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Dalla Riviera delle Palme ai Parchi Nazionali dell'Appennino

Un'esperienza variegata alla scoperta del Piceno
San Benedetto del Tronto è la regina della Riviera Picena delle Palme che offre a chi arriva in vacanza un soggiorno tranquillo e confortevole con la possibilità di trascorrere le giornate nelle ampie spiagge del lungomare. Chi poi è appassionato di storia, folclore, natura e archeologia, da San Benedetto del Tronto può andare alla scoperta di tanti piccoli centri limitrofi e non solo. Andando verso sud si trova la Riserva regionale Sentina di San Benedetto del Tronto situata tra la foce del fiume Tronto e il mare, un luogo di straordinario valore naturalistico. Sempre lungo la costa, a pochi Km da San Benedetto, vanno menzionate altre due importanti località balneari, Cupramarittima e Grottammare, entrambe Bandiera Blu e dotate di un bellissimo borgo storico sul mare.

Procedendo verso l’entroterra, dopo circa un quarto d’ora d’auto, si incontra il borgo medievale di Acquaviva Picena, capolavoro dell’architettura militare rinascimentale. E’ un  luogo ricco di cultura e tradizioni, in particolare si segnala la produzione artistica  delle “pajarole”, ossia cesti realizzati con paglia di frumento, vimini e vari tipi di canne palustri. A breve distanza da non perdere Offida, antico borgo racchiuso dalle mure castellane del XV sec, inserito tra i Borghi più belli d’Italia. Posto su uno sperone roccioso, è noto per la laboriosa e paziente arte del merletto al tombolo, tradizione antica tuttora molto diffusa, a cui è dedicato un museo. L’evento più importante da segnalare è il Carnevale, di origini antichissime, caratterizzato da manifestazioni molto originali che traggono origine probabilmente dai Saturnali romani.

A pochi Km si trova uno dei 5 capoluoghi di provincia delle Marche, la città di Ascoli Piceno. Il centro storico è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri.

Nelle vicinanze, proseguendo verso il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga si trova il centro termale di Acquasanta Terme, di origine romana ed oggi rinomato complesso  attrezzato per cure termali, fisioterapiche e riabilitative in acqua sulfurea, da maggio fino ad ottobre.

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Livello di difficoltà: media
Target: Benessere

Le tappe dell'itinerario

  • San Benedetto del Tronto
    Ufficio turismo: 0735.794587 -
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Benedetto del Tronto

    San Benedetto del Tronto è il comune litoraneo più meridionale delle Marche.
    Chiamata anche Riviera delle Palme, dicitura poi estesa anche alle località limitrofe della costa, richiama visitatori da ogni parte d’Italia e d’Europa; è una delle principali località turistiche delle Marche, grazie alle ampie spiagge sabbiose (Bandiera Blu 2018) incorniciate nell’affascinante sfondo delle palme e degli oleandri, in grado di evocare meravigliosi scenari esotici.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    Il Lungomare è costeggiato da lussureggianti giardini, una pineta, campi da tennis, una pista di pattinaggio e un edificio, la Palazzina Azzurra, storico locale della città, sulla foce del torrente Albula, che determina la fine del primo tratto, a sud del quale parte la zona più propriamente turistica, con stabilimenti balneari sulla spiaggia da un lato e ville e alberghi dall'altro lato della strada. 
    Ciò che rende le spiagge di San Benedetto del Tronto a misura di bambino sono la sabbia fine, adatta alla costruzione di castelli e a scavare buche, e i fondali bassi particolarmente indicati per immergersi con i braccioli o sopra un canottino. Da segnalare poi il Giardino Zio Marcello, situato di fronte alla spiaggia libera (tra le concessioni 36 e 37), una vasta area verde dotata di giochi per bambini. 
    Il Lungomare è inoltre caratterizzato dalla presenza di ben 8000 palme di varie specie e di numerose zone relax, giochi per bambini e giardini tematici, le oasi: giardino arido, giardino umido, giardino delle palme, giardino delle rose, giardino della macchia mediterranea. I materiali scelti sono compatibili con la nuova vocazione del lungomare, in modo da far apparire tali tratti come veri e propri spazi naturali sul mare, ove sostare per ammirare il panorama, o per l'accesso diretto alla spiaggia. 
    Un’ampia pista ciclabile costeggia ininterrottamente la spiaggia e prosegue senza interruzioni per oltre 15 km, fino a Cupra Marittima; a sud la pista arriva fino all’altezza di via del Mare a Porto d’Ascoli. 
    La cittadina è dotata di un porto turistico (Approdo Bandiera Blu 2018), un porto peschereccio e un mercato del pesce all’ingrosso tra i più importanti d’Italia.
    A nord della foce del fiume Tronto è situata la Riserva Naturale Sentina, che si caratterizza, oltre che per la migrazione dell'avifauna, per un tratto di spiaggia sabbiosa con retroterra non edificato. 


    COSA VISITARE
    San Benedetto del Tronto è da sempre strettamente legata al mare e alla tradizione della marineria. Il Polo Museale del Mare comprende il Museo della civiltà marinara delle Marche, il Museo delle Anfore, il Museo Ittico e l’Antiquarium Truentinum. La Pinacoteca del mare, inaugurata nell'aprile del 2009, anche se collocata nel cuore del vecchio abitato, è parte integrante del polo museale tematico dedicato al mare che l'Amministrazione Comunale ha allestito al Mercato Ittico. Interessante è il MAM, Museo d'Arte sul Mare, un museo permanente all'aperto, che si sviluppa lungo tutto il molo sud e ospita ben 145 opere d'arte, delle quali 135 sculture e 10 grandi murali. La città presenta un nucleo antico (il paese alto) a poca distanza dal mare, ai piedi del quale si sviluppa la marina, il borgo peschereccio sviluppatosi a partire dal Settecento. Il borgo antico è caratterizzato dalla trecentesca esagonale Torre dei Gualtieri; il torrione, che attraverso il suo orologio scandisce le ore della giornata, è il simbolo della città.
    Tra i siti di maggiore attrazione turistica ricordiamo: il Santuario della Madonna del Santissimo Sacramento, la Cattedrale di Santa Maria della Marina, la Chiesa di San Giuseppe, il Vescovado, la Palazzina Azzurra, il Teatro Comunale Concordia, il Faro.

    Il piatto tipico di San Benedetto del Tronto è il brodetto alla sambenedettese, una zuppa di pesce, con l'aggiunta di peperoni e aceto.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a San Benedetto del Tronto nel corso dell'anno ricordiamo: la mostra-mercato L'Antico e le Palme, che attira antiquari e collezionisti italiani ed esteri; la Festa della Madonna della Marina, che si svolge l'ultima domenica di luglio e consiste in una processione in mare con i pescherecci; il Premio Libero Bizzarri, uno dei concorsi più rinomati nel campo del cinema documentario a livello nazionale; Anghiò, il festival Internazionale del Pesce Azzurro.

  • San Benedetto del Tronto
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Benedetto del Tronto
    E’ il comune litoraneo più meridionale delle Marche. Chiamata anche Riviera delle Palme, dicitura poi estesa anche alle località limitrofe della costa, richiama visitatori da ogni parte d'Italia e d'Europa; è una delle principali località turistiche delle Marche, grazie alle ampie spiagge sabbiose incorniciate nell’affascinante sfondo delle palme e degli oleandri, in grado di evocare meravigliosi scenari esotici. Il lungomare è punteggiato da numerosi giardini tematici, zone relax e giochi per bambini. Un’ampia pista ciclabile costeggia ininterrottamente la spiaggia e prosegue senza interruzioni per oltre 15 km, fino a Cupra Marittima; a sud la pista arriva fino all’altezza di via del Mare a Porto d’Ascoli.  Dotata di un porto turistico, un porto peschereccio e un mercato del pesce all’ingrosso tra i più importanti d’Italia, San Benedetto è da sempre strettamente legata al mare e alla tradizione della marineria. 
  • Porto turistico Tiziano di San Benedetto del Tronto
    0735 584255 - 0735 84969
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Porto turistico Tiziano di San Benedetto del Tronto
    Nel porto turistico di San Benedetto del Tronto, è presente un Circolo Nautico (Approdo turistico Bandiera Blu), che offre la possibilità di noleggiare barche e svolgere altre attività.La marina è dotata di numerosi pontili galleggianti, con una flotta di circa 400 imbarcazioni.



  • MAM - Museo d'Arte sul Mare
    +39 0735 592177 / +39 0735 794
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: MAM - Museo d'Arte sul Mare
    Il MAM, Museo d'Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, inaugurato nel Giugno 2012, è un museo permanente all'aperto, che si sviluppa lungo tutto il molo sud di San Benedetto del Tronto ed ospita ben 145 opere d'arte, delle quali 135 sono scultore e 10 sono grandi murali.
    Oltre alle 140 opere scultoree e pittoriche, realizzate durante le passate edizioni del Simposio internazionale “Scultura Viva” da 130 artisti provenienti da 37 nazioni di 5 continenti, sono presenti, lungo il suo percorso, altre 5 sculture monumentali realizzate da Mario Lupo, Genti Tavanxhiu, Marcello Sgattoni e Giuseppe Straccia.
    L'opera del maestro Mario Lupo è la più grande ed è un bronzo di circa otto metri dedicato al gabbiano Jonathan Livingstone protagonista del libro di Richard Bach.
    Non meno suggestiva è l'opera monumentale in travertino realizzata nel 2006 da Genti Tavanxhiu, dedicata a Monsignor Francesco Sciocchetti.
    Molto interessante inoltre è anche il gruppo scultoreo in travertino, costituito da una “Madonna” posta sugli scogli e rivolta verso un'originale “Natività di Gesù” immersa ma visibile nell'acqua del mare e realizzato tra il 2010 e il 2012 dallo scultore naif Giuseppe Straccia.
    Il Museo d'Arte sul Mare di San Benedetto del Tronto, è unico nel suo genere sia per la bellezza del suo ambiente naturale che per la sua lunghezza di oltre un chilometro.
    Il suo primo tratto, di circa 500 metri, è dedicato alla scultura ed ospita le 130 sculture in basso ed altorilievo e a tutto tondo, realizzate durante le passate edizioni del Simposio internazionale “Scultura Viva” sui blocchi frangiflutto in travertino, allineati lungo la passeggiata.
    Il terzo tratto di circa 400 metri, è invece dedicato alla pittura murale ed ospita bellissimi murales di 12 metri quadrati l'uno, realizzati da wall painters italiani e stranieri tra i più famosi al mondo.
  • Museo della Civiltà Marinara delle Marche
    Il Museo si trova nel complesso del Mercato ittico all'ingrosso e fa parte di quel "Polo museale del Mare" che già comprende il Museo delle Anfore e l'Ittico "Capriotti", accolti nella stessa struttura portuale, e che si estende al Paese alto con la Pinacoteca del Mare ospitata a Palazzo Piacentini e che sta per essere completato con la sezione archeologica dell'Antiquarium (i lavori sono in fase di avvio). il Museo della Civiltà Marinara è organizzato per "unità narrative". Si parte da un cono sonoro che diffonde diversi rumori del mare (dalla bonaccia primaverile alla tempesta invernale).
  • Antiquarium Truentinum
    L’Antiquarium Truentinum, che è una delle cinque sezioni del Museo del Mare, dopo opportuno e rinnovato allestimento è fruibile ai visitatori dal 29 settembre 2012. Il percorso inizia con la carta archeologica del territorio di San Benedetto del Tronto dove sono segnalati i luoghi del rinvenimento dei reperti esposti e delle emergenze architettoniche ancora visibili.  Ai manufatti litici esposti, sono presenti anche oggetti in selce lavorati dall’uomo e frammenti di ceramica.
  • Museo delle Anfore
    Il museo è stato riaperto il 6 dicembre 2003 nella nuova sede espositiva di viale Cristoforo Colombo, di fronte alla piazza del Pescatore (una volta sede del Museo Ittico). La singolarità del Museo delle Anfore è quella di riunire anfore diverse per tipologia e cronologia in quanto recuperate lungo tutto il Mediterraneo dalle reti dei motopescherecci della marineria di San Benedetto del Tronto che praticavano la pesca a strascico in aree diverse, dall'Egeo allo Ionio, dal Tirreno al mare di Sicilia e, naturalmente, all'Adriatico. Queste anfore entrarono a far parte della collezione del dottor Giovanni Perotti, che nel 1988 le donò al Comune, e sono giunte fino a noi per raccontare la straordinaria storia del mare Mediterraneo e delle sue civiltà.
  • Museo d’Arte Sacra
    347 3804444
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo d’Arte Sacra
    Il museo ha sede a fianco della cattedrale-basilica di Santa Maria della Marina, cuore della vita diocesana.
    Con esso si è voluto raccontare la storia della chiesa sambenedettese dalle origini ai nostri giorni, esponendo alcune delle opere più significative relative ai santi martiri più antichi della diocesi e ai due principali luoghi di culto della città: la pieve di San Benedetto Martire e la chiesa di Santa Maria della Marina.
    Aprono l’esposizione alcuni degli antichi e preziosi parati con cui nei secoli passati si rivestiva il corpo del santo martire Basso, venerato nella vicina Cupra Marittima.
    A San Basso la leggenda unisce san Benedetto martire, che ha dato il nome alla città e i cui resti sono tuttora venerati nella pieve a lui dedicata nel paese alto. Alcune immagini del santo e varie suppellettili provenienti dalla sua chiesa sono esposte nella seconda sala. Tra esse le quattro statue degli Evangelisti, raffinate opere in legno intagliato dorato del secolo XIX.
    Della chiesa della Marina, odierna cattedrale si ammirano un tabernacolo ligneo realizzato dall’artista sacerdote don Luigi Sciocchetti, cui si deve la decorazione di importanti chiese statunitensi. Sempre alla stessa chiesa appartengono i bozzetti originali del vasto dipinto absidale realizzato dal cappuccino Ugolino da Belluno nel 1993.
    Al termine della visita si possono ammirare opere da una ricca collezione privata di arte sacra.

    Visita la pagina dedicata nel portale della Cultura
  • Cattedrale della Madonna della Marina
    0735.586049
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale della Madonna della Marina

    Il progetto iniziale della cattedrale risale alla prima metà dell’Ottocento, opera dell’architetto bolognese Gaetano Ferri. Il protrarsi dei lavori per oltre un secolo (iniziati nel 1847) obbligarono a successivi interventi e modifiche progettuali, per far sì che risultasse essere un tempio adeguato alla costante crescita della popolazione del borgo marinaro. La chiesa fu aperta al pubblico nel 1908, benché i lavori non fossero ancora ultimati. Infatti solo nel nel dopoguerra si portarono a termine la gradinata esterna e la facciata in stile rinascimentale rivestita in travertino ascolano. Nel 1986 l'edificio è stato elevato a Cattedrale. Essa custodisce anche l'"Albo dei caduti civili del Mare", l'elenco dei marittimi sambenedettesi che nei secoli hanno perduto la vita sul lavoro.


    L'interno della chiesa è a tre navate, l'abside custodisce un recente affresco di 400 metri quadrati, opera dell'artista francescano padre Ugolino da Belluno, raffigurante le tradizioni marinare della città, assieme alla raffigurazione di Santi locali. La chiesa custodisce anche: un settecentesco dipinto della Vergine della Vittoria con bambino, reliquie dei martiri S. Urbica e S. Illuminato, un bassorilievo scolpito dall'artista Aldo Sergiacomi e un Battesimo di Gesù dell'artista Armando Marchegiani.

  • Riserva Naturale Regionale Sentina
    0735.794278/279
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Riserva Naturale Regionale Sentina

    Nata il 14 dicembre 2004, la Riserva Naturale Regionale Sentina è la più piccola area protetta marchigiana, ma con una grande valenza ambientale (Deliberazione di Consiglio n. 156). Un paesaggio di acqua e sabbia che si sviluppa per circa 180 ettari all'interno del Comune di San Benedetto del Tronto, tra l'abitato di Porto d'Ascoli a Nord e il fiume Tronto a Sud. La Sentina si estende su un’area sita immediatamente a nord della foce del fiume Tronto. Presenta una morfologia riconducibile ad un ambiente di fondovalle costiero, interamente caratterizzato da depositi alluvionali attuali e recenti (Olocene).  Per il particolare assetto naturale essa costituisce un sistema omogeneo di zone terrestri, fluviali e lacuali: un dolce paesaggio di acque e sabbia che si sviluppa lungo la costa per circa 1,7 Km.  Antiche testimonianze risalenti al 1600 ed al 1860 ricordano peraltro la presenza di un bacino lacustre che però, a causa di successive urbanizzazioni ed opere di bonifica, è gradualmente scomparso.  Ciò nonostante, gli studi ne testimoniano lo straordinario valore naturalistico e biogeografico.  La Sentina è costituita da ambienti unici come cordoni sabbiosi, zone umide retrodunali, e praterie salmastre che ospitano una ricca e peculiare flora ormai scomparsa in quasi tutto il litorale adriatico devastato dall'antropizzazione.

    Floristicamente sono infatti qui rinvenibili specie che nelle Marche risultano minacciate d'estinzione come Aster tripolium e Ammophila arenaria o vulnerabili come Crypsis aculeia, Sueda maritima, Eryngium maritimum e Medicago marina.  Notevole è l'importanza dell'area per l'avifauna migratoria, che trova nella Riserva l'unica possibilità di sosta costiera tra le aree umide del delta del Po e del Gargano.


    Ente Gestore
    Comune di San Benedetto del Tronto
    Viale De Gasperi, 124
    63074 San Benedetto del Tronto (AP)
    Tel. 0735 7941
    www.comunesbt.it

  • Grottammare
    0735 631087
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grottammare

    Grottammare, la perla dell’Adriatico, è una località turistica della Riviera delle Palme celebrata da più di tre secoli per la bellezza del paesaggio, per le suggestive atmosfere di pace e di serenità, per le ricche memorie storiche e culturali che preserva e custodisce gelosamente come uno scrigno. L’ospitalità, la cura minuziosa del suo patrimonio architettonico ed un modello di crescita che ha conciliato armoniosamente il progresso urbano e il rispetto coscienzioso della natura e del mare, hanno consentito a Grottammare di ricevere importanti riconoscimenti, tra i quali spiccano la Bandiera Blu d’Europa, le Tre vele nella Guida Blu di Legambiente edita dal Touring Club Italiano e il diploma di Borghi più Belli d’Italia per il Vecchio Incasato, sulla parte collinare.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La spiaggia, che si estende per cinque chilometri, è costeggiata da uno splendido lungomare ricco di palme, aranci ed oleandri, gioie di colori e profumi.
    Pedalando serenamente lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa tutta la marina del paese, possiamo percorrere lontani dal traffico il Lungomare sud (Bandiera Blu 2018), impreziosito da fontane decorate e da originalissime rotonde che si protendono sulla spiaggia, per arrivare sul nuovo Lungomare nord (Bandiera Blu 2018) che, recentemente riqualificato, offre una splendida balconata verde sul mare. Uno spazio di sfogo e di svago per i bambini è rappresentato dalla Pineta dei Bersaglieri, che sorge davanti alle prime concessioni, venendo da sud. Una vasta area verde per riposarsi all’ombra o scorrazzare tra i suoi pini. Per intensi momenti di riflessione e di riposo basta stendersi sulle panchine di piazza Kursaal, nella parte nord della città, cuore ideale della marina. La piazza, lastricata in travertino, ornata da una fontana a raso e da pinete e palme, si affaccia direttamente sulla spiaggia per confluire nel Viale Marino, splendido nel suo genere, dove le palme e la pavimentazione in porfido e in marmo di carrara fanno da ideale cornice alle ville liberty costruite agli inizi del Novecento. Il viale prosegue, poi, nella bellissima pista ciclo-pedonale che si snoda tra gli scogli e il mare e consente di raggiungere l’ultima spiaggia a nord, un tratto molto ampio, libero ed ancora incontaminato.

    COSA VISITARE
    Come altri insediamenti di origine medievale, la marina di Grottammare è dominata dal Vecchio Incasato aggrappato alla collina che negli ultimi anni è stato oggetto di un meticoloso restauro. Tra i vicoli lastricati e antiche mura calcinate dal sole sorgono preziosi monumenti come la Chiesa di S. Agostino e la Chiesa di S. Lucia quest’ultima costruita sulla casa che diede i natali al papa Sisto V
    In Piazza Peretti, il cuore segreto del borgo che si apre su uno splendido loggiato panoramico, è possibile ammirare, inoltre, il Teatro dell’Arancio e la Chiesa di San Giovanni Battista, sede del Museo Sistino.
    Dal 2004, il Torrione della Battaglia, una fortificazione che risale al XVI secolo, è sede di un museo che conserva una prestigiosa collezione di opere dello sculture grottammarese Pericle Fazzini, autore della celebre Resurrezione nella Sala Nervi in Vaticano. Dal 2013, infine, nel nuovo Museo Il Tarpato dedicato a Giacomo Pomili detto “Il Tarpato” il visitatore può conoscere l’ampia ispirazione dell’artista, attraverso cinque stanze tematiche, dedicate alle opere d’esordio, alle leggende dipinte, alle tele religiose, ai quadri raffiguranti sensuali figure femminili e paesaggi. 

    Per offrire a cittadini e turisti occasioni di intrattenimento e di crescita, Grottammare è animata in ogni momento dell’anno da un’intensa vita culturale. Nei mesi estivi è possibile passeggiare lungo Corso Mazzini, l’arteria principale della città, tra mercatini, artisti di strada e cantastorie oppure ascoltare musica in Piazza Fazzini o ancora divertirsi con il grande Cabaret al Parco delle Rimembranze. Chi ama, invece, le atmosfere più romantiche e la quiete, può riscoprire la musica classica e la poesia nell’affascinante scenario del borgo medievale. E poi il cinema, l’arte, il teatro e tante altre opportunità di divertimento che non si limitano al periodo estivo ma proseguono nei mesi invernali, alternati a momenti di ricerca culturali, di confronto e di dibattito sulla letteratura, sulla politica, sulla filosofia, sulla storia dell’arte, sulla musica d’autore e su tante altre discipline.
    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Grottammare ricordiamo: 

    • Cabaret amoremio! - Festival Internazionale dell'Umorismo (agosto),
    • Festival Liszt (luglio/agosto),
    • Juttenizie - passeggiata enogastronomica (agosto/settembre),
    • Presepe vivente (26 dicembre/1 e 6 gennaio).

    Grottammare ha ottenuto il riconoscimento Spiga Verde, grazie alle politiche da anni rivolte alla sostenibilità ambientale e, in particolare, al coinvolgimento attivo della cittadinanza a iniziative di sensibilizzazione nei confronti del territorio.

    Grottammare insomma è il luogo ideale per tutti coloro che desiderano trascorrere un periodo di pace tra mare e natura, senza rinunciare alla pienezza artistica che può offrire un territorio ricco di storia e di cultura.

  • Grottammare
    0735/736483
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grottammare

    Definita la Perla dell’Adriatico, Grottammare si trova al centro della Riviera delle Palme, a sud delle Marche. La cittadina sorprende il visitatore per il verde delle pinete e delle palme, lo spettacolo degli oleandri e degli aranceti, le ville liberty e le spiagge di sabbia finissima attrezzate con numerosi stabilimenti balneari. La località è ideale per gli amanti dello sport; in particolare l’ampia pista ciclabile, che per alcuni tratti è a ridosso del mare, la collega a sud con San Benedetto del Tronto-Porto d’Ascoli e a nord con Cupra Marittima e Pedaso, per un totale di circa 20 km.
    La cittadina è adagiata ai piedi dell’altura del Monte Castello su cui si trova il nucleo medievale. Il borgo medievale si sviluppa attorno a piazza Peretti, sulla quale si affacciano il Palazzo Priorale, l'Altana dell'Orologio, il Teatro dell'Arancio, l'elegante loggia e lo splendido belvedere. Poco distante si trova la seicentesca chiesa di Santa Lucia, fatta erigere da Camilla Peretti in memoria del fratello Sisto V Felice Peretti divenuto papa. Al medesimo è dedicato il Museo Sistino allestito nella Chiesa di San Giovanni Battista. Nella passeggiata lungo le mura si può visitare il restaurato Torrione della Battaglia, che ora custodiscemolte opere del nativo Pericle Fazzini, uno dei più grandi artisti del Novecento. 

     

     

  • Museo Sistino
    347 3804444
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Sistino
    Il museo, collocato fino al 2002 nella chiesa di Sant'Agostino a Grottammare, è ora ospitato nella Chiesa di San Giovanni Battista, che ha accolto la collezione originaria arricchendosi di altri pregevoli pezzi. Il museo, inserito nella rete di musei di arte sacra, promossa dalle Diocesi di San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto Marche, ripropone oggetti che testimoniano il felice rapporto tra il pontefice Sisto V, nativo di Grottammare, e la sua terra. 
  • Chiesa di S. Pio V
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Pio V

    A causa delle ripetute frane e dell'aumento demografico, nella seconda metà del XVIII secolo, si decise di sviluppare la città di Grottammare verso la costa. Il progetto del nuovo assetto urbanistico venne affidato all'architetto Pietro Augustoni  nel 1779, il quale ideò che il nuovo insediamento doveva essere organizzato intorno alla piazza centrale, aperta sulla Via Lauretana, e ospitante la nuova chiesa dedicata a San Pio V. I lavori di edificazione della chiesa ebbero inizio nel 1780 e seguirono in una prima fase il progetto originario, come si può vedere nella navata centrale e nell’abside. La costruzione si protrasse a lungo: infatti tra il 1847 e il 1850 la chiesa fu ampliata e a questo momento costruttivo risale il completamento della navata centrale e la realizzazione della nuova facciata progettata dall’architetto Virginio Vespignani. Invece, la costruzione del campanile fu iniziata nel 1929 e completata nel 1955 su disegno dell’architetto Emilio Ciucci.


    La facciata della chiesa, ispirata alle chiese romane del Vignola, è realizzata in mattoni a faccia a vista ed è divisa in due ordini, sottolineati da un cornicione aggettante decorato da dentelli. Nella sommità del prospetto, terminate con un timpano triangolare, è posto un rosone semicircolare sormontato da un orologio. L’ordine inferiore è scandito da quattro lesene ioniche che imitano il protiro classico e, al centro, il portale che ripete nella sua cornice architettonica il motivo del timpano triangolare. Il portale è un'opera moderna, poichè progettato dallo scultore Aldo Sergiacomi nel corso del XX, ma realizzato solo dopo la sua morte dalla sua collaboratrice, Fausta Derna Perozzi, e donato alla chiesa da Diego Scartozzi. Qui sono raffigurati: la Sacra Giubilare, la salita al seggio pontificio di Sisto V, San Francesco d’Assisi, il patrono di Grottammare San Paterniano, Santa Teresa e San Umberto, a ricordo dei genitori del committente.


    L’interno è molto ampio e luminoso e presenta una pianta a croce latina, con una navata centrale terminante con un’abside e due navate laterali, separate dalla principale con archi a tutto sesto. All’incontro tra navata principale e transetto si colloca la cupola, con copertura a ombrello a otto falde su tamburo ottagonale. Le pareti della navata principale ospitano la Via Crucis in ceramica di Cleto Capponi e l’ambone dello scultore Ubaldo Ferretti. Un pregevole battistero architettonico, culminante con una statua lignea raffigurante San Giovanni Battista è contenuoto nella chiesa.
    La pala dell’altare maggiore, opera del pittore recanatese Luigi Falconi, rappresenta San Pio V in preghiera davanti alla Vergine, nell’atto di ringraziare la Vergine Maria per la vittoria della flotta cristiana su quella turca. Al di sotto della pala, nella zona absidale, si trova il coro ligneo e il seggio ligneo. Altre pitture di pregio sono la tela raffigurante la Madonna, San Domenico e Santa Caterina di Luigi Fontana (1827-1908) e quella con San Filippo Neri del Felici.
    Inoltre nella chiesa si conserva anche un pregevole organo realizzato nel 1784 da Gaetano Callido per la Chiesa di Santa Maria ai Monti e trasferito nella chiesa di San Pio V nel 1864, in seguito alle soppressioni degli ordini religiosi seguite all’unificazione dell’Italia.

  • Chiesa di S. Lucia
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Lucia

    La chiesa di Santa Lucia fu voluta dal Papa Sisto V, nativo di Grottammare, proprio sul luogo dove sorgeva la modesta abitazione della sua famiglia (famiglia Peretti) e fu dedicata alla patrona del suo giorno natale. Per far spazio alla nuova costruzione vennero abbattute numerose casupole.
    Il progetto iniziale venne affidato a Domenico Fontana, che era stato il progettista delle imponenti realizzazioni romane di Sisto V, e la costruzione venne avviata nell’aprile del 1590, ma dopo la morte del papa, nell’agosto dello stesso anno, il Fontana venne esonerato dall’incarico e i lavori si interruppero.
    I lavori vennero ripresi poi da Camilla Peretti, sorella del defunto pontefice, come testimoniato dalla scritta posta sull’architrave del portale d’ingresso. Molto probabilmente la chiesa venne costruita seguendo un progetto diverso da quello originario e venne terminata forse nel 1595, come fa supporre la data inpressa sulle due campane destinate alla chiesa. Nel 1597 la chiesa era certamente terminata perché venne elevata a collegiata dal Papa Clemente VIII.

    La facciata, orientata a est, si apre su una stretta piazza che insiste su tre archi, che fungono da sostegno, al di sotto dei quali si trovano dei lavatoi. Presenta uno stile sobrio ed essenziale, ispirato ai principi rigoristi dell’architettura tridentina. La struttura è un massiccio corpo squadrato dal quale emergono il tamburo ottagonale, che nasconde la cupola, e il campanile in laterizio, con due campane, a tre archi sovrapposti e coronamento curvilineo.
    La facciata presenta un paramento murario in laterizio, di colore uniforme, arricchito da elementi decorativi in travertino, come il cornicione di coronamento in pietra dentellata e la fascia marcapiano. È scandita verticalmente da quattro paraste che determinano tre partiture ed è caratterizzata dall’imponente portale d’ingresso con mostra in travertino, sormontato da un timpano curvilineo spezzato che presentava al centro lo stemma della famiglia Peretti, oggi all’interno della chiesa. Sopra il portale è collocato lo stemma papale di Sisto V: il leone rampante che stringe un ramo di pero, sormontato dai simboli papali delle chiavi decussate e della tiara. 

    L’interno è a pianta quadrata con croce greca inscritta. Lo spazio quadrangolare centrale è delimitato da quattro pilastri sui quali poggiano gli archi di sostegno della cupola e individuano quattro cappelle, sormontate da matronei balaustrati. I due matronei ai lati dell’ingresso comunicano con la cantoria lignea, sopra il portale, dove si trova un organo, costruito nel 1752 da Francesco Fedeli, restaurato nel 2002. L’altare maggiore è costituito da un pannello ligneo dipinto con motivi architettonici illusionistici in modo da creare un effetto prospettico. Inserita in questa cornice è la pala d’altare raffigurante il Martirio di Santa Lucia, olio su tela del XVII secolo. Nelle quattro cappelle della chiesa sono collocati altrettanti altari minori, in stile tardo barocco, collocati nella chiesa nel corso del XVIII secolo. Nella prima cappella a sinistra dell’ingresso, eretta nel 1731 da A. Fraccagnani, F. Palmaroli e F. Ottaviani, è collocato l’altare ligneo dedicato a San Francesco di Paola, con tela del XVII secolo raffigurante il santo. Subito dopo questo altare si trova la tela raffigurante l’Annunciazione, risalente al XVII secolo, poi l’altare di San Giuseppe, con statua lignea del santo, commissionato da Angelo Marconi nel 1754. Subito dopo l’altare principale si incontra la cappella elevata dalla famiglia Ottaviani nel 1754: ospita l’altare dedicato a San Nicola da Tolentino, corredato da una pala raffigurante la Madonna con Bambino, San Nicola e anime del Purgatorio. Lungo la parete destra della chiesa, è posta una tela del XVII secolo, raffigurante la Discesa dello Spirito Santo. A destra, rispetto all’ingresso principale, si trova l’altare in scagliola dedicato a San Vincenzo Ferreri, commissionato da Pietro Ravenna nel XVIII secolo e corredato da una tela raffigurante la Madonna con San Vincenzo Ferreri, recentemente attribuita al pittore fermano Ubaldo Ricci.

  • Santuario di S. Martino al Tesino
    0735.7391 (comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di S. Martino al Tesino

    La chiesa di San Martino venne fondata dai monaci benedettini dell’abbazia di Farfa probabilmente tra l’VIII e il IX secolo, risultando così una delle più antiche abbazie della provincia di Ascoli Piceno. Probabilmente essa sorge sui resti di un antico tempio pagano, come lascia ipotizzare la porzione di muro in opus caementicium antistante la facciata principale.
    Del complesso medievale di San Martino si è conservata la chiesa in un restauro del XVI secolo. La facciata della chiesa risulta molto lineare, compatta con la sola apertura del rosone centrale e rivela la partizione interna in tre navate: il corpo centrale è più alto ed è delimitato da due semipilastri che si interrompono all’altezza degli spioventi delle navate laterali più basse. Interessante e curioso è il frammento di piede di una statua romana murato al di sopra del portale d’ingresso. L'interno è a pianta basilicale, con abside semicilindrica e copertura a capriate lignee. Le navate laterali sono separate da quella centrale mediante pilastri che sorreggono cinque archi per lato.
    Nell'altare maggiore, rialzato di due gradini rispetto al pavimento della chiesa, è posto un affresco staccato raffigurante una Crocifissione con Madonna, Papa e Santo Vescovo, databile probabilmente attorno al XV-XVI sec. Molto interessante è anche l’affresco della Madonna del latte: l’opera originaria, probabilmente risalente al XII-XIII secolo, è stata recentemente sottoposta a un accurato restauro che ne ha permesso la leggibilità e ha fatto riaffiorare una bellissima cromia. Le due acquasantiere rappresentano un ottimo esempio di riuso di materiali precedenti: una è ricavata da un cippo quadrato sul quale è scolpito un elmo con corna di montone, l’altra è sorretta da una colonnina e presenta su un lato due colombe che bevono in un calice, sull’altro un animale beccato da un uccello.

  • Cupra Marittima - Spiagge
    0735 779193
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cupra Marittima
    Cupra Marittima appartiene al comprensorio della Riviera delle Palme del basso litorale marchigiano. Per la bellezza della pineta, il lungomare sabbioso e la tranquillità dell’ambiente è  meta prediletta per un turismo familiare. Una lunga pista ciclabile panoramica attraversa tutto il paese sul lungomare e continua ininterrotta fino all'estremità sud di San Benedetto del Tronto.Vanto della cittadina è il museo malacologico piceno, uno dei più importanti musei di conchiglie del mondo, grazie agli oltre 900000 esemplari esposti e alle interessanti testimonianze di arte primitiva malacologica. Alle spalle della marina (il paese propriamente detto) si trovano tre colline: Sant'Andrea con l'omonima rocca,recentemente ristrutturata, Marano con l'incasato medievale, che costituisce il nucleo principale del paese, e Boccabianca. Tra gli edifici di architettura civile e religiosa si segnalano:  le chiesette del Suffragio (sec.XVIII) e dell’Annunziata , il Palazzo Brancadoro e la chiesa romanica di Santa Maria in Castello. Nel rilevante Parco Archeologico di Cupra Marittima, sito a nord dell’abitato, è riconoscibile l’impianto urbano della città romana. Nella vicina località San Michele sono visibili i resti di una Villa Magna dotata di ninfeo, mentre nella località Civita è identificabile l’area del Foro
  • Cupra Marittima
    0735 779193 - 0735.776700
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cupra Marittima

    Cupra Marittima appartiene al comprensorio della Riviera delle Palme del basso litorale marchigiano. Alle spalle della marina, il paese propriamente detto, si trovano tre colline: Sant’Andrea con l’omonima rocca, recentemente ristrutturata, Marano con l’incasato medievale, che costituisce il nucleo principale del paese, e Boccabianca.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La spiaggia di Cupra Marittima è sabbiosa e lunga oltre 2 chilometri (spiaggia Lido - Bandiera Blu 2018). Una lunga pista ciclabile attraversa il lungomare e continua fino a Grottammare.
    Il tratto di spiaggia a nord di Cupra Marittima presenta alcuni aspetti interessanti riguardanti la flora e la vegetazione delle spiagge, per questo motivo viene chiamato Duna Marittima. È presente inoltre una pineta, area protetta dalla Regione Marche, costituita da sabbie marine miste a ghiaia e ciottoli, prospicienti al mare. Per la bellezza della pineta, il lungomare sabbioso e la tranquillità dell’ambiente Cupra Marittima è meta prediletta per un turismo familiare.

    COSA VISITARE
    Vanto della cittadina è il Museo Malacologico Piceno, uno dei più importanti musei di conchiglie al mondo, grazie agli oltre 900.000 esemplari esposti e alle interessanti testimonianze di arte primitiva malacologica. Nel rilevante Parco Archeologico di Cupra Marittima, sito a nord dell’abitato, è riconoscibile l’impianto urbano della città romana. Nella vicina località San Michele sono visibili i resti di una Villa Magna dotata di ninfeo, mentre nella località Civita è identificabile l’area del Foro.
    Il sito archeologico di Cupra Marittima è una delle sedi della rassegna TAU (Teatri Antichi Uniti), che mette in scena annualmente opere della letteratura teatrale antica, greca e romana. A sud dell'abitato, sulla collina Sant'Andrea, si avvistano i ruderi dell'antico Castello di Sant'Andrea, ciò che rimane del borgo medievale del XII secolo e tra i ruderi dell'antica chiesa di San Gregorio Magno e Sant'Andrea risulta ancora rintracciabile il tessuto cittadino. Dal castello attraverso la cresta collinare inoltrandosi verso ovest e girando verso nord ci si addentra nel borgo medievale di Marano incontrando Villa Grisostomi, la medievale Chiesa Santa Maria in Castello, il Palazzo Sforza, il Museo archeologico del territorio, la Chiesa dell'Annunziata, che ospita l'artistico presepe permanente di arte spagnola; si trova infine la Chiesa del Suffragio con la meravigliosa pala della "Deposizione". Merita una visita la Collegiata di San Basso per ammirare lo straordinario trittico di Vittore Crivelli e la volta interamente dipinta da Giuseppe Pauri negli anni trenta del Novecento. Scendendo si può ammirare la scenografica scalinata costruita dall'architetto Vespignani e si accede poi alla Piazza della Libertà con di fronte il Palazzo del Municipio, impreziosito da una splendida torretta dell'orologio progettata dal Sacconi.

    Ad agosto la Festa di San Basso anima il centro di Cupra Marittima. Nel periodo natalizio e durante la stagione estiva si può visitare, nella chiesa della SS. Annunziata, nel paese alto di Cupra, il bel Presepio poliscenico permanente "Paolo Fontana" di arte spagnola, composto da 19 scene dei momenti più salienti della vita di Gesù con personaggi ed alberazioni catalane.

  • Museo Malacologico Piceno
    0735 777550
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Malacologico Piceno
    Il Museo Malacologico di Cupra Marittima, fondato nel 1977 è, nel suo genere, uno dei più grandi esistenti al mondo, tremila metri quadri di superficie espositiva, con oltre settecentomila esemplari esposti e con più di sette milioni di conchiglie: dalla gigantesca Tridacna gigas di oltre due quintali di peso alle preziosissime e ricercate Cipree. Appositi spazi espositivi sono dedicati alle conchiglie fossili (di particolare importanza una Leptoteutis gigas, seppia del Periodo Giurassico, di centotrentotto cm. di lunghezza), e agli strumenti di raccolta dei Molluschi.
    Due sezioni hanno un notevole interesse: quella etnografica, con oggetti realizzati da varie tribù dei cinque continenti, con l'ausilio delle conchiglie (si segnala una statuetta antropomorfa dell'etnia Chimu, indumenti regali dell'etnia Naga e Cuba, conchiglie votive degli Indu), e quella dedicata alla ceramica da rivestimento con decori malacologici e da arredo. Sono esposte conchiglie del Mediterraneo e dell'Adriatico.
    Nel Museo sono presenti una biblioteca di oltre tremila volumi tematici, un laboratorio fotografico, una sala convegni, una sala proiezioni ed una sala didattica.
  • Acquaviva Picena
    0735.764005 - 0735 765080
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acquaviva Picena

    Acquaviva Picena, piccolo centro nell’immediato entroterra di San Benedetto del Tronto, sorge su una collina dalla quale è possibile ammirare uno stupendo panorama che si affaccia sulle più alte vette dei monti appenninici, come il Vettore, il Gran Sasso e la Maiella. 

    Il borgo, sul quale sventola la Bandiera Arancione, è caratterizzato dalla Rocca, vero capolavoro di architettura militare rinascimentale, la cui prima costruzione risale al XIV secolo da parte dei nobili della famiglia Acquaviva. Fu poi riedificata nel 1474 su progetto dell’architetto Baccio Pontelli. La fortezza presenta una pianta a quadrilatero irregolare, che racchiude un’ampia corte centrale con pozzo e i vertici rafforzati da torrioni di cui quello più alto, il mastio, è di 22 metri. L’interno, occupato da due vani voltati, collegati da una scala in muratura, ospita attualmente un’interessantissima esposizione di armi antiche.

    Ai piedi della rocca si apre la Piazza del Forte, che fornisce ad essa una platea scenografica, con una serie di basse case disposte a semicerchio. Le strade del borgo corrono fra loro quasi parallele e sono raccordate da rampe gradonate. Ne è un esempio il pittoresco Vicolo del Trabucco, dove anticamente vi erano depositate delle macchine belliche simili alle catapulte.

    Piazza San Nicolò invece è il baricentro dell’antico borgo ed è disposta in forma allungata fra due opposti colli: su di essa si affacciano la chiesa omonima, del XVI secolo, la Casa Rossi Panelli e la Torre Civica.

    Fuori dal centro storico, la Chiesa di San Francesco con l’annesso convento è la più antica fondazione francescana di tutta la Marca, istituita dal medesimo San Francesco d’Assisi su invito della famiglia degli Acquaviva. Altri edifici religiosi di pregio sono la chiesa di San Lorenzo, contenente un retablo seicentesco, la chiesa di San Giorgio e la chiesa di Santa Maria delle Palme. Attività tradizionale del borgo è la produzione di cesti di paglia, effettuata secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Interessante e caratteristico è, a tal proposito, il Museo della “Pajarola”, che custodisce una vasta raccolta di cesti, utensili da cucina, bamboline realizzate con intreccio di paglia, vimine e materiali naturali.

    Da gustare ad Acquaviva Picena sono i formaggi, le peschette dolci, il frustingo (dolce tipico marchigiano a base di frutta secca e fichi) e svariati vini (Rosso Piceno DOC, Rosso Piceno Superiore DOC, Falerio DOC, Offida DOC).

    L'evento più significativo è Sponsalia, la storica rievocazione del matrimonio tra Forasteria d'Acquaviva e Rainaldo di Brunforte (1234) che a partire dal 1988 viene organizzata a cavallo tra i mesi di luglio e agosto e prevede la disputa del Palio del Duca.

  • La produzione delle paiarole
    Acquaviva Picena, borgo medioevale cinto da mura e bastioni, presenta come interessante tradizione artistica la produzione delle “paiorole”, ossia cesti realizzati con paglia di frumento, vimini e vari tipi di canne palustri. Dagli anni Settanta vengono prodotte anche bamboline e personaggi del presepe con gli sfogli del mais. La lavorazione è totalmente manuale e sono le donne ad occuparsi dei materiali e della realizzazione. Interessante e caratteristico è il Museo della “Pajarola” ospitatvo nel mastio della Rocca medievale, che custodisce una raccolta di cesti, utensili da cucina, bamboline realizzate con intreccio di paglia, vimine e materiali naturali vari.
  • Chiesa di S. Nicolo'
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Nicolo'
    La chiesa è intitolata a S. Nicolò di Bari, patrono di Acquaviva Picena. La costruzione originaria risale al XVI secolo, poi assunse le attuali forme architettoniche nel corso dell’800, quando fu ampliata e arricchita di decorazioni. Esternamente vi è un campanile a pianta quadrata terminante in una cuspide e la facciata, opera di maestri artigiani ascolani, è scandita da una cornice orizzontale e da un timpano. L’interno, a croce latina, presenta un’unica navata lungo la quale si aprono cappelle laterali, che ospitano importanti opere d’arte di rilievo, fra cui un quadro di scuola baroccesca della Madonna del Rosario, l'olio su tela della Deposizione dalla Croce, il dipinto raffigurante S. Nicolò, la pala di scuola veneta del Ritrovamento della Croce e la splendida Bara del Cristo Morto, lavoro d'intaglio del XVII sec., che viene portata in processione il Venerdì Santo al lume di torce per le suggestive vie del paese. Ad arricchire ulteriormente la bellezza del complesso architettonico vi sono stucchi, decorazioni pittoriche, le statue in gesso degli Evangelisti collocate in alto entro nicchie ed il capolavoro eseguito dal noto scultore ascolano D. Paci, che raffigura Cherubini ed Angeli in volo composti tra piccole nuvole ovattate ed effetti a raggiera, i quali contornano la bella immagine della Madonna col bambino.
  • Offida
    0736.888706
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offida

    Offida, antico borgo racchiuso dalle mura castellane del XV sec., è inserito tra I borghi più belli d'Italia. Posto su uno sperone roccioso tra le valli del Tesino e del Tronto, è noto per la laboriosa e paziente arte del delicato merletto al tombolo, tradizione antica, a cui è dedicato uno dei musei principali della città.

    Il vasto piazzale panoramico all’ingresso del nucleo antico accoglie i resti della quattrocentesca Rocca, ai cui piedi si trova il Monumento alle MerlettaieLa lavorazione del merletto a tombolo è tuttora molto diffusa: non è raro infatti, passeggiando nel centro storico, scorgere nella penombra degli atri delle case signore intente al lavoro con i piccoli fuselli di legno. Il museo del merletto a tombolo (che dispone di un apposito percorso per le persone non vedenti), si trova all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti-Pagnanelli che, dal 1998, ospita anche il museo archeologico “G. Allevi”, il Museo delle Tradizioni Popolari e la Pinacoteca comunale costituendo così un vero e proprio polo culturale.

    Il cuore del borgo è Piazza del Popolo, dall’insolita forma triangolare, sulla quale si affacciano edifici diversi per stile e materiale. Sul lato principale si ammira il Palazzo Comunale, con una elegante loggetta di tredici colonne in travertino e portico del XV sec. formato da colonne in laterizio con capitelli in travertino. Dal porticato del municipio si accede allo splendido Teatro del Serpente Aureo, costruito nell’800, ricco di stucchi e intagli dorati. Sulla stessa piazza si affaccia anche la settecentesca Chiesa della Collegiata, che presenta una facciata dallo stile composito e la Chiesa dell’Addolorata, dove è custodita la Bara del Cristo Morto. Poco distante sorge la Chiesa di S. Agostino. L’ex-monastero di San Francesco, nel centro storico di Offida, ospita l’enoteca regionale che offre una panoramica completa della produzione enologica del Piceno e delle Marche.

    L’edificio di culto più importante è posto al margine dell’abitato, su una rupe dalle pareti scoscese: si tratta della Chiesa di Santa Maria della Rocca, imponente architettura romanico-gotica in cotto, costruita nel 1330 su un preesistente castello longobardo; al suo interno si possono ammirare i bellissimi affreschi del Maestro di Offida del XIV sec.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Offida nel corso dell'anno ricordiamo: il Carnevale storico di Offida (gennaio, febbraio), Offida Opera Festival (settembre) e Di Vino in Vino (settembre), CiBorghi, un Festival dei Cibi dei Borghi più Belli d’Italia, la Mangialonga Picena, undici chilometri e mezzo di buona cucina, di prodotti tipici e di buon vino divisi in due percorsi nelle campagne marchigiane.

    Le eccellenze enogastronomiche locali sono: il chichì ripieno (una focaccia con tonno, alici, capperi e peperoni), a cui è dedicata una sagra, i “funghetti" (dolcetti a base di anice) e i vini Terre di Offida DOC e Offida DOCG.

  • La Tradizione del Tombolo
    Offida è famosa per la laboriosa e e paziente arte del delicato merletto al tombolo, tradizione antica, forse risalente al XV secolo e importata dall’Oriente, praticata con maestria dalle donne del paese spesso sedute in piccoli gruppi davanti all’uscio di casa.L’arte del merletto a fuselli, si tramanda di generazione in generazione dal almeno cinque secoli: da semplice passamano a fine gioco d'intrecci, per produrre manufatti di raro pregio e bellezza.Da non perdere, la presenza nell’antico borgo del Museo delle Tradizioni Popolari, istituito a scopo didattico nel 1986 e situato all’interno dell’ottocentesco palazzo De Castellotti – Pagnanelli. Dal 1988, è divenuto un vero e proprio polo culturale, racchiudendo così il Museo Archeologico “G. Allevi”, il Museo del Merletto a Tombolo e la Pinacoteca comunale. L'antica tradizione viene ricordata anche durante la Mostra del merletto a tombolo, che si svolge tra fine giugno ed inizio luglio.
  • Chiesa di S. Maria della Rocca
    +39 334 154 7890
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria della Rocca
    Anticamente nell'area dove sorge ora la Chiesa di Santa Maria della Rocca si trovava un castello di età
    longobarda con annessa una chiesa di piccole dimensioni.
    Nel 1039 il castello e la piccola chiesa vennero donati all'abbazia di Farfa ed entrarono in possesso dei
    monaci benedettini.
    Come testimoniato da un'epigrafe, nel 1330 vennero effettuati dei lavori che prevedevano la demolizione
    del castello e la costruzione di una chiesa più grande.
    La chiesetta più antica venne inglobata all'interno di quella nuova, creando così dei corridoi laterali
    attualmente visibili nella cripta, uno dei quali fu utilizzato come zona di sepoltura a partire dal XVI
    secolo.
    All'interno della cripta, che si estende per tutta l'area del piano superiore, ci sono numerose colonne in
    laterizio con capitelli smussati agli angoli che sorreggono arcate a sesto acuto e a tutto sesto.
    Ancora è conservata una parte degli affreschi, attribuiti al Maestro di Offida, raffiguranti i cicli di S.
    Caterina di Alessandria, S. Lucia e diversi altri Santi e Vergini in trono.
    La chiesa superiore, ad una sola navata, presenta tracce di affreschi che un tempo rivestivano
    completamente le pareti. Ben conservati sono quelli del catino absidale raffiguranti profeti, angeli musici
    e Sante Vergini, opera del maestro milanese Ugolino di Vanne. Sul lato opposto una deposizione, una
    Crocifissione ed una Madonna con Bambino e Santo, unico affresco di età rinascimentale, attribuito a
    Vincenzo Pagani.
  • Offida DOCG
    Rosso, Pecorino e Passerina: sono tre i vini compresi nella denominazione di origine controllata e garantita Offida, espressioni di un territorio che esalta al meglio le potenzialità di vitigni autoctoni come il Pecorino e il Passerina.
    L’Offida Pecorino si ricava, per almeno l’85%, dall’omonimo vitigno, con eventuale aggiunta di altri vitigni non aromatici a bacca bianca e idonei alla coltivazione nelle Marche. L’Offida Passerina si vinifica da uve del vitigno Passerina per almeno l’85%, con possibile concorrenza,
    fino a un massimo del 15%, di altri vitigni coltivati in regione purché a bacca bianca e non aromatici. L’Offida Rosso si ottiene da uve Montepulciano con eventuale aggiunta, in quantità non superiore al 15% dell’uvaggio, di altri vitigni a bacca rossa non aromatici e idonei alla coltivazione nelle Marche. Il Pecorino è un vino con buon livello di acidità, colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, profumo caratteristico e gradevole, con note di fiori bianchi, ananas, anice e salvia; in bocca è secco, caratteristico, sapido, fresco e con un retrogusto persistente. L’Offida Passerina si presenta di colore giallo paglierino con riflessi dorati; al naso offre un bouquet gradevole con note di frutti a polpa gialla e sentori agrumati, al palato un sapore secco, tipico, caratteristico e fresco. L’Offida Rosso – che deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento obbligatorio di 24 mesi, 12dei quali in legno, più altri tre di affinamento in bottiglia– è un vino dal colore rosso rubino che tende al granato con la maturazione; il profumo è complesso, leggermente etereo, con sentori di frutti rossi, liquirizia e cioccolato, il sapore secco, armonico, tipico, morbido e ampio. I vini a denominazione di origine controllata e garantita Offida si producono nella parte meridionale delle Marche, in un’area che si estende fra le provincie di Ascoli Piceno e di Fermo.
    Un evento importante per l'enologia locale è stata l'apertura nel 1999 nell'Enoteca Regionale presso le suggestive sale dell'ex Convento di San Francesco ad Offida.
  • Carnevale Storico del Piceno di Offida

    Il Carnevale storico offidano indica il periodo di tempo che intercorre tra il 17 gennaio ed il primo giorno di quaresima e si caratterizza per il tripudio di tradizioni che rendono la manifestazione del borgo, inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, un’esperienza unica.
    Le origini del carnevale di Offida risalgono alla metà del 1700 e si manifestano in alcuni momenti particolarmente coinvolgenti come la caccia de “lu bov fint”, il venerdì successivo al Giovedì Grasso, in cui una sagoma di bue guidata da uomini coperti da un telo bianco a strisce rosse, chiamato “lu guazzarò” e risalente alla tradizione del lavoro contadino, corre per le vie del paese. Momento altrettanto saliente e ricco di tradizione è quello della processione dei “Vlurd” che si svolge la sera del Martedì Grasso e in cui lunghi fasci di canne infuocati vengono portati lungo le vie del paese e gettati in piazza per il falò finale che sigla la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima.
    Caratteristici sono anche i Veglionissimi, realizzati nella splendida cornice del Teatro Serpente Aureo. Un ruolo fondamentale è ricoperto dalle Congreghe, i tipici gruppi mascherati che, al suono delle loro fanfare, danno vita a piccole farse propiziatorie, incentrate per lo più sui temi della virilità e della fertilità.
    Persone dei paesi vicini e turisti, per l'occasione, giungono ad Offida non per assistere da spettatori a sfilate di grandiosi carri allegorici, ma per essere coinvolti in un'autentica festa del popolo dove, messa da parte ogni regola o convenzione sociale, è d'obbligo divertirsi, quasi attori di rappresentazioni il cui valore simbolico cede più a quello reale delle forze vitali e istintive.

    Il Carnevale di Offida è collegato alle tradizioni di Ascoli Piceno, Castignano e Pozza-Umito, rappresentando una delle manifestazioni più importanti e sentite dell'anno che coinvolge l'intero territorio piceno.

    Per maggiori informazioni:
    www.turismoffida.com/carnevale-storico-offidano.html

  • Ascoli Piceno
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ascoli Piceno

    Il centro storico di Ascoli Piceno è costruito quasi interamente in travertino ed è tra i più ammirati della regione e del centro Italia, in virtù della sua ricchezza artistica e architettonica. Conserva diverse torri gentilizie e campanarie e per questo è chiamata la Città delle cento torri.

    COSA VISITARE
    La città ha come fulcro la rinascimentale Piazza del Popolo dove si trovano alcuni edifici importanti fra cui il Palazzo dei Capitani del Popolo, di origine duecentesca e oggi sede del Comune, lo storico Caffè Meletti di gusto liberty e la Chiesa di San Francesco, al quale è addossata la Loggia dei Mercanti, elegante costruzione del 1513.

    Altro elegantissimo spazio urbano è Piazza Arringo, la piazza più antica di Ascoli, dove sorgono interessantissimi edifici: il medioevale Battistero di San Giovanni, la Cattedrale di Sant'Emidio, che racchiude al suo interno la cripta dedicata anch'essa al santo patrono e il grande polittico di Sant’Emidio di Carlo Crivelli, firmato e datato 1473; il Palazzo Vescovile, il Palazzo dell'Arengo, sede della Pinacoteca Civica e di alcuni uffici comunali.
    Sul lato opposto della Piazza si riconosce la seicentesca facciata di Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale.

    Tra gli altri edifici di architettura religiosa da non perdere sono: la romanica Chiesa di Ss. Vincenzo e Anastasio, la duecentesca Chiesa di San Pietro Martire, la Chiesa di Sant’Agostino, rifatta nel IX secolo, la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria della Carità. Meritevoli di essere citati sono anche i tempietti dedicati al patrono, quali Sant'Emidio alle Grotte e Sant'Emidio Rosso.

    Tra i monumenti sono da ricordare: il ponte Romano di Solestà, le rovine del teatro romano, le grotte dell'Annunziata, ciclopica costruzione del periodo romano, la Fortezza Pia, il Forte Malatesta, l’ottocentesco Teatro Ventidio Basso, il Palazzetto Longobardo con la Torre degli Ercolani, una delle torri superstiti tra le circa duecento che compaiono nelle cronache medioevali.
    Nelle vicinanze della città si trova la Rocca di Castel Trosino, antichissimo insediamento longobardo nei pressi del torrente Castellano.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    I piatti che maggiormente rappresentano la cucina e la gastronomia locale sono in primis l'oliva all'ascolana del Piceno DOP ed il fritto all'ascolana.
    Le olive verdi tenere, dopo essere state denocciolate e riempite con un morbido composto a base di carne mista vengono impanate e fritte. Il fritto all'ascolana è una pietanza che si compone di costolette di agnello, carciofi, olive ascolane e crema fritta (cremini). 
    Un'altra specialità territoriale, legata alla tradizione, è l'oliva in salamoia: la tenera ascolana è trattata, appena raccolta, con la tecnica della salamoia, in acqua, sale ed erbe selvatiche, e conserva così la sua fragranza e il suo sapore dolce.
    Ingrediente primario di tutte è la tenera ascolana, oliva locale dalla forma ovale e dalla polpa tenera e dolce. Questa pregiata varietà ha contribuito, con le altre nove tipologie olivicole autoctone della regione, al riconoscimento igp del nostro olio extra vergine di oliva.

    La bevanda alcolica più conosciuta è l'anisetta, un liquore a base di anice verde (pimpinella anisum) e il suo nome deriva proprio dalla pianta che ne è la principale aromatizzatrice.
    La zona dell'ascolano è nota anche per la produzione del Rosso Piceno Superiore, del Falerio e del vino cotto, ottenuto dalla concentrazione del mosto mediante cottura.

    Gli eventi di maggior rilievo che hanno luogo ad Ascoli Piceno durante l’anno sono: il Carnevale di Ascoli Piceno (febbraio-marzo),  Fritto Misto all’italiana (aprile-maggio), il Mercatino dell'Antiquariato – (ogni terza domenica del mese) e il Torneo Cavalleresco della Quintana (agosto).

  • Piazza del Popolo
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Piazza del Popolo
    Piazza del Popolo, con la sua prospettiva d’insieme, racchiude in sé tutta la storia di Ascoli Piceno. In stile rinascimentale è una delle più belle e suggestive d'Italia, definita spesso salotto cittadino per la sua armoniosità ed eleganza, è per gli ascolani il luogo dove si compie il rituale serale del “passeggio a vasca” ed il posto per eccellenza in cui si incontrano tutti. Ma la piazza è anche il luogo di manifestazioni culturali come la Quintana, rievocazione storica con sbandieratori, dame, arcieri e musici che sfilano in piazza prima dell’inizio del torneo.
    La piazza, di forma rettangolare, si apre all'incrocio del cardine e del decumano dell'impianto stradale cittadino, precisamente tra corso Giuseppe Mazzini e via del Trivio.
    Il suo spazio è circoscritto dalla possente facciata del Palazzo dei Capitani del Popolo, dal Caffè Meletti, dalle leggere e gentili forme gotiche della chiesa di San Francesco, cui è addossata l'edicola di Lazzaro Morelli. Tutto il resto del perimetro è incorniciato da un loggiato con 59 archi e palazzetti rinascimentali movimentati da portici e merlature. La pavimentazione della piazza è composta da lastre di travertino, che in caso di pioggia assumono un suggestivo effetto a specchio.
    La piazza assunse la configurazione architettonica attuale nei primi anni del XVI secolo, quando il governatore Raniero de' Ranieri si occupò della sua sistemazione, finanziata con spesa pubblica nel 1507. Ultimata la costruzione del colonnato nel 1509, si dette la possibilità ai privati di costruire e sopraelevare i fabbricati seguendo gli spazi della proprietà preesistente. Ogni proprietario dovette attenersi alle regole fissate che prevedavano: l'elevazione di un solo piano, oltre il colonnato, mantenendo l'uniformità dell'altezza dei fabbricati; l'utilizzo degli stessi materiali edili, travertino per le finestre e mattoni rossicci per le volte e le case; fu disegnata da Bernardino di Pietro da Carona il modello di finestra, di gusto lombardo, definita riquadrata con timpani tondi e decorazioni a palmette. Successivamente furono aggiunti i merli alla ghibellina.
  • Piazza Arringo
    0736 298334 (Ufficio turistico
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Piazza Arringo

    Piazza Arringo, detta anche piazza dell'Arengo, è la piazza monumentale più antica della città di Ascoli Piceno. Di forma rettangolare, la abbelliscono importanti palazzi tra cui: palazzo Fonzi, il palazzo dell'Arengo, il palazzo Vescovile, il duomo di Sant'Emidio, palazzo Panichi ed altre costruzioni. Giuseppe Marinelli riporta che nell'anno 1152, nel centro dello slargo, fu elevata una tribuna in pietra destinata ad ospitare gli oratori. Da questa il popolo ascolano ascoltò San Francesco d'Assisi, nel 1215.

  • Pinacoteca Civica
    +39 0736298213
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno
    La Pinacoteca, ospitata nel Palazzo Arringo, edificio medievale ristrutturato nei secoli XVII e XVIII, venne istituita nel 1861 a seguito delle soppressioni degli Ordini religiosi. Rappresenta oggi una delle più complete e significative raccolte d'arte della regione. Le opere sono esposte secondo una divisione prevalente in sezioni di arte antica e moderna.

    Tra i numerosi dipinti spiccano quelli di Carlo Crivelli, Cola dell'Amatrice, Tiziano, Guido Reni, Luca Giordano, Carlo Maratta, Adolfo De Carolis e Domenico Morelli. Molto ben rappresentata è la scultura dell'800 con opere di vari autori tra cui Pietro Canonica, Cesare Reduzzi, Luigi Bistolfi, Raffaele Belliazzi, Nicola Cantamalessa e Ugolino Panichi.

    Importante la raccolta di ceramiche con manifatture di Montelupo, di Castelli, di Pesaro e della bottega Paci di Ascoli Piceno. Preziosa la raccolta di monete medievali della zecca di Ascoli. Altra collezione di spicco è quella dei disegni che vanta firme prestigiose tra cui Guercino e Pietro da Cortona.

    Particolarmente interessante la Liuteria con strumenti ad arco, corda e plettro. Rarissimo nel suo genere, il piviale di manifattura inglese del sec. XIII, dono del Papa ascolano Nicolò IV alla città natale. Mobili laccati e dorati dei secoli XVII e XVIII costituiscono, infine, l'artistico e qualificante arredo della Galleria.

    Per Orari ed altre informazioni visita il sito della Pinacoteca Civica
  • Cattedrale di Sant'Emidio
    0736.259901
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di Sant'Emidio e Polittico di Carlo Crivelli

    La Cattedrale di Sant' Emidio è un edificio composito di tipo basilicale, risultato di molti adattamenti e sovrapposizioni avuti tra l’VIII e il XVI. La prima costruzione risalirebbe addirittura al IV o V secolo, secondo alcuni sul luogo dell’antico foro mentre secondo altri su un preesistente edificio di epoca romana forse dedicato ad Ercole o alle Muse. Alcuni ritrovamenti archeologici rinvenuti tra il 1882 e il 1883 dimostrerebbero che la cattedrale fu edificata utilizzando i resti dell’antica basilica civile del foro romano, ancora visibili nelle parti più antiche della costruzione come il transetto, la parte delle absidi e la cupola risalenti alla fine dell’VIII o all’inizio del IX secolo.
    La facciata, realizzata tra il 1529 e il 1539 su disegno di Cola dell’Amatrice, presenta un solo ordine architettonico e al centro un portale d’ingresso alla cattedrale con ai lati le colonne dimezzate verticalmente con basi, capitelli e cornici. Agli estremi della facciata s'innalzano le due torri romaniche di travertino mentre su un fianco laterale si apre la rinascimentale Porta della Musa, così chiamata per un'epigrafe murata sulla parete (un distico di fattura umanistica).
    L’interno, ricco di straordinarie opere d’arte, si presenta come un’ampia aula di sapore romanico- gotico a croce latina, divisa in tre navate e con sottostante cripta dove sono custodite le reliquie di S. Emidio. Nella Cappella del Sacramento, sopra l’altare arricchito da un prezioso tabernacolo cinquecentesco in legno dorato e dipinto di attribuzione incerta, troviamo lo splendido Polittico di Carlo Crivelli.  
    Sfuggito alle spoliazioni napoleoniche e alle vendite ottocentesche che hanno gravemente depauperato il patrimonio pittorico marchigiano nel corso dei secc. XVIII e XIX, l’imponente opera è l’unica realizzata dal maestro veneto ad essersi conservata integra in tutte le sue parti, compresa la complessa cornice. Nelle figure della Vergine, dei Santi e degli apostoli che occupano i pannelli della predella si dispiega tutta la capacità tecnica e la raffinata qualità artistica di Crivelli che con maestria descrive i tratti regali della Vergine, seduta su un trono impreziosito da marmi preziosi e dal caratteristico festone di frutta che assume complesse valenze simboliche, o indugia a rendere con esasperato virtuosismo il disegno del piviale e del pastorale di Sant’Emidio, patrono della città e contitolare della Cattedrale.

  • Santuario di S. Emidio alle Grotte
    334 3565078 (Giuseppe) 328 324
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di Sant'Emidio alle Grotte

    Il suggestivo ed unico Santuario Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte rappresenta uno splendido esempio di arte religiosa barocca nelle Marche. Si definisce "alle grotte" perché addossato alle grotte dell'antica necropoli cristiana. Si trova appartato rispetto al contesto urbano, in un luogo ricco di vegetazione e silenzio.

    Qui si narra che il Santo decapitato portò miracolosamente la sua stessa testa per essere seppellito.

    Tale sede di culto emidiano venne riscoperta nel 1721 allorché il popolo ascolano volle ringraziare il proprio Patrono per la protezione concessa nel terremoto del 1703. L’architetto locale più rinomato del tempo, Giuseppe Giosafatti, realizzò a tal fine il suo progetto: portò alla luce le grotte paleocristiane sgretolando la parte rocciosa che fu poi rivestita con una facciata di travertino delicatamente scolpito.

  • Le Olive all'Ascolana

    Riconosciute come DOP nel 2005, queste tipiche olive ripiene con una farcia a base di carne e fritte sono ottime come antipasto,  servite  sia calde che fredde. La ricetta attuale  ha origine nel XIX secolo con farcitura a prevalente base di carne, quale specialità  in uso nelle famiglie agiate.    

    Ingredienti: manzo, maiale, pollo, misto per soffritto, olio, vino bianco, sale, olive verdi grandi, scorza di limone, parmigiano, uova, olio per friggere. Per la panatura: farina, uova, latte, pangrattato

    Preparazione: rosolare il soffritto in un tegamino con l'olio. Tagliare a pezzi la carne e unirla al soffritto a rosolare. Salare la carne e sfumarla con il vino bianco, poi portare a cottura in circa un’ ora. Praticare un taglio elicoidale per rimuovere il nocciolo in ogni oliva. Passare la carne al tritacarne, poi unire la scorza di limone ed il  formaggio grattugiato e ripassarla nuovamente al tritacarne. Mescolare questo trito con le uova, poi formare delle palline con questo impasto ed avvolgerle con le olive farcendole e premendo leggermente per ricomporre la forma dell'oliva stessa. Infarinare le olive ripiene riponendole in una teglia con la farina. In un piatto fondo sbattere due uova con un goccio di latte, poi passare le olive prima in queste uova, poi nel pangrattato. Friggere ad immersione in olio bollente

  • Giostra della Quintana

    Fin dal Medioevo ogni anno in Ascoli Piceno si celebra il tradizionale torneo medievale a cavallo detto La Quintana (in origine risalente forse al tempo dei Romani). Ogni prima domenica di agosto, per le celebrazioni di S. Emidio, primo vescovo della città e santo patrono, Ascoli Piceno organizza questo emozionante torneo in cui chiarine e rulli di tamburi risuonano per i vicoli, le strade e la valle, mentre migliaia di persone nei loro abiti medievali colorati ed eleganti affollano la città, riportandola ad un passato antico e glorioso.
    Ogni anno dal 1955 e dopo un periodo di sospensione, il secondo sabato del mese di luglio, c'è anche una edizione notturna della Quintana.
    In poche parole, un evento decisamente esaltante!

  • Niccolò IV e il piviale di Ascoli Piceno
    0736 298334 (IAT) 0736 29821 (
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Niccolò IV e il piviale di Ascoli Piceno

    Papa Niccolò IV (Girolamo Masci) fu il primo Papa francescano della Storia della Chiesa. Nacque nel 1227 a Lisciano (una frazione a pochi km da Ascoli Piceno) e morì il 4 aprile 1292.

    Al Duomo di Ascoli Piceno donò nel 1288 un eccezionale piviale del XIII secolo, di manifattura inglese di altissima qualità, oggi esposto nella Pinacoteca Civica.

    Fece trasferire la sede della Curia da Roma a Rieti e visse nella speranza della riunificazione delle chiese occidentale e orientale.

    Fu altresì uno dei protagonisti della cultura medievale. Nel novembre 1290, pose la prima pietra del Duomo di Orvieto e diede forte impulso alle Università, fra cui quella di Macerata ed Ascoli Piceno nelle Marche e, all’estero, Montpellier.

    Dispose la rifondazione della città di Cagli, distrutta dal fuoco appiccato dai ghibellini nel 1287 nel tentativo di conquistare il governo del libero comune a guida guelfa.

  • Acquasanta Terme
    0736.801262
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acquasanta Terme

    Acquasanta Terme è un comune della provincia di Ascoli Piceno che si trova lungo la via Salaria, strada consolare del sale che collega Ascoli Piceno a Roma, dove il torrente Garrafo confluisce nel Tronto. La località è inserita in un particolare contesto naturale, caratterizzato da colline e dalle montagne del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nel cui territorio è compresa, e dai Monti Sibillini.

    Gli amanti delle escursioni troveranno meta ideale tra i suoi boschi di castagni, abeti, faggi e querce. A partire dalle frazioni Pito, Pozza e Umito si possono raggiungere le suggestive mete del Parco della Laga quali le cascate della Volpara e Prata, e la Macera della Morte.

    Le castagne, i funghi e i tartufi dei boschi che la circondano sono apprezzati dagli amanti della buona tavola. 

    La località è conosciuta sin dal tempo dei Romani per le sue preziose acque termali. Il complesso termale propone un accattivante pacchetto di trattamenti (fangoterapia, centro benessere, centro estetico, piscina solfurea, ecc.).

    Il territorio comunale è inoltre arricchito dalla presenza di importanti bacini estrattivi di travertino.

    Acquasanta propone anche interessanti itinerari di tipo culturale, come l’affascinate Castel di Luco, una fortezza a pianta ellittica edificata nel XIV secolo, situata a breve distanza dal centro abitato, eretta sul bordo di uno sperone roccioso (a seguito del sisma del 2016 la struttura è stata danneggiata). Dell’epoca romana rimangono monumenti imponenti quali il ponte sul Garrafo, primo ponte in pietra della Salaria, ad una sola arcata a tutto sesto che sorregge ancora un ponte sovrapposto dell'Ottocento. Nella frazione Ponte d’Arli si possono ammirare i muraglioni romani di sostegno della Salaria del periodo augusteo e il cinquecentesco Ponte Vecchio, edificato dai maestri Comacini nel più rigoroso rispetto dei sistemi costruttivi utilizzati dai romani, singolare esempio di connubio tra architettura civile ed ambiente naturale. In adiacenza al ponte vi è un mulino ad acqua del XVII secolo.

    Tra gli edifici religiosi si ricordano, nel centro città, la Chiesa di San Giovanni Battista, con due dipinti di Giulio Cantalamessa, pittore e critico d’arte dell’ 800 ascolano, e la Chiesa a pianta circolare di Santa Maria Maddalena, risalente al XIV sec., la quale conserva all’interno una Maddalena, dipinto settecentesco di Cardi da Cagli. Nelle frazioni, invece, la Chiesa di San Giovanni ad Acquasanta (XIII secolo) con pala d'altare di Cola dell'Amatrice; la Chiesa di San Lorenzo a Paggese (XIII secolo) con un pregevole Trittico cinquecentesco “La Madonna con il Bambino tra S.Marco e S.Lorenzo” attribuito a Pietro Alemanno, un baldacchino in travertino del XIV secolo di pregevole fattura e le splendide pietre tombali in travertino incastonate nel pavimento della chiesa; la duecentesca abbazia-monastero farfense di San Benedetto nella frazione Matera con resti di affreschi a Valledacqua.

    Si ricorda inoltre, per gli interessati alla storia, il Cimitero partigiano internazionale di Pozza, situato a metà strada tra le due frazioni di Pozza ed Umito, dedicato alle vittime dell'eccidio nazifascista qui compiutosi nella notte tra il 10 e l’11 marzo 1944, vi sono sepolte le spoglie di 36 partigiani e di una bambina di nemmeno un anno.

    Tra le feste tradizionali si ricorda il Carnevale storico del Piceno che fa tappa nelle frazioni di Pozza e Umito. Nel periodo estivo, il simposio di scultura "Le forme del travertino” e il 10 agosto la Festa di San Lorenzo, con la rievocazione storica in costume e la cena medievale nella piazza di Paggese. Si svolgono inoltre la Festa d’Autunno, che si tiene la terza domenica di ottobre e consiste in una coloratissima mostra-mercato dei prodotti del bosco oltre a mostre fotografiche e spettacoli a tema e, nel periodo natalizio, la Rassegna dei Presepi Artigianali del piccolo borgo di Quintodecimo.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati.

  • Monastero di San Benedetto in Valledacqua
    0736.801262 (Comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di San Benedetto in Valledacqua

    Immerso fra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ed il Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga sorge il Monastero di San Benedetto in Valledacqua risalente al 970 d. C.
    Nasce dai resti dell'antica Abbazia dei monaci di Farfa, costruita alla fine del X secolo, di cui sono ancora ben visibili gli armoniosi affreschi riscoperti sulle pareti. La facciata molto semplice presenta una torretta a vela risalente con tutta probabilità al secolo XIII. 
    Il sisma del 1972 ha danneggiato profondamente l’intero complesso che, grazie ai restauri a cura della Curia Vescovile di Ascoli e del Ministero dei Beni Culturali, è recentemente tornato ai suoi antichi splendori. 
    Completamente restaurato nel 2002, ospita una comunità femminile di Monache Camaldolesi. Oggi la vita monastica si esprime attraverso la liturgia, guidata dalla Comunità femminile della Congregazione Benedettina Camaldolese.

    Il Monastero include la foresteria, composta da 38 camere, aperta tutto l'anno e che accoglie quanti desiderano condividere l'esperienza di preghiera con la comunità monastica in comunione con Dio.

  • Il Parco Nazionale del Gran Sasso e della Laga
    Sede di Assergi (AQ) Via del C
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

    Il Parco Nazionale del Gran Sasso e della Laga ha ottenuto valutazione positiva da Europarc Federation ed è quindi riconosciuto dalla Carta Europea per il turismo sostenibile nelle aree protette.

    Superficie: 150.000  Istituzione: 1995
    Comuni del Parco: nelle Marche Arquata del Tronto, Acquasanta Terme. In Abruzzo (provincia dell'Aquila, Teramo, Pescara). Nel Lazio (provincia di Rieti). 

    Più a sud dei Monti Sibillini, oltre le gole scavate dal fiume Tronto, si ergono i Monti della Laga, che costituiscono il settore più settentrionale del Parco nazionale che comprende anche il massiccio del Gran Sasso. Istituito nel 1995, il parco ha una superficie di 150.000 ettari, di cui 9.900 nella regione Marche.
    I Monti della Laga, che raggiungono con il Monte Gorzano 2.458 metri di quota, sono costituiti da arenarie e marne. La natura geologica condiziona la morfologia di queste montagne, le cui cime si presentano più arrotondate con numerose valli incise e profonde e circhi glaciali. La costituzione marnoso-arenacea fa sì che l’acqua scorra impetuosa in superficie, raccogliendosi in ruscelli, torrenti e fiumi, che precipitano a valle formando decine di splendide e suggestive cascate come quella della Volpara o quella delle Barche nella valle di Selva Grande.
    Nel territorio del parco vivono più di 2.000 specie di piante, tra le quali il giglio martagone, la stella alpina dell’Appennino e diverse orchidee rare come l’orchidea epipogio. Una delle specie più significative è il mirtillo, che con estesi tappeti in alta quota, costituisce una vera e propria brughiera trai pascoli d’altura.
    La notevole ricchezza e diversità floristica e vegetazionale va ricercata sia nelle quote elevate, che sfiorano i 3.000 metri, sia nel differente substrato geologico dei massicci montuosi principali.
    Mentre il Gran Sasso si caratterizza, in particolare nel versante aquilano, per la grande estensione dei pascoli, i Monti della Laga sono per buona parte ricoperti da foreste. Alle quote inferiori sono presenti i querceti e i castagneti, impiantati in epoca romana, mentre la faggeta è la formazione forestale più estesa e si sviluppa dai 1.000 ai 1.800 metri di quota. Spesso al faggio si associano o sostituiscono altre essenze arboree come il tasso o l’agrifoglio, specie residuali di epoche caratterizzate da un clima più caldo e umido, acero, tiglio, frassino e olmo montano rivestono le forre.
    Da segnalare anche i boschi del raro abete bianco - che qui ha una delle due stazioni presenti nelle Marche - e alcuni nuclei di betulla, testimonianza vivente di eventi climatici passati che hanno influito molto sulla vegetazione attuale.

    La specie faunistica più interessante del parco è rappresentata dal camoscio, ungulato esclusivo della montagna appenninica che, dopo cento anni, è tornato con un nucleo di circa 500 individui nelle montagne, grazie ad una riuscita operazione di reintroduzione, ed un totale complessivo di 420 esemplari.
    Nel territorio vivono altri grossi erbivori come il cervo, il capriolo ed il loro predatore per eccellenza, il lupo appenninico, che va ricostruendo piccoli branchi. Da qualche tempo , fa apparizioni sporadiche l’orso bruno marsicano.
    Sono inoltre presenti numerosi rapaci rari come l’aquila reale, l’astore, il falco pellegrino, il lanario, il gracchio corallino e il gufo reale.
    Tra le foglie, negli ambienti freschi dove l'acqua scorre o si raccoglie, vivono la salamandrina dagli occhiali, un anfibio piuttosto raro, e la rana temporaria.

    I Monti della Laga erano fino a qualche anno fa quasi sconosciuti agli appassionati di montagna e per la relativa vicinanza al Gran Sasso, al Terminillo e ai Sibillini poco frequentati. Ma chi si avvicina una sola volta ad essi non può fare a meno di tornare e fare delle belle escursioni in tutte le stagioni, o praticare l’alpinismo, lo sci escursionismo o lo sci alpino.
    D’inverno, quando l’acqua lascia il posto a delle spesse colate di ghiaccio, le cascate della Laga offrono inconsueti ed impegnativi percorsi per gli alpinisti. Le lavorazioni artigianali, i gustosi prodotti tipici, le rare case cinquecentesche in pietra, gli appuntamenti folkloristici, i tipici centri di Umito e Castel di Luco, il carbone vegetale prodotto nella frazione Colle di Arquata del Tronto seguendo antichi metodi, le attività svolte dal Centro Due Parchi di Arquata del Tronto, unico Comune in Europa che fa parte di due parchi nazionali, completano una visita davvero sorprendente.

    Info
    CEA dei Due Parchi
    Fraz. Borgo
    63096 Arquata del Tronto (AP)
    Gestione: Cooperativa Forestalp
    Tel. 071 9330066
    info@forestalp.it