Indietro Boschi e Falesie, in moto dal Parco S. Bartolo a Sassoferrato

Boschi e Falesie, in moto dal Parco S. Bartolo a Sassoferrato

Un paradiso per le due ruote

210 km di strade immerse in paesaggi magici. Partite da Pesaro, dove visitare le Officine Benelli, sede storica dell’Azienda con 150 motociclette. Fate rotta verso il Parco S. Bartolo, attraverso una delle strade più belle della regione, tra scorci e tornanti sul mare, fino a Gabicce Monte, dove potrete godere di un panorama mozzafiato sulla costa adriatica. 

Il viaggio continua in direzione Carpegna, alle porte del Montefeltro, borgo che annovera lo splendido Palazzo dei Principi. Proseguendo si arriva a S. Angelo in Vado, borgo famoso per il Tartufo Bianco pregiato (mostra nazionale 10/11 - 17/18 - 24/30/31 ottobre e 1 novembre): non fatevi sfuggire l’occasione di fermarvi a pranzo. Potrete visitare anche la Domus del Mito, villa gentilizia romana venuta alla luce negli ultimi 50 anni.

Lasciando il paese, percorrendo una piacevole strada panoramica arriverete al Monte Nerone, dalla cui cima apprezzare il panorama a 360° su tutta la provincia di Pesaro Urbino e godere di una piacevole temperatura fresca e ventilata. Proseguendo verso l’interno giungerete a Cagli. Da vedere ci sono il ‘teatro all’italiana’ e il Torrione Martiniano.

Ultime tappe sono Frontone e il suo Castello, antica rocca del ducato di Montefeltro, e Sassoferrato, con il Museo-Miniera di Zolfo di Cabernardi, l’Abbazia di S. Croce e il Parco archeologico di Sentinum, per scoprire strade romane, mosaici e resti termali.

 

 

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Livello di difficoltà: media
Target: Bikers
Stagionalità: Estate

Le tappe dell'itinerario

  • Pesaro
    0721.69341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Pesaro

    Affacciata sul mare e attraversata dal fiume Foglia, Pesaro è un centro balneare situato tra due colline costiere: il Monte Ardizio a est-sud-est e il Monte  San Bartolo a ovest-nord-ovest, che dà il proprio nome al Parco Naturale del Monte San Bartolo

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE 
    Sono sette i chilometri di spiaggia sabbiosa tra litorale attrezzato e libero (le spiagge Ponente/Levante Sottomonte hanno ottenuto la Bandiera Blu 2018 per oltre 6 km), più di 100 le strutture di accoglienza turistica, alcune aperte tutto l’anno, tra alberghi al mare, in centro e collina, agriturismi, campeggi e appartamenti, per un totale di quasi 11.000 posti letto. 

    Al mare si lega una secolare tradizione di ospitalità balneare che rivolge un’attenzione particolare alle famiglie e ai bambini.

    Dal 2010 Pesaro dedica ai più piccoli la Mezzanotte bianca dei bambini, l'evento di punta della programmazione turistica estiva, e sempre ai bambini sono dedicate alcune attività laboratoriali di letture ad alta voce proprio sulle spiagge della città, a cura della Biblioteca Baia Flaminia.

    L’offerta balneare comprende, grazie alla particolare conformazione del territorio, con la costa bassa e sabbiosa stretta a sud e a nord con i rilievi del San Bartolo e dell’Ardizio che giungono fino al mare, stabilimenti facilmente raggiungibili dagli alberghi e dal centro storico, e piccole baie immerse nella natura.

    Svariate sono le piste ciclabili: la Bicipolitana è un itinerario riservato ai bikers che collega diverse zone della città. Un’apposita segnaletica indica i percorsi. Sono previste linee di diverso colore, ciascuna delle quali conduce in varie direzioni.
    La pista ciclabile Pesaro-Fano si sviluppa lungo tutto il litorale in direzione sud, fino a Fosso Sejore; essendo a quota arenile, serve gli stabilimenti balneari che insistono sulla spiaggia di Levante e risulta molto comoda per chi vuole raggiungere la spiaggia in bicicletta. C'è anche un percorso che, costeggiando il corso del Fiume Foglia con la pista ciclopedonale Umberto Cardinali, porta alla scoperta della flora e della fauna locali. 

    COSA VISITARE 
    Tra gli edifici di architettura religiosa si segnalano: la Cattedrale, eretta sui resti di un edificio tardo romano, che vanta un interessante patrimonio musivo; la Chiesa di Sant'Agostino, che conserva un notevole portale gotico-veneziano sulla facciata e importanti tele all'interno; il Santuario della Madonna delle Grazie, edificato nel XIII secolo dai Malatesta e rifatta in forme barocche.

    Tra i monumenti e musei degni di nota da non perdere sono: la quattrocentesca Rocca Costanza, opera a pianta quadrata, rafforzata da torrioni cilindrici e cinta da un ampio fossato, già adibita a carcere; il Palazzo Ducale, ora sede della Prefettura, fatto erigere da Alessandro Sforza nella seconda metà del XV secolo; il Museo Archeologico Oliveriano e i Musei Civici, con la Pinacoteca e il Museo delle Ceramiche; collocata all’interno di palazzo Mosca, la Sonosfera, uno spazio progettato per la fruizione immersiva di contenuti tridimensionali sonori e audio-visivi; Casa Rossini, che conserva materiale documentario, tra cui stampe e cimeli legati alla vita e all'opera del grande compositore; il Museo Nazionale Rossini, che racconta la vita, l’uomo e la grandezza dell’artista ma anche l’attualità dell’opera di Gioachino Rossini; il Teatro Rossini, dove ogni anno si svolge il Rof (Rossini Opera Festival), un festival musicale lirico che dal 1980 si tiene annualmente ad agosto a Pesaro, città natale di Gioachino Rossini. ROF è anche il nome della Fondazione costituita nel 1994 per appoggiare la Fondazione Rossini nell'attività di recupero teatrale, musicologico ed editoriale della produzione rossiniana. 

    La tradizione marinara è ben documentata dal Museo Washington Patrignani, che raccoglie in due sezioni le testimonianze relative alla storia della marineria pesarese.
    Una suggestiva scultura contemporanea è la Palla di Arnaldo Pomodoro, una sfera di bronzo realizzata nel 1998 dal noto scultore. Villino Ruggeri è un bella costruzione in stile liberty; poco distante da Pesaro, sul Colle San Bartolo, sorge Villa Imperiale, costruita a partire dal 1530.
    Nel Parco del San Bartolo, nel territorio di Pesaro, Casteldimezzo, Fiorenzuola di Focara e Santa Marina Alta sono pittoresche frazioni a picco sull’azzurro del Mare Adriatico.

    Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Pesaro nel corso dell'anno ricordiamo, oltre al Rof, la Mostra internazionale del Nuovo Cinema(Pesaro Film Festival), uno dei più importanti festival cinematografici italiani, che si svolge a giugno.

    Nel 2018 si è celebrato il 150° anniversario dalla morte di Gioachino Rossini, il celebre compositore nato a Pesaro nel 1792 e morto a Passy, Parigi nel 1868.

    Tra i piatti e prodotti tipici tradizionali segnaliamo i cappelletti alla pesarese, preparati in brodo; le tagliatelle e i cannelloni "alla Rossini", piatto a base di pasta fresca dedicato al grande compositore; il bostrengo, ovvero riso lessato mescolato con fichi secchi, uvetta, miele, alchermes, farina di mais, cacao, mele, pere ecc.. Tra i secondi piatti ricordiamo le famose triglie al prosciutto, le seppie ripiene, i Garagoli, crostacei saltati nell'olio con varie spezie e le olivette di vitello, fagottini di carne ripieni impanati e fritti. 
    Una "chicca" gastronomica è la Pizza Rossini, per il particolare abbinamento pizza e maionese. La base è una semplice margherita, a cui vanno aggiunte uova sode e maionese rigorosamente fatta a mano. 


     

     

  • Museo delle Officine Benelli
    0721 31508
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo delle Officine Benelli
    I mille metri quadrati delle “Officine Benelli” di viale Mameli 22 sono l’ultimo esempio di archeologia industriale a Pesaro, sede storica dell’Azienda metal meccanica che ha contribuito a scrivere la storia della città. Nei locali della vecchia fabbrica Benelli sono oggi in esposizione permanente 150 motociclette Benelli e MotoBi.
    Il percorso inizia dalla sala Tonino Benelli dove sono esposti fotografie di corridori motociclistici in sella alle moto Benelli e MotoBi, trofei di ogni epoca e motori Benelli, MotoBi. e Molaroni. Prosegue nella grande sala dedicata a Giuseppe Benelli dove oltre alla prima motocicletta transitata a Pesaro nel 1897, un triciclo De Dion Bouton, due rarissime moto Molaroni degli anni venti e anche trenta Benelli costruite prima della seconda guerra mondiale e assolutamente protagoniste per raffinatezza tecnica ed estetica negli anni trenta.
    Nel secondo salone tutti i tipi del modello Leoncino, motocicletta che ha segnato la rinascita del marchio Benelli dopo le rovine del secondo conflitto mondiale. Nello stesso salone in evidenza le pluricilindriche a sei e quattro cilindri costruite negli anni settanta, quando il marchio pesarese era stato acquisito dall’industriale argentino Alejandro De Tomaso. Poi la mostra prosegue al piano rialzato, una affascinante struttura di circa 250 mq completamente in legno, dove sono in esposizione tutti i modelli prodotti dalla Motobì “l’aristocratica fra le moto” dal 1950 al 1970 e tutta la fantastica serie di ciclomotori Benelli e Motobi indiscussi protagonisti del mercato italiano negli anni sessanta. Uno spazio del piano rialzato è dedicato anche ad una irrealizzabile partenza per moto da corsa costruite nella provincia di Pesaro fra gli anni sessanta e ottanta: MBA, Morbidelli, Piovaticci, Sanvenero e MotoBi. Tutte moto protagoniste in diverse competizioni a livello mondiale.
    La straordinaria storia dei sei fratelli Benelli viene narrata dai soci dei due sodalizi che gestiscono il museo e coinvolgono i visitatori in una ambientazione unica nel suo genere grazie al fatto che le motociclette esposte sono state progettate e costruite proprio in quei locali. Poi le stupefacenti vicende dei piloti, da Tonino Benelli a Valentino Rossi primo e ultimo di una generazione di centauri che hanno appassionato migliaia di tifosi contribuiscono ad arricchire una piacevole visita al mondo motociclistico di una zona indiscutibilmente ricca di storia.
    Il museo Benelli e della moto Marchigiana, per il quale viene adottata la denominazione di Mototeca Storica Marchigiana, va inteso come parte importante ed integrante del progetto complessivo che prende il nome di Officine Benelli con il dichiarato intento di svolgere contemporaneamente la funzioni di:
    Museo Espositivo delle Moto Benelli - MotoBi e delle Moto Marchigiane;
    Centro Culturale di raccolta e diffusione di cultura motociclistica;
    Sala Conferenze a disposizione del Museo e/o dell’Amministrazione Comunale;
    Scuola di Restauro di Motociclette d’epoca;
    Punto di Ritrovo con annessa attività di ristorazione;
    Sede del Moto Club Benelli e del Registro Storico Benelli

    Tipologia : Specializzato
  • Gabicce Monte
    0541.953101
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Gabicce Monte

    Dalla terrazza naturale di Gabicce Monte lo sguardo può spaziare sull'ampio golfo, ricco di bellezze che, di giorno e di sera, offre uno spettacolo mozzafiato. I sentieri collinari di ginestre si diramano in un paesaggio dall'aspetto incontamimato fra le falesie a strapiombo sul mare che nascondono piccole insenature fra le rocce.

  • Carpegna
    0722.77326 Ufficio turistico c
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Carpegna
    Adagiata sulla costa dell'omonimo Monte, immersa nel verde dei suoi faggeti, Carpegna è il centro di quel Montefeltro aspro e gentile che fu terra di santi e condottieri, di cupe leggende e di storia. Nobile perchè essa ruota attorno alla famiglia dei Conti di Carpegna, fra le più blasonate d'Italia, dalla quale derivano i Malatesta, i gloriosi Montefeltro e di Della Faggiola del notissimo Uguccione, descritto nei versi del Canto XXIII dell’Inferno di Dante.
    Cuore storico e artistico dell’abitato è il Palazzo dei Principi, progettato dall’architetto romano Antonio de Rossi e costruito nel 1675 su commissione del cardinale Gaspare di Carpegna.
    Carpegna rientra nel territorio del Parco naturale regionale del Sasso Simone e Simoncello, di cui è la sede capoluogo.
    Ormai da decenni, nel mese di luglio, Carpegna celebra uno dei prodotti enogastronomici più prelibati e famosi del Montefeltro, il Prosciutto di Carpegna DOP.
  • Sant'Angelo in Vado
    0722.88455
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sant'Angelo in Vado
    Sant'Angelo in Vado è una cittadina situata lungo l'alta valle del fiume Metauro, al centro di un ameno paesaggio caratterizzato dai primi contrafforti appenninici che fiancheggiano la strada statale che sale verso il passo di Bocca Trabaria (m.1044).
    Di origini medievali, Sant'Angelo in Vado è sorto sulle rovine della romana Tiphernum Mataurense, antico municipio distrutto durante la guerra gotica. L'abitato medievale fu dedicato all'Arcangelo Michele e definito 'in Vado' dal guado lungo il Metauro. Centro principale fin dal IX secolo della cosiddetta Massa Trabaria, dalla metà del secolo XIV fu soggetto ai Brancaleoni per entrare a far parte dei territori del futuro ducato di Urbino quando Gentile Brancaleoni sposò Federico da Montefeltro.  
    Il centro storico è ricco di bei monumenti di varie epoche: dal trecentesco Palazzo della Ragione sovrastato dalla coeva Torre Civica (el Campanon) alla settecentesca Cattedrale, dagli antichi palazzi Santinelli, Grifoni, Clavari e Mercuri al secentesco Palazzo Fagnani, maestosa sede comunale dal 1838.
    Fra le chiese più significative ricordiamo: Santa Maria extra muros con l'adiacente ex monastero dei Servi di Maria, Santa Chiara con il relativo convento, Santa Caterina del Corso e Santa Caterina delle Bastarde, la seicentesca chiesa ottagonale di San Filippo e l'oratorio dell'Immacolata, San Bernardino, San Francesco e la cinquecentesca Santa Maria degli Angeli con adiacente chiostro coevo. Poco lontano dal complesso chiesastico di San Francesco, nell'area del Campo della Pieve,  sorge la Domus del mito, il più importante ritrovamento archeologico venuto alla luce negli ultimi 50 anni; eretta verso la fine del I secolo d.C., è ampia circa 1.000 metri quadrati e impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati bicromi e policromi; altra stanza spettacolare è il triclinium che raffigura una scena di caccia e una di pesca contornate da un festoso repertorio di motivi geometrici in bianco e nero.
    Sant'Angelo in Vado è la città natale di Taddeo e Federico Zuccari che a fine XVI secolo si cimentò in un'opera ciclopica, illustrando la Divina Commedia di Dante Alighieri.
    È' la capitale del tartufo bianco pregiato. 
    Nelle ultime tre settimane di ottobre e nella prima di novembre si tiene la Mostra Nazionale del tartufo Bianco. Ospita anche un Centro Sperimentale di Tartuficoltura. 

  • Domus del Mito
    347.9782936 - 0722.88455 (IAT)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Domus del Mito

    La terra di Campo della Pieve custodiva gelosamente una perla archeologica, venuta alla luce verso la fine degli anni 90’, un tesoro unico nel suo genere: si tratta della Domus del Mito, una residenza gentilizia di epoca romana datata I secolo d.C., scoperta per caso.
    La pavimentazione affiorata è quella originale del I secolo d.C. e rappresenta scene legate alla mitologia classica, ecco perché è stata battezzata “Domus del Mito”. Secondo la leggenda la Domus fu un omaggio degli Dei per celebrare l’amore contrastato ma indissolubile tra il ricco romano Mennenio e la povera celtica Nicia. Le divinità lasciarono il loro segno all’interno della Domus nei mosaici che rappresentano scene della mitologia classica. Nella stanza più grande, il ritratto di una figura maschile reca in mano il prodotto tipico di questo territorio: il tartufo. Gli Dei, oltre ad aver donato la Domus ai due giovani, hanno voluto lasciare una traccia tangibile di questo amore lungo i secoli attraverso la presenza del tartufo bianco e del tartufo nero, colori opposti com’erano agli antipodi i due amanti, che pure rimasero sempre uniti. Ecco perché Sant’Angelo in Vado ama definirsi “La terra benedetta dagli Dei”. Ed ecco perché è meta di tanti turisti che vengono a lasciare in consegna alla Domus le loro pene d’amore, certi che ancora oggi qualcuno dall’alto possa esaudirli come fece con Mennenio e Nicia. Tesori preziosi sono conservati anche all’interno della Pinacoteca civica della città; particolare menzione merita la figura del Cristo del XVII secolo disegnato a 360 gradi, dotato di una profondità accecante e stupenda, o il suggestivo quadro cinquecentesco di Federico Zuccari, che mostra tutti i componenti della famiglia in una posa particolare e nuova.

    Conclude il tour artistico Palazzo Mercuri, edificio del XIX secolo: nei suoi freschi sotterranei prendono vita gli antichi mestieri medievali; qui infatti è stato realizzato il Museo dei vecchi Mestieri, che conserva materiali e oggetti delle più importanti tradizioni vadesi, come l’ebanesteria, l’oreficeria o la falegnameria. Il primo piano dello storico palazzo, invece, è completamente affrescato e in uno di questi dipinti si può godere dell’essenza stessa di Sant’Angelo in Vado: nella stanza del banchetto prende vita la storia d’amore tra due giovani, storia che si consuma proprio nel bucolico e rasserenante scenario della cittadina, con i suoi boschi ricchi del pregiato e caratteristico tartufo (contenuto anche all’interno del cestino raffigurato) e le sue cascate (si pensa sia rappresentata proprio la Cascata del Sasso). Al secondo piano è possibile visitare il Museo Archeologico Tifernum Mataurense che raccoglie le testimonianze archeologiche della omonima città romana.

  • Monte Nerone
    0722.90134; 331.8766610 (Sciov
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monte Nerone
    Piobbico è situata sull’area del Monte Nerone, massiccio che raggiunge fino ai 1525 metri sul livello del mare e che pertanto rientra tra le più alte vette dell’Appennino Umbro-Marchigiano. L’omonima stazione sciistica, situata sul versante nordest del monte tra i 1290 ed i 1430 metri di quota, è costituita dalla Sciovia del Mandrione.

    IMPIANTI SCIISTICI
    - 5 piste per un totale di 6,050 km, di cui 2 piste blu (facili) e 3 piste rosse ( media difficoltà). La quota minima delle piste è di 1400 m., la massima 1500
    - una sciovia lunga 750 metri con una portata oraria 600 p/h, che parte da una quota di 1290 metri per arrivare poco sotto la cima della montagna a 1470 metri di altitudine
    - uno skilift sviluppato in 900 metri
    - uno snowpark per gli appassionati dello snowboard nell’area adiacente le piste da sci
    - una pista da bob
    - un Campo Scuola nelle vicinanze del Rifugio Corsini
    - uno Snow Park
    - impianti di innevamento artificiale

    Il campo scuola e la pista da bob, avendo una superficie più limitata, godono di maggiori aperture rispetto allo snow park e alle piste da sci di fondo, per i quali è richiesto un buon innevamento naturale prima di far ricorso a quello artificiale.
  • Museo dei Fossili e Minerali del monte Nerone
    0722 989004
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Museo dei Fossili e Minerali del monte Nerone
    Il Museo è allestito nei sotterranei del rinascimentale Palazzo Ubaldini, fatto costruire nella metà del '400 dal Conte Ottaviano Ubaldini su progetto dell'architetto Francesco Di Giorgio Martini. La raccolta comprende prevalentemente materiale fossile che risale a circa duecento milioni di anni, proveniente dal Monte Nerone. Esemplari di particolare interesse sono costituiti da ammoniti, insieme a strumenti in selce, crani di orsi delle caverne ed ossa di elefanti ed altri vertebrati provenienti da Lazio ed Umbria di epoca più recente oltre a minerali di provenienza varia. Notevole è la sezione con crani, uova ed artigli di dinosauro provenienti dagli Stati Uniti e dalla Mongolia, nonché la sala dedicata all'evoluzione umana, con crani di ominidi, dall'Aegyptopithecus all'Homo sapiens. Il materiale è corredato da pannelli esplicativi.

    Per orari ed altre informazioni visita il sito turistico del Comune di Apecchio
  • Cagli
    0721.78071
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cagli
    Cagli sorge su un altopiano stretto dai fiumi Bosso e Burano confluenti al Metauro. Il comune risulta delimitato verso sud dai Monti Catria, Petrano e Nerone e più a nord dal monte Paganuccio che, con il Pietralata, forma le scoscese pareti di calcare massiccio del Passo del Furlo.

    Abitata anticamente dagli umbri e dai romani, Cagli fu tra i capisaldi della Pentapoli montana bizantina (con Fossombrone, Gubbio, Jesi e Urbino). Nel XIII secolo, divenuta libero comune e abbracciata la fede guelfa, fu incendiata dai ghibellini e poi ricostruita da papa Niccolò IV (1289), nel pianoro sottostante il precedente abitato. Finì comunque incorporata entro i confini del ducato di Urbino e infatti Federico da Montefeltro la fece fortificare (1481) da Francesco di Giorgio Martini con la costruzione di un'imponente Rocca, posta sul colle dei Cappuccini, oggi purtroppo scomparsa (fatta eccezione per pochi ruderi) e collegata con un passaggio sotterraneo all'imponente Torrione a pianta ellittica tuttora esistente a valle e sede del recente Centro per la Scultura Contemporanea. All'epoca montefeltresca risalgono anche i lavori di adattamento del medievale Palazzo Pubblico (oggi sede del Comune e del Museo Archeologico).

    Tra gli edifici di architettura ricordiamo: la chiesa di S.Francesco e la chiesa di S.Domenico, entrambe con interni ad aula arricchiti di tele a affreschi, di origine medievale; la Cattedrale, quasi interamente ricostruita nel sec. XVIII, la chiesa di S.Angelo minore, la chiesa di S.Pietro, la chiesa di S.Maria della Misericordia, la chiesa di S.Giuseppe, la chiesa di S.Chiara, la chiesa di S.Filippo e S.Bartolomeo, impreziosite da opere d'arte, comprese diverse tele del noto pittore cagliese Gaetano Lapis (1706-1773).

    Fra gli edifici di architettura civile più significativi si segnalano il quattrocentesco Palazzo Preziosi-Brancaleoni e il cinquecentesco Palazzo Tiranni-Castracane, oltre all'ottocentesco Teatro Comunale con ricca sala a palchetti. Un sito romano di notevole importanza è il Ponte Mallio sul torrente Bosso il cui fornice centrale con relativi contrafforti a grandi blocchi di pietra viene fatto risalire all'epoca repubblicana.

    Nell'ambito del territorio comunale, in località Monte Martello, sorge l'interessante santuario di S.Maria delle Stelle, edificato nel 1475, che ingloba una celletta preesistente impreziosita da affreschi trecenteschi.

    Località del cagliese degna di nota è Pianello, sito ai piedi del monte Nerone (m.1525), là dove il Certano, il Giordano e il Fiumicello confluiscono tra loro per dar vita al Bosso.

    Il "Giuoco dell'Oca" che si disputava a Cagli già nel 1543, oggi viene riproposto la prima e la seconda domenica di agosto.
  • Abbazia di S. Pietro di Massa
    0721/78071(Comune)- 0721.78073
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di S. Pietro di Massa
    Presso la frazione Massa alle pendici del monte Nerone, sorgeva l'abbazia di San Pietro di Massa, della quale oggi resta solo la chiesa. La sua fondazione si fa risalire al secolo IX anche se le prime notizie documentate sono del 1115. L'abbazia esercitò un'enorme influenza nell'organizzazione sociale ed economica di una vasta area geografica ed era in possesso di numerose chiese e castelli nei territori di Cagli, Gubbio, Città di Castello e Senigallia.

    Tali patrimoni furono causa di scontri con il comune di Cagli che saccheggiò e depredò l’abbazia in diverse occasioni. Per opera del Priore di Fonte Avellana, l’abbazia benedettina perse la sua autonomia nel XV secolo a causa di una crescente laicità degli abbati ivi insediati. Nel 1514 fu unita alla sede vescovile di Cagli.

    La chiesa conserva ben poco della struttura originaria a causa dei numerosi restauri avvenuti nel corso dei secoli; si possono comunque rintracciare elementi sulla facciata a capanna, su parte del campanile e sul fianco sinistro, dove nel muro di cortina è incassato un architrave con disegno a volute. L'edicola del campanile porta incisa la data XXLMDCCCLVI.  L'interno si presenta ad aula unica con basse capriate a vista; l'altare maggiore è in stucco in tipico stile barocco ed è privo di pala. Interessanti sono i due locali, al di là dell'altare maggiore, con volta a crociera e archi di volta in pietra poggianti su bassi pilastri, alcuni con angoli smussati e altri su colonne; nella chiesa possiamo inoltre ammirare la pala seicentesca raffigurante la "Madonna del Rosario e i Santi".
  • Chiesa di S. Giuseppe
    0039
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Giuseppe
    La chiesa già di Sant’Angelo Maggiore (cara alla magistratura cittadina) ha volta a botte ornata da stucchi manieristici. Le pitture del Cialdieri, riprese dal Patanazzi, raffigurano momenti della vita di San Giuseppe correlati alle figure ad altorilievo (re, patriarchi e personaggi biblici) che, poste entro nicchie, ritmano lo spazio. Al centro della volta è la Carità alla quale, fra telamoni, si uniscono le altre virtù teologali. Nei due altari laterali della seconda metà del Cinquecento, con ornati lapidei dei Finale, sono le statue in stucco di San Giuseppe e dell’Addolorata. Nell’altare maggiore è l’Arcangelo Michele del Lapis datato 1764, tra affreschi seicenteschi di Girolamo Cialdieri
  • Chiesa di S. Domenico
    Tel 0721 780731 (Uff cultura);
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa di S. Domenico
    La Chiesa di S. Domenico, di fondazione romanica, presenta un'alta facciata adorna di un portale rinascimentale, forse su un disegno del Bramante ed al fianco di un portale gotico murato. Rimane sconosciuta la data di costruzione della chiesa anche se in un documento del 1337 si fa accenno alla chiesa di San Giovanni Battista (l'odierna San Domenico) che si stava edificando. La realizzazione dell'abside che risale al 1655, anno in cui venne benedetta la prima pietra, è dovuta all'intervento di fra Michelangelo Nanni, il quale reperì vari contributi in Roma. Dopo l'Unità d'Italia il convento e la chiesa, con tutti i beni annessi, vennero confiscati e i frati espulsi. Nella costruzione del tempio i frati celestini devono aver preso come modello la vicina e più antica chiesa di San Francesco. Anche qui, dunque, i fianchi sono corsi da lesene e monofore dal fastigio trilobato. L'abside, essendo di molto posteriore, si differenzia rispetto al resto della chiesa anche per quanto attiene il cornicione fittile. L'interno della chiesa si presenta con una vasta aula a navata unica con copertura a doppia falda e capriate a vista. Nel primo altare sin. è il Miracolo di Soriano di scuola napoletana della prima metà del Seicento. La predella dell'altare costituita da uno sportello ligneo dipinto con un paesaggio, cela la copia dipinta della Sacra Sindone, posta entro una cornice retta da putti a bassorilievo. All'interno conserva sue bellissimi affreschi di Giovanni Santi, "Cristo nel sarcofago tra due santi", sul sepolcro di Clara Tiranni e la "Madonna col Bambino e Santi", inoltre le tele di fra Carnevale, di G. Lapis e di F. Barocci. Nel pavimento compare una piccola pietra tombale con le spoglie di padre Michele Arcangelo Nanni da Cagli, morto in concetto di santità nel XVII secolo.
  • Santuario di Santa Maria delle Stelle
    0721 709169 (parrocchia) 0721
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario di Santa Maria delle Stelle

    Santa Maria delle Stelle di Monte Martello di Cagli è uno dei santuari più suggestivi per il paesaggio stupendo in cui sorge, in mezzo a monti che partono dalla gola del Furlo per collegarsi con le giogaie del Catria. Oggi il santuario ha più valore storico artistico che devozionale in quanto viene aperto una sola volta all'anno in occasion della navitità della Madonna che cade l'8 settembre, ma dal 2021 viene aperta da volontarie del luogo la prima domenica del mese dalle 15.00 alle 18.00/19.00 ca. 
    Il Santuario fu eretto nel 1495 e rappresenta un esempio inalterato di architettura rinascimentale. Il fronte principale si presenta con un modesto porticato a tre archi poggianti su pilastri in muratura. All'interno, la cappellina interamente affrescata raffigura la Vergine in trono col Bambin Gesù, nota come "Madonna delle Stelle", e al di sopra dell'architrave troneggia l'emblema araldico dei Montefeltro.
    Tutto il Santuario è interessato da affreschi quattro-cinquecenteschi ed in parte seicenteschi (a cui si abbinano numerose scritte eseguite spesso a carboncino in differenti tempi), come emerso dai recentissimi restauri.

  • Abbazia di Santa Maria Nuova di Naro
    0721.709169 (Parroco)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Abbazia di Santa Maria Nuova di Naro

    L'abbazia sorge a Cagli, a metà strada tra Acqualagna e Piobbico, presso il fiume Candigliano, nella località circondata da alte colline denominata Abbadia di Naro, su cui domina l’omonimo Castello.

    Fondata dai frati benedettini nel secolo XII ed in passato fiorente monastero, di essa oggi rimane soltanto il corpo principale della Chiesa, restaurata, al cui interno si trovano numerose tracce di affreschi sulle pareti, tra cui il frammento risalente al 1300 della “Madonna in trono col Bambino”. La facciata è a capanna con un portale e finestra centrali, mentre il retro è caratterizzato dal campanile a vela e da una monofora romanica nella parete di fondo. Sul lato destro un portico poggia su tre bassi pilastri quadrangolari. Attualmente sono riconoscibili le varie fasi costruttive altomedievali e medievali; incassate nei muri di cortina si vedono ancora le antiche colonne della navata centrale, alcune delle quali si presentano in cotto, altre in conci e tutte con capitelli in pietra, e una parte degli archi, mentre di fronte alla facciata rimangono ancora i resti del pronao. A seguito di rimaneggiamenti, l’interno è oggi a navata unica con capriate a vista e l'altare maggiore sostituisce quello originale, che era addossato al muro. Si accedeva al presbiterio, un tempo più alto rispetto a quello attuale, tramite una scalinata sotto la quale è stata rinvenuta una cripta. La presenza delle navate laterali spiega anche l'alto posizionamento delle finestre più antiche.

  • Monastero di S. Pietro e di S. Cecilia
    0721.787331 (Monastero)
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Monastero di S. Pietro e di S. Cecilia
    Le origini del Monastero di S. Pietro e  S. Cecilia di Cagli risalgono a prima del Duecento, quando la Beata Santuccia Terrabotti di Gubbio fondò la comunità di San Pietro fuori delle mura di Cagli. Nel 1388 il Vescovo Agostino da Cagli consacrò la nuova Chiesa di San Pietro, che sorgeva nel centro cittadino, e volle che le Monache si trasferissero nel palazzo accanto, lasciando definitivamente il loro Monastero fuori le mura, passato ai Canonici Lateranensi. Nel 1799, durante l'invasione francese, il Monastero fu saccheggiato e spogliato dei suoi beni, recuperati solo nel 1815. Nuova confisca ebbe luogo nel 1855. Il Monastero rifiorì e fu restaurato nei decenni successivi. Gravemente lesionato durante l'ultima guerra mondiale, nel 1956 furono rinnovati l'infermeria e il noviziato e in seguito gli altri settori del Monastero. 
    Decori barocchi e settecenteschi rivestono la Chiesa di San Pietro con tele d'epoca e Crocifisso ligneo, posto in una Cappella sulla destra e ritenuto miracoloso. Un coro ligneo settecentesco è posto nella parte alta del Monastero. Vi sono conservate antiche pianete e lamine d'oro, d'argento e seta. 

    Nel Monastero è possibile trascorrere alcuni giorni di ritiro spirituale, secondo la Regola di San Benedetto. Dispone di camere (singole, doppie e a più letti), semplici e accoglienti, con una piccola cucina, una sala da pranzo e una foresteria, recentemente restaurata, con un ampio salone per conferenze.
  • Ponte Mallio
    0721 780731 (Uff Cultura) - 0
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ponte Mallio
    La denominazione di Ponte Mallio ha origine da una un’iscrizione (secondo alcuni falsa) che si trovava sul parapetto destro della costruzione, oggi scomparsa, e nella quale si dava notizia di un restauro dell’opera eseguito dal prefetto M. Allius.Il ponte, uno dei più importanti di quelli che si trovano sulla via consolare Flaminia, fu costruito vicino Cagli durante il periodo repubblicano e a tutt’oggi risulta in parte interrato, ma ancora quasi completamente intatto nonostante i secoli e il terremoto del 3 giugno del 1781 che distrusse gran parte della città di Cagli.La struttura si presenta ad un solo fornice centrale di 11, 66 m, composto da 21 cunei e sormontato da un cordolo aggettante. L’opera è stata realizzata attraverso la sovrapposizione a secco di grandi blocchi in breccione, localmente detto pietra grigna (un’antica cava si trovava lungo la via Flaminia, poco dopo Foci) mentre la parte in conci di pietra di corniola risale ad un intervento di restauro successivo, forse di epoca imperiale.
  • Teatro comunale
    0721.781341
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Teatro comunale
    La prima sala per spettacoli di Cagli fu ricavata all’interno del Palazzo Comunale per la messa in scena di una commedia del cagliese Bernardino Pino nel 1585. L’attuale teatro, sorge su area totalmente autonoma ed è stato eretto fra il 1870 e il 1878 su disegno dell’architetto perugino Giovanni Santini con modifiche dell’ingegner Coriolano Monti e dell’ingegner Lorenzo Priori. Un edificio che segna il trionfo dello stile eclettico e il superamento di ogni nostalgia neoclassica. La facciata presenta le caratteristiche di un palazzo tardocinquecentesco con tre grandi portali arcuati a bugnato, alternati ad analoghe finestre al piano terreno, balcone centrale e cinque finestre rettangolari con cornice a timpano spezzato al piano nobile, finestrotti quadrati al secondo piano, fasce marcapiano e cornicione rettilineo con mensole a coronamento dell’edificio. Quattro grandi epigrafi, riccamente incorniciate e poste tra le finestre del primo piano, sono dedicate ai protagonisti dell’unità nazionale. Di gusto eclettico è l’elegante atrio, scompartito in nove campate da altrettante volte a crociera sostenute al centro da quattro colonne doriche e sovrastato al piano superiore da un capace ridotto con volta lunettata a padiglione. La sala, raccolta e armoniosa nelle sue proporzioni, dispone di 50 palchi disposti su tre ordini e sovrastante loggione a balconata aperta. Il proscenio, privo di palchi, è ad architrave piano cassettonato e arcuato sui due lati. La decorazione, riccamente distribuita lungo i parapetti a fascia e sui pilastrini divisori, è tutto un susseguirsi di stucchi dorati, mensole, volute, sfingi, cornici, fregi e intagli, disegnati e modellati dal perugino Alessandro Venanzi e dal bolognese Tito Azzolini. Il palcoscenico presenta ancora oggi i vecchi dispositivi di manovra come i carrelli per lo spostamento delle quinte, carrucole e tiri, una macchina per le luci a soluzione salina, un sipario-comodino con apertura per l'uscita degli artisti e ben nove scene complete di fondali e quinte costituenti il corredo originale. Dopo alcuni anni di chiusura per adeguamento alle norme di sicurezza, il teatro è oggi in attività.
  • Frontone
    0721.786107
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Frontone
    Il comune di Frontone si trova nella Provincia di Pesaro e Urbino, al confine con quelle di Ancona e Perugia, ai piedi del Massiccio del Catria, dove, durante la stagione invernale, sono operativi gli impianti a fune del monte. L'intero territorio è adatto per escursioni a piedi, in mountain bike o con le ciaspole. Vi si possono avvistare rapaci ed è terra originaria della razza "Cavallo del Catria", la cui carne viene commercializzata da produttori locali.

    La memoria storico-architettonica dell’abitato è affidata alla trecentesca chiesa di Santa Maria dell’Acqua Nera, che custodisce una bella statua di terracotta raffigurante la Vergine con il Bambino, e al castello, di origini duecentesche, che conserva parti della ricostruzione quattrocentesca operata da Francesco di Giorgio Martini.

    Tra gli appuntamenti, Sapori e Profumi di Primavera-Festa del Fungo Spignolo e del Monte Catria nel mese di maggio e Nel castello di Babbo Natale a dicembre.

    Fa parte del circuito “Comune Amico del Turismo Itinerante”, che offre agli autocaravan la possibilità di sostare utilizzando servizi essenziali come scarico e acqua potabile.
  • Rocca di Frontone
    3534109466
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Rocca di Frontone
    La Rocca ricorda, nella forma, una nave dotata di prua.
    L’assetto attuale è il risultato, tuttavia, di numerose modifiche subite nel corso dei secoli. Peculiare è il suo puntone triangolare scarpato, che ricorda la rocca di San Leo: per questo è stato ipotizzato che anche qui i lavori di potenziamento del sistema difensivo del castello siano stati realizzati dal Martini.
    Ospita al suo interno la Raccolta di arte sacra proveniente dalla vicina Chiesa della Madonna del Soccorso.

    La Rocca è anche una location da fiaba per la celebrazione del proprio matrimonio.
  • Frontone - Catria Bike Park

    La  Provincia di Pesaro e Urbino dispone di un Bike Park aperto tutto l'anno, tra i pochi nella Regione Marche servito direttamente da una funivia. Il Catria Bike Park è una struttura attrezzata per la pratica della Mtb. Consiste in una rete di percorsi segnalati per l'esercizio di diverse specialità e caratterizzato dalla suddivisione in diversi gradi di difficoltà. Il comprensorio del Monte Catria è un ambiente naturale che si presta per il Bike Park. Due sono i percorsi dedicati al Freeride Downhill, oltre ad alcuni anelli ideali per la pratica della mountain bike classica.

    Nel Bike Park ci sono poche ma importanti regole da rispettare e sono disponibili nel portale di riferimento.

  • Eremo Madonna dell'Acquanera
    0721 786107 (comune) - 0721 78
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Eremo Madonna dell'Acquanera
    Il Santuario della Madonna dell’Acquanera è situato sulle pendici del Monte Acuto, a meno di 3 km dalla frazione di Buonconsiglio, a circa 700 metri s.l.m. Nel 1106 il vescovo di Cagli la cedette insieme ai suoi possedimenti al monastero di Fonte Avallana. Il nome deriva da De acqua nera, forse per il colore cupo dell'acqua sgorgante poco sotto la chiesa.
    Di rilievo è la statua in terracotta della Vergine con il bambino, voluta dall'abate Antonio Pini nel 1518 e firmata da Antonio Duranti, che si trova collocata in una nicchia sopra l'altare maggiore. 
    All’interno del santuario è venuto alla luce, durante i recenti restauri, uno scudo con i blasoni della famiglia Della Rovere. Si può supporre che l’intera parete sia stata commissionata al pittore dal conte Giulio della Porta in occasione delle sue nozze (1577) con Francesca di Carpegna.

    L’Eremo, gestito dall’Azienda del Catria di Frontone, può ospitare fino a 50 persone e dispone di 20 posti letto.
  • Sassoferrato
    0732.9561 (Centralino) - 0732.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Sassoferrato

    Sassoferrato sorge sul versante orientale dell'Appennino con il centro abitato posto su due livelli: il rione Borgo a circa 310 m s.l.m. ed il rione Castello a circa 400 m s.l.m, dominato dai resti della Rocca, massiccia costruzione militare risalente al XIV sec, costruita per ordine del Cardinale Albornoz nel 1365.

    Nel territorio di Sassoferrato si trova l'antica città romana di Sentinum, teatro della celebre Battaglia delle Nazioni (295 a.C.), che vide la vittoria dei romani sui Galli e i Sanniti e nella cui area archeologica, di notevole interesse, sono visibili le strade selciate, il cardo e il decumano, i resti di un tempio termale ed il quadriportico di una grande costruzione fuori dalle mura della città.

    Il Museo Civico Archeologico è allestito all’interno del Palazzo dei Priori, un edificio costruito nel 1355 in seguito alla nascita del libero Comune. Le sale principali di questo settore del Museo sono caratterizzate dalla presenza di pavimenti a mosaico e l’allestimento riproduce idealmente l’ingombro dei muri delle stanze in cui si trovavano in origine. I reperti illustrano diversi aspetti della vita quotidiana e della società nell’antica città romana di Sentinum. Al piano terra di Palazzo dei Priori è ospitata la Sala Perottiana, in cui è custodita una preziosa raccolta di reliquari bizantini e fiamminghi, tra cui l’Icona di San Demetrio del XIV sec. Questa opera d’arte, di piccole dimensioni, è un mosaico su supporto ligneo rivestito in lamina d’argento sbalzato e dorato di rara fattezza.

    Interessante è la Civica Raccolta d'Arte, custodita presso Palazzo Oliva, che comprende ventisei pregevoli dipinti databili dal Quattrocento alla fine del Settecento. Tra le opere che compongono la Raccolta figurano due tele di Giovan Battista Salvi (Sassoferrato 1609 - Roma 1685), il grande pittore universalmente conosciuto come Il Sassoferrato, protagonista del classicismo europeo, a cui è dedicata la Rassegna Premio internazionale d'arte contemporanea G. B. Salvi, che si svolge durante il periodo estivo.

    Da visitare: il Museo della miniera di zolfo, ubicato nella frazione di Cabernardi, che illustra la storia di quello che per lunghi anni è stato il più importante centro minerario solfifero d’Europa; il Museo delle Arti e Tradizioni popolari, ubicato in un ex convento, dove è stata ricostruita una tipica casa colonica sassoferratese; la raccolta Incisori Marchigiani, che comprende oltre quattrocento opere grafiche (tra cui diciassette disegni), realizzate da duecentodieci artisti marchigiani.

    Altro sito da non perdere nei pressi di Sassoferrato, è l'Abbazia di Santa Croce, costruita nel finire del XII secolo dai Conti Atti con materiali provenienti dalla vicina Sentinum.

  • Chiesa e Convento di S. Francesco
    0732 956218 (Comune Ufficio Cu
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Chiesa e Convento di S. Francesco

    La costruzione di stile tardo romanico o romano gotico è situata nel rione Castello, la parte più antica della città. L'esistenza della Chiesa e del Convento è documentata dal 1248 (Bolla di Innocenzo IV). Secondo tradizione si vuole che la fondazione della Chiesa si debba proprio a S. Francesco nel 1225, o che comunque sia avvenuta nello stesso luogo dove predicò il Santo. All’interno, ad una navata, sono conservate tele del Ramazzani (1530-1592) e del Guerrieri (1589-1617), nell’abside resti di affreschi di scuola fabrianese del ‘300 e ‘400. La Chiesa conserva una delle più alte espressioni della pittura riminese del Trecento nelle Marche: la croce dipinta raffigurante, oltre alla venerata immagine di Cristo, quella a mezzo busto dell’Eterno, della Vergine e del Battista, che ornano gli specchi polilobati della cimasa e dei bracci laterali. La suggestiva costruzione è in conci bianchi e la semplice facciata vanta un portale ogivale.

  • Santuario della Madonna del Cerro
    0732.975039 (santuario) - 338.
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Santuario della Madonna del Cerro
    Meta continua di pellegrini che qui si recano per devozione alla Madonna, il complesso monumentale è ubicato nei pressi del paesino di Rotondo, antico castello e fortezza del territorio sentinate. Immerso nel verde, il Santuario offre la possibilità di una suggestiva visita coniugando bellezze naturali e raccoglimento religiosoIn una parete della chiesa veniva venerata un'immagine della Madonna del Soccorso, opera di ignoto risalente al XIV sec. Nel Santuario si conserva un affresco del sec. XII e un dipinto - Ultima cena - del sec. XVII. 

    Per informazioni: https://sites.google.com/site/rotondomarche/santuario-del-cerro
  • Parco Archeologico di Sentinum
    0732 956218
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Parco Archeologico di Sentinum

    Oggi i ruderi della città romana di Sentinum affiorano nel Parco archeologico situato a sud di Sassoferrato, su di un pianoro sito presso la confluenza dei torrenti Marena e Sanguerone nel fiume Sentino, in località di S. Lucia. Il nome dell’urbe è collegato alla famosa battaglia di Sentino (295 a.C.) dove i Romani sconfissero la coalizione Italica formata dai Galli Senoni e dai Sanniti e permise la conquista dei territori del Medio Adriatico.

    I resti della città di Sentinum ora visibili costituiscono solo una porzione modesta dell’antica estensione urbana. La cinta muraria, individuata in passato per brevi tratti, seguiva l’andamento naturale dei limiti del pianoro; nel settore nord-ovest è presente una fortificazione, costituita da conglomerato cementizio con paramento in opus vittatum di piccoli conci squadrati di pietra calcarea. Il tracciato viario urbano è impostato su di un sistema ortoganale orientato secondo l’asse nord-sud. Si possono seguire per quasi tutta la loro lunghezza due arterie nord-sud, indicate come cardo A (arteria principale sulla quale si imposta il restante reticolo viario) e cardo B. Delle vie ad esse ortogonali si conservano alcuni tratti del decumanus A, del decumanus B e del decumanus C. Le strade, aventi una larghezza variabile tra i m 3,8 e i 5 metri, sono lastricate con grossi basoli di calcare bianco, delimitate da crepidini che fanno da contenimento ai marciapiedi laterali e dotate di sistema fognario.

    Lungo il cardo B è ubicato un edificio pubblico ad uso termale, dotato di grande piscina rettangolare, circondata da peristilio, con frigidarium e tepidarium disposti sulla fronte occidentale, calidarium lungo il lato meridionale e orientale. L’impianto termale subì varie fasi costruttive, dall’età tardo-repubblicana fino agli inizi del III sec. d.C.

    All’incrocio del cardo B con il decumanus C è visibile un edificio adibito a fonderia, costituito da due locali contigui, all’interno dei quali sono stati rinvenuti i resti del forno fusorio e numerose scorie e scarti di lavorazione. Lungo il decumanus B, quasi al confine dell’area archeologica con la strada provinciale, è situato un complesso di ambienti pertinenti a diversi fabbricati, cui è stato convenzionalmente attribuita la denominazione di "Insula del Pozzo”, per la presenza nelle vicinanze di un pozzo antico. All’interno dell’insula sono presenti pavimenti in mosaico, e resti di un atrio con colonne stuccate, disposte intorno ad una vasca rifasciata con lastroni di pietra.

    Nei pressi della chiesetta medievale di S. Lucia, lungo l’asse del cardo maximus che usciva dalla città in direzione sud, sono visitabili i resti di una grande villa suburbana di età imperiale, databile tra il I e il II sec. d.C. Al suo interno, un atrium, un grande peristilio, ambienti termali e stanze con pavimentazioni in mosaico o in opus sectile.