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Bandiere Verdi

Filosofia 'green'
L'itinerario della Bandiere Verdi vi porterà alla scoperta di aziende agricole, comuni, comunità montane e parchi che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell'ambiente e del paesaggio.

La Bandiera Verde Agricoltura è un riconoscimento che premia aziende agricole, regioni, province, comuni, comunità montane e parchi che si sono particolarmente distinti nelle politiche di tutela dell’ambiente e del paesaggio, anche a fini turistici, nell’uso razionale del suolo, nella valorizzazione dei prodotti tipici legati al territorio, nell’azione finalizzata a migliorare le condizioni di vita ed economiche degli operatori agricoli e più in generale dei cittadini.

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Livello di difficoltà: media
Target: Marchio Ambiente

Le tappe dell'itinerario

  • Castel Colonna
    071.7957851
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Castel Colonna
    Castel Colonna (Comune di Trecastelli), adagiato su uno sperone roccioso, è cinto in parte dalle antiche mura difensive; dall’alto dei suoi bastioni lo sguardo domina la fertile campagna circostante, che rivela nell’aspetto la secolare opera dell’uomo, volta ad adattare l’ambiente alle proprie esigenze: antichi castelli svettano sulle cime dei poggi mentre tra le distese coltivate che ammantano le pendici collinari si distinguono a tratti bianche case coloniche.

    Perfettamente conservato e scandito da strade strette, piccole piazze e vicoli suggestivi, il centro storico medievale serba pressoché inalterato l’aspetto originario: si mantengono ancora intatti l’antico camminamento di ronda, tuttora percorribile, e parte delle mura di cinta, curiosamente disposte a forma di nave.

    Dal luglio 2013, a seguito di un referendum, il comune di Castel Colonna fa parte del Comune di Trecastelli, al quale si sono aggregati anche Monterado e Ripe.
  • Barchi
    0721.97424
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Barchi
    Popolata anticamente dai romani, Barchi (comune di Terre Roveresche) venne fortificata nel Medioevo, entrando a far parte del vicariato di Mondavio; con quest’ultima fu inclusa, nel Quattrocento, tra i domini dei duchi di Montefeltro, signori di Urbino, raggiungendo l’autonomia nel 1531. Riedificata completamente alla fine dello stesso secolo, su progetto dell’architetto Filippo Terzi e per volontà del duca Guidobaldo II della Rovere, venne inglobata nel XVII secolo nello Stato della Chiesa, di cui fece parte fino all’unità d’Italia.

    Da visitare è il Museo Orci e Orciaia della Banda Grossi, che si articola in due sezioni e documenta attività e vicende che hanno segnato profondamente la vita e l'immaginario del territorio. Negli anni '50 del secolo scorso erano ancora attive 10 fornaci; gli artigiani locali possedevano una loro particolare tecnica, chiamata "a lucignolo" che distingueva il loro prodotto. Il museo propone, oltre all'illustrazione di materiali e tecniche, anche una campionatura del vasellame tipico prodotto.

    Tra gli eventi ricordiamo la Fiera di sant'Ubaldo, con il tradizionale mercato di artigianato e prodotti tipici, che ha luogo la terza domenica di maggio.
  • Borgo Pace
    0722.816048
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Borgo Pace

    Per la sua storia e la natura del suo territorio, l’abitato del comune di Borgo Pace è distribuito in numerose frazioni e agglomerati rurali che ebbero spesso origine dai castelli medievali in cui si erano rifugiati gli abitanti. Il paese è stato poi per secoli il cuore della Massa Trabaria, area da cui provenivano i grossi tronchi (trabes) utilizzati nella costruzione dei tetti delle grandi basiliche e dei maggiori edifici pubblici di Roma.

    Il cuore del piccolo paese metaurense è la Piazza del Pino, dove si possono ritrovare la chiesa di Santa Maria Nuova, il municipio e tutte le più importanti strutture paesane.

    Da vedere, inoltre, la basilica di San Michele Arcangelo che sovrasta la frazione di Lamoli. Presso l'Aula Verde di Borgo Pace, in loc. "Le Conce", è possibile visitare il "Museo del Carbonaio", in cui è esposta una documentazione fotografica in bianco e nero sul tradizionale mestiere dei carbonai.

    Nella stessa struttura è presente la "Casa della Scrittura", uno spazio multifunzionale che accoglie scrittori, lettori e amanti della cultura.
    Si trova presso l'"Agriturismo Sacchia" di Borgo Pace il "Museo della Civiltà Contadina", che conserva strumenti, utensili e vecchi macchinari che hanno accompagnato la vita di campagna e la civiltà contadina. 

    Il chiostro dell'Abbazia Benedettina di Lamoli ospita invece il "Museo dei Colori Naturali", attraverso il quale si può scoprire quel mondo affascinante. 

    Il 15 agosto a Lamoli si tiene festa di Maria Assunta, caratterizzata dalla suggestiva processione in onore di Maria Assunta con quadri viventi e fuochi d’artificio.
    La seconda domenica di ottobre da non perdere è la tradizionale "Sagra del Carbonaio".

  • Cartoceto
    0721.898123 (Comune); 0721.898
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cartoceto

    Le sue origini risalgono a tempi lontanissimi, ne fanno fede alcuni ritrovamenti, tra cui un’iscrizione romana del 79 a.C. trovata presso l’antica Pieve, che avvallerebbero l’ipotesi per la quale Cartoceto fu fondato da un gruppo di Cartaginesi scampato alla battaglia del Metauro durante la seconda guerra Punica (218-201 a.C.); di qui il nome Cartoceto.
    I rari documenti ci dicono che, sin dal XII secolo, Cartoceto era un luogo fortificato e circondato da mura ed era uno dei capisaldi difensivi del territorio di Fano. Certo è che la Rocca e le sue mura furono completamente distrutte il 13 luglio 1572 da un violento terremoto. 
    Nel centro storico di Cartoceto suggestiva è piazza Garibaldi, ex piazza del mercato, in cui spicca Palazzo del Popolo, di origine trecentesca, sormontato dalla piccola torre dell'orologio. Sempre nel palazzo si apre un arco, antico ingresso al castello un tempo provvisto di ponte levatoio; l'abitato conserva l'originale planimetria a spina di pesce con stretti vicoli e gradinate lungo i pendii del colle.
    Da notare, all'interno delle mura, l'ottocentesco palazzo Marcolini e piazzale Marconi che offre un suggestivo panorama; gli abitanti chiamano questa piazzetta "La Turchia" perché da qui un tempo i cartocetani avvistavano gli sbarchi dei pirati saraceni. Sempre in piazzale Marconi sorge il Teatro del Trionfo; realizzato tra il 1725-30 in un antico frantoio per le olive. L'attuale disposizione risale al 1801, con sala a tre ordini di palchi; è ancora conservato un sipario dipinto dell'Ottocento ed un corredo scenico.
    Tra i siti di architettura religiosa degni di nota sono la Collegiata di Santa Maria della Misericordia, il convento dei Padri Agostiniani, la chiesa di Santa Maria del Soccorso e la pieve dei Santi Pietro e Paolo.
    A giugno si svolge Cartoceto con Gusto e Tradizione che celebra i famosi vincisgrassi, festa nata nel 1963 per celebrare questo gustoso piatto della tradizione marchigiana; a novembre si tiene Cartoceto DOP il festival - Mostra Mercato dell'Olio e dell'Oliva, manifestazione di rilevanza nazionale nata nel 1977 per promuovere il pregiato olio DOP Cartoceto. Cartoceto rientra nell'Associazione Nazionale Città dell'Olio, essendo tra i trenta soci fondatori.

    PRO LOCO CARTOCETO
    Piazza Garibaldi, 1 – 61030 Cartoceto (PU)
    Tel: 0721.898437 – 371.1190789
    E-mail Pro Loco: prolococartoceto@virgilio.it
    E-mail Punto IAT:  cartocetopuntoiat@gmail.com

  • Mondavio
    0721 977758
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Mondavio

    Adagiato su una collina a 280 mt. sul livello del mare, fra le valli dei fiumi Metauro e Cesano, con vedute che si dispiegano fra l’Adriatico e l’Appennino, Mondavio vanta un centro storico fra i meglio conservati delle Marche. Ancora oggi il borgo è racchiuso in una cinta muraria che si estende per 780 metri di lunghezza e rientra tra "I Borghi più belli d'Italia", “Paesi Bandiera Arancione”.

    La Rocca è il principale monumento di Mondavio: commissionata da Giovanni della Rovere, insieme ad altre rocche del ducato, all'architetto senese Francesco di Giorgio Martini e costruita tra il 1482 e il 1492. Non avendo mai subito attacchi è ancora in ottimo stato. Il mastio ad otto facce domina la maestosa fortezza e si collega ad un camminamento, protetto da un torrioncino, che porta ad una massiccia torre semi-circolare, unita con un ponte al rivellino d'ingresso. Il progetto originale prevedeva verso ovest un ulteriore torrione rotondeggiante che non fu mai realizzato. Le sale interne conservano ancora, per la maggior parte, la pianta originale; oggi è sede del "Museo di Rievocazione storica e armeria", con manichini in costume e armi dal '400 al '700. Nel fossato della Rocca è stato allestito il parco di "macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini, con fedeli ricostruzioni in dimensione reale di catapulte, trabucchi, bombarde e altre macchine da assedio. 

    Oltre alla rocca, il centro storico custodisce altri monumenti di rilievo: il Palazzo dei Malatesta, la Chiesa di San Francesco, il Palazzo Municipale, la Collegiata dei Ss. Pietro e Paterniano, il trecentesco Palazzo della Comunanza, l'antico istituto che amministrava i beni della comunità e il Teatro Apollo, realizzato alla metà del Settecento sui resti di una chiesa quattrocentesca. Nell'ex convento di San Francesco è ospitato il Museo Civico, che conserva interessanti testimonianze d'arte e di storia e il dipinto “Madonna in trono col Bambino e due donatori; Crocifissione” (1390-1400 ca.) di Olivuccio di Ciccarello da Camerino.

    Piatto tipico del luogo sono i tacconi, una pasta fatta con farina di fave. Alla metà di agosto imperdibile è la "Caccia al Cinghiale", che rievoca l'arrivo a Mondavio di Giovanni della Rovere e dei Dignitari del Ducato di Urbino, per la presa di possesso del Vicariato avuto in dono da Papa Sisto IV in occasione delle sue nozze con Giovanna, figlia di Federico di Montefeltro. Il programma inizia il 13 agosto con un sontuoso banchetto rinascimentale, e termina il 15 con cortei, giochi e scene vita rinascimentale, spettacoli pirotecnici, nella cornice della Rocca Roveresca. Animatore della festa è il Gruppo Arcieri Storici di Mondavio.

  • San Lorenzo in Campo
    0721.776096
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: San Lorenzo in Campo
    San Lorenzo in Campo è un antico castello posto lungo la valle del medio Cesano, sulla sponda sinistra del fiume, a ridosso di un piccolo rilievo collinare ai cui piedi si sviluppa il borgo, attraversato dalla statale cesanense. Conserva la pianta urbanistica originale con caratteristiche viuzze interne, archi di accesso e mura di cinta castellane con torrioni attualmente privi solo delle merlature.
    Il sito di architettura reliogisa più significativo è l'abbazia di San Lorenzo, una maestosa costruzione romanico-gotica, costruita dai monaci benedettini nell'Alto Medioevo, utilizzando l'abbondante materiale di spoglio del distrutto municipio romano di Suasa. Altre chiese di particolare interesse sono: la Chiesa della Pieve (Chiesa di San Biagio), probabilmente costruita intorno al 1500 su progetto di un pievano che era alle dirette dipendenze dei monaci benedettini dell’Abbazia, e la Chiesa del Crocifisso, dove si venera un miracoloso crocifisso in legno scolpito da Fra' Innocenzo da Petralia (XVII). All'ingresso dell'antico castello sorge il severo Palazzo Della Rovere (sec. XVI) nel cui interno sono oggi ospitati il Museo Archeologico del Territorio di Suasa e Museo Etnografico Africano e il Museo delle Terre Marchigiane. Il Teatro Tiberini si trova nel piano nobile dello stesso Palazzo della Rovere e sembra sia stato ricavato dalla sala da ballo dei della Rovere. Nel centro storico si trovano prestigiosi palazzi edificati tra il XV e il XVIII secolo: Palazzo Amatori, Palazzo Brini, Palazzo Ruspoli e Palazzo Ripanti.
    Fanno parte del comune di San Lorenzo anche i caratteristici castelli di Montalfoglio (m.393) e San Vito sul Cesano (m.353), tuttora circondati da robuste mura scarpate.

    Fra le specialità laurentine, il farro riveste particolare importanza. Il castagnolo al farro è stato inserito tra i prodotti tipici della Regione Marche con apposito decreto: è stato il primo prodotto a dotarsi della denominazione De.C.O – Denominazione Comunale di Origine.
    Nel territorio comunale di San Lorenzo in Campo tipica è anche la produzione di miele. Rinomati sono i vini DOC Pergola e Bianchello del Metauro.

    Gli eventi di rilievo che hanno luogo a San Lorenzo in Campo nel corso dell'anno sono: la sagra del castagnolo, che si svolge il Lunedì di Pasqua, e la Fiera di San Lorenzo che si tiene ad agosto.
  • Castelleone di Suasa
    071.966113
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Castelleone di Suasa
    Castelleone di Suasa sorge su di un colle alla destra del fiume Cesano. L'antico toponimo medievale "Conocla" (cioè conucula, conocchia, ad indicare una forma conica) ci rivela l'aspetto precedente all'urbanizzazione del colle su cui poggia il paese. Del periodo medievale resta il nucleo originario dell’abitato, sorto intorno a un castello di cui sono tuttora visibili i resti.
    A valle del castello medievale, in località Pian Volpello, si trovano i resti del municipio romano di Suasa, tra cui l'antica strada basolata, il foro commerciale, due aree sepolcrali, l'anfiteatro e soprattutto la Domus dei Coiedii, ricca abitazione patrizia, impreziosita da un magnifico pavimento marmoreo realizzato con oltre sedici tipi di pietra. La domus costituisce la principale attrazione del parco archeologico: i mosaici rinvenuti al suo interno rappresentano il complesso unitario più importante delle Marche.

    Il museo archeologico "Casagrande" custodisce gli oggetti di maggior rilevanza ritrovati negli scavi del parco archeologico. Collocato nel palazzo riascimentale Della Rovere, contiene preziose statue, epigrafi e materiali provenienti dalle campagne di scavo. Tra i luoghi di culto, sono da visitare la Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, della seconda metà del Cinquecento, che conserva un olio su tela rappresentante l'Annunciazione di scuola baroccesca forse attribuibile ad Antonio Viviani (XVI secolo) e una Madonna con Bambino, San Pietro martire e San Sebastiano, e la Chiesa di San Francesco di Paola (altrimenti detta del Santissimo Crocefisso) adiacente all'ex convento dei frati Minimi, che ospita la sede municipale. 

    In primavera si svolge la Festa del Perdono, l'evento religioso più importante dell'anno.
    L'appuntamento di maggiore richiamo è senza dubbio la Festa della Cipolla il primo fine settimana di settembre, che prevede spettacoli itineranti e stand gastronomici con curiose e gustose ricette a base di cipolla.
  • Corinaldo
    071 7978636 (IAT) - 0717978 64
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Corinaldo

    Corinaldo è un borgo situato nell'entroterra di Senigallia e sorge sulla sommità di un colle sulla riva sinistra del fiume Nevola. È inserito tra i Borghi più belli d'Italia e dei Paesi Bandiera Arancione, ed è Destinazione Turistica d'Eccellenza Europea. La città è anche Comune Ciclabile FIAB, Comune Amico del Turismo Itinerante e ha ottenuto la Bandiera Gialla di A.C.T. Italia.

    Le sue origini risalgono al V secolo d.C., quando un gruppo di fuggitivi della città romana di Suasa (l’odierna Castelleone di Suasa) si stabilì nell’attuale territorio comunale, nel tentativo di sottrarsi alle razzie dei Goti.

    Corinaldo venne ricostruita letteralmente ex novo nel 1367, in seguito all'autorizzazione concessa da Papa Urbano V, con l’attuale cinta muraria, nella quale figurano elementi fortificativi attribuibili all'influenza stilistica del celeberrimo architetto militare senese Francesco Di Giorgio Martini. Le mura cittadine sono riconosciute come le più imponenti e significative (912 mt.) della regione Marche. Dotate di porte, baluardi poligonali, torri di varia forma e bastioni, di cui uno, merlato e dalla forma affilatissima. La fortificazione resistette ad un durissimo assedio da parte del duca Francesco Maria della Rovere.

    Il centro del borgo, dal carattere tipicamente medievale, è un susseguirsi di vie strette e abitazioni in laterizio; lo scorcio più caratteristico è la Piaggia, detta anche Cento Scale, che sale dritta fino alla Piazza del Terreno, sulla sommità del colle.

    Fra i più pregevoli edifici di architettura religiosa spiccano: la barocca chiesa dell’Addolorata; il Santuario di Santa Maria Goretti che conserva una reliquia (l'ulna) di Maria Goretti, nata a Corinaldo; la Casa Natale della santa; la Chiesa del Suffragio e quella seicentesca di San Francesco, che custodisce alcune tele del pittore manierista Claudio Ridolfi, che operò a lungo sul posto.
    Poco lontano dal borgo sorge la Chiesa di Madonna del Piano, nella località omonima, che rappresenta la più antica testimonianza di architettura religiosa di Corinaldo.

    Tra gli edifici di architettura civile ricordiamo il Palazzo Comunale, ricostruito nella seconda metà del XVIII secolo al posto del precedente edificio rinascimentale, opera dell'architetto F. M. Ciaraffoni di Fano, e l'ottocentesco Teatro Carlo Goldoni, con eleganti decorazioni e un suggestivo soffitto dipinto. Uno scrigno ottocentesco perfettamente ristrutturato con i suoi legni, stucchi e velluti.

    Corinaldo fa parte del Parco Archeologico di Suasa (III sec. a. C.) situato nella località Pian Volpello.

    Di particolare interesse la Civica Raccolta d'Arte "Claudio Ridolfi", di origine veneta, che trascorse a Corinaldo gran parte della sua vita, fino alla sua morte; da visitare è anche la Sala del Costume e delle Tradizioni popolari che conserva splendidi abiti realizzati ogni anno dalle sartorie dell'Associazione "Pozzo della Polenta", in occasione della rievocazione storica della "Contesa del Pozzo della Polenta", che si tiene il terzo fine settimana di luglio. La "Contesa" è la più antica rievocazione storica della Provincia di Ancona, che ricorda la vittoria riportata dai corinaldesi nel 1517 contro l'esercito dello spodestato Duca di Urbino Francesco Maria I della Rovere che, per venti giorni, aveva assediato senza successo la fortificazione di Corinaldo. Nella prima settimana di agosto viene organizzata la nota rassegna Corinaldo Jazz.

    La presenza da molti anni del mattatoio comunale ha contribuito a mantenere tradizionali figure quali "i mazzarini" che ancora oggi, nelle case di campagna, producono insaccati di altissima qualità. Tra i prodotti tipici da gustare a Corinaldo ci sono gli insaccati di Frattula, le Pecorelle (dolce tipico), l'olio extravergine di oliva, la porchetta, i vincisgrassi e il vino Verdicchio dei Castelli di Jesi.

  • Senigallia
    Centro IAT: 071.7922725
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Senigallia

    Senigallia sorge sulla costa medio-adriatica alla foce del fiume Misa a circa 25 km da Ancona e a circa 32 km da Pesaro.
    Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante, ma circondato da colline degradanti verso il mare; il centro storico ricalca l'impostazione urbanistica della città romana che fu fondata su una collina a sud del fiume Misa. 

    OFFERTA TURISTICA BALNEARE
    La cittadina vanta la famosa spiaggia detta di velluto, con i suoi 13 chilometri di sabbia finissima, interrotti solo dai lunghi moli del porto e dalla suggestiva Rotonda a Mare, edificata nel XIX secolo per scopi idroterapici e ricreativi e oggi sede di mostre ed eventi.
    Il lungomare è caratterizzato dalla presenza di numerosi stabilimenti balneari attrezzati con campetti di beach volley, calcio, tennis e giochi per bambini.

    Le spiagge di Senigallia si fregiano anche della Bandiera Verde concessa alle località adatte ai bambini e sul lungomare è attiva da qualche anno la Bibliomobile, ovvero la biblioteca comunale che porta libri in spiaggia per il prestito.
    Per i bambini sono previste letture e animazioni da parte di veri e propri specialisti dell’intrattenimento.
    Il Lungomare principale è affiancato da una pista ciclabile dove poter pedalare o pattinare in tutta tranquillità.
    Nei pressi di Senigallia, quale naturale prolungamento del suo arenile, si trova la località di Marzocca, caratterizzata da una spiaggia prevalentemente sassosa.  
    Le spiagge bandiere Blu sono quelle di Levante e di Ponente.
    Inoltre il Porto della Rovere è Approdo Bandiera Blu.

    COSA VISITARE
    Il monumento simbolo della città è la Rocca Roveresca, splendido esempio di architettura militare quattrocentesca, fatta costruire da Giovanni della Rovere, nominato signore di Senigallia da Papa Sisto IV.

    Da visitare sono: il Palazzo del Duca, impreziosito al suo interno dallo splendido soffitto a cassettoni dipinto da Taddeo Zuccari; il Palazzetto Baviera, dove si ammirano splendidi stucchi risalenti al 1590, opera del celebre plastificatore urbinate Federico Brandani; i Portici Ercolani, che costeggiano la riva destra del Misa con una suggestiva sequenza di centoventisei arcate in pietra d’Istria, costruiti per accogliere i tanti mercanti che giungevano in città in luglio in occasione della celebre fiera franca della Maddalena; il Foro Annonario, struttura neoclassica in laterizio a pianta circolare, costruito nel 1834 su disegno dell’architetto Pietro Ghinelli, sede del mercato cittadino e suggestivo scenario di spettacoli e concerti in estate; laChiesa della Crocedove si può ammirare la Sepoltura di Cristo di Federico Barocci.

    Interessanti sono: il Museo d'Arte Moderna, dell'Informazione e della Fotografia, che conserva alcune opere di fotografi contemporanei tra cui quelle di Cavalli e Giacomelli, interpreti e fondatori della Scuola fotografica Misa, sorta a Senigallia negli anni '50, la Pinacoteca diocesana di Arte Sacra, il Museo dedicato a Papa Pio IX all’interno della sua casa natale.
    L’area archeologica La Fenice documenta la consistenza dell’insediamento di Sena Gallica, prima colonia romana sull’Adriatico.
    A 3 chilometri dal centro storico, il Convento di Santa Maria delle Grazie ospita il Museo di Storia della Mezzadria Sergio Anselmi. Nell'omonima chiesa è invece custodita una tavola del Perugino.

    TIPICITÀ ED EVENTI
    Senigallia rientra fra le capitali della ristorazione italiana: innumerevoli  sono i  locali cittadini che compaiono nelle più note guide all’ospitalità: Moreno Cedroni e Mauro Uliassi, senigalliesi doc, sono chef di fama internazionale.

    L’offerta turistica è arricchita da eventi e manifestazioni che vengono organizzate per tutta l’estate: dai classici spettacoli pirotecnici sul mare, alla folkloristica Fiera di Sant’Agostino che anima il centro storico di Senigallia negli ultimi giorni di agosto, portando in città più di 500 espositori.

    Imperdibile è l’appuntamento con il Summer Jamboree, il festival internazionale dedicato alla musica e alla cultura dell’America degli anni ’40 e ’50, con una settimana di concerti delle band più note del genere, un fantastico mercatino vintage e sfilate di moto ed auto datate anni ’40-’50.

    Tra gli eventi ricordiamo anche: la Festa della Musica, che si tiene a giugno, il CaterRaduno, con numerosi appuntamenti musicali e teatrali; Pane Nostrum, festa internazionale del pane, che si svolge ogni anno a settembre.   

    About Us
    Senigallia raccontata dai blogger di #IloveSenigallia:

    Oh my Yogi – Bettina Janssen (Planet 
    BackPack – Off the Path )

    http://www.off-the-path.com/2014/06/trip-to-italy-senigallia/

    The Travel Tester – Nienke Krook
    http://www.thetraveltester.com/people-of-senigallia-italy/
    https://www.youtube.com/watch?v=ZmJuTa79yzA
    http://www.thetraveltester.com/food-in-senigallia/
    http://www.thetraveltester.com/senigallia-italy/

    Dream Euro Trip – Dj Yabis
    http://www.dreameurotrip.com/reasons-why-i-love-senigallia/
    http://www.dreameurotrip.com/senigallia-corinaldo-photos/

  • Morro d'Alba
    0731.63000
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Morro d'Alba

    Morro d'Alba è un piccolo paese dalle origini molto antiche situato tra Senigallia e Jesi, a 200 metri sul livello del mare. Conserva molte testimonianze del passato e vanta un primato: è infatti l'unico borgo italiano fortificato ad avere un camminamento di ronda, la Scarpa, lungo tutte le mura, coperto e fiancheggiato da arcate.

    La cinta muraria di Morro d'Alba, di andamento irregolarmente pentagonale con sei bastioni, è il risultato di una serie di diverse ristrutturazioni databili tra il XIII e il XV secolo. 

    Nel corso dei secoli gli abitanti del paese hanno scavato un complesso labirinto di grotte, collegate tra loro da gallerie, che costituiscono una sorta di seconda città sotterranea. Le grotte erano utilizzate in passato soprattutto per la conservazione dei cibi, ma all'occorrenza potevano servire come estremo rifugio in caso di incursioni nemiche. 

    I siti turistici di maggior interesse sono: il Palazzo Comunale, che custodisce la pinacoteca con importanti opere tra cui una pala d'altare del veneto Claudio Ridolfi raffigurante L'incoronazione della Vergine e Santi; la Chiesa della SS. Annunziata (oggi Auditorium), la Parrocchiale di San Gaudenzio, bell’esempio di architettura religiosa marchigiana della seconda metà del Settecento, il museo Utensilia, allestito nei suggestivi sotterranei del castello, sotto la Scarpa, che raccoglie una nutrita selezione di utensili e attrezzi agricoli e documenta lo stile di vita e la cultura dei mezzadri marchigiani.

    Il più famoso prodotto di Morro d'Alba è il vino DOC Lacrima di Morro d'Alba ottenuto dal vitigno autoctono lacrima e conosciuto già al tempo dei romani. Deve il suo nome alla particolare goccia (chiamata appunto lacrima) che fuoriesce dal grappolo d’uva quando essa giunge a maturazione.

    Le principali manifestazioni che hanno luogo a Morro d'Alba nel corso dell'anno sono: la Sagra del vino Lacrima, che si tiene ogni primo fine settimana di maggio, il Cantamaggio, il canto rituale di questua che celebra l'avvento della primavera e della nuova stagione agricola (ogni terzo fine settimana di maggio) e la Festa del Lacrima di Morro d'Alba e del tartufo di Acqualagna, che si svolge ogni terzo fine settimana di ottobre.

  • Belvedere Ostrense
    0731.617003 - Info Turismo Tel
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Belvedere Ostrense
    Fondata, come Ostra e Ostra Vetere, da abitanti della città romana di Ostra, Belvedere Ostrense sorge su precedenti insediamenti edificati dai Piceni prima e dai Galli Senoni poi.

    Sul territorio comunale, dal profilo geometrico piuttosto uniforme, si alternano dolci rilievi collinari, tappezzati in massima parte di vigneti e oliveti, e piccole valli fluviali.  

    L’abitato, circondato da mura rinascimentali ornate da graziose loggette e da torri poligonali, racchiude interessanti edifici religiosi, tra i quali la Chiesa Parrocchiale di San Pietro, la Collegiata di Santa Maria della Misericordia e il Santuario della Madonna del Sole.
    Tra i musei si segnala il Museo Internazionale dell'Immagine Postale, nato nel 1989, che promuove la ricerca, la produzione e l'informazione nell'ambito delle comunicazioni. 

    Belvedere Ostrense rientra nell'Associazione Nazionale Città dell'Olio.

    Nella seconda domenica di maggio si tiene la Festa della Madonna del Sole, con giochi tradizionali della cultura agreste come il gioco del "Quarantotto" o il tiro alla fune.
  • Montecarotto
    0731.89131
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montecarotto
    Posto a 380 m s.l.m., Montecarotto appartiene al contrafforte orientale della zona subappenninica della provincia di Ancona, a 18 km da Jesi, a cavallo tra l'alta valle del Misa e quella dell'Esino.
    Il centro storico conserva una notevole cinta muraria edificata nel 1509 su disegno dell'architetto Albertino di Giacomo da Cremona, che restaurò e valorizzò la precedente cerchia medievale, che fa di Montecarotto una delle più importanti fortificazioni della Vallesina.  
    All’ingresso del paese si stagliano due torrioni comunicanti tramite un percorso coperto a quota del cammino di ronda. Salendo sul poderoso torrione cilindrico, elegantemente merlato e abbellito da un orologio, si può ammirare uno splendido panorama che abbraccia la valle del Misa e quella dell’Esino. Interessante è l'ottocentesco Teatro Comunale, caratterizzato da un porticato, scandito da colonne in laterizio, e da un interno riccamente decorato. Poco lontano troviamo Palazzo Baldoni, poggiante sul tratto terminale del settore sud delle mura castellane e il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale, realizzato nei primi anni trenta dallo scultore veneziano Vito Pardo, autore anche del celebre Monumento nazionale delle Marche a CastelfidardoDa visitare è il Museo della Mail Art, l’unico museo pubblico italiano che si occupa della mail art, cioè di quelle espressioni artistiche veicolabili attraverso il servizio postale. Oggi il museo custodisce preziose incisioni di artisti marchigiani, come Orfeo Tamburi e Pericle Fazzini, e le Carte Lauretane di Arnoldo Ciarrocchi. 

    Nel territorio si possono ammirare numerose chiese ricche di arte e di storia, a testimonianza della profonda fede e devozione della popolazione locale, come la Chiesa Collegiata della SS. Annunziata, la Chiesa di San Filippo, la Chiesa del Crocefisso e la Chiesa conventuale di San Francesco.

    L'eccellenza di Montecarotto è il vino Verdicchio, prodotto in diverse tipologie e varianti: Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva Classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio dei Castelli di Jesi classico, Verdicchio dei Castelli di Jesi classico superiore, Verdicchio dei Castelli di Jesi passito, Verdicchio dei Castelli di Jesi spumante.

    Gli eventi più importanti che hanno luogo a Montecarotto nel corso dell'anno sono: la Pasquella (rievocazione di un antico Canto Rituale di Questua) e la manifestazione Verdicchio in festa, che si svolge a luglio.
  • Serra de' Conti
    0731.871711
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Serra de' Conti

    Serra de’ Conti sorge su un colle alto 217 metri, a destra della vallata attraversata dal fiume Misa.
    Il centro storico offre un esempio significativo di impianto urbano di origine duecentesca, riadattato e trasformato prima in età tardomedievale e poi moderna, a seguito di mutamenti economico-sociali.
    Lungo il perimetro della città antica corre la cinta muraria, caratterizzata da dieci torrioni e da una monumentale porta fortificata.
    Tra i principali siti di architettura religiosa ricordiamo: la Chiesa della Santa Croce, la Chiesa di San Michele, il Chiostro di San Francesco, la Chiesa di Santa Maria de Abbatissis, la Chiesa rurale di San Fortunato e il Monastero di Santa Maria Maddalena, che ospita il Museo della Arti Monastiche. L'esposizione si articola in sale tematiche che ricostruiscono l'ambiente della farmacia, della dispensa e delle attività artigianali come la filatura, il ricamo, la ceramoplastica e la tintura.
    Degna di nota è anche la Sala consiliare, affrescata da Bruno Bruni, artista contemporaneo noto come Bruno d’Arcevia. 

    Poco distante da Serra de’ Conti al confine con il territorio di Arcevia sorge un importante esempio di archeologia industriale: una fornace per laterizi di tipo Hoffmann (sec. XIX). Costruita in una zona ricca di ottima argilla di acqua grazie alla vicinanza del fiume Misa, rimase in funzione dal 1884 al 1971. Di proprietà privata, è stata recentemente interessata da un importante intervento di restauro conservativo. 
    Il prodotto tipico locale è la cicerchia (Presidio Slow Food), ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchia, inoltre, si preparano maltagliati e pappardelle. La Festa della Cicerchia, che si tiene a fine novembre, celebra questo legume.

  • Staffolo
    0731 779218
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Staffolo

    ll centro abitato di Staffolo, su cui sventola la Bandiera Arancione, sorge sul dorso di una formazione collinare a 442 metri di altezza sul livello del mare, in ottima posizione sulla bellissima e fertile valle dell'Esino, tanto da meritare l’appellativo di Balcone della Vallesina.

    Il nucleo più antico dell'abitato ha un impianto medioevale con forma quasi circolare e cinto da mura, in parte originali, aperte in due punti contrapposti. Sulle mura si erge, ancora intatto, il torrione dell'Albornoz (sec. XIV). Da non perdere: la Chiesa di Sant'Egidio, che conserva un notevole pentittico del Maestro di Staffolo, autore anonimo di scuola fabrianese; la Chiesa di San Francesco, dove è collocato un pregevole organo Callido del 1769; la Chiesa di Santa Maria di Castellaretta, gioiello di arte barocca, edificata come tempio votivo dagli staffolani reduci della battaglia di Lepanto (1571) e abbellita nel 1683 per celebrare la definitiva sconfitta dei Turchi alle porte di Vienna nel 1683. 

    L'eccellenza di Staffolo è il vino ottenuto dal vitigno autoctono del Verdicchiotra i più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. Proprio grazie a questa produzione, Staffolo è anche chiamato Colle del Verdicchio.

    In alcuni ambienti ricavati dalla cinta muraria è ospitato il Museo del Vino e dell'Arte Contadinache conserva gli strumenti tradizionali che si usavano nelle cantine di Staffolo per produrre i vini del territorio, tra cui il torchio in legno di quercia per la spremitura delle uve risalente al 1695. Annessa al museo è presente l'Enoteca con una vasta selezione di vini da degustare.

    I principali eventi che hanno luogo a Staffolo nel corso dell'anno sono: il Premio Città di Staffolo (fine luglio), istituito dal Comune di Staffolo nel 2001 con l’intento di promuovere il proprio territorio premiando artisti contemporanei viventi che si sono affermati in campo internazionale, e la Festa del Verdicchio, che si svolge la terza settimana di agosto, con musica, balli, convegni e mostre in tema di enogastronomia.

  • Appignano
    0733.57521
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Appignano
    Appignano è una graziosissima località collinare situata nel cuore delle Marche, a un'altitudine di quasi 200 m sul livello del mare, considerato uno dei paesi più piccoli della provincia di Macerata.

    Noto a livello nazionale per le sue maioliche e per la produzione di mobili e abbigliamento, Appignano è un paese in cui pullulano imprese dei settori più disparati.

    Oltre al caratteristico centro storico e al Palazzo Comunale, realizzato nel 1790 su progetto dell’architetto Mattia Capponi di Cupramontana, svariati sono i monumenti di interesse artistico e architettonico da visitare ad Appignano: il Convento di Forano, risalente al XIII sec. e noto per aver ospitato, secondo la tradizione, San Francesco d’Assisi; la Chiesa dell’Addolorata, edificata per la prima volta nel basso Medioevo e ricostruita a partire dal 1746; la Chiesa di San Giovanni Battista, costruita nel XVI sec. e rinnovata nel Settecento; Villa Tusculano, una villa costruita in epoca napoleonica dal conte Leopoldo Armaroli su progetto dell’architetto bolognese Giuseppe Nadi.

    Da non perdere, Bellente il brigante, la tradizionale cena estiva a base di pietanze ottocentesche che ogni anno si consuma nella piazza del Municipio di Appignano. Figuranti in costume rievocano, attorno ai commensali, la vita appignanese del 1812, influenzata dalle contraddizioni dello stato napoleonico e dai retaggi del potere papale.
    All’inizio dell’autunno, si svolge un altro evento di successo: Leguminaria. Si tratta di un appuntamento gastronomico all’insegna dei legumi secchi, come ceci, fagioli, lenticchie e roveja. Ogni pietanza viene realizzata secondo la ricetta "della nonna", per poi essere servita in ciotole di terracotta appositamente realizzate dai Mastri Vasai di Appignano.
  • Loro Piceno
    0733.509112
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Loro Piceno

    Loro Piceno si trova sulla sommità di una collina in lieve declivio, in una zona compresa tra Macerata e San Ginesio, a sud del torrente Fiastra.
    Il centro storico è rimasto pressoché intatto, con l'unica eccezione dell'area posta a margine del Castello dei Signori di Loro (denominato impropriamente Castello dei conti Brunforte), nei pressi di Porta Pia, interessata da un intervento edilizio negli anni Ottanta del Novecento.

    Il castello Brunforte, appartenuto ai Farfensi, situato nella parte più alta del paese, caratterizza la storia di Loro, il cui nome sembrerebbe legato al lauro ed al suo castello (Castrum Lauri).
    Successivamente, nel XIII secolo, il libero comune di Loro (l'attuale denominazione con l'appellativo "Piceno" è successiva all'Unità d'Italia) venne attratto nell'area dei castelli appartenenti a Fermo.
    Il Castello dei Brunforte si erge sopra le antiche mura, sui resti di un castrum romano, e fu residenza dei signori di Loro. L'antico nucleo fotificato comprendeva il palazzo dei priori ed il palazzo della giustizia, adibito dal 1692 a Monastero Corpus Domini. Dalla Torre della Vittoria, un imponente costruzione di 21 m., si può ammirare uno splendido panorama che si estende dal Monte Conero alla Maiella, dai Sibillini all'Adriatico.

    I siti di architettura religiosa più significativi sono la Chiesa di S. Maria di Piazza, risalente al 1200 ed edificata dai Benedettini, e la Chiesa di San Francesco, impreziosita da stucchi e dorature.

    Loro Piceno è la patria del vin cotto; lo conferma anche il fatto che nei palazzi nobiliari e padronali, che fiancheggiano le caratteristiche vie del paese, si è sviluppata una interessante architettura in funzione della pigiatura dell’uva e della bollitura del mosto nelle voluminose caldaie di rame.
    A questo vino tradizionale è legata la "Mostra permanente delle attrezzature e degli utensili per il vino cotto", allestita nei suggestivi ambienti adiacenti al chiostro della Chiesa di San Francesco.
    La Sagra del vino Cotto, che si svolge ad agosto, attira numerosissimi visitatori.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Cossignano
    0735.98130
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cossignano

    Il territorio di Cossignano occupa l’area collinare della dorsale fra le sorgenti del torrente Menocchia e del fiume Tesino. Nel centro storico, a pianta approssimativamente ovoidale di circa 180×90 metri, nettamente delimitato dalla cinta murari e le cui parti più antiche risalgono alla fine del XIII secolo, sorge il Palazzo Comunale, che contiene un quadro di grandi dimensioni raffigurante San Giorgio sceso da cavallo fra Sant'Antonio Abate e Sant'Antonio da Padova.
    Tra gli edifici di architettura religiosa ricordiamo la chiesa di Santa Maria Assunta, che funge da Museo civico di arte sacra. Esso contiene diversi dipinti del 1600, tra cui di particolare pregio sono sono quelli di scuola crivellesca e la pala d’altare, dipinta a olio su tavola, raffigurante S. Antonio Abate in trono, S. Antonio da Padova e S. Giobbe (m 2,25 × 1,70), opera di Vincenzo Pagani (1490 circa-1568); in una teca è inoltre conservato un prezioso reliquario contenente resti di moltissimi santi, un pezzo di croce molto antica, probabilmente medievale, ma che si dice provenire proprio dalla croce di Cristo. Questi due preziosi oggetti sono un dono di Niccolò IV.
    L'Antiquarium Comunale "Niccola Pansoni" raccoglie i reperti di scavi effettuati in contrada Fiorano.

    Fra le caratteristiche più notevoli del territorio possono annoverarsi sicuramente i calanchi.
    A Cossignano vengono prodotti pregiati vini DOC e DOCG biologici e olio extravergine d’oliva riconosciuti a livello internazionale.
    Gli eventi più importanti che hanno luogo a Cossignano nel corso dell'anno sono la Festa patronale di San Giorgio (aprile), la sagra del pesce fritto all'ascolana (luglio e agosto) e il Medioevo Festival (luglio e agosto).

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.

  • Ripatransone
    0735.9171 (comune); 0735.99329
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Ripatransone

    Alta sul colle tra le valli del torrente Menocchia e del fiume Tesino, Ripatransone sorge in una posizione panoramica tanto bella da meritarsi il titolo di "belvedere del Piceno". Aderisce all'Associazione Nazionale Città dell'Olio e Città del miele e vanta la Bandiera Arancione. L'attrazione più nota è il Vicolo più stretto d'Italia, così piccolino da non avere nemmeno un nome: si tratta di una viuzza che rispetta tutti i canoni per essere considerata un vicolo (pavimentata, percorribile e con almeno una finestra o una porta che vi si affacci) ma che è larga solo 43 cm! 
    Costruita e più volte rinforzata tra il XII e il XVI secolo, la cortina muraria di Ripatransone è una delle più ricche e articolate delle Marche. La lunghezza del suo perimetro è di 2.418 m. e include: il complesso delle Fonti, Porta Cuprense, Porta San Domenico, Porta d'Agello, Porta di Monte Antico, Torrioni con merlatura ghibellina. Il centro storico vanta edifici di epoca medievale, rinascimentale e barocca.

    All'interno del borgo, corso Vittorio Emanuele II e le piazze che su di esso si raccordano si caratterizzano per la presenza di significativi monumenti. La Cattedrale, innalzata nel 1597 ma completata nel 1623, cui furono aggiunti nel 1902 la torre campanaria con sulla cima una statua del redentore in rame dorato, alta 7 metri. Al suo interno ritroviamo custodite statue e tele seicentesche e due santuari a sé stanti: la Cappella della Madonna di San Giovanni e la Cripta della Misericordia e della Morte. Il Palazzo Comunale, fu costruito nel XIII secolo e rimaneggiato più volte fra Cinquecento e Ottocento: nel paramento murario esterno gli archi della quattrocentesca Loggia degli Anziani sono visibili due affreschi di Giacomo da Campli, la Madonna del Latte e la Maddalena.

    Il trecentesco Palazzo del Podestà, uno dei palazzo pubblici meglio conservati delle Marche, dove è stato ricavato, nel 1824, il Teatro Comunale Mercantini, che presenta la tipica pianta a ferro di cavallo e un plafone, decorato con motivi floreali e medaglioni con i ritratti di Rossini,  Verdi, Alfieri, Bellini, Goldoni e Metastasio.Particolarmente interessanti sono: il Museo Civico, ospitato nel Palazzo Bonomi-Gera che si compone di cinque raccolte: la pinacoteca, con un ricco patrimonio di opere importanti di Vittore Crivelli e di Vincenzo Pagani; la Gipsoteca Uno Gera; il museo storico etnografico; il Museo storico risorgimentale Luigi Mercantini e una galleria d'arte contemporanea. Da visitare inoltre il Museo archeologico, che conserva numerosi reperti preistorici, piceni e romani, provenienti dal territorio comunale e dell'antico Ager Cuprensis; il Museo della Civiltà Contadina e Artigiana, che documenta la tradizione rurale del paese, e il Museo del vasaio, annesso a un laboratorio di produzione, con oltre ottocento manufatti in terracotta fra cui i tipici fischietti chiamati cuchi.

    Nel territorio di Ripatransone si producono olio extra vergine di oliva e vini DOC, quali il Falerio dei Colli Ascolani e il Rosso Piceno Superiore. Da gustare è il ciavarro, zuppa di legumi e cereali con condimento piccante. Le manifestazioni più importanti che hanno luogo nel corso dell'anno sono: il Cavallo di Fuoco, una rievocazione storica che si tiene ogni anno nel giorno dell'Ottava di Pasqua e la Festa della Maddalena, patrona della città, che si svolge a luglio con iniziative religiose e civili.
  • Acquaviva Picena
    0735.764005 - 0735 765080
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Acquaviva Picena

    Acquaviva Picena, piccolo centro nell’immediato entroterra di San Benedetto del Tronto, sorge su una collina dalla quale è possibile ammirare uno stupendo panorama che si affaccia sulle più alte vette dei monti appenninici, come il Vettore, il Gran Sasso e la Maiella. 

    Il borgo, sul quale sventola la Bandiera Arancione, è caratterizzato dalla Rocca, vero capolavoro di architettura militare rinascimentale, la cui prima costruzione risale al XIV secolo da parte dei nobili della famiglia Acquaviva. Fu poi riedificata nel 1474 su progetto dell’architetto Baccio Pontelli. La fortezza presenta una pianta a quadrilatero irregolare, che racchiude un’ampia corte centrale con pozzo e i vertici rafforzati da torrioni di cui quello più alto, il mastio, è di 22 metri. L’interno, occupato da due vani voltati, collegati da una scala in muratura, ospita attualmente un’interessantissima esposizione di armi antiche.

    Ai piedi della rocca si apre la Piazza del Forte, che fornisce ad essa una platea scenografica, con una serie di basse case disposte a semicerchio. Le strade del borgo corrono fra loro quasi parallele e sono raccordate da rampe gradonate. Ne è un esempio il pittoresco Vicolo del Trabucco, dove anticamente vi erano depositate delle macchine belliche simili alle catapulte.

    Piazza San Nicolò invece è il baricentro dell’antico borgo ed è disposta in forma allungata fra due opposti colli: su di essa si affacciano la chiesa omonima, del XVI secolo, la Casa Rossi Panelli e la Torre Civica.

    Fuori dal centro storico, la Chiesa di San Francesco con l’annesso convento è la più antica fondazione francescana di tutta la Marca, istituita dal medesimo San Francesco d’Assisi su invito della famiglia degli Acquaviva. Altri edifici religiosi di pregio sono la chiesa di San Lorenzo, contenente un retablo seicentesco, la chiesa di San Giorgio e la chiesa di Santa Maria delle Palme. Attività tradizionale del borgo è la produzione di cesti di paglia, effettuata secondo un metodo tramandato di generazione in generazione. Interessante e caratteristico è, a tal proposito, il Museo della “Pajarola”, che custodisce una vasta raccolta di cesti, utensili da cucina, bamboline realizzate con intreccio di paglia, vimine e materiali naturali.

    Da gustare ad Acquaviva Picena sono i formaggi, le peschette dolci, il frustingo (dolce tipico marchigiano a base di frutta secca e fichi) e svariati vini (Rosso Piceno DOC, Rosso Piceno Superiore DOC, Falerio DOC, Offida DOC).

    L'evento più significativo è Sponsalia, la storica rievocazione del matrimonio tra Forasteria d'Acquaviva e Rainaldo di Brunforte (1234) che a partire dal 1988 viene organizzata a cavallo tra i mesi di luglio e agosto e prevede la disputa del Palio del Duca.

  • Cupramontana
    0731 780199 - 0731.786811
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Cupramontana

    Il nome Cupramontana deriva dalla dea Cupra, dea della fertilità adorata dalla popolazione preromana dei Piceni. La città divenne un importante municipio romano e, in periodo longobardo, fece parte del ducato di Spoleto-Camerino cambiando nome in Massaccio.

    Situato nel cuore della Regione Marche, a 505 metri sul livello del mare, il paese è la meta ideale per vacanze a contatto con la natura e per un turismo enogastronomico e culturale. Cupramontana è la capitale del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, uno dei più importanti vini bianchi italiani ed è anche il paese natale di Luigi Bartolini, grande incisore del Novecento e autore del romanzo da cui venne tratto "Ladri di biciclette" di Vittorio de Sica.

    Tra i siti di interesse storico artistico si segnalano: la Chiesa Abbaziale del Beato Angelo, la Chiesa di Santa Maria della Misericordia, la Chiesa di San Giacomo della Romita, la Chiesa di San Leonardo e la Chiesa di San Lorenzo. Nei dintorni di Cupramontana si trova l’Eremo delle Grotte, conosciuto anche come Eremo dei Frati Bianchi per il candido saio indossato dai Camaldolesi che lo abitarono per più di quattro secoli. Costituisce una delle testimonianze più significative di insediamento religioso alle origini del Cristianesimo nelle Marche. Qui furono gettati i fondamenti della Congregazione monastica di Monte Corona e qui si diede accoglienza ai due frati minori che nel XVI secolo fondarono l’Ordine dei Cappuccini.

    Da non perdere è il Museo internazionale dell'etichetta del vino che custodisce un'originale raccolta di etichette provenienti da ogni parte del mondo. Accanto alla collezione storica, con rari pezzi risalenti anche alla fine dell'Ottocento, sono ampie anche la raccolta contemporanea e la selezione artistica, con centinaia di bozzetti ispirati al vino di famosi artisti italiani e stranieri. Il Museo è ubicato nelle grotte del Monastero di Santa Caterina: si tratta di un nuovo spazio espositivo (Musei in Grotta), che include  "La strada del Gusto", un percorso attraverso i sapori, le tradizioni e le aziende del territorio, ed "Enocupra", un'enoteca attrezzata per la degustazione e ristorazione. Completa l'offerta dei Musei in Grotta l'"Horto de i Semplici", uno spazio che, fin dalle origini, era la sede dell'orto monastico.

    Nel territorio di Cupramontana è presente la "Rete di nodi Castelli del Verdicchio", una rete di diversi percorsi pedonali e ciclabili che sono collegati attraverso dei nodi numerati (di solito intersezioni di strade); utilizzando una mappa della rete, è possibile comporre la propria escursione a piedi o in bicicletta pianificando un percorso da nodo a nodo.

    La festa più importante che ha luogo durante l'anno a Cupramontana è la Sagra dell'Uva , tra le più antiche sagre vinicole in Italia.

  • Fratte Rosa
    0721.777113
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Fratte Rosa
    Fratte Rosa è arroccata sulla cima di un colle, in una cornice panoramica tra le più belle della provincia di Pesaro e Urbino, posto a cavallo tra le medie valli del Cesano e del Metauro.

    Comune di collina, fondato probabilmente nell'alto Medioevo, è rinomato per l’antico e nobile artigianato delle terrecotte. A questo periodo (1216) risale la fondazione del Convento di Santa Vittoria, sulla scia della coinvolgente predicazione di San Francesco, oggi sede del Museo delle terracotte
    Il nucleo antico dell’abitato, dalla tipica pianta a spirale, è raccolto, con le sue pittoresche abitazioni di mattoni rosa, all’interno delle mura medievali e conserva al suo interno un pozzo.

    Tra le eccellenze enogastronomiche del territorio ricordiamo la Fava di Fratte Rosa (presidio Slow-Food) e i tacconi, tipica pasta fatta a mano con farina di grano e farina di fave.
  • Maiolati Spontini
    0731.70751
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Maiolati Spontini

    Il castello di Maiolati risale agli inizi del XIII secolo, tuttavia notevoli testimonianze documentano nel territorio siti abitati fin dai tempi preistorici.

    Maiolati Spontini è famosa per aver dato i natali al grande compositore Gaspare Spontini, il cui nome è stato aggiunto alla denominazione del comune nel 1939. Da visitare la casa natale di Spontini, ora adibita a Museo, e il Parco Colle Celeste, un'ampia area delle proprietà di Spontini che il maestro volle destinare alla realizzazione di un giardino per il pubblico passeggio in omaggio a sua moglie Celeste. Il parco sorge su un'altura nella parte orientale di Maiolati ed è caratterizzato da un lungo viale alberato che s'inoltra in un boschetto delimitato da una balconata dalla quale si può godere la vista della vallata dell'Esino fino al Mare Adriatico.
    La tomba del maestro Spontini, nella chiesa di San Giovanni, è decorata con uno splendido medaglione, opera di Antonio Canova.
    All'artista e a Giovan Battista Pergolesi, nativo della vicina Jesi, è dedicato il Festival Pergolesi Spontini che richiama un folto pubblico. 

    Del passato medievale e rinascimentale rimangono i resti delle quattrocentesche mura castellane. A valle, nella frazione di Moie, sorge la chiesa romanica di Santa Maria (XII secolo). Da visitare anche la nuova biblioteca pubblica presso l'ex Fornace dal nome EffeEmme23.

    Maiolati Spontini aderisce al progetto "Comune Rinnovabile" di Legambiente, avendo messo a regime azioni mirate al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili.

  • Montefalcone Appennino
    0734.79111
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Montefalcone Appennino
    Il comune deriva il suo nome dai falchi che nidificano sulla sommità del monte detto monte del falcone, che guarda ad occidente la catena appenninica dei Monti Sibillini. Il paese si trova sulla sommità di una rupe di arenaria, ad un'altitudine di ben 780 metri sul livello del mare, tra le vallate dell'Aso e del Tenna, e offre panorami suggestivi verso i Monti Sibillini e i Monti della Laga.
    Nella parte più alta del paese si erge l’antico castello. Da visitare sono: la Chiesa di San Michele Arcangelo, in stile romanico e a croce greca; la Chiesa di San Pietro in Penne, di origine farfense; la Chiesa di Santa Maria in Capite Scalorum, sorta nel 1300 attorno ad un'antichissima edicola. Poco lontano dal centro abitato è situato l'antico Monastero francescano di San Giovanni in Selva, dove si rifugiarono i monaci Farfensi fuoriusciti dalla Sabina. Molto interessante è il Museo dei Fossili e dei Minerali, allestito nel settecentesco Palazzo Felici. Il museo presenta prevalentemente i fossili locali (circa 500 pezzi), reperti di fauna marina risalenti al Pliocene inferiore e si articola in diverse sezioni. Si possono osservare Cirripidi del genere Balanus, 60 specie diverse di Molluschi (Murex, Nassa, Natica, Pecten, ecc..), alcuni Echinodermi, denti di squalo, foglie fossilizzate. L’esposizione dei fossili provenienti da tutto il mondo e di tutte le epoche è interessante anche per la presenza di pezzi particolari, come ad esempio zanne di mammut del Mare del Nord, parti dello scheletro di un orso delle caverne dei Pirenei, trilobiti del Marocco, un uovo di dinosauro della Cina e l’uovo più grande mai deposto: quello di Aepyornis. La sezione di minerali conserva 1.200 pezzi, tra cui un blocco di aragonite con dei perfetti cristalli trasparenti di zolfo, un blocco di stilbite con molti ciuffi di natrolite del peso di 26 Kg. Di grande suggestione è la grotta dei minerali in cui è possibile ammirare la caratteristica fluorescenza di alcuni reperti sotto la lampada di Wood. Una sezione del primo piano è dedicata alla collezione malacologica dell'artista marchigiano Elio Ceccotti, composta da circa 300 quadri realizzati con diecimila conchiglie.
    Presso il museo opera un Centro di Educazione Ambientale, che offre a scolaresche e a gruppi organizzati attività didattiche direttamente nei giacimenti fossiliferi locali, ed attività di laboratorio come, ad esempio, l’osservazione al microscopio dei microfossili.
    Palazzo Felici è anche la sede dell’Ecomuseo, un centro di documentazione orale che raccoglie, cataloga, conserva e divulga le conoscenze popolari del territorio fermano, quelle che per secoli hanno regolato e condizionato l’intero ciclo della vita, oralmente tramandate da generazione in generazione.
    Una sala ospita un monumentale Polittico di Pietro Alemanno, seguace di Carlo Crivelli, dipinto tra il 1475 e il 1480; l'opera proviene dalla chiesa di S. Giovanni Battista ed è l’unico polittico dell’artista rimasto integro con la sua preziosa cornice.

    Il centro storico, i monumenti e i musei del Comune sono parzialmente fruibili. Per informazioni scrivere al Numero Verde del Turismo della Regione Marche (numeroverde.turismo@regione.marche.it) o contattare i telefoni indicati sotto.
  • Offagna
    392 1302383
    La tappa prevede le seguenti destinazioni: Offagna

    A ridosso di Ancona e del Monte Conero, Offagna, tipico borgo medioevale, è dominata dalla sua Rocca, che svetta come una solitaria vedetta sul paesaggio collinare circostante. Il borgo, su cui sventola la Bandiera Arancione, rientra nell'associazione I borghi più belli d'Italia

    La Rocca, costruita a metà del XV sec. sui ruderi di un precedente castello, è una delle più belle costruzioni difensive delle Marche, presenta una forma quadrangolare e conserva ancora intatto il massiccio mastio, a cinque piani, nel quale è allestito il Museo delle Armi antiche. 

    Lungo le mura di difesa, orlate da merlature a coda di rondine, corre il cammino di ronda. Il borgo attorno alla rocca è piccolo, ma conserva dei gioielli architettonici di tutto riguardo: la Chiesa del SS. Sacramento, a pianta circolare, è stata costruita dall’architetto Andrea Vici in puro stile neoclassico. Lo stesso architetto progettò anche il Monastero di Santa Zita, che si presenta come una struttura fortificata.
    La Chiesa di Santa Lucia invece, attestata già dal '300, conserva al suo interno un crocifisso ligneo del ‘500 e dipinti seicenteschi mentre nella Chiesa di San Tommaso si può ammirare  una pala d’altare dedicata a San Bernardino, patrono del paese.
    La visita al borgo può continuare nel Museo di Scienze Naturali "Luigi Paolucci", con interessanti raccolte paleontologiche, mineralogiche, zoologiche e botaniche e nel Museo della Liberazione di Ancona, che documenta le fasi del passaggio del fronte alleato nelle Marche.  Tipica del borgo è la crescia, una sorta di piadina cotta sulla brace, da accompagnare con le “foie de campo”, un misto di erbe spontanee. Ad Offagna si può inoltre degustare il Rosso Conero, i cui vigneti caratterizzano le campagne circostanti.

    Da non perdere a luglio le Feste Medievali, una manifestazione di grande richiamo nata per far rivivere l'antica tradizione della Contesa della Crescia, una disfida in armi (lancia, balestra, arco, mazza ferrata) fra i quattro rioni del paese. Offagna si trasforma in un autentico borgo medievale e nelle sue vie e piazze torna a rivivere l'atmosfera del passato con mostre, taverne, spettacoli, rassegne, rievocazioni storiche. Ogni anno viene fissato dall'Accademia della Crescia un tema conduttore delle feste, che si concludono con la suggestiva cerimonia d'investitura dei nuovi Cavalieri della Contesa e la Fiera del Colombaccio (settembre).