Indietro Dal mare di Civitanova Marche alle colline maceratesi

Dal mare di Civitanova Marche alle colline maceratesi

Arte e borghi caratteristici a due passi dalla costa
Civitanova Marche, Bandiera Blu, è una frequentata località balneare che offre una lunga spiaggia, divisa dal porto peschereccio e da quello turistico, con ben tre piste ciclabili. Partendo dall’abitato costiero, iniziate il vostro itinerario visitando Civitanova Alta, antico borgo costruito su un colle racchiuso tra le mura di un castello medievale.

A circa 20 minuti di auto da Civitanova Marche potete visitare uno dei luoghi di pellegrinaggio tra i più importanti del mondo cattolico, la città di Loreto che deve la sua fama alla nota Basilica con la sua celebre reliquia della Santa Casa di Nazaret dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Alla realizzazione della noto Santuario e dei sui affreschi hanno contribuito numerosi artisti tra cui Luigi Vanvitelli, il Pomarancio, Luca Signorelli, Melozzo da Forlì e Federico Zuccari.

A pochi Km di distanza da Loreto si trova Recanati, tipica "città balcone" per l'ampio panorama che offre. Qui nacquero Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti italiani della letteratura italiana e Beniamino Gigli, celeberrimo cantante lirico.
Vicinissima a Recanati è Porto Recanati, località balneare con spiagge sassose, sabbiose e mare scosceso. La zona è completamente pianeggiante con moderni stabilimenti balneari con parchi giochi per bambini, possibilità di praticare sport acquatici, piste ciclabili.

Andando verso l’entroterra, potete scoprire alcuni tra i borghi più belli d'Italia, ovvero piccoli centri di spiccato interesse artistico e storico delle Marche: Montecassiano, insignito anche del marchio di qualità turistico-ambientale conferito dal Touring e denominato Bandiera Arancione, centro esemplare dalla compatta struttura urbanistica tardo-medioevale dove ancora oggi è possibile percorrere stradine, piagge e vicoli secondo un tragitto che dal XV secolo si è mantenuto inalterato. Da non perdere la visita della Collegiata di S. Maria Assunta con la monumentale pala d’altare di fra’ Mattia della Robbia.

Montecosaro, un piccolo castello rivolto verso il cielo nelle cui vicinanze si trova la suggestiva Basilica di Santa Maria a Pie' di Chienti, capolavoro dell’architettura romanica; Montelupone, borgo medioevale anch’esso Bandiera Arancione, il cui pezzo forte sono le mura cittadine con le quattro porte che un tempo erano la difesa della città. Qui molto significativa è la visita della millenaria Abbazia di San Firmano, abbazia benedettina fondata negli ultimi anni del X secolo, caratterizzata dal presbiterio notevolmente rialzato e raccordato da un imponente scalone.

Leggi tutto Riduci
Livello di difficoltà: media
Target: Family

Le tappe dell'itinerario

  • Civitanova Marche
    0733 822213
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Civitanova Marche

    Civitanova Marche è una frequentata località balneare della costa adriatica.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    A nord l’arenile è ampio e sabbioso e l’acqua poco profonda, ideale per il bagno dei bambini, che possono così immergersi in tutta sicurezza e giocare senza alcun rischio; il litorale sud, invece, presenta un arenile misto di sabbia e ghiaia ed acque più profonde. La lunga spiaggia è divisa dal porto peschereccio e da quello turistico. Tre sono le piste ciclabili: pista del Castellaro, pista del Chienti e una pista sui due Lungomari nord e sud.

    COSA VISITARE
    Si possono distinguere due centri: la Città Alta, antico borgo costruito su un colle racchiuso tra le mura di un castello medievale, ottimo esempio di architettura militare rinascimentale, e l'abitato costiero.
    A Civitanova Alta si trova il Teatro storico Annibal Caro, edificato nel 1872, che vanta un'importante stagione teatrale. Da visitare: la Pinacoteca Comunale Moretti, raccolta d'arte contemporanea costituita in larga parte di incisioni, interessante non solo per i contenuti ma soprattutto per le particolari circostanze da cui si è formata, che fecero di Civitanova un piccolo ma interessante crocevia culturale, frequentato da letterati ed artisti che gravitavano intorno al "maestro" Moretti; la Chiesa di Sant’Agostino; la Chiesa di San Francesco; la Chiesa di San Paolo e la Chiesa di San Marone. Interessanti sono anche la Stazione del Tram (1900) in stile liberty, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari e il Museo Storico del Trotto, unico nel suo genere, fuori del centro abitato.
    Situata fra la Città Alta ed il porto, immersa in un parco con giardino all'italiana, è possibile ammirare Villa Conti, una villa in stile liberty costruita nel 1910, e poco lontano da essa si trova la palazzina San Michele, raro esempio di art nouveau nella zona del maceratese
    Civitanova Marche, sorta intorno alla fortezza e sui resti della romana Cluana, vanta l’imponente Palazzo Cesarini Sforza, dove sono conservati alcuni affreschi di Pellegrino Tibaldi, davanti al quale si apre piazza XX Settembre. Caratteristici sono poi i Giardini Pubblici, le palazzine del Lido Cluana in stile liberty e la pescheria. La zona nord è caratterizzata dall'alberato viale Vittorio Veneto, dove si trova l’ex Casa dei Balilla, oggi sede della Biblioteca Comunale e del Cinema Teatro E. Cecchetti.

    Accanto alle numerose attività commerciali ed industriali, sono presenti nel circondario numersi outlet di prestigiose firme del made in Italy, soprattutto nel settore calzaturiero, e impianti sportivi attrezzati per le più svariate discipline, tra cui il golf, l’equitazione e la vela.

    Tra gli eventi che hanno luogo a Civitanova Marche si segnalano la rassegna Civitanova Danza, Festival Internazionale di danza, la tradizionale Festa del mare, nel mese di giugno, di carattere prettamente gastronomico; si tratta infatti di un'occasione per gustare le antiche ricette di pesce della zona.

  • Porto turistico di Civitanova Marche
    0733.810395
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Porto turistico di Civitanova Marche

    Il porto turistico di Civitanova Marche è protetto da tre moli banchinati: il molo nord, il molo sud e il molo est. Dalla battigia si dipartono numerosi pontili galleggianti con 600 posti barca (gestiti da privati).



  • Civitanova Alta
    0733.822213
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Civitanova Alta

    Civitanova Alta è un antico borgo costruito su un colle racchiuso tra le mura di un castello medievale. Qui si trova il teatro storico Annibal Caro che ospita, assieme agli altri due teatri civitanovesi Rossini e Cecchetti, una importante stagione teatrale. È intitolato al più illustre personaggio locale, di cui è presente nel borgo anche la dimora. Altro fiore all’occhiello della città è Civitanova Danza, evento di portata internazionale, che ricorda un altro prestigioso concittadino, Enrico Cecchetti, primo ballerino alla corte di Russia nel XIX secolo. La Pinacoteca Comunale Moretti (con esposizione permanente di dipinti di Carrà, Morandi, De Chirico, Guttuso e Ligabue) e l’ex Chiesa di Sant’Agostino sono altri due luoghi di cultura della città in cui, da alcuni anni, vengono allestite mostre estive. Interessanti sono anche la Stazione del Tram (1900) in stile liberty, ricca di ceramiche policrome, il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, con numerosi manufatti della cultura contadina marchigiana, e il Museo Storico del Trotto, unico nel suo genere, fuori del centro abitato.

  • Porto Recanati
    071. 759971 (Comune) - 071.979
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Porto Recanati

    Porto Recanati è il più settentrionale comune costiero della provincia di Macerata.

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La fascia centrale della costa è caratterizzata da spiagge tendenzialmente sassose, ma anche sabbiose, e mare scosceso. La zona, situata in prossimità del Monte Conero, è completamente pianeggiante e questo la rende molto indicata a passeggiate sul lungomare; inoltre l'ambiente tranquillo e sereno di cui gode la zona, la rendono adatta al turismo familiare. Moderni stabilimenti balneari con parchi giochi per bambini, possibilità di praticare sport acquatici, tre piste ciclabili (lungo il fiume Potenza, nei pressi della strada provinciale Sorbelli e in zona Scossicci) fanno di Porto Recanati una delle stazioni balneari più frequentate delle Marche.

    COSA VISITARE
    La cittadina offre alcune importanti testimonianze del suo passato. Nella piazza principale sorge il medievale Castello Svevo, donato da Federico II alla città, che ospita al primo piano la Pinacoteca Comunale "Attilio Moroni". L’ampio cortile ospita l’arena Beniamino Gigli, intitolata al celebre tenore recanatese che, durante la stagione estiva, diviene palcoscenico di un ampio carnet di eventi musicali.
    La tradizione marinara di Porto Recanati è ben documentata nel Museo del Mare, che si trova nel complesso dell’ex mercato ittico, una moderna struttura su due livelli edificata tra il 1975 eil 1980 a fianco della vecchia pescheria.
    A sud della città si trova l'area archeologica della città romana Potentia, nei pressi della quale sono visibili i resti dell’Abbazia di Santa Maria in Potenza, fondata dall'ordine dei crociferi nel XII secolo. Nella valle degli Scossicci sorge la chiesetta della Banderuola, costruita nel sito in cui, secondo la tradizione, la Santa Casa (oggi custodita nel celebre Santuario di Loreto) sostò per la prima volta durante la sua traslazione in Italia. In zona Montatrice sorge il Villino Terni, in stile liberty, il cui salone e pianterreno sono stati affrescati dal locale pittore Biagio Biagetti.
    Piatto tipico della cittadina marchigiana è il brodetto, piatto unico a base di pesce. La variante portorecanatese prevede l’assenza di pomodoro e l’aggiunta di zafferanella o zafferanone (zafferano selvatico del Conero) che dà al piatto un colorito giallognolo.

  • Area archeologica di Potentia
    071 7599767 (Comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Area archeologica di Potentia

    In Località S. Maria di Porto Recanati si trova l’importante area archeologica dell’antica Potentia.
    La colonia romana fu fondata nel 184 a.C. ad opera di un collegio triumvirale composto da Quinto Fabio Labeone, Marco Fulvio Flacco e Quinto Fulvio Nobiliore. Creata anche - ma non solo - per corrispondere alle necessità di terra da distribuire ai veterani delle guerre puniche, la colonia sorse in posizione strategica, in un'area prossima ad un porto di foce sull'omonimo fiume Potentia, facilmente difendibile e proiettata verso i traffici mediterranei. Nel 56 a.C la colonia fu colpita da un fortissimo terremoto, secondo quanto riportato da Cicerone, dopo il quale seguì una fase di ricostruzione.
    Il periodo di maggior espansione urbanistica coincide con l’età augustea. Secondo quanto riportato dagli scavi, nel V sec. d.C. la città mostra ancora una certa vitalità fino ad arrivare al VII sec. periodo a partire dal quale testimonianze archeologiche non danno più alcuna notizia. L'impianto urbanistico, ricostruibile per gran parte solo grazie alla fotografia aerea, si presenta come uno spazio quadrangolare di 540 m di lunghezza per almeno 300 m di larghezza, impostato su un reticolo viario ortogonale. Sono visibili i resti di una domus con pavimenti musivi e pareti affrescate, i portici del foro con le annesse tabernae e un tempio su alto podio che ha restituito numerose terrecotte architettoniche.

  • Porto Recanati
    071 759971
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Porto Recanati
    È il più settentrionale comune costiero della provincia di Macerata. La fascia centrale della costa è caratterizzata da spiagge tendenzialmente sassose ma anche sabbiose e mare scosceso. La zona è completamente pianeggiante ed è situata in prossimità del Monte Conero. Moderni stabilimenti balneari con parchi giochi per bambini, possibilità di praticare sport acquatici, piste ciclabili lungo il fiume Potenza e in zona Scossicci fanno di  Porto Recanati una delle stazioni balneari più frequentate delle Marche. La cittadina offre alcune importanti testimonianze del suo passato.Nella piazza principale sorge il medievale Castello Svevo, donato da Federico II alla città, che ospita al primo piano la Pinacoteca Comunale “Attilio Moroni”. A sud della città si trova invece l'area archeologica della città romana Potentia, nella quale sono visibili i resti dell’Abbazia di Santa Maria in Potenza, fondata dall'ordine dei crociferi nel XII secolo; ci sono inoltre i reperti statuari provenienti dagli scavi, conservati nel mastio del Castello Svevo. Nella valle degli Scossicci sorge la chiesetta della Banderuola, costruita nel sito in cui, secondo la tradizione, la Santa Casa (oggi custodita nel celebre Santuario di Loreto) sostò per la prima volta durante la sua traslazione in Italia. In zona Montatrice sorge il Villino Terni, in stile liberty, il cui salone e pianterreno sono stati affrescati dal locale pittore Biagio Biagetti.Piatto tipico della cittadina marchigiana è il brodetto, piatto unico a base di pesce. La variante portorecanatese prevede l’assenza di pomodoro e l’aggiunta di zafferanella o  zafferanone (zafferano selvatico del Conero) che dà al piatto un colorito giallognolo. 
    -spiagge per cani:
    n.2 spiagge libere( nord lega navale-sud fiume Potenza)
    n.3 stabilimenti balneari (balneare Antonio via Lepanto- Balneare Pineta via  della Repubblica- Medusa Sabbia d'or viale Sca-Scarfiotti)
    -spiagge libere: 
    situate nel centro storico, litorale Sud e litorale Nord di Porto Recanati 
    -spiagge accessibili:
    tutti gli stabilimenti balneari (Centro, Sud, Nord)


    INFO:  Informazioni turisticheTel. 071.9799084 - 071.7591872 info@portorecanatiturismo.it Associazione Turistica Riviera del ConeroTel.  071 9332270info@conero.infowww.rivieradelconero.info 
  • Abbazia di S. Maria in Potenza
    071759971
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Maria in Potenza

    L'Abbazia di Santa Maria in Potenza, nella zona meridionale di Porto Recanati, si presenta come un massiccio e disadorno edificio, dotato a levante di un avancorpo semicircolare culminante in una serie di colonnine e archetti, elementi tipici dello stile romanico. È, infatti, uno degli edifici più antichi e ricco di storia fra le chiese locali.

    L'abbazia fu fondata nell XI secolo dai monaci Crociferi, che si dedicavano a opere di accoglienza gratuita dei malati e ospitavano i pellegrini e i viandanti. Nel 1656, però, questo ordine monastico venne soppresso da Alessandro II; l'abbazia, per disposizione dei Sommi Pontefici, divenne proprietà di diversi prelati ecclesiastici e i suoi terreni, un tempo fecondi, si trasformarono in zone paludose e malariche. Nel 1794 l'abbazia venne affidata, da Papa Pio VI, all'ordine dei Cistercensi, che la riportarono al suo antico splendore fino a quando venne confiscata da Napoleone e donata a sua sorella Paolina. In questi anni l'edificio cadde nuovamente in uno stato di abbandono, e solo fra la fine dell'ottocento e l'inzio del novecento la famiglia Volpini, che acquistò la proprietà che tuttora detiene, intraprese l'opera di bonifica dei terreni ed il successivo restauro del complesso abitativo con la trasformazione dell'antica cripta nell'attuale chiesa.
    Presso l’altare è posto un trittico, opera del pittore Cesare Peruzzi, nel quale sono raffigurati la Madonna, alla quale l’abbazia da sempre è dedicata, San Bernardo, fondatore dei Cistercensi, e Sant’Antonio Abate, patrono di queste campagne.

  • Chiesa della Banderuola
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa della Banderuola

    La piccola chiesa della Banderuola sorge ella campagna di Scossicci, litorale a nord di Porto Recanati, verso l'interno, là dove secondo la leggenda vuole abbia sostato la Santa Casa di Loreto prima di raggiungere l'attuale collocazione. La tradizione popolare narra infatti che la Santa Casa, dopo la caduta della Terra Santa nelle mani dei mussulmani, sia stata trasportata dagli angeli proprio in questo luogo. Dedicata alla Madonna di Loreto, in questa chiesa si pratica ancora il culto mariano. Sul perchè del nome, Bandirola o Banderuola, l'ipotesi più accreditata è che faccia riferimento alla bandiera che indicava ai pescatori e marinai di Porto Recanati la via verso la Santa Casa di Loreto.

  • Il Brodetto di Porto Recanati
    Far soffriggere in una grande casseruola a due manici in olio di oliva abbondante, la cipolla finemente affettata. Aggiungere poi le seppie precedentemente tagliate a pezzi, lasciare insaporire e rosolare a fuoco lento, ricoprire poi le stesse di brodo di pesce, due mestoli di salsa di pomodoro e aggiungere la zafferanella. Aggiungere sale e pepe e portare a cottura sempre molto lentamente. Sistemare a strati i vari pesci, avendo cura di lasciare per ultimi quelli più teneri, regolare con sale e pepe e portare a cottura a fuoco allegro per 15/18 minuti circaA cottura ultimata, disporre le fette di pane abbrustolito su appositi piatti e ricoprirle di pesce e versare sopra il prelibato intingolo. Da servire come piatto unico accompagnato da un vino bianco secco ma anche da un rosso giovane o da un fresco rosè.
  • La Basilica della Santa Casa
    +39.071.9747155
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Basilica della Santa Casa

    La città di Loreto si è sviluppata intorno alla celebre Basilica che ospita la Santa Casa di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Gli studi mettono in luce che la provenienza della Casa è la Palestina, sia per lo stile architettonico che per l’uso di materiali costruttivi, sconosciuti al territorio delle Marche ed invece molto usati all’epoca in Terrasanta. La tradizione vuole che la Santa Casa, dopo essere transitata per la Dalmazia, rimanendo per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto la notte del 9-10 dicembre del 1294. 

    Nel 1469, per iniziativa del vescovo di Recanati Nicolò delle Aste e in seguito con Papa Paolo II, iniziarono i primi lavori di costruzione dell’odierna basilica. A fianco della candida facciata in pietra d’Istria, completata nel 1587, si innalza l’elegante campanile (1750-55), opera di Luigi Vanvitelli. Sotto la cupola è posizionato il sacello della Santa Casa, rivestito di marmo con statue e rilievi, capolavoro della scultura del Cinquecento. L’interno assai suggestivo è meta di pellegrini che giungono da tutto il mondo per pregare, davanti alla statua della Madonna Nera. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, le sacrestie di San Marco e San Giovanni da Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, il soffitto ed il padiglione della Sala del Tesoro dal Pomarancio. Il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, ospitato nel Palazzo Apostolico, conserva dipinti, sculture, arazzi e maioliche prove-nienti dal Santuario e donati alla Santa Casa nel corso dei secoli. Nella raccolta dei dipinti spiccano le opere della tarda maturità di Lorenzo Lotto, che morì a Loreto nel 1556 ca. Il Tesoro della Santa Casa comprende preziose opere di alta oreficeria. 

    All’esterno del Santuario la piazza che troverete termina a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico, ad est con la parte anteriore della basilica, e a sud dal Palazzo Illirico; sul lato sinistro troverete il Campanile disegnato da Luigi Vanvitelli, al centro invece la Fontana di Carlo Maderno e Giovanni Fontana.

    “La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità”. (Giovanni Paolo II)

     

  • Il tenore Beniamino Gigli
    Il tenore Beniamino Gigli è stato uno dei più celebri cantanti d’opera del XX secolo. Ultimo di sei figli, nacque a Recanati, nel sud delle Marche. Sin da piccolissimo, mostrò grandi attitudini per il canto, venendo accolto a sette anni nel Coro Pueri Cantores della Cattedrale di Recanati. La povertà della famiglia lo costrinse a duri sacrifici, ma, tra un'occupazione e l'altra, riuscì a prendere lezioni di canto dal maestro Quirino Lazzarini, direttore del coro della Santa Casa di Loreto.
    Il debutto teatrale, dopo aver vinto un altro concorso di canto a Parma, avvenne al Teatro Sociale di Rovigo come Enzo ne La Gioconda. Seguirono presenze in alcuni dei maggiori teatri italiani (Palermo, Napoli, Genova, Catania, Costanzi di Roma), in opere come Manon, Tosca, Mefistofele, La Favorita.
    Nel 1917 iniziarono le scritture all'estero (Madrid, Barcellona, Montecarlo, Rio, Buenos Aires) e, dopo aver esordito a Milano al Teatro Lirico nella primavera del 1918 con Lodoletta, esordì alla Scala in Mefistofele, sotto la direzione di Arturo Toscanini.
    Il 26 novembre 1920 fece l'ingresso al Metropolitan di New York, di nuovo con Mefistofele; fu un successo e il direttore del teatro gli prolungò la scrittura, prima per altri due mesi poi per quattro anni. Il 2 agosto 1921 Caruso scomparve e la stagione del Metropolitan, da lui inaugurata per diciotto anni, lo fu quell'anno da Gigli con La traviata. Fu regolarmente presente al "Met" per oltre un decennio e il successo si estese a molte altre città (San Francisco, Philadelphia, Chicago). Nello stesso periodo fece tournée in Europa (fra cui l'importante debutto il 27 maggio 1930 al Covent Garden di Londra in Andrea Chenier) e Sudamerica.

    Nel 1932 Gigli tornò in Italia, facendo del Teatro dell'Opera di Roma le sede principale della sua attività. Fu presente inoltre, fino allo scoppio della guerra, nelle altre principali città europee (di particolare rilevanza l'esordio in Aida a Vienna con la direzione di Victor De Sabata nel 1936) e ancora in Sudamerica.
    In seguito, con l'avvento del sonoro, approdò anche al cinema, girando una serie continuativa di sedici film dal 1935 ai primi anni cinquanta.
    Dopo la liberazione si ritirò temporaneamente dalle scene, ritornandovi nel 1946, ancora in grado d'entusiasmare il pubblico nonostante l'età non più verde. Fu poi costretto per motivi di salute ad interrompere dapprima le produzioni teatrali e poi i concerti, l'ultimo dei quali, a livello ufficiale, fu alla Carnegie Hall di New York il 20 aprile 1955. Nelle ultime tournée si esibì a volte con la figlia Rina, soprano.
    Fu accompagnato nella carriera, fin dagli esordi, dal suo agente e segretario particolare Amedeo Grossi, che con la moglie Barbara curò anche un monumentale archivio, oggi custodito presso il Museo Gigli di Recanati.
    Per quanto sterile sarebbe il voler stilare una "classifica" dei principali cantanti del Novecento, non v'è dubbio che la voce di Gigli vada considerata una delle più belle, non solo di tenore, del secolo: omogenea, dal raro timbro che univa smalto e morbidezza, musicalissima, non amplissima ma eccezionalmente dotata di armonici naturali, a tutt'oggi inconfondibile anche al primo ascolto di uno dei numerosissimi dischi lasciati dall'artista. Sul piano interpretativo profuse una costante tensione drammatica, senza mai mostrare freddezza o indulgere alla routine.
    La sua fama planetaria è anche dovuta alle innumerevoli canzoni e romanze da salotto, interpretate frequentemente nei film, tra le quali vanno ricordate quantomeno le celeberrime Non ti scordar di me (1935) e Mamma (1940). Beniamino Gigli morì a Roma il 30 novembre 1957.
    Per approfondire la conoscenza di Gigli, suggeriamo di visitare il Museo Beniamino Gigli di Recanati e il Teatro Persiani di Recanati.
  • Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto
    071 9747198
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto
    Il Museo Pontificio della Santa Casa è collocato nel braccio occidentale del Palazzo Apostolico, negli ambienti del primo piano un tempo adibiti a foresteria e ad uso di rappresentanza. Il Museo conserva un vasto ed eterogeneo patrimonio di arte e di fede proveniente dalla Basilica o donato alla Santa Casa nel corso dei secoli, a testimonianza della fama e del prestigio di cui gode il Santuario lauretano in tutto il mondo. Fra le varie raccolte d’arte esposte, segnaliamo le nove tele di Lorenzo Lotto (1480-1556ca) che decoravano, in gran parte, l’antica Cappella del Coro della Basilica, alcune delle quali eseguite dal pittore negli ultimi anni della sua vita, conclusasi presso il Santuario, come oblato della Santa Casa, e i cartoni preparatori per gli affreschi della cupola, realizzati da Cesare Maccari (1480-1919). Inoltre, dipinti su tavola o tela, quasi tutti a carattere religioso, che ornavano gli altari della Basilica, la maggior parte realizzati nella seconda metà del secolo XVI, le due prestigiose collezione di maioliche da farmacia, uscite da botteghe urbinati nei secoli XVI e XVII, in uso presso la Spezieria della Santa Casa, i dieci arazzi fiamminghi realizzati nel 1620-1624 su cartoni raffaelleschi (secolo XVII), lo splendido arredo d’altare in corallo di manifattura trapanese (secoli XVI – XVII), di notevole valore artistico, donato il 5 gennaio 1722 dal principe Caracciolo d’Avellino al Santuario della Santa Casa. Degne di nota le collezioni di arte contemporanea, immagini e oggetti di pietà popolare, tra i quali oggetti di oreficeria provenienti dall’Antico Tesoro della Santa Casa, la raccolta di tavolette di bosso utilizzate un tempo per il tatuaggio religioso, le tavolette votive dei secoli XVII-XIX offerte al Santuario dai fedeli, a ricordo di qualche particolare grazia ottenuta per intercessione della Vergine.
  • Recanati città di Giacomo Leopardi
    071 981471
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Recanati città di Giacomo Leopardi

    Situata al centro della Regione Marche, in una posizione strategica, tra costa e l’entroterra, Recanati è la tipica "città balcone" per l'ampio panorama che vi si scorge.
    Qui nacquero Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti della letteratura italiana e Beniamino Gigli, noto cantante lirico. Recanati è stata candidata a Capitale Italiana della Cultura 2018.

    COSA VISITARE 
    Tra i principali siti di interesse turistico spiccano i luoghi leopardiani: la piazzetta del "Sabato del villaggio", su cui si affacciano il settecentesco Palazzo Leopardi, casa natale del poeta, che custodisce la preziosa Biblioteca contenente oltre 20.000 volumi, e la Casa di Silvia; l'Orto sul Colle dell’Infinito, la sommità del Monte Tabor che ispirò l'omonima poesia composta dal poeta a 21 anni, con l'antico orto del monastero delle suore Clarisse, recentemente aperto al pubblico grazie alla collaborazione con il FAI,  il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura, il Centro Nazionale Studi Leopardiani, punto di riferimento per tutte le iniziative leopardiane, sia in Italia che nel mondo; la Torre del Passero Solitario, ubicata nel cortile del chiostro di Sant'Agostino, Palazzo Antici Mattei, casa della madre di Giacomo.

    Nel 2014 il film "Il Giovane Favoloso", incentrato sulla vita del poeta, è stato girato per gran parte a Recanati.

    Gli edifici di architettura religiosa più rilevanti sono: la Chiesa e il convento dei frati Cappuccini, risalenti al 1600, la Chiesa di Santa Maria in Montemorello, nel cui fonte battesimale fu battezzato Giacomo Leopardi, la Chiesa di San Vito dalla facciata vanvitelliana, la Chiesa di Sant’Agostino con il bel portale in pietra d’Istria, opera di Benedetto da Maiano (1485), la Chiesa di San Domenico, che conserva il“San Vincenzo Ferrer in gloria “ affresco eseguito da Lorenzo Lotto, la Chiesa di Sant’Anna e la Concattedrale di San Flaviano, impreziosita dal bellissimo soffitto a cassettoni in legno, che custodisce la tomba dii Papa Gregorio XII e l’adiacente Museo Diocesano nel Vecchio Episcopio con le suggestive carceri pontificie.

    Esempi di architettura civile sono: Piazza Leopardi e il neoclassico Palazzo Comunale, costruito alla fine dell'Ottocento in occasione del centenario della nascita di Giacomo Leopardi; la Torre del Borgo, costruita nella seconda metà del secolo XII come simbolo della fusione in un unico Comune degli antichi castelli, ora riaperta al pubblico; il Teatro Persiani, inaugurato nel 1840, che ospita al secondo piano il Museo dedicato a Beniamino Gigli, con costumi di scena, fotografie e cimeli del grande tenore recanatese; Palazzo Venieri, fatto costruire dal cardinal Venieri su disegno di Giuliano da Maiano e Villa Colloredo Mels, sede dei Musei Civici con la Pinacoteca Comunale, la cui la sezione rinascimentale raggruppa quattro tra le più significative opere di Lorenzo Lotto, e del MEMA - Museo dell'Emigrazione Marchigiana.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Tipicità della zona sono i "piccicasanti", una sorta di minestra collosa, i secondi piatti preparati con gli animali da cortile, i prodotti derivati dalla lavorazione del maiale e l'olio extra vergine di oliva.

    Ad accompagnare questi piatti due vini del territorio,  Rosso Piceno DOC e  Colli Maceratesi DOC, bianco e rosso.

    Tra gli eventi da non perdere ricordiamo:  il Giugno Leopardiano, Lunaria, rassegna di concerti che si svolgono a luglio in piazza Leopardi; “Amantica”, che si svolge a luglio nel quartiere di Castelnuovo e propone un programma incentrato sulla musica tradizionale e sullo strumento dell'organetto; la Festa di San Vito, patrono di Recanati che ha luogo il 15 giugno.

  • Orto sul Colle dell'Infinito
    071 4604521
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Orto sul Colle dell'Infinito
    Poetico e ameno è l'Orto sul Colle dell’Infinito che ispirò Giacomo Leopardi, uno dei più importanti poeti italiani dai tanti amori immaginati e mai vissuti.

    A seguito dell’accordo firmato tra il Comune di Recanati, il FAI, il Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura ‘Giacomo Leopardi’, sono state affidate alla Fondazione la valorizzazione culturale e la gestione di una parte degli spazi del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e di quella porzione del Colle conosciuta come Orto delle Monache.

    L’obiettivo del FAI è stato quello di realizzare un progetto di valorizzazione e restauro che mettesse in relazione i due aspetti del Colle dell’Infinito: quello paesaggistico e quello filosofico e poetico.

  • Museo Civico di Villa Colloredo Mels
    071 7570410
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Civico di Villa Colloredo Mels
    La sede del Museo è Villa Colloredo-Mels, antica residenza del ramo marchigiano dell'omonimo casato friulano. Di impianto medievale, l'edificio assunse la fisionomia di Palazzo verso la fine del '500, diventando oggetto di continue trasformazioni nei secoli seguenti fino ad ottenere l'aspetto attuale in età neoclassica. L'inaugurazione è avvenuta nell'estate 1998 dopo il trasferimento della Pinacoteca dal Palazzo Comunale. E' articolato in cinque sezioni: la sezione archeologica, che permette di conoscere l'organizzazione di una comunità neolitica con varie sovrapposizioni fino all'età del ferro; la sezione medievale che documenta la vita della città nel periodo di massimo splendore e comprende, tra l'altro, opere di Ludovico da Siena (not. 1395), Pietro di Domenico da Montepulciano (att. sec. XV) e Vincenzo Pagani (1490-1568); la sezione rinascimentale che raggruppa quattro tra le più significative opere di Lorenzo Lotto (1480 - 1556): l'Annunciazione, il Polittico di San Domenico, la Trasfigurazione, il San Giacomo Maggiore, la sezione dedicata al Seicento e Settecento; la sezione ottocentesca che illustra il contesto storico-economico e sociale in cui è maturata l'esperienza di Giacomo Leopardi.

    Il Museo comprende inoltre la Galleria d'Arte moderna e contemporanea, con sale dedicate ad artisti recanatesi o legati culturalmente alla città. Tra questi Giacomo Braccialarghe, Biagio Biagetti, Lorenzo Gigli, Rodolfo Ceccaroni e numerosi altri. Oltre al corpo delle opere di Lorenzo Lotto sono in deposito quelle provenienti dal Museo Diocesano di Recanati, attualmente chiuso per lavori di restauro. Tra queste, dipinti di Mantegna, Guercino, il Sassoferrato, Perin del Vaga, il Polittico di Guglielmo Veneziano, dipinti di Giacomo di Nicola da Recanati e il piviale di Gregorio XII.
  • Biblioteca Leopardi
    071/7573380
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Biblioteca Leopardi
    La Biblioteca del Conte Monaldo Leopardi (1776-1847) documenta in modo significativo quanto ancora fosse vivo l’interesse per la ricerca antiquaria e la storia locale presso i ceti colti marchigiani, in linea con tutta una tradizione di studi storici che nella Marche si afferma alla fine del Settecento con l’opera monumentale dell’abate Giuseppe Colucci, le Antichità Picene.
    Di dimensioni ragguardevoli per il suo tempo (16.000 volumi circa) occupava quattro camere in cui i libri erano distribuiti per materie ad eccezione della seconda stanza riservata unicamente alla letteratura religiosa, dalla presenza dei padri della chiesa ad una nutrita sezione di teologia, prevalentemente dogmatica e polemica, ma anche protestante. Accanto a questo spiccato interesse religioso la raccolta è ricca di testi illuministici ma anche del versante antiphilosophique del Settecento, di letteratura straniera coeva, cui attinse il giovane Giacomo per elaborare una visione del mondo e della storia opposta a quella del padre.
    Il nucleo più consistente della biblioteca si deve ad una serie di acquisti che il conte effettuò nelle fiere di Recanati, di Senigallia e in alcuni viaggi a Roma. L’occasione fu la soppressione – durante e dopo la prima Repubblica Romana - di conventi e congregazioni religiose. Monaldo acquistò molti libri greci per "secondare", scrive nel Commentario, gli studi del figlio Giacomo, ma soprattutto per una sua innata vocazione antiquaria. Lo spirito appassionato del collezionista non solo di libri ma anche di monete, medaglie, iscrizioni e una vasta conoscenza dei documenti che egli scelse e ordinò sistematicamente si riflettono del resto anche nelle sue opere di storia locale.
    Da una piccola lapide apposta nella biblioteca leggiamo che Monaldo Leopardi nel costituire la raccolta pensava non solo a sé ma anche ai suoi concittadini. Fu, infatti, sempre aperta agli studiosi ed oggi anche ai semplici visitatori attratti dal valore museale della sede e della sua raccolta libraria.
    La biblioteca è all’interno di Casa Leopardi – che si affaccia sulla piazza del sabato del villaggio – è rimasta così come la volle il conte padre e con le sue quattro sale occupa quasi interamente il primo piano del palazzo, di cui fanno parte anche la Sala dell’Alcova, la Sala dei Manoscritti e lo studio di Monaldo. La prima sala è composta da soffitto e cassettoni; la seconda – più piccole delle altre – ha un affascinante soffitto in tela con dipinti in tipico stile pompeiano; La terza e quarta sala, infine, hanno entrambe forma rettangolare e contengono centinaia di libri riposti in enormi scaffali.
  • Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo
    0733.290549
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria Assunta in Cielo
    Le attuali forme dell’edificio risalgono alla seconda metà del XV secolo, quando probabilmente una precedente chiesa del 1136 fu modificata con le forme gotiche su progetto di Antonio Lombardo.Esternamente presenta una facciata in cotto, a unico spiovente con cornice di coronamento ad archetti pensili ed affiancata dalla torre campanaria, edificata anch’essa in laterizi. Il prospetto della chiesa presenta un rosone centrale in pietra bianca con sottostante portale archivoltato e lunetta decorata inquadrata da una cornice con andamento cuspidato.
    L’interno, suddiviso in tre navate da pilastri ottagonali su cui impostano gli archi, è coperto da volte a crociera: semplici nelle navate laterali, costolonate in quella centrale.La Pala d’altare Incoronazione della Vergine tra i Santi Rocco, Sebastiano, Pietro martire e Antonio abate (1527-1530), conservata in S. Maria Assunta di Montecassiano (Macerata), è stata realizzata da fra’ Mattia della Robbia. La pala, costituita da 262 parti assemblate come un puzzle, comprende sia parti policrome stese ad olio, applicando quindi i colori dopo la cottura della terracotta, sia parti smaltate, ovvero mediante applicazione dei colori e successiva cottura.
  • Montecassiano
    0733 299863 (Comune) - 0733 29
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecassiano

    Nel cuore delle Marche, nel mezzo delle distese collinari del Maceratese, si erge Montecassiano, un borgo dall’impronta medievale, racchiuso da alte mura, situato nella Valle del Potenza, dista meno di 10 Km da Macerata e circa 15 km da Recanati.

    Disteso sulla sommità di un colle, offre panorami che spaziano dai Sibillini al mare, dove lo sguardo si perde nella bellezza e nell’armonia delle dolci colline marchigiane. Nel Borgo, Bandiera Arancione da molti anni ed anche parte del network Borghi più belli d’Italia l’inesorabile trascorrere dei secoli non ha compromesso la compatta struttura urbanistica tardo-medioevale. Ancora oggi è possibile percorrere stradine, piagge e vicoli secondo un tragitto che dal XV secolo si è mantenuto inalterato.

    Il centro storico, cuore di tutto il territorio, è completamente racchiuso dalla cinta muraria e vi si accede attraverso una delle tre porte (Porta Diaz, Porta San Giovanni, Porta Cesare Battisti). Il luogo più emblematico e scenografico di tutto l’assetto urbano è la centrale Piazza Unità d’Italia, sulla quale si affacciano alcuni dei principali palazzi e monumenti. Da qui una spettacolare scalinata, incorniciata da un’ampia arcata, conduce alla Collegiata dedicata a Santa Maria Assunta che ricostruita nel 1234 dai monaci cistercensi di Chiaravalle, ha subito nel corso dei secoli, innumerevoli restauri e modifiche. La chiesa custodisce tra i suoi tanti tesori il bellissimo altare in terracotta invetriata raffigurante l’Incoronazione della Vergine (1527-1532), capolavoro del plasticatore fiorentino fra’ Mattia della Robbia.
    Il giro per Montecassiano può continuare anche visitando la Pinacoteca, e gli altri palazzi e Chiese, ma anche passeggiando per i vicoli e piaggette assaporando così la tipica atmosfera del borgo. 

    Grazie al supporto di più’ di 70 associazioni locali che vivacizzano il territorio con le loro attività, Montecassiano ha un fitto programma annuale di manifestazioni:

    • Svicolando - 2° week end di Giugno - festival di musica, giocoleria e artisti di strada nelle vie del paese.
    • Palio dei Terzieri - 3° settimana di Luglio - Per un’intera settimana il borgo si cala in un’atmosfera medioevale, tra giochi, sfilate e taverne.
    • Montecassiano Estate - fine Luglio/primi Agosto
    • Sagra dei Sughitti - 1° week end di Ottobre - I “sughitti“, sorta di polenta dolce con mosto, farina di mais e noci, sono un dolce tipico della civiltà contadina.
    • Processione del Venerdì Santo: tradizionale processione alle ore 21 del venerdì santo con le sette confraternite e la suggestiva bara del Cristo morto.
  • Palio dei Terzieri
    Il Palio dei Terzieri è la rievocazione storica la cui denominazione deriva dal nome degli antichi borghi (o terzieri) nei quali era suddivisa Montecassiano durante il Medioevo. I terzieri a loro volta prendevano il nome dal principale edificio sacro in esse contenuto.
    Ambientato nella metà del 1400, il Palio vuole essere non soltanto un momento di aggregazione popolare, ma soprattutto occasione di riscoperta e di valorizzazione del Comune di Montecassiano, del suo territorio e della sua identità culturale. Il fatto che ha dato vita alla rievocazione risale al 18 ottobre 1418, allorquando Montecassiano, dopo alterne vicende politiche, elesse dodici uomini appartenenti ai terzieri per riformare gli antichi Statuti del Comune, con facoltà di correggerli e modificarli sotto il controllo dell'autorità ecclesiastica.
    Nell'edizione moderna, il paese e le contrade sono stati ripartiti in funzione di un’ideale appartenenza agli antichi terzieri di San Salvatore (Colori bianco/rosso), San Nicolò (giallo/azzurro), San Michele (verde/nero).
    Gli atleti dei terzieri, sfidandosi in giochi e tornei, concorrono all’assegnazione del palio dedicato alla Vergine del Buon Cuore, la cui festa era anticamente fissata ai primi di luglio e la cui devozione popolare era ed è tuttora largamente diffusa. Oggigiorno il Palio si svolge tutti gli anni dalla terza alla quarta domenica di luglio.
    Per una settimana, l’antico centro riacquista l’originaria dimensione medievale con vie e piazze animate da quattrocento figuranti dei cortei storici, da ospiti, da gare popolari e dalla tenzone degli arcieri, dalla giostra dei cavalieri e dalla rievocazione di scene di vita medievale, il tutto con l’intento di coniugare al meglio la ricostruzione storica più rigorosa con l’aspetto ludico e spettacolare.
    Non in ultimo, cibi succulenti, cucinati secondo tradizione e copiosamente innaffiati da corposi vini possono essere degustati nelle taverne dei Terzieri.
  • Abbazia di San Firmano
    0733.224911 (comune)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di San Firmano

    L'abbazia benedettina fu voluta da una pia signora della famiglia Grimaldi di Montelupone e la sua fondazione risalirebbe al 986. Nel 1248 il monastero subì un saccheggio ed i lavori di ricostruzione che seguirono cambiarono in parte la struttura della chiesa. Durante tali lavori fu rinvenuto il corpo di San Fermano (1256) e per dargli degna sepoltura, venne sopraelevato il presbiterio e creato lo spazio per la costruzione della cripta. 
    Di medie dimensioni e interamente edificata in laterizio, presenta una sobria facciata a capanna nella quale si aprono il portale in pietra, con un bassorilievo della Crocifissione nella lunetta, e il finestrone settecentesco. L’interno, dalle linee architettoniche essenziali, si caratterizza per il presbiterio notevolmente rialzato e raccordato da un’imponente scalone.

  • Chiesa di S. Francesco
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Francesco
    Chiesa di San Francesco di Montelupone è un autentico gioiello architettonico riaperto il 26 dicembre 1999 dopo oltre sessant’anni d’incuria e degrado e restaurato grazie ai fondi del Giubileo.
    La sua costruzione risale al 1251, dopo il transito di San Francesco a Montelupone e fu consacrata nel 1397 ad opera del Vescovo di Umana Antonio da Fabriano e del Vescovo di Nicopoli Giovanni Cecchi da Offida il primo di Maggio, sotto il pontificato di Bonifacio IX.
    Dopo la riapertura del 1999, si è arricchita in questi anni di beni storico-artistici preziosissimi grazie all’impegno delle Amministrazioni comunali che si sono succedute: nel 2002 è stato restaurato il coro ligneo con il contributo della Fondazione Carima, nel 2004 è stata ricollocata sull’altare centrale la celebre Madonna del Latte di Antonio da Faenza, nel 2009 sono state ricollocate lungo le navate le altre tele restaurate grazie alla collaborazione tra l’assessorato alla Cultura del Comune di Montelupone e la Sovrintendenza regionale ai Beni storico-artistici, tra le quali ricordiamo Estasi di San Francesco, pala di scuola marchigiana della prima metà del XVII secolo, la Madonna del Rosario di un allievo della Scuola del Lotto e la Madonna dell’Immacolata Concezione o della Misericordia del fiammingo Ernest Van Schayck del 1631.
    Oggi, la Chiesa ospita numerosi eventi, convegni, mostre d’arte che hanno permesso di valorizzarla come contenitore privilegiato di cultura e spiritualità.

    La chiesa è attualmente chiusa causa terremoto agosto 2016.
  • Montelupone
    3496935275 (Uff.Turismo) - 073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montelupone

    Montelupone è un borgo collinare a soli 13 km da Macerata. Rientra tra I Borghi più belli d'Italia e vanta la Bandiera Arancione.

    Conserva le mura castellane con le quattro porte d´ingresso e l'originale pavimentazione in pietra. Al centro del borgo sorge il trecentesco Palazzetto del Podestà (o dei Priori) con la torre civica. Il loggiato a cinque archi è sovrastato da altrettante bifore ogivali poste nel salone principale del piano nobile sede, dal 1998, della Pinacoteca Civica. Il Palazzo Comunale affacciato sulla piazza, sorge su una preesistente struttura medievale. Esso è stato riedificato al tempo del Regno Italico napoleonico (1807/1814) e nel corso del XIX sec. ha subito vari restauri. L’ultimo intervento è stato ideato dall'architetto Ireneo Aleandri, il quale ne ha progettato il portico, il prospetto principale del palazzo e al suo interno il Teatro Nicola degli Angeli, in stile neoclassico e riconducibile alle opere palladiane. Quest'ultimo verrà realizzato soltanto nel 1884 da Giuseppe Sabbatini.

     Tra le vie del borgo spiccano per la bellezza e magnificenza i palazzi nobiliari, un tempo abitazioni delle antiche famiglie monteluponesi. In particolare, Palazzo Emiliani merita attenzione per due caratteristiche, quali il fregio del pittore Biagio Biagetti raffigurante le Quattro stagioni interpretate attraverso il ciclo vegetativo del grano e perché, nell’Ottocento, fu sede di uno dei primi focolai della Carboneria, che raccolse i cittadini marchigiani e romagnoli in preparazione del primo moto rivoluzionario per il Risorgimento italico.

    Passando agli edifici di culto, uno dei monumenti più significativi e simbolici di Montelupone è la chiesa di San Francesco, eretta nella seconda metà del Duecento e poi rimaneggiata in epoca tardo-barocca. Il coro ligneo settecentesco, le quattro statue delle Virtù teologali (1752) e l’organo del 1753 rappresentano la “collezione” di questa chiesa, sul cui altar maggiore è collocata la meravigliosa pala raffigurante la Madonna del latte, opera del pittore Antonio da Faenza (1525); la chiesa Collegiata, la quale custodisce la cappella Addolorata ridipinta da Cesare Peruzzi tra 1934 e 1941. Qui si può anche ammirare la Madonna Immacolata del fiammingo Ernest Van Shayck (1631), pervasa di accenti devoti secondo i modelli del classicismo bolognese.

    La Chiesa di Santa Chiara, sede dell'antico convento delle Clarisse, fu edificata tra i secoli XV e XVIII all’interno della quale si possono ammirare le porte intarsiate da Cristoforo Casari nel 1796, e la Annunciazione della Vergine, copia del Barocci, del XVIII secolo. A circa 4 km dal centro, si trova l'Abbazia benedettina di S. Firmano costruita nel IX secolo in stile romanico a tre navate, con la preziosa lunetta del portale in stile bizantino. Al suo interno sotto l'alta scalinata, si trova l'incantevole cripta con le reliquie e la statua del Santo in terracotta policroma.

    Il prodotto simbolo della città è il carciofo, prodotto tipico a cui è stato riconosciuto il Presidio Sloow Food e a cui è dedicata una importante sagra in programma ogni anno per il mese di maggio; ottimo è anche il miele Millefiori, protagonista ad agosto di ApiMarche (Mostra Mercato Apicoltura Ambiente e Agricoltura) mentre a marzo ricorrono le celebrazioni in onore del Santo patrono San Firmano.

  • Museo Demo-Antropologico d'Arte e Mestieri Antichi
    0733 2249317
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Demo-Antropologico d'Arte e Mestieri Antichi
    Il museo, di recente istituzione, è situato nei sotterranei del Palazzo Comunale. Si compone di otto vani, così suddivisi: il lavoro nei campi, (l'aratro, la sgranatrice), la tessitura, le attrezzature collettive e municipali, le botteghe (il calzolaio, il fabbro ferraio, il falegname, il bottaio, il cordaro), la scuola, il tipografo, i lavori domestici (sartoria, cucina) e il lavoro in cantina (la grotta). 

    Visita il sito dedicato del Comune di Montelupone
  • Montecosaro
    0733.560711
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecosaro

    Montecosaro, che si erge su una collina che domina la vallata del fiume Chienti tra Civitanova e Macerata, fa parte dell'Associazione I Borghi più belli d'Italia.
    Il ritrovamento di reperti archeologici etruschi e romani conferma l'antichità del popolamento del territorio comunale.
    L'abitato, situato su un colle isolato, presenta una pianta compatta: la cinta muraria trecentesca avvolge ancora il centro storico, al quale si può accedere dalla Porta San Lorenzo.
    Nella suggestiva cornice di Palazzo Marinozzi è allestito uno spazio museale intitolato “Cinema a pennello”, un'esposizione permanente a livello nazionale dedicata alla grafica pubblicitaria cinematografica.
    Tra gli edifici i architettura civile e religiosi ricordiamo: la Chiesa di San Rocco, la Chiesa di Sant'Agostino, la Chiesa del Crocifisso, la Chiesa delle Anime, la Chiesa di San Domenico, il giardino del Cassero, il Complesso Agostiniano.

    Particolarmente interessante e suggestiva è la basilica romanica di Santa Maria a piè di Chienti, o Santissima Annunziata, che si trova in località Montecosaro Scalo, considerata uno tra gli esempi più belli di architettura romanica non solo nelle Marche, che non hanno chiese romaniche di queste dimensioni e forme.
    La Santissima Annunziata di Montecosaro è uno dei cinque impianti dotati di coro con deambulatorio e raggiera delle absidiole, cifra architettonica delle chiese pellegrine, in quanto permettevano il transito dei fedeli di passaggio che sostavano e pregavano nelle cappellette senza disturbare le sacre funzioni collettive che si svolgevano nella parte centrale. L'edificio è a tre navate, presenta una singolare abside a due piani e custodisce frammenti di preziosi affreschi trecenteschi.
    Ad agosto il centro storico si anima in occasione della rievocazione storica Contesa dei 100 ducati.

  • Abbazia di S. Maria a piè di Chienti
    0733.865241 (Parroco)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Maria a piè di Chienti

    La Chiesa di S.Maria a Pie' di Chienti, detta anche SS. Annunziata, sorge sulla sponda sinistra del Chienti, a pochi chilometri dalla foce del fiume.
    Le più antiche notizie non controverse su di essa e sull'annesso monastero sono di origine farfense e risalgono all'anno 936. Alla fine del '300 o agli inizi del '400 furono eseguiti lavori che mutarono l'aspetto della chiesa, facendole assumere le forme che ancora oggi, sostanzialmente, rimangono. È proprio in questo periodo che l'abside superiore fu interamente ricoperta dagli affreschi.
    Non originale è certamente anche la facciata, ricostruita tra il XVII ed il XVIII secolo. Alla stessa epoca risale probabilmente la costruzione di un grande scalone centrale di raccordo tra i due piani eliminato col restauro del 1925, sostituito con due gradinate laterali a loro volta eliminate agli inizi degli anni '60 del '900 e sostituite con una scala di collegamento nel braccio destro del transetto.