Indietro Da Genga a Fabriano: obiettivo relax tra natura e passeggiate archeologiche

Da Genga a Fabriano: obiettivo relax tra natura e passeggiate archeologiche

Dalla città del 'saper fare' a percorsi naturalistici di rara bellezza

Un giorno a Fabriano, riconosciuta Città Creativa Unesco grazie alla storica tradizione nella produzione artigianale della carta raccontata nel Museo della Carta e della Filigrana, è l’occasione per visite inusuali e curiose come al Museo del Pianoforte, alla Farmacia-Museo Mazzolini, dagli splendidi intarsi in legno, e agli esempi di architettura sacra, come la Cattedrale di San Venanzio, l’Oratorio della Carità e la Chiesa di Sant’Agostino, dagli affreschi di scuola giottesca, nonché per degustare il tipico salame di Fabriano.

Sarà piacevole trascorrere la serata in uno dei tanti birrifici artigianali della zona tra cui l’Ibeer di Collegiglioni, il Birrificio Agricolo Chiaraluce, la Birroteca Lo Sverso e il Birrificio San Cassiano. A pochi minuti da Fabriano, Sassoferrato è la meta ideale per una giornata all’insegna dell’outdoor al Parco Archeologico Sentinum, tra colonne in granito, terme e mosaici dell’antica città romana, e poi al suggestivo Santuario della Madonna di Cerro (interni visibili dalla porta d’ingresso), da cui si raggiunge una sorgente considerata miracolosa.

E poi rotta verso la vicina Genga: due giorni voleranno tra le spettacolari magie geologiche delle Grotte di Frasassi e luoghi di spiritualità come il Tempio di Valadier, incastonato nella roccia, per finire con un bagno rilassante nelle terme locali.

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Livello di difficoltà: media
Target: Benessere
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Chiesa di S. Maria di Civita
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria di Civita
    Una delle cinque pievi romane di cui si ha notizia nel territorio. Nel XII-XIII secolo la sua giurisdizione comprendeva il nascente borgo fabrianese di S.Nicolò, e insieme alla chiesa sorta in quel luogo dipendeva dal monastero di S.Croce di Sassoferrato. Il luogo fu visitato più volte da S.Francesco d'Assisi. Nel 1289 il fonte battesimale venne trasferito a S.Nicolò, nel 1788 la chiesa fu tolta ai benedettini mantenendo comunque i privilegi parrocchiali. Nel 1881 l'edificio venne ricostruito nelle forme originali, aperture vennero aperte successivamente nella facciata. All'interno una colonna romana che sostiene l'altare e tracce di affreschi del sec.XIV-XV a memoria dei fasti passati. All'esterno il campanile con campana del XV secolo riportante incisioni gotiche.
  • Convento dei Ss. Biagio e Romualdo
    0732.23021 (Parrocchia) 0732.2
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Convento dei Ss. Biagio e Romualdo
    La chiesa di San Biagio sorse a Fabriano come dipendenza dell'abbazia di San Vittore alle Chiuse. Nel 1287 fu ricostruita dopo il crollo provocato da un terremoto e solo nel 1421 acquistava dignità e ruolo abbaziale. La sua posizione all'interno del centro abitato di Fabriano protetto da mura fu determinante per lo sviluppo e l'espansione dei suoi possedimenti: nel 1427 papa Martino V aggregava all'abbazia di San Biagio la rinomata abbazia di San Romualdo in Valdicastro e di lì a poco anche l'abbazia di Sant'Urbano venne unita ad essa. Agli inizi del XVI secolo si avviarono i lavori di ampliamento del monastero che terminarono nel 1576 e grazie ai quali possiamo oggi ammirare il bellissimo chiostro. Anche la chiesa fu ristrutturata, ma nel 1781 un violento terremoto ne causò il diroccamento rendendo necessari nuovi lavori di ripristino, eseguiti dal monaco-architetto camaldolese Giuseppe Antonio Sorattini, il quale reinterpretò le superstiti architetture cinquecentesche in stile rococò. Nella cripta è presente il sarcofago di San Romualdo, realizzato nel 1481 da Taddeo da Como.
  • Chiesa di S. Lucia e S. Domenico
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Lucia e S. Domenico
    Il complesso è frutto dell’unione di due chiese preesistenti: S.Domenico e S. Lucia Novella, costruita insieme al convento dei monaci benedettini nel 1297. Fu ricostruita intorno al 1365, con l'aiuto finanziario della famiglia signorile dei Chiavelli, che ebbe a cornu epistolae la cappella con la propria tomba. Della vecchia chiesa, di stile gotico, è rimasto il fianco laterale sinistro, il campanile e l'abside poligonale, dove si scorge in rilievo lo stemma dei Chiavelli. L'interno, oggi spazio espositivo, custodisce nell'ex cappella di S. Orsola (a sinistra del presbiterio) affreschi di scuola di Allegretto Nuzi. Negli ambienti restaurati dell'ex convento ha sede il Museo della Carta e della Filigrana e troviamo le decorazioni di Antonio da Fabriano.
  • Chiesa di S. Benedetto e S. Silvestro
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Benedetto e S. Silvestro
    Fondata nel 1244 per volontà di San Silvestro Guzzolini, su terreno donato dal Comune di Fabriano in località Castellare, appena fuori la cinta muraria dell’epoca, fu ampliata nel 1290 e ricostruita nel 1590. Dopo il terremoto del 1741 la chiesa fu ricostruita nuovamente solo dopo alcuni anni. Dell'antico edificio di impianto gotico si possono trovare degli elementi murati sul fianco della Chiesa. Notevole monumento dal ricco interno barocco ampio e luminoso, è a navata unica sulla quale si aprono cinque cappelle in ogni lato, riccamente decorate da stucchi e pitture. Nella prima cappella di sinistra si trova la tela di Orazio Gentileschi raffigurante San Carlo Borromeo in preghiera, all’interno delle altre invece, importanti tele del manierista Francesco Vanni, di Guerrieri e di Pasqualino Rossi. Nel presbiterio si trova il coro ligneo del 1427 di Manno da Benincasa, preziosa testimonianza d’intaglio fiorentino di epoca tardogotica. Al di sopra del coro si sviluppa il ciclo agiografico dedicato a San Silvestro e realizzato da Simone de Magistris. La cripta del beato Giovanni, discepolo di San Silvestro abate fu costruita nell’attuale chiesa di San Benedetto nel 1586. Di forma ovale, ha nel centro 4 piloni, alle pareti laterali e sulla volta affreschi rappresentanti alcune scene della vita e dei miracoli del beato. Al centro della stanza si conserva il corpo del beato Giovanni, detto del bastone e in un vano sotto il sarcofago, il bastone con il quale era solito reggersi e compiere miracoli. Presente all’interno un rozzo altorilievo in pietra cornea del sec.XIV che rappresenta il beato, opera di Martino da Cingoli.
  • Chiesa di S. Nicolo'
    0732.21269
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Nicolo'
    La fondazione della Chiesa di S. Nicolò ad opera dei benedettini risale al XII secolo anche se dell’antico edificio non rimangono tracce a causa del terremoto del 1279. La chiesa venne completamente ricostruita a partire dal 1630 su disegno del pisano Michele Buti. Della struttura medievale rimane un affresco di Francescuccio di Cecco Ghisi e un’importante scultura lignea di Nicola da Bari del ‘300 realizzata dal maestro dei Magi di Fabriano.
    L’esterno della chiesa offre una particolare facciata con loggia superiore a tre archi mentre all’interno si conserva una ricchissima collezione di tele manieristiche e barocche con importanti dipinti di Filippo Bellini, di Andrea Sacchi (S. Giovanni Battista), di Giacinto Brandi (Morte di S. Anna), del Guercino (S. Michele Arcangelo) e di Gregorio Preti dedicate ad alcuni episodi della vita di San Nicolò.
  • Chiesa di S. Filippo
    0732 3049 - 0732 22142
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Filippo

    Costruita tra 1646 e 1649 dal pisano Michele Buti, viene riedificata in seguito al terremoto del 1741, dall’architetto Pietro Maria Loni ed era di proprietà della Congregazione dei Padri dell’Oratorio di San Filippo Neri. Dedicata anticamente ai Santi Giuseppe e Francesco, al suo interno conserva, nell’altare maggiore, una delle maggiori opere di Sebastiano Conca: San Filippo Neri (1762);e altre creazioni di Giovanni Loreti e Giovanni Marchesi. Nella sagrestia sono presenti alcuni affreschi del fabrianese Giuseppe Malatesta e figli.

  • Chiesa di S. Onofrio - Scala Santa
    0732.625067
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Onofrio - Scala Santa
    La Chiesa di S. Onofrio sorse con l’annesso monastero su quella francescana di San Girolamo, risalente al 1407. Nel 1478, restaurata dalla nobildonna fabrianese Anna Silvestri Flori, fu intitolata a S. Onofrio. Al suo interno si possono ammirare pregevoli opere lignee; un crocefisso di fine 300 di scuola tedesca, che colpisce per la straordinaria intensità e nel contempo per il crudo realismo con cui è stato eseguito; una Ecce Home quattrocentesca ed un affresco del scolo XV attribuito al maestro di Staffolo, al culmine della Scala Santa. Nella Chiesa, nel 1913, vi fu collocata la Scala Santa, che, secondo la tradizione, comprende alcuni frammenti dei gradini della Scala Santa di Roma, ottenuti, nel 1769 con speciale concessione del papa Clemente XIV, da Padre Innocenzo Bontempi per la Chiesa di S. Francesco. Demolita quest’ultima nel 1913, la Scala fu ricostruita nella Chiesa di Sant’Onofrio.
    La Scala Santa rappresenta una delle reliquie della passione di Cristo più venerata, dove i pellegrini perpetuano l'uso di salire i gradini in ginocchio, consuetudine anta nel 1450.
  • Monastero di San Luca
    0732.21762 (monastero)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di San Luca
    Siamo una comunità monastica che cerca di “seguire Cristo sulla via del Vangelo” secondo la Regola di S. Benedetto.
    Il momento centrale della nostra giornata è costituito dalla celebrazione Eucaristica che si prolunga nell’ascolto personale della Parola e nella preghiera comunitaria.
    Il clima di silenzio favorisce la nostra comunione.
    La comunità monastica è lieta di condividere questi momenti con quanti accoglie.
  • Abbazia di S. Biagio in Caprile
    0732.259466 Monaci Benedettini
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Biagio in Caprile

    L'abbazia di San Biagio in Caprile di Fabriano fu fondata intorno al 1030 dai Conti di Nocera e di Gualdo che in quel periodo governavano la valle di Salmaregia. Nel 1060, per mancanza di religiosi, passò sotto le dipendenze di S.Maria d'Appennino che provvide ad inviarvi una piccola comunità di religiosi. Nel 1443 un incendio la distrusse insieme all’archivio e il complesso, rimasto privo di monaci, passò per volere d’Eugenio IV alla Congregazione Silvestrina. Nel 1665 fu elevata ad abbazia titolare e nel 1810 fu venduta a privati. Oggi dell'antica abbazia non rimane che la chiesa a pianta rettangolare, a suo tempo ornata dai famosi affreschi dell'anonimo maestro di S.Biagio in Caprile (oggi visibili a Urbino, nella Galleria Nazionale delle Marche), mentre gli edifici monastici sorti intorno al chiostro sono andati distrutti.
    Quì, un tempo, si trovavano gli affreschi dell'ignoto Maestro trecentesco di Campodonico. All’interno è stato aperto un Ostello per la Gioventù, struttura turistica per l'accoglienza a basso costo, dopo alcuni consolidamenti resisi necessari in seguito a più eventi sismici. Ciò ha ripristinato la funzionalità storica del monastero, luogo per tradizione destinato all'accoglienza dei pellegrini.

  • Monastero di S. Cassiano in Val Bagnola
    334 2296692
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di S. Cassiano in Val Bagnola
    Il monastero benedettino di S. Cassiano venne con probabilità fondato intorno all'XI secolo per opera dei signori del vicino castello di Chiaromonte. Situato in una valle ricca di sorgenti d'acque salutari, conosciute sin dal tempo dei Romani, fu forse un priorato alle dipendenze di un altro monastero. Il complesso odierno risale al XIII secolo. La chiesa ha un portale a sesto acuto, l'abside è decorata esternamente con figure d’animali e all'interno la tribuna e la cripta sono collocate in un breve spazio con un’originale disposizione architettonica, singolare per un'abbazia benedettina marchigiana. 
    Tutto il patrimonio dell’abbazia è privato ed consiste in una tenuta agricolo ricettiva e ricreativa. L’area abbaziale adiacente alla chiesa ospita un’ampia foresteria capace di 50 posti letto con cucine attrezzate e saloni per banchetti, cerimonie e sala conferenze, mentre all’esterno gli spazi verdi sono adibiti ad uso pic-nic e area giochi per bambini. La tenuta è attrezzata per laboratori didattici, area colonia per gruppi e scout ed un’area fattoria per allevamento di animali e coltivazioni biologiche.
    La chiesa, essendo consacrata, si presta per cerimonie religiose e matrimoni.
  • Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa del Sacro Cuore di Gesù
    Esempio di decorazione rococò, fu edificata nel 1710 dalla compagnia del Gesù come sede di un loro collegio; ricostruita totalmente dopo il terremoto del 1741 su disegno dell'architetto romano Francesco Nicoletti nel 1774. Di notevole interesse due quadri, sui due altari laterali: Sant'Ignazio di Loyola, opera del Mazzanti e San Luigi Gonzaga del Loreti. Con la soppressione della Compagnia di Gesù, di cui la chiesa era sede, venne donata dal pontefice Clemente XIV al Seminario vescovile e venne riaperta al culto nel 1913. Subì inoltre un'opera di ristrutturazione in seguito ai gravi danni subiti a causa del sisma del 1997.
  • Chiesa di S. Caterina
    0732 625067 (Centro IAT Fabria
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Caterina
    Iniziata nel 1383 per opera del monaco Silvestrino fra Giovanni di Bartolomeo su un terreno offerto dalla nobildonna Farratoni vedova del conte Ugo Degli Atti di Sassoferrato, si aggregò, nel 1397, alla Congregazione degli Olivetani, il cui stemma dell’ordine è visibile sia all’interno che all’esterno della chiesa. In essa ebbero sepoltura Guido e Chiavello Chiavelli signori di Fabriano. Nel tempo il grande complesso subì profonde ristrutturazioni, venne dissacrato e spogliato di molti beni; verrà riconsacrato nel 1823 con l’ingresso dei Frati Minori francescani, tuttora presenti ed operanti, anche se il luogo dovette subire un altro periodo di crisi per la soppressione governativa italiana di Lorenzo Valerio. Nel tempio sono custoditi, inoltre: una interessante preziosa copia della Sacra Sindone; un Crocifisso ligneo policromo scolpito da Fra Innocenzo da Petraia, ritenuto miracoloso; un ciborio finemente intagliato del sec. XVII; la riproduzione della Grotta e dell’apparizione della Vergine.

    Per ulteriori informazioni: www.fabrianoturismo.it
  • La città della carta e della filigrana
    Fabriano è una città identificata con la produzione della carta e con l’invenzione di una particolare tecnica di filigrana, che ha costituito l’essenza ed il tratto distintivo delle carte valori e delle banconote.La lavorazione della carta è nata in Cina e tramandata successivamente nei Paesi Arabi, è giunta a Fabriano intorno al 1283, quando antichi Mastri Cartai cominciarono a fabbricare questo materiale divenuto famoso in tutto il mondo.Questa antica tradizione è ancora oggi rilevante, se solo si pensa che proprio nella città è allestito nell’ex Convento di San Domenico, il Museo della Carta e della Filigrana. La visita al Museo permette di seguire le antiche tecniche di lavorazione ed ammirare la meccanica degli strumenti di età medievale, grazie ai Mastri Cartai; visionare le filigrane antiche risalenti al XIII secolo e scoprire attraverso un filmato la storia dell’evoluzione della carta a Fabriano. Il Museo della Carta e della Filigrana è visionabile nel sito: www.museodellacarta.comLa tradizionale produzione della carta fatta a mano, è stata mantenuta anche dalle Cartiere Miliani, divenute parte integrante del Gruppo Fedigroni Spa nel 2002.
  • Museo del Pianoforte Storico e del Suono
    Museo del Pianoforte Storico e del Suono è allestito presso il Complesso Monumentale di San Benedetto a Fabriano grazie all’esposizione “sceneggiata” dei 18 pianoforti storici che coprono lo spazio temporale da fine settecento ai primi del novecento e che costituiscono la collezione Claudio Veneri.  Le visite-concerto guidate che il museo propone sono un vero e proprio viaggio nella storia dell'evoluzione del pianoforte e, parallelamente, nella storia della musica dei grandissimi compositori che su questi strumenti hanno scritto molte delle più importanti pagine della Musica.
    Un incontro ravvicinato con Bach, Mozart, Beethoven, Chopin, Ravel e Debussy e con gli strumenti originali su cui hanno composto ed eseguito i loro brani più famosi ascoltati nella loro orginale sonorità grazie alle esecuzioni di un pianista concertista che guiderà la visita facendo vivere ai visitatori emozioni e suggestioni assolutamente inedite. Il viaggio inizia dall'immagine del primo “Gravicembalo col Forte e col Piano”, inventato tra il 1698 ed il 1700 dall'italianissimo Bartolomeo Cristofori, per poi passare alla prima sala concerto dove campeggiano uno Square-Piano Clementi & Co. (London 1813) ed uno dei 60 strumenti esistenti al mondo costruiti da Johann Schanz (Vienna 1810), soprannominato “Il Principe” e “Lo Stradivari” del Pianoforte. Grazie a questi strumenti, tirati a lucido, il visitatore incontra la magia del suono originale di Beethoven e di Mozart. Il viaggio prosegue e conduce nella sale dove troneggiano pianoforti realizzati da più importanti produttori austriaci, inglesi, francesi ed italiani. Tutte le visite-concerto sono guidate e sui pianoforti storici della collezione viene proposta solo musica “dal vivo” eseguita da un concertista e sottolineata da immagini didattico – evocative che rimandano ad ambientazioni ed arredi, scene, costumi ed atmosfere dalla fine del Barocco ed il tramonto del Clavicembalo all'alba del ventesimo secolo ed ai gran coda da concerto che hanno rappresentato la tappa finale dell'evoluzione del più straordinario strumento musicale realizzato dall'ingeno umano.

    INFO:
    Indirizzo: Piazza Fabi Altini 9
    Comune: Fabriano
    tel: 0732.24065
    Email: europa@accademiadeimusici.it
    Sito Web: www.accademiadeimusici.it
  • 1896 Museo della Farmacia Mazzolini Giuseppucci
    0732.226945
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: 1896 Museo della Farmacia Mazzolini Giuseppucci
    Fra i musei di Fabriano, unico nel suo genere, il Museo Farmacia Mazzolini Giuseppucci incanta il visitatore per l’eccezionale arredo ligneo in stile neogotico. Questa antica Farmacia di Fabriano rappresenta da più di un secolo un riferimento imprescindibile per la salute del corpo e una preziosa fonte di nutrimento per lo spirito di tutta la cittadinanza; un luogo di ritrovo per circoli laici ed intellettuali che si riunivano attorno alla poliedrica figura di Ermogaste Mazzolini, attirati dal fascino delle figure intagliate da Adolfo Ricci che ne hanno fatto un piccolo tempio eretto al progresso scientifico.
    Dopo un recente restauro questa perla inestimabile del neogotico italiano è diventata “Museo di se stessa” e ha riaperto le porte alla meraviglia del pubblico col nuovo nome “1896 Scienza e Natura”, che ne celebra l’anno di nascita. Ancora oggi l’odore inconfondibile del legno accoglie i visitatori e si unisce a quello delle piante aromatiche e officinali, protagoniste del ricco bookshop di preparati erboristici e cosmetici naturali.
  • Il Salame di Fabriano - Presidio Slow Food
    Il Salame di Fabriano, che rientra nella tipologia dei salami lardellati, trova già riscontro nelle mercuriali della Camera di Commercio del XVII e XVIII secolo che gli attribuivano addirittura un valore superiore a quello del prosciutto. In una lettera del 1881 da Caprera, Garibaldi ringraziava per l’omaggio di un composto di carne suina interamente magra, tolti cioè grasso e nervi, pestato sottilissimamente, con l’aggiunta di centoventi lardelli, di cui ventiquattro a forma di dadi, condito con sale e pepe nero e insaccato nel budello gentile, cioè il budello dello stesso maiale.
    Oggi la produzione è in fase di rilancio, soprattutto nell'alta Valle dell’Esino. Per promuovere e tutelare la produzione del Salame di Fabriano è stato costituito, su iniziativa dell'Assessorato alle Attività Produttive del Comune, il Consorzio per la Produzione e la Tutela del Salame di Fabriano.
  • Museo Diocesano
    +39 3499404964
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo Diocesano
    Il Museo della Diocesi di Fabriano-Matelica, inaugurato l’8 settembre 2015, ha sede al piano terra del Palazzo Vescovile di Fabriano.
    Vuole essere la testimonianza della storia della Chiesa Fabrianese e ne documenta visibilmente il percorso fatto lungo i secoli.
    L’itinerario storico del museo parte dai secoli X-XI, in cui il territorio fabrianese inizia ad avere una sua identità culturale e sociale grazie ai numerosi insediamenti benedettini, fino ad arrivare al 1785, anno in cui Fabriano venne elevata a Città e Diocesi, unita a Matelica.
    Di particolare rilievo è nella storia artistica della Città il periodo che abbraccia il ‘300 e il ‘400, durante il quale la Scuola pittorica Fabrianese, nutrita dall’esperienza giottesca di Assisi e poi dalla personalità di Gentile da Fabriano, ha prodotto una straordinaria fioritura di artisti e di opere d’arte.
    Il museo ospita pitture, sculture, stampe, vasi sacri, suppellettili, reliquiari, parati liturgici, che rivelano la capacità di artisti, artigiani e maestranze locali, e non, che hanno saputo imprimere nelle loro opere il senso religioso e la devozione della comunità cristiana.

    Tipologia: Arte
  • Fabriano - Oratorio della Carità
    0732 709409
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fabriano - Oratorio della Carità

    Situato di fronte alla facciata dell’ex chiesa di San Francesco, fu iniziato nel 1587, ed è sede della Confraternita della Carità. A pianta rettangolare, con soffitto a capriate, al suo interno un notevole ciclo di affreschi rappresentanti le sette Opere di Misericordia Spirituali e Corporali (tema assai diffuso durante la Controriforma), realizzati sul finire del ’500 da Filippo Bellini di Urbino. Questi quattordici riquadri sono alternati da paraste e decorati con stucco e dorature. Per lungo tempo l'oratorio fu adibito a deposito della Biblioteca comunale, poi riemerse in tutto il suo splendore a seguito dei restauri seguiti al terremoto del 1997.
    Il salone dell’Oratorio della Carità è una location d’eccezione per celebrare le proprie nozze nella città della carta e per effettuare convegni.

  • Teatro Gentile da Fabriano
    +39 0732709409;+39 07323644
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro Gentile da Fabriano
    Un vero e proprio privilegio trovarsi al Teatro Gentile da Fabriano (1884), uno dei più importanti delle Marche dal punto di vista acustico. L’interno ed il sipario sono impreziositi dai dipinti di Luigi Serra (1880), mentre le ornamentazioni a chiaroscuro appartengono al bolognese Luigi Samoggia. L’ingresso del teatro è in stile neoclassico diviso in due piani: la parte inferiore presenta un portico con tre arcate ornate da un ordine di paraste doriche e quello superiore con loggia chiusa da vetrate e paraste d’ordine ionico. Il foyer presenta una pianta rettangolare mentre la platea ha pianta a ferro di cavallo con quattro ordini per complessivi 91 palchi. Sul muro di fondo del loggione a balconata si imposta la volta della sala. Il sipario è costituito da un dipinto simbolico del “trionfo” di Gentile da Fabriano con effetti di controluce di grande fattura.
  • Fabriano città della carta
    0732.7091
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fabriano città della carta
    Fabriano è nota per la produzione della carta e per la filigranatura dei fogli, invenzione introdotta dai mastri cartai fabrianesi nella seconda metà del XIII secolo.
    È, oltre a Bologna, l'unica città italiana appartenente alle Città creative dell'UNESCO; nel 2013 è stata inserita nella categoria Artigianato e Arti popolari, titolo riconosciuto soprattutto grazie alla produzione della carta fatta a mano.
    COSA VISITARE
    Gli edifici di architettura religiosa più significativi sono la Cattedrale di San Venanzio, risalente al 1600 che custodisce la cappella di San Lorenzo affrescata da Allegretto Nuzi nel 1360; il complesso conventuale di San Domenico, nel cui interno (ora adibito a Museo della Carta e della filigrana) si possono ammirare due pregevoli chiostri quattrocenteschi e la decorazione della sala capitolare dipinta intorno al 1480 da Antonio da Fabriano; la chiesa diSan Filippo, la chiesa diSan Biagio eSan Romualdo, nella cui cripta è conservato il sarcofago marmoreo con le reliquie di San Romualdo, fondatore dell'Ordine Camaldolese, morto nel territorio comunale; la chiesa di Sant’Agostino, di epoca tardo-duecentesca, impreziosita da due importanti cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese; la chiesa diSan Nicolò, la chiesa diSan Benedetto, con preziose testimonianze figurative databili tra Cinquecento e Settecento con opere di Simone de Magistris, Orazio Gentileschi e Pasqualino Rossi.

    Degni di nota sono anche l’Oratorio del Gonfalone, con uno straordinario soffitto intagliato e decorato in oro zecchino agli inizi del Seicento dallo scultore francese Leonardo Scaglia e l’Oratorio della Carità, con un prezioso ciclo affrescato dal pittore manierista urbinate Filippo Bellini. In località di Poggio San Romualdo sorge l’abbazia di San Salvatore in Val di Castro, risalente al Mille, mentre, in località Campodonico da non perdere è l’eremo di San Biagio in Caprile.
    Nella centrale e scenografica Piazza del Comune sorge il Palazzo del Podestà, uno degli edifici di architettura tipicamente medievale, eretto a metà del Duecento; siti di architettura civile degni di nota sono anche la Fontana dello Sturinalto, commissionata nel 1285 a Jacopo di Grondolo, che s'ispirò alla Fontana Maggiore di Perugia, il Palazzo del Comune, il Loggiato San Francesco, l’ex ospedale di Santa Maria del Buon Gesù, elegante esempio di architettura tardogotica che ospita la Pinacoteca Bruno Molajoli e che vanta preziosi dipinti su tavola e affreschi di Allegretto Nuzi, del Maestro di Staffolo, di Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Orazio Gentileschi e Andrea Boscoli; l’ottocentesco Teatro Gentile, impreziosito da un sipario opera del bolognese Luigi Serra. TIPICITA’ ED EVENTI
    ll rinomato salame di Fabriano, tipico salame coi lardelli marchigiano, è Presidio Slow Food e promosso dal Consorzio di Produzione e Tutela.
    Nell'area è stata selezionata una razza ovina tipica, la fabrianese, mentre tra i vini si segnala il Verdicchio di Matelica DOC. A giugno si svolge il Palio di San Giovanni Battista, che si chiude con la Sfida del Maglio dove 4 fabbri, uno per ogni quartiere (dai nomi delle quattro Porte cittadine), si sfidano nel forgiare una chiave.
    Oltre alla sfida del Maglio, ci sono altre rievocazioni storiche nel corso della manifestazione, come i Borghi Medievali che rappresentano scene di vita medievale, il Corteo Storico e i Giochi Popolari che comprendono gare di tiro alla fune, la corsa con i trampoli, la corsa con le brocche ed il torneo degli Arcieri.
    Dal 2009, a fine maggio la città ospita Poiesis, un festival che promuove e valorizza la poesia, integrata con altre forme d'arte.
  • Chiesa e Convento di S. Francesco
    0732 956218 (Comune Ufficio Cu
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa e Convento di S. Francesco

    La costruzione di stile tardo romanico o romano gotico è situata nel rione Castello, la parte più antica della città. L'esistenza della Chiesa e del Convento è documentata dal 1248 (Bolla di Innocenzo IV). Secondo tradizione si vuole che la fondazione della Chiesa si debba proprio a S. Francesco nel 1225, o che comunque sia avvenuta nello stesso luogo dove predicò il Santo. All’interno, ad una navata, sono conservate tele del Ramazzani (1530-1592) e del Guerrieri (1589-1617), nell’abside resti di affreschi di scuola fabrianese del ‘300 e ‘400. La Chiesa conserva una delle più alte espressioni della pittura riminese del Trecento nelle Marche: la croce dipinta raffigurante, oltre alla venerata immagine di Cristo, quella a mezzo busto dell’Eterno, della Vergine e del Battista, che ornano gli specchi polilobati della cimasa e dei bracci laterali. La suggestiva costruzione è in conci bianchi e la semplice facciata vanta un portale ogivale.

  • Santuario della Madonna del Cerro
    0732.975039 (santuario) - 338.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna del Cerro
    Meta continua di pellegrini che qui si recano per devozione alla Madonna, il complesso monumentale è ubicato nei pressi del paesino di Rotondo, antico castello e fortezza del territorio sentinate. Immerso nel verde, il Santuario offre la possibilità di una suggestiva visita coniugando bellezze naturali e raccoglimento religiosoIn una parete della chiesa veniva venerata un'immagine della Madonna del Soccorso, opera di ignoto risalente al XIV sec. Nel Santuario si conserva un affresco del sec. XII e un dipinto - Ultima cena - del sec. XVII. 

    Per informazioni: https://sites.google.com/site/rotondomarche/santuario-del-cerro
  • Santuario della Madonna delle Grazie
    0732 9135
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna delle Grazie
    Il santuardio della Madonna delle Grazie di Sassoferrato sorge a fianco dell'antico monastero delle clarisse, voluto da Agnese, contessa di Genga. La devozione a Maria, pare che risalga all'origine del complesso ed erano le stesse monache che veneravano un piccolo quadro della Madonna cn Bambino posto in una loggia interna. Secondo le cronache del luogo, nel 1739, una religiosa di quella comunità parlò con la Beata Vergine, che chiese all'umile sua devota la costruzione di una cappella dove il popolo potesse venerarla. La sacra immagine è collocata sopra l'altare; l'ambiente arricchito da marmi policromi e da lesene con capitelli dorati. La chiesa custodisce tra l'altro anche due belle Madonne di G. Battista Salvi detto il Sassoferrato (1606-1685).
  • Sassoferrato
    0732.9561 (Centralino) - 0732.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sassoferrato

    Sassoferrato sorge sul versante orientale dell'Appennino con il centro abitato posto su due livelli: il rione Borgo a circa 310 m s.l.m. ed il rione Castello a circa 400 m s.l.m, dominato dai resti della Rocca, massiccia costruzione militare risalente al XIV sec, costruita per ordine del Cardinale Albornoz nel 1365.

    Nel territorio di Sassoferrato si trova l'antica città romana di Sentinum, teatro della celebre Battaglia delle Nazioni (295 a.C.), che vide la vittoria dei romani sui Galli e i Sanniti e nella cui area archeologica, di notevole interesse, sono visibili le strade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale ed il quadriportico di una grande costruzione fuori dalle mura della città.

    Il Museo Civico Archeologico è allestito all’interno del Palazzo dei Priori, un edificio costruito nel 1355 in seguito alla nascita del libero Comune. Le sale principali di questo settore del Museo sono caratterizzate dalla presenza di pavimenti a mosaico e l’allestimento riproduce idealmente l’ingombro dei muri delle stanze in cui si trovavano in origine. I reperti illustrano diversi aspetti della vita quotidiana e della società nell’antica città romana di Sentinum. Al piano terra di Palazzo dei Priori è ospitata la Sala Perottiana, in cui è custodita una preziosa raccolta di reliquari bizantini e fiamminghi, tra cui l’Icona di San Demetrio del XIV sec. Questa opera d’arte, di piccole dimensioni, è un mosaico su supporto ligneo rivestito in lamina d’argento sbalzato e dorato di rara fattezza.

    Interessante è la Civica Raccolta d'Arte, custodita presso Palazzo Oliva, che comprende ventisei pregevoli dipinti databili dal Quattrocento alla fine del Settecento. Tra le opere che compongono la Raccolta figurano due tele di Giovan Battista Salvi (Sassoferrato 1609 - Roma 1685), il grande pittore universalmente conosciuto come Il Sassoferrato, protagonista del classicismo europeo, a cui è dedicata la Rassegna Premio internazionale d'arte contemporanea G. B. Salvi, che si svolge durante il periodo estivo.

    Da visitare: il Museo della miniera di zolfo, ubicato nella frazione di Cabernardi, che illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa; il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, ubicato in un ex convento, dove è stata ricostruita una tipica casa colonica sassoferratese; la raccolta Incisori Marchigiani, che comprende oltre quattrocento opere grafiche (tra cui diciassette disegni), realizzate da duecentodieci artisti marchigiani.

    Altro sito da non perdere nei pressi di Sassoferrato, è l'Abbazia di Santa Croce, costruita nel finire del XII secolo dai Conti Atti con materiali provenienti dalla vicina Sentinum.

  • Monastero di S. Chiara
    0732.9135 (monastero)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di S. Chiara
    A Sassoferrato, nel cuore delle Marche, dal 1253 è presente una cronfraternita di "Sorelle Povere", la cui vita è volta a "osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo, vivendo in obbedienza senza nulla di proprio e in castità" (Regola di S. Chiara).
    La nascita del Monastero di S. Chiara di Sassoferrato si ricollega a quel vasto movimento religioso femminile che si diffuse in tutta Europa nel XIII secolo; non abbiamo tuttavia una documentazione sulla sua origine a causa di un incendio che distrusse l’archivio del Monastero nel XV. sec.
    La Chiesa di Santa Chiara, annessa al duecentesco monastero, custodisce due importanti opere pittoriche:  la "Vergine orante, Mater dolorosa" e l'"Annunciazione" di Giovan Battista Salvi, il pittore del ‘600, universalmente conosciuto come Il Sassoferrato.
    Dal 1253 e ancora oggi il monastero è stato sempre abitato.
    Oggi la piccola comunità  continua a vivere in letizia la Regola di S. Chiara, offrendo a tutti la possibilità di un contatto con la Parola di Dio e di un'esperienza spirituale condivisa.  
    Il progetto di ristrutturazione e sistemazione delle foresterie prevede la realizzazione di un accesso dall'attuale orto. Nella parte già sistemata sono presenti una sala congressi e una foresteria. La foresteria è dotata di camere con bagno privato, per una capacità complessiva di 12 posti.  
    Di fronte all’ingresso della Chiesa è disponibile inoltre un’altra foresteria su due piani (dotata di piccola cucina con sala pranzo), caratterizzata da un arredamento moderno, semplice e funzionale, in grado di ospitare 15 persone e gruppi autogestiti. Il Monastero dispone inoltre di un mini appartamento (utilizzato a volte dalle stesse Suore), che accoglie prevalentemente religiosi nel periodo estivo.
  • Parco Archeologico di Sentinum
    0732 956218
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Parco Archeologico di Sentinum

    Oggi i ruderi della città romana di Sentinum affiorano nel Parco archeologico situato a sud di Sassoferrato, su di un pianoro sito presso la confluenza dei torrenti Marena e Sanguerone nel fiume Sentino, in località di S. Lucia. Il nome dell’urbe è collegato alla famosa battaglia di Sentino (295 a.C.) dove i Romani sconfissero la coalizione Italica formata dai Galli Senoni e dai Sanniti e permise la conquista dei territori del Medio Adriatico.

    I resti della città di Sentinum ora visibili costituiscono solo una porzione modesta dell’antica estensione urbana. La cinta muraria, individuata in passato per brevi tratti, seguiva l’andamento naturale dei limiti del pianoro; nel settore nord-ovest è presente una fortificazione, costituita da conglomerato cementizio con paramento in opus vittatum di piccoli conci squadrati di pietra calcarea. Il tracciato viario urbano è impostato su di un sistema ortoganale orientato secondo l’asse nord-sud. Si possono seguire per quasi tutta la loro lunghezza due arterie nord-sud, indicate come cardo A (arteria principale sulla quale si imposta il restante reticolo viario) e cardo B. Delle vie ad esse ortogonali si conservano alcuni tratti del decumanus A, del decumanus B e del decumanus C. Le strade, aventi una larghezza variabile tra i m 3,8 e i 5 metri, sono lastricate con grossi basoli di calcare bianco, delimitate da crepidini che fanno da contenimento ai marciapiedi laterali e dotate di sistema fognario.

    Lungo il cardo B è ubicato un edificio pubblico ad uso termale, dotato di grande piscina rettangolare, circondata da peristilio, con frigidarium e tepidarium disposti sulla fronte occidentale, calidarium lungo il lato meridionale e orientale. L’impianto termale subì varie fasi costruttive, dall’età tardo-repubblicana fino agli inizi del III sec. d.C.

    All’incrocio del cardo B con il decumanus C è visibile un edificio adibito a fonderia, costituito da due locali contigui, all’interno dei quali sono stati rinvenuti i resti del forno fusorio e numerose scorie e scarti di lavorazione. Lungo il decumanus B, quasi al confine dell’area archeologica con la strada provinciale, è situato un complesso di ambienti pertinenti a diversi fabbricati, cui è stato convenzionalmente attribuita la denominazione di "Insula del Pozzo”, per la presenza nelle vicinanze di un pozzo antico. All’interno dell’insula sono presenti pavimenti in mosaico, e resti di un atrio con colonne stuccate, disposte intorno ad una vasca rifasciata con lastroni di pietra.

    Nei pressi della chiesetta medievale di S. Lucia, lungo l’asse del cardo maximus che usciva dalla città in direzione sud, sono visitabili i resti di una grande villa suburbana di età imperiale, databile tra il I e il II sec. d.C. Al suo interno, un atrium, un grande peristilio, ambienti termali e stanze con pavimentazioni in mosaico o in opus sectile.

  • Terme di Frasassi
    0732.90444
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Terme di Frasassi

    Lo stabilimento termale di San Vittore, sito in una pittoresca posizione che ha per sfondo un magnifico scenario di monti rivestiti di boschi, si trova ai piedi della suggestiva Gola di Frasassi attraversata dal fiume Sentino e nelle immediate vicinanze delle Grotte di Frasassi e della romanica Abbazia di S. Vittore.

    Presso le Terme, che utilizzano acque minerali naturali sulfuree- clorurate-sodiche, si possono effettuare:

    - cure inalatorie per le malattie dell'apparato respiratoriocomprendenti inalazioni solfuree a getto di vapore, aerosol, aerosol sonico, aerosol jonico, humage solfureo, doccia nasale e doccia nasale micronizzata;

    - cure balneoterapiche che prevedono bagni in acqua minerale sulfurea mentre i fanghi sono adatti per le malattie dell'apparato osteoarticolare.

    Nel reparto O.R.L. si effettuano cure per le malattie otorinolaringoiatriche (come riniti, rinosinusiti , sordità rinogena ecc.). Tra le terapie sono inclusi: insufflazione endotimpanica "politzer", cateterismo endotimpanico, esame audiometrico, esame impedenzometrico, lavaggio auricolare, inalazione, irrigazioni nasali e docce micronizzate, aerosol, aerosol sonico, aerosol jonico, nebulizzazioni e humages.

    Sono inoltre offerti trattamenti estetici, quali massaggi, peeling, idromassaggi ecc.

    Tra le terapie ed i servizi erogati alcuni sono in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale mentre altri sono a regime privatistico.

  • Genga
    0732 973014
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Genga

    Il borgo di Genga è un piccolo castello medioevale costruito sulla roccia situato nel cuoredelleMarche, lungo la fascia pre-appenninica a due passi dalla città di Fabriano in provincia di Ancona. Riconosciuto come il luogo natale di Papa Leone XII (1760-1829), Genga deve la sua notorietà nazionale ed internazionale alle Grotte di Frasassi, meta ogni anno di centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Inserito all’interno del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi il suo territorio immerso nella natura è meta ambita di escursionisti, climbers, speleologi e bikers.

    Dal punto di vista storico culturale, è possibile visitare due borghi fortificati, quelli d iGenga e di Pierosara, altrettanti musei e tre luoghi di culto, come l’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse, il Tempio del Valadier con il Santuario di Santa Maria Infra Saxa e Madonna di Frasassi, entrambi inseriti nella Grotta della Beata Vergine nella Gola di Frasassi. Queste peculiarità hanno fregiato il Comune di Genga del riconoscimento della Bandiera Arancione,marchio di qualità turistico-ambientale del Touring Club Italiano.

    La località Frasassi, così denominata per la presenza della Gola che separa la conformazione rocciosa in due imponenti "sassi", ospita uno dei patrimoni naturali più suggestivi al mondo: le Grotte di Frasassi. Scoperte nel settembre del 1971, richiamano ogni anno oltre 300mila visitatori da tutto il mondo e rappresentano una meta imprescindibile per il turismo scolastico. Tra enormi stalattiti estalagmiti, il percorso turistico si estende per circa 1,5 km e offre al visitatore un’esperienza unica nel cuore della terra attraverso una storia lunga milioni di anni. Per i più avventurosi c’è poi la possibilità di affrontare due percorsi speleologici: armati di elmetto, tuta e apposite imbragature, le guide speleologiche conducono il visitatore fuori dal tradizionale tracciato, alla scoperta di cavità altrimenti non visitabili. Una volta riemersi dall’esplorazione ipogea, il territorio di Genga offre al turista la possibilità di scoprire monumenti, luoghi d’arte, di culto e devozione.

    Oltre alle chiese di San Clemente e Santa Maria Assunta è presente il museo "Arte, Storia e Territorio" che tra le diverse opere, ospita la Madonna con il Bambino, scultura riconducibile alla bottega di AntonioCanova, un trittico di Antonio da Fabriano (sec.XV) e la Venere di Frasassi, copia di una statuetta paleolitica, il cui l’originale è conservato nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Lungo la Gola di Frasassi, nella Grotta della Beata Vergine sorgono il Santuario Madonnadi Frasassi, noto come Tempio del Valadier, inaugurato nel 1828 da Papa Leone XII su progetto dell’architetto Giuseppe Valadier e il Santuario di Santa Maria Infra-Saxa, antico eremo monastico benedettino, presumibilmente anteriore al XI sec.

    Nel borgo di San Vittore sorge l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse, imponente edificioromanico a croce greca risalente al XI sec. in corso di riconoscimento bene patrimonio UNESCO, con l'annesso Museo SpeleoPaleontologico ed Archeologico, nelquale è custodito un fossile di ittiosauro, rettile marino vissuto nell’Era Mesozoica. Di fronte alla chiesa, un ponte il cui basamento di origine romana è difeso da una torre medievale.

    Collocato in posizione strategica a ridosso tra le Gole di Frasassi e della Rossa, si erge il castello longobardo di Pierosara, antico Castrum Petrosum, che oltre alle chiese di San Sebastiano Martire e della Beata Vergine Maria delle Grazie, conserva la torre di avvistamento, le due porte di accesso e la leggenda di Piero e Sara, tramandata sino ai giorni nostri.

    Frasassi è anche area di divertimento e scoperta: nella zona di San Vittore è possibile intrattenersi al Frasassi Avventura, parco acrobatico che si sviluppa lungo le sponde del fiume Sentino, dove tra zip-lines e ponti sospesi, si può vivere un’esperienza unica nel suo genere.

    Per gli amanti del trekking, i sentieri del Parco Gola della Rossa e Frasassi, tra i quali il Foro degli Occhialoni, il Sentiero dell’Aquila, il Sentiero del Papa e la Valle Scappuccia, offronola possibilità di escursioni mozzafiato nei punti più panoramici e suggestivi a contatto con la biodiversità animale e vegetale presente.

    Frasassi è inoltre una delle mete di appassionati di mountain bike che percorrono i numerosi sentieri in sterrato presenti, di climbers che si cimentano nelle diverse pareti di arrampicata e di speleologi in esplorazione delle molteplici cavità carsiche esistenti.

    Per gli amanti del benessere infine, le famose Terme di Frasassi che rappresentano una tappa imperdibile per godersi, in meritato relax, i trattamenti riservati alla cura della persona.

    Numerosi sono i piatti e e ricette tipiche del territorio. Genga è nota in tutta Italia per la lunga tradizione legata ai salumifici e alle norcinerie: un rituale passato portato avanti oggi dal Salumificio di Genga. Tra le tipicità gastronomiche più apprezzate, vi è sicuramente la porchetta cucinata secondo le antiche ricette tramandate digenerazione in generazione.

    La cucina tradizionale contadina è rappresentata in particolare dalla pasta fatta a mano: proprio a Genga è possibile gustare le tipiche pincinelleunparticolare tipo di pasta fatta a mano simile a tagliatelle arrotolate.

    Infine, la presenza di complessi carsici che costituiscono serbatoi per l’approvvigionamento idrico di gran parte delle località presenti nell’entroterra donano al borgo di Genga un’acqua pura e commercializzata in tutto il mondo, l’Acqua Frasassi.

  • Eremo di Santa Maria Infra Saxa e Santuario Madonna di Frasassi
    Numero verde: 800166250 Dall'estero: +39 0732 90090
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Eremo di Santa Maria Infra Saxa e Santuario Madonna di Frasassi

    Sul versante sinistro della Gola di Frasassi si apre un vasto fornice nel quale è collocato l’Eremo di Santa Maria Infra Saxa che le carte del monastero di San Vittore citano in documenti del 1029 e che un tempo era associato a un monastero di monache benedettine denominato Monasterium S. Mariae Bucca sassorum posto sul vicino Monte Ginguno e di cui si è persa ogni traccia.
    Nato come oratorio, l’edificio fu poi utilizzato come monastero di clausura retto dalle monache benedettine. È caratterizzato da un’architettura semplice, in pietra, con l'interno in parte scavato nella viva roccia. Nell’eremo si venerava un’immagine lignea della Madonna dalle origini incerte, che subì numerosi tentativi di trafugamento. Finita accidentalmente bruciata negli anni Quaranta, fu poi sostituita dall’attuale in pietra.

    Durante le festività natalizie si tiene in questo luogo suggestivo un tipico presepe vivente.

  • Fosso degli Scaloni
    0732.973014
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fosso degli Scaloni

    Partendo da Genga, per raggiungere il fosso degli Scaloni, si parte dalla piccola chiesetta ai margini del centro storico di Pierosara, entrando poi nella pineta. Ad un certo punto, la sterrata si riduce a sentiero e traversa una piccola parete fatta di rocce friabili. Andando oltre, si supera un fosso e si prosegue a mezzacosta lungo il versante Est del Monte di Frasassi. Poco dopo si sale nell'androne della Grotta di Mezzogiorno: il sentiero risale ripido nel bosco e si arriva allo spettacolare Foro degli Occhialoni. Dei gradoni rocciosi conducono allo scoperto, a ridosso della sottile cresta che dall'altro lato precipita sulla Gola di Frasassi. Questo è un sentiero storico, il quale deve il nome ai "Gradoni", o "Scaloni" che, incisi sulla roccia della cresta, ne rendevano più sicuro il superamento. Per ragioni di sicurezza e rispetto della fauna sulle pareti che sovrastano la Gola, l’itinerario termina in questo punto e non si può andare oltre.

  • Museo di Genga. Arte, storia e territorio
    0732 97211
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo di Genga. Arte, storia e territorio
    Il museo accoglie le opere d’arte già contenute nella storica chiesa di San Clemente, dopo essere state sottoposte a un accurato restauro. Il percorso racconta i sentimenti religiosi della comunità, i modelli sociali, i ritmi e gli oggetti della devozione quotidiana e valorizza il patrimonio artistico diffuso nel borgo. La chiesa di san Clemente, in primis, da restaurare per restituire al contesto originario le opere d’arte che per quello spazio sono nate, 500 anni fa. La chiesa nuova, con le sue pale d’altare rinascimentali e barocche e lo splendido organo. Tutto il castello, costruito su basamenti di roccia rosata a dominare strategicamente il valico di passaggio. Nel nuovo museo si possono ammirare in particolare il Trittico e lo Stendardo di Antonio da Fabriano, entrambi su tavola e del XV secolo e la statua in marmo bianco della Madonna con Bambino attribuita alla scuola del Canova, splendido esempio di scultura neoclassica.

    Per Info e orari visita il sito dl Museo di Genga
  • Frasassi Avventura
    +39 392.4385403 - +39 0732.972
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Frasassi Avventura

    A Genga, loc. San Vittore, nell'area verde antistante l'ex mulino nei pressi dell'abbazia romanica di San Vittore alle Chiuse, sorge “Frasassi Avventura”, un parco adatto a tutte le età, bambini compresi. Percorsi sugli alberi con adrenalinici cavi sospesi sul fiume Sentino, traballanti ponti tibetani e carrucole vertiginose aspettano gli amanti dell’avventura e del divertimento. Escursioni con Guide Naturalistiche, attività didattiche per bambini, laboratori creativi e naturalistici con educatori ed animatori ambientali, proposte personalizzate su richiesta per gruppi e famiglie (feste di compleanno, addio al celibato e nubilato, Team building, feste tra amici ecc.) sono ulteriori servizi complementari offerti. Il Parco avventura va ad arricchire l’offerta turistica del Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi e delle suggestive Grotte di Frasassi, dall’inestimabile valore naturalistico.

  • Grotta del Fiume e Grotta del Vento
    329.2611871
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grotta del Fiume e Grotta del Vento

    La scoperta dell’ingresso della Grotta del Fiume avvenne, in maniera casuale, il 28 giugno 1948 da parte di Mario Marchetti, Paolo Beer e Carlo Pegorari del Gruppo Speleologico Marchigiano. Si trovano qui tracce della frequentazione sporadica dell’Uomo durante il Paleolitico superiore, conferendo alla grotta un’importanza storica elevatissima.Solo dopo più di vent’anni, con la nuova generazione di speleologi si scoprì, ad una quota molto più elevata, l’ingresso alla Grotta Grande del Vento, che permise l’entrata nel cuore della montagna. La Grotta del Fiume, con due ingressi che si aprono quasi al livello del corso attuale del torrente Sentino, si sviluppa su più piani ad andamento labirintico e comunica con la Grotta Grande del Vento. Da S.Vittore di Genga si prende la statale che porta verso Sassoferrato ed attraversa la Gola di Frasassi. L’'ingresso artificiale del sistema sotterraneo si trova qui ed inizia con la traversata dalla Grotta Grande del Vento alla Grotta del Fiume. Un altro ingresso della Grotta si trova più a valle ed è anche visibile, poco sopra il pelo dell'acqua, dalla strada delle Gole. Dal 20/06/2001 un'ordinanza del Sindaco di Genga vieta l'accesso nella Grotta del Fiume.

  • Grotta il Buco Cattivo
    329.2611871
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Grotta il Buco Cattivo
    Tra le Grotte di Frasassi di Genga, in località Monte Valmontagnana, passando per un corridoio pericoloso ed angusto detto “Fiorini”, si trova l’ingresso del Buco Cattivo.Scoperto nel 1949, fu raccontato da un contadino che dal pozzo emergeva vapore, come fosse la ”bocca dell’inferno”. Per raggiungere questo luogo da S. Vittore Terme si prosegue verso la frazione di Palombara di Ferro. Entrati nella macchia, si segue una traccia detritica che in poco tempo porta alla base di una canalone da risalire completamente. La salita è piuttosto faticosa e, una volta conclusa, ci si arrampica su una successione di scivoli. Si apre infine l’ingresso basso del Buco Cattivo. Il vero e proprio Buco Cattivo (anche detto Buco del Tasso) si apre ad una quota di 78 m superiore, in direzione nord e per trovarlo ci si deve prima immettere di nuovo nella fitta macchia.
  • Grotte di Frasassi

    Le Grotte di Frasassi sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi nel comune di Genga, in provincia di Ancona. Qui si possono ammirare delle sculture naturali, stratificazioni calcaree formatesi nel corso di 190 milioni di anni grazie all’opera dell’acqua e della roccia. Un gioco naturale di stalattiti, stalagmiti, e laghetti e pozzi di acqua cristallina.
    Nel complesso delle grotte sono state censite ben 67 specie di animali, alcune delle quali endemiche di questo ecosistema ipogeo.
    La visita ha una durata di 75 minuti. Il percorso é lungo 1500 metri ed é attrezzato e facilmente accessibile, con presenza di diverse scalinate.
    Le Grotte di Frasassi si propongono come la destinazione “da favola” per organizzare wedding and events in una cornice affascinante, meravigliosa, unica.

  • Abbazia di San Vittore delle Chiuse
    0732.90055 (Parroco) 0732.9730
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di San Vittore delle Chiuse

    L'abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse venne edificata dai longobardi verso la fine del X secolo all’inizio della Gola di Frasassi, all'interno di un "anfiteatro" di montagne dalle quali risulta completamente circondata; si dice che lo stesso nome "delle Chiuse" (Rave di Clusis) le sia stato attribuito proprio per questo motivo, perchè risultava "chiusa" trai monti, come se la proteggessero nascondendola. 
    Il complesso attuale è una ricostruzione del XIV-XV sec., mentre la chiesa è datata XI sec. L’interno è poco illuminato e privo di decorazioni, scandito da archi a tutto sesto. L’architettura è orientale, con planimetria a croce greca inscritta in un quadrato dal quale sporgono le cinque absidi e la torre di facciata; al vertice si eleva un basso tiburio ottagonale.
    La tipologia architettonica lo rende uno dei monumenti romanici più significativi della Regione, a due passi dalle note Grotte di Frasassi.
    Un particolare piuttosto curioso che ha attirato l’attenzione di molti studiosi è il simbolo dell’infinito vicino alla porta sinistra dell’altare. Questo simbolo dell’infinito è rovesciato e balza immediatamente agli occhi appena si varca l’ingresso dell’abbazia. Ancora oggi non se ne conosce il significato, ma si crede siano stati i templari a lasciare tale traccia.

  • Santuario della Madonna di Frasassi

    Il maestoso vano d’accesso della grotta di Frasassi ospita il Santuario della Madonna di Frasassi, S. Maria Infra Saxa composto da un semplice edificio in pietra il cui interno è in parte scavato nella viva roccia. Nelle immediate vicinanze sorge il Tempietto del Valadier, una struttura ottagonale in blocchi bianchi di travertino fatta erigere nel 1828 dal papa Leone XII, nativo di Genga su progetto del celebre architetto Giuseppe Valadier.