonale, in pietra bianca, risale al 1587, progettata dall'architetto della Santa Casa di Loreto, Lattanzio Ventura di Urbino. Dalla vasca centrale emergono quattro statue di divinità marine, sui pannelli figurano stemmi papali di Sisto V e di alcuni Cardinali.
    Sulla piazza si affacciano alcuni dei principali palazzi matelicesi: il Palazzo del Governo e l’annesso loggiato, Palazzo Ottoni con la suggestiva loggetta e il Palazzo Comunale.
    L'inizio della costruzione del Palazzo del Governo risale al 1271 ad opera dell'architetto Benincasa da Firenze, coadiuvato dal cottomista Bruno da Fabriano. Il palazzo, che fa corpo con la Torre Civica, fu rimaneggiato più volte e questo lo ha danneggiato dal punto di vista dell'unità stilistica.

    Lungo le vie e i vicoli sorgono numerosi palazzi nobiliari e chiese che conservano pregevoli opere d’arte; fra di esse la Cattedrale di Santa Maria Assunta, la Chiesa di San Francesco, ricca di opere d’arte del sec. XV, e il Teatro Comunale, opera di Giuseppe Piermarini, l’architetto che progettò la Scala di Milano. A Palazzo Piersanti è ospitato l’omonimo museo che prende il nome dalle collezioni di Venanzio Filippo Piersanti, donate nel 1901 al Capitolo della Cattedrale. Tra le notevoli opere conservate dipinti di Bellini, Antonio da Fabriano, Francesco di Gentile da Fabriano, Salvator Rosa, Carlo Maratta, argenti pregiati, mobili rari e di pregio. Da non perdere è il Museo Archeologico, allestito all'interno di Palazzo Finaguerra, ubicato nei pressi del complesso monumentale di San Francesco. Particolarmente ricca è la sezione dedicata alla civiltà picena, con i ricchi corredi di tombe dei secoli VIII-VII a.C. Di particolare rilievo sono le tombe della fase "orientalizzante" (fine VIII-inizio VI secolo a.C.). Di eccezionale interesse, anche per la sua rarità, è l'orologio solare sferico in marmo con iscrizioni in greco, noto come Globo di Matelica, datato tra il I e il II secolo d.C.

    Merita una visita anche la frazione di Braccano, originale museo a cielo aperto con circa 70 murales di vari artisti sulle facciate delle case. 

    La manifestazione più importante che ha luogo a Matelica tra luglio e agosto è il Festival Internazionale del Folklore.
    Matelica aderisce all'Associazione nazionale Città del Vino e all'Associazione Nazionale Città del Miele. Rinomato è il vino Verdicchio di Matelica DOC; il Verdicchio di Matelica Riserva è riconosciuto DOCG. La particolare attenzione e l’estrema cura con cui vengono prodotti questi vini ha valso a Matelica l’ambito premio Spiga Verde, ma non solo. Anche le partecipatissime iniziative di promozione turistica e culturale, come la Summer School e il Festival del Sigaro, hanno permesso al comune di ottenere tale riconoscimento.

    I PRODOTTI TIPICI
    La cucina locale è semplice, ma dai sapori forti e decisi, che rispecchiano le caratteristiche geografiche della regione.
    La gastronomia, profondamente legata ai prodotti del territorio, ma capace di grandi raffinatezze, propone antipasti come la crescia con gli sfrigoli o i crostini con fegatini di pollo o coratella di agnello, e primi piatti caratteristici come i vincisgrassi, dalla storia affascinante ed antica, le “tagliatelle della trebbiatura”, i cappelletti in brodo e gli gnocchi con la papera. Tra i secondi, oltre alla carne bovina proveniente da razza marchigiana e fabrianese, che merita particolare menzione, ritroviamo anche i prodotti tipici dell’aia: polli e conigli in potacchio (cottura in bianco con aggiunta di aglio, rosmarino e vino bianco) o nella variante in porchetta, con aggiunta di finocchio selvatico. 

    Matelica è anche Città del miele, prodotto che si abbina perfettamente al formaggio. I migliori mieli locali vengono raccolti nell’Alta Valle dell’Esino tra colline e campi dove la flora è ricca di fiori spontanei e l’inquinamento è pressoché assente. Millefiori, miele di castagno e di acacia si affiancano al prodotto tipico che è la melata di quercia, ottenuta dalla linfa fuoriuscita dalle piante a causa dell’azione dei parassiti, dal sapore amaro, ma molto apprezzato.

    La quantità e varietà dei salumi prodotti dipende direttamente dalla storia della realtà agricola di quest’area. Quella che anticamente era chiamata “la pista”, cioè la fase di preparazione dei salumi, oggi viene continuata dalle numerose norcinerie artigianali. Non si può perdere l’occasione di assaggiare il ciauscolo, definito il principe dei salumi che l'affumicatura al camino rende particolarmente morbido. Prodotti altrettanto prelibati sono il salame lardellato, la coppa, la lonza ed il salame di fegato.

    La produzione dei formaggi è stata sempre molto apprezzata nel tempo. L’allevamento ovino, tradizionalmente costituito da capi di razza vissana e sopravissana, ha dato vita ad una produzione dedicata soprattutto al pecorino e alla ricotta. Il primo, ottenuto esclusivamente da latte di pecora, può essere consumato fresco (in tal caso la forma è cilindrica e la pasta bianca) o stagionato (pastagiallastra e consistenza giallastra e scagliosa).

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Urbisaglia
    0733.50124
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Urbisaglia

    Urbs Salvia fu un’antica e grande città del Piceno, colonia e municipio romano. Oggi Urbisaglia, su cui sventola la Bandiera Arancione, è una cittadina che domina la valle del Fiastra, cinta da mura, degna erede di quella lontana e gloriosa città romana di cui ritroviamo ricca testimonianza nel Parco archeologico. Riconosciuto come Parco archeologico regionale nel 1994, si estende per circa 40 ettari ed è il più importante e spettacolare delle Marche. Il percorso di visita scende lungo il declivio della collina, attraverso un comodo tracciato di circa un chilometro. Si può così cogliere nella sua interezza la struttura della città romana, che digrada a partire dal colle di San Biagio fino a raggiungere, articolandosi in una serie di terrazzi naturali, il fondovalle pianeggiante, delimitato a est dalla scarpata sul fiume Fiastra. Sono visitabili il Serbatoio, il Teatro, l'Edificio a nicchioni, il complesso Tempio-criptoportico dedicato alla Salus Augusta e l'Anfiteatro fatto costruire da Lucio Flavio Silva. Ben visibile anche la cinta muraria, conservata per parecchie centinaia di metri su tre dei suoi quattro lati.

    Nel paese attuale, fondato nel Medioevo sulla collina sovrastante, di notevole interesse è la Rocca, costruita tra il XIII e il XV sec., di forma trapezoidale con quattro torri e un mastio con merli ghibellini. Nei pressi si trova la Chiesa dell’Addolorata, con un portale di origine romana e affreschi del primo Cinquecento e la Collegiata di San Lorenzo, costruita tra il 1790 ed il 1812, a pianta centrale ottagonale e con cappelline radiali. Da non perdere sono: il Sacrario ai caduti di tutte le guerre, il Museo delle armi e delle uniformi militari e il Museo archeologico statale.

    Poco lontano dal centro abitato sorge l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra, con la chiesa, dalle forme architettoniche cistercensi, il Monastero e il palazzo dei principi Giustiniani Bandini, che nel 1773 subentrarono ai monaci cistercensi nel possesso delle terre. L’abbazia è oggi sede della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, che copre 1.825 ettari di terra, e mette a disposizione dei visitatori, oltre ad ampi e accoglienti spazi verdi, numerose strutture tra cui il Museo della Civiltà Contadina, il Museo Archeologico ed il Museo del Vino. Nella riserva si possono percorrere tre sentieri: “La Selva”, “Il Lago e le Vene”, “Il bosco e il fiume”.

    Tra i prodotti tipici del territorio ricordiamo il vino Rosso Piceno DOC, la carne IGP, il miele e la birra artigianale.

  • San Severino Marche
    0733.6411 Comune - 0733 638414
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Severino Marche

    San Severino Marche è addossato al colle di Montenero, nella valle del Potenza.
    Il patrimonio artistico di San Severino Marche è fortemente legato al periodo di massima autonomia del comune e alla signoria degli Smeducci; a quest'epoca risalgono sia le numerose chiese gotiche visibili in città e nel territorio, sia le opere lasciate dalla locale scuola pittorica che ebbe i suoi massimi esponenti nei fratelli Salimbeni e in Lorenzo d'Alessandro, rispettivamente all'inizio e alla fine del XV secolo. 
    Sono presenti due nuclei: il Castello, antico e pressoché disabitato, sulla cima del Montenero, e il Borgo, sviluppatosi a partire dal sec. XIII lungo il pendio.
    Il cuore della città è la bellissima Piazza del Popolo, dalla caratteristica pianta ovale. Sul lato meridionale della piazza sorge il settecentesco Palazzo Comunale, mentre sul lato opposto spicca la facciata di gusto rococò della Chiesa di San Giuseppe. Tra gli altri edifici si notano il Palazzo Servanzi Collio, in cotto e bugnato, e il cinquecentesco Palazzo dei Governatori, con la Torre dell’Orologio. La piazza custodisce poi il Teatro Feronia, il cui interno è in stile neoclassico. 
    Gli edifici di architettura religiosa più importanti sono: la Chiesa di San Domenico, rinnovata nel 1664; la Chiesa della Misericordia, che conserva una tela del Pomarancio e frammenti di affreschi di Lorenzo Salimbeni, la Chiesa di Sant’Agostino, ovvero il Duomo Nuovo, che conserva elementi quattrocenteschi e un portale tardo gotico in cotto; il Duomo Vecchio, caratterizzato da una facciata trecentesca e da un portale sormontato da una piccola edicola. Nei locali dell’adiacente episcopio ha sede il Museo Archeologico “ Giuseppe Moretti”. Interessante è la Chiesa di San Lorenzo in Doliolo, che, secondo la tradizione, venne fondata dai monaci basiliani nel VI secolo sulle rovine di un tempio pagano.
    La principale attrazione è la Pinacoteca civica, ospitata presso Palazzo Tacchi Venturi. Raccoglie perlopiù quadri di scuola locale provenienti dalla confisca dei beni ecclesiastici negli anni successivi all'Unità d'Italia, e in parte opere prestate dalla diocesi, e affreschi staccati per ragioni di conservazione. In una sala è stata ricostruita un'intera cappellina con le Storie di San Giovanni Evangelista dipinte dai Salimbeni; fra le altre opere vanno ricordati capolavori del Pinturicchio, Niccolò Alunno e Vittore Crivelli, Paolo Veneziano, Lorenzo D'Alessandro e Bernardino di Mariotto.

    Merita una visita la suggestiva frazione di Elcito, situata su uno sperone di roccia, ad oltre 800 metri di altezza alle pendici del Monte San Vicino. Poco è rimasto del castello eretto a difesa dell'abbazia benedettina di Valfucina (XI sec.), di cui è rimasta un'interessante cripta nelle vicinanze. Non lontano si trova anche l'esteso altopiano di Canfaito (1.100 m.) con le sue secolari faggete.

    Tra i prodotti tipici si segnalano insaccati, formaggi e il vino Doc Terreni di San Severino.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo a San Severino Marche nel corso dell’anno sono: il San Severino Blues Festival (luglio-agosto), il Premio Salimbeni per la Storia e la Critica d’Arte ed il Palio dei Castelli.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Camerino
    0737 631385 (Comune); 0737 632
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Camerino

    Camerino (m. 670 s.l.m.), al centro di una zona montana incontaminata, domina dalla sommità del colle la grande conca delimitata a sud-est dai Sibillini.

    Le bellezze architettoniche, l’antica Università degli Studi di Camerino, il culto della Santa Camilla Battista Varano (il cui corpo viene custodito in una teca all’interno del Monastero di Santa Chiara) e a poca distanza dalla città il Convento di Renacavata con la presenza dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, nato proprio a Camerino nel 1528, le tradizioni culturali (la città ha dato vita alla più significativa scuola pittorica delle Marche), gli impianti sportivi all’avanguardia (punto di riferimento per il turismo sportivo in un contesto ambientale intatto) e le bontà della cucina locale fanno di Camerino (Bandiera Arancione del TCI dal 2009) una meta di singolare attrattiva.

    Nella Chiesa del Seminario Arcivescovile sono conservate ed esposte al pubblico alcune tra le opere più rappresentative della produzione figurativa camerte. Il vicino edificio “Venanzina Pennesi” ospita i Musei civico e diocesano. Presenta allestimenti moderni e strumenti digitali all’avanguardia e raccoglie i capolavori del territorio salvati dalle rovine del terremoto. Grazie all’intervento di recupero della Fondazione Arvedi Buschini di Cremona, è stata riaperta al culto in tutto il suo splendore la Basilica di San Venanzio martire.

    È possibile visitare anche Palazzo Castelli (viale Giacomo Leopardi) e Palazzo Sabbieti (piazza dei Costanti) entrambi di proprietà dell’Università degli Studi di Camerino, il Planetario Unicam allestito negli spazi del Convento San Domenico e l'Orto Botanico "Carmela Cortini" dell’Ateneo istituito nel 1828 da Vincenzo Ottaviani, medico pontificio e professore di botanica e chimica presso l’Università. Merita una visita l’Archivio di Stato sezione di Camerino che conserva materiale documentario risalente al 1207.

    Si offre come piacevole oasi di verde la Rocca borgesca, posta sull’orlo di un precipizio, che fu fatta erigere da Cesare Borgia su disegno di Ludovico Clodio nel 1503 per controllare la città dal versante sud-ovest: i torrioni cilindrici e il possente mastio sono begli esempi di architettura militare del primo Rinascimento.

    Simbolo di un intero territorio, Rocca Varano, oltre a essere un fortilizio la cui costruzione risale al XIII secolo, è uno dei monumenti più importanti e imponenti presenti nel territorio e il fiore all'occhiello di Camerino.

    A Camerino l’antico convive con strutture all’avanguardia, come l’Accademia della Musica “Franco Corelli” donata alla città dall’Andrea Bocelli Foundation. Sviluppata su due livelli (700 metri quadrati per 160 studenti costruita in 150 giorni), ha dieci aule tematiche e l’auditorium Andrea Bocelli.

    Nel Sottocorte Village (quartiere San Paolo) sono presenti gli storici negozi del centro cittadino. Un centro commerciale particolare e all’avanguardia, che coniuga l’innovazione architettonica con la tradizione della piccola bottega. Lo spazio accoglie iniziative ed eventi culturali. Il ValliCenter (quartiere Vallicelle) ospita una selezione di attività commerciali.

    Per gli amanti del turismo all’aria aperta è stato realizzato il Camper Service di via Macario Muzio (Bandiera Gialla A.C.T. Italia), 24 piazzole immerse in un ambiente naturale di gradevole impatto e di comodo accesso alla città. Coordinate GPS Google Earth: N 43° 08’ 12.5” E 13° 04’ 00.2”

    Iniziative culturali, eventi sportivi, spettacoli musicali e appuntamenti gastronomici iniziano il 6 gennaio con la festa del torrone - una prelibatezza DE.C.O. (denominazione comunale d’origine) entrata nel Guinnes dei primati - e terminano con il concerto di Natale del 26 dicembre.

    Gli eventi di maggiori rilievo che hanno luogo a Camerino nel corso dell’anno sono: la rievocazione storica della Corsa alla Spada e Palio (maggio), il Premio Massimo Urbani (giugno), il Camerino Festival (agosto) e la Stagione teatrale (ottobre-aprile).

     

    Associazione Turistica “Pro Camerino” / IAT Informazione Accoglienza Turistica Camerino
    Sottocorte Village, Via Vincenzo Ottaviani - 62032 Camerino (MC)
    Tel/Fax +39 0737 632534 Cell. +39 345 8855294
    www.proloco.camerino.sinp.net
    proloco@comune.camerino.mc.it

  • Ascoli Piceno
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ascoli Piceno

    Il centro storico di Ascoli Piceno è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri.

    COSA VISITARE
    La città ha come fulcro la rinascimentale Piazza del Popolo dove si trovano alcuni edifici importanti fra cui il Palazzo dei Capitani del Popolo, di origine duecentesca e oggi sede del Comune, lo storico Caffè Meletti di gusto liberty e la Chiesa di San Francesco, al quale è addossata la Loggia dei Mercanti, elegante costruzione del 1513.

    Altro elegantissimo spazio urbano è Piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove sorgono interessantissimi edifici: il medioevale Battistero di San Giovanni, la Cattedrale di Sant'Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch'essa al santo patrono e il grande polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli, firmato e datato 1473; il Palazzo Vescovile, il Palazzo dell'Arengo, sede della Pinacoteca Civica e di alcuni uffici comunali.
    Sul lato opposto della Piazza si riconosce la seicentesca facciata di Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale.

    Tra gli altri edifici di architettura religiosa da non perdere sono: la romanica Chiesa di Ss. Vincenzo e Anastasio, la duecentesca Chiesa di San Pietro Martire, la Chiesa di Sant’Agostino, rifatta nel IX secolo, la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria della Carità. Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono, quali Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio Rosso.

    Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, le rovine del teatro romano, le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia, il Forte Malatesta, l’ottocentesco Teatro Ventidio Basso, il Palazzetto Longobardo con la Torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali.
    Nelle vicinanze della città si trova la Rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo nei pressi del torrente Castellano.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    I piatti che maggiormente rappresentano la cucina e la gastronomia locale sono in primis l'oliva all'ascolana del Piceno DOP ed il fritto all'ascolana.
    Le olive verdi tenere, dopo essere state denocciolate e riempite con un morbido composto a base di carne mista vengono impanate e fritte. Il fritto all'ascolana è una pietanza che si compone di costolette di agnello, carciofi, olive ascolane e crema fritta (cremini). 
    Un'altra specialità territoriale, legata alla tradizione, è l'oliva in salamoia: la tenera ascolana è trattata, appena raccolta, con la tecnica della salamoia, in acqua, sale ed erbe selvatiche, e conserva così la sua fragranza e il suo sapore dolce.
    Ingrediente primario di tutte è la tenera ascolana, oliva locale dalla forma ovale e dalla polpa tenera e dolce. Questa pregiata varietà ha contribuito, con le altre nove tipologie olivicole autoctone della regione, al riconoscimento igp del nostro olio extra vergine di oliva.

    La bevanda alcolica più conosciuta è l'anisetta, un liquore a base di anice verde (pimpinella anisum) e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzatrice.
    La zona dell'ascolano è nota anche per la produzione del Rosso Piceno Superiore, del Falerio e del vino cotto, ottenuto dalla concentrazione del mosto mediante cottura.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo ad Ascoli Piceno durante l’anno sono: il Carnevale di Ascoli Piceno (febbraio-marzo),  Fritto Misto all’italiana (aprile-maggio), il Mercatino dell'Antiquariato – (ogni terza domenica del mese) e il Torneo Cavalleresco della Quintana (agosto).

  • La Grotta della Sibilla
    Immergersi nelle Marche significa anche scoprire storie e miti misteriosi come la magica leggenda della Sibilla che ha dato il nome alla Grotta della Sibilla o Grotta delle Fate, nel cuore del Parco Nazionale, considerata la porta d’accesso al regno sotterraneo dell’antica sacerdotessa in grado di predire il futuro.
    Ad essa è dedicato il Museo della Grotta della Sibilla a Montemonaco (AP) che conserva testimonianze del mistero marchigiano e la Grande Pietra recante incisioni misteriose, trovata sul fondo del Lago di Pilato (AP), bacino nascosto dalle più alte vette dei Monti Sibillini che deve il suo nome proprio a Ponzio Pilato. Si narra infatti che il suo corpo riposi sul fondo del lago, perché considerato l’unico luogo degno della sua sepoltura. Questo lago, in epoca tardo medievale, era frequentato da alchimisti, maghi e streghe provenienti da ogni parte d’Europa.
    Lo spettacolo di una natura incontaminata, le condizioni meteo-rologiche che variano velocemente e modificano la percezione visiva di chi osserva, fanno rivivere tutte le leggende!