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Chiese Museo nella Provincia di Ancona

Pura contemplazione artistica e religiosa

Fabriano è città dai sorprendenti tesori. Espressione di raffinatezza e rigore architettonico è la Chiesa di S. Maria Maddalena, che conserva due affreschi di Domenico Campodonico, geniale interprete dell’esperienza di Giotto, e lo straordinario capolavoro di Orazio Gentileschi, la Maddalena Penitente. Nel centro storico svetta la Cattedrale di San Venanzio, fondata nell’Alto Medioevo, arricchita con forme gotiche di cui oggi sono oggi rimasti inalterati l’abside a poligono e il chiostro, oltre alla Chiesa di San Nicolò, che offre una particolare facciata con loggia superiore a tre archi, mentre all’interno si conserva una ricchissima collezione di tele manieristiche e barocche con importanti dipinti di Filippo Bellini.

Scendendo verso la costa, la Chiesa di S. Lucia è uno dei monumenti più importanti e affascinanti di Serra S. Quirico, con mirabili decorazioni barocche, tra stucchi e rivestimenti lignei. Poco distante, nel paese di Arcevia, si trova la Collegiata di San Medardo, dove sono conservati capolavori pittorici di Luca Signorelli e produzioni in terracotta smaltata dei Della Robbia

Non può mancare anche una visita alla splendida Chiesa della Croce di Senigallia, con l’esterno in stile tardo rinascimentale in contrasto con l’interno barocco, e i sei altari che circondano la pala, capolavoro di Federico Barocci. A Osimo, la Chiesa di S. Marco Evangelista conserva una solenne pala d’altare raffigurante la Madonna del Rosario con S. Domenico e S. Caterina da Siena. L’opera, risalente al 1642, fu realizzata da Francesco Barbieri, detto il Guercino, su richiesta del Vescovo. 

Uno dei principali luoghi di culto mariano e tra i più importanti del mondo cattolico è infine la Basilica della Santa Casa, che sorge a Loreto. All'interno della Basilica, i cattolici rendono culto di devozione verso i resti di quella che secondo la tradizione è la Santa Casa di Nazareth, dove visse Gesù.

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Livello di difficoltà: media
Target: Leisure
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Chiesa di S. Nicolo'
    0732.21269
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Nicolo'
    La fondazione della Chiesa di S. Nicolò ad opera dei benedettini risale al XII secolo anche se dell’antico edificio non rimangono tracce a causa del terremoto del 1279. La chiesa venne completamente ricostruita a partire dal 1630 su disegno del pisano Michele Buti. Della struttura medievale rimane un affresco di Francescuccio di Cecco Ghisi e un’importante scultura lignea di Nicola da Bari del ‘300 realizzata dal maestro dei Magi di Fabriano.
    L’esterno della chiesa offre una particolare facciata con loggia superiore a tre archi mentre all’interno si conserva una ricchissima collezione di tele manieristiche e barocche con importanti dipinti di Filippo Bellini, di Andrea Sacchi (S. Giovanni Battista), di Giacinto Brandi (Morte di S. Anna), del Guercino (S. Michele Arcangelo) e di Gregorio Preti dedicate ad alcuni episodi della vita di San Nicolò.
  • Cattedrale di San Venanzio
    0732.21823
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cattedrale di San Venanzio

    La Cattedrale di San Venanzio fu fondata nell’Alto Medioevo. Nel 1253  il vescovo di Camerino Guglielmo fece portare nella chiesa il fonte battesimale da Attiggio, accrescendo in tal modo l’importanza della chiesa anche sul territorio circostante.

    La chiesa subì degli ampliamenti verso il ‘300 e si arricchì di forme gotiche di cui oggi sono rimasti inalterati l’abside a poligono, il chiostro e la cappella di San Lorenzo che racchiude gli affreschi di Allegretto Nuzi(1320-1372) dedicati alla Vita di San Lorenzo e l’affresco con la Madonna con Bambino e San Venanzio.

    Nella Cappella della Santa Croce si possono ammirare invece gli affreschi di Giovanni di Corraduccio da Foligno (Crocefissione e Sant’Elena in Preghiera) e una Crocefissione di Allegretto Nuzi, oltre a opere del Maestro di San Verecondo (Martirio di San Giovanni Evangelista ed un San Francesco).

    Al XVII secolo risale la ricostruzione dell’edificio, realizzata su progetto di Muzio Oddi,  che si ornò di preziosi stucchi di Francesco Selva.

    Nel 1728 la chiesa divenne cattedrale in occasione dell’elevazione della città a sede di diocesi mentre nel 1963 assunse il titolo di basilica.

    Nella cattedrale si conservano straordinari dipinti di corrente manierista e barocca come le tele di Gregorio Preti, Giuseppe Puglia, Salvatore Rosa, Giovan Francesco Guerrieri. Di particolare valore sono le storie della Passione e la Crocifissione, realizzate su tela intorno al 1620 dal celebre pittore caravaggesco Orazio Gentileschi.

  • Chiesa di S. Maria Maddalena
    0732.3396
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Maria Maddalena

    La Chiesa di S. Maria Maddalena nacque originariamente come cappella di un ospedale trecentesco situato fuori l’antica cinta fortificata della città e poi ricostruita nel 1858. Nel 1577 la chiesetta divenne sede dell’Università dei Cartari e posta sotto la protezione di Santa Maria Maddalena in connessione con un miracolo che sembra gli stessi avessero ottenuto dalla Santa.
    Al suo interno sono conservati due affreschi di Domenico Campodonico, geniale interprete dell’esperienza di Giotto, e lo straordinario capolavoro di Orazio Gentileschi, la Maddalena Penitente (1611). L’opera, collocata sull’altare maggiore, esprime una brillante fusione di raffinatezza e vigore e rappresenta un bellissimo esempio d’interpretazione del naturalismo romano, al cui eccellente rappresentante, il pittore Caravaggio, l’artista pisano ispirò tutta la sua produzione successiva.

    Per ulteriori informazioni: Ufficio Informaziono e Accoglienza Turistica 0732.625067

  • Chiesa di S. Lucia
    +39 349 849 2973
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Lucia

    La Chiesa di S. Lucia è uno dei monumenti più importanti e affascinanti di Serra San Quirico. La prima menzione della stessa risale al 1276 e già nel 1289 era certamente affidata ai monaci Silvestrini. Nel corso dei secoli la chiesa fu sottoposta a diversi interventi fino a quando, nel 1650, fu distrutta da un terremoto. Fu in seguito ricostruita e riconsacrata nel 1726. Oggi si presenta come uno degli esempi meglio conservati di barocco nelle Marche: ad un'unica navata con sei cappelle laterali e ricca di decorazioni in dipinti, stucchi e rivestimenti lignei dorati.

    Di particolare interesse artistico sono le cinque grandi tele raffiguranti le Scene della vita di Santa Lucia realizzate da Pasqualino Rossi, artista di origini vicentine e particolarmente attivo a Roma e nelle Marche dove realizzò un alto numero di opere, oggi conservate anche nelle chiese di Cagli e Fabriano. Il ciclo completo della Santa, collocato sull'altare maggiore e opera della piena maturità del pittore, fu commissionato dai padri Silvestrini. Le tele rappresentano l’opera più importante dell’artista nella quale è possibile cogliere i due aspetti più caratteristici del suo dipingere: la pittura di genere e la pittura sacra. Mirabile il dipinto raffigurante l'elemosina di Santa Lucia nel quale elementi tipici di vita quotidiana connotano di sapore popolare il sacro. Le lacerazioni delle tele che si osservano lungo le relative cornici ricordano il trafugamento fatto dai monaci per sottrarre le tele alla requisizione ordinata da Napoleone.

    Il coro della chiesa, collocato nell’abside dietro l’altare principale, è per la maggior parte in radica di noce finemente lavorata, con specchi intarsiati a disegno. Nel coro si ammira anche un bel cantorino.

    L’organo barocco della chiesa, risalente al 1676, è opera prestigiosa di Giuseppe Maria Testa. L'organo è posto in cantoria sopra la porta d’ingresso, entro una cassa lignea dal prospetto riccamente intagliato e dorato.

    Adiacente alla chiesa vi è l’ex convento di Santa Lucia, ora polo museale del paese dove sono collocati la Cartoteca Storica Regionale delle Marche, il museo Premio Ermanno Casoli (arte contemporanea), la sede del Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi e il museo di Storia naturale del territorio.

     

  • Chiesa Collegiata di San Medardo
    0731.9444
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa Collegiata di San Medardo

    La chiesa intitolata a S. Medardo , vescovo di Saint-Quentin (Francia) vissuto nel VI secolo, fu ricostruita in forme più grandiose tra il 1634 e il 1644 in occasione della nomina della chiesa a Collegiata da parte di Sisto V. Il progetto fu affidato a Michele Buti mentre i lavori furono eseguiti dall’architetto Ascanio Passeri di Pergola. La ricostruzione portò alla demolizione non solo dell’antica chiesa originaria del 1208, ma anche di altre costruzioni limitrofe, e di parte della piazza prospiciente, ridotta ora a semplice via.
    L’imponente struttura presenta una facciata, incompiuta, in cotto a due ordini, e una pianta a croce latina ad un’unica navata. Al suo interno sono conservati capolavori pittorici come le due straordinarie opere di Luca Signorelli, il Pollittico di S. Medardo (1507) con Madonna conl bambino ed Eterno benedicente tra i santi e il Battesimo di Gesù (1508). Il Polittico di Arcevia si presenta come una delle opere più significative della produzione tarda dell’artista. Tra le altre opere di particolare interesse sono: il dossale d’altare recentemente restaurato in terracotta smaltata di Giovanni della Robbia raffigurante la Madonna con bambino tra i Santi Giovanni Battista e Girolamo; la Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Caterina da Siena (1642), uno dei capolavori di Simone Cantarini il Pesarese (1612-1648) allievo prediletto e ribelle di Guido Reni; gli arredi lignei dei maestri intagliatori Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni; alcune opere di Claudio Ridolfi il Veronese, discepolo del Barocci (sec. XVII); le numerose opere di Ercole Ramazzani, artista locale allievo di Lorenzo lotto, come il Battesimo di Cristo (1593) e il Giudizio Universale (1597), ultima opera dell’artista; la Croce Processionale in argento del famoso orafo perugino Cesarino del Roscetto (1524-1525). una Madonna col Bambino, S. Anna, S. Giuseppe e S. Gioacchino (1529), bella tavola di Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino. La collegiata è anche sede del Museo Parrocchiale.

    Per ulteriori informazioni: Ufficio Turismo 0731.984561

  • Chiesa della Croce
    071.64977 - 333 7412366
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa della Croce

    La Chiesa della Croce di Senigallia, risalente al 1608, fu realizzata per la Confraternita del Sacramento e della Croce da Girolamo Marini da Barchi, probabilmente su progetto dell’architetto della Corte d’Urbino, Muzio Oddi. L’esterno tradisce l’origine tardo rinascimentale per la sobria facciata ripartita da quattro lesene con capitelli corinzi compositi, un timpano aggettante con oculo centrale e decorazioni geometriche in pietra d’Istria (così come la base delle lesene, i capitelli e il cornicione con il nome del committente). Sulla porta d’ingresso sono incise le parole di ammonimento di Sant’Agostino "Erigis et fugit a te humilias te et venit ad te&quot ; ( "se ti esalti, il Signore fugge da te, se ti umili viene da te" ).
    L’interno assume l’aspetto di una sala a pianta rettangolare con pareti riccamente decorate da rivestimenti in legno dorato, tipiche di uno stile sfarzoso chiaramente barocco che ha lasciato ugualmente percepibili le linee architettoniche sobrie ed eleganti tipiche del Rinascimento. L’altare maggiore presenta un sontuoso tabernacolo con ricami dorati in bassorilievo floreale, festoncini e putti.
    Sopra l’altare maggiore si trova la Pala d’altare di Federico Barocci (1592) incorniciata da un fastoso fondale e raffigurante la Sepoltura di Cristo. Altri sei altari sono disposti ai lati e contengono opere del ‘600 e del ‘700, un Cristo morto in legno datato XVII e un organo del veneziano Pietro Callido del 1792. Il soffitto presenta una straordinaria decorazione a cassettoni quadrati, arricchiti da arabeschi e una fascia centrale con i simboli della Croce e dell'Eucarestia, stemma della Confraternita del Sacramento e della Croce.

    Per ulteriori informazioni: Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica 071.7922795

  • Chiesa di S. Marco Evangelista
    071.715327
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Marco Evangelista

    La chiesa di S. Marco Evangelista fu restaurata durante il XV sec. per volere dei padri domenicani e rimane oggi l’unica testimonianza di un complesso più ampio che comprendeva originariamente un convento delle monache agostiniane risalente al XIV sec. L’interno fu ampiamente modificato tra il XVI e il XVIII sec. e presenta, oggi, un fastoso impianto barocco ad un'unica navata.
    Sul lato del coro si conserva una solenne pala d’altare raffigurante la Madonna del Rosario con S. Domenico e S. Caterina da Siena. L’opera risalente al 1642 fu realizzata da Francesco Barbieri, detto il Guercino, su ordine del vescovo di Osimo. La tela, sottoposta recentemente ad un accurato restauro, presenta una cornice composta da ovali realizzati da scuola marchigiana e raffiguranti i quindici Misteri del Rosario.
    Sul secondo altare della parete sinistra si conserva l'unico frammento della chiesa antica, uno stupendo affresco rappresentante la Madonna col Bambino tra San Domenico e San Pietro martire, realizzato nel Quattrocento da Pietro di Domenico da Montepulciano.
    Una leggenda dice che un tempo la chiesa ospitasse il "pozzo delle lame" , oggi scomparso soprattutto in seguito ai lavori di rifacimento dell’interno. In questo infausto pozzo, che doveva trovarsi sotto la sacrestia, venivano gettati gli sfortunati prigionieri, condannati così alle più atroci torture.

  • La Basilica della Santa Casa
    +39.071.9747155
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: La Basilica della Santa Casa

    La città di Loreto si è sviluppata intorno alla celebre Basilica che ospita la Santa Casa di Nazareth dove, secondo la tradizione, la Vergine Maria nacque, visse e ricevette l’annuncio della nascita miracolosa di Gesù. Gli studi mettono in luce che la provenienza della Casa è la Palestina, sia per lo stile architettonico che per l’uso di materiali costruttivi, sconosciuti al territorio delle Marche ed invece molto usati all’epoca in Terrasanta. La tradizione vuole che la Santa Casa, dopo essere transitata per la Dalmazia, rimanendo per circa tre anni a Tersatto (ora un quartiere della città di Fiume in Croazia), giunse a Loreto la notte del 9-10 dicembre del 1294. 

    Nel 1469, per iniziativa del vescovo di Recanati Nicolò delle Aste e in seguito con Papa Paolo II, iniziarono i primi lavori di costruzione dell’odierna basilica. A fianco della candida facciata in pietra d’Istria, completata nel 1587, si innalza l’elegante campanile (1750-55), opera di Luigi Vanvitelli. Sotto la cupola è posizionato il sacello della Santa Casa, rivestito di marmo con statue e rilievi, capolavoro della scultura del Cinquecento. L’interno assai suggestivo è meta di pellegrini che giungono da tutto il mondo per pregare, davanti alla statua della Madonna Nera. La Cappella dell’Annunciazione fu decorata con affreschi di Federico Zuccari, le sacrestie di San Marco e San Giovanni da Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, il soffitto ed il padiglione della Sala del Tesoro dal Pomarancio. Il Museo Pontificio della Santa Casa di Loreto, ospitato nel Palazzo Apostolico, conserva dipinti, sculture, arazzi e maioliche prove-nienti dal Santuario e donati alla Santa Casa nel corso dei secoli. Nella raccolta dei dipinti spiccano le opere della tarda maturità di Lorenzo Lotto, che morì a Loreto nel 1556 ca. Il Tesoro della Santa Casa comprende preziose opere di alta oreficeria. 

    All’esterno del Santuario la piazza che troverete termina a nord e a ovest dal Palazzo Apostolico, ad est con la parte anteriore della basilica, e a sud dal Palazzo Illirico; sul lato sinistro troverete il Campanile disegnato da Luigi Vanvitelli, al centro invece la Fontana di Carlo Maderno e Giovanni Fontana.

    “La Santa Casa di Loreto è il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità”. (Giovanni Paolo II)

     

  • Luca Signorelli – Affreschi nella Cappella di San Giovanni

    Nella Sagrestia di S. Giovanni della Basilica del Santuario della Santa Casa di Loreto, Luca Signorelli realizzò una pregevole serie di affreschi databili probabilmente tra il 1481 e il 1485.
    Le decorazioni dividono la volta della sagrestia in otto spicchi con le raffigurazioni degli Evangelisti (Luca, Marco, Matteo e Giovanni) e dei Dottori della Chiesa occidentale (Girolamo, Gregorio Magno, Agostino e Ambrogio), nelle quali è possibile intuire un modulo compositivo che unisce un’evidente ricerca del movimento e al tempo stesso di monumentalità, elemento quest’ultimo caratterizzante del pittore Piero della Francesca. La scelta stilistica legata alla scuola toscana è presente anche nei soprastanti otto Angeli musicanti che suggeriscono un riferimento al Botticelli con il quale il Signorelli lavorò in quegli anni nella Cappella Sistina, sia per l’eccezionale eleganza delle figure, calibratissime e calde di colore, seducenti per levità aerea, per ritmo e per sinuose movenze sia per la ricerca plastica e l’energia espressiva.
    Sulle pareti sono coppie di apostoli a figura intera ed episodi dell’Incredulità di S. Tommaso e della Conversione di S. Paolo (attualmente non visibile perché situata sopra la porta), capolavoro di questo ciclo per la sapienza prospettica che anticipa negli audaci scorci e, in particolare, per la grande teatralità ed enfasi drammatica presente nella scena dell’apparizione divina. Risulta evidente la sintesi tra lo staticismo di Piero e il dinamismo del Pollaiolo, sintesi che costituisce per altro uno degli elementi peculiari dell'arte signorelliana.

  • Melozzo da Forlì – Affreschi nella Cappella di San Marco

    Tra il 1477 e il 1479, Merlozzo da Forlì eseguì gli straordinari affreschi nella cupola della sagrestia di S. Marco della Basilica del Santuario della Santa Casa di Loreto, commissionati dal cardinale Girolamo Basso della Rovere.
    Si tratta di uno dei primi esempi di cupola decorata da figure ed elementi architettonici, temi decorativi fortemente influenzati dalla Camera Picta di Andrea Mantegna a Mantova.  
    La volta presenta uno scheletro architettonico dipinto con costoloni e cornici convergenti verso la sommità della cupola che inquadrano finestre aperte sul cielo e in corrispondenza delle quali si trovano otto Angeli con le ali spiegate e recanti i Simboli della Passione. Al di sopra è raffigurata una corona di angeli e cherubini che incorniciano lo stemma del committente circondato da un festone. In corrispondenza della base del tamburo della cupola sono una serie di Profeti rappresentati seduti su un cornicione dipinto. Nella parete sottostante si trova l’ Ingresso di Gesù a Gerusalemme, racchiuso entro un riquadro centinato. Le figure sembrano inserirsi perfettamente nelle architetture dipinte, offrendo un esempio di abilità prospettica quattrocentesca che fece meritare al Melozzo il riconoscimento di grandissimo prospettivo da parte del Vasari.