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Il Paese degli Scalpellini

Sant’Ippolito è riconosciuto fin dal XIV secolo come il "Paese degli Scalpellini”, in virtù del talento artistico e dell’abilità artigianale dei suoi lavoratori di pietra arenaria.
Nel territorio di Sant'Ippolito si trovavano cave di pietra arenaria di un bel colore giallo e azzurro e ciò ha contribuito a sviluppare una ricca produzione sia per interni che per esterni, favorendo così la nascita di una fitta rete di botteghe artigiane altamente qualificate.
Il paese, sin dall’epoca romana, fece parte dell’importante Forum Sempornii. Con la diffusione del cristianesimo venne eretta su una collinetta la Pieve di Sant’Ippolito; dopo il mille, sorse l’omonimo Castello. La cittadina fu dominata dai Malatesta, dai Montefeltro e dai Della Rovere ed infine passò a far parte dello Stato della Chiesa dal 1631 al 1860.
L’arte degli scalpellini è cresciuta nel corso del tempo grazie al maestro Francesco Maria Rossi, che fu il primo ad impegnarsi nell'opera di recupero di questo antico mestiere, e all'attività della locale Scuola Media e della Pro Loco.
Ancor oggi, la tradizione è viva e si rinnova in uno straordinario connubio con la scultura. In Piazza del Popolo si trova il Museo del Territorio-Arte degli Scalpellini, che ospita un centro di documentazione contenente elementi fondamentali per la conoscenza della realtà degli scalpellini attraverso i secoli, pannelli illustrativi sul lavoro delle cave e una raccolta di attrezzi e strumenti utilizzati per la lavorazione della pietra.
A luglio si tiene l’evento “Scolpire in piazza, Simposio di scultura su pietra arenaria”, nel corso del quale numerosi scultori realizzano opere in pietra arenaria, ideate espressamente per progetti di riqualificazione urbana ed ambientale nei piccoli Comuni e nelle aree naturalistiche della Regione Marche.
Il paese è un museo a cielo aperto che lungo le vie, sulle facciate delle case, nelle chiese offre la magia delle opere in pietra create dai suoi scalpellini.

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Target: Cultura